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Autore: Valengel    14/06/2011    18 recensioni
Il primo capitolo della storia, è la fedele trascrizione di un sogno che ho fatto mesi fa. Halloween. Un ballo in maschera aiuterà due persone ad avvicinarsi, a parlarsi, a scoprirsi. Tutto ciò porterà dei cambiamenti nelle loro vite.
Il secondo e ultimo capitolo narra i ragionamenti e le riflessioni del giorno dopo.
La storia non ha un inizio o una fine ben definiti. Si sarebbe dovuta collocare al centro di una long che non ho mai scritto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 2: CHIARIMENTI


A Whatashame, che ha apprezzato particolarmente questo capitolo, lasciandomi commenti entusiasti nel testo (insieme alle correzioni, ovviamente).


La mattina seguente, Hermione pensò che non era affatto pronta per affrontare la giornata che le si prospettava d'innanzi.

Quella notte, aveva faticato ad addormentarsi, girandosi e rigirandosi nel letto, ripensando al ballo e al bacio di Malfoy.

Quella passione incontrollata che il solo sfiorare le sue labbra aveva acceso dentro di lei, l'aveva lasciata sgomenta ed eccitata allo stesso tempo.

Con Ron non è mai stato così.

Già, Ron. Il suo ragazzo.

Chissà per quanto tempo ancora.

Avrebbe dovuto parlare anche con lui, chiarire. Ma chiarire cosa se, persino dentro la sua testa, c'era una così grande confusione?

Ron era dolce e protettivo, ma quando la baciava, lei non sentiva i brividi, non era mai così appassionato. Era più un tenero e imbarazzato sfioramento di labbra, sembrava più un atto dovuto che non voluto. Loro erano una coppia ed era normale che si baciassero.

Ad Hermione era sempre piaciuta la dolcezza di Ron. Lui la trattava come se fosse cristallo, e lei aveva sempre pensato che fosse per riguardo nei suoi confronti. Adorava la sua compagnia e i dolci baci che ogni tanto le dava, ma ora aveva un nuovo termine di paragone e non era più così sicura di apprezzare le rare ed impacciate effusioni di Ron.

Draco Malfoy l'aveva baciata con passione. Non l'aveva trattata come una fragile bambola di porcellana, ma l'aveva presa con irruenza, risvegliando in lei emozioni che non credeva nemmeno che esistessero, facendola sentire estremamente donna.

Con o senza maschera, quando lui la guardava con quegli occhi di ghiaccio che sembravano volerle perforare l'anima, Hermione, volente o nolente, sentiva i brividi a fior di pelle.

Tra le sue braccia, la notte precedente, si era sentita viva come non mai.

Si chiese quando esattamente Malfoy avesse capito chi aveva davanti.

Improbabile che l'avesse capito durante il bacio. Era la prima volta che la baciava, non aveva termini di paragone.

Molto più probabile che l'avesse capito prima, quanto prima non era realmente importante, ma ciò significava che, quando l'aveva baciata, lui sapeva che si trattava di lei.

L'aveva baciata consapevolmente.

Ma perché?

Le maschere, la strana atmosfera, probabilmente questo e altro ancora avevano contribuito ad estraniarli dal mondo. Anche se lei sapeva chi era lui e lui aveva capito chi era lei, avevano fatto finta di niente. Quella notte erano stati solo due ragazzi che avevano passato una piacevole serata insieme, e quando lui l'aveva riaccompagnata al dormitorio, l'aveva baciata come una specie di ringraziamento per la piacevole compagnia, ma era una cosa che non si sarebbe più ripetuta.

Sicuramente.

Sì, doveva per forza trattarsi di questo. E non era importante che, persino nella testa di Hermione tutto, quel ragionamento risultasse leggermente stonato, lei si convinse del contrario e scese a fare colazione in Sala Grande, con il cuore un po' più leggero.

Io e Malfoy faremo finta di niente. Come se non fosse successo nulla. Ora devo solo parlare con Ron.

La Sala Grande era semivuota. Molte persone erano ancora a letto, dopo aver fatto le ore piccole la sera prima. Hermione, inconsciamente, lanciò un'occhiata obliqua alla tavolata di Serpeverde e, quando due iridi ghiacciate incontrarono le sue, fu scossa nuovamente dai brividi, ma si costrinse ad ignorarli, dirigendosi a testa alta lungo la tavolata di Grifondoro, per prendere posto di fronte a Ginny.

- Buongiorno Hermione. -

- Buongiorno Ginny. Harry e Ron? -

- Sono ancora tra le braccia di Morfeo, figurati. - rispose la rossa con fare noncurante, poi aggiunse a bassa voce – Io ed Harry, ieri, siamo tornati un po' tardi in dormitorio. -

Hermione sorrise con indulgenza. Era felice che la storia tra l'amica ed Harry procedesse a gonfie vele. Ginny aveva lottato e aspettato secoli per poter coronare il suo sogno d'amore, ed ora era finalmente serena ed appagata. Quei due erano perfetti insieme.

- Sono una Caposcuola, potrei punirti per essere stata in giro tutta la notte, sai? -

Ginny ridacchiò per l'aria fintamente seria dell'amica.

- E tu invece dove sei stata? Non ti ho vista nemmeno un secondo. -

- Eri troppo distratta da altro, diciamo da un bel moro con gli occhi verdi e una cicatrice sulla fronte? -

- Anche. Ma seriamente Hermione, dov'eri finita? Ron si è lamentato tutta sera per non averti trovata. -

Una fitta allo stomaco.

Senso di colpa?

- Sono arrivata tardi. Problemi organizzativi dell'ultimo momento, sai? L'ho cercato per un po' anche io ma, non trovandolo, ho preferito tornare presto al dormitorio. -

- Forse ci saremmo potuti dare un punto d'incontro. Con le maschere non era facile riconoscersi. -

Oh era facile invece, bastava volerlo. Loro si erano riconosciuti subito, come legati da un filo invisibile che li portava inesorabilmente l'uno verso l'altra.

Hermione, alzò nuovamente gli occhi verso la tavola Serpeverde ed incontrò ancora quelle iridi plumbee che la fissavano con insistenza. Per un attimo il tempo sembrò fermarsi. Come la sera prima, Hermione non sentiva più le voci e i rumori intorno a sé. Esistevano solo loro due in una bolla invisibile.

Una mano si posò sulla sua spalla e la fece trasalire interrompendo quel contatto visivo.

- Ciao Hermione. -

Due occhi azzurri e limpidi la scrutavano con un misto di affetto, incertezza e apprensione.

- Ciao Ron. Ciao Harry. -

I due ragazzi presero posto accanto alle loro fidanzate e, mentre Harry si era chinato a baciare dolcemente Ginny, Ron aveva distolto lo sguardo da Hermione per riempirsi il piatto.

- 'Mione, scusami, ma ieri sera non sono riuscito a trovarti. -

- Non fa niente, Ron. Stavo appunto dicendo a Ginny, che sono arrivata in ritardo e me ne sono andata presto dato che non riuscivo a trovarvi. -

Mentre pronunciava quelle parole, Hermione era concentrata nel fissare la sua tazza di tè. Non era propriamente una bugia quello che aveva detto. In effetti lei era arrivata in ritardo e lo aveva cercato per un po'.

Dieci minuti, forse.

- Non ho nemmeno visto da cosa ti eri vestita – Intervenne Ginny.

- Oh, da angelo. -

C'erano altri angeli, vero? Non sono stata l'unica? Merlino, per favore.

- Che coincidenza. Ron era vestito da diavolo. Con forcone, coda, corna e tutto il resto. -

Le corna di sicuro.

Ron, al suo fianco annuiva mentre si riempiva la bocca di uova e salsicce.

- Ne ho visti quattro o cinque in effetti, ma non ho pensato che potessi essere tu. -

Hermione scrollò le spalle continuando a sorseggiare il suo tè.

- C'era una ragazza vestita da angelo che ballava con Malfoy. Chissà chi era. -

Hermione per poco non si strozzò. Tossì mentre Ron le batteva una mano sulla schiena. Doveva andarsene prima che il discorso si facesse sempre più compromettente. Afferrò una fetta di pane tostato e si alzò dalla panca con la borsa dei libri sulle spalle.

- Io vado in biblioteca. Voialtri cercate di non perdere tutta la domenica ma di studiare un po'. -

Non aspettò una risposta ed uscì impettita dalla sala grande, sforzandosi di non voltarsi verso il tavolo di Serpeverde, dove avrebbe trovato un paio di iridi grigie fisse su di lei.



Draco si era alzato insolitamente presto quella mattina, con un pensiero fisso in testa.

Hermione Granger.

Merlino, aveva passato tutta la sera con lei e l'aveva persino baciata!

Se glielo avessero detto anche solo 24 ore prima, avrebbe riso alla sola idea. O avrebbe lanciato un Cruciatus.

Che fosse diventata una bella ragazza, lo aveva già notato, così come aveva notato il fatto che non fosse più odiosa come un tempo. Certo, loro due continuavano a lanciarsi frecciatine, ma ormai avevano perso l'animosità di un tempo. La sera precedente, poi, era stata una compagnia veramente piacevole e divertente. Se le bastava una maschera per sciogliersi un po', gliene avrebbe regalata una da portare tutti i giorni.

Draco ghignò all'idea.

Non riusciva a capire perché l'avesse baciata. Per tutta la sera aveva cercato di scoprire la sua identità, avevano conversato piacevolmente stuzzicandosi a vicenda e, proprio quando aveva capito chi era, l'aveva baciata.

Non aveva senso.

In quel momento sarebbe dovuto scappare via, o perlomeno avrebbe dovuto fingere indifferenza, darle la buonanotte e andarsene.

Invece era rimasto, l'aveva baciata -per chissà quale ragione ancora da chiarire- e gli era addirittura piaciuto!

Asserire che gli fosse piaciuto era a dir poco riduttivo.

Era bastato un semplice bacio per infiammargli le viscere. Aveva percepito calore, molto calore e brividi di eccitazione lungo tutto il corpo.

Staccarsi da lei e andarsene con indifferenza era stata una vera tortura, dato che il suo unico desiderio era stato quello di prenderla, portarla in camera e fare sesso tutta la notte. Per la foga che aveva, gli sarebbe andato bene persino quel muro, non occorreva arrivare fino in camera.

Merlino, era una Sanguesporco, Grifondoro, secchiona, saccente e petulante, eppure, zittirla con un bacio comportava innegabili vantaggi. A parte l'ovvio piacere del suo silenzio, Draco aveva percepito l'arrendevolezza di Hermione, e ne era rimasto intimamente compiaciuto. Certo, lui l'aveva colta di sorpresa con quel bacio, ma la Granger aveva risposto immediatamente, con foga e passione. Eppure, lei sapeva benissimo chi stava baciando. Aveva passato tutta la serata conscia di essere in compagnia di Draco Malfoy e non si era allontanata. Aveva ricambiato il suo bacio con la piena consapevolezza della sua identità.

Ma la Granger non sta con Lenticchia?

Probabilmente la storia era al capolinea. Era già molto il fatto che una come Lei avesse concesso a quel pezzente parte del suo tempo; probabilmente aveva finalmente capito che razza di individuo fosse e si era stancata.

Magari aveva una cotta per lui e aveva usato la scusa del ballo per passare del tempo insieme senza fargli sapere chi fosse, in modo che non iniziassero a riempirsi, come al solito, d'insulti.

La sola ipotesi di poter piacere ad Hermione Granger, lo riempiva di intimo piacere. Ne era profondamente compiaciuto. Non sapeva ancora se la sua ipotesi fosse vera, ma restava il fatto che lei aveva risposto con passione al suo bacio; questa semplice constatazione bastò a ringalluzzirlo e a farlo ghignare.

- Quando fai quella faccia vuol dire che hai in mente qualcosa di diabolico. -

La voce di Blaise Zabini fece capolino distogliendolo dai suoi pensieri.

- Oh sì, non sai quanto. -



Hermione Granger era in biblioteca ormai da ore, seduta al suo solito tavolo all'angolo, circondata da libri, inchiostri e pergamene. Aveva faticato a rimanere concentrata quel giorno. Ogni volta che la sua mente si rilassava un attimo, le comparivano flash della sera precedente, in particolare, della conclusione di serata.

Malfoy, dannazione, sei una persecuzione anche quando non ci sei!

Il rumore di una sedia strisciata sul pavimento e un'ombra davanti a sé, la ridestarono dai suoi pensieri e la spinsero ad alzare il volto per controllare chi si fosse permesso di sedersi al suo tavolo.

Parli del diavolo...

- Malfoy, che ci fai qui? -

- Quello che ci fai tu Granger. - rispose lui, ghignando - Studio. -

- E devi farlo proprio al mio tavolo? -

- Sì, se sul tuo tavolo sono stipati tutti i libri di pozioni che mi servono per scrivere la relazione per Lumacorno. -

La spiegazione era ragionevole, ma Hermione non ne era del tutto convinta. La sera prima si erano baciati appassionatamente e temeva che, prima o poi, lui se ne sarebbe uscito con qualche infelice battuta a riguardo, ma era inutile preoccuparsene prima del tempo. Non era la prima volta che studiavano insieme, da quando la preside McGranitt aveva attuato la politica di “collaborazione fra case” e li aveva messi in coppia, perciò Hermione decise di fare finta di niente e di continuare i propri compiti.

- Prendi pure i libri che ti servono, io ho appena finito e sto scrivendo la relazione di Difesa Contro le Arti Oscure. -

- Quella sui Patronus? -

Hermione annuì e, visto che lui sembrava non voler dire altro, lei tornò a concentrarsi sulla sua pergamena. Ogni tanto le veniva un'inspiegabile voglia di alzare lo sguardo verso di lui ma si tratteneva.

A che pro farlo? E se l'avesse beccata a guardarlo?

Hermione si sentiva a disagio ad avere Draco così vicino, lui dal canto suo sembrava assolutamente tranquillo e sereno mentre scriveva la relazione.

Hermione scosse il capo e tornò a concentrarsi sui suoi libri.



Draco, in realtà, si era accorto del disagio di lei e intimamente ne sogghignava senza osare mostrarlo. Sapeva che, altrimenti, Hermione si sarebbe infuriata e se ne sarebbe andata, mentre era molto più interessante osservare le sue reazioni alla loro vicinanza.

Sapeva che lei stava pensando al loro bacio e che era agitata per mille motivi. Sicuramente per il tradimento nei confronti di Weasley, ma soprattutto per l'attrazione provata.

Anche se avesse voluto negarlo a sé stessa, non avrebbe potuto. Era palese l'esistenza di un legame fra loro. Persino con le maschere erano riusciti a trovarsi e a riconoscersi. Certo, Draco ci aveva messo un po' di più, ma alla fine si erano baciati e se lei non fosse stata attratta da lui, non avrebbe ricambiato in quel modo.

Sicuramente Weasel non l'ha mai baciata così.

In effetti, a ben pensarci, da quando erano tornati a scuola, non aveva visto molte effusioni tra quei due. Sembrava che fossero gli amici di sempre e, se non fosse per il fatto che ogni tanto si tenevano per mano, lui non avrebbe mai detto che fossero una coppia.

Se stessi con lei col cavolo che mi limiterei a tenerla per mano.

Draco incurvò le labbra in una leggera smorfia a quel pensiero e agli altri che inevitabilmente aveva portato alla mente.

Se solo l'anno precedente qualcuno gli avesse detto che sarebbe stato attratto da Hermione Granger, lo avrebbe senza dubbio cruciato, eppure, al momento, non poteva negare che un certo interesse reciproco esisteva eccome.

Sarà che erano entrambi Capiscuola e spesso si ritrovavano a fare la ronda insieme; sarà che passava interi pomeriggi a studiare con lei, da quando i professori avevano deciso di accoppiare, durante le lezioni, studenti di case diverse e lui era capitato con la Granger; sarà che durante il tempo che passavano insieme, lui aveva smesso di insultarla, e lei si era ammorbidita e, di conseguenza, avevano iniziato a parlare civilmente, lasciando scoprire i lati positivi dei reciproci caratteri all'altro; sarà che si sentiva un cretino e che sarebbe stato meglio chiudere il discorso mentale prima di farlo degenerare.

Draco ed Hermione passarono il resto della giornata a studiare e a lanciarsi occhiate di tanto in tanto, finché non divenne buio e non arrivò l'ora di andare a cena. Si alzarono quasi in sincrono dal tavolo, rimisero a posto i libri, presero le borse ed uscirono insieme dalla biblioteca diretti alla Sala Grande.

Hermione continuava a ripetersi che doveva stare tranquilla, che stavano camminando affiancati per il semplice fatto che erano diretti entrambi nello stesso posto e che doveva smetterla di immaginare le labbra di Draco sulle sue.

- Sei silenziosa stasera, Granger. -

Lei scrollò le spalle indifferente.

- Riflettevo. -

- Su cosa? -

Sul fatto che vorrei che mi baciassi di nuovo, per Merlino!

- Tutto e niente in realtà. -

Draco aveva il suo solito ghigno stampato sulle labbra.

- Magari stasera mi renderai partecipe delle tue riflessioni. -

- Stasera? -

- E' domenica. Abbiamo la ronda insieme. -

Io e lui, in giro per il castello deserto, di notte, da soli. Oh Morgana...



Hermione quella sera era irrequieta. Continuava a pensare che avrebbe passato due ore in giro per il castello, sola con Malfoy.

Certo, non era la prima volta che facevano la ronda insieme, anzi, da quando erano tornati a scuola erano stati costretti a passare parecchio tempo in reciproca compagnia e, doveva ammettere che, ultimamente, lo trovava quasi piacevole; però quella sera sarebbe stata la prima dopo il ballo in maschera e, soprattutto, dopo quel bacio. Merlino, se solo ci pensava le sue guance prendevano fuoco.

Sapeva che Malfoy era imprevedibile e che, il semplice fatto che quel pomeriggio in biblioteca avesse fatto finta di nulla, non implicava che non avrebbe fatto allusioni al bacio, ma gestire Malfoy e le sue stupide battute non era mai stato un problema per lei. Il vero problema era capire perché non lo avesse allontanato, perché avesse risposto con tanta passione e soprattutto, perché desiderasse ardentemente ripetere l'esperienza.

Malfoy l'attraeva parecchio, ma lei era ancora fidanzata. Avrebbe dovuto parlare con Ron al più presto. Indipendentemente da cosa sarebbe successo in futuro tra lei e Malfoy, avrebbe comunque dovuto lasciare Ron. L'aveva tradito, era attratta da un altro e, quando stava con il suo ragazzo, non sentiva niente.

Nessuna passione, nessuna attrazione, solo tanto affetto, ma certamente non amore.

- Granger stai bene? -

Quelle parole la riscossero dai suoi pensieri e, alzando gli occhi, si trovò il viso di Draco a pochi centimetri dal suo. Sobbalzò per lo spavento e arrossì per il dejavù.

- Accidenti a te Malfoy, ti sembra il caso di comparire così all'improvviso? -

Draco ghignò.

- Veramente è da cinque minuti che ti stavo chiamando, ma non mi hai sentito. -

- Stavo riflettendo. -

- Sei piuttosto riflessiva oggi, Granger. -

- Io sono sempre riflessiva. - rispose lei piccata.

- Si ma oggi lo sei particolarmente. Più che altro mi sembra che la tua mente sia altrove. -

- Sì, beh, evidentemente ho un sacco di cose a cui pensare. -

Draco ghignò nuovamente. Era certo di sapere a cosa lei stesse pensando.

- Se mi rendessi partecipe dei tuoi pensieri, magari potrei aiutarti a fare chiarezza. -

Oh, sicuramente.

- Apprezzo l'offerta Malfoy, ma è meglio lasciar perdere. Se vuoi fare conversazione, cambiamo argomento. -

- D'accordo. Allora parliamo di ieri sera. -

Hermione girò il volto di scatto verso Draco.

- Che cosa vuoi sapere di ieri sera? -

Draco ghignò e si avvicinò ad Hermione che, a sua volta, indietreggiò impercettibilmente.

- Da cosa eri vestita ieri sera? -

Menti Hermione, menti.

- Da diavolo. -

Draco inarcò un sopracciglio.

- E sai io da cosa ero vestito? -

- Da te stesso. -

Draco ghignò ed Hermione capì di aver fatto un errore. Quella era una cosa che le aveva rivelato lui la sera precedente.

- Voglio dire, eri vestito di nero e non mi pare che fosse particolarmente differente da ciò che indossi di solito. -

Hermione lanciò un'occhiata significativa alla camicia e ai pantaloni di Draco, sperando di averlo convinto.

- Mi hai osservato bene. -

Lei alzò le spalle con indifferenza.

- Era difficile non notarti. Eri uno dei pochi facilmente riconoscibile. -

- Al contrario di te. -

Hermione si morse le labbra per evitare di sorridere.

- Si, mi sono mascherata bene. -

- E avrai passato tutta la sera a ballare con Weasel, immagino. -

- Ron non balla. - il che non era una bugia. Ron, effettivamente, detestava ballare e lei non era nemmeno sicura che sapesse farlo.

- Allora immagino che avrai trovato qualcun altro che ti facesse ballare. -

Hermione scrollò le spalle con studiata indifferenza, mentre si mordeva le labbra per non scoppiare a ridere. Sapeva dove Draco voleva andare a parare e, anche se non era del tutto sicura di essere pronta ad affrontare l'argomento, le veniva da ridere per tutti quei discorsi che giravano intorno al vero punto della questione.

- Anche tu hai ballato per tutta la sera. Volevo venire a salutarti ma mi sembravi troppo impegnato a volteggiare con una bella bionda. -

- Saresti dovuta venire. Non ti avrei negato un ballo. -

- Lo terrò presente per il ballo di Natale. -

Draco, per metà divertito e per metà irritato, la prese per le spalle e la fece voltare verso di sé.

- Basta giocare adesso Granger. -

- Che cosa vuoi fare allora, Malfoy? -

- Un esperimento. -

E la baciò.

Draco si avventò sulle labbra di Hermione, già socchiuse e pronte per lui, e fu di nuovo fuoco.

Succhiò il labbro inferiore della ragazza, mordicchiandolo leggermente. Hermione gemette e Draco insinuò la lingua nella sua bocca per approfondire il bacio.

Le sue mani mollarono leggermente la presa su di lei, certo che non si sarebbe allontanata, e scivolarono lungo le sue braccia, fino a raggiungere la sua vita per trarla a sé. Le mani di Hermione, intanto, si erano poggiate sul petto di Draco, per poi salire lentamente, accarezzando i pettorali e le spalle, cingendolo dietro al collo e insinuando le piccole dita tra i suoi crini biondi e morbidi.

Draco trovava rilassante e al contempo eccitante che lei gli toccasse i capelli e approfondì ulteriormente il bacio, stringendo maggiormente una mano sui fianchi morbidi di lei e facendo risalire l'altra lungo la schiena fino a posarla sulla nuca.

Hermione, stretta tra le sue braccia, poggiò il capo sul suo braccio, per essere più comoda, e incavò le guance, rendendo il bacio sempre più profondo e languido. Si era lasciata andare completamente tra le braccia del ragazzo, senza pensare a nulla, ma godendosi semplicemente il momento. Il suo profumo fresco e al contempo pungente la inebriava, le sue labbra morbide la facevano sciogliere e le sue mani lasciavano scie di fuoco al loro passaggio lungo il suo corpo.

Quando respirare divenne una necessità pressante, Draco si staccò lievemente da Hermione, lasciandole un paio di piccoli baci a stampo sulle labbra e continuando a stringerla tra le braccia, mentre lei seguitava a giocherellare pigramente con i suoi capelli, tenendo gli occhi chiusi e godendosi quel dolce torpore.

- Sei una pessima bugiarda, sai Granger? -

Lei aprì gli occhi, si scostò leggermente per poterlo guardare in viso e aggrottò le sopracciglia.

- Decisamente ieri sera non sei stata con Lenticchia e non eri vestita da diavolo. -

- Lo sapevi che Lucifero, in origine, era l'angelo più bello del paradiso? Poi si ribellò a Dio e cadde dal cielo venendo spedito all'inferno. -

Draco scoppiò a ridere ed Hermione ne rimase affascinata. Non l'aveva mai visto ridere di gusto, al massimo sogghignare malignamente, ed era un vero peccato perché quando rideva era bellissimo, persino più del solito.

- Sei già caduta all'inferno, Granger? -

- Ci sono dentro completamente. -

Draco sorrise, le diede un bacio sulla tempia e, tenendole un braccio intorno alle spalle, ricominciò a camminare.

Hermione, per un po', tacque rimuginando sull'accaduto, mentre Draco faceva finta di nulla, anche se, spesso, le lanciava occhiate di sbieco, per studiare le diverse espressioni del suo viso. Quando era pensierosa, si mordicchiava sempre il labbro inferiore e, di tanto in tanto, aggrottava le sopracciglia per poi distenderle di nuovo dopo poco.

- Il tuo esperimento ha avuto i risultati che speravi? -

Draco annuì cautamente.

- E hai intenzione di ripeterlo di nuovo? -

- Assolutamente. -

Hermione si lasciò sfuggire un sorrisino, per poi sospirare.

- Devo parlare con Ron. -

- Dei miei esperimenti? -

- Più o meno. Indipendentemente dalla... frequenza e dalla costanza dei tuoi esperimenti, devo prima sistemare le cose con lui. Gli voglio bene e non si merita una torto simile. -

Draco annuì e strinse maggiormente la sua mano sulla spalla di lei. Continuarono la ronda in silenzio, godendo della reciproca compagnia e al termine, lui la riaccompagnò fino alla torre.

- Grazie per essere venuto fin qui. -

- Sono un gentiluomo, Granger. -

Lei sorrise. Gli mise le mani sulle spalle e, alzandosi in punta di piedi, gli baciò lievemente la bocca succhiandogli dolcemente le labbra.

- Buonanotte Malfoy. -

- Sogni d'oro, Granger. -




ANGOLO AUTRICE: Questo avrebbe dovuto essere il capitolo conclusivo. Per vostra fortuna (o sfortuna), ho pensato di allungare un po' la storia, in modo da lasciar partecipare anche Ron, Harry, Ginny e altri personaggi. Va bene baciare Draco, ma Hermione, in teoria, è ancora fidanzata e deve sistemare le cose. Vedremo in che modo.

Ho scritto in azzurro i pensieri fatti dai protagonisti in prima persona, dato che, in genere, scrivo in corsivo non solo i pensieri ma anche alcune parole rilevanti. Non so se sia utile, ma alla ventordicesima rilettura mi è venuta questa idea.

Sto scrivendo il terzo capitolo e non so ancora dove mi porterà la storia dato che, in genere, i personaggi hanno la tendenza a sfuggirmi di mano. Questo capitolo, ad esempio, nella mia testa, non era così, poi però, i personaggi hanno preso il sopravvento.

Vi chiedo solo di avere un pochino di pazienza, perché difficilmente riuscirò a pubblicare tra sette giorni esatti. Sono nel bel mezzo della sessione d'esami universitari e il tempo scarseggia. Farò il prima possibile!


Grazie a chi ha letto fino a qui.

Grazie a chi deciderà di continuare a leggere.

Grazie a chi mi lascerà un commento, un'opinione, un apprezzamento o una critica.

Grazie a chi mi ha lasciato un commento nel primo capitolo. Non pensavo che ne avrei ricevuti così tanti ed è proprio grazie a quelli che ho deciso di provare a scrivere ancora.

Grazie a tutti!

   
 
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