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Autore: Octavia88    03/03/2006    3 recensioni

Tornata a casa, si distese sul suo letto e si mise a pensare. Ripensava a Sumire, che tuttavia non conosceva affatto. Si voltò su un lato e col viso un po' arrossato ricordava quella ragazza dalle sopracciglia così marchate, gli occhiali che celavano occhi scuri e imperturbabili, le mani paffute, le penne che si metteva in bocca inconsciamente, mentre si sentiva in difficoltà.

[E' una scioccezza che mi andava di scrivere, probabilmente non vi dice nulla ^^'! Commentate se vi va, magari per dirmi cosa non vi piace O_O (immagino tutto n.d.A.) PS: non sono lesbica e la sola idea mi fa anche un po' schifo ^^' quindi non preoccupatevi(ma chi ti caga !! n.d.qualcuno) non è biografico^^']
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di cominciare, vorrei farvi notare che questo è una flashfic perciò non ci saranno seguiti a meno che non venga colpita da chissàquale illuminazione divina... perciò nei commenti non rompete ^^' (scusate la brutalità^^''')
Note:
*Akane significa nuvola scarlatta
*Sumire significa viola :P (il fiore!)
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Akane si sentiva trattata peggio di un'imbecille... Okkey, non era portata per la matematica, però le cose le capiva... Si sentiva trattata come una bambina delle elementari...
Però non si dimostrò irritata ed ebbe pazienza perchè la ragazza che la stava aiutando non poteva sapere che in un liceo scientifico, nonostante il suo bel 4, era inevitabile, infondo, non sapere alcune cose basilari...
Sumire aveva 20 anni e nonostante avesse fatto gli archi associati qualche anno prima, ormai non ricordava quasi nulla e si trovava in difficoltà, cercando di aiutare Akane...
Akane si accorgeva del fatto che, a volte, Sumire dicesse qualche strafalcione ma non diceva nulla per non sembrare irrispettosa o scortese. Ammirava il coraggio con la quale si apprestava a risolvere problemi complicati. "Se non riesce a farli lei questi esercizi, come potrei io ?" E nonostante le difficoltà riscontrate, Sumire sembrava non arrendersi ai calcoli. "Si capisce facilmente- Pensò Akane -che volesse laurearsi in matematica all'università". Per insistere concentrandosi così tanto, evidentemente doveva amare molto quella materia. Akane non se lo spiegava; non che odiasse la matematica, ma trovava inutile lo sforzarsi tanto di risolvere calcoli tanto inutili quanto assurdi.
Siccome Sumire si sforzava per aiutarla, Akane poteva osservare il suo volto concentrato, e le pareva buffo che ogni tanto parlasse al libro come fosse vivo: "Blablabla, questo lo so gia!!!!" Si lamentava. La sua pelle chiara era resa ancora più pallida dai capelli neri molto setosi e lucidi. La invidiava. I suoi erano rossi, o meglio, arancioni molto chiari. Akane odiava il rosso. Fin da bambina quel colore, e il suo stesso nome*, sembravano perseguitarla ovunque andasse, facendo sì che molti la prendessero in giro per il suo colore. Lo odiava. Odiava anche quella pelle delicata e rosata, dal colore insopportabilmente neutro, che aveva. Akane si rimise a pensare a quello che sua madre le aveva detto "Ha provato a frequentare l'università, ma l'ansia prima di ogni esame era troppa"
Decisamente si trovada davanti ad una persona fragile.
E lei ? Akane non sapeva nemmeno cosa volesse fare. Almeno Sumire aveva ben chiaro in testa quello che voleva dalla vita...
"Ecco fatto" La voce della ragazza riportò Akane sulla terra.
Passarono ad un'altro esercizio. Akane si sforzava, però dalla sua testa bacata(chissà a chi si sta riferendo l'autrice ^^''''*fischietta*n.d.MeStessa) non riusciva ad uscire assolutamente nulla. Così dopo vani tentativi fermò la sua mano e lasciò la penna sul quaderno...stava pensando che di li a poco avrebbe dovuto sostenere un compito in classe proprio su queste cose, e già le venne il voltastomaco. "Ce l'hai fatta?" Il volto di Sumire era allegro, era appena riuscita a svolgere un problema, nonostante non fosse fresca di matematica da superiori. Akane la invidiava un po', si sentiva un'imbecille perchè non riusciva a risolvere esercizi così sciocchi. Così quando Sumire le fece quella domanda, si sentì irritata e terribilmente inferiore, a una che aveva fatto il classico poi! Ma cercò di nascondere il suo orgoglio ferito, rispose soltanto 'Ehm... non lo so..credo.." disse qualche parola sconnessa, perciò Sumire, che le stava seduta di fronte, si avvicino a lei e al foglio, fino a che toccò col gomito quello di Akane, che lo ritrasse subito. Sumire stava spiegando un passaggio, ma Akane non stava a sentire... era distratta ad annusare il profumo che la giovane donna emanava, che sapeva di viola* Dopo qualche altro esercizio, Sumire offrì ad Akane un passaggio "Devo andare a fare la spesa, ti porto volentieri, non c'è problema", le aveva detto, quando Akane insistì per andare a piedi. Sumire aprì la porta, ma la richiuse subito. Akane non capì il suo gesto.
"Cavoli, ci mancava solo la pioggia" E così dicendo prese un ombrello molto grande all'ingresso.
Riaperta la porta, aprì l'ombrello e Akane si avvicinò a Sumire per non inzupparsi i vestiti e la cartella. Sumire entrò in macchina e sbuffando spostò il suo sedile "Accidenti! Chi ha guidato prima di me? Di sicuro sarà stato mio fratello..." Akane fantasticò su come doveva essere suo fratello. Forse era pallido e aveva quelle mani poco curate che aveva anche Sumire.
"Dimmi la strada" Akane la guardava concentrarsi sull'asfalto.

Tornata a casa, si distese sul suo letto e si mise a pensare. Ripensava a Sumire, che tuttavia non conosceva affatto. Si voltò su un lato e col viso un po' arrossato ricordava quella ragazza dalle sopracciglia così marchate, gli occhiali che celavano occhi scuri e imperturbabili, le mani paffute, le penne che si metteva in bocca inconsciamente, mentre cercava di svolgere gli esercizi.
Capì di essersi innamorata.
  
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