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Autore: Learna    14/06/2011    4 recensioni
In questa fan fiction Nihal ha i capelli lunghi e la gamba di Sennar è completamente guarita (riesce anche ad usarla).
Ho provato ad immaginare cosa ha provato la nostra amatissima coppia quando si sono ritrovati dopo la distruzione della fortezza di Aster.
Leggete. Spero che non rimarrete delusi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nihal, Sennar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio che ormai è pomeriggio inoltrato, ho quasi ripreso il completo controllo del mio corpo.
Non faccio altro che pensare a Sennar. Come starà? Dove sarà? Cosa starà facendo?
Voglio vederlo. Voglio andare da lui.
Sono iperattiva, non sopporto di stare ferma su quel lettino. Non riesco a rimanere lontana da lui.
Mi alzo.
Quasi cado sotto il peso dell’armatura che indosso.
Mi fermo a toglierla.
Avanzo verso la porta e la apro lentamente.
All’esterno trovo due sodati di guardia; alla mia destra c’è una guardia alta e bruna sui quaranta, alla mia destra un ragazzino poco più alto di me con i capelli biondi e gli occhi azzurro ghiaccio.
Il primo a notare la mia presenza è la guardia alla mia sinistra che mi osserva basito, quasi terrorizzato.
Piano  e balbettando chiama l’altra guardia, che all’inizio gli da dello stupido con le allucinazioni, ma dopo vedendomi, per poco non scappa dalla paura.
Mi faccio avanti e saluto entrambi.
Sembrano leggermente rincuorati.
Mi porgono un saluto degno di un superiore della massima stima e si offrono disponibili per qualsiasi mio bisogno.

- Non mi serve niente a parte che voi non facciate entrare in questa stanza nessuno fino al mio ritorno e che mi indichiate la stanza dove alloggia il Consigliere Sennar.

Mi incammino lungo la strada indicatami.
Tutto intorno a me mi appare nuovo, il sole sempre splendere non più forza, rinvigorito da una nuova luce; le foglie degli alberi che scorgo dalle finestre sono più verdi e sane di come me le ricordassi; in cielo non troneggiano più le opprimenti nuvole nere di qualche giorno prima, ma tutto è azzurro come la pietra dell’acqua collocata nel talismano che ancora adesso porto al collo.
Sento come una strana forza che mi spinge a non togliermelo; come se avessi la consapevolezza che da esso dipendesse la mia vita.
I  miei passi risuonano lungo il lucido corridoio.
Non ho mai conosciuta la calma e la pace che in questo momento mi pervade, neanche nel periodo passato lontano dal campo, insieme alla famiglia del villaggio nel quale sono stata ospitata; a quel tempo ero indecisa, ero combattuta tra la guerra e la vita pacifica di quei luoghi; avevo iniziato a capire che ero stanca della guerra, che desideravo un po’ di pace.
Sento il sole accarezzarmi la pelle; mi torna in mente il periodo in cui stavo sulla terrazza di Salazar a godermi quel tepore, il periodo durante il quale la mia vita non era tormentata da strani incubi, dalla voglia di vendetta e dal sangue.
Il periodo della mia infanzia, durante il quale ho vissuto a Salazar è stato quello che poi avrei soprannominato il periodo della quiete; all’ora potevo ancora divertirmi a giocare con gli altri bambini, mi sentivo potente, importante, ero il loro capo, il capo di un gruppetto di bambini che giocava a fare la guerra senza conoscerne il significato, senza conoscerne la crudezza ed il dolore.
Ho perso delle persone importanti per me a causa della guerra contro il Tiranno.
Il primo tra i primi è stato mio padre, o almeno, quello che consideravo e che considero ancora mio padre.
Livon, fratello di Soana, mi ha cresciuta ed amata come se fossi figlia sua. Mi è stato accanto nei momenti difficili e in quelli in cui mi serviva una mano per crescere.
Davanti agli occhi mi balenò l’immagine della mia città in fiamme.
Mi accorsi di essermi fermata lungo il corridoio. Stavo all’ombra di una colonna.
Non voglio più stare all’ombra, mi ricorda troppo il periodo buio della mia vita (che si è concluso solo qualche giorno fa, o almeno spero). Avanzo di un passo.
Nel momento in cui il mio piede tocca terra, un’altra immagine mi viene davanti agli occhi; è il volto di una ragazzo, sulle sue labbra aleggia un sorrisetto di vittoria; nella mano destra stringe il pugnale che mi era stato regalato da Livon e che io avevo messo in palio come premio per chi mi avesse sconfitta a duello.
Sennar all’inizio non mi era affatto simpatico, forse perché era riuscito a vincermi o forse perché sapevo che aveva qualcosa che a me mancava.
Tuttavia, andando avanti nel tempo e conoscendolo meglio, ho scoperto di aver trovato un grande amico, sul quale poter sempre far affidamento.
Mi ha consolata e protetta, ha sorretto le mie scelte e mi ha curata quando ne ho visto le conseguenze; mi ha sempre sostenuta.
Solo un mese fa, tuttavia, in un attimo di delirio, mi ha rivelato quello che da anni prova per me; lui mi ha sempre amata ed io non me ne sono mai accorta.
Adesso è lui la mia unica ragione di vita, non più la vendetta!
Voglio trascorrere una vita con lui.
Questo è il mio sogno.
 
Sono arrivata davanti alla porta della stanza di Sennar. Sono emozionata.
Chi sa come sta?
Lentamente apro la porta e in punta di piedi, per non farmi sentire oltrepasso l’uscio.
Lo trovo davanti all’armadio, mentre si sta infilando la camicia bianca che mette sotto la tunica.
Mi avvicino lentamente, il suo profumo mi investe e mi attrae ancora di più.
Quando gli arrivo dietro lo abbraccio, stringendolo a me.

- Ma che …..? –

Lo sento divincolarsi.
Riesce a girarsi e finalmente i nostri sguardi si incrociano.
Vedo i suoi occhi riempirsi di felicità e delle lacrime gli sgorgano dagli occhi.
Mi stringe a se il più forte che può.
All’improvviso mi alza da terra e mi inizia a far girare come una bambina.
Quando mi riposa a terra io gli salto al collo e lo bacio.
Una bacio dolce e nostalgico.
Un bacio pieno dei sentimenti provati in quei giorni di lontananza.
Si siede sul letto e mi invita a fare altrettanto.
Mi abbraccia nuovamente.
Quando si allontana vedo il suo sguardo percorrere la mia figura.

- Hai già dato la notizia a Soana?-

- No, non ancora. La prima persona dalla quale sono andata sei stato tu! –

- Ne sono lusingato –

- Piantala-

- Lo sai che Soana non ha mai creduto che tu fossi morta, e neanche io. –

- Vieni con me!-

- Dove? –

- Da Soana e dove se no? –

Lo trascinai fuori dalla camera.
Ero felice e finalmente eravamo insieme! 

   
 
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