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Autore: Remedios la Bella    15/06/2011    1 recensioni
Visto che ci sono troppe Miharu x Yoite, ho pensato di cambiare le cose e di mettere in campo Raimei e Kouichi, che lo meritano profondamente. A due anni dall'ultima volta che lo Shinrabansho si è manifestato, un nuovo pericolo incombe su Nabari, ma stavolta il bersaglio non è Miharu ... E dentro al cuore di Kouichi, nasce qualcosa oltre al desiderio di Morire ... Amore? beh .. basta scoprirlo! Basti sapere che quel sentimento sarà ricambiato in qualche modo da una bionda samurai ..
Basta ho detto troppo! Godetevi la mia storia!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Koichi Aizawa, Raimei Shimizu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che posso dirvi? Buona lettura!

Trappole a passo di danza.
 
Palazzo Hikari, una piccola ma lussuosa villetta collocata sulla sommità di una collinetta nell’isola del lago del Crepuscolo, lago vicino a Fuma. La costruzione era graziosa, in stile barocco, marmorea sotto la luce della falce di luna che quella notte illuminava i visi degli invitati. O almeno la parte dei loro visi che non era nascosta dalle bellissime maschere Veneziane. I due Shinobi, Kouichi e Raimei, stavano fuori, lontano da tutta la gente invitata e agghindata a festa per quella sera.
“ Devo dire che hai ottimi gusti … l’abito è bellissimo.” Disse Raimei a Kouichi. Come le aveva promesso, era stato lui a scegliere l’abito per la giovane: un delizioso abito a gonna larga, celeste e senza spalline, con strass sul corpetto all’altezza del seno, scarpette azzurre a tacco basso. Acconciatura semplicissima, capelli sciolti a boccoli ricadenti sulla spalle esili della ragazza. La maschera era decorata con piume azzurre e blu che ornavano i bordi, a effetto “Coda di pavone”. Davvero bellissima. Kouichi indossava uno smoking nero, cravatta a fronzoli, e una maschera semplice nera con dei brillanti che decoravano i bordi degli occhi e della maschera stessa.
“ Grazie … tu sei bellissima.” Rispose Kouichi facendola arrossire: “ Madame …” E le porse il braccio: “ è il momento di andare.” Lei lo prese elegantemente sottobraccio e i due sconosciuti, che passarono inosservati entrarono dentro il palazzo. Una grande scalinata di marmo conduceva a un enorme sala di ballo, con piastrelle color cremisi. Le alte vetrate dipinte tappezzate di tende purpuree filtravano la luce dei lampioni della piccola terrazza circolare di fuori. Una porta vicino alla cima della scalinata conduceva al resto della villa. Alle pareti della sala da ballo erano appesi ritratti dei predecessori dei Kairoshu: Questo Kouichi e Raimei lo capirono dall’apparizione del ritratto di Toujuuro Hattori, l’ex capo Kairoshu che loro dovettero affrontare due anni prima.
“ Teniamo gli occhi aperti, non si sa mai.” Disse Raimei, e insieme a Kouichi, vennero accolti da un uomo di servizio e condotti nella sala da ballo stracolma di gente. La loro discesa per le scale non passò inosservata, tutti si fermarono ad osservarli tra mormorii e segni d’ammirazione.
“ Sembra che non ci riconoscano!” Sussurrò Raimei.
“ Kotaro aveva ragione allora … ma stiamo attenti lo stesso.” Concluse Kouichi. In poco tempo furono nel mezzo del ballo. Tutte le persone attorno a  loro li guardavano perplessi attraverso le fessure degli occhi nelle loro maschere variopinte. Una piccola orchestra di archi stava in un angolo della sala. E iniziò a pizzicare le corde e a inondare la stanza di musica da valzer. Prima che potessero iniziare le danze, si sentì una voce provenire dalla cima della scalinata. Era Akira Kitamura, che dava inizio alle danze.
“ Benvenuti e buonasera signori!” iniziò a dire: “ Spero vi divertiate e vi ringrazio di essere venuti al mio invito. Si dia inizio alle danze!”
“ Quello dev’essere il capo …” disse Raimei. Kouichi lo guardava perplesso: “ Dovremo stare molto attenti … e intanto prendimi la mano.” Le prese dolcemente la mano, e le cinse la vita con il braccio.
“ Appoggia la tua mano alla mia spalla, e lasciati guidare …” disse rivolto a Raimei rossa in viso. Obbedì, e anche se non sapeva ballare, come aveva prima confessato a Kouichi, non inciampò. I due giovani insieme al resto della gente, danzavano leggiadramente a ritmo del dolce concerto di archi che inondava la stanza. Erano uno vicinissimo all’altro. Raimei si era perso negli occhi scintillanti del suo Kouichi.
“ Non sapevo sapessi ballare così bene.” Gli disse, mentre giravano leggeri nel mezzo della sala.
“ In una delle mie vite ero un danzatore di valzer!” Scherzò il ragazzo. E strinse il braccio attorno alla vita di Raimei: “ Devi starmi vicina. Sei o non sei la mia dama stasera?”
“ Si cavaliere.” Sorrise la giovane. Presto i due giovani si distinsero dalla massa per l’eleganza con cui ballavano quel dolce valzer, ma non furono gli unici ad essere notati dalla folla. Oltre a loro, ballavano altre due figure molto bene: una donna vestita di nero,abito ricco di piume con un'unica spallina, ricoperta di piume nere come la pece. I capelli anche quelli neri, erano raccolti in uno chignon raffinatissimo, da cui ricadevano alcuni ciuffi a boccoli soffici. La maschera era ricoperta di piume nere che sporgevano solo da una parte, l’altra metà della maschera era tempestata di diamanti. Il giovane che l’accompagnava indossava un gilet scuro, camicia bianchissima. A confronto con la sua dama era davvero di una semplicità unica. La maschera bianca copriva metà viso e la parte degli occhi, in modo che si potesse solo notare la bocca affusolata. I capelli, biondi, acconciati a colpi di gel. I due ballavano con così tanta grazia che sembravano perfettamente sincronizzati. Ma a differenza di Kouichi e Raimei, alcuni sguardi da parte degli invitati nascondevano qualcosa di più che semplice ammirazione: Sembrava più felicità cinica. Il ballo durò per un’altra mezz’ora, e poi ci fu una pausa generale, in cui la gente andò al piccolo rinfresco. Il tavolo lungo a lato della stanza era imbandito di tartine, stuzzicadenti, spiedini e tramezzini, robe leggere insomma, a parte portate di aragosta, e frutti di mare. I calici cristallini erano riempiti con ogni tipo di bevanda colorata, da cocktail di gamberi e semplici liquori, per arrivare ad analcolici alla frutta. Kouichi e Raimei presero da bere un succo e uscirono fuori al fresco.
“ Sono esausta! Ho i piedi a pezzi!” protestò Raimei, che si poggiò alla balaustra della terrazza.
“ Sei stata splendida! Dovremo farlo più spesso …” Sorseggiò Kouichi. Lei sorrise e bevve tutto d’un fiato. Aveva la gola arsa. Sarà stato anche un valzer, ma l’aveva a dir poco stancata, e di certo stare con scarpe con il tacco non è una cosa piacevole.
“ Kouichi … hai notato quell’altra coppia? “ Chiese Raimei, riferendosi  ai due che oltre a loro avevano fatto scintille: “ sai, non avevano una faccia nuova …”
“ anche per me li conosciamo, ma non saprei a chi pensare.” Rifletté il ragazzo: “ hai notato come nessuno ci abbia riconosciuto?”
“ Già, le maschere sembrano funzionare in fondo … in fondo è meglio, dopo quello che è successo l’altro giorno!”
“ Ti riferisci alla strage? Niente di che, non penso che entreranno in allarme per così poco!” Disse Kouichi, anche se sapeva che in fondo c’era poco da scherzare.
“ Se lo dici tu …” Borbottò Raimei: “ Senti, mi accompagneresti in bagno? I piedi mi stanno uccidendo!” Disse disperata, rimanendo in equilibrio su un piede solo. Teneva il piede dolorante tra le mani, e cercava di togliersi le scarpe, saltellando scalza per non perdere l’equilibrio. Kouichi annuì e l’aiutò a raggiungere i bagni, accessibili entrando dalla porta che conduceva al resto della casa.
“ Aspettami qui.” Gli disse Raimei, ed entrò dentro al piccolo ma ugualmente lussuoso bagno. Non era sola: dentro c’era la donna di prima, si stava rifacendo il trucco.
“ Sera … ti ho visto ballare, eri molto brava sai?” Attaccò discorso Raimei. La donna si voltò e le sorrise: “ Grazie, anche tu se non sbaglio hai fatto una bella figura, Raimei …”
“ Cosa? E lei come fa a saper il mio nome?” Raimei rimase allarmata, e si mise in posizione d’attacco.
“ Calmati! Sono io!” La donna si tolse la maschera piumata, e scoprì il suo volto. Raimei la riconobbe all’istante e tirò un sospiro di sollievo.
“ Oda …” Ecco chi era la donna misteriosa: “ Stavolta si è superata .. ma come ha fatto a riconoscermi?E soprattutto perché è qui? È rischioso!”
“ Sei inconfondibile cara!” disse lei gentilmente:” E poi doveri dirti la stessa cosa! Io sono qui per semplice caso.”
“ Beh,allora anch’io …” aveva la faccia seria, ma una smorfia di dolore dipinta in volto: “ Senti .. mi aiuteresti?” Alzò la gamba e porse il suo piede dolorante alla signorina, che lì per lì stava per ridere a crepapelle: “ toglimi questa trappola!”
“ ahahahahah! Raimei Sei incorreggibile!” E le tolse la scarpa. Raimei si massaggiò il piede, e la ringraziò.  Yae le lasciò la scarpa per terra, e uscì dal bagno per ritornare in sala. Kouichi la guardò di sottecchi, lei gli fece l’occhiolino, e lui arrossì preso di sorpresa. Poco dopo uscì Raimei.
“ Finalmente! Possiamo andare …” Sussurrò Raimei sollevata. Guardò Kouichi, e si accorse che il giovane guardava sospettoso oltre la sua spalla: “ Ehi, cosa c’è?”
“ SSh, fai finta di niente …” Si voltò verso di lei e le prese il viso. La fece voltare e l’appoggiò al pilastri marmo su cui lui era appoggiato poco prima. Lei non seppe come reagire, e prima che potesse ribattere quell’improvviso gesto, le sue labbra si attaccarono a quelle del ragazzo. Lei chiuse gli occhi lentamente,  e mise le mani sulle spalle del ragazzo. Ma l’obiettivo di Kouichi non stava nel semplice bacio che le aveva dato in quel momento.
Due uomini stavano passando lì vicino, stavano discutendo tra di loro:
“ Pensi che possa essere lei?”
“ Non so ma ho come l’impressione che sia la donna che cercavamo …”
“ Anche gli altri due … secondo me …”
“ Gli altri due che stavano danzando? Quei ragazzini?”
“ Si … da quel che ho visto sembravano loro ..”
“ Stiamo a vedere allora ..” I due uomini stavano passando nel corridoio consecutivo a quello dove si trovavano Kouichi e Raimei, e non si accorsero della loro presenza. Andarono dritti verso la terrazza, probabilmente.
Kouichi era rimasto in ascolto, era stato questo il motivo del suo gesto. Staccò il bacio.
“ Sentito? Sospettano di noi …” disse a Raimei, che era confusa dal bacio: “ E scusa se ti ho baciato senza motivo.”
“ Tranquillo non preoccuparti di quello … io penserei a come fare per i sospetti.” La ragazza era anch’essa rimasta in ascolto: “ Sai chi era la donna in bagno?”
“ Oda.” Disse Kouichi: “ Non ci è voluto molto a capirlo.” Parlavano sottovoce, per non farsi sentire da orecchie indiscrete: “ Dici che è meglio se glielo diciamo?”
“ Penso sia troppo rischioso davanti a tutti. Prendiamola da una parte e diciamoglielo.” Concluse Raimei. Kouichi le accarezzò i capelli, e la rispese sottobraccio. Tornarono in sala, i balli erano in corso.
Cercarono di adocchiare la figura di Oda in mezzo alla gente, ma non riuscivano a individuarla da nessuna parte.
“ C’è troppa gente … non riesco a vederla.” Raimei perlustrava con lo sguardo ma vedeva solo figure danzanti. Kouichi guardò lungo il tavolo del buffet, e notò che un uomo aveva preso un bicchiere di vino rosso e lo stava portando .. proprio a Oda! Sembrava una galanteria, ma il viso dell’uomo era malvagio.
“ Tenga signorina, il vino che ha chiesto.” Lo porse a Oda, che ringraziò. Si allontanò con una smorfia cinica che gli contraeva i duri lineamenti. Kouichi e Raimei riuscirono ad avvicinarsi abbastanza , e Kouichi i un soffio riuscì a sussurrarle : “ Non beva … è drogato.”
Oda voltò lo sguardo , e vide i due dirigersi verso l’esterno. Chiamo il suo cavaliere, che evidente, era il giovane Yukimi.
“ Seguiamoli.” Gli disse e lo tirò al braccio. Lui seguì, e facendosi spazio tra la folla raggiunsero Kouichi e Raimei sotto una delle lanterne appese in terrazza.
“ Credo sospettino della vostra identità Oda.” Disse Kouichi. Yae abbassò lo sguardo: “ Lo so, ma non possiamo fuggire proprio adesso …”
“ Indaghiamo insieme …” aggiunse Yukimi: “ Ma senza far vedere che ci conosciamo.”
“ Per me va bene … voi?” Raimei era d’accordo con il piano. Gli altri due annuirono convinti. Proposero il piano, e convinti della scelta rientrarono in sala. Al ballo bisognava aggiungere un pizzico di salsa. 
   
 
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