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Autore: franciii    15/06/2011    3 recensioni
"Come poteva un ragazzo dagli occhi così belli essere un “paziente con tendenze suicide e incline alla violenza” come diceva il fascicolo?".
Un ragazzo in un manicomio e un agente. Due vite separate costrette ad incrociarsi
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 John tornò a casa bagnato, infreddolito e completamente incazzato.
Marika, la sua ragazza e futura moglie, sapeva come comportarsi in questi casi. Sorridere, dargli sempre ragione e soprattutto ascoltare qualunque cosa lui avrebbe avuto voglia di dirgli.
 
John trovò nel viso dolce e familiare di Marika un rifugio caldo e pronto ad accoglierlo.
Le si avvicinò e la baciò con passione.
La portò in camera da letto e fecero l’amore. Lui era distante, lei era paziente.
 
Lui aveva bisogno di tutta quella carne femminile sotto le mani, aveva bisogno di guardarla negli occhi e di non trovarci due pozzi verdi ad attenderlo. Finalmente dopo baci bollenti e dolci curve, John si scordò di quel ragazzo.
 
Però quando si addormentò, sognò bende bianche e pagine insanguinate.
 
Intanto nell’ospedale di Willows, un ragazzo invece di dormire canticchiava, la sua voce risuonava cupa fra i corridoi della clinica addormentata. Però nessuno udì alcun rumore quando una pagina di un libro venne calata con violenza su di un braccio magro, tingendolo di porpora.
E mentre il sangue colava il ragazzo chiuse gli occhi e si abbandonò ad un sonno senza sogni.
 
I dottori , ancora una volta, lo salvarono e si chiesero chi fosse quell’idiota che gli aveva dato un libro.
 
 

 
 
La sveglia di John suonò come tutte le mattine alle 6.45 e lui come tutte le mattine desiderò di poter dormire un’ora di più. Però si alzò, andò in bagno a lavarsi e radersi, e si vestì per andare in ufficio.
Marika dormiva ancora e lui non se la sentì di svegliarla, così le posò un lieve bacio sulla guancia morbida.
 
Prima di andare dal ragazzo, sarebbe andato in ufficio. Doveva parlare con il capo.
 
Il palazzo dell’ FBI era in centro e lui ci mise mezz’ora per arrivarci. Chiese subito del suo capo e quest’ultimo lo fece accomodare nel suo ufficio.
 
- Allora Smith, di cosa volevi parlarmi?-
 
- Capo..io ho qualche problema con l’incarico che mi è stato affidato…- John maledì la propria voce tremante.
 
- Beh mi sembra una cosa abbastanza facile. No? Devi solo far confessare un criminale! Nulla che tu non abbia già fatto!-. John provò il desiderio di spaccare la faccia al suo capo per fargli capire meglio il concetto.
 
- Ma qua non si tratta di far confessare un criminale! Si tratta di far parlare un ragazzo che da piccolo ha subito chissà quale trauma! Una persona normale non uccide la propria mamma a 10 anni! E poi il padre dov’è? Perché nessuno a chiesto di questo ragazzo?- Capì di essere andato oltre quando vide lo sguardo del suo capo farsi duro e poco comprensibile.- io s-scusi non volevo urlare.-
 
- E allora non farlo. Comunque il passato di quel ragazzo non è un problema tuo! Però se vuoi saperlo suo padre è stato ucciso durante una rapina. Una vittima innocente purtroppo…-
 
- Ma come faccio? Io non sono in grado di seguire questo caso!-
 
- E allora lascialo! Avanti basta che tu dica “non voglio più seguire questo caso” e io lo affiderò a qualcun altro!-
 
Il silenzio di John fu eloquente, e il capo Jeffery sorrise vittorioso.
 
- Ragazzo non farti prendere troppo da quel ragazzo! Solo fai il tuo lavoro e fallo bene! e ora vattene che ho da fare!-
 
John si alzò e senza dire una parola uscì dall’ufficio e andò a sedersi alla propria scrivania, si prese la testa fra le mani e avvertì il forte desiderio di piangere.
Conosceva quel ragazzo da meno di una settimana eppure era riuscito a scuoterlo come nessuno mai aveva fatto. Doveva trovare un modo per farlo parlare…deciso a risolvere il problema chiamò Marika che a quell’ora della mattina era ancora in casa. Rispose dopo il terzo squillo:
 
- John? È successo qualcosa?- rispose lei con voce preoccupata
 
- No tesoro, stai tranquilla….solo mi serve un consiglio ecco…-
 
Marika rise cristallina. John che chiedeva un consiglio a lei? Il mondo si era capovolto.
 
- Un consiglio? John sicuro di stare bene?-
 
John sbuffò spazientito. Non sopportava di essere preso in giro.
 
- Sto benissimo! Se mi lasciassi parlare, forse potrei spiegarti!- sentendo il silenzio dall’altro capo del telefono continuò- ti ricordi che ti ho parlato di quel nuovo caso?-
 
- Il ragazzo del manicomio?-
 
- Esatto lui! Tu sei una donna e queste cose le capisci…quindi…è estremamente imbarazzante…ma come posso fare per farmi entrare nelle sue grazie? Insomma la fiducia, quelle cose lì…-
 
L’imbarazzo di John lo circondava come una bolla d’aria che la nuova risata di Marika ruppe tranquillamente.
 
- Oh John! Come posso darti io un consiglio? Se quel ragazzo fosse una donna ti direi seducilo! Però nel tuo caso non so proprio cosa dirti! Oh caro stasera cosa vuoi per cena?-
 
John mise giù il telefono prima di poterle rispondere. Quella donna era inutile, lui le chiedeva un consiglio e lei che faceva rideva? In quel momento si sentiva molto Thomas Bishop*, solo che lui non provava l’istinto di uccidere.
 
Si alzò dalla sedia della sua scrivania e si avviò all’esterno, pronto per incontrare nuovamente il ragazzo dagli occhi verdi.
 
 

Note:
 
* Personaggio del libro “Io ti troverò”- di Shane Stevens. Bishop considerava tutte le donne demoni e per questo andò in giro per l’America ad ucciderle. Se vi piacciono i thriller leggetevi questo :D
 
Allora questo capitolo è corto e fa schifo. Lo so perdonatemi ma volevo aggiornare prima di partire :D Ebbene si sabato parto e non ci vediamo più per una settimana! Non piangete ç_ç
Ringrazio di cuore  damnedmoon e _____Manu_____ (Tu devi aggiornare! È un ordine u.u) per aver recensito lo scorso capitolo!
A presto e un bacio a tutti ^^
Fra

  
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