Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Minerva    04/03/2006    3 recensioni
Una strana coppia: Andromeda Black, una purosangue e Ted Tonks, un sanguesporco.
Come si sono conosciuti? Come si sono innamorati? Ma soprattutto, perché tutto questo è successo?
6° Capitolo
[...] - Di cosa ti occupi? – chiedo, nella speranza di alleviare la tensione
- Studio, giurisprudenza –
Loquace il ragazzo! Sono abituata alle conversazioni che intrattengo alle feste, una domanda simile esige una risposta molto più elaborata. [...]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda, Black, Sirius, Black, Ted, Tonks
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



La nota AU: Perché l'ho messa? Semplice, per esigenza di trama ho alzato l'eta di Sirius di due anni rispetto a quella che specificata dalla Rowling [invece di essere del 1960, è del 1958].
Questo mi ha permesso di abbassare il divario di età con la cugina Andromeda [1954] di soli quattro anni, invece di sei.
Per evitare recriminazioni di ogni sorta ho preferito inserirlo.
Per il resto
cercerò di restare in canon, però si sa veramente poco dell'argomento... quindi sono costretta ad inventare un bel po' di cose.



Avvertenza:

Questa storia è nata come una one-shot.
Perchè, allora, ha un secondo capitolo?
Semplice, ho voluto provare a scrivere una Ted/Andromeda. Ed ho deciso di riutilizzare questa one-shot, che si adatta perfettamente allo scopo.
Vorrei ringraziare Scarlet Angel per:
A) Il betaggio
B) I consigli
C) Le informazioni che mi ha dato, senza le quali avrei scritto una sciochezza dietro l'altra, credendo anche di essere nel giusto.
Vi auguro quindi una buona lettura.



Disclaimer: Tutti i personaggi citati appartengono alla scrittrice J.K. Rowling, nessun copyright vuole essere violato. Scrivo per puro piacere e non per lucro.



Voglio Fuggire...

§§§

Sono stanca.
Sono stanca ed annoiata.
Per la precisione sono stanca, annoiata ed assonnata.
Eccomi all'ennesimo ballo dove non mi è concesso altro che sorridere cordialmente, inchinarmi e conversare sul tempo.
- Signora Grundy, sono felice di rivederla - inchino di circostanza, sorriso smagliante. La vecchiaccia assomiglia ad una grossa pianta grassa. Si muove barcollando sulle corte gambette, mentre il mastodontico seno e il ventre gonfio oscillano pericolosamente.
- Cara Andromeda, come stai? - anche lei ha stampato in faccia un sorriso affabile, ma io lo so che cosa sta pensando: Andromeda Black non vale un decimo delle sue sorelle. Lo so. Lo pensano tutti. La conversazione scivola senza intoppi, i soliti discorsi triti e ritriti. Scuola, balli e matrimoni.
Matrimoni, esattamente.
Ho diciassette anni ed è già ora che io mi sposi con un nobile purosangue, sforni un sacco di marmocchi che a loro volta verranno fatti sposare con degli altri purosangue. Poco importa che siano cugini o parenti, il sangue puro ed incontaminato deve restare all'interno delle nostre famiglie.
Sono nervosa.
Sono nervosa ed agitata.
Per la precisione sono nervosa, agitata e alterata.
Mia sorella Bellatrix si è appena avvicinata a me sibilandomi di tenere la schiena diritta. Che sorella premurosa che ho! Come vorrei poterle rispondere che il mal di testa mi sta annientando, che le adorabili scarpette rosse mi stanno facendo sanguinare i piedi e che il busto dell'elegante abito purpureo mi sta togliendo il respiro. So cosa mi risponderebbe Andromeda, queste sono questioni che una vera signora può ignorare senza alcun problema. Mi risponde sempre così. Vuole sottolineare che lei è una vera signora, ciò che io non sono e probabilmente non sarò mai.
Bellatrix ed io siamo come il giorno e la notte, ciò si percepisce anche solo esteriormente.
Bellatrix è la notte, silenziosa e pericolosa. La chioma, inchiostro tenebroso, le scivola sulle spalle come fosse seta. Un manto notturno senza stelle. L'oscurità perpetua è riflessa anche nei suoi occhi. Due abissi imperscrutabili che spesso mi hanno raggelata e spaventata. Quando si altera diventano due caverne brucianti, la follia alimenta la rabbia, e la rabbia alimenta la follia.
Tutti in famiglia siamo consapevoli di quale sia la sua malattia, pazzia.
La mamma ci raccomandava sempre di non farla arrabbiare, e quello è stato l'unico consiglio che ho seguito. Mia sorella è malvagia, soprattutto con me, poiché secondo lei io sono una bimbetta senza spina dorsale.
Da piccola avevo un canarino. Gli avevo affibbiato un nome sciocco: Cippy. Passavo ore ad osservare quel piccolo esserino zampettante, simpatico ed allegro. Un piccolo sole giallo che illuminava le mie giornate grigie e tristi. Cosa può mai fare una bambina di sette anni in una casa costruita dagli adulti per gli adulti?
- No Andromeda, non toccare quel vaso -
- No Andromeda, non giocare in casa -
- No Andromeda, non si corre per i corridoi -
- No Andromeda, non puoi giocare il giardino, sporcherai il vestito nuovo -
- No Andromeda... -

Queste erano solo una minima parte delle raccomandazioni che ricevevo ogni giorno. Bellatrix non ne riceveva mai, lei era una perfetta bambina, composta ed educata. I nostri genitori la consideravano una piccola perla rara. Elogiata e sistemata su di un piedistallo come monito ed esempio. Bellatrix: una bambina che, in realtà, bambina non lo era mai stata. Adulta e arrivista. Sapeva che cosa voleva, sapeva come ottenerlo, sapeva essere malvagia per raggiungere i suoi scopi. Il ricordo di Cippy invade i miei pensieri
- Dai Cippy, canta! - mormorava una bambina dai capelli color del miele. Un ditino infilato fra le minuscole sbarre della bella gabbia argentata. Il soave canto del canarino si propagò per la stanza. Incantata la piccola Andromeda muoveva la testa al ritmo del cinguettio
- Fallo smettere - ordinò una voce che la piccola ben conosceva
- Bellatrix, per favore, è così dolce - un ghigno si dipinse sul volto della bambina più grande mentre avanzava sibilando
- Andromeda, perché vuoi disobbedirmi? - fissava con odio il canarino giallo. Gli occhi della sorellina si riempirono di lacrime, adesso Bellatrix avrebbe fatto qualcosa di cattivo. Lo sapeva. Succedeva sempre così.
Una furia nera si avvicinò alla gabbia. Il sole contro la notte, aveva pensato Andromeda, solo che quel sole era troppo piccolo perché potesse illuminare l'oscurità che aleggiava attorno alla sorella maggiore. Con un brusco movimento la porticina della gabbia si spalancò ed una mano candida provò ad afferrare il canarino. Le lacrime scorrevano sulle guance di Andromeda, gli occhi arrossati ed un unico pensiero che martellava nella testa "Scappa Cippy, scappa". Immobilizzata da anni di simili dispetti non poté far altro che fissare inerme la scena, se avesse urlato o avesse provato a fermare la sorella sarebbe stata punita.
La mano candida venne graffiata dalle piccole zampette dell'uccellino, nonostante questo riuscì ad intrappolarlo in una salda stretta. Gli acuti cinguettii andavano smorzandosi.
- Andromeda, questo sporco uccellaccio ha osato graffiarmi - ghignò gioiosa, stringendo la presa - sai cosa succede a chi tenta di farmi del male vero? - mormorò dolcemente, mentre il povero Cippy veniva soffocato dalla stretta. Andromeda annuì, grosse lacrime cadevano sul costoso tappeto persiano, mentre la follia di Bellatrix trovava il suo compimento. Aprì la finestra e lasciò cadere l'uccellino privo di vita - Muore - concluse venefica. Uscì dalla stanza, lasciando la sorella a piangere silenziosamente.

Ricordo a stento la reazione dei miei genitori quando raccontai la sorte del povero Cippy. Allarmati avevano parlato con Bellatrix, che chiaramente aveva negato tutto. Mia madre era ansiosa di chiudere l'inquietante faccenda e dichiarò che mi ero sbagliata, mi fece promettere che non avrei raccontato a nessuno ciò che era successo e mi fece giurare di non far arrabbiare mia sorella. Su questo non c'era alcun dubbio, ma capii anche quale fosse la mentalità della mia famiglia: I panni sporchi si lavano in casa. Sempre. L'evidente contraddizione presente nel discorso della mamma iniziò a farmi riflettere. Bellatrix passò le vacanze estive a casa della zia, la quale provvide a raddrizzarle in carattere, o almeno questo è quello che sostennero i miei genitori. Ancora oggi ho dei seri dubbi in proposito. Io ho sempre avuto paura della zia, era, ed è tuttora una vecchia arcigna. Quando andavamo a trovarla era una tortura. Odiavo dovermi agghindare a festa solo per poi starmene seduta immobile ad aspettare che i grandi avessero finito di parlare. La zia è anche la mamma di Regulus e Sirius, il mio cuginetto preferito. Anche loro partecipano a questa festa. Sirius è annoiato tanto quanto me e sta conversando con Narcissa. L'altra mia sorella.
Ho sempre pensato che Narcissa fosse una specie di fantasma. Da piccola non piangeva mai, ne ha mai strillato o fatto i capricci. Restava sempre in disparte, coccolando una vecchia bambola di stoffa. L'unico suo divertimento era giocare alle "signore grandi" con me. Si sistemava composta al tavolino di legno e mi offriva del tè in una vecchia tazza sbeccata. Poi parlava del tempo con termini forbiti. Sentire una bambina di quattro anni dire
- Non trova che sia una splendida giornata signora Black - con un tono affettato e fingendo di bere elegantemente dalla piccola tazzina scolorita mi faceva sorridere. Ripensandoci mi provoca dei brividi lungo la schiena, Narcissa a quattro anni era più adulta di me, anche lei non ha vissuto appieno la sua infanzia. Un'altra perla rara dei Black... io, Andromeda, mi limito a fare la parte della sorella incapace. Come questa sera.
Narcissa e Bellatrix splendono ognuna del contrasto con l'altra, Bellatrix fasciata in un abito di seta bianco, Narcissa in uno nero. Una è il negativo dell'altra. Entrambe algide e sicure di se, sorridenti ed educate. Vengono definite delle signorine rispettabili. Io vengo definita un "maschio mancato" sono troppo irruente e poco affettata per poter rientrare a pieno nel titolo di "signorina". Per questo motivo resto a fare da tappezzeria, addossata al muro, pregando che a nessuno salti in mente di chiedermi un ballo.
Narcissa mi passa accanto sorridendo
- Andromeda, non appoggiarti al muro, non è un comportamento da signorina - sibila dolcemente, continuando a sorridere verso la sala. L'umiliazione di essere ripresa dalla sorellina minore mi brucia molto, nonostante ciò sorrido a mia volta, la ringrazio dicendole
- Grazie Narcissa, senza di te non potrei vivere - e mi allontano elegantemente verso Sirius
- Cugino adorato, uccidimi - lo saluto con falsa allegria
- Non puoi chiedermi questo cara cugina, altrimenti mi tocca restare da solo qui - la solita battuta alla quale ridacchiamo sempre. Siamo la consolazione uno dell'altra in queste feste mondane
Sono rilassata
Sono rilassata ed allegra
Per la precisione sono rilassata allegra e felice
Sirius sa come tirarmi su il morale, parliamo di argomenti poco rispettabili utilizzando un tono di voce ed un'espressione fra le più serie di cui disponiamo. Tutti intorno ci osservano sorridendo, di certo pensano che la nostra conversazione versi su: scuola, balli e matrimoni. Chi mai immaginerebbe che stiamo progettando una fuga in grande stile
- Andromeda, che ne diresti se scappassimo da questa noiosissima festa piena di schifosi razzisti inaciditi dal tempo? - mi domanda mio cugino, bevendo brevi sorsi di punch. Saluta con un cenno della testa un ragazzo. Non mi fissa, poiché non è consono alla situazione
- Sirius non stavo aspettando altro - rispondo in tono cortese e quasi annoiato. Fisso insistentemente il mio ventaglio, se guardassi Sirius troppo spesso sarei tacciata come sfacciata
Benvenuti alla mascherata dei purosangue. In questo mondo l'apparenza è tutto. Sappiamo benissimo che sotto questa patina di perfetta rispettabilità si agitano torbide situazioni scabrose. Tradimenti, figli abbandonati e morti sospette costellano la nostra superba società come una macabra cornice. L'omertà è una legge, il silenzio è il nostro modo di parlare. Un mondo fatto di contraddizioni evidenti e nascoste
- Cugino, potresti accompagnarmi nel parco? Sento il bisogno di aria fresca - chiedo a voce abbastanza alta perché la signora Grundy ci senta. Lei ci sorride benevola, non c'è nulla di sconveniente nella mia richiesta, ad una giovane ragazza è concesso avere caldo.
- Sarà un piacere accompagnarti, cugina - mi risponde lui, tendendomi il braccio. Il sorriso della signora Grundy si amplia, la risposta educata di Sirius l'ha colpita molto. Vedere il ribelle dei Black comportarsi così galantemente fa molto piacere agli abitanti di questa strana società.
Iniziamo a spostarci per la sala lentamente, la fretta non deve trasparire. Mai. La pacatezza è la norma e la regola.
- Sirius, Andromeda, dove state andando? - il nonno ci ferma, sa che noi due non abbiamo buone intenzioni. Il cuore mi balza in gola, siamo stati scoperti. Dovremo restare in questa sala. Dovrò vedere mia sorella Bellatrix civettare con Rodolphus Lestrange e Narcissa che invece cerca di attirare l'attenzione di Malfoy... Merlino ti prego no! Tutto ma non questo!
- Nonno, vostra nipote Andromeda non si sente molto bene. Sente il bisogno di aria fresca. Stavo accompagnandola nel parco, come si conviene fare, così che non venga importunata da nessuno - spiega Sirius con sussiego. Gli amici del nonno ci sorridono, non si sono insospettiti ed il mio rossore sembra solo comprovare questa bugia.
- Andromeda? - domanda lui burbero.
- Certo nonno, vostro nipote è stato così gentile da accogliere la mia richiesta - continuo, facendomi aria con il ventaglio.
- Buona passeggiata allora - ci augura Abraxas Malfoy, tornando a rivolgersi al nonno. Con tranquillità ci allontaniamo dalla festa, finalmente raggiungiamo il parco.
Sono euforica.
Sono euforica ed esaltata.
Per la precisione sono euforica, esaltata e spensierata.
Superiamo una grande siepe che ci nasconde alla vista di tutti, un ghigno si dipinge sul nostro volto mentre ci allontaniamo velocemente da questo luogo grondante di ipocrisia e falsità.
Ci dirigiamo verso il mondo babbano, dove nessuno ci conosce come gli eredi della casata Black. Dove siamo semplicemente due adolescenti senza regole ed obblighi. Saremo puniti, saremo castigati, riceveremo la solita ramanzina sulla rispettabilità, sugli obblighi sociali a cui siamo aggiogati, la vita mondana...
Non ci voglio pensare. Non questa sera. Non quando posso stare in compagnia di Sirius e divertirmi. Questa sera siamo fuggiti. Domani ne pagheremo le conseguenze, ma questa notte è solo per noi!
Per dimenticare il nostro mondo malato e distorto.
Questa notte è nostra. Il domani non sarà nostro... ma è il domani, non ora... domani...


§§§



Ora alcune informazioni puramente tecniche.
La storia non è finita, la sto ancora scrivendo. Questo implica che potrebbe subire lunghe pause di riflessione. Lo dico qui, avvisando i lettori.
Sappiate che ci tengo, a questa storia, e cercherò di terminarla, ma non so in che tempi. Spero non geologici ^^!
Detto questo vi lascio al secondo capitolo:
"Passeggiate notturne al parco"
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Minerva