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Autore: Renesmee_CuLLen    16/06/2011    15 recensioni
Non sarà mai come se Edward non fosse mai esistito. Senza saperlo, ha infranto la sua promessa, lasciando a Bella ciò che di più incredibile potesse donarle: due figli.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Continuiamo a guardarci, senza che nessuno dei due distolga lo sguardo

 

Saaaalve!

Sapete, sono un po’ triste.

È l’epilogo..

Va non anticipo niente, buona lettura!

 

 

Epilogo

 

 

.Renesmee.

 

Continuiamo a guardarci, senza che nessuno dei due distolga lo sguardo.

Ad un certo punto sposta lo sguardo verso sinistra e comincia a fissare qualcosa.

Io, senza pensarci, volgo lo sguardo e tento di capire cosa stia guardando.

-“Quello è l’esatto luogo dove ho abbandonato tua madre.”

-“Questo non è un punto a tuo favore.”

Lui si volge di nuovo verso di me, e sorride malinconico.

-“Sono stato un mostro, Renesmee, ma ti prego lascia..

-“No, non ti lascio spiegare niente.” Le parole cominciano ad uscirmi, senza che io possa fare niente per fermarle. “L’hai abbandonata! Non c’è niente da spiegare! Era lì, inerme, stesa a terra e tu, tu te ne sei andato! A prescindere dalla ragione per cui l’hai fatto, è stato un gesto orribile.

Come hai fatto? Dimmelo, ti prego, perché io non riesco a capire!

Sto agendo, sto dicendo delle cose senza pensarle, senza rendermi conto di cosa sto facendo.

Le gambe partono da sole, nella direzione opposta alla sua. Cammino velocemente.

-“Dove stai andando??” Mi chiede, inseguendomi.

-“Chiedi scusa ai Cullen, non era mia intenzione apparire gentile per poi andarmene. Con Bella ed EJ ci parlerò io.”

Perché sto scappando?

-“Ti prego, Renesmee, non andartene, io voglio almeno provare a risistemare le cose.”

-“Ma risistemare cos..” Non riesco a finire.

-“Non ti sto chiedendo di dimenticare, ti sto chiedendo di provare a conoscermi.

Me la farai pagare quanto vuoi, ma ti prego, prova a conoscermi. Giusto per dire ‘Ci ho provato’.

Ti prego. Tuo fratello e tua madre hanno accettato.

Dammi la possibilità di riunire la nostra famiglia.

Il suo sguardo è un mix tra implorazione e ira.

Continuo a camminare, non riesco a trovare il coraggio di voltarmi ed affrontarlo.

 

Non riesco a trovare il coraggio??

Ma dov’è finita la vera me?

Dov’è finita la mia grinta? E la mia antipatia?

E, soprattutto, la capacità di rispondere a qualsiasi affronto?

Quest’uomo mi rende vulnerabile.

Edward Cullen mi rende debole.

-“Renesmee!” Mi prende il braccio così da farmi voltare.

Ma solo quando alzo il viso per guardarlo, mi rendo conto che sto piangendo.

No, non è possibile, le mie lacrime se ne sono andate da anni ormai.

-“Fammi essere ciò che sono: tuo padre.”

-“Io non ho un padre!” Mi libero dalla sua presa. “Non ce l’ho mai avuto, ok? Non ce l’ho avuto al ballo di fine anno, non ce l’ho avuto alla mia prima esibizione col pianoforte, non ce l’ho avuto al mio primo spettacolo di danza classica, non ce l’ho avuto al mio diploma e in tanti altri eventi.

Tu per me sei un estraneo! Tu per me non sei nessuno!” E cado.

Cado a terra, in ginocchio, preda dei singhiozzi e degli spasmi che mi scuotono il corpo.

Poggio i palmi delle mani a terra e, con il viso rivolto verso il basso, piango, come non facevo da anni. Come non avrei più desiderato fare.

Lui si inginocchia davanti a me.

-“Vattene, ti prego. Rendi mia madre e mio fratello felici, io non posso farlo, nemmeno volendolo.

Le lacrime scendono ancora più copiose lungo le mie guancie.

-“Ho già lasciato tua madre sola in circostanze terribili. Non farò lo stesso errore due volte.”

-“Tu mi rendi debole! Io non sono così!” Mi alzo, furiosa, rischiando di inciampare all’indietro.

-“Rischio anche di inciampare! Ma chi sono io? Tu mi rendi vulnerabile! Tu mi rendi fragile! Io non sono così! Io sono forte! Io non piango mai! Io, io non singhiozzo! Io non mi faccio vedere così da nessuno! Nessuno! Nessuno..” E finisco per singhiozzare di nuovo, come una stupida.

-“Sono una stupida! Una stupida! Ho impiegato anni per trattenere tutto dentro, e ora esplodo, piangendo, davanti a te, che sei l’ultima persona che deve vedermi piangere!

-“So di non poter sapere cosa provi, ma io..” Cerca di parlare.

-“NO! No! Nessuno può sapere cosa provo! Solo una ragazza che è stata abbandonata da suo padre può saperlo! No! Anzi nemmeno lei! Solo una mezza-vampira abbandonata a stessa può saperlo!

Sto nel mezzo, cazzo, nel mezzo! Non ho una natura, lo capisci? SonoRenesmee, la ibrida’.

Sono un’ ibrida, cazzo! Non ho una natura! Non ce l’ho! Io non sono nessuno!

Io non merito di vivere! Sono un’egoista che pensa solo a stessa! Solo a stessa!

Ho ignorato mia madre e mio fratello, non rendendomi conto cosa potesse far star bene loro, pensando solo a ciò che rendeva felice me!

Ma chi sono io?

Non sono nessuno!

NESSUNO!”

Mi ritrovo a parlare più a me stessa, che a lui.

Perché ciò che sto dicendo, anche se non ha un nesso logico, e può sembrare privo di senso, per me ce l’ha. Per me, ciò che sto dicendo è la verità.

-“Sono io il mostro, non tu! Tu la rendi felice, LI rendi felici! Io porterei solo altra infelicità!”

-“No, Renesmee! Tu sei la creatura più dolce e fragile che io abbia mai visto. All’apparenza appari dura, antipatica e scontrosa. Ma in realtà sei una ragazza estremamente fragile.

 Tu non sei un mostro. È grazie a te se tua madre questi anni è stata felice, grazie a te e ad EJ.”

-“Ma lei non era felice! Non lo è mai stata!”

Sto per sganciare la bomba. Me lo sento.

-“Non ti odio solo perché l’hai abbandonata! Non ti odio solo perché l’hai lasciata sola! Ma ti odio perché solo tu potevi renderci felici, e tu non c’eri!

Solo tu potevi e puoi rendermi felice! Ma io non voglio!

Non voglio!

Il mio orgoglio non me lo permette! Io non voglio perdonarti!

Sono io che ho sofferto!

Sono io che ti desideravo e che ti desidero come padre!

Non l’avevo mai pensata così, le parole sono venute fuori così.

Ma è la verità.

-“Supera il tuo orgoglio, Renesmee, guarda oltre.”

Ci provo, non lo nego, ci sto provando.

Poi, una constatazione, un’illuminazione.

È questo il mio mondo.

È qua dove sono cresciuta, è qua dove sono stata concepita.

Lo guardo negli occhi, e in lui trovo l’uomo, l’unico uomo che possa rendermi felice.

Non smetto di singhiozzare, non ci riesco.

-“Che io lo voglia o no, tu sei l’unico uomo che può rendermi felice.” Sussurro, rivolgendomi a me stessa. Ma subito me ne pento, potrebbe avermi sentito.

Come volevasi dimostrare, lui sorride. Cazzo.

È bellissimo, quando sorride.

Sorrido anch’io.

Più che altro, la mia, è una risata isterica.

Ha stregato anche me, cazzo!

Lui non sa cosa fare, e nemmeno io.

-“Perché l’hai abbandonata?” Gli chiedo, cautamente.

-“Avevo paura per la sua incolumità. Ho sempre amato, e amerò sempre, tua madre in una maniera incondizionata e incontrollabile. Potevo ucciderla con un abbraccio, con una carezza, o semplicemente con un bacio. L’amavo immensamente, ma la mia natura prevaleva, e in più lei era la mia cantante. Come potevo resisterle?

L’unico modo per farla vivere e per renderla felice era lasciarla, lasciarla alla sua naturale vita umana, magari con un uomo che l’amava, ma non come l’amavo io.

Perché io amo tua madre, come nessun uomo ha mai amato una donna.

E ora amo anche voi, tu ed EJ. Siete il dono d’amore più grande che potesse farmi.

Per me è stato un grande gesto d’amore, che mi ha aperto gli occhi.

Anche vostra madre mi ama.

Ed è stata la constatazione più bella che abbia fatto in più di 100 anni che vivo.

E sapere che EJ mi abbia perdonato, abbracciarlo e sentirlo piangere sulla mia spalla, mi ha dato un senso di pace unico. Anche di tristezza, perché non ci sono mai stato per lui.

Ma se avessi saputo in che stato fosse tua madre quando l’ho lasciata, avrei fatto dietro-front immediatamente. Speravo che una volta che io fossi sparito, lei si sarebbe dimenticata di me, e che avrebbe continuato la sua vita umana, anche perché non pensavo che lei mi amasse nemmeno lontanamente a quanto l’amassi io.

Vuoi sapere perché abbiamo fatto l’amore, prima che l’abbandonassi?

.. quello è stato l’atto più egoista che potessi fare.

Ma la desideravo, Renesmee, e anche lei desiderava me.

È stata una cosa di cui non ho potuto fare a meno.

So che è una cosa orribile, è stato l’atto più vile che potessi fare, se potessi tornare indietro molto probabilmente non lo rifarei.

Però è successo, e ora siete qui, sei qui.

E io voglio adempiere al mio compito, a quello di padre.

Ti prego, lasciamelo fare.”

Non ha mai smesso di fissare i miei occhi per tutto il tempo del suo discorso.

Ama mia madre, si vede dalla luce che gli compare negli occhi quando parla di lei.

Cosa posso fare? Non posso far finta di niente.

Pensa a tua madre, agisci pensando a tua madre.

Lo guardo bene, e gli sorrido.

-“Con me sarà molto più difficile che con EJ.” Non lo perdonerò molto facilmente.

-“Non vedo l’ora di provarci.” Mi sorride.

-“Andiamo dagli altri, ci staranno aspettando.” Mi dice.

Annuisco e lo seguo nel bel mezzo del bosco.

 

 

 

.EJ.

 

-“Pensi che lo perdonerà?” Mi chiede Alice.

Io mi volgo verso di lei, sono più alto quindi guardo verso il basso.

-“Non lo so, credo ci vorrà del tempo zia Alice.” E ritorno a guardare davanti a me.

Lei lancia un urletto, mi volgo di nuovo verso di lei e la vedo illuminarsi, mostrandomi un sorriso a 40 denti. Cosa le prende?

La guardo interrogativo, ma lei non risponde.

Credo che stia aspettando che ci arrivi da solo. Cosa ho detto di male?

Credo che ci vorrà del tempo.. zia Alice.

Oh, ora capisco.

Le sorrido e lei mi abbraccia con trasporto.

Mia madre ci guarda, emozionati. Le sorrido, e lei mi rimanda il sorriso.

Siamo davanti alla villa, quando sento una strana puzza.

Ma cos’è?

Vedo la mia famiglia, ancora non mi sembra vero, voltarsi verso un determinato punto.

Mi giro anch’io e mi trovo davanti cinque ragazzi, veramente muscolosi.

Dal colore della loro pelle posso dire che fanno parte di qualche tribù nativa indiana.

Uno di loro fissa mia madre e comincia a parlare.

-“Bella.” Le dice, semplicemente.

-“Jacob.” Le risponde mia madre.

Jacob. Mi dice qualcosa. Giusto! Il licantropo che l’ha abbandonata nel momento del bisogno.

-“E così.. questo è tuo figlio?” E mi guarda. Io alzo un sopracciglio.

-“Sì.” Gli dice mia madre.

-“Non posso credere che tu abbia due figli, e per giunta due mezzi-sanguisughe!”

Sto per ribattere, ma qualcuno lo fa prima di me.

 

-“Scusa, a chi hai dato del “mezzo-sanguisuga”?

 

 

.Renesmee.

 

Siamo quasi arrivati alla villa, io sono poco dietro Edward.

Non ci credo, ce l’ho davanti, e non l’ho ancora ucciso.

Cioè, ucciso, in senso figurato. Lui è già morto!

Questo discorso mentale ha del macabro.

Nel bel mentre del mio monologo interiore vado a sbattere contro qualcosa.

Per poi rendermi conto che quel qualcosa, è la schiena di Edward.

Oddio. Mio.

-“Ehi, avverti quando ti fermi.” Lui non mi risponde, guarda un punto davanti a lui.

Ci sono i Cullen e cinque, come dire, colossi davanti a loro, che ci danno le spalle.

-“Chi sono?” Chiedo a Edward.

-“Licantropi.” Credo che quello che stia parlando sia Jacob, quello che ha scaricato mia madre.

-“Non posso credere che tu abbia due figli, e di per giunta due mezzi-sanguisughe!”

 

Cosa?!

 

-“Scusa, a chi hai dato del “mezzo-sanguisuga”?

Non riesco a trattenere la mia sfacciataggine.

Tutti si voltano e mi trovo cinque licantropi davanti che mi fissano.

Io sto fissando quello centrale, quel Jacob.

Lui mi guarda, come dire, estasiato. Sta quasi per sbavare.

Agito una mano davanti a me.

-“Che c’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?” Gli dico, antipatica.

Lui scrolla la testa e mi guarda.

-“No, è solo che..” Questo non sta bene.

-“Quindi?” Gli chiedo, alzando un sopracciglio.

Lui non mi risponde, continua a guardarmi incantato.

Da dietro di me sento un ringhio, e mi ritrovo Edward accanto che guarda con uno sguardo inclassificabile questo Jacob. Io non ci capisco niente.

-“Jacob, credo che sia meglio se tu te ne vada.” Gli dice.

-“Edward, è una cosa che non si può controllare.”

-“Vattene.” Gli dice, tranquillamente, mio padre.

Aspetta.

 

Ok, Renesmee, l’hai pensato tranquilla, non ti ha sentito nessuno.

Hai la mente chiusa, EJ non può averti sentito.

 

Sì ma è il fatto che l’abbia pensato che mi preoccupa!

L’ho pensato, cazzo, l’ho pensato di mia spontanea volontà.

Porca vacca, m’ha fregato.

Mi volgo verso di lui e lo osservo.

È mio padre, devo accettarlo. Tanto ormai l’ho già fatto.

I licantropi se ne vanno. Quello là non fa altro che fissarmi, finchè non sparisce nel bosco.

-“Edward? Cos’è successo?” Gli chiede Bella, spaventata.

-“Niente, non mi vanno a genio i licantropi.” Gli dice.

Mia madre gli sorride.

-“Rientriamo in casa, ragazzi? Così vi faccio uno spuntino.” Dice nonna Esme.

Oooohh! Ok, basta!

Ci sto prendendo troppo la mano.

Tutti si avviano, per ultimi rimaniamo io e.. mio padre.

L’ho già perdonato, ma non voglio rendermene conto.

Mi ha stregato, con i suoi modi, con la sua dolcezza, con i suoi occhi.

Ora capisco il luccichio che compariva negli occhi di mia madre quando ci raccontava di lui.

È dolce, è perfetto, è l’uomo che tutte le donne desidererebbero di avere accanto.

E chi sono, io per rifiutarlo?

Lo ripeto, nessuno.

Ormai che l’ho visto, che ci ho parlato, non riuscirò a fare a meno di lui.

Ha vinto, e io ho perso.

Mi fermo un attimo, lui avanza di un passo.

Prendo un respiro, e lo chiamo.

-“Papà.” Sussurro. Un sussurro che lui sente benissimo.

Lui si volge, di scatto, verso di me, con uno sguardo incredulo.

Mi guarda. Mi scappa una risata, e insieme a quella delle lacrime di commozione.

-“Riesco a guardare oltre l’orgoglio.”

Gli dico, piangendo e portando le mani davanti alla bocca.

Lui sorride, felice, e si avvicina a me.

Gli getto le braccia al collo e lui mi abbraccia con trasporto, quasi mi stritola.

Singhiozzo di felicità, con spienseratezza, tra le braccia, volente o nolente, dell’uomo che, si spera, mi ami per tutto il resto della mia eternità.

Sento tutti gli occhi della mia famiglia puntati addosso, e non posso fare a meno di esserne felice.

Ora ho una famiglia.

La mia famiglia al completo.

Sono riuscita a sconfiggere il mio più grande nemico, l’orgoglio.

Non riesco ancora a crederci.

 

 

Però devo dire una cosa.

Credo che io sia l’imprinting di quel Jacob.

 

 

Ma questa.. è un’altra storia!

 

 

Ed ecco, l’epilogo.

Allora? Che voto dareste a questa storia da 1 a 10?

Vi è piaciuta? Vi ha emozionato?

Ma domanda più importante..

VOLETE IL SEGUITO?

Fatemi sapere le vostre sensazioni nel leggere la mia storia, non può far altro che farmi piacere!

 

E ora.. i ringraziamenti.

Ringrazio le 9 persone che hanno messo la mia storia tra le ricordate

Ringrazio le 26 persone che l’hanno messa tra le preferite.

Ringrazio le 100 persone che l’hanno seguita.

E un ringraziamento speciale a tutte le lettrici che hanno contribuito a far avere, alla mia storia, 70 recensioni, finora.

Grazie mille a tutti voi! Grazie grazie grazie!

 

E ora rispondo alle recensioni:

 

giova71: ti è piaciuto lo scontro? E la riappacificazione? Fammi sapere, eh!

 

Giulls: meglio tardi che mai, carissima! Sono contenta che ti piaccia renesmee in questi panni.. fammi sapere se la storia ti è piaciuta!

 

Silvia16595: sono contenta che ti sia piaciuta la mia idea! fammi sapere il tuo parere per questo epilogo!

 

Elly4ever:  ci credi che la tua recensione mi ha rallegrato la giornata? Quando l’ho letta ho fatto un sorrisone a 5765756 denti. Grazie, grazie veramente. Sono contenta se seguirai anche le mie prossime storie (di cui una, credo, sarà il seguito di questa). Grazie, non smetterò mai di dirtelo.

 

Emma92: sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto.

Questo, invece, era come te l’aspettavi! fammi sapere!

 

Butterfly_dream: anche a me dispiace che sia finita! L fammi sapere se l’epilogo ti è piaciuto!

 

Mi raccomando, recensite in molti e fatemi sapere se volete un bel seguito di questa storia!

 

A presto, spero, care lettrici!

 

 

Renesmee_Cullen

  
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