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Autore: Diagonalist    05/03/2006    4 recensioni
Sto ri-postando i capitoli, con l'aiuto di una beta.Spero che vi siano graditi. Snape scopre,accidentalmente,il lato Slytherin di Harry, e scopre il ragazzo sotto le maschere. Forse, hanno più in comune di quello che lui immaginava. Harry può esser attratto dal lato oscuro?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Masks

Masks

di Diagonalist

tradotta da madjoker

Beta: Sanzina

Rinuncia: Non possiedo nessuno dei personaggi qui menzionati, appartengono tutti a J.K.Rowling.

 

cap.8-Revelations and Darkness

 

##Severus Snape##

 

Le espressioni di tutti i presenti nella sala erano fonte di gran divertimento per Snape. Bocche aperte, bisbigli, sconcerto. Forse i suoi Slytherin erano in possesso di un po’ più  intelligenza nel capire la situazione rispetto al resto dei presenti.

Ma alle fine erano tutti increduli. La ragione per cui la situazione era così comica, era che quella era la prima volta che Harry non li stava ingannando; le loro menti ottuse non erano capaci di rendersi conto del fatto che quello era il vero Harry Potter.

Anche Albus era cieco, sebbene Severus potesse scorgere la comprensione sul viso del Preside mentre prendeva nota del cambiamento avvenuto in Harry; Severus poteva giurare che il vecchio sciocco non sapesse ciò che stava realmente accadendo.

Forse Dumbledore stava pensando che Harry si fosse unito a Voldemort.

Prima di muoversi ulteriormente in avanti Harry si rivolse a lui, regalandogli un piccolo sorriso scaltro. La parola ‘grazie’ venne pronunciata in modo enfatico.

Severus non era completamente sicuro della ragione per la quale il ragazzo lo stesse ringraziando. La dimostrazione d’appoggio forse, o il fatto che ora potesse accettare quello che gli aveva offerto tempo prima. Lo ringraziava per non averlo lasciato solo. In realtà non aveva più importanza, quelle parole smossero qualcosa dentro di lui e Severus sentì di poter sorridere nuovamente. Che strana cosa: non aveva avuto nessuna ragione per sorridere, né era stato disposto a correre il rischio di farlo, per così tanto tempo.

Tutto era destinato a cambiare. E Severus aveva la sensazione che fosse giunto il tempo che accadesse anche in quella scuola.

Harry cominciò ad avvicinarsi lentamente al tavolo degli insegnanti, con le vesti verdi che sicuramente erano frutto di ore di ricerche, che si agitavano attorno a lui in modo drammatico. Severus lo seguì senza fretta, non badando a tutti gli occhi che seguivano il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto. Draco, ad ogni modo, si stava pavoneggiando; ma quello non era strano, sembrava facesse parte del naturale modo di camminare del ragazzo.

Gli occhi di Severus furono attratti dalla tavola di Gryffindor, dove due persone si alzarono, una più di malavoglia dell’altra, e corsero verso di loro. Severus arricciò leggermente le labbra ed attese di vedere cosa sarebbe successo.

“Harry! Stai bene? Eravamo così preoccupati per te.” Gridò Weasley. Snape desiderò di poter strappare la lingua al giovane. Si chiese se Harry avrebbe potuto apprezzare un simile regalo.

“Harry, dov’eri?”

“Cos’ha fatto Malfoy? Dumbledore lo espellerà di sicuro!”

Severus guardò il suo nuovo leader mentre si volgeva verso i due, come se si fosse accorto solo in quel momento della loro presenza.

“Ron, Hermione, ho paura di non voler più passare del tempo con voi” disse Harry, con affettata dolcezza.

“Cosa, perché?”

Snape attese il colpo che li avrebbe schiantati. Rimase alquanto deluso dalla gentilezza usata nella replica del ragazzo.

“Perché sono stufo della vostra compagnia” fu la noncurante risposta di Harry. “Ora ho cose migliori a cui pensare.”

Weasley lo guardò con una smorfia di orrore. “Merlino, sei uno di loro! Ti sei unito a lui, vero?”

Harry rise in faccia al suo ex-migliore amico, e Snape si unì a lui. Anche se l’idea non era sembrata così impossibile qualche tempo prima. I tre si spostarono, lasciando i due Gryffindor sperduti, adirati e impotenti dietro di loro. Severus rimase in silenzio per il resto del viaggio, aspettandosi una maledizione da dietro. Quando non successe nulla concluse che forse gli idioti avevano meno coraggio e più cervello di ciò che credeva. Dove stava il divertimento nel trattare con persone simili?

Ancora pochi passi e si trovarono direttamente di fronte al Preside. Albus sembrava essere invecchiato dall’ultima volta che Snape lo aveva visto, forse per la preoccupazione riguardo al destino del suo Ragazzo Dorato, o forse per il timore che il suo piano perfetto fosse stato distrutto.

Severus desiderò ridere di nuovo, lo trovava decisamente liberatorio.

“Sig. Potter” lo salutò Dumbledore serio. “C’è qualcosa che vuole dirmi?”

Quegli occhi, quei dannati occhi intelligenti che avevano sempre afflitto Snape, sembravano aver perso la loro scintilla, la loro speranza.

“Sì”, fu la ferma risposta di Harry, mantenendo completamente il controllo della conversazione. Il ragazzo sollevò la sua testa ed un braccio, cominciando a sibilare in Parseltongue.

I bisbigli nella sala aumentarono di volume, finché divennero gemiti di panico. Severus pensò di vedere qualcosa di molto vicino alla paura negli occhi del vecchio. Quel fatto lo entusiasmò.

Appena tutte le bandiere nella sala diventarono nere, Snape capì improvvisamente quello che stava accadendo. Harry stava lanciando incantesimi in quell’altra lingua. Il ragazzo stava...giocando con tutti loro. Il suo rispetto per la persona che aveva scelto di seguire si alzò di un’altra tacca…c’erano, forse, alcuni valori che facevano dimenticare le birichinate, dopotutto.

Le tende diventarono verdi, e appena i rumori si acquietarono ed un’atmosfera di timore si stabilì nella stanza Harry terminò il suo salmodiare e guardò nuovamente Dumbledore.

“Sono venuto a dirle...” Il ragazzo mormorò alcune sillabe finali. “ Che Voldemort è morto!”

Le bandiere diventarono bianche, splendendo improvvisamente di una luce così brillante e pur, che molti dovettero distogliere lo sguardo.

Il viso di Harry, quando Severus alzò lo sguardo, era una visione di felicità. Un largo ghigno si allargava sulla faccia del ragazzo, e Harry sembrava completamente a suo agio. Albus sembrò sollevato. “Questa è una notizia meravigliosa”, disse allegramente. Snape poteva vederlo riprendersi dopo il colpo, cominciando nuovamente a recitare il suo vecchio ruolo. “Mio caro ragazzo, ho sempre...”

“No” l’interruppe Harry.

Il Preside ancora non capiva. Come poteva non farlo, come poteva non vedere quello che era a pochi centimetri dal suo naso?

“Ora che ho fatto il mio dovere” ghignò il ragazzo, facendo uscire aspra e fredda l’ultima parola “Non penso che ritornerò ad essere il suo ‘caro ragazzo’.

Tutti i presenti nella sala si concentrarono nel tentativo di ascoltare ciò che i due si stavano dicendo; nessuno aveva compreso altro oltre alle parole riguardanti la dipartita di Voldemort. Snape notò che la Granger e Weasley si erano ritirati alla loro tavola e stavano guardando la scena come se stessero quasi per restarci secchi. Rivolse nuovamente la sua attenzione al dramma che si stava svolgendo davanti a lui.

“E gradirei informarla il più scortesemente possibile, signore, che voglio vivere la mia vita. Quindi VADA A FAN***O. Crede davvero che non sapessi nulla a riguardo di ciò che faceva continuare il collegamento fra me e Voldemort? Il dolore che era disposto a far subire a un bambino? Nauseante, veramente disgustoso. Lei non mi toccherà mai di nuovo.”

Severus esultò silenziosamente. Draco, evidentemente, non sentiva la necessità di essere così discreto.

Harry si girò e, col biondo Slytherin accanto a sé, cominciò a dirigersi verso la tavola degli Slytherin. Fece una sosta accanto a Snape.

“Grazie” mormorò leggermente.

Snape fissò il ragazzo che, in un modo o nell’altro, aveva sempre influenzato la sua vita. Curvò la testa fino ad arrivare a bisbigliare nell’orecchio di Harry.

“No, grazie a te!”

Harry gli offrì un sorriso lievemente triste ed annuì, per poi muoversi nuovamente. Un grande spazio sembrò apparire miracolosamente alla tavola degli Slytherin, in modo che i due giovani potessero sedersi; dopo aver sentito il ragazzo parlare così al Preside nessuno di loro voleva incorrere nella sua collera.

Internamente Severus sorrise alla vista degli istinti di sopravvivenza della sua casa. Sapeva che avrebbero accettato il nuovo membro senza il suo aiuto; Harry era abbastanza persuasivo da solo. Inoltre, con l’erede dei Malfoy dalla sua parte, probabilmente li avrebbero implorati pur di ottenere il permesso di star loro vicino.

Severus si sedette nuovamente alla tavola degli insegnanti, ricominciando a mangiare. Nessun altro lo faceva, tutti erano ancora seduti a fissare in modo assente il ragazzo che fino a poco tempo prima era stato il simbolo di tutto ciò che era buono. Il ragazzo che ora stava mostrando la sua vera appartenenza, a Slytherin.

Sì, la vita sembrava promettere parecchi miglioramenti.

 

 

FINE

  
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