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Autore: Remedios la Bella    17/06/2011    1 recensioni
Visto che ci sono troppe Miharu x Yoite, ho pensato di cambiare le cose e di mettere in campo Raimei e Kouichi, che lo meritano profondamente. A due anni dall'ultima volta che lo Shinrabansho si è manifestato, un nuovo pericolo incombe su Nabari, ma stavolta il bersaglio non è Miharu ... E dentro al cuore di Kouichi, nasce qualcosa oltre al desiderio di Morire ... Amore? beh .. basta scoprirlo! Basti sapere che quel sentimento sarà ricambiato in qualche modo da una bionda samurai ..
Basta ho detto troppo! Godetevi la mia storia!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Koichi Aizawa, Raimei Shimizu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Momento solo Oda .... spero piaccia, devo aggiungere un tocco di suspence al tutto <3 buona lettura
PS: Mileyfan10 grazie mille :3


Proposte e minacce

 
Oda aprì gli occhi. Era sdraiata su un materassino lercio, Una luce a neon le faceva lacrimare gli occhi. Aveva la vista annebbiata, ma riuscì a distinguere accanto a sé la maschera di piume e diamanti, e qualcosa di simile a una siringa. Più vicino alla siringa c’erano un batuffolo di cotone. Era sporco di sangue. Pensò al peggio e cercò di guardarsi il braccio. Come pensava: la piega del gomito era bucata, e un tubo di plastica era legato stretto. Ecco perché non si sentiva più il braccio; Il sangue non affluiva.
Rantolava, non riusciva a spiccicare parola forse a causa della dose di droga che si sentiva in corpo. Aveva la nausea, ma non riusciva a d alzarsi. Si accorse di essere sola.
Aveva ancora l’abito addosso, ma non sapeva né come né perché l’avessero portata in quel posto. Silenzio attorno a lei, tranne il rantolo della sua voce in cerca di protesta.
“ Non mi sento bene … dove sono?” pensava tra sé, mentre continuava a perlustrare con lo sguardo la stanza. Era uno sgabuzzino, sporco e male illuminato da una sottospecie di lampada al neon. Le pareti erano scrostate, e per sua sfortuna e orrore Oda riuscì pure ad intravedere degli scarafaggi enormi e disgustosi camminare con le loro innumerevoli zampette su quelle pareti.
Sentì dei passi provenire dalla porta. Erano passi sordi, e si facevano sempre più vicini a lei. Poi la porta si aprì, e la figura di Akira le apparve davanti all’improvviso.
“ Buongiorno mia cara! Dormito bene?” le chiese sarcasticamente. Lei gli avrebbe volentieri sputato in faccia, ma l’effetto degli stupefacenti la faceva stare cheta. L’uomo le si avvicinò e la tirò su per i capelli ormai sciolti. Lei provò un dolore immenso, e si sentì trascinata e poi portata in peso da un energumeno tutto muscoli. Quell’armadio la poggiò con un po’ di troppa forza su una sedia in una stanza più lussuosa dell’altra, ma ugualmente buia.  Poco dopo era seduta davanti al capo, lui in piedi, rigorosamente legata.
“ credo che abbiate esagerato con la droga … non si regge in piedi.” Akira rimproverò i suoi uomini, loro per risposta se ne andarono dalla stanza borbottando. Oda li guardò con disprezzo, ma non pronunciò parola. Boccheggiava come un pesce fuor d’acqua.
“Mmh …” Akira la guardava di sottecchi: “ saresti inutile in queste condizioni … tieni.” Andò verso il tavolo, e prese una boccetta che era appoggiata lì. La aprì e si mise di fronte a Oda. Le prese il mento tra le mani, e le fece bere a forza il liquido disgustoso contenuto dentro: “ Questo ti gioverà per un po’ …” Oda lo dovette ingurgitare tutto d’un fiato. Sentì il petto bruciarle come fuoco ardente, ma la vista si schiarì e la parola poté uscire dalle sue labbra. In qualche modo quell’intruglio l’aveva rinvigorita.
La stanza era circolare, assomigliava a un salotto vista la grande quantità di arredi e delle poltrone circolari poste in un angolo.
Oda tossì, e parlò con disprezzo: “ Che cosa vuoi da me? Si può sapere?”
“ Vedo che siamo di buon umore!” Kitamura la squadrò dall’alto in basso. La donna si divincolava in cerca di libertà: “ Ti ho invitata a casa mia per chiederti una cortesia. A proposito, dai un’occhiata fuori.” La donna voltò lo sguardo verso l’enorme vetrata. Vide acqua, una grande distesa di acqua, racchiuso in mezzo a della terra boschiva un cielo nuvoloso e tetro. Era ancora a Palazzo Hikari.
“ E allora? Siamo ancora sull’isola!”
“ beh, così darai modo ai tuoi amichetti di dire loro dove ti trovi!” Rise Akira. Oda lo guardo con occhi odiosi: “ Sei un mostro! Che cosa vuoi?”
“ La tecnica del Riporto.” Fu secco e deciso. Yae prima lo guardò spaventata, ma un sorriso le squarcio il volto affusolato:
 “ Mi dispiace sei arrivato troppo tardi.”
“ Se non ce l’hai tu ce l’hanno loro per forza … ma pensa un po’: Io ti avrei aiutato …”
“Non capisco in che modo tu mi possa aiutare!” Yae era furibonda e parlò con sarcasmo.
“ Tua figlia … potrai rivedere tua figlia …”
Yae si voltò a guardarlo disgustata. E le lacrime iniziarono a pizzicarle le ciglia. Sua figlia, la sua adorata bambina morta a causa di un uomo senza scrupoli, per giunta Kairoshu. Come poteva quell’uomo tirare in ballo quella storia che per lei significava cadere in una voragine? Lo guardò con odio profondo: “ Tu! Come osi parlare di mia figlia come se niente fosse? Non ti permetto di dire certe idiozie!”
“ Ma io stavo solo proponendo! Non vorresti riaverla con te?” Era persuasivo, la sua voce si era come raddolcita.
“ Non darmi ordini! E poi non sarebbe la stessa cosa! Sarebbe …”
“ Senza cuore e anima?” Quell’aggiunta fece esplodere la povera Yae già provata. Non rispose subito, ma le lacrime le rigarono il viso. Avrebbe voluto urlargli a squarciagola quanto fosse un maledetto bastardo, ma la droga stava ricominciando ad avere il sopravvento.
“ Tu … non ti permetterò di farlo … Non lei …” era davvero il lacrime. Parlava interrotta da continui singhiozzi, la sua voce si era ridotta a un fruscio. Akira le avvicinò le labbra all’orecchio.
“ potrai riabbracciarla …” le sussurrò malignamente. Lei spalancò gli occhi disgustata, e tentò di morderlo.
“ Empio essere! Smettila! Non mi importa, non ti permetterò di fare ciò che vuoi fare!” Il suo divincolio divenne inarrestabile. Akira ne rimase infastidito.
“ Mimura!” Chiamò il suo uomo: “ Falla tacere!”
Entrò Mimura, con una boccetta di cloroformio e un panno. Nonostante Oda opponesse resistenza, riuscì a farle inalare quella sostanza. In poco tempo, Oda perse i sensi. Il suo corpo si accasciò sulla sedia e le lacrime le si seccarono in volto.
Akira porse a Mimura una lettera: “ Porta questa a chi sai tu … Voi due!” chiamò due uomini fuori dalla porta: “ Portatela via, andiamo ai magazzini.”
Gli uomini entrarono, slegarono il corpo di Yae e se lo misero in spalla. Andarono verso il piccolo porto dell’isoletta e si imbarcarono. Presero la strada per Tokyo.
Nel  mentre la lettera fu spedita … a Fuma. A recapitarla fu un Kunai volante, che si conficcò nella parete del soggiorno, mentre Kotaro stava bevendo il the pensando a un piano. Tutti sentirono il tonfo dell’arma, e in breve il salotto fu invaso da ospiti. Raimei estrasse il Kunai e prese la lettera, porgendola a Kotaro.
Lesse, e rimase perplesso: “ Uh … una lettera minatoria.” Disse con fare ironico. Gli altri, Tobari, Kouichi Raimei, Yukimi e l’inaspettato Miharu che era arrivato la sera precedente, rimasero spaventati. Kouichi lo indusse a leggere:
Abbiamo in pugno la vostra amica. Consegnateci ciò che sapete e la riavrete. Avete tempo fino a stasera.
Appuntamento ai Magazzini Itachi, zona industriale Tokyo.
Vi aspetto, Akira.”
Yukimi strinse i pugni: “Spero non le torcano un capello!”
“ Vedrai che riusciremo a salvarla ..” Fu Miharu a parlare. Appoggiò la mano sulla spalla del biondo: “ Non l’avranno vinta.”
“ Spero che sia come dici tu, ragazzino …” Yukimi ricambiò il gesto, accennando a un sorriso, ma rimanendo serio.
Tutti si oscurarono in viso, e maledissero la loro voglia di presentarsi a quel ballo la sera prima. Cosa sarebbe successo? Dovevano elaborare un piano alla svelta. Il tempo non era loro amico. 
   
 
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