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Autore: ArtemisiaSando    18/06/2011    2 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima ff ^^ e spero davvero che sia gradita! Innanzitutto la storia segue abbastanza fedelmente la sequenza di eventi di AC 2, brotherhood e possibilmente dovrebbe seguire anche quelli del futuro Revelations. Ovviamente è incentrata sul personaggio di Ezio che si confronterà con una nuova conoscenza :)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La primavera dei miei sedici anni mi aveva reso più impetuoso e sfacciato che mai. 

Sentivo di essere quasi adulto, mi sembrava di avere il mondo in pugno mentre bighellonavo con Federico al mercato principale. 
Estel non era con noi quel pomeriggio, visto che aveva preso l’impegno di accompagnare le ragazzine più giovani dell’orfanotrofio a fare compere. 

Non posso più scordare quel giorno, il giorno in cui davvero realizzai quanto peso potevano avere i miei sentimenti. Quei sentimenti che all’improvviso, posando gli occhi su di lei come se fosse stata la prima volta, presero forma e colore diventando un amore caldo e appassionato. Non posso dimenticare il giorno in cui, davvero adulto, mi innamorai di lei.

Come in un sogno attraversò all’improvviso i miei pensieri, spuntando tra la folla seguita da quattro o cinque ragazzine festanti che ronzavano qua e là tra le bancarelle di pizzi e merletti. 
Lei sorrideva tranquilla estranea a ciò che invece attraeva le sue coetanee, accontentandosi di dare gentili giudizi sui loro capricci e guardando distrattamente il cielo di tanto in tanto. 
Era la prima volta che la vedevo con abiti così femminili, sembrava diversa ma allo stesso tempo la stessa di sempre con quel semplice vestito di un tenue color turchese, che le fasciava il seno generoso, le curve armoniose e sensuali dei fianchi, stringendola in un corsetto lavorato preziosamente. I capelli ramati stretti in una morbida treccia risplendevano di riflessi alla luce del sole, era la creatura più bella che avessi mai visto. 
–Oh- esclamai senza riuscire a trattenermi, Federico rise della mia faccia perplessa eppure dubito che non avesse notato la bellezza paralizzante di lei. 
Tra tutte le donne e le ragazze che erano nel mercato era l’unica che sembrava appena scesa dal cielo:
-Guarda! Estel è … è bellissima!- sussurrai col cuore che batteva impazzito. 
– Allora perché non vai a dirglielo, eh?- ghignò lui pratico, canzonandomi. 
– Cosa? E dopo, che faccio?- domandai come se fosse improvvisamente uscito di senno. 
– Le confessi il tuo amore, che il tuo povero cuoricino fa le bizze quando la vedi, fratellino mio. Questa botta che ti sei preso è proprio seria!- rise lui, eppure non sembrava scherzare. 
Lo fulminai con lo sguardo:
- Finiscila! Io sto benissimo. E poi non si fa così, non posso dirle: “ Estel, ti ricordi? Siamo stati bambini insieme, vuoi sposarmi?” no, no. – dissi accigliato scuotendo la testa. 
Lui non si fece fregare, invece mi si parò davanti impedendomi di vederla per un istante, senza che me lo aspettassi mi sbatté contro una delle colonne togliendomi il respiro. 
Poche volte l’avevo visto così serio, afferrò la mia mano senza tanti complimenti e me la batté forte sul petto all’altezza del cuore. Come se da solo non riuscissi a sentirlo mentre correva dolorosamente tra le costole. 
– E questo è certamente il vino di ieri sera, vero fratello? Smettila di raccontarti cazzate.- sorrise poi sarcastico, mentre entrambi potevamo sentire il mio cuore galoppare sotto la mano. 
Sospirai cedendo:
- Ok, vado. Ma se va male è colpa tua.- soffiai tra i denti, ma lui rise di gusto lasciando la presa su di me:
- Hai ancora molte cose da imparare.- commentò spingendomi via. 
– Provaci, intanto io distraggo le ragazzine, saranno anche piccole ma non sono mica da buttare a pensarci bene.- sorrise lasciandomi campo libero. 
Ci avvicinammo a loro:
- Estel.- la chiamai leggermente distraendola dalle pretese delle bambine intorno a lei, lei si voltò sorpresa e un meraviglioso sorriso la illuminò. 
– Ezio! Federico!- esclamò, ma, mentre mio fratello la salutava scioltamente con un cenno e la abbracciava leggermente, io mi sentivo pietrificato. 
– Non ci speravo di vedervi oggi.- sorrise gettandomi le braccia al collo, sentii il cuore mancare un battito mentre il suo corpo esile si stringeva al mio improvvisamente alto e forte. Strinsi le sue spalle tra le mani e la guardai dritta negli occhi gialli senza poter dire una parola:
- Che c’è?- chiese lei un tantino preoccupata, se continuavo ad essere così teso di sicuro avrei combinato un pasticcio. 
Non mi sentivo pronto a dirle quello che provavo per lei: “ Ti amo così tanto che mi sembra di morire.” Questo avrei dovuto dirle, ma sorrisi:
- Nulla. Sei bellissima oggi, Estel.- sorrisi furbo, quel sorriso compiaciuto e un po’ sfacciato che le faceva perdere la testa. 
Lei arrossì abbassando lo sguardo mentre le iridi d’oro puro si nascondevano appena tra le ciglia lunghe e nere: 
- Grazie, anche se non mi sento molto a mio agio. – sorrise poi confidenzialmente, con quella tenerezza, quella luce che riservava solo a me. 
Mi sentii l’uomo più forte del mondo. 

– Ehmm … ti va di fare una passeggiata con me?- le chiesi malsicuro, lei mi guardò stupita poi scoppiò a ridere:
- Da quando hai iniziato a chiedermi cose come queste?- rise divertita, mi sentii arrossire:
- Ok, ok. Non ero pronto. Avevo pianificato di essere affascinante, e garbato e spiritoso. Non vuoi darmi una seconda possibilità?- risposi senza fiato. 
Lei mi osservò per un attimo, poi arrossì violentemente:
- Oh. Ecco ora io … avrei da fare. Però … se vuoi puoi passare da me più tardi.- sussurrò imbarazzata. 

Non sapevo se era quello il modo giusto eppure il mio cuore continuava a mostrarmi immagini della nostra vita insieme, di come le avrei detto quello che provavo per lei. 

Senza aggiungere una parola con un sorriso sfuggente sulle labbra recuperò le bambine che erano con lei e si allontanò verso l’orfanotrofio. 
– Non è andata bene.- sospirai abbattuto mentre Federico si avvicinava:
- Non cedere adesso, fratellino! Hai fatto centro invece!- esclamò lui incitandomi a seguirla. 

E ci riuscii abbastanza discretamente, badando che lei non se ne accorgesse, osservandola mentre ondeggiava lentamente i fianchi sinuosi lungo la strada rischiai di inciampare almeno due volte. Eppure, nonostante un paio di volte dovetti tuffarmi in un androne dopo che lei era uscita dalla piazza, riuscii a starle dietro con successo fino a casa dove un ragazzo, che avevo riconosciuto subito, le aveva sbarrato la strada.
   
 
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