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Autore: DreamSeeker    18/06/2011    2 recensioni
«Perciò era una donna. E dimmi, chi tormenta i tuoi pensieri?»
«Non sono affari tuoi!» «Non sarà mica...“proibita”?» «Che diavolo intendi per proibita, si può sapere?» «Beh, che so...non pensavi, ad esempio, a una sottospecie di ragazza che è entrata in questo scompartimento questa mattina, vero?» «E anche se fosse?» «Blaise...dimmi che stai scherzando. Ho assoluta urgenza di sentire queste parole! Dimmi, per favore, che non stavi pensando alla Granger!» «Perché dovrei mentirti Draco? Sì, stavo pensando alla Granger! E a come può stare insieme a uno sfigato come Weasley» «Oh, andiamo Blaise! Perché dovresti sprecare il tuo tempo con quella Mezzosangue? E poi non ti starebbe neanche a guardare! Voglio dire, è così...disgustosamente pura e innocente...l’unica vergine di Hogwarts, che diamine! E non distoglierà mai le sue attenzioni dalla Donnola, non per un Serpente!» scoppiò il biondino alzando gli occhi al cielo.
«È una scommessa Malfoy?»
«Facciamo così. Dato che secondo te non potrei neanche riuscire a toccarla dato che è...zona proibita diciamo...scommettiamo qualcosa, qualsiasi cosa che riuscirò a farla capitolare entro fine anno! Che dite?»
questa storia è dedicata al pairing BLAISE/HERMIONE...avevo già in mente di scrivere qualcosa, poi su FB il roleplayer che intepreta Blaise (XD lo so sono pazza, ma adoro queste cose!!) mi ha proposto di scrivere una storia perchè effettivamente su Draco e Hermione ce ne sono tantissime (io le amo alla follia!) ma di Blaise...beh la maggior parte delle volte è solo un personaggio secondario! quindi è una specie di sfida! un bacio a tutti...e se vi piace non chiedo altro che recensioni! ciaoooo!! ^__^
[CAPITOLO 9 REVISIONATO, INSERITE IMMAGINI]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Fred Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Buongiorno ragazze! Mettete via i forconi e le torce per favore, sono un essere umano anch’io!! Ma non mi sembra di aver tardato molto nell’aggiornare, suvvia, sicuramente di meno dell’ultima volta! E in ogni caso il computer è andato a farsi benedire (e formattare) a casa del tecnico dopo che non apriva più nessun programma della Microsoft quindi non ho potuto fare molto -.- perciò: cause di forza maggiore, prendetevela col computer. Io gliene ho già tirate dietro tante, ma ancora un po' non guastano, quindi sentitevi libere di dare il vostro contributo!
Ora vi lascio alla lettura con una piccola premessa: le vicende narrate si svolgono un mese dopo il capitolo sei (ambientato martedì 16 settembre), anche se è un’informazione che vi sarà data anche dai personaggi. Inizia perciò la sera di domenica 12 ottobre (non vi preoccupate, non sono pazza, è solo che il calendario mi serviva davvero per evitare strafalcioni. Quindi mi sono fatta il calendario personalizzato per l’anno scolastico di Hogwarts. Non si è capito nulla, ma non fa niente, non è importante. La cosa principale è che non abbiate l’idea di internarmi in un manicomio!)
Ora, veramente, vi lascio al capitolo! :) Ci vediamo alla fine! Buona lettura!
 
 
 
 

VII CAPITOLO

 
«Hilary»
L’italiana si girò di scatto verso la voce e sfilò la bacchetta dalla tasca della divisa, puntandola verso l’angolo buio del corridoio della Biblioteca in cui si era rintanata quella domenica sera.
«Chi c’è?»
«Non mi riconosci? Mi deludi» la derise la voce, arrogante.
«Vieni fuori» ordinò la ragazza.
«Abbassa la bacchetta»
«Non credo proprio!»
«Expelliarmus» replicò all’istante la voce facendole sbalzare di mano l’arma che rotolò a terra, lontana da lei.
Hilary seguì con lo sguardo il movimento della bacchetta e poi mosse due passi indietro per distanziarsi dallo sconosciuto.
«Chi diavolo sei?» domandò di nuovo, dura.
«Come mai non mi riconosci Hilary? Non ricordi la voce che ha popolato i tuoi sogni e i tuoi incubi, che ti ha guidato nel tuo cammino verso la magia? Hai già dimenticato il tuo maestro?» rispose l’altro mellifluo.
La giovane sussultò istintivamente.
«Ivan(1)» disse in un sussurro flebile.
«Allora non hai dimenticato»
Una figura ammantata di nero uscì dall’ombra e un viso giovane, che non dimostrava più di ventidue anni, fu illuminato dalla fioca luce del tramonto che entrava da un alto finestrone polveroso.
Hilary deglutì, il battito del cuore accelerato e gli occhi sgranati dal timore.
«Come hai fatto a trovarmi? Come... come hai fatto ad entrare ad Hogwarts(2)?» domandò tremante.
Sulle labbra del nuovo arrivato si dipinse un ghigno malvagio mentre lo sguardo di ghiaccio dardeggiava verso la ragazza a pochi metri da lui; l’uomo fece due passi avanti e Hilary cercò di indietreggiare per mettere una distanza maggiore tra loro, ma si ritrovò con le spalle contro uno degli scaffali del reparto di Erbologia.
«Un topolino nella trappola, Hilary» rise lui, divertito in modo quasi selvaggio, avvicinandosi sempre di più.
«Cosa vuoi Ivan?» lo interrogò la giovane prendendo tempo mentre si guardava attorno in cerca di una via d’uscita.
«Voglio te e ciò che mi hai rubato» rispose lapidario l’uomo, il sorriso ormai scomparso dal suo volto, e in un attimo le fu addosso, bloccandola contro il legno e trattenendole le braccia ai lati della testa.
Hilary, gli occhi castani spalancati dalla paura, rimase impietrita, sovrastata facilmente dal suo vecchio maestro.
«Ladra» la accusò duro in un bisbiglio, lo sguardo fisso nel suo. Poi scese a guardarle le labbra.
«Ricordi il tuo amichetto? Il tuo quasi-clone, la tua ombra» il ghigno crudele era tornato ad aleggiargli sul viso e Hilary perse lucidità per un momento.
«Sam(3)?» chiese con voce roca, tinta dal principio del pianto.
«Proprio lui...Sam» il nome rotolò sulla sua lingua e Ivan ne assaporò il suono per gustarsi anche l’espressione di puro terrore sul volto della ragazza.
«Non voleva dirmi dove eri andata...è proprio un osso duro quel moccioso, non spiccicava una parola. Ma l’ho ammorbidito io» soggiunse subito, come per rassicurarla con quella soluzione.
L’italiana rabbrividì e gli occhi le si riempirono di odio.
«Tu...tu, cosa gli hai fatto mostro?!» gli urlò addosso.
Lo schiaffo arrivò più veloce del previsto e il bruciore alla guancia destra e al labbro si fece sentire un secondo dopo. Ivan era cupo, ora, e sembrava ancora più arrabbiato e minaccioso.
«Non l’ho ucciso, giacché ti preme così tanto. Diciamo però che sarà un incentivo per riavere ciò che tu mi hai sottratto con l’inganno. E poi, ti facevo più coraggiosa Hilary: rubare e poi scappare lasciando i tuoi amici senza protezione. Sapevi benissimo che ti avrei trovata alla fine» ringhiò.
«Le cose non sono andate in questo modo, e tu lo sai bene! Dovevo già trasferirmi, non sono scappata, e quella pietra avrebbe portato la distruzione nel paese se posta in mani sbagliate...ed effettivamente era in mani sbagliate!» lo sfidò, ferita nell’orgoglio per lo schiaffo e le parole ricevute.
«Tu...» cominciò l’uomo adirato, stringendole i polsi, ma si bloccò subito, prese un respiro profondo ricomponendosi e allentando la presa, e preparò l’attacco seguente.
«Non conosci tutti i poteri della pietra e in ogni caso le mie mani sono giustissime per essa» le accarezzò la guancia arrossata dal colpo mentre con l’altra mano tratteneva le sue sopra la testa «Perché sei andata via?» domandò, e la sua voce aveva una punta di nostalgia e rammarico che fecero sussultare la ragazza.
«Non era più la mia strada» dichiarò lei, girando il viso dalla parte opposta rispetto alle sue dita che sostavano sulla sua gota, per non far notare gli occhi inumiditi dal riaffiorare dei ricordi.
Lui la guardò sorpreso per un istante e poi il suo sguardo tornò freddo come il ghiaccio delle sue iridi.
«Non era più la tua strada? L’allieva più brillante di tutti i corsi, la più brava, lascia la scuola un anno prima del diploma perché quella non era più la sua strada?!» man mano che parlava il tono era salito e le ultime parole erano state urlate in modo iroso.
«Ho fatto solo due anni nella tua scuola, Ivan, non dieci» gli fece presente stancamente lei.
«Certo, ma rimane il fatto che eri la migliore» ribatté secco.
«Non era la mia strada» ripeté l’italiana.
Ivan sbuffò e, senza muoversi di un millimetro con il proprio corpo, le lasciò andare i polsi.
«Comunque voglio sapere cosa hai fatto a Sam» disse Hilary massaggiandoseli piano e cercando di appiattirsi contro gli scaffali per una maggiore libertà di movimento.
«Sei ancora innamorata di quel deficiente di un damerino?» indagò quasi con rabbia l’uomo.
«Il damerino deficiente sarebbe il mio migliore amico e non sono mai stata innamorata di lui, quante volte lo dovrò ripetere ancora?!» esclamò la Grifondoro spazientita.
Insomma, mai una volta che azzecchino la persona di cui sono innamorata! Quando non stavo con nessuno poteva anche venire il dubbio ma non ora che le cose con Fred vanno lisce come l’olio dal...bacio si fece quasi sfuggire un sospiro sognante a quel ricordo lontano quasi quattro settimane. Ancora arrossiva al pensiero di come li avevano ritrovati Hermione e George, ma se lui non l’avesse baciata, a quell’ora non...
«Giravano voci» il tono graffiante del maestro la distolse dai suoi pensieri ben più rosei e la ragazza lo guardò negli occhi.
«Immagino» disse sprezzante.
«Eravate sempre insieme»
«Davvero disdicevole»
«E quando non si trovava uno non c’era nemmeno l’altra»
«Pensa a cosa combinavamo!»
La voce di Hilary era intrisa di ironia allo stato puro, ma Ivan non la colse e sbatté ferocemente i pugni contro il legno dietro di lei ai lati del suo viso, facendole serrare gli occhi e stringere i denti, pronta ad un altro schiaffo. Che non arrivò.
«Non ho fatto nulla a quel bastardo» sussurrò l’uomo abbassando lo sguardo.
«Ivan...»
«Perché tu tieni a lui, sebbene io lo odia in modo viscerale»
«Ivan non...»
«E che io sia maledetto per non averlo ucciso!»
Mentre la sua voce si faceva rabbiosa, le sue braccia erano scivolate in basso circondandole la vita e lui aveva chinato il viso per immergerlo nei suoi capelli, inspirandone il profumo. Hilary si irrigidì sorpresa, e stava per evocare la Terra dai libri alle sue spalle quando il mormorio dell’uomo glielo impedì.
«Il tuo cuore non può appartenere a me, vero?»
La giovane si morse il labbro inferiore già spaccato.
«Mi dispiace Ivan...non posso» bisbigliò prima di svincolarsi dal suo abbraccio e spostarsi di lato.
Lo sguardo del suo ex insegnante più giovane, quasi coperto dai capelli scuri, era triste come non lo aveva mai visto, gli occhi erano una distesa di acqua ghiacciata priva di vita. Prima che potesse dire altro l’italiana si voltò e si incamminò velocemente verso l’inizio del corridoio del Reparto, raccogliendo nel mentre la bacchetta abbandonata sul pavimento.
«Dove credi di andare?» la voce era tornata fredda anche se manteneva quel velo di tristezza che aveva assunto mentre le diceva cosa provava.
I denti bianchi le torturarono il labbro già martoriato ed Hilary si voltò ad affrontarlo.
«Non ho io la pietra» disse.
«Ho controllato la casa dei tuoi genitori in Italia e non c’è, perciò non mentirmi Hilary. Dov’è la pietra?»
«Non lo so, l’avevo lasciata in un posto sicuro ma non è più lì» ribatté.
«Devo per caso controllare anche la casa di tuo padre? Ma non vorrei che mi trovasse e mi costringesse a difendermi» la stuzzicò.
«Non ti azzardare a toccare mio padre!» disse piatta, gli occhi scuri che mandavano lampi di avvertimento.
«Allora dimmi dov’è quella maledetta pietra Hilary, e non succederà niente a nessuno, non più!» replicò lui.
«Non lo so!» esclamò la giovane, lo sguardo pieno di sincerità.
Ivan la guardò per qualche istante, poi sorrise.
«Allora la cercherai con me»
Hilary sgranò gli occhi e boccheggiò.
«Te lo sogni!» esclamò con arroganza quando si fu ripresa dallo shock «Non verrò mai con te, in capo al mondo, a cercare una pietra maledetta e rischiando la vita per una stupida convinzione oscura quando ho voltato le spalle a quella strada!» sbraitò furibonda, contando ogni punto sulle dita di una mano.
«Chi è là?» una voce dura con una sfumatura di preoccupazione arrivò al Reparto di Erbologia.
La Grifondoro si voltò sussultando verso il suono e, lanciando un’occhiataccia all’ex insegnante, cominciò a correre fuori dal labirinto di scaffali per raggiungere Madama Pince ed evitarle un confronto con l’uomo.
«Signorina Lair!» esclamò sorpresa la bibliotecaria vedendola arrivare scapigliata e sconvolta, con il labbro spaccato e la guancia arrossata «State bene?!» chiese preoccupata.
«Certo Madama, ero venuta a leggere qualche informazione per la lezione di Erbologia di domani» disse pronta la ragazza.
«E quel taglio?» domandò scettica la donna.
Hilary arrossì ricordando solo in quel momento lo schiaffo.
«Io ehm...ho sbattuto contro il tavolo. Mi era caduta la piuma e rialzandomi ho...»
«Sei sicura?»
«Sì, Madama» mentì mordendosi il labbro.
La strega soppesò il suo viso con uno sguardo saggio ma poi sorvolò sulle sue condizioni.
«Era lei che faceva quel baccano poco fa?» il tono era passato al rimprovero.
«Mi scusi Madama, non succederà più» rispose mesta, abbassando lo sguardo per nascondere la bocca e il sollievo nei propri occhi.
«Le serve ancora tempo?»
«Oh no, Madama, ho finito»
«Ha rimesso in ordine ogni cosa?»
«Sì Madama»
«Allora posso chiudere»
«Certo!» esclamò rincuorata la giovane, balzando in avanti per permettere a Madama Pince di chiudere la Biblioteca.
Nascose un sorriso divertito quando vide le labbra della donna muoversi in un sussurrato incantesimo protettivo per i libri e sperò che le maledizioni di Hogwarts potessero attentare alla vita o almeno alla salute dell’uomo nascosto che stava già sicuramente meditando vendetta.
Quando le porte della biblioteca furono chiuse ed ebbe augurato la buona notte alla strega, Hilary si sentì libera di dirigersi a passo spedito verso la Torre di Grifondoro, lasciandosi andare ad un sospiro di sollievo e sperando di non ricevere più simili visite almeno per una settimana.
Ovviamente, in una scala di percentuali, esiste ciò che vorremmo che accadesse e ciò che accade realmente. Quella serata doveva perciò fare parte fino in fondo della realtà!
 

*********

 
«Come sarebbe a dire no?!»
La voce assolutamente seccata e acuta della sua compagna di stanza la raggiunse quando ancora stava salendo le scale per i dormitori femminili.
Hilary sospirò, credendo che Lavanda avesse fatto nuovamente irruzione in camera loro per rivendicare non si sa bene quali diritti di proprietà su Ron, come aveva fatto nemmeno una settimana prima.
«Te lo ripeto una volta soltanto: esci immediatamente da qui, stupida serpe platinata!»
Okay, platinata ci sta, la Brown è bionda...ma non l’ha mai chiamata serpe, almeno non davanti a lei! pensò l’italiana sollevando le sopracciglia e affrettando il passo, temendo violenza gratuita da parte di quella pazza sclerotica.
«Mezzosangue, io non uscirò da questa stanza finché non avrò avuto quello che voglio»
Questa non è la voce della Brown! Maledizione imprecò mentalmente la ragazza cominciando a correre verso la fine del corridoio.
«Oh, io invece credo proprio che...»
Lo sbattere della porta che si apriva fece bloccare Hermione e sia lei che l’insolito ospite si voltarono verso l’uscio. Hilary, la bacchetta puntata contro il ragazzo, avanzò nella stanza ed affiancò l’amica guardandolo con disprezzo misto a incredulità.
«Fuori da questa camera, Malfoy!» ordinò piatta.
«Non mi chiedi cosa ci faccio qui, Lair?» chiese Draco con un ghigno.
«Cosa diavolo hai fatto al labbro, si può sapere?!» esclamò invece Hermione, dopo aver sorvolato sulla guancia arrossata e vedendo il sangue coagulato sulla bocca dell’amica.
«Non mi importa, ora vattene!» replicò la giovane ignorando volutamente la Caposcuola che ancora la scrutava attentamente.
«Che peccato, volevo proprio farti una proposta»
«Non ho la minima intenzione di sentirla, Malfoy»
«Hai paura, Lair?» domandò dopo qualche secondo, serio.
«Prego?»
«Hai paura a rimanere da sola, nella stessa stanza con me» tornò a ghignare il giovane.
«Paura di te, Malfoy?» Hilary scoppiò in una breve risata canzonatoria «E perché mai un grifone dovrebbe aver paura di un misero furetto?»
«Sono una serpe, Lair, non dimenticarlo» precisò lui assottigliando lo sguardo.
«Serpe allora, te lo concedo. Ma noi grifoni le serpi come te le mangiamo a colazione!»
Hermione si sedette sul letto e scoppiò a ridere rimediando un’occhiataccia di Draco che poi si rivolse a Hilary.
«Allora non avrai problemi a rimanere da sola con il tuo...pranzo per un po’» insinuò.
La giovane lo guardò per qualche minuto poi scrollò le spalle con indifferenza.
«Va bene» sorrise e i suoi occhi si illuminarono di furbizia «Ma si va dove dico io!»
«Ti voglio qui, Lair»
«E io voglio andare in Sala Comune, Malfoy» replicò, sorvolando sul doppio significato della frase.
«Non credevo volessi mostrare le tue grazie a tutti» ridacchiò il Serpeverde.
Per l’appunto... pensò lei.
«C’è un’unica persona a cui mostrerò le mie grazie, furetto, e non sei tu!»
Non appena ebbe finito di parlare Hilary si morse la lingua e si diede mentalmente una martellata in testa, sentendo lo sguardo di Hermione che le perforava la schiena e la fissava molto attentamente; e l’italiana avrebbe potuto giurare che la Caposcuola stesse sorridendo in modo decisamente ampio.
«Voglio proprio vedere se non cedi!» il ragazzo digrignò i denti, perdendo un poco della sua solita compostezza.
«Non sono una di quelle sgualdrine affamate di sesso che ti porti a letto, Malfoy» rispose secca la Grifondoro «Sono una persona con dei principi e che rispetta questi principi. Ho poche regole che però devono essere seguite»
«E se non le segui?»
«Commetto un errore»
«E la conseguenza di questo errore?»
«C’è sempre il perdono, furetto, una cosa di cui tu non sei a conoscenza»
«Sei sempre stata perdonata, Lair?» ghignò.
«Non ho mai commesso errori, Malfoy!» ribatté lei in tono di superiorità.
Il Serpeverde la guardò interdetto, poi sorrise sinceramente divertito.
«Non hai scheletri nell’armadio, dolcezza?»
Hermione alzò gli occhi al cielo e Hilary si morse il labbro inferiore, peggiorando la situazione del taglio che riprese a sanguinare.
Sentendo il sapore del proprio sangue sulla lingua la sua mente evocò un volto. E poi un altro. E un altro ancora. E come tanti flash back ricordò i due anni precedenti, i compagni, gli insegnanti, le lezioni. Sam, il suo amico Sam, un ragazzo dolce e sempre presente, sempre con lei, del quale ora non sapeva il destino ma sperava che stesse bene... e Giulia(4), la sua migliore amica. Giulia, che non era riuscita a...
Chi meglio di te conosce gli scheletri nell’armadio, Hilary? Andiamo, non mentire anche a te stessa pensò mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Li chiuse all’istante tentando di ricacciarle indietro.
Draco la osservò e vide le ciglia bagnate rimanendo stupito.
«Fuori...da questa camera...Malfoy» mormorò la ragazza cercando di mantenere un tono di voce piatto.
E per la prima volta il Serpeverde decise che era meglio non insistere. La guardò un’ultima volta poi girò gli occhi su Hermione e tornò a fissare Hilary; scrollò le spalle con fare noncurante e le diede le spalle dirigendosi alla finestra e prendendo la scopa che - l’italiana lo notò in quel momento - era appoggiata al muro di pietra. Arrivato alla parete si voltò di nuovo, il suo solito ghigno appena accennato sulle labbra.
«Sarà per la prossima volta, Lair»
Inforcò la sua Nimbus 2001 e si alzò in volo, uscendo dalla Torre di Grifondoro.
Hilary ebbe appena la forza di andare verso il suo letto e raggomitolarsi sulle lenzuola profumate, poi cominciò a piangere.
 

*********

 
«Come sta?» chiese Harry non appena Hermione si sedette accanto a loro per la cena.
«Da schifo: non vuole mangiare, non riesce a dormire e continua a piangere. Non vuole nemmeno parlarmi. Quando sono entrata in camera per mettere via la borsa si è chiusa in bagno. Non riesco a capire cosa possa esserle successo! Oltretutto oggi ho provato a chiederle per la seconda volta cosa aveva fatto alla faccia e ha cominciato a piangere ancora più forte ma non sono riuscita a farla calmare. Non vuole dirmi cos’è successo ieri sera in biblioteca, è tornata conciata in quel modo da lì!» disse preoccupata la Caposcuola.
«Lo dicevo io che la Biblioteca fa male» affermò convinto Ron beccandosi un’occhiataccia tale dalla fidanzata che desiderò ardentemente sparire.
«In ogni caso» riprese lei sostenuta «deve aver incontrato qualcuno che l’ha fatta spaventare o altro. Continuava a mormorare alcuni nomi ma ne ho afferrati solo tre, di cui nessuno familiare(5)»
«Magari della sua vecchia scuola» provò Ginny.
«Che razza di scuola era se i ricordi la fanno stare così male?!» esclamò Harry allargando le braccia.
«Magia nera. L’avevamo detto che non era totalmente buona, no?» sostenne Ronald, con la bocca piena di arrosto.
Ma venne raggiunto all’istante sulla testa da un tomo di Storia della Magia appellato da Hermione, seduta al suo fianco.
«Ahio...Hermione!» protestò il rosso facendo così volare pezzi di cibo dalla bocca.
«Che spettacolino rivoltante» intervenne una voce disgustata alle loro spalle.
La riccia divenne di sale mentre gli altri giravano lo sguardo su colui che aveva parlato.
«Quando vorrai un ragazzo serio ed educato, Granger, sai a chi rivolgerti» proferì Blaise, chinandosi all’altezza dell’orecchio della Grifondoro che arrossì di colpo.
«Ehi, come ti permetti di...» cominciò Ron dopo aver ingoiato il boccone e facendo per alzarsi in piedi per affrontare il Serpeverde.
«Ci penso io, Ronald. Seduto» prese la parola Hermione, voltandosi poi verso il ragazzo dietro di lei e costringendosi a guardarlo negli occhi «Se non ti dispiace, Zabini, vorrei finire di mangiare prima di sentire delle proposte del genere. In alternativa potresti anche cucirti quella boccaccia e lasciarmi vivere in pace. Ti ringrazio. Ora evapora» ordinò quasi bruscamente.
Blaise sorrise al suo tentativo di presa di posizione e avvicinò il proprio viso al suo. Ed ecco il rossore - ciò che gli faceva maggiormente piacere - ricomparire sulle guance della Caposcuola.
«Non credo pensassi fosse una boccaccia, la mia, quando...»
«Okay, ora basta!» strillò la ragazza balzando in piedi e portandolo a sorridere in una maniera quasi indecente per il cuore femminile.
«Dieci punti in meno a Serpeverde, Zabini, per un comportamento irriverente nei confronti dei compagni di scuola!» sentenziò vendicativa.
«Venti punti in meno a Grifondoro, Granger, per l’assoluta mancanza di dignità e contegno dovuti al suo rango da parte di Weasley!» replicò Blaise con un ghigno.
Ron aprì la bocca per replicare ma Hermione lo anticipò.
«Venti punti in meno a Serpeverde per abuso di posizione di Caposcuola per perseverare nei propri pregiudizi contro una famiglia rispettabile!»
«Perché tu non stai abusando del tuo ruolo, Granger, vero?» la derise il moro mentre i suoi pensieri prendevano un corso decisamente più piacevole rispetto a un certo termine usato dalla Grifondoro.
«Io mi limito a togliere punti per ciò che vedo, Zabini, non per ciò che credo»
«Allora guarda questo» decise Blaise.
Si chinò in avanti e avvolse un braccio attorno alle cosce di Hermione che sgranò gli occhi inorridita, sbilanciandosi in avanti per lo spavento; ma così il ragazzo fu facilitato e gli bastò fare forza sulle gambe per caricarsela in spalla.
La giovane urlò attirando anche l’attenzione degli insegnanti.
«Signor Zabini, metta subito a terra la signorina Granger!» strepitò la professoressa McGranitt alzandosi in piedi sconvolta e stringendo tra le dita sottili ma forti il braccio del professor Silente.
Ma Blaise la ignorò deliberatamente, e dopo una breve occhiata d’intesa a Draco e Theodore, si diresse a passo spedito verso il portone della Sala Grande.
Quasi l’intera tavolata di Grifondoro si alzò per affrontare il moro e Ron, Harry e Ginny fecero per inseguirlo ma furono bloccati dalle due Serpi, che si piazzarono davanti a loro, le bacchette strette tra le mani, puntate verso il basso ma che sembravano urlare la parola “guai”.
Ron fece per estrarre la sua bacchetta ma la voce del Preside lo fermò a metà gesto.
«Suppongo che un duello non sarebbe l’ideale e inoltre infrangerebbe qualche regola della scuola. Un confronto verbale può essere considerato migliore, ma vi consiglio di farlo in una diversa sede, a parità di oratori e alla presenza di testimoni» disse in tono pacato.
Le bacchette sparirono velocemente, sostituite da sguardi di odio; un cenno e i cinque ragazzi lasciarono la Sala Grande.
«Spera solo che il tuo amichetto non faccia niente alla mia ragazza, Malfoy» lo minacciò Ron con appena un piede fuori dalla porta di quercia, mentre l’aria fredda scompigliava loro i capelli.
«Questo potrai chiederlo a lei quando tornerà, o meglio... se tornerà» ghignò Draco.
«Cosa diavolo vorresti dire, la vuole ammazzare per aver tolto dei punti a...» si infervorò il rosso alzando i pugni nella sua direzione.
«No, nulla di così tragico, Weasley. Intendevo...» precisò strascicando le parole e scambiandosi uno sguardo eloquente con Theo «...se tornerà da te
«Hermione e Zabini?! Andiamo, Malfoy, inventatene un’altra» intervenne Harry, prendendo preventivamente le braccia del migliore amico e tenendogliele ferme dietro la schiena.
«Hermione non tradirebbe mai mio fratello, e nel caso glielo direbbe!» esclamò Ginny convinta, mettendosi all’altro lato di Ron.
«Se sapete qualcosa che io non so, allora ditemelo, serpi!» li sfidò lui.
«Oh, si potrebbe scrivere un’enciclopedia con quello che non sai, Weasley!» lo schernì Nott.
«Intendevo quello che non so sulla mia fidanzata»
«Per quello ci vuole un volume solo, hai ragione!» continuò Malfoy divertito.
Ron digrignò i denti e fece un passo verso i due nemici ed Harry dovette fare uno sforzo enorme per trattenerlo.
«Ora basta. Monstrum!» pronunciò arrabbiata l’ultima di casa Weasley, infrangendo quella decina di beneamate regole della scuola che Silente aveva appena finito di ricordare loro.
Draco e Theodore ebbero appena il tempo di evocare un debole Protego che però non riuscì a contrastare la forza della Fattura Orcovolante e si ritrovarono a scappare da orrendi mostri di pietra, cercando di proteggersi la testa e correndo per il porticato di pietra davanti al castello.
«Ginny, sai che mamma ti ammazzerà, vero?» chiese preoccupato Ronald dopo una sonora risata alla vista degli odiati Purosangue che venivano colpiti dai piccoli gargoyles.
«Certo che lo so! Ma ne valeva la pena» rispose con un sorriso la rossa, scrollando le spalle.
«Spero solo che la McGranitt non ti butti fuori. Hai infranto le regole e per di più eravamo appena stati ripresi» ribatté Harry, stringendo i pugni per palesare la sua irritazione.
«Andiamo, Harry, non è successo nulla che non abbia già fatto!» esclamò Ginevra divertita, ma vedendo la smorfia di fastidio sul volto del fidanzato decise saggiamente che la carta “spiritosaggine” non le sarebbe servita in quel momento.
«Va bene, chiederò personalmente scusa al professor Silente se scoprirà qualcosa...»
«Silente sa sempre tutto!»
«Va bene, allora andrò subito nel suo ufficio e gli spiegherò la situazione!» disse esasperata e cominciò a camminare a passo marziale verso l’ingresso della scuola.
«Ginny non...uff, ma perché tua sorella fa sempre così?!» chiese a Ron mentre il portone si richiudeva alle spalle della rossa.
«È una ragazza, Harry. Le ragazze sono tutte così. Prendi Hermio...per le mutande di Merlino, Hermione! Se quel pervertito le ha fatto qualcosa, giuro che...» si mise a sbraitare seguendo velocemente la strada appena fatta da Ginny ed entrando nel castello con l’amico che gli teneva dietro.
«Ron, Hermione sa cavarsela benissimo da sola. A quest’ora lei sarà in Sala Comune o in Biblioteca a leggere e Zabini, se è fortunato e non è stato rinchiuso nella Camera dei Segreti, sarà rimasto Schiantato in un polveroso ripostiglio delle scope!» gli ricordò il Ragazzo Sopravvissuto.
«Ma hai visto come l’ha afferrata?! Merlino e Morgana, era la presa di un maniaco! Giuro che se le torce anche un solo capello...»
«Per la miseria, Ron, è la strega migliore del nostro anno, pensi che non l’abbia già affatturato?! Ti ripeto, sarà già in Biblioteca a studiare per le lezioni di settimana prossima» sbuffò Harry.
«Allora andiamo a vedere in quella maledetta Biblioteca!» si intestardì il rosso.
Cominciò quasi a correre, e dato che aveva le gambe molto più lunghe di Harry quest’ultimo dovette ben presto mettersi a correre davvero per stargli dietro.
Arrivarono in Biblioteca e, tra uno strillo indignato di Madama Pince per il loro ingresso rumoroso e le voci concitate degli studenti che avevano deciso di passare la pausa pranzo per ripassare – «Secchioni!» bisbigliò Ron guardandoli – si misero a gironzolare per tutti i corridoi e i reparti per trovare la Caposcuola. Ovviamente senza alcun successo.
Ma quando arrivarono al reparto di Erbologia si bloccarono entrambi, sebbene per motivi diversi.
«Male» sussurrò Harry.
«Come mai quel libro è sul tavolo?» domandò Weasley contemporaneamente.
Si guardarono l’un l’altro, il viso attento.
«Cosa male?»
«Perché non dovrebbe essere sul tavolo?»
Sbuffarono, avevano parlato di nuovo in contemporanea.
«Okay, zitto Ron. Perché quel libro non potrebbe stare lì?»
«Madama Pince è una fanatica dell’ordine, non ricordi tutte le volte che ci ha urlato dietro perché non mettevamo mai a posto i libri?»
«Ah, già. Magari non è ancora passata a controllare» Harry scosse le spalle.
«E invece cos'è che sarebbe male?» domandò l’amico scrutandolo.
Potter distolse lo sguardo.
«Harry, che succede?!»
«Stai calmo, Ron, per favore»
«Va tutto bene?»
«No, per niente. Ho una strana sensazione da quando siamo in questo reparto»
«Sensazione strana in che senso?!» domandò spazientito il rosso.
«Come se...non è la cicatrice, solo...» l’amico lo guardò spaventato e lui si affrettò a precisare «Non Voldemort, lui è morto, non tornerà, solo che c’è qualcosa di...oscuro» soggiunse in un bisbiglio.
Weasley girò lo sguardo sul volume apparentemente innocuo.
«Non sarà mica un altro regalo dimenticato da quel simpaticone, vero?»
«No, è impossibile» rispose Potter avvicinandosi cautamente al tavolo e soppesando con un occhiata “Erbe segrete e piante curative: come trovarle”(6).
Sembrava avesse attaccato un cartello con scritto “Non toccare” a caratteri cubitali, almeno secondo Ronald, ma il Ragazzo Sopravvissuto a quanto pare non aveva l’istinto di sopravvivenza nemmeno di una formica. Perciò allungò la mano verso il tomo davanti a sé e toccò il lato della copertina per aprirlo ma la ritirò subito non appena vide un paio di piccoli tentacoli che strisciavano dall’interno del libro fino alle sue dita. Non appena l’ebbe ritratta i tentacoli strisciarono al loro posto.
Il ragazzo lanciò un’occhiata all’amico che si era allontanato di tre passi con un’espressione schifata, poi tornò a fissare torvo il volume. Si rimboccò le maniche della camicia della divisa e lo prese coraggiosamente in mano, ignorando intenzionalmente il verso di profondo disgusto che proruppe dalle labbra di Ron. Non appena aprì a caso il manuale, un profondo odore di terra bagnata gli invase le narici mentre lui sgranava gli occhi al vedere una pianta che somigliava terribilmente al Tranello del Diavolo germogliare rigogliosa in mezzo alle due pagine.
Appoggiò il libro sul tavolo, certo di non riuscire a reggerlo ancora a lungo se quella cosa fosse cresciuta ancora, e si allontanò di scatto quando si accorse che uno dei tentacoli più bassi stava cercando di afferrarlo per la gamba.
«CHIUDI SUBITO QUELL’AFFARE!» sbraitò Ron schiacciandosi contro il muro il più lontano possibile dal tavolo.
«E COME CREDI CHE POTREI CHIUDERLO SE HA UNA PIANTA CHE ESCE DAL SUO INTERNO?!» urlò furibondo Harry sfoderando la bacchetta e gridando un incantesimo che tagliò uno dei tentacoli allungati verso di lui.
La pianta sembrò arrabbiarsi perché crebbe ancora di più ed Harry deglutì lentamente per poi cadere nel panico.
«RON, MALEDIZIONE, FA QUALCOSA!»
«È HERMIONE QUELLA BRAVA, IO NON SO NULLA DI ERBOLOGIA!» piagnucolò lui abbassandosi a terra.
«NON MI VIENE IN MENTE NIENTE, COSA AVEVA DETTO SUL TRANELLO DEL DIAVOLO?!»
«E CHI SE LO RICORDA, ERA IL PRIMO ANNO(7)!»
«Lumus Solem» una voce piatta pronunciò l’incantesimo e la pianta si rattrappì su se stessa come per ripararsi dal potente raggio di luce di quella bacchetta, rimpicciolendo sempre di più finché tornò ad essere una semplice immagine stampata sul libro e questo si richiuse con un tonfo.
I due ragazzi si voltarono verso il loro salvatore e rimasero stupiti quando videro Hilary, la bacchetta puntata ancora contro il tavolo e lo sguardo duro.
«Hilary, come stai?!»
«Eravamo preoccupati»
«Cosa è successo?»
«Stai meglio ora?»
«Ehi, che hai fatto al labbro?»
«E come hai fatto a sapere dove ci trovavamo?»
«Ma come mai sei qui?»
«Come facevi a sapere l’incantesimo?»
«Ron, per Merlino, lei controlla gli elementi!»
«Ah già»
Hilary sorrise piano a quello scambio di battute poi gettò uno sguardo strano al librone di Erbologia.
«Sì, sto meglio e no, non è successo niente, e poi non sapevo dove trovarvi, sono arrivata perché avevo dimenticato il libro qui e speravo che Madama Pince non l’avesse rimesso a posto» disse infine dopo qualche secondo di silenzio, e poi richiamò a sé il volume con un incantesimo.
«Ora scusate, torno in camera. Sapete dov’è Hermione?» chiese un po' intimidita.
Che strano...sembra quasi spaventata...spaventata da noi, da quel libro e da Hermione. Che diavolo sarà successo?! si ritrovò a pensare Harry osservandola attentamente.
«Hermione, è vero! Maledetto quel libraccio, devo trovarla!» imprecò Ron.
«Vuoi dire che in Sala Comune non c’è?» intervenne Harry, preoccupato.
«No, non l’ho proprio vista. È successo qualcosa?»
«Sì, quello stronzo di Zabini se l’è caricata in spalla – caricata in spalla, ti rendi conto?! – e l’ha portata non so dove. Speravamo che fosse in Biblioteca o in Sala Comune ma a quanto pare si è volatilizzata» sbuffò il rosso.
L’italiana lo studiò per un attimo, poi sospirò.
«Avete provato a guardare dai Serpeverde?»
«Dai Serpeverde?» chiese stupito il Ragazzo Sopravvissuto.
«Nella loro Sala Comune. Magari l’ha portata là» Hilary fece spallucce.
«Se la tocca con un dito lo ammazzo!» esplose Ronald prima di imboccare la via d’uscita con un passo da rinoceronte imbufalito.
«Cercate di non far fuori troppa gente» sospirò Hilary rivolta verso Harry, dopodiché si incamminò fuori dal reparto di Erbologia.
«Hilary» la voce seria di Harry la raggiunse quando ormai era fuori dall’intrico di scaffali, ma si fermò ad aspettarlo.
«A quante pare sono io quello che raccoglie le cose che perdi tu. O che perdono i libri destinati a te» disse secco porgendole un biglietto.
La Grifondoro lo guardò interdetta.
«Prego?»
«Deve essere caduto dal manuale quando l’hai appellato, era a terra vicino al tavolo»
La ragazza prese con due dita il foglietto di pergamena strappato che le stava porgendo il compagno e lesse. E perse un battito. O forse due, non ne era sicura. Perché quella, più che una velata minaccia come quella scritta nella lettera recapitatale appena dieci minuti prima con anche l’ordine di andare a ritirare il famoso libro, era una vera e propria promessa. Di dolore. Acuto e profondo.
E crollò ancora una volta. Questa però fu davanti a Harry che impallidì vedendosi cadere la ragazza tra le braccia, svenuta.
«Merda»

 

*********

 

Circa un’ora prima, Sala Grande.
«Dieci punti in meno a Serpeverde, Zabini, per un comportamento irriverente nei confronti dei compagni di scuola!» sentenziò vendicativa.
«Venti punti in meno a Grifondoro, Granger, per l’assoluta mancanza di dignità e contegno da parte di Weasley!» replicò Blaise con un ghigno.
Ron aprì la bocca per protestare ma Hermione lo anticipò.
«Venti punti in meno a Serpeverde per abuso di posizione di Caposcuola per perseverare nei propri pregiudizi contro una famiglia rispettabile!»
«Perché tu non stai abusando del tuo ruolo, Granger, vero?» la derise il moro mentre i suoi pensieri prendevano un corso decisamente più piacevole rispetto a un certo termine usato dalla Grifondoro.
«Io mi limito a togliere punti per ciò che vedo, Zabini, non per ciò che credo»
«Allora guarda questo» decise Blaise.
Si chinò in avanti e avvolse un braccio attorno alle cosce di Hermione che sgranò gli occhi inorridita, sbilanciandosi in avanti per lo spavento; ma così il ragazzo fu facilitato e gli bastò fare forza sulle gambe per caricarsela in spalla.
La giovane urlò attirando anche l’attenzione degli insegnanti.
«Signor Zabini, metta subito a terra la signorina Granger!» strepitò la professoressa McGranitt alzandosi in piedi sconvolta e stringendo tra le dita sottili ma forti il braccio del professor Silente.
Ma Blaise la ignorò deliberatamente, e dopo una breve occhiata d’intesa a Draco e Theodore, si diresse a passo spedito verso il portone della Sala Grande.
«Zabini, ti ordino di mettermi subito giù! SUBITO!» urlò Hermione dimenandosi come un’anguilla tra le sue braccia e tirandogli pugni sulla schiena a intervalli regolari – più o meno ogni mezzo secondo – con tutta la forza che aveva.
«Granger, non riusciresti a fare male nemmeno a un vecchio scarabeo in quel modo, quindi finiscila: mi stai sgualcendo la camicia» rispose con sufficienza Blaise, alzando la spalla su cui aveva appoggiato la ragazza per sistemarla meglio mentre usciva dalla Sala Grande sotto gli occhi sbarrati di tutti e avviandosi verso le scale.
«Almeno potresti gentilmente mettermi giù Zabini? Mi sta venendo il mal di mare, qui sopra!» sbottò la Caposcuola dopo aver fatto violenza su se stessa per fermare le proprie mani.
«Se tu stessi ferma»
«Se tu imparassi a camminare in linea retta» lo rimbeccò lei stizzita.
Il giovane sospirò teatralmente e strinse la presa sulla coscia su cui teneva la mano.
«ZABINI!» strillò l’aquila sulla sua spalla.
«Sì Granger?» ghignò lui senza degnarsi nemmeno di soffocare la mezza risata musicale che gli era venuta fuori.
Hermione si irrigidì a quel suono ma riprese subito a prendergli a pugni la schiena.
«Non. Ti. Azzardare. A. toccarmi. Di. Nuovo. Chiaro?!» sottolineò ogni parola con un colpo.
Blaise sorrise malizioso imboccando lo scalone per il primo piano.
«Davvero, non credo che dirai così quando ti avrò toccata nei punti giusti» disse con voce studiatamente roca.
Oh santa Morgana! Circe, protettrice delle streghe innamorate(8), ti prego fa che non intenda quello che penso voglia dire! pensò la ragazza arrossendo furiosamente. Poi riprese a dimenarsi con maggior vigore.
«Zabini, ti ordino di mettermi immediatamente a terra! Ora! Oh, dov’è la mia bacchetta?» chiese tentando di sollevarsi dalla sua spalla per cercare la propria arma.
«Non lo so» rispose la serpe con un ghigno degno di Salazar.
«Zabini, voglio la mia bacchetta!»
«Non preferiresti un’altra bacchetta?» chiese ammiccante.
«Zabini! Piantala!» urlò imbarazzata la Grifondoro, diventando ancora più rossa in viso.
Il giovane si lasciò andare ad un’altra risata più lunga della precedente e cominciò a salire le scale per il secondo piano.
«Puoi dirmi dove stiamo andando?» domandò lei sempre più preoccupata: voleva forse buttarla giù dalla Torre di Astronomia?!
«Lo scoprirai presto piccola Granger» ghignò la serpe.
«Zabini, ti ordino di dirmi dove mi stai portando!» esplose la Caposcuola a quell’ennesimo rifiuto.
«Così potrai urlarlo ai quattro venti e verranno a soccorrerti? Neanche morto!»
«Sei già morto, Zabini, ti ucciderò con le mie mani non appena mi avrai fatto scendere da qui!» lo minacciò Hermione, furiosa.
«Sai Granger? Non l’avrei mai detto, ma hai un senso dell’umorismo un tantino macabro. E pensare che tutti ti credono la perfetta e innocua Grifondoro» la derise Blaise, incurante dei colpi che avevano ricominciato a piovere sulla sua schiena.
«Te la do io la innocua Grifondoro!»
«È proprio quello che voglio Gran... maledizione!» imprecò il ragazzo bloccandosi a metà della rampa tra il secondo e il terzo piano dopo aver guardato verso il basso.
Prese a correre sulle scale e si rifugiò in una piccola stanzetta sulla destra appena in cima ai gradini. Fece scendere Hermione dalla sua spalla e la schiacciò contro il muro, trattenendo i suoi polsi tra le mani per evitare che tornasse violenta e gli tirasse un pugno, mentre lei era ancora ammutolita per quell’improvviso cambiamento.
«Che succede Zabini, era questo il meraviglioso posto segreto in cui volevi portarmi?» chiese scettica dopo essersi ripresa.
«Non essere ridicola, Granger, è solo che i tuoi amichetti stavano salendo le scale come furie e potevano raggiungerci. Non è che tu sia una piuma, sai?» la informò lui, guardandola negli occhi.
«I miei...ROOOmmffp!» cominciò a urlare quando capì cosa le avesse detto, ma venne subito bloccata dalla bocca del moro che chiuse prontamente la sua.
Hermione sgranò gli occhi e guardò quelli blu del Serpeverde davanti a lei.
Ma allora è un vizio! pensò stizzita e cominciando ad agitarsi per liberare le proprie labbra dalla loro morbida prigione.
Blaise, esasperato, sospirò piano sulla sua bocca e si scostò di un soffio. Ma, non appena la ragazza smise di muoversi guardandolo stupita, riprese possesso delle sue labbra ora socchiuse, facendo aderire il proprio corpo a quello di lei e intrecciando le loro dita. E chiuse gli occhi, Blaise, mentre le mordicchiava il labbro inferiore per farla sciogliere a quel contatto ripetuto, mentre sentiva il respiro caldo della Grifondoro sul viso, mentre saggiava le sue labbra vellutate e ne disegnava il contorno con la lingua.
«Blaise...» provò a dire la riccia.
Ma il giovane, sebbene sorpreso dal suo chiamarlo per nome, non si staccò da lei, continuando imperterrito a baciarla. Dopo qualche secondo, in cui lui provava a entrare con la lingua nella sua bocca e lei la teneva ostinatamente serrata, il Serpeverde si allontanò di pochi centimetri e la guardò interrogativo.
«Non urlerò se è questo che ti preoccupa, ma ti prego...ti prego! Sono fidanzata!» gli spiegò trattenendo le lacrime.
«Perché stai piangendo mentre mi dici questo?»
«Non sto piangendo» protestò Hermione distogliendo lo sguardo.
Blaise sciolse la stretta della mano destra e le prese il mento tra due dita riportandole la testa dritta di fronte al suo viso.
«Dimmelo, Granger. Perché piangi mentre dici di essere fidanzata?»
«Io... non lo so! Sono confusa Zabini, non prendertela con me»
«Allora spiegami dove sta la tua confusione, Granger. Magari in due riusciremo a capire cosa è successo» disse il ragazzo in tono serio, senza nemmeno l’ombra di un ghigno sulle labbra.
«Certo, perché non sei tu quello a confondermi, vero?» chiese sarcastica la riccia mordendosi la lingua l’istante dopo.
«Allora sono io il punto cruciale» sorrise soddisfatto lui «Ti potrei far comprendere molte cose, come l’attrazione che provi per me e quella quasi nulla verso il tuo ragazzo. Potrei dirti che non serve a niente stare con una persona che non vuoi o che non ti vuole...»
«Chi ti dice che Ron non mi voglia?!» esclamò Hermione, punta sul vivo.
«Sto parlando per ipotesi, Granger» sospirò.
«Be’, allora smettila di parlare e basta, Zabini, così non è che mi invogli a baciarti!»
Il ragazzo socchiuse gli occhi e ghignò.
«Chi ti dice che io voglia solo un bacio da te?»
La Grifondoro arrossì vistosamente e riprese a divincolarsi dalla sua presa.
«Lasciami, Zabini, lasciami!»
«Non mi costringere a chiuderti la bocca a modo mio, Granger, smettila di urlare» la zittì il moro spingendo il proprio corpo contro il suo.
Se possibile la giovane divenne ancora più rossa, ma si bloccò subito.
«Mi stai schiacciando!» protestò.
«Hai ragione, un letto sarebbe decisamene più comodo e morbido» le sussurrò Blaise, avvicinandosi al suo orecchio e prendendole il lobo per mordicchiarlo tra le labbra.
Hermione sentì i battiti del proprio cuore accelerare e chiuse gli occhi, in preda ai brividi che le scendevano lungo la schiena sentendo le labbra del Serpeverde liberare il lobo per baciare la pelle dietro l’orecchio e poi scendere sul collo fino alla spalla purtroppo coperta dalla camicetta della divisa.
Purtroppo?! No, dico Hermione, sei impazzita?! Dovrebbe essere “meno male che hai la camicia”, non purtroppo! pensò scandalizzata da se stessa. Ron, ricordati di Ron Weasley: capelli rossi, lentiggini, un sorriso che ti scalda il cuore, fisico niente male...Ron, il tuo ragazzo! Che non ti vuole costringere ad andare a letto con lui, sebbene ti voglia e te lo dimostri ogni volta che siete da soli, checché ne dicano gli altri!
La Caposcuola portò le mani sul petto del moro e fece forza spingendolo lontano dal proprio collo arrossato dai baci. Lui la guardò corrugando le sopracciglia.
«No, Blaise. Non voglio tradire di nuovo Ron» chiarì.
«Di nuovo? E chi è l’altro con cui l’avresti tradito?!» chiese lui, improvvisamente e irrazionalmente geloso.
«Con te! Quel lunedì sulla Torre di Astronomia!» gli ricordò lei, pensando che magari avesse preso un Bolide in testa nell’ultimo allenamento di Quidditch e si fosse scordato il motivo per cui lo aveva evitato come la peste durante il mese passato.
Il giovane sgranò gli occhi.
«Quel misero bacio tu lo chiami tradimento?!» domandò stupito.
«Misero...? Sì, Zabini» rispose seccata, tornando al cognome «Quel misero bacio, come lo chiami tu, è stato un tradimento! Magari abbiamo due concezioni diverse sul come tradire il proprio fidanzato, ma secondo me un bacio è pur sempre un tradimento, seppur viene considerato misero
E scivolò via da quello che aveva considerato un abbraccio ma che a quanto pare per lui era una misera stretta possessiva.
Senza voltarsi indietro uscì da quello stanzino che poco prima, mentre la Serpe la baciava e lei non pensava ancora a Ron, le era sembrato così grande da contenere tutti i battiti del suo cuore agitato ma che a lui, probabilmente, era sempre sembrato misero. Così come sicuramente gli erano sembrati miseri i baci, misere le carezze, misera la sensazione dei loro corpi a stretto contatto.
Certo, lei non pensava che tutto fosse stato magnifico: lo stanzino era piccolo e squallido, poteva servire a delle scope ma non a delle persone, l’abbraccio in cui si era sentita avvolta era pieno solo del calore della passione, della voglia di lui che aveva sentito distintamente premere contro la sua coscia. I baci... non che quelli fossero baci veri certo, lei non aveva risposto!
Per fortuna! Direi che era anche il caso! le disse il suo cervello e lei non poté fare altro che dargli ragione.
Percorse il corridoio del terzo piano per arrivare alle scale che l’avrebbero portata alla Torre di Grifondoro riflettendo sul probabile posto in cui voleva portarla il Serpeverde ma la sua mente brillante giunse a una sola conclusione: Stanza delle Necessità, settimo piano. A meno che non volesse portarla in Biblioteca ma ci sarebbero stati troppi testimoni.
Stava per l’appunto passando davanti alla porta della Biblioteca(9) quando fu travolta da una furia rossa che ne usciva. I due ragazzi caddero rovinosamente a terra ed Hermione non poté trattenere una smorfia di dolore sentendo distintamente la pietra scontrarsi contro le sue ossa.
«Hermione!»
«Chiunque tu sia, va al diavolo! Ahia...» esclamò lei ad occhi chiusi, senza nemmeno guardare il proprietario del corpo che ora si stava togliendo da sopra il suo.
«Ehm...grazie Herm, però non è molto...carino da dire. Soprattutto a me» bisbigliò Ron, rosso in viso, inginocchiandosi al suo fianco e grattandosi la nuca imbarazzato.
La giovane sollevò le palpebre e vide gli occhi color del cielo del suo fidanzato che la guardava preoccupato. Arrossì.
«Oh Morgana, scusami Ron! Non volevo... non sapevo che fossi tu!» disse in fretta, mettendosi subito a sedere.
«Piano, hai preso una bella botta, non devi fare così veloce!» la bloccò lui, sorreggendola prontamente quando lei ebbe un leggero capogiro, perfettamente prevedibile.
Hermione sorrise arrossendo un po' di più.
«Grazie Ronald» sussurrò regalandogli una carezza sul viso, ora di un colore ancora più intenso dei suoi capelli.
«Oh, ehm... di nulla»
Per tutta risposta la Caposcuola si avvicinò alle sue labbra, lentamente, fino a sfiorarle in uno di quei tanti baci innocenti che si davano quando non erano soli. E seppe che in quel momento voleva solo un bacio come quello, un bacio dato a quelle labbra e non ad altre.
Fu Ron ad accorgersi delle lacrime, dopo un bacio più salato dei precedenti.
«Hermione...?» disse riportandola alla realtà e accarezzandole le guance bagnate con le dita.
«Scusami... non preoccuparti, mi sono solo resa conto di una cosa» rispose la ragazza distogliendo lo sguardo e voltando il viso di lato per asciugarsi da sola gli occhi.
«Sei sicura di...»
«Sto bene, Ron. Ma che ci facevi in Biblioteca?» si ricordò stupita.
«Stavo cercando te! Zabini ti ha fatto qualcosa?» le chiese cupo.
«No, è tutto a posto, tranquillo. Non mi darà più fastidio»
«Avete duellato? A noi Silente l’ha proibito ma poi Ginny ha lanciato una Fattura Orcovolante a Malfoy e Nott e Harry l’ha mandata a parlare con il Preside. In quel momento sembrava la McGranitt, te lo giuro faceva paura!»
«Chi, Ginny?»
«No, Harry! Quando ha rimproverato Ginny!»
«Ma perché quei due hanno sempre qualcosa per litigare?!»
«Ah, siete qui! Aiutatemi!» esclamò Harry, sbucando fuori dalla Biblioteca con Hilary che levitava al suo fianco.
Hermione lo guardò inorridita.
«Che diavolo le hai fatto, Harry?!» strillò alzandosi velocemente e raggiungendolo.
«Io non ho fatto proprio niente, è svenuta dopo aver letto questo foglietto che stava dentro quel libro» si difese il Ragazzo Sopravvissuto porgendole la pergamena e indicando con un cenno del capo il volume che galleggiava accanto al corpo della ragazza.
«Andiamo in Sala Comune, non possiamo farci vedere con Hilary svenuta a mezz’aria! Muoviti Harry! Ron, andiamo!» disse la giovane afferrando il biglietto che l’amico le porgeva e cominciando a camminare senza degnarlo nemmeno di una breve occhiata.
Ci penserò dopo decise Ora dobbiamo capire cos’ha!
«Quindi non devo uccidere Zabini?» domandò costernato il rosso.
«Nessun omicidio, per favore! Andiamo!» ed affrettò il passo verso le scale che conducevano alla loro Torre, girandosi di tanto in tanto a controllare che il moro non avesse problemi con l’incantesimo di levitazione.
Arrivarono davanti al quadro della Signora Grassa piuttosto in fretta dopo aver evitato Nick-Quasi-Senza-Testa e la Dama Grigia passando per un passaggio dietro un arazzo.
«Siete dei ragazzacci, non sapete che le ragazze non vanno toccate nemmeno con un fiore?!» li rimproverò la donna nel quadro vedendo l’italiana priva di sensi.
«Carpe Diem» pronunciò la Caposcuola, ignorandola.
«Oh be’, diciamo che voi cogliete subito l’attimo, vero? Uomini! Una volta nessuno si sognava di Schiantare una donna per approfittare di lei» replicò la Signora Grassa indignata rivolgendosi a Harry e Ron, più imbarazzati che mai.
«Carpe Diem!» ripeté spazientita Hermione e con una smorfia infastidita il quadro balzò di lato mostrando l’ingresso della Sala Comune di Grifondoro.
«Muovetevi» ordinò brevemente la ragazza dirigendosi alle scale del dormitorio femminile.
«Herm...»
«...noi non possiamo salire, ricordi?»
«Oh, al diavolo, certo che potete salire!» ribatté irritata.
Puntò la bacchetta contro la scalinata e i gradini brillarono per un momento dopo il suo incantesimo non verbale.
«Ora è sicuro»
«Posso sapere che cosa diavolo è successo alla mia ragazza?!» esclamò una voce proveniente da una poltrona davanti al fuoco scoppiettante della Sala Comune.
 

 
 
 
 
 
 
 
SPAZIETTO PER L’AUTRICE
(1) Ivan Shaw: personaggio originale, ne detengo i diritti. Come avrete capito è uno degli ex insegnanti di Hilary nella scuola italiana; insegnava Arti Oscure, per questo è a conoscenza di tutte le potenzialità della pietra che Hilary gli ha sottratto. Popolava i suoi sogni e i suoi incubi perché nella scuola di Firenze i professori utilizzavano metodi poco “ortodossi” nell’insegnamento della loro materia. Le Arti Oscure sono oscure anche per questo, secondo me, strisciano verso di te e ti attaccano quando ne sei meno consapevole: e quale momento migliore se non il sonno? Voldemort, nei libri originali della Rowling, ha attaccato Harry sul piano personale mentre dormiva (L’Ordine della Fenice quando finge di aver catturato Sirius).
In ogni caso, per tornare al personaggio: età sui 22 anni, aveva cominciato a insegnare l’anno prima che Hilary arrivasse nella sua scuola. Certo, è un po' irrealistico che uno a 19 anni abbia già un posto come insegnante ma:
a) siamo in un contesto dove di reale non c’è nulla (purtroppo)
b) era un raccomandato puro ed era il migliore nella sua categoria. Quindi ragazze, fate viaggiare la fantasia! :)
Aspetto fisico: alto, muscoloso ma non troppo (intendiamoci: non come Krum, quello è uno scimmione, non mi piace per niente!), capelli neri abbastanza lunghi (ma non al livello di Charlie Weasley ovviamente) che gli ricadono sugli occhi azzurro ghiaccio (immagine classica del bel ragazzo con dei capelli in cui ci passeresti le mani 25 ore al giorno *__*).
Attenzione alla differenza tra gli occhi, di tutti i personaggi: a me importa parecchio degli sguardi che intercorrono tra i soggetti, l’avrete notato. Quindi un piccolo avvertimento:
  • Weasley: a parte Ginny, che li ha castani e non si sa bene perché, tutti i Weasley teoricamente hanno gli occhi azzurri. Ma io li definisco azzurro cielo, molto dolce per Ron e Fred <3
  • Harry: va be’, è un classico, lui li ha verdi!
  • Draco: grigi, scuri color tempesta o chiari, ma sempre grigi. Dipende dalla luce e dai sentimenti che li popolano.
  • Blaise: lui è il moro dagli occhi cobalto! (anche se tecnicamente dovrebbe essere di colore, ricordate che nella mia storia è un normalissimo ragazzo bianco. Ma proprio non ce lo vedevo Blaise di colore, non me lo sono mai immaginata così, e non è questione di razzismo, non mi permetterei mai! Ma ad esempio Angelina Johnson l’aveva descritta meglio e non ho fatto fatica a immaginarmela. Blaise praticamente non viene quasi nominato nei libri, quindi penso di essere giustificata!)
  • Hermione: occhi castani ma se illuminati sembrano dorati. Diciamo che okay, questo è un classico delle ff, mi sono adattata un po'.
  • Hilary: castano scuro. Puro e semplice castano scuro. E ricordate che il mio personaggio non è una top model, quindi se avevate questa idea mi spiace rovinarvela. L’avevo descritta approssimatamente nel secondo capitolo quando entra in Sala Grande la prima volta, vi copio la breve descrizione: “Mentre Silente parlava, dalla porta era entrata una ragazza alta sui diciassette anni, dalla corporatura snella ed elegante, il viso aperto in un mezzo sorriso quasi intimidito e i mossi capelli castani dai riflessi dorati, lunghi fino a metà schiena.” Snella non significa anoressica, significa normale. E poi per giocare a Quidditch deve poter avere qualche muscolo, quindi è uno “snella”-tonica, avete presente chi fa sport nel modo giusto, no? Ecco. Ma perché mi sto dilungando che ora mi tirate dietro il computer?! Mah, chi mi capisce è proprio bravo! ^^
In ogni caso prima di questa improvvisata stavo descrivendo il nostro bell’insegnante Ivan! Carattere: temibile. Come avrete notato Hilary è spaventata quando lo riconosce e non certo per la paura che possa riprendersi la pietra. Chissà cosa ha combinato il giovanotto quando ancora la nostra amica stava in Italia. Ah, ovviamente è innamorato della strega migliore dei corsi di Firenze, l’avrete capito. Quindi qualcosa di buono deve esserci in lui, o no?

(2) Naturalmente questo punto l’avete intuito: Hogwarts è a prova di Materializzazione eccetera, come può aver fatto Ivan a entrare in una scuola così ben protetta?! La risposta è semplice: magari con la magia nera! Ma chi lo sa.
(3) Sam: Samuel Coleridge, personaggio originale, ne detengo i diritti. Sarà presentato meglio più avanti dalla stessa Hilary.
(4) Giulia: Giulia Manfredi, personaggio originale, ne detengo i diritti. Anche lei sarà presentata meglio da Hilary.
(5) Ovviamente i nomi sono quelli di Ivan, Sam e Giulia ed è naturale che Hermione non sappia chi siano.
(6) “Erbe segrete e piante curative: come trovarle”: il libro è inventato, non credo esistano libri citati dalla Rowling con questo titolo, ma se qualcuno avesse più memoria di me, me lo faccia presente! :)
(7) Al primo anno, quando seguono il professor Raptor al terzo piano per trovare la Pietra Filosofale, dopo Fuffy cadono nella botola, dove c’è il Tranello del Diavolo. Se ricordate Hermione è l’unica a seguire le lezioni di Erbologia, quindi sa che il Tranello del Diavolo ha rifugge la luce del sole. Hilary, ovviamente, conosce l’incantesimo perché è una Guardiana ma anche perché a Firenze avevano imparato gli incantesimi di base, non solo la magia oscura!
(8) “Circe, protettrice delle streghe innamorate”: premettendo che non so se nelle leggende o altro c’è una protettrice delle streghe innamorate, però Circe era innamorata di Ulisse. Quindi potrebbe anche starci! :)
(9) Non so bene su che piano possa essere la Biblioteca di Hogwarts, ma nella mia storia è al terzo.
 
Ragazze questa è una cosa veramente importante. C’è qualcuno di voi in grado di disegnare??? Perché sinceramente volevo inserire qualche immagine ma la mia tecnica deve essere un tantino migliorata e per ora so solo copiare i quadri, non inventare di sana pianta i disegni. Se c’è qualcuno di caritatevole che si vuole impegnare a rendere me felice e più bella questa storia con la sua vena artistica non ha che da contattarmi. Mi piacerebbe avere un disegno di Fred e Hilary, ma anche gli altri personaggi sono assolutamente graditi! :)
 
Ammetto che il capitolo è un pochino corto ma per ora ho preferito, sotto consiglio della mia betina Ila, interrompere qui e creare un po' di suspense! Siamo sadiche, ne siamo consapevoli XD
Sto già scrivendo l’ottavo capitolo e spero di riuscire a postare prima di partire per le vacanze! Chissà! :)
Bene, vi lascio, torno a studiare -.- me tapina, me misera, abbiate compassione di me! Sigh sigh sigh! Okay, mi ripiglio ora! XD
Ciao ciao! :)
AnnaWriter
   
 
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