~Un
Particolare In Più~
Capitolo
XXXV
Everybody makes mistakes {Happy
Christmas}
Alexis
Lily Potter si sentiva davvero uno schifo.
Il
che, ultimamente, non era una novità
per nessuno, figurarsi per lei stessa.
Il
tempo passava in fretta e, contemporaneamente, le giornate sembravano
non
trascorrere mai abbastanza velocemente.
L’agonia
che aumentava.
Il dolore che esplodeva.
L’indifferenza che indossava.
Natale
era arrivato senza che lei nemmeno se ne fosse resa davvero conto. Era
stata
Diamond a farglielo notare, quella stessa mattina, quando
l’aveva svegliata con
un sorrisone enorme e le aveva fatto gli auguri, prima di porgerle un
pacchetto
regalo.
Subito,
la cosa l’aveva fatta sentire terribilmente in imbarazzo,
perché lei non aveva
comprato regali per nessuno – non si era nemmeno accorta che
il 25 Dicembre era
già arrivato, come avrebbe potuto?
Diamond
non se l’era presa troppo e si era limitata a darle della
sbadata, ma non aveva
aggiunto altro, se non un’ insistente richiesta di aprire il
pacco che le aveva
regalato. Alexis aveva sorriso a disagio e poi aveva annuito appena,
scartando
la scatola verde brillante: all’interno c’erano un
paio di stupende scarpe
nere, con un tacco improponibilmente alto.
-
Se vuoi farmi un regalo…- le aveva detto Diamond, dopo
essersi lasciata
abbracciare – Indossale questa sera alla festa! –
Alexis
aveva corrugato la fronte, chinando il capo su di un lato.
-
Festa…?- si informò, sollevando un sopracciglio.
Diamond
sbuffò e scosse la testa, dandole una pacca sulla spalla.
-
Ma dove hai la testa, in questi giorni, Alexandra Black? – le
domandò
retoricamente e Alexis si ritrovò a pensare che avrebbe
voluto saperlo anche
lei – La festa di Natale! Silente l’ha annunciato
ieri sera a cena! Ricordi? –
Veramente
no, non se lo ricordava affatto, ma si limitò ad annuire
pensierosa, posando la
scatola delle scarpe sul letto.
Era
passata una settimana da quando aveva litigato con Harry e
dall’ultima volta in
cui aveva avuto una conversazione quasi civile con Draco. Aveva
lasciato la sua
camera da qualche giorno ormai, ma lui, stranamente, non le aveva detto
nulla.
Ormai,
quasi non si parlavano più.
“Adoro anche il profumo della
tua paura.”
Le aveva sussurrato, prima di quel
bacio mai saziato, che ancora aleggiava sulle sue labbra, bruciante
come
ghiaccio sulla pelle.
Poi, non si erano più rivolti parola,
semplicemente.
Probabilmente, si era ritrovata a
pensare Alexis, Draco si era stancato persino di giocare con lei e
aveva deciso
di rompere, definitivamente, ogni rapporto.
Il pensiero le faceva sempre mancare il
respiro e appesantire dolorosamente il petto.
Dopo tutto quello che aveva fatto, lo
aveva perso lo stesso…
-…non
ho forse ragione? –
La
voce contrariata di Diamond la fece tornare bruscamente alla
realtà.
Alexis
si voltò lentamente a scrutare l’amica, lo
sguardo, ancora vacuo, che cercava
di cancellare definitivamente brandelli di ricordi.
-
Che cosa? – le chiese, sforzandosi di focalizzare la sua
figura.
Diamond,
stretta ancora nella maglia enorme che portava al posto del pigiama, la
stava
guardando con le mani poggiate sui fianchi. Aveva
un’espressione decisamente
infastidita sul viso, ma dal momento che non aveva sentito una sola
parola di
quello che le aveva detto, non avrebbe saputo decifrare se fosse per
lei o per
altro.
-
Ma mi stai ascoltando? – sbuffò, prima di
avvicinarlesi e picchiettarle appena
le nocche sulla tempia sinistra – Toc. Toc.
C’è ancora qualcuno in casa? –
Alexis
socchiuse gli occhi e sospirò, mentre le scostava la mano e
le dava le spalle,
stringendosi le braccia al petto.
-
Piacerebbe saperlo anche a me…- mormorò,
più a se stessa che non a Diamond, che
si limitò a fissarla, accigliata.
-
Ehi…- le si avvicinò e le poggiò una
mano sulla spalla – Va tutto bene? –
Alexis
si sforzò di sorridere e si girò nuovamente ad
osservarla, annuendo piano.
-
Io…Sì, non preoccuparti. – disse
semplicemente, stringendosi nelle spalle –
Stavi dicendo? –
Diamond
la scrutò dubbiosa, poi scosse la testa e alzò
gli occhi al cielo.
Un
giorno o l’altro, Alexandra Black si
sarebbe fatta del male da sola, se lo sentiva.
Le
aveva sempre dato un po’ fastidio il fatto che non riuscisse
a confidarsi con
lei, come se non si fidasse abbastanza o non la ritenesse in grado di
custodire
un segreto o di consolarla, nonostante lei ci fosse sempre stata.
Ma
non l’avrebbe mai pregata di
raccontarle i suoi problemi: se Alexandra non voleva parlarne con lei,
non si
sarebbe di certo cruciata da sola.
Se non la riteneva abbastanza
importante da sfogarsi con lei, erano affari che, alla fine, non le
importavano
affatto.
Diamond
sollevò le sopracciglia con fare altezzoso e
spostò il peso del suo corpo tutto
sulla gamba destra.
-
Dicevo che trovo decisamente ingiusto che Silente ci abbia avvisati
della festa
con un solo giorno d’anticipo! – si
lamentò, dando l’impressione di non essersi
mai preoccupata per l’amica – Insomma, io devo pur
decidere che cosa mettermi,
no? –
Blaise
Zabini non era mai andato particolarmente d’accordo con
Diamond Cherin, ma
trovava che il suo disappunto sul poco preavviso dato per la festa che
si
sarebbe tenuta quella sera era decisamente giusto.
Avrebbe
passato tutta la mattinata a
scegliere il completo giusto da indossare.
Mentre
aveva trasformato la sua stanza in un esplosione di vestiti di ogni
sorta e li
scrutava tutti, indossandoli e osservandosi poi allo specchio, che
aveva
incantato perché gli desse pareri sinceri, qualcuno
bussò alla porta.
-
Chi è? – si informò con voce scocciata:
odiava essere interrotto nel bel mezzo
di una sfilata importante come quella che stava facendo in quel momento.
La
voce che rispose da dietro la porta era bassa e delicata e la riconobbe
immediatamente.
-
Sono Alexandra, posso entrare? –
Blaise
sorrise, ammirandosi allo specchio.
-
Vieni pure, ma stai attenta a dove metti i piedi una volta che sei
dentro. –
l’avvertì, mentre si sfilava la giacca azzurra e
ne infilava una nera,
sistemandosi il colletto.
Alexis
aprì piano e si infilò nella stanza, chiudendosi
poi la porta alle spalle.
-
Wow. – fu la prima cosa che disse, mentre guardava, stupita,
il trionfo d’abiti
sparsi ordinatamente per la stanza: c’erano interi completi
sul letto, camicie
sulla sedia e sulla scrivania, cravatte appese al baldacchino e scarpe
appaiate
sul pavimento. Il suo sguardo fu poi attirato dalla figura di Blaise,
che
adesso si stava rimirando in un completo verde bottiglia, tirandosi i
lembi
della giacca, che gli fasciava le spalle ampie in modo perfetto.
-
Ehilà, Alex! – la salutò, lanciandole
un’occhiata e un sorriso dal riflesso
nello specchio
-
Fammi un favore: portami la cravatta verde
trifoglio. –
Alexis
corrugò la fronte e annuì, avvicinandosi al letto
baldacchino, stando attenta a
non calpestare le numerose scarpe.
Le
cravatte erano divise per colori – ce ne saranno state almeno
una cinquantina
appese, tanto che Alexis si chiese cosa diavolo dovesse farcene -,
quindi si
avvicinò al cospicuo gruppo di quelle verdi, che differivano
solo per alcune
tonalità. Sinceramente, non avrebbe saputo decifrare quale
di quelle fosse verde trifoglio,
quindi, dopo averle
osservate per qualche secondo, ne prese una a caso.
-
No, no, non quella. – l’avvertì Blaise,
mentre si sistemava il colletto della
giacca – Hai preso la cravatta color verde
foresta. – le spiegò paziente.
Alexis
corrugò la fronte e scosse la testa, rimettendo a posto la
cravatta e
prendendone un’altra, ma ancora, Blaise la interruppe, prima
che potesse
tirarla giù.
-
No, quella è verde salvia.
– le si
avvicinò e, sollevando il braccio, prese la cravatta giusta
– Sei un disastro
con i colori, Black. – la schernì, meritandosi
un’occhiataccia a metà tra lo
scettico e il divertito.
-
Scusami tanto se non conosco la differenza tra verde
foresta e verde
trifoglio! – borbottò, imbronciando le
labbra. Avrebbe voluto sedersi e
incrociare le braccia al petto, ma fu costretta a fare solo la seconda
cosa,
perché il letto era cosparso di vestiti che, certamente, non
sarebbero dovuti
essere nemmeno sfiorati, figuriamoci stropicciati.
Blaise
ridacchiò e le diede un buffetto sulla guancia, rivolgendole
uno sguardo
intenerito.
-
Sai mettere una cravatta? – le domandò poi,
porgendole il sottile pezzo di
pregiata stoffa.
Alexis
annuì e gli passò la cravatta dietro al colletto
della camicia, poi prese a
fare il nodo.
-
Non ti sembra un po’ esagerato cominciare a prepararti?
– gli chiese divertita,
lanciandogli un’occhiata ammiccante dal basso –
Insomma, sono solo le nove del
mattino e la festa ci sarà almeno tra dodici ore!
–
Blaise
si strinse nelle spalle.
-
Ho avuto decisamente poco preavviso e ho bisogno di tempo per
raggiungere la
perfezione. – sogghignò, mentre Alexis finiva di
stringere la cravatta e gli
dava un colpetto scherzoso sulla spalla, scuotendo la testa.
Se
c’era una cosa che, ne era sicura,
non sarebbe mai cambiata, quello era Blaise Zabini.
-
Fatto. – annunciò semplicemente lei, arretrando di
un passo.
Blaise
si tirò appena i lembi della giacca e poi fece un giro
completo su se stesso,
fermandosi un secondo a rimirarsi nello specchio.
-
Allora, come sto? – domandò, scrutandosi con
un’occhiata critica.
-
Oltve ogni pvevisione,
Monsieuv Zabinì. –
Gracchiò
lo specchio, con voce femminile e altezzosa.
Alexis
dovette fare davvero uno sforzo enorme per non scoppiare a ridere
all’accento
francese dello specchio incantato.
Blaise,
invece, sembrava tutt’altro che divertito, mentre scuoteva il
capo contrariato,
lasciando ad alcune ciocche la possibilità di ricopirgli lo
sguardo; si ravvivò
i capelli con una mano, passandosi poi le dita sul viso, amareggiato.
-
Lo sapevo che il verde bottiglia per un completo non andava
bene…- mormorò
assorto, scrutandosi scettico. – Solo Oltre
ogni previsione, che delusione.-
Alexis
ridacchiò, portando una mano a coprirsi educatamente le
labbra. Gli si
avvicinò, comparendo al lato dello specchio, e gli
poggiò una mano sul braccio,
con affetto, guardandolo dal riflesso.
-
Per me sei Eccezionale. –
affermò
sorridendo – Non dar retta a questo specchio. –
-
Ehi! – protestò l’oggetto, con tono
indignato – Non vovvai
mica pavlave,
con quei capelli ovvibili che
ti…-
-
Finite Incantatem. – mormorò pigramente Blaise,
puntando la bacchetta sullo
specchio, che si spense immediatamente.
Si
voltò ad osservare Alexis e le rivolse un’occhiata
grata.
-
Grazie, principessa, le tue parole mi sono sempre di grande conforto.
– asserì.
La
ragazza annuì, facendogli un’occhiolino.
-
Sono qui pev questo, Monsieuv
Zabinì. – lo schernì,
imitando
lo specchio con un pessimo accento francese e ridacchiando divertita.
Blaise
scosse la testa e cominciò a sciogliere il nodo della
cravatta, pronto a
provare un nuovo completo.
-
Come va con Draco? – le chiese all’improvviso.
Un
tuffo al cuore.
Annegare nel dolore sordo che le
provocava anche solo sentire il Suo nome.
Alexis
si strinse nelle spalle, con non curanza, e si voltò,
improvvisamente
interessatissima ad una delle camicie bianche e inamidate accuratamente
riposte
sulla sedia.
-
Come al solito. – si limitò a rispondere, piatta.
Blaise
fissò quelle spalle esili contrarsi improvvisamente e un
sentimento, misto di
rabbia e dispiacere, lo costrinse a sbuffare infastidito, mentre si
toglieva la
giacca.
-
Non mi direte mai che cosa è successo, vero? –
esordì serio, slacciandosi i
polsini della camicia – Che cosa ha combinato, questa volta?
–
Alexis
sorrise appena, amara.
Per
una volta, non era assolutamente
colpa di Draco e ne era ben consapevole.
-
Ci stiamo solo prendendo una pausa di riflessione. – rispose,
allungando una
mano per lisciare la stoffa morbida delle camicie, con aria
innaturalmente
assorta.
-
E questa pausa a cosa porterà? –
Alexis
scosse la testa e si strinse nuovamente nelle spalle.
-
Magari lo sapessi…- sospirò, socchiudendo gli
occhi e prendendo un respiro
profondo.
Aveva
bisogno di aria per calmare il
suo cuore, uscito improvvisamente fuori controllo.
Blaise
lasciò cadere il discorso e si limitò a storcere
le labbra in una smorfia
contrariata, mentre faceva scivolare via la camicia e ne indossava
un’altra,
azzurrina.
Il
silenzio li avvolse per qualche istante, pesante e carico di tensione.
Senza
voltarsi a guardarlo, Alexis lo vide trafficare, con la coda
dell’occhio. Alla
fine, quando si accorse che la stava fissando, mentre le porgeva
qualcosa, si
voltò a guardarlo.
-
Buon Natale, Alexandra. – soffiò con un sorriso.
Alexis
lo osservò stupita e sentì gli occhi inumiderlesi
incontrollabilmente. Deglutì
e trattenne il respiro, mentre Blaise piegava il viso su di un lato e
le
avvicinava l’enorme scatola, sfiorandole poi il viso con una
carezza così
tenera da aiutarla a ricacciare indietro le lacrime.
-
Grazie…- mormorò, sforzandosi poi di sorridere a
sua volta – E buon Natale
anche a te, Blaise. – nuovamente, come le era successo con
Diamond, si sentì
terribilmente in imbarazzo e abbassò lo sguardo –
Io…Mi dispiace, ma…-
Blaise
scosse il capo e le posò l’indice sulle labbra,
prima che potesse continuare.
Aveva
già capito.
-
Tranquilla, va bene così, davvero. Vederti sorridere di
nuovo è già un regalo
abbastanza grande. – la rassicurò, lasciandole un
altro buffetto sulla guancia,
pronto ad asciugare la lacrima che, incontrollabile, le aveva sfiorato
il viso.
-
Grazie, Blaise. Non ti merito, davvero…- sussurrò
con un sospiro, abbassando il
capo e osservando l’enorme pacco che adesso stringeva tra le
braccia.
Non
meritava nessuno di loro.
Blaise.
Diamond.
Draco.
Harry…
-
Ehi. Tu meriti questo e molto altro, principessa. – le disse,
sollevandole il
mento e costringendola a guardarlo.
Le
rivolse un sorriso sincero, al quale lei non potè fare altro
che rispondere con
un altro sorriso bagnato dalle lacrime.
-
Su, su, non fare così ora. Vieni qui. – le
sussurrò, stringendola in un
abbraccio e facendole nascondere il viso contro la sua camicia.
Alexis
cercò di fare resistenza, poggiandogli le mani sul petto e
spingendolo appena.
-
Così ti macchierò la camicia! –
protestò, trattenendo un singhiozzo.
-
Sono pronto a sacrificarla. – asserì Blaise con un
sorrisino divertito e riuscì
a farla ridacchiare.
Si
allontanò da lui, asciugandosi le guance con i dorsi delle
mani; poi, Blaise le
fece posto sul letto, spostando i numerosi completi su di un lato.
Alexis si
sedette, l’enorme pacco sulle gambe.
-
Aprilo, sono curioso di vedere la tua espressione. –
sogghignò, gli occhi di
zaffiro che brillavano di un’aspettativa sinistra.
Alexis
gli lanciò un’occhiata in tralice.
-
Mi devo preoccupare? –
Blaise
ridacchiò e scosse il capo, facendole un cenno con la mano e
invitandola ad
aprire il pacco.
Alexis
tornò ad osservare il regalo e, lentamente, sfilò
l’enorme fiocco blu e aprì la
scatola: all’interno, compostamente ripiegato,
c’era uno splendido abito da
sera rosso.
-
Per Salazar…- mormorò stupita, tirandolo fuori e
distendendoselo davanti agli
occhi.
-
Esatto. – concordò Blaise, annuendo con un sorriso
soddisfatto.
-
E’ semplicemente…Wow. –
sussurrò, alzandosi in piedi per poterlo rimirare
meglio – Non ho parole, Blaise. Io…-
-
Dì solo che lo indosserai questa sera alla festa.- la
interruppe,
avvicinandolesi e prendendole il vestito dalle mani, per farglielo
osservare
meglio.
-
Alla festa…?- mormorò lei, improvvisamente
titubante.
Non
aveva molta voglia di andarci.
Non aveva il coraggio di affrontare
Draco ed Harry; o, più specificatamente, la loro
indifferenza, che doleva come
punture maligne e velenose.
-
Alla festa. – ripetè Blaise, osservandola
dall’alto con un’occhiata seria, che
non ammetteva repliche.
-
Blaise, io…- cominciò, ma lui non la
lasciò finire.
-
Me lo devi, Alexandra Black. Come regalo di Natale. – la
incastrò, ghignando
improvvisamente maligno – L’espressione
di Draco quando ti vedrà con questo vestito sarà
davvero il regalo più bello
che tu possa farmi. –
Le
feste ad Hogwarts erano sempre spettacolari, anche quando erano pochi
gli
studenti rimasti nella scuola e ancora di meno le ragioni per essere
felici e
festeggiare – Colin Canon era ancora in infermeria,
pietrificato, e a lui si
era aggiunto anche Justin Finch-Fletchey.
Eppure,
Silente riusciva sempre a trasformare umori grigi e malinconici in
sorrisi e
divertimento, grazie alle sue feste che avevano sempre qualcosa di
magico – e
non solo, ovviamente, grazie agli incantesimi.
La
Sala Grande era bellissima: tutto era stato ricoperto da un morbido
manto
bianco, alto qualche centimetro, che brillava sotto la luce soffusa
delle
decorazioni natalizie, degli abeti colorati e delle lampadine
fluorescenti; la
cosa particolare di quella distesa innevata era il fatto che, in
realtà, fosse
solo una montagna di zucchero finissimo e profumato.
L’enorme tavolo che, in quei giorni, occupava
il centro della Sala Grande e che si era sostituito ai soliti quattro
tavoli
della diverse case, era scomparso a sua volta, lasciando lo spazio per
la
solita pista da ballo improvvisata, nella quale già parecchi
studenti stavano
sfogando le proprie inibizioni al ritmo della musica che proveniva da
chissà
dove. Completavano quell’atmosfera natalizia gli enormi
bastoncini di zucchero,
a strisce bianche e rosse, che si innalzavano dal pavimento qua e
là e i
numerosi fiocchi che pendevano dal soffitto incantato, che mostrava una
notte
scura e innevata, semplicemente magica.
Draco
Malfoy se ne stava seduto ad uno dei rotondi tavolini ghirlandati,
insieme ad
una ragazza di cui nemmeno conosceva il nome e che continuava a
chiacchierare
ininterrottamente, fastidiosa e civettuola.
L’aveva
invitata solo per colpire
Alexis Potter, ma adesso, quella che la mattina gli era sembrata
un’ottima e
perfida idea, si stava rivelando una pessima scelta.
Draco Malfoy avrebbe dovuto imparare
dai suoi errori e ricordarsi più spesso che, nessuna, per
quanto bella e
attraente, era come lei.
L’aveva
osservata per tutta la serata, l’odio negli occhi.
Tutt’altro
nel cuore.
Rabbia.
Gelosia.
Amore.
Come sempre.
Se
ne stava lì, in piedi, a volte da sola, a volte in compagnia
di Diamond e
Blaise, e a volte circondata da ragazzi che non conosceva, ma che
avrebbe
voluto schiantare senza alcun ripensamento.
Era
semplicemente bellissima ai suoi
occhi e questo gliela faceva odiare ancora di più.
Nonostante il suo cuore fosse pieno di
altri sentimenti, decisamente.
Indossava
un vestito rosso, senza spalline, che metteva in risalto la pelle
bianca e
levigata del petto e delle braccia; era corto – anche troppo,
per i suoi gusti,
considerando il modo in cui gran parte dei maschi allungavano il collo
per
osservarla – e la fasciava in modo davvero perfetto, tanto
che sembrava essere
stato cucito apposta per lei. Ricadeva in piccole balze volteggianti,
con una
cintura nera che evidenziava la vita stretta, abbinata alle vertiginose
decolletè, che la slanciavano e la rendevano più
longilinea, nonostante in
realtà lei fosse piuttosto bassina.
Era
semplicemente deliziosa ed era
doloroso vederla sorridere in quel modo.
Il
viso risplendeva luminoso sotto le luci natalizie, fresco del sorriso
che
aleggiava sulle labbra di albicocca e che, decisamente, non era rivolto
a lui.
L’ennesimo
colpo al cuore.
I
capelli nerissimi erano stati raccolti in una lunga treccia che ora
scendeva su
di una spalla, contrastando in modo sublime con la pelle nivea.
Doveva
smetterla di guardarla.
Aveva
un fiore rosso sull’orecchio, intrecciato alle ciocche che,
dispettose,
avrebbero voluto incorniciarle il viso e scendere a sfiorarne le guance
rosee.
Esattamente
come premevano di fare le
sue dita, ora violentemente serrate intorno al calice che,
miracolosamente,
ancora non era andato in frantumi.
C’era
una decisa linea di eyeliner che le allungava gli occhi.
Quegli
occhi di smeraldo, incredibili,
che ora brillavano di divertimento alla battuta di uno dei gemelli
Weasley.
Dannati
Weasley, non sarebbero nemmeno dovuti essere ammessi ad Hogwarts,
esattamente
come quegli stupidi Sanguesporco che loro tanto amavano.
Sanguesporco
e Mezzosangue.
Proprio
come lei, deliziosa ai suoi
occhi.
Il suo peccato più intimo.
Che
razza di bastardo, il destino: far innamorare lui, un Malfoy, di una
sporca
Mezzosangue.
Una
Potter.
Una bugiarda.
Lo avrebbe volentieri preso a calci in
culo se solo avesse potuto.
Draco
Malfoy scosse la testa e si fece una violenza esagerata per
costringersi a
distogliere lo sguardo da lei. Si concentrò invece sulla sua
accompagnatrice,
una bella Serpeverde bruna, dagli occhi scuri e i tratti orientali. Le
rivolse
un sorriso strano, poi tese una mano e la invitò
silenziosamente a ballare.
Aveva
cercato di ignorarlo per tutta la serata, ma i suoi sforzi erano stati
decisamente inutili.
I
suoi occhi, attratti come sempre da
quella calamita invisibile, andavano a ricercare la sua figura tra la
folla.
Draco
Malfoy volteggiava sulla pista da ballo, tenendosi ben stretta tra le
braccia
una ragazza molto graziosa.
Storcere
la bocca in una smorfia, le
labbra ridotte ad una linea sottile.
Era
bello, come sempre: indossava un completo interamente bianco ed
estremamente
elegante, macchiato solo dalla camicia nera, appena aperta sul petto a
rivelare
la pelle dura, contro la quale le piaceva sempre appoggiarsi.
E
dove, adesso, era un’altra testa
bruna ad appoggiarcisi.
Colpo al cuore, cattivo.
I
capelli biondi erano stati trattenuti dalla solito mano di gel, che
lasciava
scoperto il viso perfetto e metteva in risalto gli occhi grigi, seri e
impenetrabili.
Le
labbra peccaminose, che lei adorava sentire accarezzare le proprie, si
erano
ora avvicinate all’orecchio della Serpeverde sconosciuta e le
avevano
sussurrato qualcosa che l’aveva fatta ridere frivola.
Deglutire
e scuotere la testa.
Sospiro.
Alexis
Potter si strinse le braccia al petto, obbligandosi a voltarsi e a dare
le spalle
a quella scena che, lentamente, la stava consumando
dall’interno.
Un
fuoco pigro e dannato.
-
Idiota. – affermò qualcuno alle sue spalle, ma lei
non ebbe bisogno di girarsi
per vedere chi fosse. – Deficiente. Coglione. Imbecille.
Stronzo. Bastardo. – aggiunse,
con una serie di altri epiteti coloriti e imprecazioni sibilate.
Tutte
rivolte ad una sola persone, che
adesso aveva appena sfiorato le guance della bruna attraente, che
teneva tra le
braccia, con le labbra.
Occhi di ghiaccio fissati, però, su di una
schiena bianca, lasciata scoperta dal vestito rosso.
Rosso sangue.
Rabbia.
-
Lo ammazzo. Gli spacco la faccia. –
Alexis
si girò quel tanto che le bastava per poter osservare Blaise
Zabini, accanto a
lei, incenerire con lo sguardo quello che si presumeva essere il suo
migliore
amico.
Un
migliore amico decisamente ottuso.
Alla
fine, dopo un’intera giornata passata a scegliere
l’abito più adatto, aveva
indossato un completo blu scuro, che metteva in risalto lo sguardo
incredibile
e gli fasciava perfettamente le spalle larghe.
Blaise
Zabini era davvero bellissimo.
Probabilmente,
se non fosse stata perdutamente innamorata di Draco Malfoy, il moro
Serpeverde
le sarebbe piaciuto.
Ma
a chi non piaceva, in fondo?
Bello, spavaldo, spiritoso e gentile.
Il ragazzo perfetto.
Non proprio il ragazzo perfetto di cui
innamorarsi, visto che era un donnaiolo perso e un narcisista
irrecuperabile.
Ma, forse, decisamente migliore di
quello stronzo, bastardo, vendicativo e rabbioso di Malfoy.
No.
Decisamente no.
Alexis
sorrise amaramente tra sé e sé a quei pensieri,
ritrovandosi ad ammettere che,
nonostante tutto, lei avrebbe preferito sempre Draco Malfoy a Blaise
Zabini.
Sempre.
Alzò
una mano e la posò sul braccio del moro, catturando la sua
attenzione.
-
Non è necessario, davvero. – gli disse, riferita
alle affermazioni poco
precedenti.
Blaise,
stranamente non circondato dal gruppo di fan, decimate dalle vacanze
natalizie,
le rivolse un’occhiata strana dall’alto.
-
E’ uno stronzo. – sentenziò ancora,
duro, e lei si strinse nelle spalle e
sorrise appena, scuotendo la testa.
Blaise
sospirò e socchiuse gli occhi, accarezzandole il viso con la
punta delle dita.
-
Non capisce un cazzo, davvero. Sei bellissima. – le
sussurrò, avvicinandosi per
stamparle un bacio sulle fronte.
Alexis
sorrise, lasciandosi stringere da quell’abbraccio confortante.
-
Grazie, Blaise. Davvero. – mormorò, abbandonando
il capo sulla sua spalla.
Lui
la tenne stretta per un po’, poi sciolse
l’abbraccio e la prese per mano.
-
Andiamo a ballare: sono sicuro che verrà divorato dalla
gelosia vedendoti
stretta tra…-
Esordì,
ma Alexis scosse la testa e gli poggiò la mano libera sul
petto, spingendolo
delicatamente per allontanarsi.
-
No, Blaise…- lo interruppe, abbassando lo sguardo
– Non mi va. – sospirò,
sciogliendo anche la presa della sua mano –
Io…E’ meglio che vada, non me la
sento di restare ancora qui. – aggiunse, allontanandosi di un
passo.
Blaise
la guardò dall’alto con espressione contrariata.
-
Ma… - cercò di fermarla.
-
Starò bene, Blaise, davvero. Ho solo bisogno di stare un
po’ da sola. – gli
sorrise e gli posò entrambe le mani sulle spalle,
sollevandosi poi sulla punta
dei piedi per depositargli un bacio delicato sulla guancia –
Grazie. – mormorò,
prima di scoccargli un ultimo sguardo grato e di allontanarsi.
Blaise
sospirò e si passò una mano tra i capelli,
innervosito.
Draco
Malfoy era un vero coglione.
L’aveva
osservata per tutto il tempo, abbracciarsi e scambiarsi baci affettuosi
con
Blaise.
Odio.
Aveva
stretto di più la giovane che teneva tra le braccia e
l’aveva fatta volteggiare
nel più sensuale dei modi, ma Alexis non gli aveva
più rivolto nemmeno uno
sguardo.
E
ora, dopo aver salutato Zabini, si stava allontanando tra la folla,
fino a
scomparire dalla sua vista.
Draco
Malfoy lasciò andare la sua
accompagnatrice, lasciandola da sola al centro della pista.
Si faceva schifo.
Anche
lei avrebbe desiderato non
esserci.
Per passare il Natale con Sirius,
magari.
Scosse
la testa, per scacciare quei pensieri, e si diresse verso
l’uscita, decisa a
rintanarsi in camera, dove sarebbe potuta stare definitivamente sola
con i suoi
pensieri. Aveva quasi raggiunto l’enorme porta, quando
qualcuno le sfiorò
delicatamente il braccio nudo, prima di agguantarlo con una presa salda
e
gentile, che la costrinse a fermarsi. Contrariata, Alexis si
voltò e spalancò
gli occhi quando riuscì a vedere il volto di colui che
l’aveva afferrata.
-
Harry…- sussurrò, improvvisamente atterrita.
Il
fratello le rivolse un’occhiata strana da dietro le lenti.
Un
misto di amarezza e dolcezza che le
fece male al cuore.
Rimasero
a fissarsi per qualche istante, le dita di lui che le si stringevano
appena
sopra il gomito.
-
Balla con me. – le disse secco.
Alexis
lo fissò indecisa, passando a guardare prima un occhio e poi
l’altro. Si morse
il labbro inferiore, pensierosa, poi socchiuse gli occhi e scosse la
testa,
cercando di districarsi dalla sua presa per allontanarsi e andare via.
Non
ce la faceva ad affrontarlo quella
sera.
-
No, Harry…Io non…-
-
Solo un ballo. – la interruppe, agguantandola di nuovo e
abbassando appena il
viso, in modo tale che lei fosse costretta ad osservare solo quelle
iridi
spaventosamente uguali alle sue.
Alexis
deglutì e storse le labbra, poi scosse nuovamente la testa,
cercando di
mostrarsi decisa, ma lui la precedette, impedendole di aggiungere
qualcosa.
-
Mi hai detto di non rivolgerti più parola: si puo’
ballare anche in silenzio. –
sentenziò, con espressione dura, che sembrava non ammettere
repliche.
L’ennesimo
colpo al cuore della serata.
Perché suo fratello voleva avere ancora
a che fare con lei, dopo le cose orribili che gli aveva detto?
Alexis
sospirò e lo fissò indecisa, poi socchiuse gli
occhi e annuì appena.
-
Solo un ballo, Harry. – concesse arrendevole.
Harry
annuì a sua volta, mostrandole il primo sorriso luminoso
della serata, e poi la
trascinò al centro della pista da ballo dove, dopo averla
stretta delicatamente
tra le braccia, cominciarano a danzare.
Blaise,
seduto su di una poltrona, accerchiato da qualche ragazza che lo
fissava
sognante, gli rivolse un’occhiata di sufficienza, prima di
voltarsi e tornare a
parlare con le sue piccole gioie su
quanto tempo ci avesse messo per scegliere quel vestito che, a parar
loro, gli
stava davvero divinamente.
Draco
distolse lo sguardo dai due fratelli Potter, che ora ballavano in mezzo
alla
Sala, per posarlo sulla mano, che ora, sanguinante e appiccicosa,
tremava
appena.
E
di certo non solo per il dolore.
Chiuse
gli occhi e prese un profondo respiro, mentre una bella Corvonero del
terzo
anno, che aveva cercato di rimorchiarlo, si allontanava inorridita.
Estrasse la
bacchetta, che teneva nel taschino interno della giacca bianca, e se la
puntò
sul palmo: un piccolo incantesimo e la pelle tornò candida e
priva di ferite.
Santa
donna sua madre, che quando era
piccolo gli aveva insegnato come curare i tagli lievi che era solito
farsi
sulle ginocchia un giorno sì e l’altro pure.
Draco
ripose la bacchetta e il suo sguardo si puntò nuovamente
sulla coppia felice,
che volteggiava elegante davanti ai suoi occhi.
Un
nervo bianco gli increspò la guancia
e una luce arrabbiata gli colorò le iridi grigie.
Odio.
Ma verso chi, davvero?
Lui, la risposta, la conosceva fin
troppo bene.
Meditò
sul da farsi, poi si alzò dal divanetto, deciso ad
interrompere quel momento
gioioso che tanto lo stava facendo corrodere all’interno.
Fuoco
lento e pigro, che brucia
nell’anima.
Le
sembrava così strano starsene lì, stretta tra le
braccia di suo fratello, che
l’abbracciava delicato all’altezza della vita,
senza osare fare altro. Nemmeno
la guardava, mentre se ne stava poggiato con il mento sopra la sua
testa, gli
occhi verdi, che lei non poteva vedere, ma che immaginava essere
assorti in
chissà quali pensieri, puntati su di un orizzonte lontano e
immaginario. Si
ritrovò a sospirare appena ed Harry la strinse un
po’ di più, facendole
poggiare il viso sulla sua spalla. Alexis sorrise e
abbandonò il capo contro il
fratello, chiudendo gli occhi e beneficiando del suo calore, davvero
piacere
contro la pelle fresca del suo viso.
C’era
una bella canzone, che accompagnava i loro movimenti, e Alexis si
ritrovò a
pensare che quella melodia delicata e quelle parole fossero
dannatamente adatte
a lei.
“I'm
so scared that the way I feel,
Is written all over my face
When you walk into the room,
I wanna find a hiding place.
We used to laugh, we used
to hug, the way that old
friends do.
But now a smile and a touch
of your hand,
Just makes me come unglued.
Such a contridiction, do I
lie or tell the truth.
So complicated, I'm so
frustrated.
I wanna hold you close, I
wanna push you away,
I wanna make you go, I
wanna make you stay.
Should I say it.
Oh, I want you to know.
But
then again I don't. It's so
complicated.”
“Sono così
spaventata che il modo in cui mi sento
Sia
scritto
sulla mia faccia
Quando tu
entri nella stanza
Vorrei solo
trovare un posto dove nascondermi.
Siamo soliti
ridere, abbracciarci, come fanno dei vecchi amici.
Ma ora tu
sorridi e mi sfiori la mano,
E questo mi
fa allontanare.
E’ una tale
contraddizione, dovrei mentirti o dirti la verità?
E’ così
complicato, sono così frustrata
Vorrei
tenerti vicino, vorrei mandarti lontano
Vorrei
lasciarti andare, vorrei che restassi.
Dovrei
dirtelo.
Vorrei che
tu lo sapessi.
Ma alla fine
non lo ce faccio. E’ così complicato.”
Parole
perfette, come se qualcuno le avesse letto nel pensiero e avesse deciso
di
aiutarla ad esprimersi. Avrebbe voluto alzare il viso di scatto,
guardare Harry
negli occhi, prendergli le guance tra le mani e dirgli di ascoltare
bene quelle
parole, perché raccontavano tutta quella verità
che lei non era in grado di
dirgli.
Paura.
Indecisione.
Vigliaccheria.
Malessere.
Alexis
sospirò ancora e alzò le mani per stringerle
intorno alla vita di Harry, come
se aggrapparsi a lui e a quel momento sarebbe servito a darle la forza
necessaria per confessare.
Coraggio.
Aprì
le labbra, indecisa, ma poi si limitò a sussurrare poche
semplici parole.
- Should I say it. Oh, I want you
to know. But
then again I don't. It's so
complicated.-
Blaise
Zabini si era alzato dalla poltrona rossa – considerando che
stonava
decisamente con il suo completo blu notte – e aveva preceduto
quell’idiota del suo
migliore amico, prima che
avesse la possibilità di fare qualche altra stronzata
e rovinare la serata di Alexandra Black, ora finalmente sorridente tra
le
braccia di quello scemo di Potter,
che gongolava quasi, sognante.
Contenti
loro.
Gli
si era messo davanti, sbarrandogli la strada, e Draco lo aveva guardato
con
espressione confusa, l’ira che deturpava ancora la guancia
destra.
-
Che cosa vuoi, Blaise? Non è proprio aria. –
Zabini
non si scompose minimamente, limitandosi ad incrociare le braccia al
petto.
-
Non ti permetterò di rovinarle anche questa serata.
– sentenziò serio,
scoccandogli un’occhiata densa di significato.
Malfoy
sollevò un sopracciglio e gli rivolse uno sguardo strano.
Era
un misto di interdizione e rabbia,
che gli bruciava quasi le iridi.
-
Non ho idea di cosa tu stia parlando. – rispose innocente e
si accinse a
superarlo.
Blaise
scosse la testa e si spostò, impedendogli di sfuggirgli.
-
Sai benissimo di cosa sto parlando. – affermò duro.
Draco
aprì le labbra, indignato, e storse il naso in una smorfia.
-
Togliti dalle palle, Blaise. – gli intimò,
avanzando di un passo e scoccandogli
un’occhiata minacciosa.
Il
moro lo osservò dall’alto, impassibile.
-
No. – rispose semplicemente.
Draco
era visibilmente spiazzato, come se qualcuno gli avesse appena rivelato
che
Salazar Serpeverde era l’amante segreto di Godric Grifondoro.
-
Blaise, è l’ultima volta che te lo dico: levati
dal cazzo. – ruggì quasi e fece
per superarlo di nuovo, ma Zabini allungò una mano e gliela
premette sulla
spalla, spingendolo indietro con decisione.
Malfoy
barcollò appena e l’espressione disorientata che
assunse il suo viso venne
immediatamente sostituita dalla rabbia più nera. Prese un
profondo respiro e
cercò di calmarsi, altrimenti avrebbe potuto benissimo
spaccare la bella faccia
di Blaise con un pugno dritto lungo il suo naso perfetto. Quando
riaprì gli
occhi, per puntarli su quelli del suo presunto migliore amico, il suo
viso e le
sue mani erano nuovamente rilassate, ma le iridi promettevano tutto
tranne che
calma.
-
E’ la mia ragazza. – sibilò,
avvicinandoglisi nuovamente, tanto che i loro nasi
quasi si sfioravano, mentre si lanciavano occhiate minacciose e scure.
Blaise
ghignò cattivo e sollevò un sopracciglio.
-
Ma davvero? – lo schernì, arricciando le labbra
– Te ne ricordi solo quando ti
fa comodo, Malfoy? –
Draco
barcollò all’indietro, come se Blaise lo avesse
colpito di nuovo, anche se in
realtà quello non si era mosso di un millimetro. Lo
fissò interdetto, poi
allargò le narici e i suoi occhi si accesero di una luce
pericolosa. Con un
solo lungo passo, gli si avvicinò di nuovo e lo
agguantò per il colletto della
giacca, costringendolo a farglisi più vicino.
-
Non parlare di cose che non capisci. – gli intimò
serio, sputando le parole con
tono controllato.
Blaise
lo fissò negli occhi, decisamente stufo.
Draco
era il suo migliore amico ma era
anche un ragazzino.
Aveva decisamente bisogno che qualcuno
gli desse una lezione.
E perché quella lezione non fosse
troppo umiliante, forse doveva subirla proprio da lui, Blaise Zabini.
Il
moro ghignò sprezzante, senza allontanarsi.
-
Ah sì? Altrimenti che fai, vai a piagnucolare da tuo padre?
– gli sibilò
cattivo – Mi sembrava di averti già detto che con
i soldi non si può compr…- ma
non fece in tempo a concludere la frase.
Draco
Malfoy, inaspettatamente, aveva tirato il capo all’indietro e
poi lo aveva
colpito con una testata.
La
canzone era appena finita e Alexis si era districata
dall’abbraccio di Harry,
guardandolo dal basso un sorrisino appena. Era pronta ad andare via,
perché non
ce la faceva davvero più.
Il
suo cuore le gridava di restare con
lui e di dirgli tutta la verità.
La mente invece la ammoniva di
allontanarsi, prima che avesse potuto fare qualcosa di cui si sarebbe
irrimediabilmente pentita.
Non
fece in tempo nemmeno a formulare un saluto dignitoso, che la sua
attenzione
venne attirata da un suono sordo e da respiri trattenuti; poi grida
soffocate e
urletti isterici.
Alexis
corrugò la fronte e, poggiando una mano sul braccio che
Harry ancora le
stringeva attorno alla vita, si sporse appena oltre di lui.
Quello
che vide, le gelò il sangue
nelle vene.
Un
gruppo di studenti erano radunati nell’angolo dei divani e
osservavano la scena
preoccupati e scioccati almeno quanto lei.
Draco
Malfoy appena tirato una capocciata a Blaise Zabini, che era
indietreggiato,
barcollando e tenendosi la fronte con una mano, gli occhi contratti per
il
dolore.
-
Oh mio Dio…- sussurrò Alexis, spalancando gli
occhi preoccupati sul viso adesso
atterrito.
Harry
si voltò a guardare la scena a sua volta: adesso Zabini era
partito alla
ribalta e aveva appena tirato un cazzotto dritto dritto sul naso lungo
di
Malfoy, che era stato costretto ad indietreggiare e a mulinare le
braccia per
non cadere con il sedere sul pavimento.
Sogghignò
divertito: se l’era meritato, quella maledetta serpe.
Alexis,
d’altra parte, non sembrava per niente divertita; era rimasta
immobile, lo
sguardo enorme fisso sui due che, adesso, aveva ripreso a spintonarsi.
Ma
che diavolo di fine facevano i
professori, ogni volta che servivano?
Alexis
si districò dall’abbraccio di Harry e fece per
correre da loro, ma il fratello
la trattenne, prendendola nuovamente per un braccio e costringendola a
voltarsi
di scatto.
-
Non andare. – gli disse, terribilmente serio –
Finirai solo per farti del male.
Lasciali sbrigare da soli le loro faccende. –
Alexis
lo fissò interdetta, poi corrugò le sopracciglia
e, con un gesto secco del
braccio, se lo scrollò di dosso.
-
No, Harry. Non cercare di fermarmi. – lo avvertì
decisa, poi gli diede le spalle
e, tacchi vertiginosi permettendo, corse dai due.
Chissà
perché era convinta di sapere il
motivo per il quale i due stavano litigando.
-
Fermi! Fermi! – urlò, quando fu abbastanza vicina
a loro perché potessero
sentirla.
Nessuno
dei due sembrò prestargli particolare attenzione, mentre si
davano un altro
violento spintone a vicenda, che li costringeva ad allontanarsi;
approfittando
della momentanea distanza, Alexis si mise in mezzo, allargando le
braccia fin
quasi a sfiorare i loro petti. Sia Blaise che Draco si fermarono, ma i
loro
sguardi non si posarono mai sulla figura della ragazza al centro,
rimasero
fissi gli uni negli altri, rabbiosi.
Alexis
lanciò un’occhiata prima al moro, poi al biondo,
smarrita e infastidita.
-
Si puo’ sapere che diavolo vi è preso? –
si informò alterata – Che state
facendo? –
Blaise
ghignò e una luce cattiva – come non gliene aveva
mai viste – gli attraversò lo
sguardo di zaffiro.
-
Mi accingo ad impartire una bella lezione al tuo cosiddetto
fidanzato. – disse semplicemente, con voce
incolore,
marcando le ultime parole.
Alexis
si voltò a lanciargli un’occhiata confusa,
entrambe le sopracciglia corrugate.
-
Se c’è qualcuno che sta per prendere un paio di
calci in culo, quello sei tu! –
rispose Draco, alterato, in un ringhio furibondo.
Alexis
voltò il capo di scatto per osservare il biondo: aveva gli
occhi ridotti a due
linee sottili, che brillavano di rabbia, e le guance appena rosate.
-
Ma davvero? – lo schernì Blaise – Sei
solo un chiacchierone o hai intenzione di
concretizzare le tue minacce? – lo provocò,
avanzando di un passo, tanto che la
mano ancora sollevata di Alexis gli si posò automaticamente
sul petto.
-
Blaise! – lo riprese, scioccata, lanciandogli
un’occhiata degli enormi occhi
spalancati dal basso.
-
Vieni qui e te lo dimostro. – rispose a tono Draco, facendo
un passo in avanti
a sua volta, minaccioso.
Adesso,
anche la mano destra di Alexis si posava su di un petto: quello di
Draco
Malfoy.
-
Adesso basta! - li
ammonì stanca,
facendo pressione su entrambe le braccia per costringerli ad
allontanarsi;
mettendoci tutta la forza che possedeva, riuscì a spostarli
appena,
costringendoli ad indietreggiare di un passo. Poi, si voltò
verso Blaise, dando
la schiena a Malfoy – Tutto questo non mi sembra necessario.
– aggiunse seria.
Blaise
abbassò il capo e i suoi occhi scuri si fissarono in quelli
angosciati e
arrabbiati della ragazza.
-
Io invece ritengo che sia necessario eccome. –
replicò duro – Il tuo ragazzo è
un coglione e tu lo sai bene, Black. – aggiunse, tornando a
guardare Draco
oltre le sue spalle.
Alexis
potè sentire Malfoy avvicinarsi minaccioso,
perché era quasi come se un’aura di
potere si fosse mossa con lui, calda e opprimente, e adesso le sfiorava
la
schiena, intimidatoria.
-
Adesso mi hai rotto il cazzo. – soffiò infatti
Draco, con un sibillo
controllato.
-
Smettetela, tutti e due! – esplose alla fine lei, esasperata,
poi si voltò di
nuovo a lanciare un’occhiataccia a Zabini –
Vattene, Blaise. – gli ordinò con
un gesto secco della mano, che gli indicava la Sala.
Blaise
la guardò per qualche istante, poi sbuffò e si
passò una mano tra i capelli, ma
questa volta nessuna delle ragazzine che gli giravano attorno
solitamente si
azzardò ad emettere anche solo un sospiro.
Era
calato il silenzio e tutti gli
occhi della Sala erano puntati su di loro.
-
D’accordo. – assentì Blaise, facendo una
smorfia sprezzante con le labbra e
lanciando un’occhiataccia in direzione di Draco –
Sei fortunato che sia
intervenuta lei a parare il tuo prezioso culo, altrimenti a
quest’ora sarebbe
stato ripetutamente sbattuto sul pavimento. –
-
Adesso ti ammazzo. – promise Malfoy e fece per superare
Alexis, che però si
voltò e gli poggiò entrambe le mani sul petto,
fermandolo.
-
Draco, no! – poi si girò nuovamente verso Blaise,
gli occhi ridotti a due
fessure – Vattene. Adesso. – gli ringhiò
contro.
Blaise
la considerò con un’occhiata strana, poi diede
loro le spalle e si allontanò.
Alexis
lo fissò, fino a quando non scomparve tra la folla di
studenti, che ricominciò
a muoversi lentamente, lasciando ai due la loro meritata privacy.
Sospirò e
chiuse gli occhi, cercando di calmarsi, poi abbassò entrambe
le mani, levandole
dal petto di Draco, che non disse nulla e si limitò a
fissarla dall’alto,
l’espressione del viso improvvisamente vuota quando lei
sollevò il capo per
poterlo osservare.
-
Che diamine stavate facendo? – gli domandò, con un
sospiro stanco.
Lui
la osservò impassibile, poi, senza rispondere,
sollevò la mano e fece per
sfiorarle il profilo del viso con la punta delle dita, con una carezza
alla
quale lei, però, si sottrasse bruscamente.
Dolore
bruciante sulle dita bianche e
sulla guancia rossa.
Alexis
lo guardò dal basso, gli occhi verdi lucidi di rabbia e
qualcos’altro di
indefinito, poi scosse la testa.
-
No. Non questa volta. – gli disse, prima di voltarsi e
allontanarsi,
lasciandolo da solo.
Era
uscita da una delle enormi finestre della Sala Grande e si era
ritrovata in un
balcone ampio, dalla forma semicircolare, che affacciava sul giardino.
Non
sapeva nemmeno che il castello fosse provvisto di terrazzi in
quell’area, ma
non le importava,
Voleva
solo prendere un po’ d’aria.
Se
ne stava affacciata oltre la ringhiera in marmo bianco, le braccia
intrecciate
sul corrimano e i capelli, stretti ormai in una treccia disfatta, che
sventolavano
sulla spalla.
Sentiva
freddo e testimoni ne erano quei piccoli brividi che le si annidavano
sulla
pelle bianca delle braccia, la parte maggiormente esposta a quel gelido
vento
invernale, che le sferzava il viso con colpi decisi e ben assestati che
spazzavano via le brevi scie tracciate dalle uniche lacrime che non era
riuscita a trattenere.
Non
avrebbe saputo dire quanto tempo fosse che se ne stava lì,
da sola. Non sapeva
neanche a che cosa avesse pensato per tutti quei lunghissimi minuti
– ammesso
che la sua mente fosse stata davvero attraversata da qualche nozione
completa e
coerente.
Rumori
di passi leggeri, alle sue spalle, la costrinsero a tornare alla
realtà, ma
Alexis non si mosse né diede segno di aver avverito la
presenza che, ora, le si
era avvicinata alle spalle. Qualcosa di caldo e morbido le avvolse le
spalle,
piacevole, e la sua schiena, irrigidita dal freddo, si
rilassò appena in
quell’odore famigliare e confortevole.
Pioggia.
Alexis
abbassò lo sguardo e si strinse nella giacca bianca,
chiudendosi i lembi con
entrambe le mani. Tuttavia, non si girò per osservare Draco
che, ora poteva
vederlo con la coda dell’occhio, si era poggiato a sua volta
contro la
ringhiera e osservava assorto l’orizzonte scuro della notte.
-
Come stai? – le domandò all’improvviso,
con voce delicata.
Alexis
strinse le labbra in una smorfia.
-
Te lo dico quando lo capisco. – mormorò
semplicemente, per poi sospirare e
girarsi, poggiando la schiena contro la ringhiera, senza mai guardarlo
in viso.
Draco
si limitò ad assentire con un verso pensieroso e non
aggiunse nulla.
Se
ne rimasero in silenzio per minuti che sembravano ore e ore che
sembravano
secondi labili e sfuggevoli. Muti, in quelle domande non pronunciate
che
aleggiavano sulle loro labbra. Zitti, in quei sentimenti che premevano
sul
cuore.
-
Mi dispiace. –
Due
semplici parole che, pronunciate da quelle labbra, erano decisamente
sorprendenti ed estremamente piacevoli.
Alexis
spalancò gli occhi, che brillarono verdi nel buio della
notte. Lentamente, si
girò a guardare Draco che, però, se ne rimase con
lo sguardo fisso
sull’orizzonte, l’espressione rilassata del viso
dava l’impressione che fosse
assorto in pensieri più complicati di lui.
Avrebbe
voluto sussurrare qualcosa, ma quando aprì le labbra per
parlare solo un
sospiro lasciò la sua gola. Rimase a fissarlo stupita, fino
a quando, con un
sorriso amaro, Draco non si voltò a guardarla a sua volta,
l’espressione
serena.
Il
suo cuore perse un battito e
singhiozzò rumoroso.
Sollevò
una mano e, lentamente, le sfiorò il viso con la punta delle
dita, delicato e,
questa volta, lei non fece nulla per sottrarsi a quella carezza.
Fortunatamente,
non avrebbe potuto
sopportare un altro rifiuto.
Si
guardarono negli occhi, semplicemente.
Grigio
nel verde.
Smeraldo nell’argento.
Nuvole e mare.
Poi,
sempre lentamente, come se avesse avuto paura che un movimento
più brusco
avesse potuto rovinare l’atmosfera strana che li circondava,
Draco Malfoy si
piegò leggermente, senza mai chiudere gli occhi. Le si
avvicinò tanto che la
condensa fredda dei loro respiri si confuse, creando piccole spirali
bianche
tra le loro bocche.
All’improvviso,
un piccolo tintinnio gioioso li costrinse ad alzare il viso:
magicamente, dal
cielo stellato, scese un piccolo ramoscello dai fiori candidi, che si
depositò
esattamente sopra le loro teste. Draco sorrise appena e lo
sfiorò con l’indice,
facendolo tintinnare di nuovo. Poi, tornò a guardare Alexis,
che lo osservava
piacevolmente stupita, le guance arrossate dal freddo e gli occhi
brillanti
come non li vedeva più da tempo. Si abbassò
ancora, avvicinandosi di più al suo
viso, e le sfiorò una guancia con le nocche, delicato.
-
Vischio…- le sussurrò sulle labbra, prima di
socchiudere gli occhi e annullare
definitivamente la distanza tra le loro labbra.
Fu
un bacio dolce, lento e delicato, che le fece immediatamente perdere
ogni
contatto con la realtà e trasformò il suo cuore
in un’esplosione di battiti e
singhiozzi, dolorosi e piacevoli.
Si
presero del tempo per sfiorarsi, fino a quando, completi e senza
più fiato, si
allontanarono lentamente. Rimasero a fissarsi, le fronti che aderivano
e gli
sguardi che si scrutavano.
Piano,
Draco sollevò di nuovo una mano e le sfiorò il
viso con il dorso, studiando la
scia immaginaria appena lasciata; poi, tornò a guardarla in
quegli occhi
sorprendentemente verdi e sorprendentemente brillanti di una luce che
la
rendeva deliziosa. Le si avvicinò nuovamente e le diede un
altro bacio leggero.
-
Va da lui. – le sussurrò poi, semplicemente,
guardandola prima in un occhio e
poi nell’altro, apprezzando ogni piccola sfumatura di verde
intorno alle
pupille.
Alexis
sbattè le palpebre, tornando alla realtà, e lo
fissò interdetta, le fine
sopracciglia arcuate in una muta domanda. Draco le sorrise e le
sfiorò
nuovamente il viso con una carezza.
-
Tranquilla, il tuo segreto è al sicuro, fidati di me, per
una volta. – mormorò
ancora, socchiudendo gli occhi e appoggiando di nuovo la sua fronte
contro
quella della ragazza.
L’ombra
inquieta e ferita che gli aveva
attraversato lo sguardo per un solo secondo l’aveva fatta
tremare e il cuore le
si era stretto talmente tanto che aveva temuto di sentirlo scomparire,
per
lasciare poi un vuoto freddo e spaventoso.
Sorrise
e sentì gli occhi inumiderlesi ancora, sotto la potenza di
quei sentimenti che
sembravano aumentare in ogni istante.
Era
possibile provare qualcosa di più
grande dell’amore?
Lentamente,
sollevò entrambe le mani e gli prese il viso tra le dita
fredde, costringendolo
a riaprire gli occhi per prestarle attenzione: l’espressione
frustrata del suo
volto scomparve non appena i loro sguardi si incontrarono. Alexis si
alzò in
punta di piedi, così da potergli sfiorare il naso con il
proprio, in una
carezza intima e delicata.
-
Mi fido…- gli mormorò sulle labbra, senza mai
staccare gli occhi da quelli
grigi di Malfoy – Mi sono sempre fidata. –
aggiunse, con un sorrisino mesto,
prima di annullare nuovamente la distanza tra le loro bocche in quel
bacio
carico di passione e urgenza, che sempre li consumava da dentro.
Poi,
gli rivolse un ultimo sorriso luminoso e, sfilatasi la giacca,
tornò dentro la
Sala Grande con una corsetta.
Draco
Malfoy la osservò allontanarsi, mentre si riponeva la giacca
sul braccio e
sollevava una mano a sfiorarsi le labbra, sulle quali aleggiava ancora,
inconfondibile, il suo sapore.
Ritrovare
Harry, fortunatamente, non era stato difficile: la Sala Grande si era
quasi
svuotata ormai e sulla pista da ballo non c’era praticamente
nessuno, cosa che
le rendeva più semplice vagliare l’intera stanza;
se ne stava seduto su uno dei
divanetti rossi, in compagnia di Hermione Granger e Ron Weasley. Senza
pensarci
due volte, si avvicinò a loro con una piccola corsa e
interruppe il loro
discorso, senza preoccuparsene minimamente.
- Scusate! Posso rubarvelo per un attimo? –
domandò ai due, poggiando una mano
sul braccio di Harry e stringendolo delicatamente, per poi voltarsi ad
osservarlo con un sorriso luminoso.
L’espressione
di quel viso così sereno
gli fece mancare un battito.
Hermione
Granger le lanciò un’occhiata sconcertata.
-
Come? – si informò confusa, ma non fece in tempo
ad aggiungere altro, perché
Ron la precedette.
-
Ma certo, fa pure! – esclamò entusiasta, guardando
Harry con espressione strana
e poco ci mancò che si sporgesse per dargli una gomitata.
Alexis
sorrise e annuì.
-
Grazie! –
Poi
tirò il fratello per il braccio, costringendolo ad alzarsi;
tuttavia, lui non
la seguì, ma si limitò a prenderla per mano e a
fermarla, obbligandola a
voltarsi e a lanciargli un’occhiata confusa.
-
Che stai facendo? – le domandò, improvvisamente
serio.
C’era
qualcosa che non andava in quella
ragazza: un minuto prima non gli voleva rivolgere nemmeno parola e
adesso
eccola lì, sorridente e gioviale, che lo tirava per la
manica con una
famigliarità che gli faceva dolore il petto.
Fiamma bruciante in fondo a ricordi
sepolti chissà dove.
Alexis
si limitò a sorridere mesta e a guardarlo dal basso, con
espressione
improvvisamente timida.
-
Solo un ballo. – gli disse, utilizzando le stesse parole che
Harry le aveva
rivolto in precedenza.
Poi,
senza aspettare la risposta, si voltò e riprese a camminare.
Le
loro mani, intrecciate, che lo
costringevano a seguirla, docile.
Alexis
si fermò al centro della pista da ballo e si girò
a guardare il fratello.
Il
sorriso che le si apriva sulle
labbra era dolce e delicato.
Esattamente come lei.
Lo
guardò dal basso, poi gli prese le braccia e gliele fece
poggiare all’altezza
della vita, mentre lei si aggrappava alle sue spalle con entrambe le
mani e
abbandonava il capo contro il suo petto.
Istintivamente,
Harry la strinse a sé e gli poggiò il mento sul
capo, socchiudendo gli occhi e
lasciandosi cullare da quella melodia, ora dolce e delicata, che li
accompagnava in quel ballo intimo e privato.
Come
se ci fossero solo loro
all’interno della Sala Grande.
Rimasero
in silenzio per un po’, semplicemente ad assorbire
l’uno il calore dell’altra.
Poi,
Alexis riaprì lentamente gli occhi e si distanziò
quel tanto che le bastava per
poterlo osservare in viso, senza tuttavia sciogliere
l’abbraccio.
-
Harry…- cominciò e il fratello abbassò
il capo per poterla osservare negli
occhi, i capelli neri che, scompigliati, ricadevano a sfiorargli la
fronte e la
cicatrice che rappresentava quel maledetto giorno; istintivamente,
Alexis alzò
una mano e la punta delle dita andò a sfiorare, delicata, i
ciuffi disordinati
e poi la pelle deturpata, prima di scendere in una carezza leggera
lungo la
guancia e tornare a posarsi sulla spalla – Io devo chiederti
scusa. – sospirò e
si costrinse a sorridere – Mi dispiace per il modo in cui mi
sono comportata
con te in quest’ultimo periodo. Non te lo meritavi. Ma tu sei
così buono con
me, nonostante mi conosci solo da qualche mese…e io mi sono
comportata
veramente male. Spero che, un giorno, riuscirai a perdonarmi tutto
quello che
ti ho fatto. –
Parole
forti e sincere, le sue, che si
riferivano a qualcosa di molto più grande e complesso.
Bugie.
Segreti.
Cose celate e verità non ancora dette.
Loro, fratello e sorella.
Non era così difficile da dire, no?
Alexis
chiuse gli occhi e si poggiò nuovamente contro il petto di
Harry, che la
strinse di più a sé.
-
Io non ce l’ho con te, Alex. – mormorò
dopo un po’, la bocca premuta
inaspettatamente contro la sua fronte – Non so
perché, ma non potrei mai
avercela con te. C’è qualcosa, qui dentro
– e si indicò il petto – che me lo
impedisce. – Harry sospirò e la strinse ancora di
più – E’ vero, ti conosco
solo da qualche mese, ma credimi Alexandra, a me sembra di conoscerti
da molto
più tempo…-
-
Forse perché è davvero
così…- si
lasciò sfuggire lei e questa volta non cercò in
nessun modo di cancellare o
ritirare le sue parole.
Strinse
gli occhi un’ultima volta, poi si allontanò appena
dal suo petto e sollevò il
viso per poterlo guardare negli occhi.
Occhi
verdi, così simili a quelli di
Lily Evans.
Occhi verdi, così simili ai suoi.
Alexis Lily Potter.
-
Harry…Io devo dirti una cosa…-
Era
pronta.
Era il momento.
Alexis
chiuse gli occhi e sorrise.
La
musica si interruppe all’improvviso e un nero cupo li avvolse.
Alexis
aveva ancora le labbra aperte in quella frase che non avrebbe
più lasciato la
sua bocca.
Harry,
io sono tua sorella.
I
due fratelli si separarono, guardandosi intorno circospetti, mentre
qualcuno
cominciava a tirar fuori le bacchete e a illuminare la sala con una
serie di Lumos.
Un
fulmine squarciò la volta incantata e illuminò a
giorno l’ingresso della Sala
Grande.
Fu
allora che li vide: due occhi blu,
profondi e magnetici, terribilmente famigliari.
Alexis
spalancò gli occhi, scioccata, e indietreggiò di
un passo.
-
Non è possibile…- mormorò.
Doveva
aver visto male, non poteva davvero…
La
luce tornò all’improvviso, cogliendo tutti i
presenti di sorpresa. Gli studenti
si guardavano intorno frastornati, quando una cascata di neve
zuccherata
cominciò a scendere su di loro e la musica intonava un Jingle Bell in chiave rock, rivelando
che tutto era stato
organizzato da quel pazzo di Silente, che ora orchestrava
stravagantemente la
piccola band di folleti rimasti nell’ombra fino a quel
momento.
Alexis,
però, non prestava attenzione a nulla di tutto
ciò: il suo sguardo spalancato
era ancora fisso sull’ingresso, dove era sicura di aver visto
qualcuno che era
decisamente impossibile fosse lì.
Harry,
ancora accanto a lei, la riprese per mano, facendola sobbalzare
spaventata.
-
Ehi, Alex: non avrai avuto mica paura, vero? – la
schernì divertito, mentre
faceva per riprendersela tra le braccia – Stavi dicendo?
–
Ma
Alexis si distriscò dalla sua presa e lo fissò,
ancora leggermente sconvolta.
Poi indietreggiò.
-
Scusami Harry io…Non mi sento troppo bene, devo andare!
– buttò lì.
Stupida
bugiarda.
Poi,
senza attendere sue risposte né dare altre spiegazioni, lo
superò e corse via,
sotto l’occhio stranito non solo del fratello, ma anche di
Draco Malfoy, che si
era appena riappacificato con Blaise Zabini.
Alexis
attraversò le enormi ante e si ritrovò nel
corridoio buio e freddo.
Si
guardò intorno e corse verso destra, la direzione che le
sembrava la figura
avesse preso. Si avvicinò all’angolo del
corridoio, con il cuore che le batteva
a mille nel petto.
-
Sirius…?- mormorò nell’ombra, ma quando
svoltò, rimase decisamente delusa.
Il
corridoio era, come ovvio che fosse,
completamente vuoto.
*
Salve a
tutte!
Dite la verità:
mi avevate dato per dispersa, non è forse così?
In effetti, mi
sono data per dispersa io stessa, quindi voi siete completamente
giustificabili!
Però, contro
ogni logica e contro ogni previsione, sono di nuovo qui a postare,
finalmente,
questo nuovo capitolo della fan fiction più lenta e lunga
della storia di EFP.
O magari no, ma non lo so, fatto sta che se arrivo a Novembre di
quest’anno che
non avrò ancora concluso questa storia – come
è probabile che sarà,
conoscendomi – la fan fiction - e tutti noi con lei
– festeggerà i tre anni!
Wow, sinceramente non mi sembrano affatto tre anni quelli che sono
passati da
quando aprii il mio piccolo quaderno e cominciai a scrivere il primo
capitolo.
Il tempo passa davvero in fretta.
Tanto in fretta
che io, tra quattro giorni, avrò la prima prova
d’esame di maturità e, invece
di ripassare, me ne sto qui a concludere questo capitolo della fan
fiction e a
postarvelo. Non devo stare troppo bene, ma l’importante
è che, finalmente, la
storia ha ripreso ad andare avanti!
Spero
che questo capitolo, come sempre,
vi sia piaciuto – ammesso che, dopo tanto tempo, ci sia
ancora qualcuno che mi
segue, ma spero di sì :3
Beh, beh, beh: che dirvi?
Finalmente
Draco e Alexis sembrano aver fatto pace! Per una volta è
stato lui a fare il
giusto passo – anche se ci sono volute le mani di Blaise per
farglielo capire
u.u
Alexis si stava
finalmente per rivelare, ma non poteva essere tutto così
semplice, non vi pare?
Se in questi due anni avete imparato a conoscermi, allora sapete quanto
mi
piace incasinare la vita dei miei personaggi!
Si
accettano scommesse: per voi a chi
appartenevano i misteriosi occhi blu che Alexis ha intravisto nel
corridoio? Se
li è solo immaginati o c’era davvero qualcuno
nascosto nel buio?
Fatemi sapere le vostre ipotesi tramite
un commentino, sono sempre curiosa di conoscere i vostri pensieri
riguardo
questa fan fiction!
Bene, vedo che
mi sto dilungando tantissimo, ma è sempre così:
è troppo tempo che non posto e
un sacco di cose da dirvi, quindi se non vi interessa nulla di me, ma
solo
della storia, potrete anche saltare queste note – anche se mi
farebbe piacere
che le leggeste u___u
1. Comincio
col fare un po’ di pubblicità: una mia carissima
lettrice, EleanorMair qui su EFP, mi ha reso
davvero onoratissima cominciando a scrivere un piccolo spin-off di
questa fanfiction! La cosa mi ha reso davvero felicissima e oltre a
rinnovarle i miei più sinceri ringraziamenti (*_*) le faccio
la dovuta pubblicità: la storia si concentrerà su
di un personaggio originale da lei inventato, Lilith Lestrange, che se
la dovrà vedere con problemi di cuore nei confronti del
nostro bel Zabini. E’ stato postato proprio oggi il prologo,
quindi vi invito a leggerla, perché merita! La potete
trovare a questo link:
…Odi et Amo… di EleanorMair
2. Nell’ultimo mese, mentre mi
concentravo
sulla fine di questo capitolo – che avrò riscritto
almeno tre volte, dato che
non mi soddisfaceva mai – ho pubblicato una storia originale,
divisa in cinque
brevi capitoli, per un totale di venti pagine. E’ una storia
alla quale tengo
davvero tantissimo, perché nonostante sia corta, almeno a
mio modesto parere è
intensa; inoltre sono orgogliosa perché, per una volta, ho
portato a termine
una storia con più capitoli – sembra strano
persino a me!
Quindi, se vorrete leggerla – vi prenderà massimo
un quarto d’ora –
e poi farmi sapere cosa ne pensate tramite una recensioncina, mi
rendereste
davvero felicissima!
Vi lascio il link, sperando dal profondo del cuore che vi piaccia:
3. Ancora pubblicità ad
un’altra mia
storia – sì, ne seguo troppe; su EFP due, in
realtà? In realtà cinque e anche
qualcuna in più, che ho bloccato personalmente, altrimenti
rischiavo di uscire
fuori di testa. Questa fan fiction che sto pubblicizzando ora era
già stata
postata precedentemente su EFP con il titolo ‘Pieces
Of A Broken Life’ ed era una Lucius/Narcissa
regolata dalla
BDT. Dopo averla rimossa e averla revisionata, ho ricominciato a
pubblicarla,
con un nuovo titolo ‘Walk Through The Fire’.
Quindi, se qualcuno la seguiva
allora oppure ama la coppia o semplicemente ha voglia di seguirmi anche
in
quest’altra fan fiction, sarà ben accolto! Vi
lascio, come di consuetudine il
link:
4. Ultimamente sono davvero fissata con il
Wrestling, quindi, tra le tante cose
che scrivo, ho cominciato a cimentarmi anche in una fan fiction sulla
WWE. Non
so se a qualcuna di voi piaccia, ma io pubblicizzo lo stesso, male che
vada mi
tirate tutte pomodori perché mi sono appassionata a qualcosa
che non concepite
xD Purtroppo, non mi è possibile pubblicarla qui,
perché EFP non ammette
fanfiction su atleti e/o sportivi. Ma, se a qualcuna dovesse
interessare,
potete trovarla sul mio forum personale o, semplicemente, chiedetemi il
link
tramite recensione o tramite mp, sarò felicissima di darvelo
(:
Vi lascio il link al
profilo di facebook, ditemi chi siete se mi
aggiungete, così posso riconoscervi (:
Ada Wong su
Facebook
6. Vi lascio i link a due canzoni: la prima è quella di cui ho riportato il testo durante il primo ballo di Alexis e di Harry. La seconda la ascoltavo mentre scrivevo il secondo ballo tra i fratelli e secondo me leggere quella scena con questa melodia sotto è tutta un'altra cosa! (:
Complicated
- Carolyn Johnson
Only Hope - Mandy Moore
Bene, credo di essere arrivata alla
fine – finalmente, direte voi,
sempre ammesso che qualcuno sia arrivato a leggere fino a qui. Se lo avete fatto davvero e mi lascerete un
commentino, scrivetemelo, magari decido di premiarvi con un regalino o
con uno
spoiler sul prossimo capitolo!
Ora vi mando un bacione enorme e ringrazio veramente con tutto il
cuore chi segue questa fan fiction:
GRAZIE!
Per:
293 recensioni (di cui 17 solo per lo
scorso capitolo *_*)
94 preferiti
17 ricordati
108 seguiti
GRAZIE!!
Alla prossima
– spero presto e con buone notizie sul risultato dei
miei esami!
Giulia.