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Autore: Giulia K Monroe    18/06/2011    17 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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~Un Particolare In Più~

 

 

 

 

Capitolo XXXV
Everybody makes mistakes {Happy Christmas}

 

 

 

 

 

 

Alexis Lily Potter si sentiva davvero uno schifo.
Il che, ultimamente, non era una novità per nessuno, figurarsi per lei stessa.
Il tempo passava in fretta e, contemporaneamente, le giornate sembravano non trascorrere mai abbastanza velocemente.
L’agonia che aumentava.
Il dolore che esplodeva.
L’indifferenza che indossava.

Natale era arrivato senza che lei nemmeno se ne fosse resa davvero conto. Era stata Diamond a farglielo notare, quella stessa mattina, quando l’aveva svegliata con un sorrisone enorme e le aveva fatto gli auguri, prima di porgerle un pacchetto regalo.
Subito, la cosa l’aveva fatta sentire terribilmente in imbarazzo, perché lei non aveva comprato regali per nessuno – non si era nemmeno accorta che il 25 Dicembre era già arrivato, come avrebbe potuto?
Diamond non se l’era presa troppo e si era limitata a darle della sbadata, ma non aveva aggiunto altro, se non un’ insistente richiesta di aprire il pacco che le aveva regalato. Alexis aveva sorriso a disagio e poi aveva annuito appena, scartando la scatola verde brillante: all’interno c’erano un paio di stupende scarpe nere, con un tacco improponibilmente alto.
- Se vuoi farmi un regalo…- le aveva detto Diamond, dopo essersi lasciata abbracciare – Indossale questa sera alla festa! –
Alexis aveva corrugato la fronte, chinando il capo su di un lato.
- Festa…?- si informò, sollevando un sopracciglio.
Diamond sbuffò e scosse la testa, dandole una pacca sulla spalla.
- Ma dove hai la testa, in questi giorni, Alexandra Black? – le domandò retoricamente e Alexis si ritrovò a pensare che avrebbe voluto saperlo anche lei – La festa di Natale! Silente l’ha annunciato ieri sera a cena! Ricordi? –
Veramente no, non se lo ricordava affatto, ma si limitò ad annuire pensierosa, posando la scatola delle scarpe sul letto.
Era passata una settimana da quando aveva litigato con Harry e dall’ultima volta in cui aveva avuto una conversazione quasi civile con Draco. Aveva lasciato la sua camera da qualche giorno ormai, ma lui, stranamente, non le aveva detto nulla.

Ormai, quasi non si parlavano più.
“Adoro anche il profumo della tua paura.”
Le aveva sussurrato, prima di quel bacio mai saziato, che ancora aleggiava sulle sue labbra, bruciante come ghiaccio sulla pelle.
Poi, non si erano più rivolti parola, semplicemente.
Probabilmente, si era ritrovata a pensare Alexis, Draco si era stancato persino di giocare con lei e aveva deciso di rompere, definitivamente, ogni rapporto.
Il pensiero le faceva sempre mancare il respiro e appesantire dolorosamente il petto.
Dopo tutto quello che aveva fatto, lo aveva perso lo stesso…

-…non ho forse ragione? –
La voce contrariata di Diamond la fece tornare bruscamente alla realtà.
Alexis si voltò lentamente a scrutare l’amica, lo sguardo, ancora vacuo, che cercava di cancellare definitivamente brandelli di ricordi.
- Che cosa? – le chiese, sforzandosi di focalizzare la sua figura.
Diamond, stretta ancora nella maglia enorme che portava al posto del pigiama, la stava guardando con le mani poggiate sui fianchi. Aveva un’espressione decisamente infastidita sul viso, ma dal momento che non aveva sentito una sola parola di quello che le aveva detto, non avrebbe saputo decifrare se fosse per lei o per altro.
- Ma mi stai ascoltando? – sbuffò, prima di avvicinarlesi e picchiettarle appena le nocche sulla tempia sinistra – Toc. Toc. C’è ancora qualcuno in casa? –
Alexis socchiuse gli occhi e sospirò, mentre le scostava la mano e le dava le spalle, stringendosi le braccia al petto.
- Piacerebbe saperlo anche a me…- mormorò, più a se stessa che non a Diamond, che si limitò a fissarla, accigliata.
- Ehi…- le si avvicinò e le poggiò una mano sulla spalla – Va tutto bene? –
Alexis si sforzò di sorridere e si girò nuovamente ad osservarla, annuendo piano.
- Io…Sì, non preoccuparti. – disse semplicemente, stringendosi nelle spalle – Stavi dicendo? –
Diamond la scrutò dubbiosa, poi scosse la testa e alzò gli occhi al cielo.

Un giorno o l’altro, Alexandra Black si sarebbe fatta del male da sola, se lo sentiva.
Le aveva sempre dato un po’ fastidio il fatto che non riuscisse a confidarsi con lei, come se non si fidasse abbastanza o non la ritenesse in grado di custodire un segreto o di consolarla, nonostante lei ci fosse sempre stata.
Ma non l’avrebbe mai pregata di raccontarle i suoi problemi: se Alexandra non voleva parlarne con lei, non si sarebbe di certo cruciata da sola.
Se non la riteneva abbastanza importante da sfogarsi con lei, erano affari che, alla fine, non le importavano affatto.

Diamond sollevò le sopracciglia con fare altezzoso e spostò il peso del suo corpo tutto sulla gamba destra.
- Dicevo che trovo decisamente ingiusto che Silente ci abbia avvisati della festa con un solo giorno d’anticipo! – si lamentò, dando l’impressione di non essersi mai preoccupata per l’amica – Insomma, io devo pur decidere che cosa mettermi, no? –

 

 

 

 

 
 

 

Blaise Zabini non era mai andato particolarmente d’accordo con Diamond Cherin, ma trovava che il suo disappunto sul poco preavviso dato per la festa che si sarebbe tenuta quella sera era decisamente giusto.
Avrebbe passato tutta la mattinata a scegliere il completo giusto da indossare.
Mentre aveva trasformato la sua stanza in un esplosione di vestiti di ogni sorta e li scrutava tutti, indossandoli e osservandosi poi allo specchio, che aveva incantato perché gli desse pareri sinceri, qualcuno bussò alla porta.
- Chi è? – si informò con voce scocciata: odiava essere interrotto nel bel mezzo di una sfilata importante come quella che stava facendo in quel momento.
La voce che rispose da dietro la porta era bassa e delicata e la riconobbe immediatamente.
- Sono Alexandra, posso entrare? –
Blaise sorrise, ammirandosi allo specchio.
- Vieni pure, ma stai attenta a dove metti i piedi una volta che sei dentro. – l’avvertì, mentre si sfilava la giacca azzurra e ne infilava una nera, sistemandosi il colletto.
Alexis aprì piano e si infilò nella stanza, chiudendosi poi la porta alle spalle.
- Wow. – fu la prima cosa che disse, mentre guardava, stupita, il trionfo d’abiti sparsi ordinatamente per la stanza: c’erano interi completi sul letto, camicie sulla sedia e sulla scrivania, cravatte appese al baldacchino e scarpe appaiate sul pavimento. Il suo sguardo fu poi attirato dalla figura di Blaise, che adesso si stava rimirando in un completo verde bottiglia, tirandosi i lembi della giacca, che gli fasciava le spalle ampie in modo perfetto.
- Ehilà, Alex! – la salutò, lanciandole un’occhiata e un sorriso dal riflesso nello specchio
- Fammi un favore: portami la cravatta verde trifoglio. –
Alexis corrugò la fronte e annuì, avvicinandosi al letto baldacchino, stando attenta a non calpestare le numerose scarpe.
Le cravatte erano divise per colori – ce ne saranno state almeno una cinquantina appese, tanto che Alexis si chiese cosa diavolo dovesse farcene -, quindi si avvicinò al cospicuo gruppo di quelle verdi, che differivano solo per alcune tonalità. Sinceramente, non avrebbe saputo decifrare quale di quelle fosse verde trifoglio, quindi, dopo averle osservate per qualche secondo, ne prese una a caso.
- No, no, non quella. – l’avvertì Blaise, mentre si sistemava il colletto della giacca – Hai preso la cravatta color verde foresta. – le spiegò paziente.
Alexis corrugò la fronte e scosse la testa, rimettendo a posto la cravatta e prendendone un’altra, ma ancora, Blaise la interruppe, prima che potesse tirarla giù.
- No, quella è verde salvia. – le si avvicinò e, sollevando il braccio, prese la cravatta giusta – Sei un disastro con i colori, Black. – la schernì, meritandosi un’occhiataccia a metà tra lo scettico e il divertito.
- Scusami tanto se non conosco la differenza tra verde foresta e verde trifoglio! – borbottò, imbronciando le labbra. Avrebbe voluto sedersi e incrociare le braccia al petto, ma fu costretta a fare solo la seconda cosa, perché il letto era cosparso di vestiti che, certamente, non sarebbero dovuti essere nemmeno sfiorati, figuriamoci stropicciati.
Blaise ridacchiò e le diede un buffetto sulla guancia, rivolgendole uno sguardo intenerito.
- Sai mettere una cravatta? – le domandò poi, porgendole il sottile pezzo di pregiata stoffa.
Alexis annuì e gli passò la cravatta dietro al colletto della camicia, poi prese a fare il nodo.
- Non ti sembra un po’ esagerato cominciare a prepararti? – gli chiese divertita, lanciandogli un’occhiata ammiccante dal basso – Insomma, sono solo le nove del mattino e la festa ci sarà almeno tra dodici ore! –
Blaise si strinse nelle spalle.
- Ho avuto decisamente poco preavviso e ho bisogno di tempo per raggiungere la perfezione. – sogghignò, mentre Alexis finiva di stringere la cravatta e gli dava un colpetto scherzoso sulla spalla, scuotendo la testa.

Se c’era una cosa che, ne era sicura, non sarebbe mai cambiata, quello era Blaise Zabini.
- Fatto. – annunciò semplicemente lei, arretrando di un passo.
Blaise si tirò appena i lembi della giacca e poi fece un giro completo su se stesso, fermandosi un secondo a rimirarsi nello specchio.
- Allora, come sto? – domandò, scrutandosi con un’occhiata critica.

- Oltve ogni pvevisione, Monsieuv Zabinì.
Gracchiò lo specchio, con voce femminile e altezzosa.
Alexis dovette fare davvero uno sforzo enorme per non scoppiare a ridere all’accento francese dello specchio incantato.
Blaise, invece, sembrava tutt’altro che divertito, mentre scuoteva il capo contrariato, lasciando ad alcune ciocche la possibilità di ricopirgli lo sguardo; si ravvivò i capelli con una mano, passandosi poi le dita sul viso, amareggiato.
- Lo sapevo che il verde bottiglia per un completo non andava bene…- mormorò assorto, scrutandosi scettico. – Solo Oltre ogni previsione, che delusione.-
Alexis ridacchiò, portando una mano a coprirsi educatamente le labbra. Gli si avvicinò, comparendo al lato dello specchio, e gli poggiò una mano sul braccio, con affetto, guardandolo dal riflesso.
- Per me sei Eccezionale. – affermò sorridendo – Non dar retta a questo specchio. –
- Ehi! – protestò l’oggetto, con tono indignato – Non vovvai mica pavlave, con quei capelli ovvibili che ti…-
- Finite Incantatem. – mormorò pigramente Blaise, puntando la bacchetta sullo specchio, che si spense immediatamente.
Si voltò ad osservare Alexis e le rivolse un’occhiata grata.
- Grazie, principessa, le tue parole mi sono sempre di grande conforto. – asserì.
La ragazza annuì, facendogli un’occhiolino.
- Sono qui pev questo, Monsieuv Zabinì. – lo schernì, imitando lo specchio con un pessimo accento francese e ridacchiando divertita.
Blaise scosse la testa e cominciò a sciogliere il nodo della cravatta, pronto a provare un nuovo completo.
- Come va con Draco? – le chiese all’improvviso.

Un tuffo al cuore.
Annegare nel dolore sordo che le provocava anche solo sentire il Suo nome.

Alexis si strinse nelle spalle, con non curanza, e si voltò, improvvisamente interessatissima ad una delle camicie bianche e inamidate accuratamente riposte sulla sedia.
- Come al solito. – si limitò a rispondere, piatta.
Blaise fissò quelle spalle esili contrarsi improvvisamente e un sentimento, misto di rabbia e dispiacere, lo costrinse a sbuffare infastidito, mentre si toglieva la giacca.
- Non mi direte mai che cosa è successo, vero? – esordì serio, slacciandosi i polsini della camicia – Che cosa ha combinato, questa volta? –
Alexis sorrise appena, amara.

Per una volta, non era assolutamente colpa di Draco e ne era ben consapevole.
- Ci stiamo solo prendendo una pausa di riflessione. – rispose, allungando una mano per lisciare la stoffa morbida delle camicie, con aria innaturalmente assorta.
- E questa pausa a cosa porterà? –
Alexis scosse la testa e si strinse nuovamente nelle spalle.
- Magari lo sapessi…- sospirò, socchiudendo gli occhi e prendendo un respiro profondo.

Aveva bisogno di aria per calmare il suo cuore, uscito improvvisamente fuori controllo.
Blaise lasciò cadere il discorso e si limitò a storcere le labbra in una smorfia contrariata, mentre faceva scivolare via la camicia e ne indossava un’altra, azzurrina.
Il silenzio li avvolse per qualche istante, pesante e carico di tensione. Senza voltarsi a guardarlo, Alexis lo vide trafficare, con la coda dell’occhio. Alla fine, quando si accorse che la stava fissando, mentre le porgeva qualcosa, si voltò a guardarlo.
- Buon Natale, Alexandra. – soffiò con un sorriso.
Alexis lo osservò stupita e sentì gli occhi inumiderlesi incontrollabilmente. Deglutì e trattenne il respiro, mentre Blaise piegava il viso su di un lato e le avvicinava l’enorme scatola, sfiorandole poi il viso con una carezza così tenera da aiutarla a ricacciare indietro le lacrime.
- Grazie…- mormorò, sforzandosi poi di sorridere a sua volta – E buon Natale anche a te, Blaise. – nuovamente, come le era successo con Diamond, si sentì terribilmente in imbarazzo e abbassò lo sguardo – Io…Mi dispiace, ma…-
Blaise scosse il capo e le posò l’indice sulle labbra, prima che potesse continuare.

Aveva già capito.
- Tranquilla, va bene così, davvero. Vederti sorridere di nuovo è già un regalo abbastanza grande. – la rassicurò, lasciandole un altro buffetto sulla guancia, pronto ad asciugare la lacrima che, incontrollabile, le aveva sfiorato il viso.
- Grazie, Blaise. Non ti merito, davvero…- sussurrò con un sospiro, abbassando il capo e osservando l’enorme pacco che adesso stringeva tra le braccia.

Non meritava nessuno di loro.
Blaise.
Diamond.
Draco.
Harry…

- Ehi. Tu meriti questo e molto altro, principessa. – le disse, sollevandole il mento e costringendola a guardarlo.
Le rivolse un sorriso sincero, al quale lei non potè fare altro che rispondere con un altro sorriso bagnato dalle lacrime.
- Su, su, non fare così ora. Vieni qui. – le sussurrò, stringendola in un abbraccio e facendole nascondere il viso contro la sua camicia.
Alexis cercò di fare resistenza, poggiandogli le mani sul petto e spingendolo appena.
- Così ti macchierò la camicia! – protestò, trattenendo un singhiozzo.
- Sono pronto a sacrificarla. – asserì Blaise con un sorrisino divertito e riuscì a farla ridacchiare.
Si allontanò da lui, asciugandosi le guance con i dorsi delle mani; poi, Blaise le fece posto sul letto, spostando i numerosi completi su di un lato. Alexis si sedette, l’enorme pacco sulle gambe.
- Aprilo, sono curioso di vedere la tua espressione. – sogghignò, gli occhi di zaffiro che brillavano di un’aspettativa sinistra.
Alexis gli lanciò un’occhiata in tralice.
- Mi devo preoccupare? –
Blaise ridacchiò e scosse il capo, facendole un cenno con la mano e invitandola ad aprire il pacco.
Alexis tornò ad osservare il regalo e, lentamente, sfilò l’enorme fiocco blu e aprì la scatola: all’interno, compostamente ripiegato, c’era uno splendido abito da sera rosso.
- Per Salazar…- mormorò stupita, tirandolo fuori e distendendoselo davanti agli occhi.
- Esatto. – concordò Blaise, annuendo con un sorriso soddisfatto.
- E’ semplicemente…Wow. – sussurrò, alzandosi in piedi per poterlo rimirare meglio – Non ho parole, Blaise. Io…-
- Dì solo che lo indosserai questa sera alla festa.- la interruppe, avvicinandolesi e prendendole il vestito dalle mani, per farglielo osservare meglio.
- Alla festa…?- mormorò lei, improvvisamente titubante.

Non aveva molta voglia di andarci.
Non aveva il coraggio di affrontare Draco ed Harry; o, più specificatamente, la loro indifferenza, che doleva come punture maligne e velenose.

- Alla festa. – ripetè Blaise, osservandola dall’alto con un’occhiata seria, che non ammetteva repliche.
- Blaise, io…- cominciò, ma lui non la lasciò finire.
- Me lo devi, Alexandra Black. Come regalo di Natale. – la incastrò, ghignando improvvisamente maligno – L’espressione di Draco quando ti vedrà con questo vestito sarà davvero il regalo più bello che tu possa farmi. –
 

 

 

 

 

 

 



 

Le feste ad Hogwarts erano sempre spettacolari, anche quando erano pochi gli studenti rimasti nella scuola e ancora di meno le ragioni per essere felici e festeggiare – Colin Canon era ancora in infermeria, pietrificato, e a lui si era aggiunto anche Justin Finch-Fletchey.
Eppure, Silente riusciva sempre a trasformare umori grigi e malinconici in sorrisi e divertimento, grazie alle sue feste che avevano sempre qualcosa di magico – e non solo, ovviamente, grazie agli incantesimi.
La Sala Grande era bellissima: tutto era stato ricoperto da un morbido manto bianco, alto qualche centimetro, che brillava sotto la luce soffusa delle decorazioni natalizie, degli abeti colorati e delle lampadine fluorescenti; la cosa particolare di quella distesa innevata era il fatto che, in realtà, fosse solo una montagna di zucchero finissimo e profumato.  L’enorme tavolo che, in quei giorni, occupava il centro della Sala Grande e che si era sostituito ai soliti quattro tavoli della diverse case, era scomparso a sua volta, lasciando lo spazio per la solita pista da ballo improvvisata, nella quale già parecchi studenti stavano sfogando le proprie inibizioni al ritmo della musica che proveniva da chissà dove. Completavano quell’atmosfera natalizia gli enormi bastoncini di zucchero, a strisce bianche e rosse, che si innalzavano dal pavimento qua e là e i numerosi fiocchi che pendevano dal soffitto incantato, che mostrava una notte scura e innevata, semplicemente magica.
Draco Malfoy se ne stava seduto ad uno dei rotondi tavolini ghirlandati, insieme ad una ragazza di cui nemmeno conosceva il nome e che continuava a chiacchierare ininterrottamente, fastidiosa e civettuola.

L’aveva invitata solo per colpire Alexis Potter, ma adesso, quella che la mattina gli era sembrata un’ottima e perfida idea, si stava rivelando una pessima scelta.
Draco Malfoy avrebbe dovuto imparare dai suoi errori e ricordarsi più spesso che, nessuna, per quanto bella e attraente, era come lei.

L’aveva osservata per tutta la serata, l’odio negli occhi.
Tutt’altro nel cuore.
Rabbia.
Gelosia.
Amore.
Come sempre.

Se ne stava lì, in piedi, a volte da sola, a volte in compagnia di Diamond e Blaise, e a volte circondata da ragazzi che non conosceva, ma che avrebbe voluto schiantare senza alcun ripensamento.
Era semplicemente bellissima ai suoi occhi e questo gliela faceva odiare ancora di più.
Nonostante il suo cuore fosse pieno di altri sentimenti, decisamente.

Indossava un vestito rosso, senza spalline, che metteva in risalto la pelle bianca e levigata del petto e delle braccia; era corto – anche troppo, per i suoi gusti, considerando il modo in cui gran parte dei maschi allungavano il collo per osservarla – e la fasciava in modo davvero perfetto, tanto che sembrava essere stato cucito apposta per lei. Ricadeva in piccole balze volteggianti, con una cintura nera che evidenziava la vita stretta, abbinata alle vertiginose decolletè, che la slanciavano e la rendevano più longilinea, nonostante in realtà lei fosse piuttosto bassina.
Era semplicemente deliziosa ed era doloroso vederla sorridere in quel modo.
Il viso risplendeva luminoso sotto le luci natalizie, fresco del sorriso che aleggiava sulle labbra di albicocca e che, decisamente, non era rivolto a lui.
L’ennesimo colpo al cuore.
I capelli nerissimi erano stati raccolti in una lunga treccia che ora scendeva su di una spalla, contrastando in modo sublime con la pelle nivea.
Doveva smetterla di guardarla.
Aveva un fiore rosso sull’orecchio, intrecciato alle ciocche che, dispettose, avrebbero voluto incorniciarle il viso e scendere a sfiorarne le guance rosee.
Esattamente come premevano di fare le sue dita, ora violentemente serrate intorno al calice che, miracolosamente, ancora non era andato in frantumi.
C’era una decisa linea di eyeliner che le allungava gli occhi.
Quegli occhi di smeraldo, incredibili, che ora brillavano di divertimento alla battuta di uno dei gemelli Weasley.
Dannati Weasley, non sarebbero nemmeno dovuti essere ammessi ad Hogwarts, esattamente come quegli stupidi Sanguesporco che loro tanto amavano.
Sanguesporco e Mezzosangue.

Proprio come lei, deliziosa ai suoi occhi.
Il suo peccato più intimo.

Che razza di bastardo, il destino: far innamorare lui, un Malfoy, di una sporca Mezzosangue.
Una Potter.
Una bugiarda.
Lo avrebbe volentieri preso a calci in culo se solo avesse potuto.

Draco Malfoy scosse la testa e si fece una violenza esagerata per costringersi a distogliere lo sguardo da lei. Si concentrò invece sulla sua accompagnatrice, una bella Serpeverde bruna, dagli occhi scuri e i tratti orientali. Le rivolse un sorriso strano, poi tese una mano e la invitò silenziosamente a ballare.
 

 

 

 

 

 

 

 

Aveva cercato di ignorarlo per tutta la serata, ma i suoi sforzi erano stati decisamente inutili.
I suoi occhi, attratti come sempre da quella calamita invisibile, andavano a ricercare la sua figura tra la folla.
Draco Malfoy volteggiava sulla pista da ballo, tenendosi ben stretta tra le braccia una ragazza molto graziosa.
Storcere la bocca in una smorfia, le labbra ridotte ad una linea sottile.
Era bello, come sempre: indossava un completo interamente bianco ed estremamente elegante, macchiato solo dalla camicia nera, appena aperta sul petto a rivelare la pelle dura, contro la quale le piaceva sempre appoggiarsi.
E dove, adesso, era un’altra testa bruna ad appoggiarcisi.
Colpo al cuore, cattivo.

I capelli biondi erano stati trattenuti dalla solito mano di gel, che lasciava scoperto il viso perfetto e metteva in risalto gli occhi grigi, seri e impenetrabili.
Le labbra peccaminose, che lei adorava sentire accarezzare le proprie, si erano ora avvicinate all’orecchio della Serpeverde sconosciuta e le avevano sussurrato qualcosa che l’aveva fatta ridere frivola.

Deglutire e scuotere la testa.
Sospiro.

Alexis Potter si strinse le braccia al petto, obbligandosi a voltarsi e a dare le spalle a quella scena che, lentamente, la stava consumando dall’interno.
Un fuoco pigro e dannato.
- Idiota. – affermò qualcuno alle sue spalle, ma lei non ebbe bisogno di girarsi per vedere chi fosse. – Deficiente. Coglione. Imbecille. Stronzo. Bastardo. – aggiunse, con una serie di altri epiteti coloriti e imprecazioni sibilate.
Tutte rivolte ad una sola persone, che adesso aveva appena sfiorato le guance della bruna attraente, che teneva tra le braccia, con le labbra.
Occhi di ghiaccio fissati, però, su di una schiena bianca, lasciata scoperta dal vestito rosso.
Rosso sangue.
Rabbia.

- Lo ammazzo. Gli spacco la faccia. –
Alexis si girò quel tanto che le bastava per poter osservare Blaise Zabini, accanto a lei, incenerire con lo sguardo quello che si presumeva essere il suo migliore amico.

Un migliore amico decisamente ottuso.
Alla fine, dopo un’intera giornata passata a scegliere l’abito più adatto, aveva indossato un completo blu scuro, che metteva in risalto lo sguardo incredibile e gli fasciava perfettamente le spalle larghe.
Blaise Zabini era davvero bellissimo.
Probabilmente, se non fosse stata perdutamente innamorata di Draco Malfoy, il moro Serpeverde le sarebbe piaciuto.
Ma a chi non piaceva, in fondo?
Bello, spavaldo, spiritoso e gentile.
Il ragazzo perfetto.
Non proprio il ragazzo perfetto di cui innamorarsi, visto che era un donnaiolo perso e un narcisista irrecuperabile.
Ma, forse, decisamente migliore di quello stronzo, bastardo, vendicativo e rabbioso di Malfoy.
No.
Decisamente no.

Alexis sorrise amaramente tra sé e sé a quei pensieri, ritrovandosi ad ammettere che, nonostante tutto, lei avrebbe preferito sempre Draco Malfoy a Blaise Zabini.
Sempre.
Alzò una mano e la posò sul braccio del moro, catturando la sua attenzione.
- Non è necessario, davvero. – gli disse, riferita alle affermazioni poco precedenti.
Blaise, stranamente non circondato dal gruppo di fan, decimate dalle vacanze natalizie, le rivolse un’occhiata strana dall’alto.
- E’ uno stronzo. – sentenziò ancora, duro, e lei si strinse nelle spalle e sorrise appena, scuotendo la testa.
Blaise sospirò e socchiuse gli occhi, accarezzandole il viso con la punta delle dita.
- Non capisce un cazzo, davvero. Sei bellissima. – le sussurrò, avvicinandosi per stamparle un bacio sulle fronte.
Alexis sorrise, lasciandosi stringere da quell’abbraccio confortante.
- Grazie, Blaise. Davvero. – mormorò, abbandonando il capo sulla sua spalla.
Lui la tenne stretta per un po’, poi sciolse l’abbraccio e la prese per mano.
- Andiamo a ballare: sono sicuro che verrà divorato dalla gelosia vedendoti stretta tra…-
Esordì, ma Alexis scosse la testa e gli poggiò la mano libera sul petto, spingendolo delicatamente per allontanarsi.
- No, Blaise…- lo interruppe, abbassando lo sguardo – Non mi va. – sospirò, sciogliendo anche la presa della sua mano – Io…E’ meglio che vada, non me la sento di restare ancora qui. – aggiunse, allontanandosi di un passo.
Blaise la guardò dall’alto con espressione contrariata.
- Ma… - cercò di fermarla.
- Starò bene, Blaise, davvero. Ho solo bisogno di stare un po’ da sola. – gli sorrise e gli posò entrambe le mani sulle spalle, sollevandosi poi sulla punta dei piedi per depositargli un bacio delicato sulla guancia – Grazie. – mormorò, prima di scoccargli un ultimo sguardo grato e di allontanarsi.
Blaise sospirò e si passò una mano tra i capelli, innervosito.

Draco Malfoy era un vero coglione.
 

 

 

 

 



 

 

L’aveva osservata per tutto il tempo, abbracciarsi e scambiarsi baci affettuosi con Blaise.
Odio.
Aveva stretto di più la giovane che teneva tra le braccia e l’aveva fatta volteggiare nel più sensuale dei modi, ma Alexis non gli aveva più rivolto nemmeno uno sguardo.
E ora, dopo aver salutato Zabini, si stava allontanando tra la folla, fino a scomparire dalla sua vista.

Draco Malfoy lasciò andare la sua accompagnatrice, lasciandola da sola al centro della pista.
Si faceva schifo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se ne stava andando, facendosi largo tra la folla abbastanza facilmente. Qualche coppia ballava, altri si ammucchiavano intorno ai divanetti rossi, alcuni favorivano del laudo banchetto, ma, in generale, non era molta la gente rimasta ad Hogwarts.
Anche lei avrebbe desiderato non esserci.
Per passare il Natale con Sirius, magari.

Scosse la testa, per scacciare quei pensieri, e si diresse verso l’uscita, decisa a rintanarsi in camera, dove sarebbe potuta stare definitivamente sola con i suoi pensieri. Aveva quasi raggiunto l’enorme porta, quando qualcuno le sfiorò delicatamente il braccio nudo, prima di agguantarlo con una presa salda e gentile, che la costrinse a fermarsi. Contrariata, Alexis si voltò e spalancò gli occhi quando riuscì a vedere il volto di colui che l’aveva afferrata.
- Harry…- sussurrò, improvvisamente atterrita.
Il fratello le rivolse un’occhiata strana da dietro le lenti.

Un misto di amarezza e dolcezza che le fece male al cuore.
Rimasero a fissarsi per qualche istante, le dita di lui che le si stringevano appena sopra il gomito.
- Balla con me. – le disse secco.
Alexis lo fissò indecisa, passando a guardare prima un occhio e poi l’altro. Si morse il labbro inferiore, pensierosa, poi socchiuse gli occhi e scosse la testa, cercando di districarsi dalla sua presa per allontanarsi e andare via.

Non ce la faceva ad affrontarlo quella sera.
- No, Harry…Io non…-
- Solo un ballo. – la interruppe, agguantandola di nuovo e abbassando appena il viso, in modo tale che lei fosse costretta ad osservare solo quelle iridi spaventosamente uguali alle sue.
Alexis deglutì e storse le labbra, poi scosse nuovamente la testa, cercando di mostrarsi decisa, ma lui la precedette, impedendole di aggiungere qualcosa.
- Mi hai detto di non rivolgerti più parola: si puo’ ballare anche in silenzio. – sentenziò, con espressione dura, che sembrava non ammettere repliche.

L’ennesimo colpo al cuore della serata.
Perché suo fratello voleva avere ancora a che fare con lei, dopo le cose orribili che gli aveva detto?

Alexis sospirò e lo fissò indecisa, poi socchiuse gli occhi e annuì appena.
- Solo un ballo, Harry. – concesse arrendevole.
Harry annuì a sua volta, mostrandole il primo sorriso luminoso della serata, e poi la trascinò al centro della pista da ballo dove, dopo averla stretta delicatamente tra le braccia, cominciarano a danzare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il primo bicchiere della serata era appena andato in frantumi, ferendo e sporcando di champagne la mano bianca di Draco Malfoy.
Blaise, seduto su di una poltrona, accerchiato da qualche ragazza che lo fissava sognante, gli rivolse un’occhiata di sufficienza, prima di voltarsi e tornare a parlare con le sue piccole gioie su quanto tempo ci avesse messo per scegliere quel vestito che, a parar loro, gli stava davvero divinamente.
Draco distolse lo sguardo dai due fratelli Potter, che ora ballavano in mezzo alla Sala, per posarlo sulla mano, che ora, sanguinante e appiccicosa, tremava appena.

E di certo non solo per il dolore.
Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, mentre una bella Corvonero del terzo anno, che aveva cercato di rimorchiarlo, si allontanava inorridita. Estrasse la bacchetta, che teneva nel taschino interno della giacca bianca, e se la puntò sul palmo: un piccolo incantesimo e la pelle tornò candida e priva di ferite.
Santa donna sua madre, che quando era piccolo gli aveva insegnato come curare i tagli lievi che era solito farsi sulle ginocchia un giorno sì e l’altro pure.
Draco ripose la bacchetta e il suo sguardo si puntò nuovamente sulla coppia felice, che volteggiava elegante davanti ai suoi occhi.
Un nervo bianco gli increspò la guancia e una luce arrabbiata gli colorò le iridi grigie.
Odio.
Ma verso chi, davvero?
Lui, la risposta, la conosceva fin troppo bene.

Meditò sul da farsi, poi si alzò dal divanetto, deciso ad interrompere quel momento gioioso che tanto lo stava facendo corrodere all’interno.
Fuoco lento e pigro, che brucia nell’anima.

 

 

 

 



 

 

 
Le sembrava così strano starsene lì, stretta tra le braccia di suo fratello, che l’abbracciava delicato all’altezza della vita, senza osare fare altro. Nemmeno la guardava, mentre se ne stava poggiato con il mento sopra la sua testa, gli occhi verdi, che lei non poteva vedere, ma che immaginava essere assorti in chissà quali pensieri, puntati su di un orizzonte lontano e immaginario. Si ritrovò a sospirare appena ed Harry la strinse un po’ di più, facendole poggiare il viso sulla sua spalla. Alexis sorrise e abbandonò il capo contro il fratello, chiudendo gli occhi e beneficiando del suo calore, davvero piacere contro la pelle fresca del suo viso.
C’era una bella canzone, che accompagnava i loro movimenti, e Alexis si ritrovò a pensare che quella melodia delicata e quelle parole fossero dannatamente adatte a lei.

 

“I'm so scared that the way I feel, 
Is written all over my face
When you walk into the room, 
I wanna find a hiding place.
We used to laugh, we used to hug, the way that old friends do.
But now a smile and a touch of your hand, 
Just makes me come unglued.
Such a contridiction, do I lie or tell the truth.
So complicated, I'm so frustrated.
I wanna hold you close, I wanna push you away, 
I wanna make you go, I wanna make you stay. 
Should I say it.
Oh, I want you to know.
But then again I don't. It's so complicated.”

 

Sono così spaventata che il modo in cui mi sento
Sia scritto sulla mia faccia
Quando tu entri nella stanza
Vorrei solo trovare un posto dove nascondermi.
Siamo soliti ridere, abbracciarci, come fanno dei vecchi amici.
Ma ora tu sorridi e mi sfiori la mano,
E questo mi fa allontanare.
E’ una tale contraddizione, dovrei mentirti o dirti la verità?
E’ così complicato, sono così frustrata
Vorrei tenerti vicino, vorrei mandarti lontano
Vorrei lasciarti andare, vorrei che restassi.
Dovrei dirtelo.
Vorrei che tu lo sapessi.
Ma alla fine non lo ce faccio. E’ così complicato.”

 

 

 

Parole perfette, come se qualcuno le avesse letto nel pensiero e avesse deciso di aiutarla ad esprimersi. Avrebbe voluto alzare il viso di scatto, guardare Harry negli occhi, prendergli le guance tra le mani e dirgli di ascoltare bene quelle parole, perché raccontavano tutta quella verità che lei non era in grado di dirgli.
Paura.
Indecisione.
Vigliaccheria.
Malessere.

Alexis sospirò ancora e alzò le mani per stringerle intorno alla vita di Harry, come se aggrapparsi a lui e a quel momento sarebbe servito a darle la forza necessaria per confessare.
Coraggio.
Aprì le labbra, indecisa, ma poi si limitò a sussurrare poche semplici parole.
- Should I say it. Oh, I want you to know. But then again I don't.
It's so complicated.-

 

 




 

 

 

Blaise Zabini si era alzato dalla poltrona rossa – considerando che stonava decisamente con il suo completo blu notte – e aveva preceduto quell’idiota del suo migliore amico, prima che avesse la possibilità di fare qualche altra stronzata e rovinare la serata di Alexandra Black, ora finalmente sorridente tra le braccia di quello scemo di Potter, che gongolava quasi, sognante.
Contenti loro.
Gli si era messo davanti, sbarrandogli la strada, e Draco lo aveva guardato con espressione confusa, l’ira che deturpava ancora la guancia destra.
- Che cosa vuoi, Blaise? Non è proprio aria. –
Zabini non si scompose minimamente, limitandosi ad incrociare le braccia al petto.
- Non ti permetterò di rovinarle anche questa serata. – sentenziò serio, scoccandogli un’occhiata densa di significato.
Malfoy sollevò un sopracciglio e gli rivolse uno sguardo strano.

Era un misto di interdizione e rabbia, che gli bruciava quasi le iridi.
- Non ho idea di cosa tu stia parlando. – rispose innocente e si accinse a superarlo.
Blaise scosse la testa e si spostò, impedendogli di sfuggirgli.
- Sai benissimo di cosa sto parlando. – affermò duro.
Draco aprì le labbra, indignato, e storse il naso in una smorfia.
- Togliti dalle palle, Blaise. – gli intimò, avanzando di un passo e scoccandogli un’occhiata minacciosa.
Il moro lo osservò dall’alto, impassibile.
- No. – rispose semplicemente.
Draco era visibilmente spiazzato, come se qualcuno gli avesse appena rivelato che Salazar Serpeverde era l’amante segreto di Godric Grifondoro.
- Blaise, è l’ultima volta che te lo dico: levati dal cazzo. – ruggì quasi e fece per superarlo di nuovo, ma Zabini allungò una mano e gliela premette sulla spalla, spingendolo indietro con decisione.
Malfoy barcollò appena e l’espressione disorientata che assunse il suo viso venne immediatamente sostituita dalla rabbia più nera. Prese un profondo respiro e cercò di calmarsi, altrimenti avrebbe potuto benissimo spaccare la bella faccia di Blaise con un pugno dritto lungo il suo naso perfetto. Quando riaprì gli occhi, per puntarli su quelli del suo presunto migliore amico, il suo viso e le sue mani erano nuovamente rilassate, ma le iridi promettevano tutto tranne che calma.
- E’ la mia ragazza. – sibilò, avvicinandoglisi nuovamente, tanto che i loro nasi quasi si sfioravano, mentre si lanciavano occhiate minacciose e scure.
Blaise ghignò cattivo e sollevò un sopracciglio.
- Ma davvero? – lo schernì, arricciando le labbra – Te ne ricordi solo quando ti fa comodo, Malfoy? –
Draco barcollò all’indietro, come se Blaise lo avesse colpito di nuovo, anche se in realtà quello non si era mosso di un millimetro. Lo fissò interdetto, poi allargò le narici e i suoi occhi si accesero di una luce pericolosa. Con un solo lungo passo, gli si avvicinò di nuovo e lo agguantò per il colletto della giacca, costringendolo a farglisi più vicino.
- Non parlare di cose che non capisci. – gli intimò serio, sputando le parole con tono controllato.
Blaise lo fissò negli occhi, decisamente stufo.

Draco era il suo migliore amico ma era anche un ragazzino.
Aveva decisamente bisogno che qualcuno gli desse una lezione.
E perché quella lezione non fosse troppo umiliante, forse doveva subirla proprio da lui, Blaise Zabini.

Il moro ghignò sprezzante, senza allontanarsi.
- Ah sì? Altrimenti che fai, vai a piagnucolare da tuo padre? – gli sibilò cattivo – Mi sembrava di averti già detto che con i soldi non si può compr…- ma non fece in tempo a concludere la frase.
Draco Malfoy, inaspettatamente, aveva tirato il capo all’indietro e poi lo aveva colpito con una testata.
 

 

 

 

 



 

 

La canzone era appena finita e Alexis si era districata dall’abbraccio di Harry, guardandolo dal basso un sorrisino appena. Era pronta ad andare via, perché non ce la faceva davvero più.
Il suo cuore le gridava di restare con lui e di dirgli tutta la verità.
La mente invece la ammoniva di allontanarsi, prima che avesse potuto fare qualcosa di cui si sarebbe irrimediabilmente pentita.

Non fece in tempo nemmeno a formulare un saluto dignitoso, che la sua attenzione venne attirata da un suono sordo e da respiri trattenuti; poi grida soffocate e urletti isterici.
Alexis corrugò la fronte e, poggiando una mano sul braccio che Harry ancora le stringeva attorno alla vita, si sporse appena oltre di lui.

Quello che vide, le gelò il sangue nelle vene.
Un gruppo di studenti erano radunati nell’angolo dei divani e osservavano la scena preoccupati e scioccati almeno quanto lei.
Draco Malfoy appena tirato una capocciata a Blaise Zabini, che era indietreggiato, barcollando e tenendosi la fronte con una mano, gli occhi contratti per il dolore.
- Oh mio Dio…- sussurrò Alexis, spalancando gli occhi preoccupati sul viso adesso atterrito.
Harry si voltò a guardare la scena a sua volta: adesso Zabini era partito alla ribalta e aveva appena tirato un cazzotto dritto dritto sul naso lungo di Malfoy, che era stato costretto ad indietreggiare e a mulinare le braccia per non cadere con il sedere sul pavimento.
Sogghignò divertito: se l’era meritato, quella maledetta serpe.
Alexis, d’altra parte, non sembrava per niente divertita; era rimasta immobile, lo sguardo enorme fisso sui due che, adesso, aveva ripreso a spintonarsi.

Ma che diavolo di fine facevano i professori, ogni volta che servivano?
Alexis si districò dall’abbraccio di Harry e fece per correre da loro, ma il fratello la trattenne, prendendola nuovamente per un braccio e costringendola a voltarsi di scatto.
- Non andare. – gli disse, terribilmente serio – Finirai solo per farti del male. Lasciali sbrigare da soli le loro faccende. –
Alexis lo fissò interdetta, poi corrugò le sopracciglia e, con un gesto secco del braccio, se lo scrollò di dosso.
- No, Harry. Non cercare di fermarmi. – lo avvertì decisa, poi gli diede le spalle e, tacchi vertiginosi permettendo, corse dai due.

Chissà perché era convinta di sapere il motivo per il quale i due stavano litigando.
- Fermi! Fermi! – urlò, quando fu abbastanza vicina a loro perché potessero sentirla.
Nessuno dei due sembrò prestargli particolare attenzione, mentre si davano un altro violento spintone a vicenda, che li costringeva ad allontanarsi; approfittando della momentanea distanza, Alexis si mise in mezzo, allargando le braccia fin quasi a sfiorare i loro petti. Sia Blaise che Draco si fermarono, ma i loro sguardi non si posarono mai sulla figura della ragazza al centro, rimasero fissi gli uni negli altri, rabbiosi.
Alexis lanciò un’occhiata prima al moro, poi al biondo, smarrita e infastidita.
- Si puo’ sapere che diavolo vi è preso? – si informò alterata – Che state facendo? –
Blaise ghignò e una luce cattiva – come non gliene aveva mai viste – gli attraversò lo sguardo di zaffiro.
- Mi accingo ad impartire una bella lezione al tuo cosiddetto fidanzato. – disse semplicemente, con voce incolore, marcando le ultime parole.
Alexis si voltò a lanciargli un’occhiata confusa, entrambe le sopracciglia corrugate.
- Se c’è qualcuno che sta per prendere un paio di calci in culo, quello sei tu! – rispose Draco, alterato, in un ringhio furibondo.
Alexis voltò il capo di scatto per osservare il biondo: aveva gli occhi ridotti a due linee sottili, che brillavano di rabbia, e le guance appena rosate.
- Ma davvero? – lo schernì Blaise – Sei solo un chiacchierone o hai intenzione di concretizzare le tue minacce? – lo provocò, avanzando di un passo, tanto che la mano ancora sollevata di Alexis gli si posò automaticamente sul petto.
- Blaise! – lo riprese, scioccata, lanciandogli un’occhiata degli enormi occhi spalancati dal basso.
- Vieni qui e te lo dimostro. – rispose a tono Draco, facendo un passo in avanti a sua volta, minaccioso.
Adesso, anche la mano destra di Alexis si posava su di un petto: quello di Draco Malfoy.
- Adesso basta! -  li ammonì stanca, facendo pressione su entrambe le braccia per costringerli ad allontanarsi; mettendoci tutta la forza che possedeva, riuscì a spostarli appena, costringendoli ad indietreggiare di un passo. Poi, si voltò verso Blaise, dando la schiena a Malfoy – Tutto questo non mi sembra necessario. – aggiunse seria.
Blaise abbassò il capo e i suoi occhi scuri si fissarono in quelli angosciati e arrabbiati della ragazza.
- Io invece ritengo che sia necessario eccome. – replicò duro – Il tuo ragazzo è un coglione e tu lo sai bene, Black. – aggiunse, tornando a guardare Draco oltre le sue spalle.
Alexis potè sentire Malfoy avvicinarsi minaccioso, perché era quasi come se un’aura di potere si fosse mossa con lui, calda e opprimente, e adesso le sfiorava la schiena, intimidatoria.
- Adesso mi hai rotto il cazzo. – soffiò infatti Draco, con un sibillo controllato.
- Smettetela, tutti e due! – esplose alla fine lei, esasperata, poi si voltò di nuovo a lanciare un’occhiataccia a Zabini – Vattene, Blaise. – gli ordinò con un gesto secco della mano, che gli indicava la Sala.
Blaise la guardò per qualche istante, poi sbuffò e si passò una mano tra i capelli, ma questa volta nessuna delle ragazzine che gli giravano attorno solitamente si azzardò ad emettere anche solo un sospiro.

Era calato il silenzio e tutti gli occhi della Sala erano puntati su di loro.
- D’accordo. – assentì Blaise, facendo una smorfia sprezzante con le labbra e lanciando un’occhiataccia in direzione di Draco – Sei fortunato che sia intervenuta lei a parare il tuo prezioso culo, altrimenti a quest’ora sarebbe stato ripetutamente sbattuto sul pavimento. –
- Adesso ti ammazzo. – promise Malfoy e fece per superare Alexis, che però si voltò e gli poggiò entrambe le mani sul petto, fermandolo.
- Draco, no! – poi si girò nuovamente verso Blaise, gli occhi ridotti a due fessure – Vattene. Adesso. – gli ringhiò contro.
Blaise la considerò con un’occhiata strana, poi diede loro le spalle e si allontanò.
Alexis lo fissò, fino a quando non scomparve tra la folla di studenti, che ricominciò a muoversi lentamente, lasciando ai due la loro meritata privacy. Sospirò e chiuse gli occhi, cercando di calmarsi, poi abbassò entrambe le mani, levandole dal petto di Draco, che non disse nulla e si limitò a fissarla dall’alto, l’espressione del viso improvvisamente vuota quando lei sollevò il capo per poterlo osservare.
- Che diamine stavate facendo? – gli domandò, con un sospiro stanco.
Lui la osservò impassibile, poi, senza rispondere, sollevò la mano e fece per sfiorarle il profilo del viso con la punta delle dita, con una carezza alla quale lei, però, si sottrasse bruscamente.

Dolore bruciante sulle dita bianche e sulla guancia rossa.
Alexis lo guardò dal basso, gli occhi verdi lucidi di rabbia e qualcos’altro di indefinito, poi scosse la testa.
- No. Non questa volta. – gli disse, prima di voltarsi e allontanarsi, lasciandolo da solo.

 

 



 

 

 

 

 

Era uscita da una delle enormi finestre della Sala Grande e si era ritrovata in un balcone ampio, dalla forma semicircolare, che affacciava sul giardino. Non sapeva nemmeno che il castello fosse provvisto di terrazzi in quell’area, ma non le importava,
Voleva solo prendere un po’ d’aria.
Se ne stava affacciata oltre la ringhiera in marmo bianco, le braccia intrecciate sul corrimano e i capelli, stretti ormai in una treccia disfatta, che sventolavano sulla spalla.
Sentiva freddo e testimoni ne erano quei piccoli brividi che le si annidavano sulla pelle bianca delle braccia, la parte maggiormente esposta a quel gelido vento invernale, che le sferzava il viso con colpi decisi e ben assestati che spazzavano via le brevi scie tracciate dalle uniche lacrime che non era riuscita a trattenere.
Non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse che se ne stava lì, da sola. Non sapeva neanche a che cosa avesse pensato per tutti quei lunghissimi minuti – ammesso che la sua mente fosse stata davvero attraversata da qualche nozione completa e coerente.
Rumori di passi leggeri, alle sue spalle, la costrinsero a tornare alla realtà, ma Alexis non si mosse né diede segno di aver avverito la presenza che, ora, le si era avvicinata alle spalle. Qualcosa di caldo e morbido le avvolse le spalle, piacevole, e la sua schiena, irrigidita dal freddo, si rilassò appena in quell’odore famigliare e confortevole.

Pioggia.
Alexis abbassò lo sguardo e si strinse nella giacca bianca, chiudendosi i lembi con entrambe le mani. Tuttavia, non si girò per osservare Draco che, ora poteva vederlo con la coda dell’occhio, si era poggiato a sua volta contro la ringhiera e osservava assorto l’orizzonte scuro della notte.
- Come stai? – le domandò all’improvviso, con voce delicata.
Alexis strinse le labbra in una smorfia.
- Te lo dico quando lo capisco. – mormorò semplicemente, per poi sospirare e girarsi, poggiando la schiena contro la ringhiera, senza mai guardarlo in viso.
Draco si limitò ad assentire con un verso pensieroso e non aggiunse nulla.
Se ne rimasero in silenzio per minuti che sembravano ore e ore che sembravano secondi labili e sfuggevoli. Muti, in quelle domande non pronunciate che aleggiavano sulle loro labbra. Zitti, in quei sentimenti che premevano sul cuore.
- Mi dispiace. –
Due semplici parole che, pronunciate da quelle labbra, erano decisamente sorprendenti ed estremamente piacevoli.
Alexis spalancò gli occhi, che brillarono verdi nel buio della notte. Lentamente, si girò a guardare Draco che, però, se ne rimase con lo sguardo fisso sull’orizzonte, l’espressione rilassata del viso dava l’impressione che fosse assorto in pensieri più complicati di lui.
Avrebbe voluto sussurrare qualcosa, ma quando aprì le labbra per parlare solo un sospiro lasciò la sua gola. Rimase a fissarlo stupita, fino a quando, con un sorriso amaro, Draco non si voltò a guardarla a sua volta, l’espressione serena.

Il suo cuore perse un battito e singhiozzò rumoroso.
Sollevò una mano e, lentamente, le sfiorò il viso con la punta delle dita, delicato e, questa volta, lei non fece nulla per sottrarsi a quella carezza.
Fortunatamente, non avrebbe potuto sopportare un altro rifiuto.
Si guardarono negli occhi, semplicemente.
Grigio nel verde.
Smeraldo nell’argento.
Nuvole e mare.

Poi, sempre lentamente, come se avesse avuto paura che un movimento più brusco avesse potuto rovinare l’atmosfera strana che li circondava, Draco Malfoy si piegò leggermente, senza mai chiudere gli occhi. Le si avvicinò tanto che la condensa fredda dei loro respiri si confuse, creando piccole spirali bianche tra le loro bocche.
All’improvviso, un piccolo tintinnio gioioso li costrinse ad alzare il viso: magicamente, dal cielo stellato, scese un piccolo ramoscello dai fiori candidi, che si depositò esattamente sopra le loro teste. Draco sorrise appena e lo sfiorò con l’indice, facendolo tintinnare di nuovo. Poi, tornò a guardare Alexis, che lo osservava piacevolmente stupita, le guance arrossate dal freddo e gli occhi brillanti come non li vedeva più da tempo. Si abbassò ancora, avvicinandosi di più al suo viso, e le sfiorò una guancia con le nocche, delicato.
- Vischio…- le sussurrò sulle labbra, prima di socchiudere gli occhi e annullare definitivamente la distanza tra le loro labbra.
Fu un bacio dolce, lento e delicato, che le fece immediatamente perdere ogni contatto con la realtà e trasformò il suo cuore in un’esplosione di battiti e singhiozzi, dolorosi e piacevoli.
Si presero del tempo per sfiorarsi, fino a quando, completi e senza più fiato, si allontanarono lentamente. Rimasero a fissarsi, le fronti che aderivano e gli sguardi che si scrutavano.
Piano, Draco sollevò di nuovo una mano e le sfiorò il viso con il dorso, studiando la scia immaginaria appena lasciata; poi, tornò a guardarla in quegli occhi sorprendentemente verdi e sorprendentemente brillanti di una luce che la rendeva deliziosa. Le si avvicinò nuovamente e le diede un altro bacio leggero.
- Va da lui. – le sussurrò poi, semplicemente, guardandola prima in un occhio e poi nell’altro, apprezzando ogni piccola sfumatura di verde intorno alle pupille.
Alexis sbattè le palpebre, tornando alla realtà, e lo fissò interdetta, le fine sopracciglia arcuate in una muta domanda. Draco le sorrise e le sfiorò nuovamente il viso con una carezza.
- Tranquilla, il tuo segreto è al sicuro, fidati di me, per una volta. – mormorò ancora, socchiudendo gli occhi e appoggiando di nuovo la sua fronte contro quella della ragazza.

L’ombra inquieta e ferita che gli aveva attraversato lo sguardo per un solo secondo l’aveva fatta tremare e il cuore le si era stretto talmente tanto che aveva temuto di sentirlo scomparire, per lasciare poi un vuoto freddo e spaventoso.
Sorrise e sentì gli occhi inumiderlesi ancora, sotto la potenza di quei sentimenti che sembravano aumentare in ogni istante.
Era possibile provare qualcosa di più grande dell’amore?
Lentamente, sollevò entrambe le mani e gli prese il viso tra le dita fredde, costringendolo a riaprire gli occhi per prestarle attenzione: l’espressione frustrata del suo volto scomparve non appena i loro sguardi si incontrarono. Alexis si alzò in punta di piedi, così da potergli sfiorare il naso con il proprio, in una carezza intima e delicata.
- Mi fido…- gli mormorò sulle labbra, senza mai staccare gli occhi da quelli grigi di Malfoy – Mi sono sempre fidata. – aggiunse, con un sorrisino mesto, prima di annullare nuovamente la distanza tra le loro bocche in quel bacio carico di passione e urgenza, che sempre li consumava da dentro.
Poi, gli rivolse un ultimo sorriso luminoso e, sfilatasi la giacca, tornò dentro la Sala Grande con una corsetta.
Draco Malfoy la osservò allontanarsi, mentre si riponeva la giacca sul braccio e sollevava una mano a sfiorarsi le labbra, sulle quali aleggiava ancora, inconfondibile, il suo sapore.
 

 

 

 





 

 

 

Ritrovare Harry, fortunatamente, non era stato difficile: la Sala Grande si era quasi svuotata ormai e sulla pista da ballo non c’era praticamente nessuno, cosa che le rendeva più semplice vagliare l’intera stanza; se ne stava seduto su uno dei divanetti rossi, in compagnia di Hermione Granger e Ron Weasley. Senza pensarci due volte, si avvicinò a loro con una piccola corsa e interruppe il loro discorso, senza preoccuparsene minimamente.
- Scusate! Posso rubarvelo per un attimo? – domandò ai due, poggiando una mano sul braccio di Harry e stringendolo delicatamente, per poi voltarsi ad osservarlo con un sorriso luminoso.

L’espressione di quel viso così sereno gli fece mancare un battito.
Hermione Granger le lanciò un’occhiata sconcertata.
- Come? – si informò confusa, ma non fece in tempo ad aggiungere altro, perché Ron la precedette.
- Ma certo, fa pure! – esclamò entusiasta, guardando Harry con espressione strana e poco ci mancò che si sporgesse per dargli una gomitata.
Alexis sorrise e annuì.
- Grazie! –
Poi tirò il fratello per il braccio, costringendolo ad alzarsi; tuttavia, lui non la seguì, ma si limitò a prenderla per mano e a fermarla, obbligandola a voltarsi e a lanciargli un’occhiata confusa.
- Che stai facendo? – le domandò, improvvisamente serio.

C’era qualcosa che non andava in quella ragazza: un minuto prima non gli voleva rivolgere nemmeno parola e adesso eccola lì, sorridente e gioviale, che lo tirava per la manica con una famigliarità che gli faceva dolore il petto.
Fiamma bruciante in fondo a ricordi sepolti chissà dove.

Alexis si limitò a sorridere mesta e a guardarlo dal basso, con espressione improvvisamente timida.
- Solo un ballo. – gli disse, utilizzando le stesse parole che Harry le aveva rivolto in precedenza.
Poi, senza aspettare la risposta, si voltò e riprese a camminare.

Le loro mani, intrecciate, che lo costringevano a seguirla, docile.
Alexis si fermò al centro della pista da ballo e si girò a guardare il fratello.
Il sorriso che le si apriva sulle labbra era dolce e delicato.
Esattamente come lei.

Lo guardò dal basso, poi gli prese le braccia e gliele fece poggiare all’altezza della vita, mentre lei si aggrappava alle sue spalle con entrambe le mani e abbandonava il capo contro il suo petto.
Istintivamente, Harry la strinse a sé e gli poggiò il mento sul capo, socchiudendo gli occhi e lasciandosi cullare da quella melodia, ora dolce e delicata, che li accompagnava in quel ballo intimo e privato.

Come se ci fossero solo loro all’interno della Sala Grande.
Rimasero in silenzio per un po’, semplicemente ad assorbire l’uno il calore dell’altra.
Poi, Alexis riaprì lentamente gli occhi e si distanziò quel tanto che le bastava per poterlo osservare in viso, senza tuttavia sciogliere l’abbraccio.
- Harry…- cominciò e il fratello abbassò il capo per poterla osservare negli occhi, i capelli neri che, scompigliati, ricadevano a sfiorargli la fronte e la cicatrice che rappresentava quel maledetto giorno; istintivamente, Alexis alzò una mano e la punta delle dita andò a sfiorare, delicata, i ciuffi disordinati e poi la pelle deturpata, prima di scendere in una carezza leggera lungo la guancia e tornare a posarsi sulla spalla – Io devo chiederti scusa. – sospirò e si costrinse a sorridere – Mi dispiace per il modo in cui mi sono comportata con te in quest’ultimo periodo. Non te lo meritavi. Ma tu sei così buono con me, nonostante mi conosci solo da qualche mese…e io mi sono comportata veramente male. Spero che, un giorno, riuscirai a perdonarmi tutto quello che ti ho fatto. –

Parole forti e sincere, le sue, che si riferivano a qualcosa di molto più grande e complesso.
Bugie.
Segreti.
Cose celate e verità non ancora dette.
Loro, fratello e sorella.
Non era così difficile da dire, no?

Alexis chiuse gli occhi e si poggiò nuovamente contro il petto di Harry, che la strinse di più a sé.
- Io non ce l’ho con te, Alex. – mormorò dopo un po’, la bocca premuta inaspettatamente contro la sua fronte – Non so perché, ma non potrei mai avercela con te. C’è qualcosa, qui dentro – e si indicò il petto – che me lo impedisce. – Harry sospirò e la strinse ancora di più – E’ vero, ti conosco solo da qualche mese, ma credimi Alexandra, a me sembra di conoscerti da molto più tempo…-
- Forse perché è davvero così…- si lasciò sfuggire lei e questa volta non cercò in nessun modo di cancellare o ritirare le sue parole.
Strinse gli occhi un’ultima volta, poi si allontanò appena dal suo petto e sollevò il viso per poterlo guardare negli occhi.

Occhi verdi, così simili a quelli di Lily Evans.
Occhi verdi, così simili ai suoi.
Alexis Lily Potter.

- Harry…Io devo dirti una cosa…-
Era pronta.
Era il momento.

Alexis chiuse gli occhi e sorrise.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La musica si interruppe all’improvviso e un nero cupo li avvolse.
Alexis aveva ancora le labbra aperte in quella frase che non avrebbe più lasciato la sua bocca.

Harry, io sono tua sorella.
I due fratelli si separarono, guardandosi intorno circospetti, mentre qualcuno cominciava a tirar fuori le bacchete e a illuminare la sala con una serie di Lumos.
Un fulmine squarciò la volta incantata e illuminò a giorno l’ingresso della Sala Grande.

Fu allora che li vide: due occhi blu, profondi e magnetici, terribilmente famigliari.
Alexis spalancò gli occhi, scioccata, e indietreggiò di un passo.
- Non è possibile…- mormorò.
Doveva aver visto male, non poteva davvero…
La luce tornò all’improvviso, cogliendo tutti i presenti di sorpresa. Gli studenti si guardavano intorno frastornati, quando una cascata di neve zuccherata cominciò a scendere su di loro e la musica intonava un Jingle Bell in chiave rock, rivelando che tutto era stato organizzato da quel pazzo di Silente, che ora orchestrava stravagantemente la piccola band di folleti rimasti nell’ombra fino a quel momento.
Alexis, però, non prestava attenzione a nulla di tutto ciò: il suo sguardo spalancato era ancora fisso sull’ingresso, dove era sicura di aver visto qualcuno che era decisamente impossibile fosse lì.
Harry, ancora accanto a lei, la riprese per mano, facendola sobbalzare spaventata.
- Ehi, Alex: non avrai avuto mica paura, vero? – la schernì divertito, mentre faceva per riprendersela tra le braccia – Stavi dicendo? –
Ma Alexis si distriscò dalla sua presa e lo fissò, ancora leggermente sconvolta. Poi indietreggiò.
- Scusami Harry io…Non mi sento troppo bene, devo andare! – buttò lì.

Stupida bugiarda.
Poi, senza attendere sue risposte né dare altre spiegazioni, lo superò e corse via, sotto l’occhio stranito non solo del fratello, ma anche di Draco Malfoy, che si era appena riappacificato con Blaise Zabini.
Alexis attraversò le enormi ante e si ritrovò nel corridoio buio e freddo.
Si guardò intorno e corse verso destra, la direzione che le sembrava la figura avesse preso. Si avvicinò all’angolo del corridoio, con il cuore che le batteva a mille nel petto.
- Sirius…?- mormorò nell’ombra, ma quando svoltò, rimase decisamente delusa.

Il corridoio era, come ovvio che fosse, completamente vuoto.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

Salve a tutte!
Dite la verità: mi avevate dato per dispersa, non è forse così?
In effetti, mi sono data per dispersa io stessa, quindi voi siete completamente giustificabili!
Però, contro ogni logica e contro ogni previsione, sono di nuovo qui a postare, finalmente, questo nuovo capitolo della fan fiction più lenta e lunga della storia di EFP. O magari no, ma non lo so, fatto sta che se arrivo a Novembre di quest’anno che non avrò ancora concluso questa storia – come è probabile che sarà, conoscendomi – la fan fiction - e tutti noi con lei – festeggerà i tre anni! Wow, sinceramente non mi sembrano affatto tre anni quelli che sono passati da quando aprii il mio piccolo quaderno e cominciai a scrivere il primo capitolo. Il tempo passa davvero in fretta.
Tanto in fretta che io, tra quattro giorni, avrò la prima prova d’esame di maturità e, invece di ripassare, me ne sto qui a concludere questo capitolo della fan fiction e a postarvelo. Non devo stare troppo bene, ma l’importante è che, finalmente, la storia ha ripreso ad andare avanti!

Spero che questo capitolo, come sempre, vi sia piaciuto – ammesso che, dopo tanto tempo, ci sia ancora qualcuno che mi segue, ma spero di sì :3
Beh, beh, beh: che dirvi?
Finalmente Draco e Alexis sembrano aver fatto pace! Per una volta è stato lui a fare il giusto passo – anche se ci sono volute le mani di Blaise per farglielo capire u.u
Alexis si stava finalmente per rivelare, ma non poteva essere tutto così semplice, non vi pare? Se in questi due anni avete imparato a conoscermi, allora sapete quanto mi piace incasinare la vita dei miei personaggi!

Si accettano scommesse: per voi a chi appartenevano i misteriosi occhi blu che Alexis ha intravisto nel corridoio? Se li è solo immaginati o c’era davvero qualcuno nascosto nel buio?
Fatemi sapere le vostre ipotesi tramite un commentino, sono sempre curiosa di conoscere i vostri pensieri riguardo questa fan fiction!

 

Bene, vedo che mi sto dilungando tantissimo, ma è sempre così: è troppo tempo che non posto e un sacco di cose da dirvi, quindi se non vi interessa nulla di me, ma solo della storia, potrete anche saltare queste note – anche se mi farebbe piacere che le leggeste u___u

 

1. Comincio col fare un po’ di pubblicità: una mia carissima lettrice, EleanorMair qui su EFP, mi ha reso davvero onoratissima cominciando a scrivere un piccolo spin-off di questa fanfiction! La cosa mi ha reso davvero felicissima e oltre a rinnovarle i miei più sinceri ringraziamenti (*_*) le faccio la dovuta pubblicità: la storia si concentrerà su di un personaggio originale da lei inventato, Lilith Lestrange, che se la dovrà vedere con problemi di cuore nei confronti del nostro bel Zabini. E’ stato postato proprio oggi il prologo, quindi vi invito a leggerla, perché merita! La potete trovare a questo link:

 

 

…Odi et Amo… di EleanorMair

 

 

 

 

 

2. Nell’ultimo mese, mentre mi concentravo sulla fine di questo capitolo – che avrò riscritto almeno tre volte, dato che non mi soddisfaceva mai – ho pubblicato una storia originale, divisa in cinque brevi capitoli, per un totale di venti pagine. E’ una storia alla quale tengo davvero tantissimo, perché nonostante sia corta, almeno a mio modesto parere è intensa; inoltre sono orgogliosa perché, per una volta, ho portato a termine una storia con più capitoli – sembra strano persino a me!
Quindi, se vorrete leggerla – vi prenderà massimo un quarto d’ora – e poi farmi sapere cosa ne pensate tramite una recensioncina, mi rendereste davvero felicissima!
Vi lascio il link, sperando dal profondo del cuore che vi piaccia:

 

 

L’ultimo bacio della Morte

 

 

 

 

 

 

3. Ancora pubblicità ad un’altra mia storia – sì, ne seguo troppe; su EFP due, in realtà? In realtà cinque e anche qualcuna in più, che ho bloccato personalmente, altrimenti rischiavo di uscire fuori di testa. Questa fan fiction che sto pubblicizzando ora era già stata postata precedentemente su EFP con il titolo ‘Pieces Of A Broken Life’ ed era una Lucius/Narcissa regolata dalla BDT. Dopo averla rimossa e averla revisionata, ho ricominciato a pubblicarla, con un nuovo titolo ‘Walk Through The Fire’. Quindi, se qualcuno la seguiva allora oppure ama la coppia o semplicemente ha voglia di seguirmi anche in quest’altra fan fiction, sarà ben accolto! Vi lascio, come di consuetudine il link:

 

 

Walk Through The Fire

 

 

 

 

 

4. Ultimamente sono davvero fissata con il Wrestling, quindi, tra le tante cose che scrivo, ho cominciato a cimentarmi anche in una fan fiction sulla WWE. Non so se a qualcuna di voi piaccia, ma io pubblicizzo lo stesso, male che vada mi tirate tutte pomodori perché mi sono appassionata a qualcosa che non concepite xD Purtroppo, non mi è possibile pubblicarla qui, perché EFP non ammette fanfiction su atleti e/o sportivi. Ma, se a qualcuna dovesse interessare, potete trovarla sul mio forum personale o, semplicemente, chiedetemi il link tramite recensione o tramite mp, sarò felicissima di darvelo (:

 

 

 

 

 

5. Parlando di cose inerenti ad Un Particolare In Più: non ho idea di quando posterò il prossimo capitolo, dal momento che sono praticamente sotto esami e non toccherò la storia almeno per le prossime tre settimane. In compenso, se siete delle curiosone e vi piace avere un po’ di spoiler, potete sempre aggiungermi su facebook e curiosare tra le mie cose, nonché avere la possibilità di leggere qualche piccola citazione dei nuovi capitoli o altro che inserisco di tanto in tanto! Inoltre, sulle mie note autore qui su EFP c’è la lista completa dei capitoli della fanfiction, con tanto di titoli, quindi potrete curiosare e fare le vostre congetture personali su cosa essi andranno a raccontare!
Vi lascio il link al profilo di facebook, ditemi chi siete se mi aggiungete, così posso riconoscervi (:

 

Ada Wong su Facebook

 

 

6.  Vi lascio i link a due canzoni: la prima è quella di cui ho riportato il testo durante il primo ballo di Alexis e di Harry. La seconda la ascoltavo mentre scrivevo il secondo ballo tra i fratelli e secondo me leggere quella scena con questa melodia sotto è tutta un'altra cosa! (:

Complicated - Carolyn Johnson
Only Hope - Mandy Moore

 

 

 

 

 

Bene, credo di essere arrivata alla fine – finalmente, direte voi, sempre ammesso che qualcuno sia arrivato a leggere fino a qui. Se lo avete fatto davvero e mi lascerete un commentino, scrivetemelo, magari decido di premiarvi con un regalino o con uno spoiler sul prossimo capitolo!
Ora vi mando un bacione enorme e ringrazio veramente con tutto il cuore chi segue questa fan fiction:

 

GRAZIE!

 

Per:

 

293 recensioni (di cui 17 solo per lo scorso capitolo *_*)
94 preferiti
17 ricordati
108 seguiti

 

 

GRAZIE!!

 

 

Alla prossima – spero presto e con buone notizie sul risultato dei miei esami!
Giulia.

   
 
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