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Autore: MaryElizabethVictoria    19/06/2011    1 recensioni
Una vecchia fotografia viene ritrovata a Grimmauld Place. Contiene i ricordi dell'ultimo anno a Hogwarts dei Malandrini, dei loro primi amori,della dubbia frequentazione di tre ragazze Serpeverde, come è cominciata la guerra magica e chi vi ha preso parte. Se 'i ricordi sono l'unico paradiso dal quale non si può essere cacciati' per qualcuno è semplicemente è sprofondare all'Inferno.
(Assolutamente un esperimento, vorrei sapere se è degna di essere continuata^^ Buona lettura!MEV)
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La casa di Narcissa Malfoy era davvero grande e imponente , considerò Arya non appena vi mise piede, anche se il mobilio in legno scuro ei pesanti arazzi contribuivano a renderla un po' cupa. In effetti somigliava molto alla tenuta di sua nonna,  piena di colonne di marmo che recavano incisi antichi blasoni a testimonianza di una decaduta nobiltà di cui a lei non poteva importare di meno.

Tutto in quelle stanze aveva l'aria preziosa e intimidatoria e Arya si sentì decisamente fuori luogo coi suoi jeans strappati al ginocchio, la maglietta di un noto gruppo heavy metal e gli anfibi borchiati. Kreacher trotterellava allegro accanto a lei sospingendola lievemente ogni qualvolta si fermava dubbiosa a fissare un quadro dall'aspetto arcigno.

 La signora la aspettava nella sala del the, avvolta in una veste lunga e fluttuante che la faceva sembrare ancor più magra e sottile, i capelli biondissimi raccolti in una morbida treccia e un sorriso tirato rivolto alla sua ospite . Narcissa Black in Malfoy accolse la sua ospite con ostentata premura, come se si trattasse di una cara e vecchia amica appena ritrovata anziché di una cugina di secondo grado che non aveva mai visto, invitandola ad accomodarsi su un divanetto rivestito di velluto proprio accanto a lei.

-Puoi lasciarci Kreacher, hai fatto un ottimo lavoro...-disse rivolta all'elfo che si inchinò fino a terra prima di arretrare strisciando fino alla porta, i suoi occhi freddi si spostarono sulla ragazza rannicchiata in un angolo del divano- Narcissa Malfoy - si presentò affabile- oltre ad essere tua cugina sono stata una cara amica di tua zia e di tua madre, eravamo insieme naturalmente in Serpeverde  ai tempi di Hogwarts...sicuramente te l'avranno detto.

Arya dovette riflettere un istante per associare quel nome ad uno dei rari accenni al passato che sua zia Amalya aveva mai fatto in sua presenza, ma infine si illuminò davanti a quella rivelazione.

-La zia mi ha raccontato...che una volta mia madre le ha fatto vomitare lumache- confessò reprimendo a malapena una risata . Ricordava sempre con piacere quella storiella divertente che Amalya usava per metterla a letto da piccola.

- Naturalmente... - Narcissa storse il naso, evidentemente non era il suo aneddoto preferito- ...aveva un gran senso dell'umorismo la cara Darcy. Ma a parte qualche piccolo insignificante dispetto io  e lei eravamo migliori amiche  a scuola e siamo diventate come sorelle quando lei ha sposato mio cugino Regulus, dopo solo due anni di fidanzamento! Ah, erano una coppia splendida, così innamorati...- prese una pausa ad effetto per assicurarsi che Arya pendesse effettivamente dalle sue labbra prima di proseguire- Anche mio marito Lucius era un grande amico di tuo zio Elios, diciamo che frequentavano la stessa compagnia. Vedi , c'eravamo tutti al matrimonio dei tuoi genitori, fu un giorno davvero felice per la nostra famiglia.

-Davvero?- ad ogni parola la ragazza si era sporta sempre più avanti fin quasi a sbilanciarsi, quello era il discorso più lungo che aveva mai sentito fare sulla vita insieme dei suoi genitori.

A casa  l'argomento era severamente proibito per qualche misterioso motivo .Non appena accennava a chiedere di loro un po' più nello specifico la zia diventava pallida e lo zio cambiava abilmente discorso. L'unica che si era mai scucita sull'argomento era nonna Agnes, che sosteneva fieramente quanto rispettabile seppur breve fosse stato il matrimonio della figlia.

In effetti la signora Malfoy le ricordava molto sua nonna sotto diversi aspetti e non era difficile credere che lei e suo marito fossero in buoni rapporti con la sua famiglia. Arya si chiedeva però come mai essendo così amici non si fossero frequentati per tanti anni. Forse stava per scoprirlo, insieme a molte cose che le erano da sempre state taciute.

-Oh, vedo che ti interessa, non devono averti raccontato molto di loro- osservò Narcissa tranquillamente- io posso dirti tutto quello che vuoi sapere....ma non ora.

-Perchè no?- si lamentò- Io voglio saperlo adesso .

-Perchè ora è  tardi...devi tornare a casa. Kreacher ti riaccompagnerà- a quelle parole l'elfo comparve subito davanti  a loro, ansioso di rendersi utile alla signora.

-Quella non è casa mia- specificò Arya sdegnosamente, allontanandosi dalla piccola creatura- ci devo proprio tornare?!

- Cara, non possiamo far preoccupare il mio caro cugino...

-Non posso restare con lei?- la interruppe Arya -  Così potrebbe parlarmi ancora di...

-Sciocca ragazza, certo che no!- esclamò Narcissa visibilmente spazientita, salvo ritornare immediatamente dopo al tono civettuolo e vellutato che aveva tenuto prima aggiungendo più gentilmente - Non fraintendermi cara, puoi tornare a trovarmi quando vuoi e parleremo ancora. Io ti racconterò tutto dei tuoi genitori e magari tu in cambio puoi riferirmi gli assurdi discorsi che si fanno in quella casa...

-Perchè le interessa?- chiese la ragazza, piuttosto scettica- Scusi, ma non mi sembrano tanto affari suoi.

-Coraggio vai ora- Narcissa ignorò deliberatamente l'ultima sua affermazione- Arya, tua madre sarebbe così fiera di te- aggiunse suadente riuscendo a distrarla per un tempo sufficiente da permettere all'elfo domestico di avvicinarsi.

Prima che la ragazza potesse protestare di nuovo l'elfo domestico riuscì ad afferrarle una mano e a smaterializzarla, così come voleva la sua padrona, lasciando che la successiva domanda le morisse sulle labbra.

-Lo sarebbe davvero?!- esclamò una voce sarcastica emersa dall'ombra- Darcy non sarebbe  così stupida da fidarsi della prima sconosciuta che le offre inspiegabilmente la sua amicizia.

-Perchè no? Si fidava di te- precisò freddamente la signora Malfoy.

Lavinia in cassò il colpo con la forza dell'abitudine, ormai si era lasciata alle spalle la vecchia vita  e le vecchie amicizie e quella fotografia scolorita dal tempo che ancora conservava non significava quasi nulla se non un ricordo scomodo di quella che era stata. Una ragazzina stupida che credeva che l'amicizia la potesse proteggere da tutto. Invece alla fine aveva dovuto pensarci da sola a salvarsi e non provava nemmeno più l'ombra di un rimorso per quello che aveva fatto o che secondo lei era stata costretta a fare, la sua unica ragione di vita era la sua vendetta.

-Uccidiamola subito- ringhiò in un impeto d'ira ripensando ai corpi freddi della sua famiglia - non aspetto altro da quindici anni e adesso che finalmente l'ho trovata...

-A suo tempo - le ricordò l'altra strega mentre sorseggiava  il suo the tranquillamente- sei stata tua  venire a chiedere il nostro aiuto per penetrare la protezione che hanno messo su di lei, dovrai aspettare ancora fin quando  non avremo più bisogno della piccola Arya.

-Ma io...

-Quando non ci sarà più di alcuna utilità la mocciosa sarà tutta tua, Lavinia...- ripetè Narcissa  - ...nel frattempo, gradisci una tazza di the?


...


Amalya aveva aspettato che facesse buio prima di recarsi a Grimmauld Place , per quanto la ragione fosse sciocca agire col favore delle tenebre la tranquillizzava. Avrebbe volentieri delegato a suo marito l'ingrato compito di aggiornare sui loro scarsissimi progressi gli abitati del quartier generale, ma aveva dovuto andarci di persona essendo l'unica tra loro due  che Silente aveva messo a parte del segreto.

Stava per entrare nel territorio dell'Ordine, un territorio ostile dove era considerata  poco meno che una traditrice. Inspiegabilmente molti si erano fatti quell'idea su di lei da quando era stata la sola sopravvissuta all'attacco dei Mangiamorte, poi quando era scomparsa per assistere la sua amica avevano pensato che  li aveva solo piantati in asso perchè spaventata. E d'altra parte non ci si poteva aspettare altro da una vigliacca Serpeverde se non che non aveva perso tempo a chiamarsene fuori per salvarsi la pelle quando i giochi si erano fatti pericolosi. Solo Silente sapeva quanto Amalya avesse fatto per la loro causa convincendo Elios Hardgraves a passarle importanti informazioni.

Non era una donna fragile ma in quel momento inorridiva al pensiero di trovarsi davanti qualche membro dell'Ordine che senza sapere niente di lei nè di quello che aveva passato l'avrebbe guardata dall'alto in basso. Quell'ennesima umiliazione le fu risparmiata ma a ben pensarci Amalya avrebbe sopportato meglio il pubblico biasimo che l'atteggiamento calmo e gentile dell'ultima persona che voleva vedere.

Remus le aprì la porta e la fece accomodare dentro senza battere ciglio, lui si che aveva un autocontrollo di ferro. Aveva il tipico atteggiamento sulla difensiva che aveva perfezionato negli anni, quello che più Amalya detestava perchè la tagliava fuori in maniera tale che le era impossibile farsi un'idea di cosa stesse pensando. Un istante dopo erano seduti nell'angusto salotto impegnati ad evitare di guardarsi negli occhi e a mantenere un ostinato silenzio.

-Come va con Arya?

-Come procedono le ricerche?

Si resero conto di aver parlato nello stesso momento sovrapponendo le rispettive domande, con il solo desolante effetto di farli ripiombare in un silenzio ancor più protratto e imbarazzante. Una scena abbastanza ridicola considerando che si trattava di un mago e di una strega adulti.

-Non l'abbiamo ancora trovata- disse dopo un po' Amalya - siamo stati alla vecchia casa, a quella dei genitori e in ogni posto che potesse avere qualche significato per lei ma niente. Elios è ancora fuori a cercare. Ha detto che si rivolgerà  a certe sue conoscenze poco raccomandabili, ma credo che si rivelerà comunque piuttosto  inutile senza un'indicazione precisa...Lavinia potrebbe essere ovunque.

-Sono passati quindici anni, anni che quella donna ha trascorso chissà dove ad ordire la sua ritorsione - osservò lui- avrà un piano e un nascondiglio che pensa non possiate trovare.

-E' colpa mia...dannazione!Avremmo dovuto ucciderla quando ne avevamo la possibilità- sbuffò Amalya, rendendosi conto troppo tardi di cosa aveva detto e di fronte a chi lo aveva fatto.

Si rese conto che forse  la stanchezza aveva fatto suonare quel commento un po' più crudo di quanto avrebbe voluto, si accorse di aver parlato di uccidere un essere umano come avrebbe potuto parlare del tempo. Proprio il genere di cose che Remus non aveva mai tollerato da lei, uno dei principali argomenti dei loro litigi di un tempo. Fu allora che lui la spiazzò completamente annuendo leggermente col capo.

-Sai, forse avreste dovuto- convenne Remus pensieroso, notando lo sguardo stupito della donna a quella sua affermazione aggiunse- Era la guerra,no? Uccidere o essere uccisi. Allora forse non me ne rendevo conto, credevo che si potesse sempre avere una scelta, ma la verità è che alcune situazioni non lasciano scampo.

-Ce ne hai messo di tempo...- sospirò lei spalancando gli occhi violetti.

Remus Lupin si rese conto come svegliandosi da un coma prolungato di quanto gli fosse mancata la vista di quegli occhi e si ritrovò a domandarsi come avesse potuto vivere fino a quel momento senza la loro sinistra luce. Era stato così facile odiarla quando era lontana, attribuirle tutte le colpe della terra ben oltre quelle che si era meritata solo per riuscire a bandire il suo pensiero costante dalla sua mente. La licantropia era il minore dei suoi problemi a confronto.

-Troppo in effetti- le sorrise debolmente- e adesso è davvero troppo tardi.

-No che non lo è!- esclamò lei d'impeto, per un folle e meraviglioso istante le era balenata davanti l'immagine di lei e di Remus insieme di nuovo, liberi di vivere una seconda occasione.

Poi si ricordò di avere una famiglia adesso a cui era legata, si ricordò della nuova guerra che incombeva su di loro e della missione che doveva compiere a tutti i costi. In ogni caso Remus aveva ignorato la sua affermazione. Non esisteva una seconda occasione insieme, ci era arrivato molto  prima di lei .

-Arya sta bene ma si è chiusa in camera per protesta, Sirius sta facendo del suo meglio per costruire un rapporto con lei e a questo punto temo anche che abbia un piano per entrare nelle sue grazie- riferì quasi meccanicamente, poi quando si rese conto che non aveva più nulla di poca importanza da dire aggiunse- Dovresti tornare da tuo marito.

La strega annuì mentre una familiare amarezza le scivolava in gola.


...


Arya si sentì stranamente in colpa al ritorno da villa Malfoy. Avrebbe dovuto essere felice di essere riuscita ad evadere da quell'orrenda casa e di avere perfino avuto la fortuna di trovare qualcuno che aveva intenzione di rispondere a tutte le sue domande e a trattarla come un'adulta finalmente. Eppure quella velata richiesta di informazioni in cambio di quella disponibilità non poteva fare a meno di insospettirla. Non era una stupida e aveva intuito che ci doveva essere sotto qualcosa ma ancora una volta non capiva cosa centrasse lei.

Qualcuno bussò forte alla sua porta distogliendola da quei pensieri. La ragazza sbuffò senza la minima intenzione di andare ad aprire. Si chiese se questa volta fosse l'infelice padrone di quella catapecchia,  il lupo mannaro dai modi affabili, la mamma chioccia dai capelli rossi, il  tizio strambo con l'occhio che vedeva attraverso i muri o la tizia coi capelli rosa cicca che sembrava essersi messa in testa di diventare sua amica. Tanto chiunque fosse non gli avrebbe dato la soddisfazione di convincerla a uscire. Invece  ad un tratto i colpi cessarono sostituiti da un incessante graffiare che suscitò il suo interesse.

Aprendo la porta Arya si trovò davanti un grosso cane nero che scodinzolava allegramente. Non riuscì a trattenersi dal pensare che fosse adorabile e, anche riteneva che  prenderle un animale da compagnia fosse solo l'ennesimo basso tentativo di conquistarla da parte degli abitanti della casa con cui era in contrasto, decise che almeno di lui poteva fidarsi.

-Ciao bello ...e tu da dove vieni?- mormorò chinandosi ad accarezzarlo e subito dopo si scostò per lasciarlo entrare.

Da quel giorno il cane nero divenne un'ospite fisso da lei, ogni tanto veniva lì per farsi coccolare da lei e a volte si fermava perfino tutto il giorno a farle compagnia. Forse a causa della solitudine forzata, ma Arya si sorprese perfino a confidarsi con lui. E si sorprendeva ancora di più per quanto sembrava che il cane la capisse. Gradualmente la convinse perfino ad uscire dalla camera per farlo giocare nei corridoi vuoti e nei saloni del piano di sotto.

Uscendo con il suo nuovo amico Arya venne presto in contatto anche con gli altri abitanti della casa , a cui gradualmente stava facendo l'abitudine. Scoprì che Molly faceva dei dolci che avrebbero corrotto chiunque ed aveva sempre un sacco di premure per lei, che Malocchio aveva un sacco di storie raccapriccianti da raccontare, che Ninfadora Tonks era davvero simpatica anche se un po' sbadata e che Remus Lupin poteva insegnarle un mucchio di incantesimi di difesa che da sola non era mai riuscita a fare. A volte le capitava di sentirli parlare tra loro di cose che lei non capiva, ma intanto poteva sempre contare sul suo fedele cagnolone che non l' aveva mia abbandonata. Suo zio, al contrario, non si faceva vedere da giorni.

Dopo un po' stare in quella casa con tutti loro non sembrava nemmeno così terribile come all'inizio.

-Palla lunga!- annunciò Arya lanciando la pallina in aria, mentre il cane eseguiva un balzo spettacolare per prenderla scatenando scrosci di applausi.

-Sai ,dovrei darti un nome- decise la ragazza-  Che ne dici di ...Fido?

Il cane ringhiò sdegnosamente.

- Zampa? Birillo?Fortescue?

-Prova con Felpato- le suggerì Remus e solo allora ricevette un guaito favorevole.

-Ti piace? Bene, allora ti chiameremo Felpato- sorrise Arya arruffandogli amorevolmente il pelo sulla testa- Adesso io ho da fare una cosa di sopra, tu stai qui da bravo...domani giochiamo ancora non preoccuparti- aggiunse prima di correre in camera.

-Ammettilo Lunastorta, sono un maledetto genio!- esclamò Sirius una volta ritornato alla sua forma umana.

-Oh si, davvero un genio- gli fece eco Remus in tono sarcastico- intanto sei l'unica persona della casa che non ha ancora scambiato due parole amichevoli con Arya.

- Remus, noi non facciamo che parlare tutti i giorni!- protestò Sirius quasi offeso- Lei con me si confida.

-Perchè crede che tu sia un cane!- sottolineò l'altro- Hai una vaga idea di quanto si arrabbierà quando scoprirà che l'hai presa in giro?!

-Allora sarà meglio che non lo scopra- fu la sua pronta risposta.

- Sirius , non puoi fare il padre su quattro zampe... - tentò di farlo ragionare l'amico- ...devi affrontarla di persona e instaurare con lei un rapporto umano.

-No- il tono di Sirius era stranamente fermo- Come Felpato posso ascoltarla raccontare della sua vita come non farebbe con nessun altro, posso davvero conoscerla, conoscere i suoi desideri, le sue impressioni... non ho intenzione di perdere tutto questo.

-Non puoi farlo.

-Davvero?- Sirius diede una risata sarcastica- Prova a impedirmelo...

Pochi istanti dopo era tornato il grosso cane nero che si mise ad abbaiare in cerca della sua padroncina.


...


-Scusi se non sono riuscita a venire prima- disse Arya entrando per la seconda volta nel salone di Villa Malfoy - Ho dovuto aspettare di essere sola.

-Ma certo, ma certo- squittì Narcissa venendole incontro con impazienza- ...e dimmi cara, hai scoperto qualcosa di interessante per caso?

Era una domanda a cui si era suo malgrado preparata, anzi era andata lì quel giorno proprio per risolvere quella questione una volta per tutte.

-No e non intendo farlo- disse Arya fieramente scostandosi dalla donna come per sottolineare la sua inamovibile posizione- io ci ho pensato e non credo che sia giusto spiare le persone.

-Oh, ma cosa dici, non sarebbe affatto come fare la spia- minimizzò la signora con un cenno della mano affusolata-  sono solo confidenze tra donne. E poi credevo che volessi sapere tutto quello che non ti hanno mai detto. Non vuoi sapere come mai ti hanno sempre mentito? E' per questo che sei qui- le ricordò con una nota leggermente più dura nella voce.

-Lo ero all'inizio- confessò Arya sostenendo il suo sguardo- ma poi ho capito che in realtà non mi interessa poi così tanto...comunque non al prezzo che chiede lei. Anche se mi hanno mentito avranno avuto le loro buone ragioni. Ci tengono a me-asserì sfidandola a contraddirla.

-Chi ti ha raccontato una sciocchezza simile?! Certamente stai scherzando...come se un branco di schifosi sanguesporco e traditori del loro sangue meritassero tanta lealtà...

-Non li chiami così!- ribattè Arya a pugni stretti- E se ci tiene così tanto a sapere di cosa parlano perchè non va a chiederglielo lei stessa?! - aggiunse alzando le spalle- Io non lo farò di ceto.

-Molto bene, se è questo quello che hai deciso...- sibilò la donna  vistosamente offesa, riuscendo a riconquistare poco dopo quel tanto di calma che bastava ad aggiungere- ... prima che tu te ne vada ci tenevo a presentarti una persona. Un'altra vecchia  amica di tua madre che muore dalla voglia di conoscerti.

Una mano fredda come il ghiaccio le artigliò la spalla e Arya si voltò per incontrare lo sguardo feroce di una donna a cui mancava il lobo dell'orecchio destro.




 

  
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