{Il personaggio maschile NON è di mia invenzione. La sua creatrice è Lady Scarlatta e potete ritrovarlo anche qui }
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Fucsia stava camminando da quasi
un'ora. Doveva far sbollire la rabbia. Si doveva calmare. Continuava a
ripetersi che quel Mangiamorte era un idiota, un cretino, un bastardo e anche
un grandissimo stronzo. Svoltò a capo basso verso i giardini. Come aveva osato?
La ragazza continuò a camminare finché non si ritrovò nel bel mezzo del viale
alberato che attraversava il giardino. Poggiò la schiena contro il tronco di un
albero, respirando profondamente. Come aveva potuto agire in quel modo? Idiota
lui che aveva agito e idiota lei che non l'aveva picchiato come si meritava!
Però... però in fondo... in fondo quelle labbra avevano un buon sapore... No!
Scosse la testa con forza. Non doveva permettergli di farlo, di condizionarla
in quel modo. "Maledizione a te Alexis Penko!" sussurrò a capo chino.
C'erano due donne in lei che continuavano a lottare da quando l'aveva
conosciuto. Una che voleva averlo, che volevo concedersi senza condizioni, che
voleva provare almeno una volta nella vita l'ebrezza di una passione consumata
in una notte. L'altra donna invece la frenava, il buon senso! L'altra donna la
spingeva a scostarsi se lui si avvicinava, a essere pungente con lui, a non
concedergli terreno. E ogni volta, ogni volta lui non faceva altro che
ammaccare l'unica parte di lei che poteva salvarla da lui. "Prende fuoco
in fretta, poi diventa subito freddo" erano state le parole di una sua
compagna di Università che aveva giaciuto con lui.
Fucsia voleva piangere, ma non ci
riusciva. E poi, piangere per cosa? Per se stessa? Per il modo in cui si era
ridotta? La cavia fra le mani di un uomo senza scrupoli! E lei sola era la
responsabile di quello che le stava accadendo. Si passò una mano fra i capelli.
C'era un'unica cosa da fare per salvarsi, non doveva tornare in quella casa.
Sarebbe tornata da sua madre. Non le importava il modo in cui l'avrebbe
trattata, voleva solo evitare di dover tornare in quella casa. Annuì a se
stessa, si sarebbe tornata da sua madre. Passò una mano sul volto, tornando
calma come prima, respirò profondamente e s’incamminò. Avrebbe ritrovato la sua
tranquillità, lo sapeva.
Davanti al portone d'ingresso
c'era una ragazzina, doveva essere una cameriera. "Che posso fare per
lei?" chiese il Mangiamorte mentre questa lo osservava preoccupata
"Allora?!" la incitò il biondo. La ragazza si scosse "La
signorina Fucsia mi ha mandato per prendere le sue cose" spiegò tutto d'un
fiato la giovane. Alexis aprì bocca per dire qualcosa, ma fu interrotto dalla
risata del fratello, che intanto lo aveva raggiunto all'ingresso "Dì pure
al facchino che può prendere tutto, nella stanza blu al secondo piano"
asserì ignorando lo sguardo adirato del fratello. Il biondo tornò a osservare
la giovane "Io verrò con voi" asserì, ma la cameriera scosse
violentemente la testa "La signorina sapeva che lo avreste detto, ha
asserito che non vuole vedervi, nella maniera più assoluta". Alexis annuì
"Non me ne frega niente di quello che la tua signorina ti ha detto"
affermò girandosi "Verrò con voi lo stesso, quella stupida mi ascolterà"
sibilò mentre saliva le scale.
Suo fratello! Idiota! Imbecille!
Non faceva altro che combinare casini, uno dietro l'altro! Quella mattina,
mentre lui si stava preparando per scendere a far colazione, quel cretino di
Yvel lo aveva immobilizzato e aveva poiusato la Polisucco per trasformarsi in lui!
Alexis ribolliva dalla rabbia, e questo non era da lui. Ma del resto, da quando
aveva Fucsia intorno faceva spesso cose che non erano da lui. Ma possibile...
possibile che lei non se ne fosse accorta? Si fermò a metà vestizione.
Possibile che non avesse notato niente? Osservò la propria immagine nello
specchio. Piccola stupida babbana! Fra lui e suo fratello c'era un abisso,
fisicamente e caratterialmente. Il fatto che quella ragazza non si fosse
accorta di niente lo irritava... ma c'era dell'altro. Ciò che suo fratello
aveva confessato con tranquillità, l'aveva baciata! Perché gli dava fastidio? Perché provava rabbia nel
sapere che suo fratello aveva baciato una babbana? No, non una babbana, la sua
babbana. Cos'era quella strana sensazione che stava provando? Gelosia? Non era
da lui. Lui era freddo, distaccato, pensava che le donne fossero solo un
divertimento a sua disposizione. Eppure quella donna, quella creatura indifesa
lo sfidava continuamente, dal primo incontro fino alla notte precedente. Perché
il fatto che suo fratello l'avesse baciata lo infastidiva così tanto? Scosse la
testa. Perché stava andando, contro ogni logica, a riprendersela? Che
gli stava succedendo? Alexis scosse la testa, scacciando quei pensieri. La
stava riportando lì per la sua sicurezza. Sensi di colpa? No, voleva solo che
la fatica che aveva fatto non andasse sprecata.
Finì di vestirsi e raggiunse la
carrozza "Andiamo" ordinò al cocchiere, ignorando il fratello che
scuoteva la testa ridacchiando. Pezzo di merda. Pensò Alexis mentre la carrozza
si allontanava.