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Autore: LadyMischance    19/06/2011    0 recensioni
Nel salone c' era silenzio. Quell' attimo di calma prima della tempesta, quel vento leggero che sfiora la pelle prima di scatenare un uragano. Successe tutto velocemente, troppo. Mi alzai di scatto e notai che gli occhi del re, della regina e del principe erano puntati su di me, avevo due coltelli da lancio in mano, presi la mira il più velocemente possibile e lanciai, le lame sibilarono e tagliarono l' aria. [tratto dal capitolo 4]
Genere: Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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3. Armi e veleni.

    “C he farai ora?” Girai la testa verso Seis per rispondere, ma vidi che si stava guardando intorno. Stavamo tornando a casa, o meglio, stavamo andando a casa mia, sempre che si possa definire casa un passaggio segreto che conduce ad una grotta semi sotterranea.
Non capisco” Continuai a guardarla e lei ricambiò con un' espressione esasperata.
Quando arriverai a casa.” Non capivo il senso di quella domanda, quindi mi limitai a rispondere sinceramente.
Preparerò le armi come faccio sempre prima di una missione, perché me lo chiedi?” Seis tornò a guardare la foresta intorno a sé. “Così.” Sospirai e scostai le ultime fronde, ci trovavamo davanti ad un muro di pietre. Avanzai sicura mentre Seis dietro di me continuava a guardarsi intorno. Posai entrambe le mani sulla parete di roccia e pronunciai la formula elfica. “Elwing Vardamir” Lentamente la roccia sotto le mie mani sembrò quasi sciogliersi per lasciarci passare, mi voltai verso Seis sorridendo della sua espressione sorpresa, le feci cenno di entrare e si avvicinò. Il corridoio era buio, come sempre, quindi presi una fiaccola appesa al muro. “Gilraen” Sulla fiaccola si accese un tenue fuocherello azzurro che pian piano divenne sempre più grande. La magia elfica era diventata facile, ogni formula richiedeva dell' energia e ti indeboliva, ma ormai con me non succedeva più.
Da quando pratichi la magia elfica?” Le parole di Seis suonavano come un rimprovero. Mi voltai e la rimproverai a mia volta.
Se solo non te ne fossi andata così presto dalla Casa, avresti imparato anche tu la magia elfica.” Seis mise il broncio. Io sospirai e continua ad andare avanti fino a sbucare in uno spazio ampio illuminato a malapena dai raggi della luna che penetravano attraverso una grande apertura nella parte superiore della grotta. “Bello.”
Tirai fuori tutte le armi in mio possesso; arco, frecce, balestra, lame e coltelli da lancio, pugnali e daghe varie, veleni e sonniferi, il laccio per soffocare, una spada e varie armi ninja. Assicurai il mio fidato pugnale alla cintura, oltre a essere letale era anche bellissimo, lama rossa, ondulata, elsa nera e il cristallo che emetteva una luce sinistra il centro. Guardai ancora per un po' le armi, poi mi decisi, presi cinque coltelli da lancio e cosparsi la lama di tre di essi con il veleno più potente che avevo, gli altri due con un sonnifero poi legai il laccio all' avambraccio destro. Seis continuava a guardarmi in silenzio, mi voltai e la guardai anche io.
Lei parlò “Cosa succederà quando ucciderai il re e suo figlio?” Prima di rispondere sospirai.
Non lo so.” Continuò a guardarmi, io ricambia il sguardo. “Cosa farai tu?” Non mi aspettavo di certo quella domanda, Seis non si era mai interessata a me, o almeno mi aveva sempre lasciato fare senza troppe obiezioni “Agirò di conseguenza, che altro potrei fare?”
Si alzò, mi salutò e tornò a casa sua. Possibile che non riuscissi mai a capire cosa le passasse per la testa? Controllai l' ora, erano solo le otto, ancora quattro ore da sprecare, mi buttai sul mio giaciglio fissando la luna sopra di me, ed è in quel momento che mi venne un' idea. Mi alzai in tutta fretta, mi infilai il mantello nero calcando ben in testa il cappuccio e mi diressi vero il mio armaiolo.
Quando entrai vidi uno gnomo, Dawar, dietro alla sua scrivania tutto intento a limare una spada lunghissima e sottile, appena mi sentì entrare alzò la sguardo e mi sorrise.
Dimmi Kelyn, che tipo di arma ti serve questa volta? Oppure qualche tipo diverso di veleno?” Incrociai le braccia e lo guardai male, capiva sempre quello che volevo perché aveva già aperto la porta del retrobottega.
Ho bisogno del tuo laboratorio per i veleni e del tuo aiuto per un nuovo tipo di coltelli da lancio. E anche una maschera” Mi avvicinai a quell' uomo con barba e capelli rossi ed entrai nel laboratorio.
Lo so.” Mi lasciai scappare una risata e mi sedetti su uno sgabello vicino alla porta, intorno a me c' erano delle pareti sporche, rovinate e annerite, eppure quel posto mi sembrava tanto accogliente, sorrisi. In un angolo un contenitore con dell' acqua pulita e un' altro con dentro una sostanza scura che conteneva i veleni venuti male. Al centro della stanza un grande tavolo quadrato con qualunque tipo di contenitore, erbe e liquidi tutti di mia conoscenza.
Su dimmi come vuoi questi coltelli così ci mettiamo subito al lavoro” Sorrisi e tirai fuori i miei cinque coltelli da lancio. “Mi servirebbero leggermente più grossi e allungati e fare in modo che quando vengano lanciati non si notino.” La mia idea era quella di un' arma veloce, invisibile e letale.
Lo gnomo sorrise e rovistò in un baule sotto il tavolo. “Ho quello che fa per te” Tirò fuori una decina di pugnali allungati e sottilissimi completamente neri a forma di piume con un lungo foro al centro. “Il buco allungato al centro serve per bilanciarli nel lancio, tieni provane uno.” Me ne passò uno, mi guardai in giro in cerca di un bersaglio, vidi una macchia scura al centro del muro e lanciai il coltello con non troppa forza, si piantò perfettamente al centro della chiazza. Il lancio era stato veloce e il pugnale leggero.
Wow, questo si che si chiama coltello da lancio” Dawar sorrise e tornò in bottega per continuare a lavorare sulla spada. Quindi mi misi al lavoro presi alcuni contenitori, li esaminai. Sangue di viverna, foglie di salice nero, veleno di vipera d' argento, sangue di centauro, squame di sirene. C'era di tutto. A metà del mio lavoro sentì la voce dello gnomo proveniente dalla bottega.
Ah! Dimenticavo, questa mattina mi è arrivata una lettera da parte di Vincent per te.” Aggrottai le sopracciglia.
Da quando in qua Vincent manda le lettere e te come tramite invece di mandarle direttamente a me?” Un attimo di pausa, probabilmente il tempo di un sospiro.
Guarda, non lo chiedere a me, sei tu che ti sei trovata un amico del genere, vallo a capire quello...” Dawar continuò a borbottare e io smisi di ascoltarlo, a lui Vincent non era mai andato a genio. dopo due ore riuscii a creare un veleno più potente di quello che avevo messo sui coltelli e un potente sonnifero, misi i due liquidi trasparenti in dei piccoli contenitori, e i pugnali piuma nera al posto dei vecchi coltelli da lancio cosparsi con veleno e sonnifero; quindi mi alzai e mi sgranchii le gambe intorpidite, rimaste troppo tempo nella stessa posizione. Mi diressi verso l' uscita e vidi Dawar rigirarsi la spada tra le mani con sguardo sognante, decisi di farlo ancora più felice.
Bella.” Lo gnomo si girò e mi sorrise. “Vado molto orgoglioso di questo gioiellino” Frugai nelle tasche e buttai sul balcone alcune monete d' oro, lui mi porse una maschera bianca che copriva la parte superiore del viso e molto allungata sul naso, e una lettera bianca con elaborati disegni rossi. Sorrisi.
Questi te li regalo” Buttai sul tavolo i miei vecchi coltelli da lancio, avvisandolo che su di essi avevo applicato veleno e sonnifero. Poi uscii e mi diressi nel buio della notte, respirai a fondo e mi calcai sul volto il cappuccio del mantello nero, presi i capelli e me li portai davanti alla spalla, notai parecchie ciocche rosse scuro mescolate con il solito colore nero, non ci feci troppo caso e li legai in una lunga treccia e con un nastrino rosso in fondo che lasciai ricadere indietro, dentro il mantello, lasciandola arrivare fino in fondo alla schiena. In lontananza la luna piena faceva da sfondo alla reggia, dove tra poco ucciderò sia il re che il principe. Mi lasciai sfuggire una risata eccitata da quello che stava per accadere. Aprii la lettera e riconobbi subito la scrittura semplice di Vincent, come al solito scritto con inchiostro rosso.

Cara Kelyn, sono costretto a mandare questa lettera a Dawar perché i controlli sono sempre più rigidi e sarebbe stato quasi impossibile mandarla direttamente e a te. Volevo solo assicurarmi che tu stessi bene, ma comunque sia verrò a farti una visita... Presto.
Ultimamente non mi sono fatto molto sentire, (e chiedo perdono) a causa di tutti gli incarichi che ho dovuto svolgere in questo mese, ho sentito che hai lasciato la Casa... di nuovo. Ho bisogno di cambiare aria, di tornare un po' indietro, per questo ho deciso di venirti a trovare,

Il tuo angelo custode,Vincent 

  
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