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Autore: gnrkrystle    20/06/2011    2 recensioni
Durante il VI anno Hermione viene scelta da Silente per una missione della massima importanza. La ragazza dovrà essere il Contatto di Draco Malfoy con l'Ordine della Fenice, dato il suo ruolo di Spia.
TRADUZONE
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Cap 2
Titolo Originale : I Spy
Sito : Fanfiction.net
Autrice : gnrkrystle

La Spia

Gli affari prima di tutto


Fortunatamente Hermione non dovette incontrare di nuovo Draco per un paio di settimane. Tuttavia il furetto restava una grande spina nel fianco, proprio com'era sempre stato. Era una cosa buona, dal punto di vista della missione. Dal modo in cui si comportava nessuno avrebbe maiosato pensare che Malfoy stava segretamente lavorando per l'Ordine.

Lui e i suoi scagnozzi sembravano essere a caccia e diventavano giorno dopo giorno più irritanti, per quanto la riguardava.

Hermione comunque doveva ammettere che come spia Malfoy era brillante. Il ragazzo, per mantenere la copertura, aveva cominciato a sgattaiolare fuori dai sotterranei e fingere di andare al Settimo piano, oppure vagava per i corridoi a "spiare" i movimenti sospetti dell'ordine, proprio come gli era stato ordinato di fare da Voldemort in persona qualche mese prima.

Come persona invece lasciava a desiderare; la ragazza cominciava seriamente a considerare la possibilità che il Furetto non avesse un cuore.

«Sei sicura sulla della sua buona fede?» le sussurrò Harry in un orecchio, mentre guardava Draco muovere la sua bacchetta in direzione del calderone di neville, facendo si che il contenuto implodesse e si rovinasse. Quello ghignò malefico, ed Hermione dovette ammettere che sembrava proprio divertirsi a torturare gli altri.

«Già. Non è possibile che quello stronzo sia dalla nostra parte» aggiunse Ron.

«Chiudete la bocca! Entrambi!» li avvertì «Obliverò tutti e due se non sapete tenere quei forni chiusi!»

«Scusa» disse Harry, abbassando la testa, poi tornò a dedicarsi al suo calderone. Aveva una reputazione da mantenere con il professor Lumacorno comunque.

«Già, scusa» disse Ron.Anche se non sembrava dispiaciuto per niente, almeno riuscì a tenere la bocca chiusa per il resto della lezione.

Sapeva che entrambi lo stavano facendo più per il suo bene che per l'incolumità di Malfoy, ma il motivo alla fine non era importante, finché capivano l'importanza del non far trapelare niente.

Hermione finì la sua pozione subito dopo Harry, e sorridente iniziò a camminare verso l'aula di Difesa con i suoi amici.

«Due ore di Pozioni con Malfoy seguiti da Difesa contro le Arti Oscure» si lamentava Ron «E come se volessero farci odiare la scuola»

La ragazza gli sorrise lievemente. Non potè fare a meno di essere d'accordo con il rosso.

«Andiamo Ron, dimenticati di loro. Oggi Piton fa lezione» Entrambi i ragazzi grugnirono, per niente entusiasti. Hermione invece amava e apprezzava molto le lezioni di Piton. Secondo la Grifondoro il suo approccio alla materia, prima teorico e poi pratico era molto azzeccato. Era tanto brillante quanto cattivo.

Draco le passò accanto, urtandola, proprio mentre stava attraversando la porta. Lei borbottò qualcosa sui "Furetti egocentrici" e il biondino ghignò in risposta. Hermione avrebbe voluto lanciargli una maledizione che avrebbe eliminato per sempre quel sorrisetto irritante dalla sua stupida faccia da Serpe. Non è che gli avesse chiesto di diventare amici del cuore! Il solo pensiero era tutto tranne che allettante, anzi le veniva quasi da ridere. Ma lei era la sua compagna nell'Ordine adesso, e il minimo che lui poteva fare era guardare dove metteva quei suoi piedacci.

«Aprite il quaderno degli appunti e chiudete le bocche» ordinò Piton, dall'alto della sua cattedra. Hermione si sedette al solito posto, accanto ad Harry, tirò fuori le pergamene e preparò la piuma.

Piton passeggiava avanti e indietro tra le file, come per controllare che gli studenti abbiano eseguito i suoi ordini, ma mentre passava di fronte ad Hermione lasciò cadere un piccolo bigliettino sul suo banco, nascosto tra le sue pesanti vesti nere.

Nessuno aveva notato niente, fortunatamente, e la ragazza cercò di nascondere al meglio lo shock mentre con le dita raggiunse il bigliettino e lesse attentamente l'elegante scrittura di Piton.

Signorina Granger,

Il sogno Malfoy e Io richiediamo la sua presenza alla lezione di Occlumanzia di questa sera. Quando inizierò la parte pratica della lezione lei gli lancerà un incantesimo, così che io possa metterla in detenzione. E' l'unico modo per lei di poterci incontrare senza dare nell'occhio finché non metteremo a punto un nuovo protocollo. La prego di distruggere questo messaggio appena ne ha l'occasione.

S.S

Hermione ormai faceva fatica a mascherare la sorpresa. Mai, in tutti quegli anni, nemmeno quando era venuta a conoscenza della lealtà di Piton, non aveva ricevuto neppure uno sguardo da parte sua. Ora invece le stava mandando messaggi privati. Si, era a causa del suo lavoro con Draco, ma era comunque sorprendente. Aveva supposto che, essendo Piton la loro unica spia, e vista la natura del ruolo di Draco, lavorare con Piton sarebbe diventato necessario. Ma non capiva perché doveva essere presente alla lezione di Malfoy.

Certamente era sempre stata affascinata e incuriosita dall'Occlumanzia e Legimanzia, fin dalle lezioni di Harry dell'anno prima, ma un'altra notte con Draco, aggiunta a tutte quelle che sarebbero venute in seguito le sembrava davvero troppo.

Sospirò. Non è che avesse una qualche scelta, perciò nascose il bigliettino nello zaino, per sbarazzarsene in seguito, e si preparò per la lezione di Piton, che stava giusto cominciando.

Dall'altra parte della stanza, Draco lasciò cadere per un attimo lo sguardo sulla figura di Hermione.

Aveva lavorato con Piton sull'Occlumanzia tre notti a settimana nelle ultime due settimane, e stava diventando decisamente noioso. In realtà Draco stava imparando abbastanza in fretta, ma non tanto quanto avrebbe voluto. Quando il suo mentore aveva suggerito di invitare la Grifondoro almeno una notte a settimana aveva protestato, per poi perdere di fronte alla pura razionalità. Il punto era che la guerra incombente era molto più importante delle loro stupide liti, ma ciò non significava che lui fosse d'accordo con la decisione di Piton.

Se solo non fosse così dannatamente irritante, le cose sarebbero molto più semplici. Avrebbe scommesso tutto quello che aveva che la ragazza semplicemente amava avere quel potere su di lui. Mai nella sua vita, esclusi suo padre e Voldemort, aveva lasciato che qualcuno avesse il potere. Quella piccola so-tutto-io di sicuro si stava gustando ogni piccolo istante di tutta quell'esperienza.

Sbuffò sonoramente alla pergamene che aveva davanti e cercò di concentrarsi sulla lezione. Ora che si trovava al centro di una delle più grandi guerre del Mondo Magico, forse sarebbe stata una buona idea imparare un po' di Difesa. Avrebbe sempre potuto chiedere a Granger di dargli una mano, ma mangiare vetro sembrava di gran lunga più allettante.

Piton finì la spiegazione in poco tempo, per dispiacere di Hermione, e divise gli studenti in in gruppi da due, come al solito. Tuttavia questa volta Hermione era con Draco, mentre Harry e Ron facevano coppia insieme. Normalmente il professore non avrebbe osato mischiarli in questo modo, ma aveva le sue ragioni, ovviamente. I due Grifoni lanciarono a Malfoy un'occhiataccia prima di essere richiamati all'ordine dall'espressione severa di Hermione.

Draco sospirò, preparandosi già per qualsiasi incantesimo la ragazza avesse deciso di lanciargli. Una parte di lui sapeva che non avrebbe rischiato di ferirlo, ma una vocina dentro la sua testa si chiedeva se la ragazza avrebbe approfittato dell'opportunità per sfogare tutto il fuoco che le ardeva dentro, ora che Piton glie l'aveva servita su un piatto d'argento.

Hermione d'altra parte stava considerando tutte le maledizioni più dolorose che conoscesse, ma poi una brillante idea la colpì.

Ghignò malvagia verso il biondo, e avrebbe giurato di aver visto la preoccupazione nei suoi occhi. Bene, pensò, ti sta bene bastardo.

Prima che Piton potesse perfino iniziare a istruirli sul da fare, lei si concentrò per un attimo e poi trattenne a malapena un ghigno appagato quando gli affetti dell'incantesimo cominciarono a vedersi.

L'espressione di Malfoy mentre un filo di muco verde usciva dal suo naso era impagabile. La sostanza verdastra si accumulava nell'aria intorno a lui, assumendo lentamente la forma di tanti pipistrelli che cominciarono ad attaccare il biondino. Hermione ringraziò mentalmente Ginny per averle insegnato quell'incantesimo.

Inutile dire che i Grifoni scoppiarono a ridere, e la ragazza non potè fare a meno di provare uno strano senso di calma nel vedere l'arrogante bastardo così indignato.

«Signorina Granger!» urlò Piton, liberando Malfoy da quella condizione penosa «Venti punti in meno a Grifondoro e due ore di detenzione questa sera» sbottò, la sua voce che rimbombava nel silenzio della classe.

Lei cercò di sembrare realmente dispiaciuta, prima di riportare lo sguardo su un Draco Malfoy decisamente incazzato.

«Pronto Malfoy?» gli chiese, alzando un sopracciglio espressivo nella sua direzione.

Lui rispose con un occhiata furiosa. Sembrava che stesse per sputare fuoco dalle narici, ma invece di attaccarla a sua volta alzò la bacchetta e si unì a lei nell'esercitazione pratica della lezione. Oh, la stronza se l'è cercato.


...


«Harry te l'ho già spiegato. L'incontro è con entrambi, non solo con Malfoy, ora lasciami andare o sarò in ritardo» sbuffò lei, cercando di evadere dalla Sala Comune dei Grifondoro per la decima volta. Harry la lasciò finalmente andare, senza riuscire però a togliersi quello sguardo apprensivo dalla faccia. Gli aveva già spiegato del bigliettino ricevuto da Piton per filo e per segno, e Lui voleva solo proteggerla. L'unico problema è che lei non aveva bisogno di essere protetta dato che Piton era una persona di cui ci si poteva fidare completamente, mentre Malfoy... diciamo solo che poteva gestirlo.

Gli diede un bacio sulla guancia prima di avviarsi verso la Classe di Difesa, che fortunatamente era più vicina rispetto al vecchio ufficio di Piton, visto il suo abbondante ritardo.

Bussò debolmente, quando fu arrivata alla porta.

«Avanti» risuonò la voce minacciosa del Professore. La ragazza prese un bel respiro e spinse di poco la porta, sgusciando dentro. Senza dire una parola insonorizzò la stanza e sigillò la porta dietro di lei.

«Vedo che un ruolo nell'Ordine ha di molto migliorato il suo senso della discrezione» disse a bassa voce l'uomo, dal suo posto dietro la scrivania. Davanti a lui due sedie, una già occupata da un Malfoy decisamente imbronciato.

Lo guardò storto prima di rispondere all'insegnate.

«Si, Professore» disse, con una punta di rispetto nella voce. Nonostante lui si divertisse a torturarla, non poteva fare a meno di dimostrargli il rispetto che sapeva meritasse «Sono curiosa di sapere per quale motivo ha richiesto la mia presenza»

«Si sieda», gli chiese lui, indicandole la sedia accanto alla Serpe.

«Come ben sa il signor Malfoy ed io abbiamo lavorato per fargli assimilare l'arte dell'Occlumanzia, così che possa incontrare il Signore Oscuro senza mandare all'aria la sua copertura» spiegò. Hermione annuì mentre prendeva posto, dopo aver ordinatamente appoggiato il suo mantello alla sedia. Anche Malfoy aveva fatto così, perciò che senso aveva essere scomodi se lui non lo era?

«Penso che sia un bene, per questo processo, che lei partecipi alle sue lezioni almeno una volta a settimana» finì Piton, ignorando la smorfia infantile che deformava il volto di Draco.

«Ma perché?» gli chiese, ignorando il Principino. Merlino solo sa quanto avrebbe voluto tirargli un bel pugno, proprio su quella sua stupida faccia da snob»

«Per molte ragioni, a dir la verità» rispose Piton, appoggiando le braccia sulla sua scrivania, in una posizione rilassata che Hermione non gli aveva mai visto assumere. La ragazza si diede un contegno: doveva avere gli occhi fuori dalle orbite. «Per dirne una, voglio iniziare Legimanzia con lui» a Hermione sembrò che le mancasse il fiato pensando alle implicazioni di quelle parole, ma prima che potesse protestare lui parò ancora «E poi vorrei introdurre una distrazione durante le sedute di Occlumanzia» la ragazza non potè fermare il colorito rosso che le era salito alle guance « Infine penso che se lei sapesse come funziona, sarebbe più facile per lei aiutarlo» spiegò l'ex Professore di Pozioni.

«E suppongo che Malfoy non sia più in grado di parlare per sé» mormorò tra sé e sé ma la Serpe la sentì comunque.

«Ascolta Granger, Non ho chiesto io il tuo aiuto, e sicuramente non ne ho bisogno. Dimenticane. Severus, io me ne tiro fuori» ringhiò prima di lasciare la sua sedia.

«Silenzio!» urlò Piton abbastanza forte da lasciare i due ragazzi di pietra e da convincere Draco a ritornare al suo posto. «Io avevo avvertito Silente che questa era una pessima idea, ma la mia obiezione è stata respinta. Nessuno di voi due è abbastanza maturo per i compiti che vi sono stati dati, questo è certo» mentre il viso di Malfoy esprimeva preoccupazione, Hermione si sentì terribilmente in imbarazzo per il modo in cui il professore l'aveva valutata, ma non potè comunque frenare la rabbia che si stava impossessando di lei,

«Tuttavia siamo qui, e dobbiamo preparare preparare al meglio Draco per il suo lavoro da Spia. Lei e io siamo gli unici a conoscere i particolari della sua missione, e abbiamo la responsabilità di aiutarlo in tutti i modi possibili affinché sia pronto per affrontarla»

«Sapete, mi sto stufando, e non poco, di sentir parlare di me come se non ci fossi» sbottò Draco «Sono un cazzo di essere umano, e non sono stupido»

«Se non sei stupido allora chiudi quella bocca e concentrati sul compito che ti è stato dato» ribatté Piton, la sua voce tornata annoiata. «Ora possiamo andare avanti o preferite continuare con le vostre stupide liti?» chiese, questa volta rivolto verso la ragazza.

«No Signore, ma le posso garantire che non c'è modo che io gli permetta di andarsene a spasso nella mia mente» chiarì lei, deviando lo sguardo per non incontrare gli occhi scuri dell'ex professore di Pozioni.

«Avevo previsto questa reazione da parte sua» disse lui, prendendo in mano la bacchetta «Ed è per questo che ho deciso di eliminare ogni possibilità che le cose viste,dette o fatte durante le lezioni escano da questa stanza» Hermione deglutì. Le sembrava un buon compromesso, tuttavia quella non era l'unica ragione per la quale non lo voleva nella sua testa.

«E come propone di farlo?»

Fu Draco a chiederlo. Non voleva partecipare a giochetti mentali con la Grifona più di quanto non lo volesse lei, ma se lei sarebbe dovuta diventare la sua... partner, allora era abbastanza ovvio che avrebbe scoperto cose di lui che non voleva sapesse.

«Un Voto Infrangibile» annunciò lui, facendo sbiancare Hermione,sopraffatta dalle implicazioni di quella magia.

Guardò Malfoy per poi posare lo sguardo nuovamente su Piton. Il Voto le avrebbe assicurato completa privacy, per non parlare della fiducia che inevitabilmente si sarebbe formata tra lei e il biondo, molto utile per portare a fine la Missione. In più quello che facevano in quella stanza sarebbe stato protetto persino dalla mente di Voldemort. Lo stratega dentro di lei non poteva certo ignorare quei fatti.

«Silente è d'accordo?» si informò lei, alzandosi in piedi.

«L'idea è stata sua» ammise Piton.

«Va bene» accettò lei, allungando la mano verso Draco. Lui la fissò per qualche attimo, prima di alzarsi a sua volta sospirando.

«Tienile la mano per il polso» lo istruì il professore, e la Serpe eseguì, non prima di aver sbuffato nuovamente.

Hermione aveva voglia di dirgli di smetterla di comportarsi come un fottuto bambino, ma Piton si era già avvicinato a loro, perciò tenne la bocca chiusa.

«Giuri tu, Hermione Granger di mantenere tutte le conversazioni, immagini e attività di queste lezioni Segrete?» Iniziò lui, e lei sentì le fiamme del Voto scorrerle dentro, accarezzandole il polso, dove la sua mano e quella di Draco si incontravano.

«Lo giuro»

«E giuri di aiutare Draco Malfoy nel suo lavoro da Spia a qualunque costo?» Il cuore saltò un battito, e il fiato sembrava abbandonarla, ma rispose comunque.

«Lo giuro»

«E giuri tu, Draco Malfoy di informare Hermione Granger su tutti i fatti rilevanti e necessari

allo svolgimento della Missione per l'Ordine?» domandò Piton, incatenando il suo sguardo serio a quello della Serpe. A Malfoy non importava più di tanto del non dover divulgare i segreti , il problema nasceva se era lui a dover rivelare i propri alla Granger, tuttavia accettò.

«Lo giuro»

Piton abbassò la bacchetta, facendo sparire le corde di fuoco che legavano le mani di Hermione e Draco, poi si allontanò.

Draco guardò Hermione negli occhi, forse per la prima volta in vita sua, e rimase lievemente confortato dal fatto che lei aveva risposto al sua sguardo con estrema intensità.

Poteva pensare tutto quel che voleva su di lei, ma la ragazza era completamente dedicata alla causa, e quindi era dedicata a lui. Poteva anche essere un'irritante so-tutto-io, ma non lo avrebbe mai tradito. Per il momento decise di accettare i fatti così com'erano, anche per evitare di impazzire.

«Ora» proferì Piton mentre i due giovani tornavano a sedersi. «Chiederò a Draco di cercare alcune cose nella tua mente. Saranno tutte cose generali e del tutto non invasive. Sono sicuro che lei comprenda perché non sono il miglior candidato per questo genere di cose. I muri che proteggono la mia mente sono stati costruiti con una tale cura e pazienza da essere quasi indistruttibili, per ovvie ragioni» spiegò Piton.

«Si Signore» riuscì a dire Hermione, prendendo un bel respiro.

«Draco, vieni qui» ordinò l'uomo, e Malfoy fece qualche passo per arrivare davanti alla ragazza, nel posto indicato da Piton. Vedendolo in piedi a meno di un metro da lei, anche Hermione si alzò, ma il professore scosse subito la testa.

«Sarà molto più facile per lei se stesse seduta. Molte persone trovano l'esperienza molto stancante e fastidiosa»

La bruna lo guardò preoccupata e poi annuì solamente. Ormai non c'era niente che potesse dire per tirarsi fuori dall'impiccio. Sapere che in meno di un minuto il suo più grande nemico d'infanzia sarebbe entrato nella sua mente la intimoriva un po'. Le sue conoscenze sull'Occlumanzia erano puramente accademiche: non aveva mai praticato quell'arte, anche se avrebbe voluto. A intristirla contribuiva anche la consapevolezza che non avrebbe potuto imparare nemmeno durante le lezioni di Malfoy, visto che il suo compito era solamente quello di dare al biondino una mente per impratichirsi. Il pensiero la fece rabbrividire.

«Sai cosa fare, Draco» disse Piton, rivolgendo tutta la sua attenzione al figlioccio. «Ci sono tre cose che devi cercare nella mente della signorina Granger» l'uomo alzò un dito, enumerando «Un descrizione del padre» poi ne alzò un altro «Il titolo del suo libro preferito»

«Mi scusi» lo interruppe Draco «Ma tutti sanno la risposta. Si porta quel cavolo di "Storia di Hogwarts" ovunque vada».

Hermione rimase scioccata dal fatto che qualcuno che lei conosceva così poco, potesse sapere una cosa così intima di lei, senza che lei glie l'avesse mai detta. Forse era leggermente ossessionata da quel libro.

«Bene, allora mi dirai il suo cibo preferito» continuò Piton, per poi alzare anche il terzo e ultimo dito «E come ultima cosa, voglio che mi dica dove si trova il suo dormitorio».

L'uomo incrociò di nuovo le mani al petto e diede a Malfoy un altro avvertimento prima di tornare a sedersi dietro alla scrivania. «Dovrai setacciare molti ricordi, di questo stanne certo, ma devi concentrarti solamente sulle tre cose che ho richiesto, e una volta ottenute le informazioni dovrai uscire»

Draco annuì prima di guardare Hermione.

«D'accordo Granger, si parte» la ragazza lo fissò negli occhi, cercando tuttavia di non lasciarli capire quanto quell'esperienza la terrificasse.

Dopo qualche istante lui alzò la bacchetta e pronunciò chiaramente «Legilimens».

Draco venne immediatamente risucchiato all'interno della sua mente. Era come se qualcuno l'avesse miniaturizzato e ora stesse letteralmente passeggiando tra i suoi pensieri. Non era una sensazione che amava particolarmente, perciò si decise a finire in fretta per poter tornare ala realtà.

Iniziò, agilmente, a cercare le informazioni su suo padre. Furono davvero facili da trovare. Si ritrovò in un ricordo di Natale, che non poteva essere molto remoto, visto che lei pareva solo leggermente più giovane di quanto non lo fosse in realtà. Non seguì lo svolgimento delle vicende, ma si concentrò sull'aspetto del padre, cercando di ricordare ogni dettaglio dell'uomo magro e baffuto che tanto le somigliava. Poi passò oltre.

Con le dita si tamburellava sul ginocchio, mentre cercava di scoprire quale fosse il suo cibo preferito. Come cavolo doveva fare? Che ricordi trovare? Avrebbe dovuto entrare in sintonia con i sentimenti della ragazza, ma era più facile a dirsi che a farsi. Si concentrò più che potè, ma era impossibile. Le uniche emozioni che sentiva erano ansia e paura, ma niente di più. Decise di saltare al numero tre della lista, per non perdere inutilmente tempo.

Cercò di ritrovare un ricordo intravisto prima, di lei nella Sala Comune dei Grifoni. Ah Ha! Eccolo. Restò accanto a lei, seduta sul divano, aspettando che si muovesse verso il letto. Di sicuro era notte, pensò, dopo aver notato una finestra buia proprio sopra a una delle scrivanie. La riccia era immersa in un libro, mentre migliaia di pergamene coprivano il divano a lei vicino. Non sapeva come mandare avanti il ricordo, perciò pregò che la sessione di studio non durasse tutta la notte.

Dopo cinque minuti pieni considerò di passare a un altro ricordo. L'aveva osservata per troppo tempo, e stava cominciando a farlo impazzire. La guardò mentre si mordicchiava il labbro inferiore, immersa nei suoi pensieri. Notò come, nell'intimità della sua camera, usasse penne babbane invece di piume. Ne vide una anche sporgere dal nido che aveva in testa. La sua cravatta era allentata, e la camicetta sbottonata leggermente. Non l'aveva mai vista così disfatta. Era davvero bella.

Proprio quando cominciava a pensare di essere ammattito per aver considerato la Granger affascinante, la ragazza chiuse il libro e cominciò a raccogliere le pergamene seminate per la stanza. Una volta finito cominciò a dirigersi verso il dormitorio femminile, e lui sospirò sollevato. Memorizzò la camera con cinque letti e uscì dal ricordo prima di dover assistere al rituale della doccia. Non gli serviva proprio un'altra immagine in cima ai pensieri inquietanti che aveva già avuto guardandola studiare.

Perse la concentrazione e fu immediatamente respinto dalla sua mente. Entrambi ansimarono mentre cercavano di ritrovare l'equilibrio. Piton aiutò Malfoy a sedersi e aspettò che entrambi si fossero ripresi.

«Suo padre» cominciò Draco tra un respiro e l'altro «E' un uomo abbastanza basso, sul metro e settanta, ed è magro. Ha capelli castani folti e i baffi. Indossava un magione natalizio con un orrenda renna ricamata»

Hermione sorrise vivacemente mentre si ricordava del maglione che gli aveva regalato tre Natali prima e di come lo indossasse ogni anno da allora.

«Giusto» rispose, senza essere stata interpellata.

«Dorme nel letto di mezzo in un dormitorio con altre cinque persone. Ho riconosciuto la Brown e la Patil ma non le altre due» continuò il biondo. Hermione annuì alla muta domanda di Piton.

«Non sono riuscito a scoprire il suo cibo preferito» disse infine Draco, la voce colma di frustrazione.

«Me lo aspettavo» asserì il Professore «Scovare i sentimenti e le opinioni delle persone è molto più difficile. Sfortunatamente questo è proprio ciò che devi essere in grado di fare» fece una breve pausa. «Penso che per stasera basti. Per le prossime settimane sarò impegnato da alcuni compiti del Signore Oscuro, ma quando ritornerò dovremmo lavorare molto di più. La Legimanzia non ti sarà necessaria subito, ma tornerai a casa per Natale fra pochi mesi, e dovrai essere perfettamente pronto»

«Signore,» interruppe Hermione «Non avrebbe più senso farlo restare qui?»

«Si» convenne lui «Ma ha mai visto il Sig. Malfoy restare a scuola per le vacanze?» quando la ragazza scosse la testa lui continuò «Allora dovrebbe capirle che farlo ora sarebbe alquanto sospetto» lei annuì.

«Abbiamo finito?» chiese Draco irritato. La gente doveva seriamente finirla di parlare di lui come se non fosse nella stanza.

«Per ora» disse Piton torturandosi le labbra con una mano «Signorina Granger, potrebbe restare per un momento?»

«Certamente signore» rispose lei, sollevata. Aveva milioni di domande per la testa, e non sapeva quando avrebbe di nuovo avuto l'opportunità di fargliele.

«Suppongo di dovermene andare, così che voi possiate parlar di me alle mie spalle» li guardò di traverso mentre si alzava dalla sedia e usciva dalla stanza.

Quando se ne fu andato Piton sigillò nuovamente la porta prima di dire qualunque cosa.

«Signorina Granger, non pretendo di sapere quanto sia difficile per lei» Hermione non credette alle sue orecchie «Ma non credo che lei comprenda l'immensità del peso sulle spalle di Draco»

«Signore, io capisco..» cominciò lei, ma lui la ammutolì con un'occhiataccia.

«Invece no, ma non è colpa sua. Non può capire com'è per lui. Le uniche persone a cui sia mai importato di lui sono da una parte in questa battaglia, mentre le persone che è stato educato a odiare sono da un altra parte: dalla sua parte. Può capire quanto possa confondere questa situazione?»

«Ma signore, capisca anche me. Non ho alcun tipo di autorità su di lui. Malfoy non mi piace proprio, anzi se vuole la verità penso che sia un'incredibile stronzo.E ora sono stata messa in una posizione tra la vita e la morte per lui»

Piton sbuffò ma la lasciò continuare.

«Lui si comporta come se io avessi chiesto di avere questo compito. Io sono spaventata a morte e lui non fa niente per semplificarmi la vita»

«Ha finito di lamentarsi?» chiese l'uomo.

«Si, signore» rispose, un po' imbarazzata per il monologo appena fatto.

«Tutto ciò può anche essere vero, ma il fatto è che lei è il suo Contatto. Da Spia, le posso garantire che il rapporto tra Contatto e Spia è davvero importante. Spero solo che riesca a seppellire tutti i rancori e i pregiudizi per il bene della causa»

«Lo farò, ma non mi farò calpestare. Ho accettato questa missione, nonostante non la volessi. Anche Malfoy deve accettare dei compromessi se vuole che questa cosa funzioni» disse lei con convinzione.

«E' una richiesta ragionevole. Ora, aveva qualche domanda sul lavoro di Spia di Draco?» chiese, nonostante conoscesse già la risposta.

La ragazza riprese a respirare, sollevata, e cominciò a chiedergli tutto quello che voleva sapere. L'unica cosa che tralasciò fu la Missione di Draco. Aveva la sensazione che quella era una storia che avrebbe tirato fuori solo a Malfoy in persona.


  
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