Ringrazio Mary_House
per avrmi recensito e chiunque mi abbia seguito e mi seguirà
in futuro. Credo che questo capitolo sia stato piuttosto corto rispetto
al precedente ma non si poteva allungare.
Deborah, si
ritrovò a studiare
per molto tempo e varie volte maledisse Silente. A causa di
quella
maledetta idea si era trovata a seguire le lezioni e a richiederne di
supplementari.
Il momento peggiore era stato quando aveva scoperto che non avrebbe potuto continuare se non faceva delle pozioni, quindi avrebbe dovuto chiedere a Snape il permesso e, questo, le incuteva non pochi problemi. Infatti è scientificamente impossibile chiedere qualcosa a qualcuno stando in una stanza diversa dalla sua.
In quei giorni avrebbe, per di più, dovuto lavorare sotto la sua sorveglianza.
Snape, appena gli e lo chiese, parve restare interdetto, poi acconsentì.
Le vacanze di Natale arrivarono e, questo rese felice la maggior parte degli studenti che si separarono chi per passare quel periodo con la sua famiglia e chi no. Deborah si ritrovò a scegliere se restare a scuola con i suoi pro e contro o tornare a casa e finì per scegliere di restare, sotto consiglio di Harry e, stranamente, fu, anche, la decisione di Malfoy.
Il giorno di Natale arrivò.
I regali sotto l'albero resero felice Deborah, sia l'abito arrivatole da casa che la scatola di Cioccorane di Hermione le parvero i doni più belli che un essere umano potesse ricevere.
Quei regali, infatti, avevano un significato molto più importante di come lo potessero essere dei dolci o un vestito, significavano che qualcuno aveva pensato a lei, che fosse amata ed avesse qualcuno.
Quel giorno si prospettava bene, con Harry e Ron che chiacchieravano con lei, con Snape che le stava alla larga ma, poi, non cercava di allontanarla, insomma pareva tutto perfetto.
Eppure, qualcosa si prospettava all' orizzonte per distruggerle la calma, anche quel giorno.
Fu prima dell'ora di pranzo che s'iniziò a sentire qualcosa.
Malfoy le andò incontro prendendole la manica della divisa con una strana espressione in volto, quasi come un predatore che ha appena scovato la sua cena.
Deborah cercò di svicolargli ma, così facendo non solo si strappò la manica della divisa ma, la situazione non cambiò.
- MOLLAMI!- Urlò, continuando a divincolarsi.
- NO! Ascolta...- rispose Draco
- Che c'è Malfoy?- rispose la ragazzina che non era affatto felice della situazione in cui si era cacciata
- Beh, vedi...- Cercò di dirle il ragazzo ma, dato che non sapeva come porgerglielo, si zittì
- Sì, Malfoy?- chiese la primina sempre più irritata
Malfoy, questa volta, non rispose, ma si abbassò fino a trovarsi allo stesso livello della ragazza e poggiò le sue sottili labbra su quelle della grifona.
All'inizio il bacio sembrò casto e Deborah fece per lasciarsi andare ma, poi, il ragazzo spinse con la sua lingua sulle labbra della piccola chiedendo un permesso che avrebbe saputo di non poter ricevere. Fu a quel punto che la più piccola lo allontanò e gli diede una sberla.
Lei non poteva comprendere il significato di quel gesto ma sapeva che l'avrebbe scoperto presto.
"Perché lo ha fatto? Cos'è significato, per lui? Cosa succederà, ora?" Si domandava con un innocenza infantile.
Malfoy era ancora fermo, forse gli dispiaceva per aver esagerato, dato che la primina sembrava starlo assecondando, si massaggiava la guancia, senza che neppure un minimo sentore di odio scaturisse dai suoi occhi.
- Mi dispiace- disse poi -è solo che sono innamorato di te da quando ti ho visto al Ghirigoro! Vorrei solo che tu ti potessi mettere con me! Pensaci, d'accordo?
L'undicenne non sapeva che rispondere, Malfoy le era sembrato sincero e, lei, non avrebbe voluto negarlo.
"Forse, se accetto, riuscirò a dimenticarmi di Snape!" Si ripeteva, speranzosa, ben consapevole che il suo desiderio fosse stupido per un passo del genere, ma sapeva anche che era l'unico modo.
Di Malfoy non c'erano più tracce.
Solo una o due ore dopo, durante il pranzo di Natale, che si accorse della strana situazione: lei, Deborah, continuava a guardare nella direzione degli insegnanti alla ricerca di un certo mantello nero, Il proprietario di tale mantello faceva finta di niente, anche, se, attraverso certi sguardi che le lanciava aveva capito che lui sapeva e Malfoy continuava a guardarla.
Si doveva decidere e, la risposta, era affermativa perché lei non riusciva più a reggere una tale situazione.
La cosa che più temeva era ciò che avrebbe detto Harry.
Lei sapeva bene che quello non si sarebbe mai tradotto in amore, ma, forse, avrebbe scordato l'uomo dei suoi sogni.
Alla fine del pranzo si avvicinò a Malfoy che ghignò ed, assieme a lui, uscirono sulla riva del Lago Nero.
- M-Malfoy...- Non sapeva come dirglielo.
- Hai fatto la tua scelta?- le chiese il ragazzo, aspettando che lei gli rispondesse
-Sì!- con quest'unica sillaba abbassò il viso e si fissò i piedi, lei non lo amava lo avrebbe soltanto usato e, seppur ancora troppo giovane per comprendere cosa significasse ciò, sapeva che "usare qualcuno" non era mai bene.
Il giovane le alzò il volto per immergersi in quei due pozzi blu che erano gli occhi della ragazza.
- Allora?- domandò, con voce gutturale
La ragazza lo guardò, rendendosi conto che l'altro non aveva compreso, così, si alzò sulle punte dei piedi e poggiò le sue labbra su quelle sottili della serpe, che rimase per un attimo sorpresa e, poi, si lasciò andare.
Davanti al portone una figura nera li aveva seguiti.
Li osservò due secondi, prima di annuire piano e voltarsi andandosene, mentre un nero mantello gli svolazzava alle spalle.
Il momento peggiore era stato quando aveva scoperto che non avrebbe potuto continuare se non faceva delle pozioni, quindi avrebbe dovuto chiedere a Snape il permesso e, questo, le incuteva non pochi problemi. Infatti è scientificamente impossibile chiedere qualcosa a qualcuno stando in una stanza diversa dalla sua.
In quei giorni avrebbe, per di più, dovuto lavorare sotto la sua sorveglianza.
Snape, appena gli e lo chiese, parve restare interdetto, poi acconsentì.
Le vacanze di Natale arrivarono e, questo rese felice la maggior parte degli studenti che si separarono chi per passare quel periodo con la sua famiglia e chi no. Deborah si ritrovò a scegliere se restare a scuola con i suoi pro e contro o tornare a casa e finì per scegliere di restare, sotto consiglio di Harry e, stranamente, fu, anche, la decisione di Malfoy.
Il giorno di Natale arrivò.
I regali sotto l'albero resero felice Deborah, sia l'abito arrivatole da casa che la scatola di Cioccorane di Hermione le parvero i doni più belli che un essere umano potesse ricevere.
Quei regali, infatti, avevano un significato molto più importante di come lo potessero essere dei dolci o un vestito, significavano che qualcuno aveva pensato a lei, che fosse amata ed avesse qualcuno.
Quel giorno si prospettava bene, con Harry e Ron che chiacchieravano con lei, con Snape che le stava alla larga ma, poi, non cercava di allontanarla, insomma pareva tutto perfetto.
Eppure, qualcosa si prospettava all' orizzonte per distruggerle la calma, anche quel giorno.
Fu prima dell'ora di pranzo che s'iniziò a sentire qualcosa.
Malfoy le andò incontro prendendole la manica della divisa con una strana espressione in volto, quasi come un predatore che ha appena scovato la sua cena.
Deborah cercò di svicolargli ma, così facendo non solo si strappò la manica della divisa ma, la situazione non cambiò.
- MOLLAMI!- Urlò, continuando a divincolarsi.
- NO! Ascolta...- rispose Draco
- Che c'è Malfoy?- rispose la ragazzina che non era affatto felice della situazione in cui si era cacciata
- Beh, vedi...- Cercò di dirle il ragazzo ma, dato che non sapeva come porgerglielo, si zittì
- Sì, Malfoy?- chiese la primina sempre più irritata
Malfoy, questa volta, non rispose, ma si abbassò fino a trovarsi allo stesso livello della ragazza e poggiò le sue sottili labbra su quelle della grifona.
All'inizio il bacio sembrò casto e Deborah fece per lasciarsi andare ma, poi, il ragazzo spinse con la sua lingua sulle labbra della piccola chiedendo un permesso che avrebbe saputo di non poter ricevere. Fu a quel punto che la più piccola lo allontanò e gli diede una sberla.
Lei non poteva comprendere il significato di quel gesto ma sapeva che l'avrebbe scoperto presto.
"Perché lo ha fatto? Cos'è significato, per lui? Cosa succederà, ora?" Si domandava con un innocenza infantile.
Malfoy era ancora fermo, forse gli dispiaceva per aver esagerato, dato che la primina sembrava starlo assecondando, si massaggiava la guancia, senza che neppure un minimo sentore di odio scaturisse dai suoi occhi.
- Mi dispiace- disse poi -è solo che sono innamorato di te da quando ti ho visto al Ghirigoro! Vorrei solo che tu ti potessi mettere con me! Pensaci, d'accordo?
L'undicenne non sapeva che rispondere, Malfoy le era sembrato sincero e, lei, non avrebbe voluto negarlo.
"Forse, se accetto, riuscirò a dimenticarmi di Snape!" Si ripeteva, speranzosa, ben consapevole che il suo desiderio fosse stupido per un passo del genere, ma sapeva anche che era l'unico modo.
Di Malfoy non c'erano più tracce.
Solo una o due ore dopo, durante il pranzo di Natale, che si accorse della strana situazione: lei, Deborah, continuava a guardare nella direzione degli insegnanti alla ricerca di un certo mantello nero, Il proprietario di tale mantello faceva finta di niente, anche, se, attraverso certi sguardi che le lanciava aveva capito che lui sapeva e Malfoy continuava a guardarla.
Si doveva decidere e, la risposta, era affermativa perché lei non riusciva più a reggere una tale situazione.
La cosa che più temeva era ciò che avrebbe detto Harry.
Lei sapeva bene che quello non si sarebbe mai tradotto in amore, ma, forse, avrebbe scordato l'uomo dei suoi sogni.
Alla fine del pranzo si avvicinò a Malfoy che ghignò ed, assieme a lui, uscirono sulla riva del Lago Nero.
- M-Malfoy...- Non sapeva come dirglielo.
- Hai fatto la tua scelta?- le chiese il ragazzo, aspettando che lei gli rispondesse
-Sì!- con quest'unica sillaba abbassò il viso e si fissò i piedi, lei non lo amava lo avrebbe soltanto usato e, seppur ancora troppo giovane per comprendere cosa significasse ciò, sapeva che "usare qualcuno" non era mai bene.
Il giovane le alzò il volto per immergersi in quei due pozzi blu che erano gli occhi della ragazza.
- Allora?- domandò, con voce gutturale
La ragazza lo guardò, rendendosi conto che l'altro non aveva compreso, così, si alzò sulle punte dei piedi e poggiò le sue labbra su quelle sottili della serpe, che rimase per un attimo sorpresa e, poi, si lasciò andare.
Davanti al portone una figura nera li aveva seguiti.
Li osservò due secondi, prima di annuire piano e voltarsi andandosene, mentre un nero mantello gli svolazzava alle spalle.