Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Seagullgirl    21/06/2011    5 recensioni
Chissà come sarebbe stato Eclipse se fosse arrivata improvvisamente a Forks la cugina di Bella? Se Jacob non fosse stato innamorato di Bella, ma soltanto il suo migliore amico, come lei desiderava?
E se questa misteriosa cugina avesse un segreto? Se tra lei e Jacob nascesse qualcosa che va oltre l'amicizia?
Se siete curiosi, andate a leggere!
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'E se...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







Eccomiiiii! :) Dopo una lunga, ma che dico lunga, estenuante, attesa, sono tornata.
Non so se a qualcuno è rimasta ancora un briciolo di voglia di leggermi, ma spero di sì.
Scusatemi se è così tanto che non aggiorno, ma ero talmente presa dalla scuola e poi dalle mie altre ff ( una in particolare... ) che non ho più scritto nulla. E ogni volta che ci provavo, non sapevo da dove iniziare. Poi un pomeriggio una mia amica mi ha detto, in modo un pò brutale e per l'ennesima volta, che non mi avrebbe fatto male aggiornare anche questa. ( Lei odia l'altra ff che sto scrivendo ), e così ho scritto di nuovo. Ma non perchè lei volesse, solo per dimostrare che non sono monotematica, ma ho i miei tempi, tutto qui.
Per questo voglio dedicare questo capitolo all'unica persona che in tutto questo tempo non mi ha pressata nè mi ha detto nulla dei miei altri interessi, anzi si è dimostrata interessata e gentile.
Questo capitolo è per te Cate. Ti voglio tanto bene e sono contenta che tu ci sia anche nei momenti più bui. :)










Tre figure apparentemente insignificanti si avvicinarono minacciose.

Riconobbi subito Jane e gli altri due alle sue spalle: Felix e Demetri.
Jane si fermò davanti al falò ancora acceso, lo guardò con sguardo vacuo e poi si rivolse verso di noi. « Avete fatto davvero un ottimo lavoro », acconsentì, « non ho mai visto una famiglia uscire completamente illesa da un attacco di questa portata ». Sembrava quasi dispiaciuta che fossimo ancora vivi, e probabilmente era davvero così.
« Sapete dirci quanti erano? » domandò subito dopo.
Edward rispose con tono freddo, distaccato.«Venti, la creatrice compresa »
Jane annuì leggermente. Poi si interessò della ragazza alle mie spalle.
« E lei? » domandò con tono neutro, ma più irritato di prima.
Stavolta fu Carlisle a parlare. « Si è arresa. Ha rinunciato ad attaccarci, perciò non mi è sembrato il caso di eliminarla. Ma sta a voi decidere.
Nessuno le ha mai insegnato niente. » spiegò. Felix e Demetri si scambiarono un’occhiata fugace.
« Ciò e irrilevante », insistette Jane.
« Come credi ».
Per un attimo vidi la sua espressione cambiare, mentre porgeva i saluti di Aro a Carlisle. Finzione. Pura e semplice finzione. Ci ero così abituata che la riconoscevo a chilometri di distanza.
Dopo quei brevi convenevoli, tornò a scrutare la ragazza.
« Tu » disse con voce aspra, « Dimmi come ti chiami ».
La neonata non rispose, le labbra ben strette e lo sguardo minaccioso.
Jane la ricambiò con un sorriso che poteva parere angelico, ma che io riconoscevo bene.
Uno strillo acuto rimbombò nella radura. Il corpo della ragazza s’inarcò in una posizione distorta di sofferenza.
Stinsi i denti per contrastare la voglia di colpire Jane. « Resisti », mi sussurrò Edward impercettibilmente. Strinsi i pugni e obbedii.
Finalmente le urla cessarono.
« Dimmi come ti chiami », ripeté inflessibile.
« Bree », tossì lei stremata. Il millesimo del mio cervello che ancora riusciva ad essere ironico mi ricordò che quello era il nome del mio formaggio preferito, e per mezzo secondo le mie labbra ebbero un movimento millesimale verso l’alto.
Jane chiese conferma di quanto raccontato da Edward e Carlisle alla vampira, poi domandò chi l’avesse trasformata e cosa le avessero raccontato per convincerla a combattere. Lei rispose impaurita, forse illudendosi che quello sarebbe servito a salvarla. Ma io sapevo bene che non era così.
Carlisle e Edward provarono inutilmente a difendere la ragazza, promettendo di occuparsi di lei e di insegnarle il dovuto, ma non servì a nulla. « Noi non diamo seconde possibilità », chiarì Jane impassibile.
Prima di emanare il giudizio finale, però, il suo sguardo si posò su me e le ragazze.
 « Loro? » domandò sul piede di battaglia. Si avvicinò a noi, come a scrutarci meglio. « Non sono umane » disse con tono sorpreso.
« Sento il loro cuore battere e nelle loro vene scorre sangue, ma c’è come una strana aura… » sembrava indecisa.
 « Siamo streghe », affermai con spavalderia improvvisa.
 Lei sembrò meno sorpresa di quanto avrei voluto. « Streghe? » 
« Sì. Possiamo dimostralo » mi affrettai a dire. Jane fece cenno d’assenso, e a turno ognuna di noi fece un incantesimo come testimonianza.
« Stupefacente », disse alla fine.
Carlisle parlò dopo di lei. « Sono sicuro che questa… “razza”, non ti è nuova. Anche loro, come noi, devono mantenere il segreto. Le loro regole sono dure almeno quanto le nostre ».
« Aro te lo confermerà », aggiunse. Jane annuii senza dire altro. Eravamo fuori pericolo, dunque. Carlisle mi aveva detto che i Volturi avevano già avuto a che fare con le streghe e che non ci sarebbe stato nessun problema con loro, ma non pensavo che sarebbe stato così semplice. Ma forse c’era una spiegazione più semplice a tutto questo: Jane aveva altro a cui interessarsi.
« Lo stesso non si può dire di lei, invece », aggiunse voltandosi verso Bella.
« A Caius farà molto piacere sapere che sei ancora umana. Magari deciderà di farvi visita », minacciò.
Alice però intervenne prontamente. « La data è decisa. Può essere che tra qualche mese saremo noi a farvi visita ». Jane non parve contenta, ma non obbiettò. Di nuovo, guardò Bree. « Occupatene tu, Felix », ordinò.
« Voglio tornarmene a casa ».
Serrai gli occhi, ma non potei fare a meno di sentire. Un urlo acuto e poi il silenzio, spezzato dal rumore di strappi e lacerazioni nauseanti.
Un forte odore si diffuse di nuovo quando buttarono i resti nel fuoco.
 « Venite », disse Jane.
Alzai lo sguardo appena in tempo per vedere i mantelli rossi che scomparivano nella foresta, così come ne erano emersi.
 
 
* * *
 
 
« Credevo che quella distratta fosse tua cugina », commentò Charlie indicando la mia mano.
« Non posso credere che tu sia caduta dalle scale », continuò imperterrito.
Volevo levarmi una scarpa e lanciargliela, ma mi trattenni.
« Eh già... » finsi malissimo. Non ero abituata a doverlo fare. A casa mia tutti sapevano che ero una strega, non dovevo inventarmi stronzate per coprirmi quando mi facevo male cadendo dalla scopa. Per di più se era per salvare il culo a sua figlia – che tra parentesi gli diceva una balla dopo l’altra -.
Non ti sembra di essere un po’ dura?Rieccola, la mia odiosissima coscienza.NO, per nulla.
Ultimamente mi giravano le scatole, lo ammetto. Ma sapevo che sarebbe passato presto.
« Carlisle deve avere una grande pazienza con voi, ragazze mie… »
Cos’è, Charlie aveva deciso di diventare simpatico tutto d’un colpo?
« Charlie è la prima volta in vita mia che mi rompo qualcosa », dissi con tono scocciato. Lui mi guardò leggermente storto, ma non rispose.
Sospirai, sentendomi un po’ in colpa. In realtà tutta quell’agitazione aveva un motivo preciso: il college.
Avevo mandato richiesta d’ammissione a varie università, e la versione ufficiale era che ancora non avevo ricevuto nessuna risposta, ma non era così. Il pensiero della battaglia mi aveva tenuta impegnata, ma adesso che non avevo più quello a cui pensare era arrivata l’ora di fare i conti con la realtà.
Solo mia madre sapeva della lettera che era arrivata qualche giorno prima da Yale, non ne avevo ancora parlato con nessuno. Insomma, il Connecticut non è proprio dietro l’angolo…. Ma Yale. Un’università così di prestigio… stavo sinceramente valutando l’idea da tanto, troppo tempo oramai. Per non dire che i miei genitori sarebbero stati così contenti se avessi accettato...
Yale era vicina a loro, e avrebbero potuto farmi visita spesso. Ma andare a studiare così lontano voleva dire lasciare Jake. E una relazione a distanza… non ero sicura che avrebbe potuto funzionare.
Così da giorni mi stavo tormentando cercando di prendere la decisione migliore, ma non era facile. Non lo era affatto. E intanto, dovevo cercare un modo per dirlo a Jake…
 
* * *
 
« Mel, va tutto bene? » mi chiese Jacob scostandomi una ciocca dal viso.
Sedevamo sulla sabbia asciutta davanti ad un grande falò acceso, mentre gli altri Quileute ridevano e scherzavano poco distante.
« Sì, si… » annuii senza troppa convinzione.
Mi guardò male, prima di ribattere. « Non è vero, sputa il rospo. Lo so che c’è qualcosa che non va ».
« Se lo sai perché me lo chiedi? » risposi stizzita. Mi pentii subito di averlo trattato male, mentre abbassava la testa e si zittiva.
« Scusa, è che sono nervosa ». Mi guardò perplesso, e ne aveva tutte le ragioni.
« Perché? La battaglia è finita, Victoria… », lo interruppi mentre parlava, come facevo quando ero nervosa.
« No, non è per quello ». Lui non parlò, aspettando in silenzio che dicessi quello che dovevo.
« Ho ricevuto una lettera da Yale, qualche giorno fa. Mi hanno ammessa ».
Aggrottò le sopracciglia scure, dispiaciuto. « Perché non me lo hai detto? »
« C’era la battaglia a cui pensare », fu tutta la mia spiegazione.
« E ci andrai? » domandò con un velo di paura nella voce.
« Non lo so, non ho ancora deciso… » ammisi a sguardo basso.
Da una parte avrei voluto correre a casa a fare i bagagli per andare a coglier quella sorprendente opportunità, mentre dall’altra…
« Vai », disse quasi come un ordine. Alzai la testa sorpresa. « Jake io non voglio lasciarti… » una lacrima rigò la mia guancia mentre lo dicevo.
« Mel è giusto così », mi rassicurò, « Questa è la tua vita, e devi viverla al meglio. Non posso pretendere che tu resti qui con me per sempre ».
Lui era molto razionale, vedeva le cose dalla prospettiva giusta.
« Ma il Connecticut è lontano, io… », mi posò due dita sulla bocca per non farmi ribattere. « Tu ci devi andare. Fallo per me », chiese con occhioni da cucciolo.
« E’ la richiesta più assurda che io abbia mai sentito », borbottai contro il suo dito. Lui rise della mia espressione.
« Non dico che sarà facile, è pur sempre una relazione a distanza. Ma sapevamo entrambi che prima o poi sarebbe accaduto ». Lo disse con una forza quasi dolorosa. Sembrava che l’idea di separarci non lo ferisse quanto lo stava facendo con me, ma sapevo che non era così. Che lo faceva solo per apparire sicuro di sé e convincermi ad andare.
« Già. Solo che non è facile… » dissi un po’ scontata.
Lui mi guardò negli occhi, valutando bene le parole prima di parlare.
« Ti amo, Melanie Wincert. Non dimenticarlo mai. Qui o dall’altra parte del pianeta, io ti amo » e concluse sostituendo le dita con le sue labbra.
Gli circondai il collo e lo strinsi forte a me, petto contro petto.
« Anche io ti amo, Jacob Black » gli sussurrai all’orecchio prima di sciogliere l’abbraccio.
Un piccolo pensiero si inoltrò però nella mia mente, fastidioso e continuo.
Ma non so se basterà.
 
* * *
 
Avevo dato la notizia agli altri la sera in cui avevo parlato con Jacob, ed erano stati tutti contentissimi per me. Bella ed Edward sarebbero andati a Darmouth – perlomeno questa era la versione ufficiale dei fatti – così come Alice, mentre Angela, Ben e gli altri si accontentavano delle università più vicine.
Sapevo che quello non era affatto un addio, ma un arrivederci. Sarei comunque tornata per Jake, Seth e gli altri, e anche per Charlie.
Io sapevo che era questione di poco prima che Bella venisse trasformata, ma lui non sospettava nulla, o quasi. Bè, qualcosa sapeva.
Il matrimonio. Quella era un’altra notizia che era arrivata come una bomba per il povero Charlie. Tutto sommato però l’aveva presa bene. Non aveva nemmeno provato ad uccidere Edward – o l’aveva fatto e io non ne sapevo niente -. La sua unica minaccia verso Bella era stata “ Devi dirlo tu a Reneè! “, minaccia che era andata a vuoto, visto che quest’ultima ci aveva sorpresi tutti con un “ Finalmente! “dicendo addirittura che se lo aspettava.
In ogni caso, la data era fissata. Dopo il matrimonio sarei partita subito per l’università, e probabilmente sarei rimasta nel Connecticut almeno fino a Natale, prima di poter rivedere Jake.
Ma come aveva detto lui quella era la mia vita, e dovevo scegliere per il futuro. Eppure c’era sempre quella strana sensazione… che non riuscivo a spiegare. Sarà solo suggestione, mi suggerì la mia coscienza.
Già, solo suggestione…o forse no? 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Seagullgirl