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Autore: AnUnderdog    21/06/2011    3 recensioni
Black&White parla di due ragazze,Emily e Rachel, diversissime tra loro.
La prima è una ribelle, fa tutto di testa sua, si potrebbe considerare una "trasgressiva"; l'altra, invece, è una ragazza normale, che non infrangerebbe mai nessuna regola.
Alla base del carattere di Emily c'è una storia familiare particolare, che confiderà solo a Rachel.
Le due ragazze diverranno amiche grazie all'intervento di uno dei Jonas Brothers...
Curiosi? Leggete e recensite per saperne di più :)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.
 
<< Emily! Emily svegliati! >>
<< Che cosa vuoi? Voglio dormire! >>
<< Beh, non puoi! Sono le dieci, ti devi preparare! Sotto c’è tuo padre che… >>
<< COSA? Sotto c’è mio padre? Lo hai fatto entrare?!?!? >>
<< Sì, non lo potevo mica lasciare fuori…! >>
Per la prima volta nella mia vita vidi il volto di Emily trasformarsi in una maschera di terrore.
<< Merda, merda! Perché lo hai fatto? >> Velocemente si infilò dei pantaloni e una maglietta e prese quelle poche cose che aveva con sé.
<< Aspetta… Dove vai? Mi vuoi spiegare? >> le chiesi.
<< Senti, non c’è tempo. Adesso me ne devo andare, ma poi ti spiegherò, forse. >> disse mentre si avviava alla finestra.
<< Dove andrai? >>
<< Non lo so… Non qui. Senti, inventati una scusa con mio padre >> Saltò fuori dalla finestra…  Menomale che ero a piano terra! Fece per scappare, nonostante zoppicasse ancora per la ferita, ma io le bisbigliai in modo che potesse udirmi: << Mi libero di tuo padre, ma stasera torna da me e raccontami tutto! >>, lei annuì frettolosamente e scappò.
 
Scesi le scale. Cosa potevo dire a quell’uomo che conoscevo così poco?
<< Mi dispiace signor St. James, ma Emily deve essersene andata stamattina senza che io me ne sia accorta… >>
L’uomo si alzò di scatto e mi prese per le spalle: << Non mentirmi ragazzina, io lo so che Emily è qui! >>
<< S-signore, io non le sto mentendo. Lei non c’è. Controlli lei stesso se non mi crede! >>
I suoi occhi mi facevano paura: per un momento credetti che volesse picchiarmi, ma poi sembrò tornare in sé, corse alla porta e la sbattè dietro le sue spalle.
 
 
Ancora un po’ scossa, presi le chiavi ed uscii di casa. Mi avviai verso il solito bar dove tutti  i giorni, tranne il mercoledì, mi vedevo con le mie amiche.
Arrivai in un battibaleno. Le vidi sedute al solito tavolino, intente a bere i soliti drink.
<< Ehi, ciao Rachel! Vieni, siediti! >> disse Elizabeth.
<< Ciao ragazze. Come state? >> chiesi loro.
<< Ah, non mi lamento. Le mie lezioni di canto per il coro della chiesa stanno andando alla grande! >> rispose Jenny.
<< Sì, inoltre il pianista è un figo assurdo! Si chiama Luc, ed ha origini francesi. Il suo accento mi fa impazzire! Comunque, come va a te? >> disse Celine.
<< Oh, tutto normale. Cameriere! Prendo il solito frappè alla banana… >> In effetti nulla era normale da ieri, ma qualcosa mi diceva che era meglio non rivelare nulla alle mie amiche, anche perché, altrimenti, sarebbe divenuto di dominio pubblico.
Cominciai a riflettere mentre loro tre spettegolavano sul nuovo pianista della chiesa, Luc, o come si chiamava…
Sicuramente Emily era scappata di casa a causa di suo padre… Insomma, sembrava un uomo normale, ma quello scatto di stamattina mi aveva davvero impaurita… Non sembrava pericoloso, ma…
<< Ehi, Rach, guarda chi si avvicina! E’ Joe Jonas! Ed è sottobraccio a Luc, il pianista! >> disse Elizabeth sgranando gli occhi.
<< Salve bellezze! Vi presento mio cugino francese Luc. E’ venuto qua per studiare l’americano, perciò rimarrà per un po’ >> Le ragazze fecero dei risolini stupidi. Le fulminai con lo sguardo: odiavo quando facevano le ochette.
Sorrisi al nuovo arrivato e gli chiesi scusa con gli occhi per l’infantilismo delle mie amiche.
Lui mi sorrise di rimando.
<< Joe, che fai, non mi presenti a queste belle donzelle? >>
<< Ah, sì. Allora, qua abbiamo Jenny, poi Elizabeth, Celine, ed infine Rachel >> disse distrattamente mentre cercava di sbirciare sotto la gonna della cameriera che passava. Un moto di gelosia mi trafisse il cuore. Lo dicevo sempre che quelle cameriere indossavano abiti troppo corti!
<< Molto piacere di conoscervi! >> disse Luc, baciando una per una la mano di tutte noi, fra i risolini isterici delle altre.
Quando si avvicinò a me, notai i suoi occhi. Erano bellissimi: avevano il colore del mare, non erano molto grandi, ma infinitamente espressivi…
<< Voi due non avete proprio nulla in comune! Non sembrate affatto parenti… >> esclamò Celine.
<< No, effettivamente no. >> rispose Luc.
Mentre gli altri si misero a chiacchierare, Joe mi sussurrò: << Rachel, hai per caso visto la St. James? >> Occielo! Era la seconda volta in due giorni che mi chiamava per nome! Trovai a malapena le parole per rispondergli.
<< N-no… Mi dispiace… >> lui sembrò deluso, ma fece un sorrisino e disse: << Va bene, grazie. >>
Joe, il bullo, che diceva grazie? Ok, il mondo si era decisamente capovolto: ragazze popolari che venivano a casa mia, il più fico della scuola che mi chiamava per nome e mi sorrideva… ero capitata per caso in un universo parallelo? Beh, se questo significava mettersi con Joe Jonas, non sarei di certo tornata nel solito noioso universo…
<< Scusate ragazze, adesso dobbiamo proprio andare… Ci si vede! >> disse Luc sorridente.
<< Oh, di già? Beh, quando vuoi vieni a fare un salto al club della castità, mi troverai senz’altro lì! >> gli urlò Elizabeth mentre lui se ne andava.
<< Sicuro! >> disse lui ridendo.
<< Non è fantastico? >> disse Elizabeth con lo sguardo sognante.
Passai altre due ore a sorseggiare frappè alla banana e a far finta di ascoltare gli stupidi pettegolezzi delle mie amiche.
Alle sei, come al solito, ci incamminammo verso le nostre case.
Quando giungemmo davanti alla mia, che era la più vicina, Celine mi diede un bacio e disse: << Domani devi assolutamente venire in chiesa a sentire Luc suonare il pianoforte: è divino! >>.
L’abbracciai e dissi: << Non mancherò di certo! >>
Celine era dolcissima, era da sempre la mia migliore amica, ma adesso ci stavamo un po’ allontanando: talvolta accade dopo che ci si conosce da tanti anni.
 
Estrassi le chiavi dalla borsa, e nonappena entrai mi ritrovai una ragazza dai capelli blu scuro davanti.
<< Come cavolo hai fatto ad entrare? >> le chiesi leggermente scombussolata.
<< Hai lasciato la finestra dalla quale sono uscita aperta, geniaccio! >> mi rispose ridendo Emily.
<< Spero vivamente che tu non ti sia tinta i capelli nel mio bagno! >> Mia madre mi avrebbe uccisa se avesse trovato della tintura blu nel bagno.
<< No, non ti preoccupare: sono andata nel bagno di un bar a farlo >>  disse.
Risi e la accompagnai in salotto. La feci mettere sul divano: ancora non camminava benissimo.
<< Adesso rispondimi sinceramente: è stato tuo padre a ridurti così? >> le chiesi guardandola negli occhi.
Distolse lo sguardo, e chiese: << Come hai fatto a scoprirlo? –preoccupata mi osservò- Non ti ha fatto del male stamattina, vero? >>
<< No… Quindi ho ragione? >>
<< Sì. Giovedì mi ha beccata mentre stavo fumando una canna. Era ubriaco. Mi ha preso ed ha incominciato a picchiarmi. Poi mia madre è entrata nella camera e ha tentato di fermarlo. Lui si è bloccato per un attimo, ed io ho colto l’occasione per scappare. Spero che non se la sia presa con mamma… >>
Rimasi in silenzio per un po’. Non sapevo cosa dire: non mi aspettavo una confessione del genere. Non volevo dire che mi dispiaceva: era troppo banale e, anche se ero sinceramente addolorata per quello che le era accaduto, sapevo che sarebbe suonato falso, come una frase fatta usata per togliersi d’impaccio.
Allora feci una cosa che non mi sarei mai aspettata da me: mi avvicinai a lei e la abbracciai. Emily all’inizio rimase rigida, ma poi si lasciò andare. Sono quasi sicura che un paio di lacrime abbiano bagnato il mio braccio, ma quando parlò la sua voce era ferma: << Perché? >>
Quella domanda avrebbe potuto significare tante cose: perché a me? Perché la mia vita è così?
Ma io sapevo cosa intendeva: perché lo stai facendo?
<< Non lo so >> le risposi con semplicità.
Mi sciolsi dall’abbraccio e lei, cambiando discorso, mi chiese: << Allora, come va con “Jonaslostronzo”? >>
<< Abbastanza bene. Oggi l’ho visto. Mi ha chiesto di te. >>
<< E tu gli hai detto di andarsene a fanculo? >>
<< No. Gli ho detto la verità: che non sapevo dove eri >>
<< Peccato: un’altra rissa ci sarebbe stata bene! >>
Tutte e due ridemmo. Sentii  che tra noi due era nato qualcosa di profondo. 



Note dell'autore:
Questo è il mio capitolo preferito di Black&White, per ora. Forse perchè ci ho inserito un pò della mia anima... Non saprei.
Comunque ecco come mi immagino
Emily e Rachel :) (cliccate sui nomi per vedere le immagini)

Spero che questo capitolo vi piaccia! Fatemelo sapere con una recensione!
Bacioni

  
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