Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: Leslie_burke    21/06/2011    2 recensioni
Ciao a tutti ^^ Questa è la mia seconda fan-fiction su Kodocha, e questa volta seguirà la story-line dell'anime (sebbene io preferisca il manga), e sarà uno scontro all'ultimo flash tra Akito e Naozumi!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Kodocha3a Sana prese in mano il cellulare, e rimase a fissarlo, nervosa. Non era molto sicura di come l'avrebbe presa Akito: il rapporto tra lei e Noazumi era sempre stato un punto dolente nella loro relazione, più del necessario. Si concesse un lungo sospiro, poi selezionò il numero dalla rubrica. Anzi, meglio scrivere un messaggio, più semplice e diretto.
Ciao, come va? Devo assolutamente parlarti di una casa prima di domani... vieni da me alle cinque? Tua, Sana.
Senza pensarci più, schiacciò il tasto di invio. Probabilmente si stava preoccupando per nulla, Hayama non era così infantile, avrebbe capito.
Si mise quindi a vedere vecchi episodi di Kodocha: com'era strano vedersi da piccola! Sembrava delicata, eppure lei stessa si sorprese della forza e determinazione che emanava durante quelle prime riprese. Nao... hai deciso di prendere una strada lunga e difficile come quella della recitazione grazie a me? Le sembrava strano. Era riuscita ad entrare tanto in profondo nell'anima del ragazzo attraverso un semplice schermo? Un brivido le corse lungo la schiena. Ricordava le intese riprese di Mizu No Yakata... forse, non era poi così assurdo. Il teatro e il cinema avevano un potere incredibile sui cuori degli uomini; Akito... recitai con tutta me stessa per migliorare la tua situazione... che anche la tua storia sia cambiata per il mio lavoro? Fingendo, sono stata in grado di cambiare il destino di due persone? L'ultimo pensiero la spaventò: se era così, allora aveva delle responsabilità su entrambi.
Benedisse lo squillo del campanello: non voleva far altro che buttarsi tra le braccia del suo ragazzo.
« Non pensavo fossimo arrivati già a questo livello, Sana! Potevi anche parlarmene prima! » disse Akito, entrando nella stanza. Lei ricambiò il suo sguardo, perplessa. Di cosa stava parlando? Fissò più attentamente i suoi occhi, di solito freddi e impenetrabili come il ghiaccio, e notò che erano stranamente accesi.
« Hey, parla adesso o taci per sempre. Devo spiegarti di... » cominciò in tono deciso.
« Una casa. Ha il giardino? Ci terrei molto, vorrei prendere un cane. Però, le bollette le paghi tu, visto che hai così tanta fretta! » la interruppe sorridendo. Presa da un dubbio, andò nei messaggi inviati.
« Sei uno stupido! » cominciò a prendere a martellate il suo fidanzato, che rideva come non mai. Poi, le afferrò delicatamente il polso, l'attirò a sé e si concesse un lungo bacio. Sana non si ribellò. Si sentiva così serena, sicura... ti amo un sacco.
« Akito... dopo, sul serio. » odiandosi, si sottrasse a quel contatto, prima il dovere poi il piacere.
Lui continuò a tenerla sulle ginocchia.
« Amore... oggi ho commesso una gaffe. » sussurrò, e gli raccontò tutto. L'altro, non sembrò mai particolarmente agitato, e nemmeno irritato. Gli accarezzò i capelli. Lo sapevo, mi stavo spaventando per niente! esultò dentro di sé.
« Dai, piccola, non vedo dove stia il problema! » rispose Hayama, tenendola ancora più stretta « Basta che chiami il regista, inventi una scusa e ti dimetti dall'incarico. » concluse.
Passarono alcuni secondi di silenzio, mentre Sana elaborava le sue parole. Doveva aver capito male, oppure stava scherzando. No, i suoi occhi erano tornati quelli di sempre: belli e maledetti. Si alzò di scatto.
« Me l'avevi promesso, non avresti interferito col mio lavoro. » le tremava la voce, sebbene stesse cercando di rimanere calma. Perché nella vita reale non riusciva a recitare bene quanto dopo aver letto il copione? Sarebbe stato molto più semplice.
« Non ho intenzione di lasciarti andare con quel tipo! Sei matta? Non capisce che ci prova? » sbottò, alzandosi in piedi pure lui. Adesso era l'uno di fronte all'altra.
« Certo che lo so! Si è dichiarato molto prima di te! » ribatté, con cattiveria, tanto da poter vedere una rara espressione di sorpresa sul suo viso.
« Cosa? Io ci avevo provato, ma tu ti rifiutavi di capire! » adesso, sembrava arrabbiato sul serio.
« Già, se Nao fosse stato zitto, e non ti avesse fatto da portavoce, adesso sarei ancora con lui! » esplose, buttandogli la verità dritta in faccia. Altri momenti di imbarazzata quiete. Come quella prima delle tempeste. Solo, che il ragazzo di fronte a lei aveva uno strano modo di ferire: lentamente, si girò, andò verso la porta, e sussurrò « O me o il lavoro con quello, Sana. » poi, prima che lei potesse fare alcunché, uscì dalla stanza correndo.
  
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