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Autore: shizuka    07/03/2006    10 recensioni
Tutti conoscono Draco Malfoy e tutti sanno chi è Hermione Granger. Molti non credono in una loro possibile relazione, ma certi avvenimenti segnano le persone e le portano a compiere gesti che, forse, in passato non avrebbero mai considerato possibili.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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SECRET GARDEN

About this story: Bene la mia mente malata ha sfornato un’altra creaturina…per cui dovrete sopportarmi ancora per un po’…ah ah ah! XD Due parole a riguardo di questa storia: la vicenda parte alla fine del quinto anno, ovvero cosa sarebbe successo se Lucius Malfoy non fosse stato spedito ad Azkaban? Da qui parte la mia storia con un ipotetico sesto anno…(AU perché ho inserito altri fatti che sconvolgono la situazione dei protagonisti)

Ringraziamenti:

  • Dedico questa storia a colei che me l’ha anche ispirata con la sua –ormai- storica frase: "Draco Malfoy?! È il male incarnato!", quindi grazie Osama perché sei una persona stupenda e sono stata molto fortunata ad averti incontrato!
  • Un grazie di dimensioni gigantesche alla mia super beta-reader Suzako-sensei per il lavoro, la pazienza, il tempo passato in chat a cercare di chiarire le mie confuse.
  • Grazie agli amici del blog e della chat che mi sostengono e mi fanno passare delle splendide ore! (grazie a Takao, Simmy Lu, e alla mia super pucci Sihaya a cui faccio pure gli auguri di buon compleanno!)

Desclaimer: I personaggi non appartengono a me, ma alla geniale penna di JKR. Io non scrivo a scopo di lucro, ma solamente per puro diletto. Ritengo dunque che nessun copyright sia stato leso.

Buona lettura…e fatemi sapere le vostre opinioni!^^

Shizuka

 

PROLOGO


Ottobre era appena iniziato e gli alberi stavano già abbandonando la loro sgargiante veste autunnale per lasciare posto ai rami spogli, che annunciavano un inverno particolarmente gelido ad Hogwarts.

Hermione sedeva all’ombra di un faggio imponente, consultando un antico volume di aritmanzia.

Un nuovo anno era da poco cominciato a Hogwarts, e per lei, ormai, sarebbe stato il sesto. Erano già passati sei anni da quando, una calda mattina di settembre, aveva varcato la soglia della scuola di Magia e Stregoneria più importante di tutta la Gran Bretagna, e aveva conosciuto i suoi due migliori amici: Harry Potter e Ronald Weasley.

Ma da quel momento molte cose erano cambiate e molte altre erano destinate a cambiare.


Hermione alzò gli occhi aggrottando le sopracciglia verso un gruppo di ragazze serpeverde, che la tediavano col loro stucchevole chiacchierio, tra le quali spiccava la faccia da carlino di Pansy Parkinson.

Non c’era proprio verso di studiare con quelle oche intorno, pensò la ragazza; sospirò e richiuse il libro con un gesto stizzito. Chissà poi cos’avevano da dirsi di tanto importante per starnazzare in quel modo. Decise di andare nella sala comune dei Grifondoro, forse lì avrebbe trovato un po’ di pace.

Si alzò, rassetandosi la gonna velocemente, ma non abbastanza per non sentire i discorsi delle Slytherin, che avevano alzato il tono di voce, colte, probabilmente, da un’improvvisa sordità.


Ma avete sentito?! ” squittì la Parkinson, con aria da cospiratrice “ Pare che quella sporca mezzosangue della Granger si sia ripassata Potter e Weasley per tutta l’estate! ”

Oh! Ma era prevedibile! Quei tre stanno sempre insieme! ”

Piuttosto…non aveva sempre detto che non gliene importava nulla dei ragazzi?! ”

Pansy esibì un sorriso malizioso “ Forse, intendeva dire che due ragazzi alla volta le bastano…”


Hermione serrò le labbra per impedirsi di urlare. Cosa ne sapevano loro di quell’estate? Cosa ne sapevano?! Ignorale, si ordinò. Ignorale, sono soltanto delle pettegole. E girando i tacchi se ne andò, mentre alle sue spalle echeggiavano risatine divertite.


Hermione! ”


la voce di Ginny Weasley che si sbracciava dalla finestra del corridoio le fece aumentare il passo.


Hermione…eccoti finalmente! La McGrannit ti cercava…” la informò la minore dei Weasley, passandosi una mano tra i capelli simili a lingue di fuoco. Hermione si ritrovò ad invidiare quei capelli così lisci e scarlatti –sempre perfettamente in ordine- che contrastavano con quegli occhi azzurri e limpidi.

Grazie Ginny, ci vado subito ”, disse in fretta, facendo per andarsene.


Ma la voce dell’amica la trattenne.


Hermione…sei sicura di stare bene? ”


Lo stesso tono accorato di Molly Weasley.


Hermione sorrise in modo enigmatico, senza lasciar trasparire i sentimenti che si agitavano in fondo al suo cuore.


Ma certo, non preoccuparti.”




* * *



Hermione aveva sempre ricordato l’ufficio della McGrannit accogliente come una tana, quasi protettivo e rassicurante, con il fuoco del caminetto che emanava calore e una luce particolare, e gli scaffali strapieni di libri polverosi, con quell’odore di carta che amava tanto.

Ma, quel giorno, a Hermione Granger sembrava più una gabbia per leoni, o sarebbe stato più corretto dire, per grifoni. Così si sentiva: imprigionata. E sapeva che avrebbe tirato un sospiro di sollievo, fuori di lì. Anche se ad accoglierla c’era l’aria fredda e pungente di quell’ottobre stranamente rigido.

Signorina Granger… ”, incominciò Minerva McGrannit esibendo il sorriso più indulgente che possedeva.

l’ho convocata solamente per accertarmi che…l’incidente di quest’estate… non pregiudichi la sua brillante carriera scolastica. ”, continuò pacata, ma il suo tono era deciso.


Hermione non mutò espressione, continuando a fissare un punto imprecisato nella figura dell’insegnante.

Non si preoccupi professoressa, non è mia intenzione buttare al vento cinque anni di studi. ”


Mi fa piacere sentirlo.” concluse la McGrannit, scrutandola

In ogni caso, se avesse bisogno di una mano, si ricordi che sono sempre a sua disposizione…ora può andare. ”


La Grifondoro si congedò e quando uscì dalla stanza trasse un lungo respiro. Quell’anno non sarebbe stato come tutti gli altri.

Decisamente, quest’anno sarà molto più lungo


* * *



Draco sedeva annoiato su una panchina fuori dall’edificio scolastico, assaporando l’aria frizzante e godendosi un po’ di sano e meritato riposo, mentre le sue inseparabili guardie del corpo, Tiger e Goyle, controllavano che nessuno disturbasse la quiete del loro capo, il rispettato Draco Malfoy, l’ultimo rampollo di due caste dal sangue purissimo. Cresciuto nel lusso, adorato e riverito da tutti, affascinato dal timore e il rispetto che derivavano dalla sua casata. Essere un Malfoy era sempre stato un onore, come essere amico di un Malfoy.

Un vanto, un vantaggio.


Capo…” Goyle lo scosse leggermente, per richiamare la sua attenzione. Draco sbadigliò.


Cosa c’è?”


Ehm…”


Malfoy socchiuse pigramente gli occhi, irritato da tutta quell’ingiustificata indecisione.


Allora?” ripetè, guardando anche Tiger, che si girò lentamente indicando il portone d’ingresso con un sospetto e reverenziale timore.

Un giorno o l’altro avrebbe dovuto liberarsi di quei due idioti, pensò il ragazzo dal volto pallido e affilato. Chissà cosa diavolo avevano per agitarsi in quel modo…Poi rivolse lo sguardo verso l’entrata e…sbiancò ancora di più.


Una figura simile alla sua, avvolta in un mantello di velluto nero, avanzava con passo elegante e cadenzato in quella direzione. Lo sguardo era di ghiaccio, gli occhi penetranti guardavano dritto verso il figlio.

Lucius Malfoy era ad Hogwarts. La mente di Draco ci mise qualche istante per registrare quell’informazione: suo padre era ad Hogwarts.


Draco. ” gli occhi gelidi di Lucius indugiarono qualche secondo sul figlio. Tiger e Goyle sparirono all’istante.


“ …Padre. ” Una parola che avrebbe voluto esprimere molto di più di un semplice legame familiare. Una parola ricolma di sentimenti contrastanti dove predominava ancora quella nota di ammirazione che nonostante tutto non si era mai cancellata.


A Natale non tornerai a casa. ” Il tono freddo e tagliente del padre, trafisse Draco come la lama di una spada ben affilata.


C-come? ”, balbettò incredulo.


Lucius Malfoy non era solito ripetere due volte la medesima cosa, quasi il suo fiato valesse come l’oro della Gringott, e neanche questa volta fece eccezione.


Io e tua madre partiamo. E abbiamo affidato la tua tutela a Bellatrix. ”


Il volto di Draco si indurì in una maschera di ceramica, mentre la brezza fresca che spirava tra gli alberi, era diventata improvvisamente gelida. Bellatrix. Bellatrix Lestrange, la pazza assassina.



E il castello dorato in cui aveva sempre vissuto cominciò a sgretolarsi…







  
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