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Autore: Iurin    23/06/2011    9 recensioni
E' il 1992, l'anno scolastico, ad Hogwarts, sta per cominciare, e Silente, grazie a Miss Pince, ha assunto un'assistente bibliotecaria, parente della suddetta Miss Pince, forse, per "un decimo di millesimo di grado". La ragazza, appena ventottenne, si chiama Soleil Scrooge (sì, come Ebenezer Scrooge), ed arriva ad Hogwarts già piuttosto restia a fare quel lavoro, ma poi si deprime totalmente quando capisce di essere praticamente entrata in conflitto con "l'acido" Severus Piton. E, complice una strana tinta per capelli usata per sbaglio (o forse per far colpo su Gilderoy Allock), proprio Severus Piton le affibbierà un soprannome, con il quale solo lui, però - o per fortuna - la chiamerà: Cirque.
Cirque du Soleil.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gilderoy Allock, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Oh. Buongiorno! :D
Direi che...beh... è un pochino di tempo che non ci vediamo, vero?
Faccio un grande mea culpa u.ù
MA per farmi perdonare (almeno credo O.o) c'è qui un ospite del tutto inaspettato (non so quanto possa essere considerato tale, ma tant'è u.ù):
Il professor Pitoooooooooonnn!!!!
.....Perchè devo essere sempre introdotto in questo modo?
Vuole saperlo veramente?
-SILENZIO-
No. Probailmente no.
E se glielo dicessi ugualmente?
Me ne andrei, così risolverei due problemi nello stesso istante: non ascoltare baggianate e liberarmi il più possibile della tua presenza.
.....Lo sa che "baggianate" lo dice sempre Ebenezer Scrooge?
E con ciò?
Le dice qualcosa? Scrooge, Scrooge, Scrooge.....
Ti avverto, Iurin, sto per andarmene.
Oh, ma invece, ne sarà contento, perchè abbiamo qui tra noi.... Soleil Scrooooooooooge!!!
Oh, salve salve!!!
Di male in peggio.
Ah! Certo, come no.
Oh, non farci caso, Soleil, ormai sappiamo che tanto è tutto fumo e niente arrosto, vero prof?
Sto seriamente per andarmene, inutile ragazza che non sei altro.

Argh! Va bene, allora cominciamo, su su su!
*alza gli occhi al cielo, sconsolato*
*batte le mani*

Poison / Miss Veleno (?): Io non ho intenzione di dire alcunché. - Il solito scorbutico. - No, il solito... uhm- "sarcastico sadico tenebroso misterioso irascibile Severus!" Beh, Miss, lei ha davvero centrato il punto. - Hai dimenticato il "bello" *sghignazza* - Non l'ho dimenticato. L'ho omesso volontariamente. - Hai una scarsa considerazione di te, lo sai? - E tu, di te, ne hai fin troppa. - silenzio - Sigh. - *ghigna soddisfatto* - Beh, ehm...cara Poison, grazie mille per tutti i complimenti!! :D Sono contenta che questi miei scleri ti piacciano xD Ci sentiamo presto (lo spero xD) - Ah, io non lo spero per niente. - ....e che mi dovevo aspettare?
Charme / Miss (sigh) Charme: AdorataaaaaaaaaHHHHHHHH!!!!H!HH!H!H!H!HHH!H!H!H!H - ....... - Cosa? - Cos'era quello? - Niente, niente, stia tranquillo.Probabilmente è una cosa loro che non possiamo capire. - E neanche ci tengo, io, puoi starne certa. - Che novità. - Stai diventando un pò troppo scontrosa, per i miei gusti. - Senti chi parla. E poi...vuol dire che prima ti piacevo? - *sibilando* No. - Ah. Beh...tornando a Charme, comunque: in effetti, specie ultimamente, credo ancche io di stare influenzando Severus. Evidentemente allora la cosa è vera, se te ne sei accorta anche tu. - Puah! Ti piacerebbe, Scrooge. - No, non credo. - Io credo di sì. - Tu stai diventando troppo egocentrico. Passi da un eccesso all'altro e neanche te ne rendi conto. - I privilegi dell'essere me. - Perchè mi pare di averla già sentita, questa frase? - Perchè sei un'esaltata, Iurin, senza offesa. - Lo sa che il "senza offesa" non comporta che le persone non si offendano? - E secondo te a me importa? - ......in effetti..... - Ma lascialo, perdere, guarda, non ne vale proprio la pena. - Senti chi parla: chi è che intanto si sta prestando a....godere della mia presenza? - Io non godo proprio di niente, la vuoi piantare?! - *ghigna* - *sospira* Beh, direi che a questo punto possiamo pure salutare la cara Charme, che ringraziamo calorosamente! - Tu e Iurin, forse; io, stavolta, non me ne sono curato per niente, di lei. Contenta, Miss? - Ah! Ci hai parlato!! - .....Accidenti.
Erin / Miss Prince: Sempre questi cognomi fin troppo familiari... - Perchè? Hai un secondo cognome? - *rotea gli occhi* No, è quello di mia madre. - TU HAI UNA MADRE?! - Per Salazar, a meno che non mi sia autoriprodotto, sì, Scrooge. - Oh beh... non si finisce mai di imparare. - *si massaggia le tempie* - Comunque!! Cara Erin, qualsiasi risata qui è bene accetta. - Io non accetto neanche quella, del suo commento, Miss. - Vabbè, lui è un caso a parte... dicevamo... Iurin ti ringrazia tantissimo!!! Ci vediamo!!!!! - Spero proprio di no. - Oh, che stress. -.-
Avril / Miss Piton (?!?): Di male in peggio, con i cognomi. - Stai ricominciando ad autodisprezzarti, lo sai? - Che hai capito, Scrooge, non c'entra niente! Fai silenzio!! - ...... - ...... - Suscettibile, eh? - *borbotta* - Comunque.... - Concordo solo sul fatto che sono meglio io di quel pomposo inutile di Allock. - AH!!! Ti piacerebbe a te!!!! - Glisso sulla grammatica della tua frase, ma comunque.... non negare l'evidenza, Scrooge. - Tu sei pazzo... - *ghigna* - Dio Santo, come si fa ad andare avanti... Beh, cara Avril devo un attimo smontare quest'uomo vicino a me, quindi devo salutarti, per il momento.... - Oh, mi trema tutto, Scrooge. - *guarda male*
ferao / Miss ferao: Il suo nome non è neanche con la maiuscola, Miss, se ne è accorta? Stranamente, viste le persone di questo...ambiente, la cosa neanche mi sorprende troppo. Non che il suo nome, per me, sia di chissà quale rilevanza... - Merlino, dammi la forza... Comunque, veniamo a noi: Iurin ringrazia tantissimo per la tua recensione, ed è contentissima che secondo te tutto risulti IC. - Il che vorrebbe dire...? - Non ne ho la più palida idea. - Bene. Diamo aria alla bocca, insomma. - Sigh. Comunque, Iurin ti ringrazia tantissimo... no, un attimo questo l'ho già detto... Ah, e si scusa perchè ancora non ha potuto leggere il tuo, di lavoro.... - Un'altra pazza?! Salzar, sono circondato. - ......e ti manda tanti baci e caramelle dicendo che rimedierà. - Spero le venga una carie, a questo punto, Miss. - Come sei malefico. - Grazie. - -.-

Ebbene, eccomi qua!!!! :D
Ci sentiamo presto (lo spero xD)!!!!
Ciao, nì!!!!!

p.s. pregate per me, oggi ho un esame (diritto pubblico) O_O

 

Capitolo 6

E così era arrivato il due Settembre, ovvero il mio primo giorno di lavoro. Nonostante sapessi comunque che lavorare in biblioteca non fosse il lavoro più esaltante del mondo, era comunque abbastanza…esaltata.
Chissà allora che avrei fatto se per caso…che so…avessi dovuto lavorare nel mondo dello spettacolo e simili; avrei cominciato a saltellare da tutte le parti in stile ranocchia? Probabile.
E così, comunque, la giornata cominciò
Miss Pince mi spiegò che, per il momento, lei sarebbe rimasta nel suo ufficio, poiché – ahinoi – doveva fare l’inventario.
Mamma mia… Fortuna che non mi aveva coinvolta! Non sarei riuscita ad uscirne viva, altrimenti…
Dico: fare l’inventario di qualcosa – di qualsiasi cosa – era…era…orribile. Doversi mettere lì con una lista in mano, e vedere sui registri se tutti i libri erano stati consegnati o se ne mancava qualcuno… Brrr… A me si sarebbero incrociati gli occhi nel giro di mezz’ora.
Comunque… mentre la casa parente compiva questo gesto epico armata di penna d’oca, calamaio, e tanta pazienza, io sarei dovuta rimanere nella biblioteca a ‘controllare la situazione’, a segnare sul nuovo registro qualsiasi prestito effettuato e…beh, giusto di questo si trattava, in realtà.
Ah, e poi, ogni volta che fossero arrivati dei libri alla libreria di Hogsmeade, io sarei dovuta andare tanto carinamente a ritirarli.
Bene! E così mi toccavano pure le trasferte, con tanto di – magari – pacchi pieni di libri al seguito già mi vedevo, a fare avanti e indietro senza sosta caricata come un mulo, sola, inerme e sempre in prossimità di un calo di forze e simultaneamente di zuccheri, che percorrevo la tortuosa via dal villaggio alla scuola.
E allora cominciai seriamente a chiedermi perché fossi tanto impaziente di cominciare. La risposta giunse subito: magari, nello stimolante ambiente della biblioteca, caldo e rilassante…sempre che non ci fosse Miss Pince a fissarti…magari il caro Gilderoy sarebbe potuto passare a farmi un saluto! O, magari, sarebbe potuto passare proprio per voler parlare con me! Per conversare con me!
E parlando dei nostri interessi avrei finito col piacergli, e le ore che avrei dovuto passare in biblioteca sarebbero voltare via come rondini all’arrivo dell’inverno. E guardando l’un l’altro negli occhi avremmo capito di essere fatti l’uno per l’altra e Gilderoy mi avrebbe anche fatto una dichiarazione d’amore piena di sentimento.
Vabbè, ovviamente il tutto non doveva per forza accadere durante quel primo giorno di lavoro, eh? Ma io aspettavo e speravo che qualcosa succedesse davvero.
Eppure, durante quel primo giorno di lavoro per me, e di scuola per gli studenti, nessuno – e sottolineo nessuno – varcò quella soglia per addentrarsi nella biblioteca.
Chiunque avrebbe potuto leggermi il faccia il di scontento: dapprima me ne stavo dritta in piedi dietro la scrivania che Miss Pince mi aveva dato, con le mani poggiate sul legno ed un gran sorriso sulle labbra; circa un’ora dopo il sorriso cominciò a spegnersi – causa anche il rischio di paralisi facciale – e cominciai a guardarmi le unghie; dopo un altro po’ mi ritrovai seduta sulla scrivania che mi guardavo in giro; passò un’altra buona ora e mi sedetti sulla sedia con un libro a caso in mano; verso l’ora di pranzo il mio busto era praticamente disteso sul tavolo, e tenevo le braccia in avanti, con le mani a penzoloni nel vuoto; il libro era aperto ad una pagina qualsiasi, abbandonato accanto a me.
“Ehi, Soleil!” Mi sentii chiamare proprio in quell’istante.
Uh? Gilderoy?
Mi alzai di scatto con una specie di grugnito. Di sicuro avevo pure i capelli da pazza.
“Sì…?” Chiesi allora, con voce strascicata, e allora mi guardai intorno: nessun Gilderoy si stagliava all’orizzonte, ma solo la figura di una perplessa Ines Pince.
“Tutto bene?” Mi domandò allora lei.
Mi passai una mano tra i capelli, cercando di dar loro una sistemata per lo meno decente.
“Io… Sì. Tutto a posto.”
Stavo solo per morire di noia!!
Probabilmente se la Pince non mi avesse ridestato dalla mia momentanea apatia, avrei finito col ritrovarmi paralizzata in quella posizione, avrei messo la muffa, sarei morta, e poi marcito nel giro di poco tempo, e allora dalla finestra sarebbero entrati degli avvoltoi che avrebbero festeggiato sul mio corpo inerme adagiato alla bell’e meglio su quella scrivania.
Merlino… Ma perché mi venivano in mente certe immagini macabre? Colpa della noia, senza alcun dubbio.
“Comunque,” Fece allora Miss Pince riscuotendomi dai miei pensieri o dalle vomitevoli immagini che riusciva a partorire il mio cervello “il pranzo è pronto. La biblioteca è collegata con la cucina, così all’ora di pranzo possiamo mangiare tranquillamente qui.”
Perché, perchè? Perché il mondo hogwartsiano ce l’aveva con me, eh? Perché dovevano privarmi della possibilità di interagire con degli individui che non fossero Miss Pince per cercare di instaurare un rapporto di…amicizia?
Sì, stavo parlando di Gilderoy, che, probabilmente, avrei rivisto giusto a cena. Oh, tu sia maledetto, uomo che ha inventato i regolamenti scolastici! E, nel caso tu sia stata una donna, allora tu sia maledetta, donna che ha inventato i regolamenti scolastici!
E così non c’era neanche alcuna sorta di discriminazione.
A quel punto, allora, che avrei potuto fare, se non andare nell’ufficio di Miss Pince per nutrirmi? E così, per l’appunto, feci.
Lei mi raccontò di cosa avesse fatto durante la mattinata, e di quanto le mancasse per completare l’archivio.
Povere noi.
Ma per fortuna il tutto finì piuttosto presto.
‘Per fortuna’ per modo di dire, dato che mi attendevano, a quel punto, altre ore di completa e silenziosa solitudine. Certo, a meno che, finalmente, qualcuno – un tizio a caso – non si fosse degnato di fare una capatina dalle mie parti.
Sì, sì, stavo sempre parlando di Gilderoy. D’altronde la speranza era l’ultima a morire, no? Il tempo, allora, ricominciò a scorrere, inesorabile, e io, ritemprata un po’ dal pranzo, stavolta non mi ritrovai mezza-distesa sulla mia scrivania nel mio angoletto, ma, per lo meno, seduta composta con le gambe accavallate e con le braccia poggiate in grembo.
Ma tanto composta o non composta, sempre a girarmi i pollici stavo.
Vabbè…
E poi, proprio nel momento in cui tutte le mie certezze stavano cominciando a vacillare (a proposito: che enfasi!), la porta della biblioteca si aprì. Si aprì!
Mi misi dritta con la schiena, e non appena notai che stava davvero per entrare qualcuno – e non che quella fosse stata aperta dal vento – sfoggiai il mio sorriso migliore.
Anche perché, se, appunto, la porta si fosse aperta solo per un po’ di vento, sarei sembrata leggermente…cretina, a sorridere in quel modo al nulla.
Ma poi non c’erano neanche le finestre aperte, in biblioteca! Quindi come avrebbe fatto la porta ad aprirsi? Con un incantesimo?
…Qual era la formula magica per creare il vento?
Oh, ma insomma! Il mio cervello stava lentamente partendo per i lidi più sconosciuti, quindi…focalizzai: porta aperta; figura dietro la porta; probabilità che si potesse trattare di Gilderoy?
Potrebbe essere, Watson.
Mi rispose una voce nel mio sempre più probabilmente deviato cervello.
E così la porta – finalmente – si aprì, e chi fu a venire allo scoperto?
Non Gilderoy.
Per la delusione il sorriso mi si spense, ma sono un pochino, non totalmente, se no sarei potuta sembrare un po’…stramba.
Ma quindi, chi è che aveva aperto quella porta? Lo scoprii praticamente subito: un gruppetto di ragazzi, infatti, apparve, e, non appena quello che era più avanti mise piede nella stanza, tutti si zittirono. Ovviamente la prima ‘cosa’ che guardarono fu io, che ancora sorridevo nella loro direzione. Due di quei ragazzi – che saranno stati del…quinto anno? – mi sorrisero di rimando, per poi andarsi tutti quanti a sedere ad un tavolo parlottando tra di loro.
Bene, se Gilderoy non fosse spuntato da quella porta entro dieci secondi sarei andata a rimorchiare un minorenne.
Dieci… Nove… Otto… Sette… Sei… Cinque…
Quattro…
No, vabbè…pensai che fosse meglio lasciar perdere. Potevo pure rischiare la galera, d’altronde.
Ma comunque Gilderoy, nel frattempo, non sbucò da nessuna parte.
Ma poi…quant’ero scema! Grazie al cavolo che non si faceva vivo: aveva lezione, no? Lì ad Hogwarts i professori dispensavano la loro immensa cultura anche dopo pranzo!
Mi ricordavo ancora, io, del trauma della lezione post-pranzo: uno aveva appena mangiato, e così si trovava proprio nella fase della digestione, il che implicava quindi il consueto momento di sonno…e, se bisognava, in quei frangenti, dover rimanere attenti alle spiegazioni…oggi volta ci si ritrovava in crisi.
Quanti riposini pomeridiani mi ero fatta, all’epoca, durante Storia della Magia!
E pareva purtroppo che i suddetti professori fossero immuni a questa sorta di…abbiocco. Poveri studenti… Chissà come doveva essere seguire una lezione pomeridiana di Gilderoy… E chissà com’era seguirne una di Piton! Probabilmente gli studenti rimanevano svegli solo grazie al terrore che circolava nel loro corpo.
Non sapevo come insegnasse Severus, esattamente, però potevo immaginarlo, avendo più o meno conosciuto il suo…carattere…che, beh…
Non doveva essere una cosa facile ritrovarselo davanti mentre uno stava preparando una pozione.
Anche se…a dire il vero non doveva essere facile ritrovarselo davanti di colpo in qualsiasi momento, a causa del possibile infarto che sarebbe potuto sopraggiungere al malcapitato di turno.
Ripeto: poveri studenti.
Ma lasciando perdere Piton…
Come fare?
Non potevo di certo andare io a disturbare Gilderoy… Dovevo per forza fare in modo di attirare la sua attenzione. Certo, non con qualcosa che attirasse l’attenzione di tutti, perché altrimenti o sarei passata per egocentrica e vanitosa, oppure sarei parsa ridicola. Il tutto in base a cosa, di preciso, avrei fatto. Ma, appunto: che fare?
Forse avrei dovuto compiere qualcosa che interessasse anche Gilderoy. Ma sconfiggere mostruose forze del male richiedeva troppo tempo…e poi…figuriamoci, insomma, io a combattere contro vampiri, lupi mannari e compagnia bella.
Sì.
E quindi? Bah. Forse sarei parsa superficiale, ma, da ragazza quale ero – e quale sono – avrei potuto puntare sull’aspetto esteriore. Certo, niente di troppo esagerato, ovviamente! Mica dovevo andare in giro in super attillatissime minigonne e in super attillatissime magliette! Insomma, fino a quel livello non mi ci sarei abbassata, però…forse potevo modificare giusto
qualcosina.
Ma cosa (solita domanda inutile)?
Cominciai a pensare.
“Trovato!” Mormorai tra me e me dando una sottospecie di pugno sul tavolo. I ragazzi che stavano stranamente studiando si voltarono tutti a fissarmi.
“Ehm… C’era un insetto.” Dissi loro, per poi fare un gesto con la mano come se stessi buttando per terra qualcosa dal tavolo, e così i ragazzi si scambiarono un’occhiata, mi sorrisero, e poi finalmente tornarono a farsi gli affari loro.
Bene: prima figurina dell’anno. Anzi, no: avevo già buttato del succo di zucca addosso a Piton. Quindi: seconda figurina dell’anno. Vabbè, ma tanto si trattava solo di ragazzi; non erano certamente come qualche altro sadico a caso che godeva delle disgrazie e quindi dell’imbarazzo altrui.
Ma perché continuare a rovinarsi la giornata con simili pensieri poco stimolanti? Avevo trovato uno stratagemma! Sì, un inutile stratagemma, ma sempre di uno stratagemma, appunto, si trattava. E, per definizione, avrebbe potuto fruttare o meno.
…Ok, la definizione esatta non la conoscevo, quindi per quanto ne sapevo magari la mia trovata avrebbe anche potuto semplicemente procurarmi la terza figurina dell’anno.
…Con tutte queste figurine pareva che stessi completando un album.
Ma, vabbè, dettagli.
A parte i giochi linguistici, comunque, un – sì, insomma – un qualcosa da fare l’avevo trovato: mi sarei tinta i capelli.
Scandendo bene ogni singola parola nella mia testa suonava davvero come una cretinata, ma ormai mi ero decisa; tanto, qualora avessi voluto, sarei potuta tornare del mio colore in un batter d’occhio. Quindi: e tinta fu!
Mandai subito una lettera ad un negozio di mia conoscenza, e giusto qualche ora dopo la mia confezione di tinta magica per capelli giunse a destinazione, ovvero tra le mie mani. Da mora sarei magicamente diventata…bionda. D’altronde avevo pensato: Gilderoy curava molto il suo aspetto, giusto? Essendo comunque un personaggio pubblico non era un male… e da quanto sapevo gli piacevano molto i suoi capelli, che, per l’appunto, erano biondi. Forse quello era pure il colore che gli piaceva di più…quindi perché non tingermi? Poi, casomai non avessi attirato la sua attenzione, sarei tornata del mio colore naturale e tanti saluti.
…E comunque, tanto per la cronaca, non ero disperata.
Volevo soltanto metterlo in chiaro.
Ma comunque, alla fine, avevo avuto la mia idea, e quindi mi parve, per lo meno, di aver concluso qualcosa, durante quella noiosissima prima giornata di lavoro. Speravo almeno che il resto dell’anno non fosse stato così, ma comunque…anche quella giornata apparentemente infruttuosa, si concluse, e ben presto giunse l’ora di cena, pasto che, per grazia divina, non avrei consumato relegata nello studio di Miss Pince con la suddetta donna.
Mi ritrovai, infatti, dopo una piccola capatina nella mia camera per darmi un’eventuale sistemata, nella Sala Grande, seduta al mio solito posto. In attesa che la serata incominciasse, mi guardavo intorno, o meglio… sporgendomi leggermente in avanti sul tavolo, guardavo nella direzione di Gilderoy, che stava parlando con la McGranitt. Non riuscivo a vedere la faccia della professoressa, ma potevo ben intuire che fosse Gilderoy a portare avanti la conversazione, dato che comunque mi pareva che stesse parlando molto.
Aveva anche questo pregio!
Ma non riuscii a capire di cosa stessero parlando, purtroppo, anche se riuscii a captare le parole ‘punizione’ e ‘Potter’.
Forse avrei potuto utilizzare il ragazzo come incipit di una possibile chiacchierata con Gilderoy…
E poi, proprio in quel preciso istante, i miei occhi si soffermarono leggermente alla mia destra, e così mi accorsi di come Severus Piton, seduto compostamente e comodamente sulla sua sedia – al contrario di me – mi stesse fissando.
Perfetto. Chissà da quanto tempo mi stava guardando… Avevo fatto qualche faccia strana, mentre mi ‘guardavo intorno’? Speravo veramente di no.
“Hai finito?” Chiese poi lui, all’improvviso.
Rimasi comunque piuttosto perplessa. “Come, scusa?” E mi misi a sedere in maniera decente.
“Hai finito di comportarti in modo così…infantile, Scrooge?”
Lo guardai male. “Non so a cosa tu ti stia riferendo, Piton.”
Ecco. L’avevo pure chiamato per cognome, segno di distacco e di indifferenza completa.
Oh.
Ma lui, nonostante tutto, alzò un sopracciglio continuando a fissarmi.
Merlino, che stress!
Mi girai dall’altra parte e mi misi a guardare il vetro di una delle grandi finestre. Non fuori dalla finestra; mi misi ad osservare proprio il vetro.
Sempre meglio dell’acidità di Piton.
E rimanemmo così, nel completo silenzio… Che allegria, ragazzi.
“Signorina Scrooge!” Mi sentii chiamare proprio in quel momento, e così dovetti voltarmi di nuovo, ritrovandomi davanti il preside che mi sorrideva “Come è andata la giornata?”
“Bene.” Risposi subito, facendo bene attenzione ad evitare che i miei occhi si posassero per qualsiasi motivo su una certa figura scura “Diciamo che non è successo un gran che, ma quel poco che è successo non è stato disastroso, quindi sì…bene.” E sorrisi.
“Fin’ora.” Sentii qualcuno mormorare accanto a me, ma lo ignorai completamente.
“Ne sono contento.” Rispose comunque Silente “Se ci sono problemi non esiti a farmelo sapere.”
“Senza dubbio!”
Mah sì, potevo anche perdonargli il brutto tiro della sera prima.
Quando a Severus, invece… Per il momento pensai che fosse meglio rinunciarci completamente. Fino a quando almeno non sarebbe stato più propenso ad instaurare il dialogo.
…Propenso?
Probabilmente avrei dovuto drogarlo, per ottenere quell’effetto.
Ma vabbè…magari prima o poi si sarebbe stancato di fare il musone acido, chissà.
E…no: non stavo provando compassione. Questo mai!
Per lo meno se tenevo alla mia povera vita.

   
 
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