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Autore: RondineSapientina    23/06/2011    7 recensioni
"Al cuor non si comanda, sai Remus?"
"Sì, l'ho sentito dire; ma dubito fortemente che il tuo si lascerebbe sopraffare dalla ragione!"
"E il tuo"
, ribattè lei stizzita,"l'hai nascosto su un'isola deserta anni fa e hai buttato via la chiave del forziere, in cui si trova, perchè nessuno, nemmeno tu, potesse arrivarci!"
Ecco a voi una fanfiction su Lupin e Tonks e su cosa potrebbe essere successo tra i due, durante il quinto libro! Spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Note dell'autrice:  finalmente sono riuscita ad aggiornare, però volevo darvi delle spiegazioni prima che leggeste il capitolo! In pratica si dice che quando una persona è in coma, può sentire cosa dicono gli altri In questo capitolo, come avrete certamente capito, Tonks è in coma a causa dell'attacco di Bellatrix, però si trova più nella fase del risveglio e per questo riesce a sentire quello che gli altri dicono...le parti in corsivo sono i suoi pensieri. E dopo questo breve prologo informativo...vi auguro una buona lettura! :D
 



Capitolo 20

Blackout

 

“Quanto tempo sarà passato? Un’ora? Due? Penso massimo tre…”.

Tonks si trovava in una sorta di oblio. Attorno a lei c’era solo il vuoto, nient’altro. Si sentiva stranamente leggera e non percepiva il suo corpo. Provava ad ordinare alle dita delle mani di muoversi, ma non accadeva nulla. Sembrava non avere più il controllo delle proprie facoltà. Cercò di tendere le orecchie o meglio, l’udito, ma ciò che sentiva era solo un respiro alla sua sinistra, un respiro lento e continuo. Allora si aggrappò a quel respiro, a quell’unico segno di vita che riusciva a percepire. Il tempo passava e Tonks si sentiva impazzire. Avrebbe voluto urlare, ma le labbra non avevano alcuna intenzione di schiudersi né la voce di uscire dalla gola. Allora cominciò a credere di essere morta e che stava scontando una qualche punizione divina per come si era comportata in vita. Proprio quando ormai la speranza l’aveva abbandonata, sentì una voce.


-Non si è ancora svegliata?

Era una voce amica, ne era certa; ma era come se il suo cervello avesse avuto un blackout e non riuscisse più a ripartire.

-No…

Conosceva anche quella seconda voce. Le ricordava una strana sensazione di affetto e dolcezza.

-Ci sono stati dei miglioramenti da ieri?

Miglioramenti? E di cosa?

-E’ stabile…

Stabile…non è un vocabolo che in genere si usa per i malati?

-Bellatrix deve esserci andata davvero pesate, se Tonks è in coma da due giorni!

Cosa? Due giorni? Erano trascorsi due giorni? E poi in coma? Era in coma? Bastarono quelle poche parole, perché Ninfadora improvvisamente ricordasse ciò che era successo. Le immagini di quella domenica cominciarono a sfilare davanti a suoi occhi al rallentatore. Vide la tavola imbandita con Sirius e Remus che scherzavano, Moody che diceva al primo di trasformarsi in cane, il sentiero che scorreva veloce affianco a lei, la radura con Bellatrix che la stava aspettando. Vide il proprio corpo disteso a terra moribondo, mentre la Mangiamorte le sussurrava qualcosa all’orecchio. E poi il buio.
Allora quelle due voci…


-Remus perché non lasci che io o i genitori di Tonks ti diamo il cambio e vai a riposarti un po’? Non hai una bella cera amico…

-Sto bene…

Ma la voce di Lupin era terribilmente stanca e roca.

-No, che non stai bene! Ma ti sei visto? Non dormi da due giorni e hai appena toccato quello che Molly ti ha preparato da mangiare! Se Tonks non dovesse svegliarsi…

-TONKS SI VEGLIERA’!

Ninfadora, se avesse avuto pieno possesso del proprio corpo, sarebbe rabbrividita per il tono di voce dell’uomo. Non lo aveva mai visto alterarsi in quel modo.

-Calmati! Volevo solo dire che se tu continuassi a vivere così, alla prossima Luna piena non reggeresti! Sono solo preoccupato per te…

Ci fu un minuto di silenzio, carico di tensione. Tonks poteva percepirlo.

-Sì, scusa Sirius…è che se non si dovesse svegliare, io…è colpa mia, se ora si trova in queste condizioni. Non potrò mai perdonarmelo…

In quel momento Tonks capì perché all’inizio aveva provato quella strana sensazione per lui. Era amore e la frase, che aveva pronunciato, le aveva ricordato perché si era innamorata di lui.

-Ma Rem non è colpa tua! Non avremmo potuto prevederlo! Anzi l’avevamo portata qui proprio per proteggerla!

-Sì, Silente mi aveva ordinato di badare a lei e ho fallito…non merito di stare nell’Ordine…

-Per favore non cominciare ad autocommiserarti! Lo sai che non sopporto, quando lo fai!

-Dimenticavo che tu sei intollerante alla sensibilità umana…- commentò amaramente Remus.

-E che tu, invece, sei sempre il solito melodrammatico…

E dopo quelle parole, scoppiarono entrambi a ridere. Le loro risate riecheggiarono nel vuoto intorno a Tonks e la ragazza se ne rallegrò. Avrebbe voluto poter ridere insieme a loro e alleviare le loro preoccupazioni, ma, anche volendo, non sapeva come svegliarsi da quell’incubo, se così lo poteva chiamare. Ad un certo punto sentì il cigolio della porta e poi un’altra voce parlò

-Oh, scusate non volevo interrompervi.

Il tono era piuttosto altero, ma allo stesso tempo dolce e rassicurante.

-No…- disse Sirius, tossendo e cercando di ricomporsi –Non preoccuparti, Andromeda…

Sentendo quel nome, Ninfadora ricordò immediatamente che la voce apparteneva a sua madre.

-Io volevo scambiare una parola con il signor Lupin, se era possibile.

Era sempre stata così formale. Tonks, infatti, fin da quando era piccola, si era chiesta com’era possibile che una donna composta e austera come la madre potesse essersi innamorata di un uomo ilare e decisamente poco serio come il padre.

-Oh, certo! Vi lascio soli – disse Sirius, mentre lasciava la stanza.

Ci fu qualche secondo di silenzio, prima che Andromeda cominciasse a parlare.

-Signor Lupin, io…

-La prego, mi chiami Remus e mi dia del tu.

La donna esitò un attimo, ma cercò di non darlo a vedere.

-Remus…io volevo parlarti di Dora.

-E’ ancora stabile.- cominciò lui –E’ stata torturata duramente e…

-No, non di questo… - Tonks poté sentire la madre prendere un profondo respiro e riprendere a parlare –Ma di quello che c’è tra te e mia figlia…

Remus rimase in silenzio.

-Io e Tonks siamo amici e…

-Questo lo so, però conosco mia figlia e so che per te prova qualcosa di più che semplice amicizia. Lo vedo da come ti guarda, da come ti parla…

Tonks era irritata per quello che stava accadendo. Insomma come si permetteva sua madre di intromettersi nella propria vita sentimentale?

-Io e Dora non abbiamo un rapporto idilliaco…- continuò la madre, con un velo di tristezza nella voce –Quindi non parliamo molto, soprattutto di queste cose; però la conosco abbastanza bene da sapere, quando perde la testa per qualcuno.

-Io…

Ma Lupin non riuscì a terminare, che Andromeda lo anticipò.

-Remus devo chiederti di non fomentare questa cotta che Ninfadora si è presa. Lei deve vivere la sua vita, lei merita un futuro migliore…capisci cosa intendo?

Se Tonks in quel momento avesse avuto la facoltà di muoversi, sarebbe scattata in piedi e avrebbe cominciato ad urlare alla madre per come si stava comportando. Non poteva decidere della sua vita, non poteva prendere le scelte al posto suo e soprattutto non poteva obbligarla ad amare qualcuno che non voleva. Sperava che Remus si opponesse a questa situazione, che si alzasse in piedi e esprimesse i suoi sentimenti.

-Sì, lo capisco e ha ragione…

Una strana sensazione di amarezza e delusione pervase Ninfadora, lasciandola come svuotata. Ora era certa che lui non la amava o che non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti.

-Ti ringrazio, Remus. Sapevo che saresti stato comprensivo. Perché ora non vai un po’ a riposarti? Rimango io qui con Dora.

-No, non ce n’è bisogno. Sto bene.

-D’accordo. Allora salgo più tardi.

E così anche Andromeda lasciò la stanza e rimasero Remus e Tonks da soli. La ragazza poté sentire l’uomo che le stava affianco prendere qualcosa dal comodino e poggiarselo sulle gambe. Capì che stava leggendo un libro, perché dopo poco udì Remus sfogliare delicatamente una pagina. Avrebbe voluto poter ammirarlo silenziosamente, mentre era intento a leggere. Proprio quando Tonks cominciò a chiedersi come mai non avesse ancora girato pagina, Lupin chiuse di scatto il volume e con la sedia si avvicinò al letto, poggiando i gomiti sul materasso.

Fece un respiro profondo.


-Tonks…mi dispiace moltissimo. Non volevo che ti accadesse una cosa del genere. E’ solo colpa mia…però ti prego, svegliati! Devi svegliarti! Tutti abbiamo bisogno di te…- ci fu una sorta di pausa, prima che l’uomo ricominciasse –Io ho bisogno di te…delle tue risate, dei tuoi scherzi, di vedere i tuoi capelli fucsia girare per Grimuland Place…Quando due giorni fa ho sentito il tuo urlo agghiacciante, ho avuto paura che fosse accaduto il peggio e io non ero lì a proteggerti come avrei dovuto… se ti avessi perso…

Ma non terminò la frase. Probabilmente avrebbe voluto dire qualcosa, ma si trattenne. All’improvviso Tonks si sentì stringere la mano. Dal tocco delicato e sicuro allo stesso tempo capì che era la mano di Remus, quella intrecciata alle proprie dita. Cercò di ricambiare la stretta, ma la forza le venne meno.

-Sei un vero uragano, Ninfadora…- pronunciò quelle parole con tono divertito –Sei…incredibile…insomma sei tu! Prometto che se ti sveglierai, non ti chiamerò più Ninfadora…

Le parole le uscirono di bocca senza nemmeno che lei lo volesse.

-C’era bisogno che finissi in coma…perché tu non mi chiamassi più così…

-Tonks!

Quest’ultima riuscì ad aprire gli occhi, anche se le palpebre erano troppo pesanti. In un primo momento non riuscì a mettere a fuoco la stanza e la voce dell’uomo sembrava solo un eco lontano. Lentamente mosse le dita delle mani e girò di poco la testa, ma ogni muscolo del corpo si ribellava anche a quei lievi movimenti.

-Tonks come ti senti?

Sentendosi chiamare di nuovo, si girò verso l’amico e si rassicurò nel incrociare i suoi occhi ambrati.

-Remus…- disse lei in un impercettibile sussurro.

-Tonks sono così contento che ti sia svegliata!

Allora le accarezzò la fronte e le scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Poi le strinse un po’ più forte la mano e, portandosela alle labbra, gliela baciò. In quel momento lei avrebbe voluto ringraziarlo per quello che aveva fatto, rassicurarlo per ciò che era successo con Bellatrix, dirgli che lo amava più di ogni altra cosa. Remus si voltò verso di lei e la guardò sollevato.

-Remus…Bellatrix l’avete trovata?

-No…è fuggita prima che io e Sirius arrivassimo…mi dispiace Tonks, avrei dovuto proteggerti e non l’ho fatto…

-Non è colpa tua- disse lei, mentre cercava di mettersi seduta e un’espressione sofferente le si dipingeva sul volto –Sarei dovuta stare più attenta…e ora che accadrà?

-Niente…se denunciassimo la cosa al Ministero, si inizierebbero a chiedere perché eri qui, insieme ad altri Auror, ad un lupo mannaro e ad un ricercato…Silente ha detto che ovviamente non appena ti saresti ripresa, saresti potuta tornare a casa…

-E tu sei rimasto qui per tutto il tempo che ho dormito?- domandò Ninfadora, anche se già conosceva la risposta.

Remus arrossì ingenuamente e discostò lo sguardo da lei.

-Ehm…sì…mi sentivo in colpa per quello che ti era successo…

Tra i due calò un silenzio imbarazzante, durante il quale Tonks continuava a guardare l’uomo che le stava di fronte e Remus le sorrideva felice.

-Io vado ad avvisare gli altri che sei sveglia…- disse lui alla fine, lasciando la stanza abbastanza in fretta.

Ninfadora si lasciò sprofondare nei cuscini e, mentre le si dipingeva un sorriso sulle labbra, sperò che la sua convalescenza fosse abbastanza lunga da permetterle di stare più tempo con l’uomo che amava.
  
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