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Autore: Geezer    24/06/2011    2 recensioni
Eccomi di nuovo!! Stavolta ho voluto cimentarmi con la fortunatissima saga sui vampiri buoni. La storia è ambientata dopo il primo libro ma purtroppo per tutte le fans di jacob lui non ci sarà. Sarà raccontato invece il super-ostacolato amore tra bella e jasper... Tra ipocrisie, inganni e inaspettate rivelazioni riusciranno i due a stare finalmente insieme? per scoprirlo dovete solo leggere... Un bacio, Lia.
FAN FICTION SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jasper Hale, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Colazione con papà

Di caramello e zucchero filato- quando i sogni diventano realtà

 

Colazione con papà

 

Quando la luna decise di tornare a farsi vedere Isabella Swan era ancora aggrappata al davanzale della finestra della sua camera e fissava un punto imprecisato davanti a sé, dove circa un minuto prima era sparito chi le aveva spezzato il cuore. Lentamente si voltò e si lasciò cadere a terra. Un’ampia voragine si apriva a grande velocità nel suo petto e, come un buco nero, risucchiava ogni cosa, lasciandola vuota. Le parole di Jasper rimbombavano nella sua testa, rendendo il suo respiro mozzato e il suo cuore preda di roventi spilli. La finestra fu bruscamente richiusa dal vento e Bella pianse. Pianse tutte le lacrime che aveva e urlò con quanto fiato era possibile e un pugno in bocca per soffocare il rumore.

Ma sapeva bene che lui le aveva mentito. Attrazione fisica, sbandata, errore di valutazione. Jasper avrebbe potuto inventarsi una scusa migliore. Lei non aveva certo il suo potere empatico e forse non era nemmeno tanto sveglia come umana, ma era sicurissima dei suoi sentimenti. E non era una banale cotta, come l’aveva definita lui. Lo amava davvero.

Ma tanto era tutto inutile. Che stupida che era stata. Come aveva potuto pensare di poter competere con Alice? Come aveva potuto anche solo sognare che lui potesse amarla? Lui amava lei, era con lei che voleva passare tutta l’eternità. Non c’era molto da chiedersi perché. Avrebbe dovuto saperlo, si sarebbe risparmiata una buona dose di vano dolore. Così perfetta. Così immensamente innamorata di lui. Cosa c’entrava lei con loro? Si appartenevano e a lei non restava altro che farsene una ragione.

Non richiesta, l’immagine del loro matrimonio la colpì come un secchio d’acqua gelida. Alice doveva essere stata bellissima nel suo abito bianco. La vedeva camminare raggiante verso l’altare accompagnata da Carlisle. Ad aspettarla, impaziente ed emozionato come un bimbo di fronte a un regalo, c’era lui. Nei suoi occhi tutto l’amore del mondo. Per lei.

Bella non riuscì a sopportare oltre. Scosse la testa e tornò a guardare la maniglia della porta. Si sentiva delusa, tradita, ingannata e arrabbiata, ma anche molto stanca dopo il suo disperato sfogo. Con un notevole sforzo si alzò e indossò il pigiama, poi si mise a letto. Il suo sogno era durato meno di ventiquattr’ore ma era stato il più bello che avesse mai avuto il coraggio di fare e la sua drammatica fine era un boccone molto amaro da mandare giù. Certamente ci sarebbero state delle conseguenze e lei non sarebbe più stata la stessa. Ma Bella non aveva voglia di pensarci al momento. Quello che voleva fare era piangere ancora un po’ per Jasper e, tra le lacrime, si addormentò poco dopo, esausta.

*********

Bella riaprì gli occhi e le prime cose che notò furono uno strano senso di vuoto e un gran mal di testa. Mentre esaminava la stanza per scoprirne la causa lo sguardo le cadde sulla sedia a dondolo che era appartenuta a sua nonna, e tutto divenne chiaro. Lottando contro se stessa e la minaccia di un’altra crisi di pianto, si trascinò in bagno alla ricerca di un’aspirina che potesse risolvere almeno uno dei suoi problemi.

Passando davanti al lavandino per andare di sotto la sua attenzione fu catturata dal suo riflesso nello specchio. Sgranò gli occhi: era in condizioni davvero pessime. Sembrava uno zombie. Scossa, si sciacquò il viso parecchie volte e si diede una sistemata ai capelli. Un conto era stare male e soffrire, ma non aveva nessuna intenzione di lasciarsi andare. Anche lei aveva una dignità!

Un po’ sollevata tornò in camera a vestirsi e poi corse giù a fare colazione. Suo padre sedeva al tavolo della cucina e mangiava la sua ciambella con un indecifrabile sorriso sulle labbra. La salutò con un ‘buongiorno’ pieno di felicità trattenuta a stento. Bella rispose incerta; non aveva la più pallida idea del perché Charlie si comportasse in quel modo.

Pensierosa, si diresse verso il frigo e quasi si lasciò cadere il cartone del latte di mano per la sorpresa, quando ricordò. L’appuntamento con la psicologa! Jasper e la sua stupida, insensata bugia l’avevano completamente assorbita e lei aveva rimosso del tutto il significativo evento. Per rimediare, gli si sedette di fronte, sorridendo a sua volta. Stava per aprire la bocca ma lui la precedette.

“ Allora, Bells. Com’è andata la tua giornata ieri? ”

Ignorando la dolorosa fitta al cuore, Bella ingollò una cucchiaiata di cereali prima di rispondere con noncurante tranquillità.

“ Come al solito ”, si strinse nelle spalle. “ Niente di particolare. Faccende domestiche, compiti e ieri sera ho telefonato ad Angela Weber ”.

Borbottando che i Weber erano a posto, Charlie tornò alla pagina sportiva del giornale, e lei esitò. Era il momento giusto ma lui avrebbe potuto non dirle niente, o peggio, offendersi se lei ficcava il naso nella sua vita privata. Prendendo il coraggio a piene mani, si disse che in fondo quelli non erano solo affari di Charlie ma anche suoi.

“ E la tua? ” buttò lì, con aria ingenua e distaccata, mentre lo osservava attentamente.

“ Oh, stancante. Ho avuto molto lavoro noioso. Sai, pratiche, documenti. Ordinaria amministrazione burocratica ” fece lui, evasivo.

Ma lei era decisa a fargli confessare la verità, con ogni mezzo e ad ogni costo.

“ Papà? ”

“ Sì? ”

“ Hai una relazione con la dottoressa Chase? ”, domandò con la stessa disinvoltura di chi si informa sulle previsioni del meteo.

Attese pazientemente che l’ispettore capo Swan si riprendesse dallo shock e dallo scampato soffocamento con il suo caffè.

“ CHE COSA? ” urlò, evidentemente punto sul vivo. Bella si limitò a sorridere e lui seppe che non c’erano possibilità che lasciasse perdere.

“ Cosa te lo fa pensare? ” chiese, brusco.

  Bè... Tanto per cominciare, da quando è finita la scuola non hai fatto che parlare di lei. E ieri pomeriggio, quando mi hai chiamata, ho sentito chiaramente la risata di una donna ”. Ingoiò trionfante l’ultimo sorso di latte: l’aveva messo con le spalle al muro. E infatti...

“ E va bene... Mi arrendo! ”, disse spalancando le braccia con fare teatrale. “ Ieri sera sono stato a cena da Teresa. Suo figlio torna oggi dal campeggio con il padre e... bè... sono rimasto lì ” concluse in fretta e piuttosto a disagio.

“ OK, ok. Ho capito ” disse lei, distogliendo lo sguardo.

Un silenzio carico di imbarazzo calò tra loro, interrotto solo dal ticchettio dell’orologio. Ma all’improvviso Charlie si fece serio e fissando le briciole della ciambella nel suo piatto, mormorò:

“ Sta diventando una cosa impegnativa e... questo mi spaventa un po’ ”. Bella alzò gli occhi e scorse un barlume dell’antica sofferenza sul suo viso. Una sofferenza che, a pensarci bene, non vedeva dall’inizio dell’estate.

“ Sono rimasto solo per tanto tempo, nemmeno ci pensavo più a stare con una donna. Ma poi è arrivata lei come un terremoto e la mia vita è cambiata. Ho sentito che ci poteva essere ancora qualcosa per me ”.

La ragazza sorrise, sinceramente commossa, e si sporse sul tavolo per prendere una delle grandi mani di suo padre.

“ Lei è... straordinaria, davvero. Mi fa provare delle cose che... sì ecco... solo tua madre mi aveva fatto provare prima. Però ho paura che tutto possa finire. Tengo molto a lei ma non si può dire che sia proprio il tipico uomo che ogni donna vorrebbe... D’altra parte lei è divorziata da poco, e ha un figlio della tua età. Sento che posso fidarmi. E c’è una parte del mio cuore che mi dice che lei è quella giusta, Bells ” sussurrò, guardandola.

Bella si alzò di scatto rovesciando la sedia e corse ad abbracciarlo. “ Oh, papà! Sono così felice per te! ”, singhiozzò.

Charlie ricambiò affettuosamente l’abbraccio della figlia che, credendo di fare una battuta, domandò:

“ A quando le nozze? ”

L’ispettore s’irrigidì immediatamente e lei si staccò da lui. “ Andiamo, era solo così per dire... Non avrai pensato che facessi sul serio? ”, gli diede un piccolo pugno sul braccio.

Ma lui non rise. Al contrario restò immobile e in silenzio, rivolgendole uno sguardo profondamente colpevole. A lei venne un colpo e si affrettò a chiarire le cose.

“ Papà... tu non stai per sposarti vero? “ biascicò con voce mortifera.

“ Ehm... In effetti sì... ”

Fu la volta di Bella di urlare, stupefatta, “ CHE COSA? ”

Charlie si allontanò velocemente verso il lavandino. Lei sentiva salire il tipico calore di un’ondata di rabbia ma non fece nulla per fermarla.

“ Papà, io ti voglio bene e sono contentissima che tu abbia trovato la donna della tua vita ma, QUANDO AVEVI INTENZIONE DI DIRMI CHE STAI PER SPOSARE UNA CHE NON HO MAI VISTO? IL GIORNO PRIMA DELLE NOZZE?! ”, esplose.

Charlie era palesemente preoccupato. “ Bella, tesoro, calmati. Te lo avrei detto al momento giusto. È stata una decisione improvvisa! ”, tentò di spiegarle. Ma questo la fece arrabbiare ancora di più.

“ AL MOMENTO GIUSTO?! ”, ripeté furiosa. “ MA SE NON MI HAI NEMMENO DETTO CHE VI VEDEVATE! HO DOVUTO CHIEDERTELO IO! CREDEVO CHE TI FIDASSI DI ME! ”

Bella boccheggiò, la mente fulminata dalla sua ultima accusa. Si passò una mano sugli occhi. Lei non era certo la persona più adatta a fare discorsi di quel genere, anzi. Quante cose non aveva detto a suo padre? Quanto oscuri, pericolosi segreti aveva tenuto per sé? E non si fidava forse di lui? E non avrebbe avuto lui, più di ogni altro, il diritto di parlarle così? Completamente svuotata dalla rabbia, si avvicinò a lui che ancora borbottava le sue motivazioni e gli diede un bacio sulla guancia. Charlie la guardò come se fosse impazzita.

“ Scusami, non dovevo reagire così ”. Lui provò a parlare -non sapeva se più sconvolto per la violenta scenata di Bella, o per la sua repentina fine- ma lei scosse la testa.

“ Davvero, mi dispiace.  E sarò molto felice di conoscere Teresa, e anche suo figlio. Potremmo andare tutti e quattro a cena fuori, una sera di queste. O potremmo invitarli qui, sarebbe divertente ”, disse dolcemente.

Poi aggiunse, come ripensandoci “ Ah, e ovviamente voglio essere la damigella d’onore ”.

Scoppiarono entrambi a ridere e l’ispettore strinse forte a sé la figlia, che si abbandonò contro la sua spalla.

“ Ti voglio bene, piccola ” sussurrò.

“ Te ne voglio anch’io papà ”

Dopotutto, era stata una buona colazione.

  
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