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Autore: zenzero    25/06/2011    2 recensioni
La storia inizia come in tante altre storie: due giovani uomini si ritrovano su di un'isola. Ma essa non è affatto deserta. Oltre ad un grosso cane, infatti, vi abita anche una ragazza decisamente diversa dalle altre...
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Non era stata una buona giornata per Daniel. Si era svegliato quando quell’enorme cane si era messo ad abbaiare nella loro direzione. Non la smetteva un secondo, era fastidioso.
Il signorino Ivan, invece, non sembrava esserne infastidito. Era ancora addormentato, per la stanchezza e la mancanza di cibo.
- Signorino, - disse Daniel, scuotendolo, - si svegli, per favore.
Nel maggiordomo si era accesa una debole fiammella di speranza. Un pastore tedesco..non sembrava randagio. Forse nella terra in cui erano capitati, abitava qualcuno che avrebbe potuto aiutarli.
Scese dalla scialuppa. L’acqua era fresca, gli lambiva appena i fianchi.
Vide il cane diventare sempre più agitato.
“Ecco il padrone”, si disse Daniel. Vide una figura umana raggiungere la spiaggia.
Sul momento credette che la spossatezza, o il troppo sole, gli avessero danneggiato temporaneamente la vista. Ma si accorse che effettivamente quel che vedeva corrispondeva alla verità.
Una persona si avvicinava al cane, gli arruffava il pelo. Ma quell’individuo era troppo, troppo grande. Il massiccio pastore tedesco, a confronto, somigliava a un cucciolo.
L’enorme figura entrò quindi in acqua, in direzione della loro scialuppa, e Daniel, preso dal terrore di quella visione, si nascose velocemente in una insenatura rocciosa, tra gli scogli.
Non poteva fare altro.
Dal rumore poteva capire che l’enorme individuo aveva ormai raggiunto la loro imbarcazione. Ne poteva quasi sentire il respiro.
Poi, dopo minuti che sembravano ore, l’essere si allontanò dalla barca.
Daniel tirò un silenzioso respiro di sollievo.
Lentamente, si staccò dalle rocce, avvicinandosi alla barca.
E lì, il cuore si fermò di un battito.
Non c’era! Il signorino Ivan, il suo padrone, era scomparso!
Guardò a riva e vide che la grossa figura aveva già raggiunto la spiaggia e si allontanava. Il signorino, gettato sulla spalla dell’essere, sembrava un bambino addormentato. Lo aveva rapito!
Che cosa aveva intenzione di farne?
Sicuramente nulla di buono. Accidenti a lui e alla sua codardia, non aveva potuto fare niente per impedire che fosse rapito!
Doveva assolutamente fare qualcosa per salvarlo. Così si mise a correre, nel tentativo di raggiungere la creatura.
Vide che i due, con il cane, si erano inoltrati nella foresta, e dopo un po’ li perse di vista.
Daniel però continuò ostinatamente a camminare, finché non udì un urlo inconfondibile del suo signorino. Di lì a poco infatti il giovane corse passandogli accanto a tutta velocità, il volto contratto da paura e terrore. Stava scappando. Ma la paura gli impedì di notare gli ostacoli e di lì a poco inciampò e cadde.
Poi si udirono gli inconfondibili passi dell’enorme essere, che raggiunse Ivan in pochi balzi.
Daniel riuscì a vederlo in tutta la sua altezza. Era circa il doppio di un essere umano. Aveva lunghi e folti capelli rossi che gli coprivano il volto, e indossava una abito liso e rovinato.
-Stai calmo, - disse l’essere,- Non voglio farti nulla.
Aveva una sfumatura di voce stranamente delicata.
Ma Daniel pensò che l’essere stesse solo fingendo di essere gentile. Non poteva più restare a guardare. Il suo signorino era in pericolo.
Così afferrò un paio di sassi e li lanciò contro la sua enorme schiena. E quando questi si voltò, lui raccolse fiato e coraggio e puntandogli contro un bastone gli gridò: -Maledetto mostro! Lascia stare il signorino Ivan!

“Mostro?”
Un appellativo simile la lasciava basita, e forse anche un po’ offesa.
Si avvicinò all’uomo magro, armato di bastone, e si chinò, guardandolo dritto negli occhi.
-Ti sembro un mostro?
 
 

 
 
   
 
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