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Autore: Shatzy    26/06/2011    3 recensioni
"Di cosa sanno le labbra dei ragazzi?"
Cinque volte in cui Kurt non riesce a trovare alcun sapore sulle labbra di Blaine e una in cui ci riesce.
[Klaine]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Note: visto che questa storia è ambientata nel futuro, io mi sono liberamente ispirata a ciò che ci viene detto alla fine della 2x22 (molto liberamente, visto che Dio solo sa cosa passa nella mente di Ryan Murphy... quell'uomo mi terrorizza). Non è che ci siano grandi spoiler, ma mi sono comunque basata su un particolare non indifferente che Kurt dice a Rachel durante le Nazionali a New York.
C'è anche una spruzzatina indiretta di Finchel in questo capitolo, non che sia una fiera sostenitrice della coppia visto che mi sono piuttosto indifferenti, ma insieme sono perfetti e sarebbe la giusta conclusione, per me.
Grazie come al solito a chi ha recensito <3 e a chi continua a seguire la fic.



3.
Ogni tanto gli piaceva guardarlo dalla porta della cucina, in silenzio, soprattutto quando Blaine era così intento e concentrato a lavare i piatti. Kurt si soffermava sulle sue spalle, sui movimenti di quelle braccia forti che adorava, su quel grembiule di spugna rosa con le stelline dorate che proprio non sapeva dove il suo ragazzo avesse trovato – era quasi convinto di aver bandito dall’appartamento tutto ciò che fosse stato comprato da Rachel.
E in quei momenti gli nasceva un sorriso dolce sulle labbra e si scopriva ancora più innamorato.
“Se non hai niente da fare potresti anche darmi una mano” gli disse Blaine, ancora voltato verso il lavello ma ben resosi conto della presenza dell’altro alle sue spalle.
Kurt rise, avvicinandosi piano. “Sei tu che hai insistito per lavare i piatti” gli fece notare, appoggiandosi al bordo del lavandino.
“Solo perché tu hai voluto cucinare tutto da solo” commentò, insistendo con più forza sul grasso di una padella.
“E non mi pare che tu te ne sia lamentato” disse, abbracciandolo alla vita e poggiando il mento sulla sua spalla, spiando l’operato di Blaine.
“Assolutamente no. La miglior cena di anniversario che abbiamo mai avuto” dichiarò convinto, sciacquando i calici di vetro che avevano usato poco prima.
Kurt sorrise contro il suo collo, provocandogli un brivido. “E allora perché non vieni in salotto? Non dovresti lasciarmi da solo proprio stasera, no?” provò, mentre dalla stanza adiacente arrivava la melodia di Everybody’s changing. Aveva davvero un debole per i Keane, ma nascondeva che fosse dovuto a una serenata ricevuta al liceo McKinley, tanto tempo prima.
Blaine sorrise a sua volta, voltando leggermente il viso e lasciando un bacio davvero poco sensuale sul suo naso. “Prima voglio finire qui, non voglio lasciare una pila di piatti sporchi per quando Rachel tornerà a casa. Perché non vai di là e ti rilassi un po’? So che domani mattina hai un esame importante” buttò lì.
“E tu come lo sai?” gridò, sorpreso.
“Si dà il caso che i tuoi compagni di corso siano i miei coinquilini, se te lo fossi dimenticato” spiegò calmo.
Kurt mormorò qualcosa a mezza voce per poi stringersi di più al suo ragazzo. “Vuoi andare via subito?”
E a quel tono a metà tra una preghiera e un lamento Blaine non sapeva proprio come reagire, soprattutto se le labbra dell’altro erano finite non si sa come sul suo collo. Di nuovo. “Non subito, tra poco”. Per fortuna tutti quegli anni di allenamento erano serviti a qualcosa.
“Blaine, sono le nove e un quarto! Non puoi andare via tra poco!” notò, allontanandosi leggermente visto che le sue attenzioni non stavano sortendo l’effetto desiderato –  ovvero fargli fare tutto quello che desiderava, come sempre.
“La prossima volta faresti meglio a rimandare il nostro appuntamento, così non avremo interruzioni” rise, lasciando il piatto ancora sporco nel lavandino e girandosi verso Kurt per guardarlo meglio. E tutto quello che poté notare furono un sopracciglio alzato e uno sguardo decisamente scettico.
“Seriamente, Blaine? Devo forse ricordarti cos’è successo l’ultima volta che ho rimandato un appuntamento?” chiese in modo retorico.
L’altro alzò gli occhi al soffitto, avvicinandosi di più. “Eravamo ancora al liceo” spiegò. “E avevi rimandato almeno venti appuntamenti” aggiunse, piccato.
“Mi hai lasciato in un bar, Blaine. Nel nostro bar preferito, ma comunque in un bar” gli ricordò, pensando a quel giorno lontano di tre anni prima e al freddo che aveva provato.
“Non ti ho mai lasciato” chiarì. “Non ero nemmeno arrivato alla mia auto nel parcheggio che già ti avevo scritto un messaggio di scuse, me lo devi proprio far ricordare?” si lamentò. “Sono tornato immediatamente indietro da te. Diciamo che non è stato uno dei momenti di cui vado più fiero… E avrei dovuto sostenerti invece che-”
“Essere geloso di qualcuno che nemmeno esisteva” puntualizzò.
“Ma da allora non hai più rimandato un appuntamento. Nemmeno quella volta in cui Rachel ti aveva chiesto di accompagnarla a vedere la prima del nuovo cast di Wicked” gli ricordò, mentre faceva scorrere le mani ancora umide sul collo dell’altro.
“Solo perché tu mi avevi regalato i biglietti e l’abbiamo vista insieme a sua insaputa – non mi bagnare i capelli!”.
“È il giusto compromesso” affermò Blaine, mentre gli baciava lentamente una guancia.
“È per questo che noi staremo insieme per sempre. Nessuno può toccare ciò che abbiamo” sussurrò Kurt, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare sotto le attenzioni dell’altro. “Rachel stasera non torna a casa”.
“Eh?” chiese, perplesso, tornando a guardarlo negli occhi. “L’hai minacciata o cosa? Non perderebbe mai l’occasione di fare ulteriore esercizio vocale dopo cena, la sento ogni giorno visto che tra il vostro appartamento ed il mio c’è solo un muro, che purtroppo è quello della camera di Rachel”.
“Diciamo che Finn sarebbe potuto casualmente venire a conoscenza della cronologia del suo computer, se stasera lei non avesse trovato un altro alloggio” ammise, sentendosi veramente poco colpevole.
Blaine, che non voleva indagare oltre, gli sorrise e tornò a preoccuparsi della pelle del suo collo, riprendendo a baciarlo.
“Mh… Ha detto che per l’ultimo anno di college vuole cambiare appartamento” farfugliò Kurt. “Rachel, intendo”.
Blaine si fermò di nuovo, guardandolo. “Ti lascia da solo in questo posto così grande?” ironizzò, ben conoscendo le tre stanze che lo componevano.
“Magari potremmo…” cominciò, ma si bloccò subito, incerto. L’altro notò il rossore sulle sue guance, ma non disse nulla, trovandolo adorabile come al solito. “Se ti va, potremmo… Tu non vuoi vivere con me?” si ritrovò a chiedere, improvvisamente spaventato.
“Cosa? Kurt, certo che voglio vivere con te” lo tranquillizzò, e proprio non sarebbe mai riuscito ad abituarsi ai suoi repentini cambi d’umore.
“Bene! Quindi è deciso!” esultò, e se non avesse preferito tenere le mani sui fianchi di Blaine probabilmente le avrebbe battute insieme entusiasta.
“Deciso cosa?” si ritrovò a chiedere l’altro, che capiva sempre meno i ragionamenti del suo ragazzo.
“È l’occasione giusta per rimodernare questo appartamento. Domani comprerò qualche rivista adeguata, quest’anno va molto il pervinca, si intonerebbe molto bene a quel tappeto color melanzana che ti chiederò di comprarmi per il mio compleanno” cominciò, mentre Blaine scuoteva la testa rassegnato. “E ovviamente spariranno tutte le cose orribili con cui Rachel ha arredato – se di arredamento si può parlare – la casa, a partire da questo orrendo grembiule, Blaine, non so come tu abbia avuto il coraggio di indossarlo. Anche se almeno copre quei pantaloni che chiaramente non sono quelli che abbiamo comprato insieme la scorsa settimana, ma che chiaramente sono quelli che ti avevo detto di buttare”.
Blaine a quel punto non riuscì a trattenersi, passandogli scherzosamente una mano sul viso. Una mano ancora bagnata e piana di sapone, visto che non era riuscito a finire di lavare i piatti. Ma decise che l’urlo disperato di Kurt valesse qualsiasi cosa, anche passare la serata del proprio anniversario a sistemare la cucina di Rachel Berry.
“Blaine, se hai intenzione di rovinare la mia pelle sappi che combatterò fino alla morte!” si lamentò, tentando di spostarsi.
L’altro gli passò le dita sulle labbra – e rabbrividirono entrambi leggermente a quel contatto – ma non demorse. “E guerra sia” ridacchiò.
E doveva ammetterlo, Kurt era forte quando voleva – solo quando voleva, ricordava bene come avevano dovuto chiamare Finn dall’Ohio per aiutarlo a portare a casa le valigie durante lo scorso Natale (anche se pensava che ci fosse lo zampino di Rachel sotto e che fosse tutta una scusa colossale) – ma lui non era da meno, soprattutto se era in ballo il suo onore. E come ex solista di un coro scolastico il suo onore era molto alto, così come il suo orgoglio. E poi toccare in quel modo la pelle di Kurt gli piaceva da impazzire, era inutile non ammetterlo.
“Sai che vestire fuori moda è un motivo di divorzio? Dovresti seriamente pensarci, Blaine” gli disse a un certo punto l’altro, mentre era finito non sapeva bene come incastrato tra il lavandino e il suo ragazzo.
“Prima dovresti farmi ubriacare così tanto da convincermi a sposarti, Kurt” gli rispose con un sorrisetto.
A quel punto l’espressione scioccata sul viso di Kurt era qualcosa di talmente impagabile che Blaine non riuscì a trattenere la risata. Una sonora risata. Nei suoi confronti.
E quando Kurt capì di essere stato preso in giro – l’ultima di una lunga serie di volte –  arrossì furiosamente. “Fai pure, ma sappi che stavolta ti lascerò in balia di Rachel Berry se cominci di nuovo a succhiarle la faccia!” tentò di controbattere, inutilmente .
Provò ad allontanarsi ma non ci riuscì, ovviamente, perché Blaine lo teneva stretto contro di sé e lo baciava con tutta la passione di cui era capace – ed era tanta.
E alla fine pensò che non aveva bisogno di riposarsi più di tanto per il suo esame importante del giorno dopo, tanto sarebbe stato perfetto come al solito, e che le labbra di Blaine, che non poteva assaporare bene perché aveva un velo di sapone per piatti sulla bocca, grazie a quello stupido attacco alla perfezione della sua pelle di poco prima… beh, le labbra di Blaine avevano la precedenza su tutto. Come sempre.











Note: vorrei fare una piccola precisazione sul capitolo. Sono la prima ad urlare di felicità all'idea di Kurt&Blaine a NY, e spero tanto che accada davvero, ma non so se sarà possibile una loro convivenza. Il problema si chiama Burt. Secondo me i nostri due piccioncini dovranno passare sul suo freddo cadavere prima di avere il permesso di vivere insieme XD Ho quindi pensato a un'alternativa: Kurt e Rachel vivranno insieme (lo so, è irrealistico, si ucciderebbero dopo due ore), Blaine e gente varia di cui non mi importa nulla vivranno da un'altra parte. Che poi siano due appartamenti vicini è una cosa del tutto casuale, non c'entra niente il fatto che Kurt sia furbo.
So che c'è una fanfic lunghissima che riguarda Kurt, Blaine e Rachel a NY, ma non ho ancora avuto modo di leggerla, quindi non so come Kikisinger abbia sistemato le cose tra loro.

Cosa ci sarà nella cronologia del computer di Rachel? La mia beta dice fanfic slash su Wicked. Sarebbero femslash visto che il cast è quasi tutto femminile (a meno che Fiyero e il mago non ci nascondano qualcosa), ma da Rachel me lo aspetterei anche io XD Meglio che resti un mistero.


A proposito di esami di Kurt, se qualcuna sta affrontando la maturità faccio un grosso in bocca al lupo :) io la sto affrontando indirettamente e ricordo bene il carico emotivo enorme. Spero che il capitolo possa alleviare le vostre sofferenze almeno per dieci minuti :D Non sarà la stessa cosa che sentirlo da Blaine, ma vi dico comunque "Coraggio".
   
 
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