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Autore: ElizabethLovelace    10/03/2006    6 recensioni
I Malandrini rimasti e chi è ora al loro fianco dovranno fare i conti con i ricordi divertenti e tristi del passato... le loro vite torneranno a intrecciarsi per decidere cosa fare una volta per tutte di ciò che è stato. La chiave? Elizabeth Lovelace... sospesa fra un passato ed un presente che Harry &Co. trovano indecifrabili: chi è, da dove viene? Come può essere... ciò che è?
Inserita quasi esattamente nel 5° e 6° libro della rowling.
GRAZIE per seguirmi ancora così tanto, prometto che oltre alle revisioni dei primi capitoli posterò prestissimo anche i tre conclusivi!!! Ma GRAZIE
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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***RIVEDUTO E CORRETTO***



eccomi di ritorno, mentre fuori minaccia un temporale coi fiocchi! non ho scritto nulla per lo scorso capitolo, perché non mi sembrava fosse il caso di rischiare di distruggere l'atmosfera... soprattutto spero di non aver deluso le aspettative, per come l'ho descritto: era un momento importante e in fondo so che tutti tendiamo a vivere queste cose come nostre e a 'pretenderle' come le vorremmo noi...
In ogni caso vi ringrazio di nuovo per la costanza, che mi permette di esserlo a mia volta!





Natale, 17.


28.
Harry, ancora assonnato, aveva raggiunto la cucina dove gran parte della famiglia Weasley ed ospiti stavano già facendo colazione: inizialmente non aveva notato l'aria frizzante, o se l'aveva fatto l'aveva probabilmente attribuita ad ulteriori strascichi natalizi. Dopo alcuni minuti ed abbondanti cucchiaiate di caffelatte però, non aveva potuto fare a meno di cogliere alcuni sguardi complici che le ragazze parevano scambiarsi tra di loro. La signora Weasley aveva preso a commentare un fatto che evidentemente doveva aver già ripetutamente e minuziosamente spiegato, visti gli sbuffi di Fred e George.
"Ma sì, dev'essersi alzata prestissimo stamane, la cara Bessie" il cambiamento di tono era avvenuto mentre fissava insistentemente Sirius "Sono ore che se ne sta di là al pianoforte, canta senza sosta... mi sono svegliata sentendola, e quando poi sono scesa ho anche provato ad entrare per chiederle se le servisse qualcosa... ma non se n’è nemmeno accorta! Stava lì e cantava con le lacrime che le rigavano le guance ed un’aria beata che credo di non averle visto da quando -- beh,” aveva concluso improvvisamente, lanciando un’occhiata eloquente in direzione di Sirius. Ginny aveva ridacchiato" aveva concluso improvvisamente, lanciando un'occhiata eloquente in direzione di Sirius. Ginny aveva ridacchiato.
Anche il signor Weasley pareva imburrare la sua fetta di pane con l'aria più soddisfatta del solito: per la prima volta non era immerso in complicate discussioni lavorative con Bill ma seguiva pazientemente le spiegazioni della moglie. "Così hai lasciato che proseguisse, cara?"
"Oh sì," aveva risposto energicamente lei, controllando con insistenza le reazioni di Sirius che pareva trovare ostinatamente interessante la sua tazza di caffelatte e non aveva alzato gli occhi nemmeno per un secondo. "Però, insomma... ormai è un bel pezzo, sono preoccupata... avrà bisogno di nutrirsi, povera cara -- dovrebbe mangiare. Non trovi che dovrebbe mangiare, Tonks?"
"Sicuro, Molly! Bisognerebbe fare qualcosa..." aveva ribattuto lei, cercando di non soffocarsi tra una risata e la sua fetta di pane; Lupin aveva prodotto uno strano suono con la lingua; le aveva pestato un piede sotto il tavolo per farla tacere, ma non aveva ottenuto altro risultato che farle aumentare i decibel: “Ahi, Remus, mi hai fatto male! Dio santo, che ti prende?! Non mi posso nemmeno più preoccupare per la mia amica, ora? Dovresti esserlo anche tu, non capisco perché qui non ci si preoccupi,” aveva proseguito battendo ripetutamente la forchetta sul tavolo, coadiuvata da energici cenni d’assenso della signora Weasley mentre Hermione e Ginny nascondevano la faccia sotto il tavolo e Bill scuoteva la testa indulgentemente. “Non trovi anche tu che dovrebbe smettere, ora? Lo sai che disperde energie, avrà proprio bisogno di mang--”
"ARGH, e va bene!" Sirius, cercando disperatamente di celare la sua esasperazione e di apparire il più noncurante possibile, aveva ceduto e si era alzato appoggiando pesantemente i palmi sul tavolo. Subito nella stanza era piombato il silenzio: un numero considerevole di occhi si era puntato proprio su di lui, cosa che non aveva fatto che aumentare la sua confusione. Harry iniziava vagamente a capire, mentre lui si avviava con pretesa nonchalance verso la stanza in cui si trovava Bessie, borbottando “Penso -- qualcuno dovrebbe chiamarla, no?"
Non era riuscito a portare avanti la recita, perché improvvisamente tutti coloro che si trovavano nella stanza erano esplosi in un coro di grida festose ed esultanza, condite da una grossa quantità di fischi dei gemelli. Sirius si era bloccato, voltandosi verso di loro con un'espressione misto tra l'esasperato ed il perplesso; il rimprovero che avrebbe voluto esprimere tuttavia non aveva saputo celare un certo sottofondo di gioia, e Tonks era balzata giù dalla sedia e gli aveva buttato le braccia al collo, aggrappandosi a lui anche con le gambe. "Dio santo, sono così felice, così felice, Sirius!!!"
Sirius, con quell'ingombrante fagotto tra le braccia, aveva cercato soccorso da Lupin che però, in un sorriso che gli percorreva il volto meglio che le sue cicatrici, pareva non avere nessuna intenzione di rivelarsi di una qualche utilità al riguardo.

L'aveva raggiunta mentre lei ancora suonava senza percepire il trascorrere del tempo, e chiamandola con dolcezza l'aveva baciata sulle labbra.
"Ti stanno aspettando tutti per la colazione, Elizabeth..." la sua voce aveva una sfumatura che Bessie non gli sentiva da anni. "E a dirla tutta mi hanno quasi fatto impazzire, riempendomi di sottintesi... direi che il tuo concertino li ha messi sulla buona strada!" aveva concluso con ironia.
"Oh, miseria Sirius! Scusami..." Bessie aveva abbassato lo sguardo, imbarazzata. "Per causa mia l'hanno scoperto tutti..."
Lui aveva tossicchiato. “Non è che volessi tenerlo nascosto. Sono nostri amici. È solo che -- beh, sai. Siamo noi. Ma è -- tu volevi nasconderglielo?”
Lei aveva sgranato gli occhi per lo stupore. “Io pensavo fossi tu!”
Sirius aveva sorriso debolmente. “Merda,” aveva sussurrato. Sembrava nervoso, cercava di arrotolarsi le maniche della camicia e le dita gli erano rimaste impigliate nell’asola di un bottone. “Miseriaccia.”
Si era legato i capelli in una specie di nodo e Bessie si era sentita una perfetta idiota che ammirava ogni suo movimento trovandolo bello da impazzire, da scioglierti lo stomaco e farlo colare come un uovo sbattuto lungo le ginocchia e fino ad arrivare ai piedi.
“Credevo avessi delle riserve su di noi,” aveva specificato. “Non ti creerà problemi, Sirius?”
Gli aveva scrutato gli occhi ansiosa. Sirius aveva assunto di botto un’espressione grave, esattamente ciò che lei intendeva.
“Elizabeth... sai che non sarà semplice, vero?”
Bessie aveva sorriso. Lo sapeva.
“Mi sento come--”, aveva provato. Sirius aveva i capelli che gli scappavano da tutte le parti e la sua camicia era spiegazzata e Bessie non riusciva a capire come questo potesse renderlo così maledettamente attraente. Aveva le spalle larghe, e lei aveva pensato che avrebbe potuto anche caderci addosso senza timore che qualcosa si sfondasse.
Aveva ripensato alla notte in cui avevano discusso per ore delle stelle che non possono soffrire di vertigini perché non hanno il senso delle proporzioni, e questo era anche un po’ triste perché ti perdevi certe cose preziose quando sono piccole o grandi e poi non ti ci puoi affezionare, e avrebbe potuto parlargliene ora e lui si sarebbe passato nervosamente una mano tra i capelli rimanendoci incastrato con le dita perché erano legati, e li avrebbe scompigliati ancora di più ed entrambi avrebbero saputo che non stavano davero parlando del senso delle proporzioni delle stelle.
“Mi sento come--”, aveva riprovato. Sirius però si era chinato su di lei con urgenza, in un bacio forte anche se non violento. C’era qualcosa di enormemente diverso tra forte e violento, aveva pensato Bessie, e la differenza era perfettamente intuibile in Sirius Black.
I capelli di lui erano andati ad incastrarsi sul gancio del ciondolo che lei portava al collo, e Sirius aveva imprecato staccandosi di colpo. “Cristo,” aveva ansimato; gli occhi, però, erano rimasti fissi su di lei. Bessie gli aveva osservato le braccia, coi muscoli gonfi ed una vena che pulsava percorrendoli appena sotto la pelle. “Ah,” aveva aggiunto Sirius massaggiandosi la testa nel punto dello strattone. Bessie aveva pensato che lui stava combattendo: in quel momento, lì con lei. Sapeva che le stava parlando, che anche il modo che aveva di stare in piedi le diceva delle cose: aveva posato la sigaretta sul posacenere del tavolino per andare a baciarla e quello era un lato della questione, però le sue braccia erano forti e in tensione e quello era un altro lato. Sta facendo quello che può, aveva pensato Bessie. O quello che sente. Sirius aveva sempre fatto ciò che sentiva, per questo stare con lui era una specie di lotta continua, oltre all’amore; era denti contro denti oltre a labbra su labbra, era una specie di “a chi batte più forte i pugni sul petto dell’altro e poi lo abbraccia”. Bessie aveva pensato che se si fossero abbracciati in quell’istante sarebbe stata una specie di morsa, avrebbe fatto male. Farà male.
L’aveva osservato, e nonostante i capelli lunghi e quel nervo teso sugli avambracci e la barba e la sigaretta che si stava consumando in solitudine alle sue spalle Sirius aveva l’aspetto così giovane, molto più giovane di come ricordava di averlo mai visto a Hogwarts. Le aveva sorriso sinceramente.

Erano tornati in cucina senza annunci di sorta, Bessie si era scusata per il ritardo e, nonostante l'aria di pura gioia, completamente priva di ombre che Harry non le aveva mai visto, aveva preso posto accanto a Remus con tranquillità. Entrambi avevano cercato di dissimulare per un po', ma ad un certo punto, passandosi lo zucchero, si erano guardati con tale dolcezza ed intensità che Tonks non aveva retto ed era comicamente scoppiata in lacrime, con squittii di gioia che avevano scatenato l'ilarità di Ron e di Fred e George.
Bessie era corsa ad abbracciarla mentre lei ripeteva in falsetto, tra le lacrime: "Grazie al cielo! Grazie al cielo!"




29.
Regalo di Natale di Sirius per Bessie: due lettere.


1- From Sirius to James


Ehilà Rametto
Mia Indiscreta Ciabatta,
come te la passi? Forse sarebbe più corretto domandarti come te la spassi, dato che evidentemente trascorri il tuo tempo libero a giocare a maritino & mogliettina! Che cosa disgustosa! Mancano solo le pentoline e poi potete sposarvi davvero! Sai, mi sono fatto la pipì nelle mutande per l’emozione, al pensiero che Lily Evans vada d’amore e d’accordo con tua madre. Davvero, che notizia mi hai dato! Per sfogarmi (oltre a bagnarmi come sopra descritto) non ho potuto fare a meno di mandare una foto di me nudo e sexy al celebre Mocciosus. Dici che anche lui si sarà fatto qualcosa nei pantaloni?
L’altro sacco di pulci, che mi ha scritto proprio ieri, ti manda a dire che io gli manco molto. Sta diventando mordace il ragazzetto, che abbia frequentato cattive compagnie negli ultimi sette anni? Forse dovremmo mettere davvero il guinzaglio al nostro dolce e sensibile Lunatico, come suggeriva Peter… anche se comunque pure a lui un calzino in bocca non sta mai male! Ma insomma sono i nostri amici, giusto? Quindi ci tocca tenerceli fino alla morte, anche se noi due siamo chiaramente gli unici ragionevoli del gruppo!
Non vedo l’ora di passare da te, vecchia mutanda! Ho bisogno di qualcuno da mordere selvaggiamente (ecco, forse in questo caso il vecchia mutanda non era così appropriato), so che Evans non è tipo da farsi problemi per uno sfregio o due sul tuo viso… in fondo guardandoti è addirittura ovvio che non possa averti scelto per l’aspetto fisico, anche se in questo caso non vedo esattamente per cosa diavolo possa averti scelto.
Oh, no. Non farlo. Non lo dire. Odio i ragazzi volgari, lo sai.
Elizabeth… lei è un piccolo genio della lotta, ma quando sto con lei ho sempre paura di farle del male, è talmente innocente ed io maldestro, è sempre così dannatamente fragile in fondo! Lo sai, non sto parlando solo di botte o sbucciature.
Chissà se sono in grado di prendermi cura di lei, chissà se sarò in grado di proteggerla da me stesso… è una specie di bambola di porcellana quando sta con me, e tutti gli incantesimi e le abilità e le battute non servono a nulla quando guardi negli occhi una ragazza così limpida e fiduciosa e sai che potresti calpestarla senza accorgertene… oh, sono mostruoso, James! In casa della mia famiglia camminavo sugli spilli più che se fossimo stati nel bel mezzo di una battaglia cruenta in cui io perdevo un occhio e Lunastorta declamava il mio eroismo immolandosi nel leale tentativo di consegnarmi ai posteri. Mi ha accompagnato anche lei, l’ ha voluto a tutti i costi ed io non sono più riuscito ad insistere, anche se avrei preferito di no. Tu lo saprai già da Lily, ovviamente. Ma come puoi dire alla tua ragazza… come posso spiegarle quello che è la mia famiglia, quello che loro pensano e quello che io penso di loro?
In ogni caso Elizabeth non è un’esaltata come me, ma sai anche tu quanto caos possa produrre involontariamente, perché è pasticciona o perché è semplicemente spontanea.
Il fatto è che lei ci teneva a fare una bella impressione su di loro (a me ovviamente immaginerai che importava quanto a un mulino a vento di un pollo, anzi più ci sta lontana e più mi sento tranquillo!), così abbiamo trascorso il viaggio d’andata a ripassare i fondamentali divieti: parlare a voce alta, correre per i corridoi, mostrarsi stupita per tutto quello che vedeva…
Poi siamo arrivati ed ovviamente la prima cosa che ha fatto è stata offrire il suo aiuto ad una cameriera che aveva un braccio fasciato: come puoi prevedere certe cose? E anche a poterlo fare, James, so benissimo che tu non la fermeresti mai. Lasciamelo dire, quella ragazza è stupenda quanto il tuo terrificante rutto… anche se forse non apprezzerebbe il paragone. Stupide donne!
Comunque la Mater ovviamente era scandalizzata, io conoscendola ho tentato di fermarla ed infatti avrei dovuto: mezzo secondo dopo ha rovesciato il vassoio del tè addosso a lei. Questo credo non l’abbia scritto, nella sua lettera a Lily Evans.
Mi sono trattenuto dallo scoppiare soltanto perché mia madre era livida e lei assolutamente mortificata. Oh, è stato FAVOLOSO!
La parte curiosa è che non è stata così un disastro, Regulus dice che è carina e mia madre, anche se non lo ammetterà mai, è rimasta colpita da come ha reagito senza scappare in lacrime come si sarebbe aspettata da una ragazzina.
Bah, com’è che ti scrivo così tanto, Rametto? Starò quasi diventando una persona seria?
E non ficcarti quel dito sudicio nel naso per la perplessità, James! Era una battuta, uno schifo di bat-tu-ta!!!
Se la carta puzza, è perché è della mia famiglia.
Se tu puzzi, invece, quello non è proprio colpa mia (per una volta).
Manca poco. Vedi di non metterti nei guai finché sei da solo, non ti perdonerei mai di essermelo perso.
Con amore ARDENTE,

il tuo Felpato Porridge.




2 - Da James a Sirius


Mi spiace dirtelo, Sudicio Porco Pulcioso,
ma la carta puzzava proprio inequivocabilmente di cane con la diarrea vocale! Ne hai mai sentito parlare? Si tratta di una razza più unica che rara – fortunatamente.
(Caro Felpato, come sta? Sono Ramoso, il suo educato compagno. Che gioia sentirLa!)
La tua lettera mi è arrivata durante la colazione, e sarai felice di sapere che mi sono ustionato parti inimmaginabili con il latte nel tentativo di frenare le risate bevendone un sorso. Povera Bes! (Avrei dato tutte le mie sostanze per stare lì a vedere e NON fermarla) Lily invece ha cercato di affettarsi un dito insieme alla mela, così saremmo potuti essere una bella coppietta di automutilati, e magari con tua somma gioia non avremmo nemmeno potuto cucinare. Non che io lo faccia. Non so nemmeno distinguere un manico dal fuoco… beh, forse proprio un manico sì…
Ah, ti sto aspettando, moscerino purosangue. Datti una mossa. È uno schifo non mettersi nei guai per tutto questo tempo, e sapere che se anche lo farai troverai una Guaritrice dietro l’angolo, pronta ad alleviarti ogni minimo dolore. Mi fa sentire una, brrr… brav… ecco, mi si è rotta la piuma nel tentativo, porca miseria! È stata una piuma eroica. Ed io non sono una brava persona.
Remus scrive che gli manco. Sporco doppiogiochista, la prossima volta che gli presto il giubbotto lo imbottisco d’argento, ecco la fine del lupo mannaro. Ha detto che farà un salto qui la settimana prossima, ti va di goderti il miracolo? Tu e Bessie pensate di farcela ad esserci? Non so dove vi metterò, ma pavimenti ce ne sono in abbondanza!
Ringraziami, ti fornirò l’occasione per sentirti un piccolo eroe nel farle da materasso morbido e toglierti dalla testa e dal muso quella paranoia da sfigato!
Fatti forza. Un giorno avrò delle pentole.
Baci, Focosi baci,


R JP (tuo) – tutto tuo
(interamente, fisicamente, maniacalmente TUO)






  
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