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Autore: myprettyoddromance    26/06/2011    1 recensioni
next generation, una Rose Weasley adolescente alle prese con il suo cuore e i pregiudizi della sua famiglia
Storia basata sul pairing Rose/Scorpius. Non anticipiamo altro.
Enjoy!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
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Prima di leggere, quelle fastidiose cose che sono le NdA
Facciamo così: mettiamole prima le note, che è meglio. Allora: per i primi che hanno letto il terzo capitolo, rileggetelo! Come ho già detto, sono stata costretta a sostituirlo (Carols frettolosa l'aveva già pubblicato ma io volevo cambiare alcune cosine..) Speriamo che non abbia fatto troppi errori :S sono bene accette critiche RECENSIONI consigli sul font (che questa volta mi pare di aver sistemato abbastanza bene...ma non si sa mai)! Sicuramente mercoledì (martedì ho l'orale, faccio la terza media) posterò il quinto capitolo, Carols permettendo :DD Speriamo che il capitolo sia di vostro gradimento..Possibili pasticcetti permettendo xD
Ells <3 Con tanto amore per chi legge\segue e tanto tanto tanto amore per chi recensisce (per favore!! Opinioni sul mio primo lavoro :3 anche critiche, ovviamente!) Ora vi lascio al capitolo e smetto di rompere a tutti. Enjoy the reading!  

 
4. Serpe mancata (secondo Al)
 
Uscimmo da Diagon Alley carichi di roba. Grazie alla maglietta mi ricordai che dovevo comprare un nuovo vasetto della mia crema di nocciole, perciò chiesi a mamma se potevamo rimanere a Londra. “Ma certo” rispose. “Però” disse guardando Hugo “tuo fratello torna a casa perché ha da studiare Storia della Magia.” Hugo, che stava parlando con Louis, si interruppe per guardarla scandalizzato. “C-Cosa?” boccheggiò. “Ma mamma! Siamo a Londra! Perché non posso rimanere?” Mamma lo guardò intransigente. “Niente ma, Hugo. Tua sorella ha già finito tutti i compiti, e tu devi fare ancora il tema per Rüf.” (Sì, c’era ancora il Rüf che c’era quando andavano a scuola i nostri genitori.) “Mamma!” la
supplicò. “Lo faccio domani, te lo giuro.” “Domani siamo in viaggio per casa, Hugo.”
 
Hugo cercò un po’d’appoggio tra i cugini, ma nessuno gli fu d’aiuto. Alla fine Lily si fece avanti e disse: “Dai Hugo, torno a casa con te, anche io devo farlo ancora.” Hugo parve essere un po’ più rasserenato, e dopo le interminabili raccomandazioni di mamma, papà, zia Ginny, zio Harry, zia Fleur, zio Bill, nonna Molly e nonno Arthur (che durarono circa mezz’ora, avere tanti parenti è la sfortuna di ogni Weasley), finalmente potemmo rimanere a Londra. Avevo dei soldi Babbani per fortuna, così… “James, Domi, Louis,Albus, avete dei soldi Babbani?” Per fortuna sì, e uscimmo da Diagon Alley per sbucare al Paiolo Magico e poi in Charing Cross Road, piena di gente che attraversava e non vedeva il locale da cui eravamo appena usciti. “Prima il dovere. Devo comprare un vasetto di nutella.” dissi correndo nel supermercato davanti. Ne presi tre.
 
“Ecco qua!” tornai trionfante. “Albus, ne ho preso uno anche per te.” Lui sorrise. “Grazie, Rosie.” Sguardo bieco. “ROSE. Non Ros-i-e.” “Pignola.” Gli feci una linguaccia e ci avviammo verso la metropolitana perché Domi voleva andare assolutamente da Harrods,
o più generalmente a fare spese per Londra.
 
Dopo tre sfiancanti ore uscimmo da Harrods (giuro che non ci accompagnerò mai più Dominique!) con un mucchio di buste. Nel nostro giro per shopping Domi si era comprata: un completino intimo di pizzo che aveva scelto insieme con me, un mascara nuovo e uno smalto viola che le erano finiti, una minigonna, un paio di leggings verde acido e giallo evidenziatore(???), un top in cui le mie tette non sarebbero neanche entrate e la classica borsetta di Harrods in plastica che –stranamente- non aveva. Io invece oltre la nutella avevo comprato una nuova edizione del Macbeth di Shakespeare (ok, l’avevo letto in biblioteca e mi era piaciuto così tanto che me lo volevo comprare) una maglietta nuova (con Spongebob!) taglia James, un gelato e un paio di leggings neri, tutta roba che
Dominique non ha assolutamente approvato, specialmente il Macbeth. “Non è che non sei carina, anzi, Rosie!” mi stava dicendo. Aveva attaccato la solita pippa sull’argomento. “Io penso che tu sia bellissima.” Bhe, grazie Dom. “E hai un potenziale di attrazione abbastanza alto…” Ok. Stava parlando delle mie tette, che depressione. “…ma non ti fai desiderare, Rose! Ai ragazzi non piacciono le ragazze che leggono troppo o che prendono troppo sul serio Storia della Magia.”  “Dom.” “Sai, dovresti essere meno seria, più spigliata, estroversa, simpatica! “Dom.” “E…Sì? Cosa?” Sospirai. “Non ho speranze.” Domi mi guardò compassionevole. “Ooooooh, vieni qui, depressa.” Mi abbracciò. In questi momenti sento che posso contare su di lei per qualsiasi cosa… Ricambiai l’abbraccio. “Cercherò di impegnarmi.” Sorrisi. “Brava, così si fa.” E con i cugini dietro ci avviammo verso la metropolitana.
 
“Si può sapere quanta roba ti sei comprata, sorellina?” Louis non riusciva a capire come mai avesse tanto bisogno di roba da vestire: certo, anche lui in fatto di vestiti non scherzava (si vestiva meglio di me… non che ci volesse molto) ma non era COSÌ ossessionato. “Colpa di mamma” dichiarò: zia Fleur sin da quando Dom era piccola la portava con sé a fare shopping o a trovare i signori Delacour in Francia con Victoire. “Quella che serviva…C’erano quei leggings che si abbinano PERFETTAMENTE a… tu sai cosa, vero Rose?” Oh. Certo che lo sapevo.
 
Il vestito più piccolo della storia Weasley l’aveva comprato Dominique, in pratica era un costume con la gonna (ok, io e la moda non ci intendiamo quindi…) verde acido con degli svolazzi gialli e pietre azzurre, in teoria doveva assomigliare a una coda di pavone… Era la cosa più kitsch che avessi mai visto, rabbrividivo al pensiero (brrr.). “Ok, Rose. Cosa?” Giravo la testa da una parte all’altra: Dominique, Louis, Dominique, Louis… “Oh. Una cosa.” Dominique smise di guardarmi. “Una specie di vestito” sussurrai in fretta all’orecchio di Louis. “Ah. Quell’orrenda cosa…” “Non è un’orrenda cosa!” sbottò Domi. “Ma Domi! E’ inguardabile! Va bene al massimo per Carnevale.” “Deficiente” lo canzonò Domi. “Tu non capisci.” Louis non replicò. “E…Cos’ altro hai preso?” chiese. “E a te che ti interessa?” “Uffa Domi, sono tuo fratello!” Domi lo guardò male. “E allora?” “Allora cosa? Domi, non ti puoi incazzare così per un vestito! Per di più orrendo!” Ok, non insultate Domi, e neanche i suoi vestiti. Stavano dando spettacolo di fronte a tutta la metropolitana (l’acutezza della voce di Domi stava sfiorando adesso i 90 decibel) e io volevo sprofondare sotto le rotaie per la vergogna (ero rossa come un peperone congestionato) quando l’altoparlante del treno annunciò la fermata di King’s Cross.

Meno male! Saremmo andati al binario 9 e 3\4, almeno lì c’erano dei camini per la Metropolvere, ed era più vicina della fermata a Charing Cross Road. “Scendiamo” dissi trascinando fuori Louis e Dominique che stavano per picchiarsi. “Oh, King’s Cross” disse Domi. Andammo ai binari dei treni regionali e nazionali di fronte al binario numero 9. Cercando di non dare troppo nell’occhio attraversammo il pilastro e ci ritrovammo sulla banchina per il binario 9 e 3\4. “Rosie, sai dove sono i camini per la Metropolvere?” chiese Albus per spezzare il silenzio che gravava pesante. “Certamente” dissi avviandomi verso una porta aperta sormontata da un cartello in viola. “Ecco perché la stazione è così piena” disse Albus. Molta gente che non sapeva Materializzarsi bene usava la Metropolvere per il lavoro, ovviamente. Trovammo un camino libero e dopo un attimo ci ritrovammo alla Tana.
 
Ovviamente tutti gli adulti erano nel salotto a leggere la Gazzetta del Profeta (nonna Molly esclusa, s’intende: ho già detto che vive in cucina). Mamma si degnò di alzare appena gli occhi dal giornale, che per inciso non era la Gazzetta del Profeta ma il Times (mamma leggeva un mucchio di giornali, Babbani e non: l’unico che si rifiutava categoricamente di leggere era Il Cavillo dei Lovegood). “Ciao Rose” mi salutò. “Ciao mamma, ciao a tutti.” Nonno Arthur stava armeggiando con il mio cellulare (l’avevo dimenticato a casa): aveva levato il coperchio e stava analizzando la batteria e la SIM. “Nonno!” il nonno alzò gli occhi dal cellulare. “Mi stai smontando il cellulare” feci notare. “Oh, scusa Rosie, il fatto è che volevo capire come funziona.” La cosa si prospettava lunga. Il nonno reinserì SIM e batteria. “Ehm…Nonno…Mi servirebbe un attimo…” Afferrai il cellulare e corsi di sopra, fondandomi in camera di Hugo.


“Ehi fratellino” lo salutai mentre entravo nella stanza. “Rose” si girò con tutta la sedia. C’era anche Lily. “Avete finito il tema di Storia della Magia?” Hugo mi guardò disperato. “No!” “E…Su che cos’era?” “Maghi e Rivoluzione Francese, un confronto tra storia magica e storia Babbana” rispose Lily, anche lei evidentemente in un mare di guai. “Vi serve una mano?” Hugo mi guardò come se avessi soppresso Rüf. “Davvero sorellina??” Sorrisi. “Certo. Aspetta un attimino che prendo un
paio di libri.”
 
Tornai in camera di Hugo e mi sedetti alla scrivania, tra Hugo e Lily. “Sorellina, ma…quanto vuoi farmi scrivere?” disse Hugo guardando la pila di libri che tenevo sulle gambe. “Oh, non tanto, non ti preoccupare. Conoscendo Rüf, il tema dovrebbe essere di 65 centimetri di pergamena, giusto?” Io avevo sempre fatto temi così, sempre da 65 centimetri. “Sì.” “Allora, io ho preso una Storia della Magia, un volume sulla Rivoluzione Francese, un volume di Storia della Magia su quel periodo e una Storia comparata.” Continuai a spiegare. “Io inizierei con la Storia comparata, che dà le prime informazioni sull’ evento, e poi inserire fatti ricercandoli nei libri specifici, no?” Hugo guardò scoraggiato lo spessore dei libri che tenevo sulle gambe. “Ma impiegherò almeno tre ore!” Voglia di lavorare saltami addosso, lavora tu che io non posso! “Allora è meglio che inizi subito, perché a sentire mamma lo vuole leggere prima di stasera.” Hugo crollò sulla scrivania. “Oh merda” disse. “Aiutami, Rosie” mi supplicò. Lily aveva già aperto un libro e stava leggendo. “Ma il tema è tuo. Il mio l’ho fatto ai primi di luglio, mentre voi andavate a vedere tutto quel Quidditch!” “Uffa, Rosie, ma per una volta…” Mi guardò con i suoi grandi e luminosi occhi castani. Non avevo mai resistito ai suoi occhi, mi erano sempre piaciuti molto… No. Uffa, Hugo. Come si fa a dirti di no? “Va bene” dissi di malavoglia. “Ma lo faccio solo e solamente per questa volta.” Mi risedetti. “Ti detto io cosa devi scrivere…”

“Hugo, aspetta un attimo!” Corsi in camera mia. “Vasetto mio vasettuccio bello” gongolai. Lo presi dal letto insieme al cucchiaio (l’avevo lasciato là la sera prima) e mi andai a risistemare in camera di Hugo. “Rosie” disse, ma a vuoto. Lo sa che io non do a NESSUNO la mia nutella. La aprii e cominciai a mangiare. Hugo si voltò e disse infastidito: “Cominciamo?” Finii di leccare il cucchiaio. “Msì” risposi aprendo il libro “Storia comparata: Maghi e Babbani, Tomo II: dalla Rivoluzione Francese ad oggi”. “Allora, dovrebbe essere il primo argomento.” Aprii e saltai l’introduzione di qualche eminente Storico della Magia e andai al primo capitolo, Rivoluzione francese. Il libro era diviso in tre colonne, data, storia magica e storia Babbana. “Che scrivo?” “Hugo, intanto scrivi un’ introduzione!” Sentii la penna grattare sulla pergamena: perfetto. Gettai un occhio su mio fratello: lui non stava scrivendo…era Lily. “Hugo!” Testone. “Ti avevo detto che intanto dovevi cominciare a scrivere…L’hai studiato l’argomento a scuola…Ti ricorderai qualcosa…O no?” Dallo sguardo con cui mi guardò si deduceva che no, non si ricordava qualcosa. “Solo tu studi Storia della Magia, Rose.” Grugnii.

“Sbrigatela da solo, allora. Ti dico solo che devi cominciare da prima del 1789, devi prima spiegare la situazione Babbana, sai, il re, la nobiltà, Versailles… I quaderni delle lamentele…” Ok. Non si ricordava niente. “Ah. Il re, sì, giusto.” Iniziò a scrivere poco convinto. “Resta qui, Rose.” “Farai qualcosa per me se ti aiuto e non me ne vado?” Hugo si girò. “Approfittona. Avevi detto che mi aiutavi!” Approfittona??? Ma che razza di termini si inventa Hugo? Sorvoliamo. “Allora? Sì o no?” Hugo grugnì. “Ok, ok, basta che mi dai una mano. Cosa vuoi che faccia?” Ci pensai un attimo. “Mi devi promettere che se ti chiedo qualcosa di importante in futuro lo farai.” Hugo alzò le spalle. “Va bene. Cominciamo?” Dopo cinque minuti apparve nonna Molly che faceva capolino dalla porta. “A pranzo, è già l’una e mezza!” Scendemmo in giardino, dove era apparecchiato. Come al solito il pranzo era di almeno sei portate, ma… dall’espressione di nonna Molly dedussi che aveva cucinato zia Fleur. E poi tutto quel burro a fiumi su tutte le pietanze!

Mi avvicinai a nonna Molly. “Ti ha lasciato almeno qualcosa da fare?” le sussurrai all’orecchio per non farmi sentire da zia Fleur che era lì vicino. “No!” mi sussurrò la nonna. “Tutta quella cucina francese…Tutto quel burro…Mi ha lasciato fare solo la crostata al rabarbaro per dolce.” “Com’è oggi ha cucinato lei?” la nonna mi guardò. “Bill” disse sospirando. Sul tavolo, in contrasto con tutte quelle pietanze da palato fino, troneggiava un vassoio con delle bistecche MOLTO al sangue. Zio Bill si faceva cucinare le bistecche solo da zia Fleur, e visto che quello era uno di quei giorni che papà definiva “da lupo” (la storia me l’hanno raccontata un migliaio di volte o giù di lì), zia gli aveva preparato le bistecche, e in uno slancio di amore verso il maritino (zia Ginny mi racconta sogghignando di tutte le smancerie che si facevano quando avevano circa l’età di Ted) aveva insistito per preparare tutto il pranzo.

Non è che io impazzisca per la cucina francese, sapete? A giudicare dalle facce dei miei cugini (Domi esclusa) la pensavano esattamente come me. Presi posto vicino ad Albus. “Ma voi dov’eravate finiti?” gli chiesi mentre zia Fleur mi metteva una fetta di quiche nel piatto. “Oh bè, eravamo a giocare a Quidditch. Tu? Sei salita su come se ti avessero appiccato il fuoco al culo.” Oh, che finezza. Sorvoliamo. “Sono andata ad aiutare tuo cugino a iniziare il tema di Storia della Magia.” Albus si grattò il mento con fare interrogativo. “Uh oh. Ora che ci penso toccherebbe farlo anche a me, a meno che non riesca ad evitare la lezione di Rüf con un paio di Merendine Marinare…” Lo fulminai con lo sguardo. A detta di papà, avevo ereditato il cervello e il buonsenso Granger (niente dai Weasley? La mia indomabile chioma era la prova che qualcosa dai Weasley l’avevo presa…). “Rosie, scommetto che piacerebbe anche a te!” Hem hem. “Non mi abbasserei mai a livelli di questo genere per evitare una lezione.” Albus mi guardò sorpreso. “Useresti qualcosa di meglio? Fuochi d’artificio ad acqua e via nel fumo?” “Io stavo dicendo che non salterei una lezione per nessun motivo, foss’anche Storia della Magia!” dissi altezzosa. “Gne gne gne, sono Rosie la secchiona, mi piace Storia della Magia, non ne salterei mai una lezione, è così DIVERTENTE!” disse Albus facendomi la parodia.

“Fanculo, Al. Non è vero che mi piace Storia della Magia, non con Rüf perlomeno.” Albus mi guardò con gli occhi sgranati fintamente sorpreso. “Rosie, non si dicono le parolacce!” Lo guardai male. Ok, dicevo un tantino di parolacce (soprattutto nella mia testa), e sì, il mio sport preferito era quello di mandare a fanculo la gente. “Albus Severus Potter, chi sei tu per farmi la predica?” “Sono tuo cugino, piccola Serpe mancata.” Mi incazzai giusto un pochino: Serpe??? Come poteva una WEASLEY finire a SERPEVERDE?? Glielo spiegai molto educatamente. “Serpe mancata?? I Weasley sono Grifondoro nel sangue.” Lui ridacchiò. “Per caso ti ha fatto come a papà il Cappello Parlante?” Gne. Lo sapeva meglio di me che me lo avevano appena poggiato sulla testa che aveva gridato a tutta la sala “GRIFONDORO!”Quindi, zitto Albus.

“Ragazzi, ma non avete mangiato..” disse zia Fleur guardando la fetta di quiche ancora integra nel mio piatto. “Oh zia, stavamo parlando.” disse Albus. E detto questo attaccò la quiche sotto gli occhi vigili di zia Fleur. Appena se ne andò riprendemmo la nostra discussione. “E’ solo che a volte sei perfida, Rose.” “Forse.” Ghignai. “Forse il Cappello ha perso qualche colpo.” Albus fece un ghigno da Serpe. “Probabile. Voglio dire, chi è che non perderebbe qualche colpo a starsene su una mensola della Presidenza a inventare una filastrocca tutto l’anno?” Immaginavo. “Già. A sorbirsi tutte le chiacchiere dei professori alla preside.” “Gazzetta del Profeta: intervista scandalo al Cappello Parlante di Hogwarts. La Preside non si fa la ceretta, Armando Dippet passa tutto il tempo a scaccolarsi e a Baston puzzano le ascelle.” Ghignammo all’idea. “Comunque a Baston le ascelle puzzano sul serio.” asserì Albus. “Quando alza il braccio per dare le punizioni si sente i giocatori cadono dalle scope persino a sei metri da terra.” “Che cretino che sei, Albus.”

Ci mettemmo a ridacchiare come due galline sotto l’effetto di qualche superalcolico. “Serpe mancata” Gli diedi un buffetto sulla guancia. Albus è il mio migliore amico da sempre, e l’avere un migliore amico che gli funge da droga non gli impedisce di continuare a fare il cretino con me. “Serpe approdata all’altra sponda” ghignai. Ovviamente ce ne dicevamo di tutti i colori, come sempre. Mi guardò scettico. “E si può sapere di chi mi sarei innamorato così fortemente?” Ovvio. “Del tuo piccolo Scorpius, no?” Ghignò. “Non lo sai che è l’amore della mia vita?” La prende sul ridere. “Infatti vai alla Stanza delle Necessità troppe volte negli ultimi tempi, sai?” “Zozzona. Poi dice a noialtri, ma poi lei non è poi così candida e innocente. Non è che sei invidiosa?” Mi sarei ricordata di quella frase. “Invidiosa io? Di te o di Malfoy?” “Di me, ovviamente.” Certo, come no. Io e Malfoy scambiavamo qualche parola ogni tanto, al massimo qualche frecciatina velenosa. Non lo tenevo in conto, e attualmente non mi piaceva nessuno. “Certo. Io e Malfoy abbiamo una relazione segreta dal primo anno a tua insaputa.” Albus tornò serio. Io invece continuai: “Ogni volta che ne abbiamo voglia andiamo alla Stanza delle Necessità e…” “LALALALALA” fa Albus tappandosi le orecchie. “Rose, smetti di essere esplicita.” Oh. “In genere lo dico io a voi.” Albus sorride. “La mia cuginetta” dice addentando il resto della quiche. “ A forza di stare con voi mi avete contaminata” dissi io sorridendo. Vidi i  vassoi e le zuppiere passare per la stretta porta di casa Weasley e poco dopo vidi QUATTRO vassoi di crostata al rabarbaro passare per la porta e posarsi sul tavolo. “Blessed English cooking” disse Albus addentandone una fetta. Zia Fleur aveva l’aria piuttosto offesa. Chissà perché.

MEMO: Commentate, le recensioni sono tanto tanto tanto tanto gradite :3
Ells <3

 

   
 
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