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Autore: Asterion    27/06/2011    1 recensioni
L'alba ormai sorta cominciava ad ammantare con i suoi raggi di perla il paese della Luna , tratteggiando con delicate sfumature gli edifici e le case color ghiaccio del piccolo villaggio. Lo stabilimento del grande kage  brillava  in tutto il suo splendore mentre il paese cominciava lentamente a svegliarsi nella fredda foschia mattutina.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Taiyo. Sole.

Nome piuttosto inusuale in una terra fredda legata alla luna, alla notte , all'oscurità. Ma lei, Taiyo, era la “ragazza prodigio”, il ninja più forte e valente di quella terra, la luce di quel paese, l'eroina che tutti ammiravano.

Quel nome era stato deciso per la giovane diciassette anni or sono, quando lei era ancora una bambina di poco più di tre anni. Era stata trovata in una notte di plenilunio in una foresta. Chojiro, un eremita del paese della luna, stava effettuando esercizi di meditazione sotto la cascata di Taki, a sud ovest della foresta di ghiaccio,quando un rumore, talmente lieve che nessun altro uomo avrebbe potuto avvertirlo, lo destò dalla sua profonda concentrazione. Aprì gli occhi color verde smeraldo, e sollevò lo sguardo. Un leggero venticello estivo scompigliava i suoi capelli grigi, e alcuni schizzi di acqua gelata bagnavano la sua tuta verde.

Si alzò in piedi pacatamente sul masso dove fino a quel momento era rimasto seduto e rivolse lo sguardo, con fredda attenzione, verso la selva che si stendeva davanti a lui per molti chilometri.

Il suono assordante dell'acqua che si frangeva impetuosa sui sassi sembrava non impedire all'uomo di poter udire suoni sospetti. Dopo alcuni minuti di attenta ispezione del paesaggio, il suo sguardo si fermò su un cespuglio. Un sorriso beffardo apparì sul volto del ninja , mentre, incrociando le braccia sul petto, ingiungeva : “Chiunque tu sia, è inutile nascondersi. Ti ho sentito. Esci fuori da quel nascondiglio e mostrami il tuo volto!”.

Il vento continuava a fremere tra le fronde degli alberi imponenti della foresta e Chojiro, immobile, attendeva che qualcuno si mostrasse. Le foglie rossicce del cespuglio si smossero e una bambina si fece avanti sotto la luce della luna, con il volto sporco e graffiato e i vestiti strappati.

Un'espressione di sorpresa attraversò il volto dell'eremita. Dopo alcuni attimi di esitazione, si avvicinò alla piccola, chinandosi ad osservarla per qualche minuto. Il suo volto severo si aprì in sorriso gentile. Accarezzandole la guancia rosea per metterla a suo agio, disse in tono paterno:

Ma allora non sei il pericoloso nemico che credevo! Piccola, che ci fai in questo posto sperduto? ti sei smarrita?”.

 

La bambina non rispose, si limitò semplicemente a guardarlo fisso negli occhi verdi con risolutezza mentre una leggera folata di vento faceva ondeggiare i lisci capelli scuri che a malapena le arrivavano alle spalle.

 

L'uomo si alzò allora in piedi e prese rapidamente una decisione. Probabilmente la bimba era stata abbandonata o si era persa; l'avrebbe portata immediatamente al villaggio; era probabile che qualcuno la conoscesse, oppure che i suoi genitori la stessero cercando lì.

 

Qualche ora dopo erano in paese. Tuttavia nessuno riuscì a scoprire qualcosa , né sul nome della bambina, che si era chiusa in un ostinato mutismo, né sulla sua famiglia. Passarono alcuni giorni e nessuno sapeva cosa fare della bambina. Fu così che il kage decise di affidarla a Chojiro perché ne curasse la crescita e l'educazione.

 

*****

 

Era passato ormai un mese dal loro primo incontro e già molti dubbi agitavano i pensieri di quella piccola bambina, che tuttavia aveva raramente scambiato più di qualche parola, rendendo la comunicazione estremamente difficile. Comprensibilmente Chojiro non si aspettava di essere apostrofato in questo modo dalla bambina, in un pigro pomeriggio autunnale:

 

Ehi, Chojiro-sensei... Io non ricordo niente delle mie origini... Tu sei mio padre?”

 

L'eremita in un primo momento fu sorpreso dall'inaspettata domanda,ma poco dopo si rese conto che la bambina aveva tutte le ragioni per chiedergli una delucidazione del genere, data la tenera età e la labilità dei ricordi dei bambini,e così , dopo un momento di riflessione , asserì:

No piccola...Non sono tuo padre”

 

La fanciulla lo fissò con i suoi profondi occhi chiari come se non avesse compreso la risposta. Imperversavano una tale confusione e un tale sconvolgimento nella sua testolina!

Il ninja comprese i suoi sentimenti e così si affrettò ad aggiungere:

Però posso sempre diventarlo oggi, se vuoi ovviamente”

Davvero lo faresti? ”

Un caldo sorriso sfiorò le labbra di Chojiro “Ma certo.”

 

Con l'ingenuità tipica dei bambini, chiese con una curiosa espressione“Ma se tu diventi mio padre, io divento tua figlia?”

 

Sì. A te va bene?”

 

La bimba annuì lentamente con un cenno del capo per poi esibire uno dei suoi sorrisi più belli.

 

Però adesso che sono tua figlia devi darmi un nome. Tutti i padri danno il nome alle loro figlie. ”

Chojiro fissò la fanciulla negli occhi e scrutando il cielo sopra di sé fu abbagliato dalla luce splendente del sole pomeridiano.

 

Che ne dici di Taiyo?”. Sorrise, mentre il vento gli scompigliava i capelli che ,ormai lunghi, gli ricadevano disordinatamente sulla schiena.

 

La giovane mostrò la sua felicità saltellando sull'erba intorno al suo tutore e con fare allegro sferzò l'aria con un pugno, gridando:

Forte! TAIYOOOOOOOOOOOOOOOOO”

 

L'eco si ripetè a lungo sulle montagne intorno, mentre Chojiro osservava con soddisfazione la propria figlioccia.

Si, mi piace come suona!”Concluse la bambina abbracciando affettuosamente l'eremita e stringendolo forte mentre quello cercava di allontanarla da sé ridendo.

 

*****

 

Gli anni trascorsero lenti e tranquilli e la bambina cresceva ogni giorno più forte in compagnia di Chojiro, che le insegnava a poco a poco i fondamenti dell'arte eremitica e del ninjutsu. La ragazza mostrava un talento fuori dal comune, assolutamente precoce rispetto alla sua età; era chiaro che sarebbe diventata uno dei ninja più forti del villaggio.

 

Da quel momento il nome Taiyo diventò simbolo di speranza e la ragazza, una volta raggiunti i venti anni di età, iniziò ad essere considerata la protettrice del villaggio della luna . Tutti gli abitanti del paese la conoscevano e la stimavano quasi quanto il kage, e la sua fama era riuscita perfino a raggiungere gli altri villaggi, destando stupore e ammirazione in quanti ne avevano sentito parlare.

 

Ma l'altra faccia della medaglia non si era ancora rivelata.

 

Angolo autrice: Salve! Questo è il primo capitolo, spero vi piaccia! La storia vera e propria inizierà a decollare dal prossimo capitolo! A presto, kiss! :) p.s. Grazie a chi legge, a chi recensisce e a chi aggiunge tra preferiti/seguiti/da ricordare ecc. <3
 

  
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