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Autore: DreamingBK    27/06/2011    5 recensioni
Lidia e Gianluca.Due amici.Due persone normali.Due ragazzi che hanno frequentato per tre anni la stessa classe e che ora, costretti a separarsi vedranno la loro vita cambiare radicalmente.
Dalla Prefazione:''Ah, accidenti,non volevo proprio piangere in un giorno del genere!dovremmo festeggiare e invece sono qua a pensare al fatto che non rivedrò più nè Chiara, nè Nausica, nè Ilaria..e neppure te-dissi infine
-Scema, vedrai che ci rivedremo invece!-rispose Gianluca sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi tanto idioti quanto contagiosi.
-Non è vero!-replicai
-Ma smettila...posso fare qualcosa per dimostrartelo?-
-Baciami-"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

-Ma smettila...posso fare qualcosa per dimostrartelo?-
La mia mente fu attraversata da una folle idea.
-Baciami-sussurrai,ma in quell'esatto istante la campanella del cambio d'ora-che in ogni caso non sarebbe servita a nessuno-suonò e coprì le mie parole.
-Cosa hai detto Lidia?non ho sentito un tubo-chiese lui
-Faresti anche una pazzia?-gli chiesi, ancora immersa e sconvolta io stessa dalla mia folle idea.
-Beh...dipende da cosa...-e sciolse un attimo l'abbraccio per guardarmi,come per incitarmi ad esporre quella pazza idea che ormai lui smaniava di sapere.
Io imbarazzata mi misi a guardare per terra, sapevo bene che vedendo le mie guance arrossarsi in un solo colpo lui si sarebbe fatto qualche domanda;Gianluca si avvicinò al mio volto con sguardo interrogativo.
Alzai la testa di scatto e in un millesimo di secondo mi ritrovai vicinissima al suo viso, i suoi occhi miele sembravano volermi scavare dentro, proprio più vicino alle iridi si potevano vedere delle sfumature sempre più giallastre, quasi che viravano sull'arancio marrone..non mi ero mai accorta di quanto belli fossero i suoi occhi.
Nonostante tutto Gialuca non era sicuramente il tipico ragazzo più bello della scuola, ma era simpatico, idiota, dolce e inoltre aveva un corpo trementamente accogliente.
Era per questo che sciami di ragazze gli andavano dietro:perchè aspiravano tutte di essere riscaldate da uno di quegli abbracci che lasciavano un sentimento di protezione che rasentava quasi lo stucchevole.
Con alti e bassi per tutti e tre gli anni scolastici avevo cercato di combattere la tremenda attrazione fisica che provavo per lui, ma ora che senso avrebbe avuto privarmi di una immensa soddisfazione?certo,mi rendevo conto che la mia fosse un'idea realmente folle dal momento che ero consapevole del fatto che nel suo cuore risiedeva già una bella fanciulla, ma in quel momento..cosa mi costava fare una cazzata?e sopratutto, dove potevo trovare la minima forza per evitare di richiederglielo?
-Baciami-dissi infine.
Non fu più di un sussurro, che usci però, chiaro dalle mie labbra.
Ci fu un momento di silenzio, sentivo l'affermazione che avevo detto risuonarmi nella testa come un urlo ma nonostante tutto continuavo a fissarlo negli occhi, come potevo perdermi quell'espressione così sconvolta e quasi indecisa che stava appena facendo?
In tre anni avevo collezionato tantissime delle sue espressioni più interessanti anche se non l'avevo mai visto piangere...ora si stava rilassando quasi.
Probabilmente sperava che da un momento all'altra scoppiassi a ridere per alleviare tutta la situazione e fargli capire che era solo uno scherzo, e per un momento passò anche per la mia anticamera del cervello di provare ad abbozzare una risata ma ero tesa come il marmo, ogni mio muscolo era teso e il mio cuore batteva all'impazzata dentro al mio petto.
Furono istanti lunghissimi dove lo vidi passare dallo sconcertato allo speranzoso a qualcosa che ancora non avevo mai avuto occasione di vedere.
Quasi una strana determinazione si fece strada nei suoi occhi e poggiò tutte e due le mani sul tavolo quasi a impedirmi di sfuggire da qualche parte.
Sinceramente l'avrei fatto molto volentieri se non fosse stato che c'era un parte di me , sperduta e dannata, che mi ordinava di stare lì, di stare a vedere come sarebbe andata.
Se questa mia piccola e dannatissima parte mi ordinava di fare così un'altra parte di me stava riversando come un fiume che straripa tutti i pensieri che ero riuscita a dimenticare quando gli avevo fatto quella proposta oscena.
Lui in realtà era innamorato di un'altra ragazza, e sopratutto mi aveva sempre vista come amica, non era matematicamente possibile che mi vedesse come donna.
Proprio mentre quei pensieri si facevano strada in me facendomi tremare impercettibilmente le mani lui incominciò ad avvicinarsi al mio volto col suo, in modo esasperante, con una lentezza pazzesca.
Nonostante si stesse avvicinando io non facevo altro che indietreggaire fino a che non incontrai il muro.
Lui nonostante tutto continuò ad avvicinarsi a me, era così vicino che potevo sentire il suo respiro nel mio oreccio e potevo scorgere sfumature che non avevo mai notato in quegli occhi caldi e accoglienti, come d'altra parte era lui.
Fu un attimo, mi sembrò quasi di  essere entrata in una bolla quando sentii un lungo urlo femminile e poi lo vidi essere trascinato via per la camicia.
Fui scandalizzata in quel momento e mi portai le gambe al petto accovacciandomi in posizione fetale e mentre lo vedevo essere trascinato via cercai di capire cosa stava succedendo.
Era giugno e nonostante i mesi precedenti erano stati pieni di piogge questa giornata era particolarmente accaldata, il sole mi batteva sulla testa deconcertandomi e non rendendomi facile pensare.
Fu così che tutti i miei pensieri si accavallarono nella mia testa e fui costretta ad andare in bagno per sciacquarmi con un po d'acqua fresca il viso.
Attraversai a grandi falcate il corridoio assolato della mia scuola fino ad arrivare al bagno delle ragazze vi entrai e prima mi sciacquai con dell'acqua fresca e successivamente mi spalmai sul muro.
In un primo tempo fui semplicemente grata al freddo di quel muro, poi cercai di riordinare le idee riguardanti quello che mi era accaduto pochi momenti fa e giunsi alla conclusione che Gianluca stava per baciarmi.
Altrimenti cos'altro avrebbe fatto a un palmo dal mio naso?ovviamente a guastare tutta la situazione era stata Nausica una ragazza tremendamente fastidiosa.
Non credo ci fossero tante parole da sprecare sul suo conto..beh, era fastidiosa, presuntuosa e tremendamente falsa..beh..sì, era falsa quanto bella, era per questo che tutti i ragazzi gli sciamavano dietro.
Ma lei ovviamente ne aveva scelto solo uno...:Gianluca.
Ormai la mia era una convizione:provava un tremendo piacere a sottrarre i ragazzi altrui.
Non che Gialuca fosse mio, certo..però le bastava sapere che mi interessava qualcuno che subito si precipitava come uno sciacallo.
Quella giornata era appena cominciata e nonostante tutto ero già satura di emozioni, non credo avrei sopportato una cosa, qualsiasi altra cosa.
-Hei Lidia che ci fai qua?-disse una voce.
Era una voce familiare...forse anche troppo.
Una ragazza dai capelli bruni bassa e tozza si stagliava sopra di me -accovacciava sul muro-.
Il suo volto era pieno di lentiggini e aveva gli zigomi molto pronunciati, i suoi occhi erano di un marrone normalissimo, proprio come il mio.
Il suo viso era completamente truccato, si sarebbero quasi potuti contare gli strati di prodotti che si metteva per nascondere quella che sicuramente era un acne terribilmente schifosa da vedere.
-Cosa ci fai qua Cavulzi, forza, racccontaci un po...facci divertire-disse una seconda ragazza.
Questa volta era una mingherlina spilungona a parlare, gli occhiali firmati Carrera le cadevano goffamente sul naso storto che non le permetteva di tenerli decentemente.
Queste due ragazze le conoscevo, le conoscevo anche bene.
Era la mattina del mio primo giorno di prima media quando le incontrai, furono proprio le prime persone che vidi della nuova scuola di Genova.
Con la mia famiglia ci eravamo trasferite da poco a Firenze, una città che credo avrebbe fatto parte del mio cuore per sempre, Firenze..la magnifica Firenze, a Firenze non ti annoiavi mai, non era la tipica città dai paesi che ti lasciavano a bocca aperta, indubbiamente c'erano anche posti meravigliosi, ma non  trovavi sempre gli stessi vecchietti seduti sempre alle stesse  panchine a giocare allo stesso gioco, non trovavi sempre gli stessi scolari che percorrevano le stresse strade per andare a scuola.
Il bello di Firenze era che era una città mediamente caotica, potevi fare amicizia con le persone semplicemente sull'autobus o andando per strada, niente era mai uguale, le commesse dei negozi cambiavano ogni due tre mesi nei negozi al centro, ogni cosa seguiva un suo breve corso di vita a Firenze, addirittura gli orari dell'autobus ,che non era mai puntuale, cambiavano sempre.
Non c'era mai una seconda volta, era fatto tutto per la prima volta, Firenze era esattamente la città dove ti sentivi adolescente per sempre, perchè gli adolescenti d'altra parte fanno tutto per la prima volta.
In ogni caso mi ero trasferita da Firenze per andare a Genova con mia madre dopo che mio zio era venuto a mancare  e mio padre aveva deciso di rinunciare a mia madre e andare a vivere a Lecce, dove si trovavano i suoi parenti che avrebbe dovuto aiutare dopo la morte di mio zio.
Non rimpiango quello che fece mio padre, perchè d'altra parte un uomo come lui sarebbe sicuramente difficile ritrovarlo, ma non credo che smetterò mai di dispiacermi del fatto di non aver avuto un padre.
Mio padre e mia madre quindi si separarono , mia madre rimase distrutta da questo e andò in depressione, così mi toccò accollarmi tutte le  responsabilità di un adulto, fino a quando mia mamma non si svegliò dal suo sonno e decise di lasciare Firenzze.
Firenze per lei era stata il luogo dove si era inanamorata e sposata con mio padre e ormai c'erano troppi ricordi che le facevano male, inoltre a lei le serviva disperatamente un lavoro per poter tornare a vivere normalmente.
Fu così che ci trasmerimmo a  Genova nell'estate della mioa 5^ elementare.
Quando arrivai finalmente alle medie fu un completo disastro.
Credo che la mia più grande sfortuna fu quella di andare semplicemente a sbattere contro tre ragazzine di terza media che camminavano incuranti di chi potessero far acdere.
Io fui una delle loro vittime, d'altra parte non sapevo che Maggie, Stacy e Jessica erano le bulle ormai confermate della scuola.
Quel giorno esatttamente davanti all'entrata della scuola, quando caddi dopo aver rimbalzato contro il corpo di Maggie si creò il vuoto intorno a me e in una frazione di secondo sentii il sangue fluire velocemente dal naso, il ginocchio bruciarmi a causa del taglio che mi avevano provocato a forza di tirarmi calci e gli occhi piengere a causa dei vari pugli che mi stavano dando in pieno volto gratuitamente.
Da quel giorno in poi prestai molta attenzione a non capitargli più tra le grinfie, ma nonostante tutto mi ricapitò altre cinque volte in seconda media e durante la terza gli attacchi di Maggie  e Stacy incominciarono a diventare puramente gratuiti.
Più di una notte mia madre passò a medicarmi le ferite e più di una volta lei mi chiede chi fosse stato a farmi del male, ma io il più delle volte rispondevo:
-Simone nessuno, sono caduta- oppure-sono corpa e inciampata- o tante tante altre scuse.
Il motivo per cui mi ostinavo a rimanere zitta?il fatto che loro avevano scoperto il mio segreto:avevano scoperto quello che avevo passato con la mia famiglia a Firenze, avevano scoperto che mia madre si drogava e beveva, e se solo io gli avessi io le avessi fatte scoprire loro avrebbero sbandierato tutto a tutta Genova giacchè i loro genitori erano colleghi in un importante e influente giornale.
Se solo qualcosa fosse avvenuto mia madre sarebbe stata sicuramente malissimo,e ci saremmo dovute trasferire e lei probabilmente sarebbe ricaduta nella depressione e  mille altri problemi si sarebbero creati..non potevo..non potevo prorpio.
-Allora Lidia!ti ho detto facci divertire!-questa era la voce di Stacy, che mi risvegliava dal mio stato catatonico.
Non dissi niente, era inutile dire qualcosa, potevo solo cercare di ingoiare i gemiti di dolore.
Un pugno arrivò, dritto verso la guancia, e un altro mi colpì in pieno addome Maggie incominciò a pestarmi le gambe con giolenza, poi d'un tratto fu come vedere la morte in faccia.
Vidi Maggie caricare la gamba per tirarmi un calcio dritto in faccia, questo non l'avevano mai fatto, sicuramente mi sarei rotta il naso o altro.
Ordinai al mio corpo di scappare, di proteggersi, perlomeno di pararmi, ma ormai le braccia e le gambe errano già piene di lividi e mi facevano troppo male anche solo per usarle.
Chiusi solo gli occhi in attesa del dolore.
Passarono diversi istanti prima che gli riaprissi, ma ancora in dolore non era arrivato.
Poi d'un tratto sentii una voce, una voce che non avevo mai sentito, cercai di distinguerla mentre il sangue dal naso colava sempre più velocemente e incominciavo a  perdere la vista...come sempre.
Feci in tempo solo a vedere un ragazzo dai capelli biondi, con degli inimmaginabilmente profondi occhi verdi che prendeva senza sforzo Maggie e Stacy e le sbatteva contro il muro del bagno urlandogli qualcosa.
Quando persi i sensi avevo un sorriso stampato in faccia..finalmente il salvatore che avevo pregato per tante notti che venisse era arrivato.


note:ok, sono decisamente emozionata, è il primo capitolo di questa FF che spero realmente e con tutto il cuore che voi potrete apprezzare perchè per me è importantissima la vostra opinione.
Beh che dire, allora, abbiamo introdotto il discorso Lidia Gianluca che non verrà SICURAMENTE messo da parte dato che quello è il fulcro della storia, ho deciso di introdurre anche un problema che fortunatamente io non ho mai sofferto ma che attualmente sta diventando sempre più frequente nelle scuole italiane, sopratutto nelle medie:il bullismo.
Credo sia importante inserire qualche nota educativa in questa storia e penso che rendere pubblico questo problema sia davvero significativo in modo che ognuno cerchi di contrastarlo, in ogni caso questo non rimarrà certamente al centro della storia, anzi, penso che apparirà solo in questo capitolo e nel prossimo dato che serve a introdurre il nostro misterioso salvatore dai capelli biondi e gli occhi verdi-
Inanzitutto , inoltre, in questo capitolo ho raccontato un po della storia di Lidia anche se rimangono ancora tanti interrogativi come:perchè se le ragazze che hanno attaccato Lidia il secondo giorno di scuola erano tre ora sono due? e tanti tanti altri che andranno piano piano a risolversi..ma anche a complicarsi.
Detto questo ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo, chi lo ha commentato o inserito tra i preferiti, spero che questa storia vi piaccia :)
Un bacio.
Misa-chan
  
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