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Autore: telesette    27/06/2011    2 recensioni
Disgustata da ciò che vede intorno a sé, Tenten implora l'anima dei genitori di darle la forza di porre rimedio a questa orribile situazione. Quasi in segno di risposta alle sue preghiere, per caso ritrova l'oggetto che da bambina l'aveva tanto affascinata: una stella shuriken, assieme a tutto l'arsenale di armi che sua madre aveva riposto e al diario della donna. Leggendo quelle pagine ingiallite, Tenten scopre che la madre era in realtà una kunoichi che ha svolto pericolosi incarichi per conto del governo. Grazie a questa scoperta, Tenten decide di rispolverare l'uniforme della donna e di proteggere gli abitanti di Konoha, vestendo i panni di una misteriosa ninja con il nome di Regina di Shuriken!
Genere: Azione, Parodia, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tenten
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Non appena l’oscurità scese ad avvolgere ogni cosa nel suo mantello, l’intera Konoha sembrò sprofondare nel sonno. C’era però qualcosa di diverso nell’aria, qualcuno incredibilmente agile e veloce che, muovendosi attraverso i tetti senza fare rumore, si mescolava perfettamente con il buio. Nessuno pensò di sollevare lo sguardo, nemmeno le pattuglie di ronda ( impegnate a scrutare le strade sottostanti ) ignare della figura misteriosa sopra le loro teste. Costei stava “volando” da un tetto all’altro, furtiva e silenziosa come un’ombra, mentre i suoi occhi scrutavano attentamente in ogni direzione attraverso la maschera nera come la notte.
Ad un tratto si fermò, gettando un rapido sguardo sotto di sé: per proseguire lungo i tetti, doveva per forza saltare oltre la strada principale; mentalmente valutò la distanza e la rincorsa da prendere dopodiché, tirando un profondo respiro, si gettò nel vuoto. Per un attimo il grande disco lunare illuminò la sua figura che roteava nell’aria, le ginocchia strette contro il petto, per atterrare poi sul tetto dell’edificio di fronte con una sorta di grazia felina. Qui rimase immobile, appiattendosi contro le tegole, mentre un soldato sollevò distrattamente lo sguardo. Fortunatamente quest’ultimo non si accorse di niente e proseguì il suo giro.

- E’ andata bene - sospirò Tenten, non appena lo vide allontanarsi.

Passato il pericolo, la fanciulla riprese la sua corsa su per i tetti. Quella notte non era solo il suo battesimo del fuoco, aveva una missione ben precisa da compiere e doveva portarla a termine con successo a qualunque costo.

***

La prigione del Governatore era un edificio costantemente sorvegliato, giorno e notte, da un gruppo di guardie scelte; il capo del servizio di sicurezza era naturalmente Sasuke, il quale eseguiva personalmente un giro di controllo solo al calar del sole. Anche quella volta perciò, come ogni altra sera, l’Uchiha si assicurò di augurare la “buonanotte” ai suoi ospiti. Nel vederlo arrivare, le guardie gli rivolsero un saluto pieno di rispetto.

- Signore!
- Come sta il nostro angioletto biondo?

Come in risposta alla domanda dell’Uchiha, un urlo di rabbia riecheggiò dall’interno dell’edificio.

- Hm - fece Sasuke con una smorfia. - Andiamo a sentire cosa vuole!

Al suono della sua voce, i soldati rabbrividirono. Era noto che Sasuke andasse a visitare i prigionieri unicamente per sottoporli a torture massacranti che comprendevano di tutto, dalle frustate ai ferri roventi… Per questo motivo, una volta provate le sue “attenzioni”, i prigionieri preferivano far dimenticare la propria presenza col silenzio. Tuttavia da quando Naruto aveva ripreso i sensi, i polsi saldamente legati contro la parete della cella, non aveva smesso di strillare ogni genere di maledizione contro Orochimaru e i suoi uomini.

- Dannati bastardi - gridò il giovane, contorcendosi nel vano tentativo di liberarsi. - Aspettate solo che esca da qui e poi…

In quel momento Sasuke entrò nella cella, seguito da due guardie, lo sguardo impassibile puntato su Naruto.

- “E poi”… continua, sono curioso!
- Sasuke - mormorò Naruto a denti stretti.

L’Uchiha si avvicinò al ragazzo, senza battere ciglio. Naruto si dibatté in tutti i modi ma le catene erano troppo spesse, ora il volto di Sasuke era a un palmo dal suo, freddo e minaccioso come non mai.

- Dimmi, Dobe - sussurrò l’Uchiha, guardandolo negli occhi. - Conosci per caso il nome di un certo pazzo che da mesi va in giro dicendo che il nostro Governatore è uno "schifoso viscido serpente?"

Naruto ricambiò il suo sguardo con uno altrettanto fermo e deciso.

- Non sei informato - rispose. - Quel pazzo, come lo chiami tu, va in giro dicendo anche che Orochimaru, “l’usurpatore di quel titolo”, non è altro che un miserabile verme repellente…

il pugno di Sasuke, piazzato proprio sotto le costole, per Naruto ebbe lo stesso effetto di una lancia in mezzo al ventre. Sasuke lo afferrò per i capelli e gli mormorò qualcosa all’orecchio.

- Hai speso sei anni della tua vita, ripetendo queste cose, e cos’hai ottenuto? Niente…

Naruto si sforzò di rimanere cosciente, respirando piano e a fondo, Sasuke si scostò da lui guardandolo con disprezzo.

- Stanotte mi implorerai e “piangerai”, affinché ponga fine alle tue sofferenze, e domani sarai accontentato: la tua testa verrà esposta in pubblico, come monito per tutti, e tu morirai qui come un cane; una morte inutile per te, come qualunque altro idiota che pensa di opporsi al Governatore, e la consapevolezza che a Konoha non cambierà mai niente!

Gli occhi di Naruto mandarono un rapido lampo di rabbia. Un tempo lui e Sasuke erano stati amici, almeno così credeva, adesso ciò che provava per lui era solo un profondo disgusto.

- Vai all’inferno, Sasuke!

Così dicendo, Naruto sputò un misto di saliva e sangue. Sasuke rimase del tutto indifferente alla cosa, sollevando la mano verso i suoi uomini affinché gli passassero uno dei ferri arroventati sopra il braciere lì accanto.

- Allora, Dobe - esclamò, guardandolo negli occhi. - Ce la fai ancora ad urlare?

***

Protetta dall’oscurità, Tenten si avvicinò alla prigione senza farsi vedere. Fermatasi sopra un grosso albero che dava sull’ingresso della prigione, la ragazza studiò attentamente la situazione: infiltrarsi lì dentro non doveva costituire una grossa difficoltà per lei, malgrado la sua mancanza di esperienza, ma per essere sicura di non mettere in pericolo la vita di Naruto doveva scoprire subito in quale cella lo avevano rinchiuso; l’ingresso principale era l’unica parte fortemente illuminata, le guardie lungo le mura giravano grazie all’aiuto delle torce; le grate a livello del terreno erano in realtà le feritoie delle celle, gli alloggi dei soldati erano dunque ai piani superiori, di conseguenza Naruto doveva essere tenuto da qualche parte là sotto.

Per alcuni istanti, Tenten rifletté in silenzio su quale fosse il modo migliore per penetrare all’interno. Ad un tratto avvertì un urlo straziante provenire dal lato destro dell’edificio così, sempre muovendosi con la massima agilità e prudenza, andò a dare un occhiata.
Saltando abilmente dal ramo dell’albero al tetto della prigione, cominciò a correre lungo il muro di cinta così da raggiungere il punto dove aveva sentito gridare. Sotto di lei, una guardia stava passando proprio in quel momento con la torcia che emanava un vivido chiarore rossastro. Tenten si acquattò, attendendo il momento buono per colpire, l’altro non si accorse di nulla fino a che non sentì il rumore di qualcosa alle sue spalle.

- Chi va là? - fece, voltandosi di scatto.

Un istante più tardi, Tenten atterrò dietro di lui tramortendolo con un colpo alla base del collo. Costui crollò a terra, senza emettere un gemito, e lei afferrò la torcia per evitare che si spegnesse.

- E’ giusto voltarsi in direzione del rumore - esclamò sottovoce. - Ma occorre anche controllare che sopra di te non ci sia qualcuno in agguato!

Avvicinando la luce della torcia alle feritoie, Tenten cominciò a scorrerle una per una in cerca della cella che stava cercando. Le urla di dolore erano sempre più forti, segno che qualcuno stava soffrendo in modo terribile. Finalmente trovò il luogo dove avevano rinchiuso Naruto… ma non era assolutamente preparata allo spettacolo che le si parò davanti agli occhi: Naruto era incatenato alla parete, il torace nudo e pieno di ustioni, mentre il suo aguzzino continuava a passargli un lungo ferro arroventato su tutto il corpo; alle narici di Tenten giunse forte l’odore acre di carne bruciata.

- Strano - osservò Sasuke gelido. - Mi sembrava di averti detto che devi “supplicarmi” di smettere!
- Puoi… Puoi anche uccidermi - replicò Naruto con un filo di voce. - Ma la fiamma della libertà brucerà comunque, nel cuore di Konoha e in quello di tutti i suoi abitanti!
- Per il momento però, se non ti dispiace, comincerei col “bruciare” l’arroganza di questi tuoi insopportabili occhi…

Così dicendo, Sasuke avvicinò minacciosamente la punta arroventata verso gli occhi di Naruto il quale tremò al pensiero di ritrovarsela dentro.
Improvvisamente qualcosa scivolò lungo la feritoia sul pavimento della cella, non appena l’oggetto toccò terra, una nuvola di fumo avvolse completamente ogni cosa rendendo impossibile vedere ad un palmo dal naso. Lasciando cadere il ferro, Sasuke impugnò la spada e sferrò un colpo davanti a sé per trafiggere Naruto con un colpo secco… Quando il fumo cominciò a diradarsi, si accorse con disappunto che la katana si era conficcata nella parete e le catene pendevano vuote da quest’ultima.

- Non è possibile - fece Sasuke sorpreso. - Date subito l’allarme, presto!

Solo dopo aver lanciato quell’ordine però, si accorse che gli uomini alle sue spalle erano stati tramortiti con dei colpi ben assestati. Ruggendo di rabbia, l’Uchiha si lanciò fuori dalla cella con l’arma in pugno.

***

Naruto e la sua misteriosa soccorritrice vestita di nero stavano correndo lungo il corridoio onde raggiungere una via d’uscita. Impegnato com’era a scappare, il biondo non ebbe neppure il tempo di chiedersi chi ella fosse ma stava succedendo tutto troppo in fretta perché potesse connettere lucidamente.
Ad un tratto la ragazza si fermò di scatto, spingendosi contro la parete e suggerendogli con un cenno di fare altrettanto. Alcune guardie infatti giunsero di corsa da un corridoio adiacente, tirando dritto davanti a loro con il naso per aria. Non appena si furono allontanate, la fanciulla mascherata fece cenno a Naruto di proseguire.

 

- Via libera - esclamò.
- Ma tu… Tu chi sei, perché mi stai aiutando?
- Ora non è il momento per le spiegazioni - tagliò corto lei. - Vienimi dietro e non fare domande!

 

Senza discutere oltre, Naruto e la ragazza ripresero la loro fuga. Giunti alla scala che dava al piano superiore, si ritrovarono negli alloggi delle guardie; qui tuttavia dovettero fermarsi, poiché l’Uchiha aveva già diramato l’ordine di catturare il fuggitivo, e tutta la prigione era dunque al corrente dell’accaduto.

- Dannazione - mormorò lei.
- E adesso, da che parte andiamo?

Tenten dovette farsi venire in fretta una soluzione: le guardie avevano bloccato loro ogni uscita, l’unica era trovare un’altra via di fuga.

- Tappati la bocca e il naso, svelto - esclamò lei, rivolta a Naruto.
- Ma…
- Non discutere, fallo e basta!

In quel momento le guardie li avvistarono.

- Eccolo, l’abbiamo trovato!

Tenten fece scivolare nelle mani due kunai affilati, con due sottili pergamene attaccate alle estremità, e un attimo dopo li scagliò nelle direzioni opposte contro i nemici che gli stavano venendo incontro. Entrambe le pergamene esplosero con un boato assordante, sollevando un’enorme nuvola di polvere e costringendo i soldati a tossire violentemente. Quando questi riaprirono gli occhi, la misteriosa ninja e il prigioniero erano scomparsi.

- Ma… dove sono andati ?!?

***

Naruto non riusciva ancora a credere a ciò che era successo. Subito dopo l’esplosione, la ragazza aveva scagliato una piccola bomba sulla parete in alto creando così un piccolo varco; nello spazio di pochi istanti, dopo essere balzata all’esterno e gettata una corda a Naruto, sollevò quest’ultimo al sicuro sul tetto senza che le guardie si accorgessero di niente.

- Fin qui è stato abbastanza facile - esclamò lei. - Ora dobbiamo trovare un modo per scendere…
- Se preferite, posso aiutarvi io!

Entrambi si voltarono di scatto per ritrovarsi faccia a faccia con Sasuke in persona. Costui, la spada in pugno, sembrava deciso a non farseli scappare in alcun modo.

- Non so chi tu sia - disse l’Uchiha, rivolto alla fanciulla con la maschera. - Ma posso assicurarti che morirai molto rapidamente!
- Fermo Sasuke - urlò Naruto, facendosi avanti coraggiosamente. - Lei non c’entra, prenditela con me piuttosto…
- E sia allora, vuol dire che vi ucciderò entrambi!

Ciò detto, Sasuke sollevò la lama davanti a sé e si preparò a colpire. Tenten spinse via Naruto dalla sua traiettoria, ricevendo in pieno il colpo che era destinato a lui…

- No - gridò questi, vedendo la lama sporgere dal corpo della fanciulla senza che questa emettesse un lamento.

- Mh - sorrise Sasuke. - Che sciocca… Ma cosa ?!?

Sasuke si accorse con sorpresa di aver trafitto un piccolo ceppo di legno. Prima che potesse anche solo realizzare l’errore commesso, un movimento sopra la sua testa lo indusse a sollevare lo sguardo. La ragazza era sospesa in aria, con un sorriso trionfante sul volto mascherato, e dalle sue mani partirono innumerevoli stelle affilate. Sasuke provò istintivamente a deviare i proiettili con la katana: due di essi rimbalzarono sulla lama, un terzo lo ferì al braccio, un altro gli lacerò la veste del kimono… Dopo quell’attacco, veloce quanto inaspettato, l’Uchiha si ritrovò per la prima volta in vita sua costretto in ginocchio.

- Non è possibile - esclamò incredulo, mentre l’avversaria atterrò davanti a lui. - Battuto da una… una donna!
- Non da una donna - ribatté lei, sollevando una stella metallica con quattro punte. - Io sono un’arma, sottile e silenziosa, che vola nell’oscurità senza lasciare scampo… e tu sei solo un miserabile assassino!

Sasuke strinse l’elsa e si avventò su di lei con rabbia.

- Muori !!!

Lo shuriken sfrecciò rapidissimo, ferendolo al dorso della mano e facendogli cadere la spada. Sasuke gemette di dolore, tenendosi la ferita, tuttavia sollevò lo sguardo per incontrare quello della sua avversaria.

- Dimmi il tuo nome… Dimmelo!
- Sono la Signora degli Shuriken - rispose Tenten. - Così saprai come si chiama l’ombra della giustizia!

Senza aggiungere altro, la fanciulla fece esplodere un altro fumogeno ai piedi di Sasuke e si dileguò assieme a Naruto. Masticando amaro, per la sconfitta e l’umiliazione subita, l’urlo di rabbia di Sasuke si perse nella notte insieme al fumo.

 

( continua )

   
 
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