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Autore: ElizabethLovelace    11/03/2006    3 recensioni
I Malandrini rimasti e chi è ora al loro fianco dovranno fare i conti con i ricordi divertenti e tristi del passato... le loro vite torneranno a intrecciarsi per decidere cosa fare una volta per tutte di ciò che è stato. La chiave? Elizabeth Lovelace... sospesa fra un passato ed un presente che Harry &Co. trovano indecifrabili: chi è, da dove viene? Come può essere... ciò che è?
Inserita quasi esattamente nel 5° e 6° libro della rowling.
GRAZIE per seguirmi ancora così tanto, prometto che oltre alle revisioni dei primi capitoli posterò prestissimo anche i tre conclusivi!!! Ma GRAZIE
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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***RIVEDUTO E CORRETTO***



Fotografie , 18.


30.
Bessie si era svegliata urlando. Un urlo, perché un urlo? Non era stata lei, chi aveva gridato? Intorno tutto era buio: doveva concentrarsi, capire... cos'aveva appena visto? Un flash, una luce verde abbagliante e poi quel grido di dolore. Era il suo. Era il suo, per cosa, per chi? Non avevano attaccato lei, per una volta non aveva rivissuto il suo attacco, aveva visto qualcosa.
Poi, improvvisa come il risveglio, una fitta atroce. Lì, localizzata in quel solito, dannato posto... al centro della testa come un tentativo di renderla pazza, la sua cicatrice.
Un momento, io non ho una cicatrice sulla fronte.

Harry.

E allora era da lui, lui stava a chilometri di distanza e tuttavia prima di rendersene conto lei era lì, nella sua stanza e lo fissava svegliarsi dolorante a causa di quello che lei gli aveva appena proiettato nella testa.
Mi dispiace Harry, scusami. È stata colpa mia.
Cos'ho visto, cos'è che ho appena visto? Perché l'ho fatto vedere anche a lui senza rendermene conto?
"Bessie... era...?"
"Io... posso percepire -- insomma, c'è la mia pietra con tutti i ricordi, e -- beh, così è come se ci fosse la sua essenza dentro di me, no? E rimane un collegamento... così vivo quei momenti al suo interno."
"Ma allora può essere ancora... vivo?"
Chi, Harry? Cosa dici? Di chi stiamo parlando, di tuo padre? Forse di tuo padre.
Aveva scosso la testa, desolata. "Mi dispiace"

E poi Bessie si era svegliata davvero.

* * *


Fotografia 31: Sirius e Bessie si stanno fissando.

"Vattene di qui, Elizabeth." Sirius si tiene la testa fra le mani, i capelli gli vanno davanti agli occhi.
"Perché, Sirius? Di cosa stai parlando?” Cosa vuoi fare da solo?
Intorno è buio, è stretto come se fossero appostati da qualche parte. Sirius spia poco distante la figura sfacciata di Bellatrix, stanno per dare il via ad un attacco. E lei non capisce che lui deve stare solo, che lui è solo.
"Non è sicuro."
"Non lo è mai stato.” Non lo è mai stato, Sirius. “Qual è ora la differenza?" Ho scelto io di restare al tuo fianco.
“No.” Tu non capisci. Come potresti? "Io non sono sicuro. Quando ci sono io succedono sempre cose terribili, e non le posso controllare. Guarda... quello che ti ho sempre fatto. C’è Bellatrix, lo sai -- Sai cosa significa! Non voglio che tu mi stia vicino per quello che sta per succedere."
"Non -- aspetta! Non farmi questo, Sirius." E' una scelta mia. "Guarda... guarda gli altri! Siamo una squadra, siamo uniti! È questo che fa di noi l’Ordine della Fenice.” Non essere stupido.
Vattene Elizabeth, ti prego. Vattene. Non rendere tutto più difficile. "Non voglio una squadra."
"Beh, forse la voglio io” dice, e il tono così pacato è esattamente quello che Sirius intendeva per rendere tutto più difficile. “Forse io ho bisogno di te! Maledizione Sirius, per gli altri è tutto così semplice... perché tu -- riesci a gettarmi in un angolo di tanto in tanto come se t’impicciasse la mia sola presenza? Mi stai lasciando, è questo che fai?” Cazzo. “Mi lasci semplicemente in disparte?” Non voglio. “Perché lo fai Sirius, perché mi allontani?"
Sirius esita, le labbra ad annaspare alla ricerca delle parole. Cristo, Elizabeth. Non la guarda in faccia.
"Forse perché ti amo."

* * *


Fotografia 32: Un San Valentino a Hogwarts.

Sirius cerca vanamente di attraversare un corridoio. Finisce per appoggiarsi a qualunque forma più o meno regolare sporga dalle pareti -quadri o corrimani o teste- non sempre restandone illeso.
“Oh, Dio” mormora sconfortato. “È terribile.”
“Non dire così,” lo rimprovera Lupin, prendendolo per il gomito e cercando di tirarlo avanti.
"Come puoi... come puoi non capire, stupido Lunatico? Come puoi essere tanto insensibile al dolore, tanto... aargck!" Un rantolo, e finisce per poggiare la fronte contro il freddo metallo di un elmo. "Credo di avere la febbre. Forse sto morendo. E' così? Morirò e James non sarà con me per tenermi la mano?"
"Mi spezzerai il cuore così, Sirius,” borbotta pazientemente Lupin riprendendo a trascinarlo.
"Questo è impossibile. Tu non hai un cuore."
Lupin sospira di nuovo.
“GNAUGH,” tenta l’altro.
“Non fare il cane. Senti, perché non hai un appuntamento? Proprio tu non dovresti aver avuto problemi di questo tipo. Avresti dovuto uscire con una ragazza carina, distrarti..."
"Remus! Come puoi -- dirmi questo?" spalanca la bocca, scandalizzato "Va bene Peter, lui è un innocente bambolotto e si sta godendo il suo appuntamento e alla fine verrà incriminato per aver ucciso una ragazza di noia, ma -- tu! James Potter è morto per noi, capito? Morto. Era il nostro migliore amico e non tornerà mai più da noi, non sarà mai più lo stesso, traviato da Lily Evans... non si farà mai più... mordere le chiappe," conclude tragicamente.
Lupin sta per spazientirsi e rispondere qualcosa di poco garbato, poi però guarda Sirius appollaiato al suo braccio come un infermo e nota che il suo labbro inferiore sta tremando. Lascia perdere l'offesa, e spalanca la porta della sala comune ficcandolo dentro come un pacco.
Sirius si butta melodrammaticamente a terra, gambe e braccia spalancate contro il pavimento. Sospira come un condannato prima di lanciarsi in un’imitazione di Shakespeare che avrebbe fatto rabbrividire anche qualcuno meno shakespeariano del suo amico. Poi però, proprio sul "Lasciatemi perire qui, amici miei" sente Remus tossicchiare imbarazzato, allora alza di poco la testa e torcendo il collo si guarda intorno.
"Uhm, salve." A due metri da lui stanno -orrore- Elizabeth Lovelace e Ninfadora Tonks. Il resto della triade malefica.

"Uhm, salve" ripete, forse per guadagnare tempo. Loro lo fissano ostili, senza dimostrare l'intenzione di rispondere. Maledette. Il passo successivo sarà riguadagnare il perduto orgoglio, e quale metodo migliore con delle ragazze di... rispondere alla domanda che gli hanno posto? Oddio, domanda? Non l'ha sentita. Si è accorto troppo tardi che qualcuno stava muovendo le labbra, e adesso rimane lì impalato a fissarla come qualcuno troppo stupido per capire.
"Sirius..." mormora Remus per risvegliarlo da quello stato catatonico. Lei fa una smorfia.
"Scusa..." la voce gli esce rauca contro la sua volontà "Non è che potresti... ripetere?"
Tonks ridacchia. Bessie lo fissa muta per alcuni istanti, chiedendosi se ne valga davvero la pena. Ricordati che appartengono al fronte opposto, stupido. Non abbassare la guardia.
"Ho detto che è strano vederti qui il giorno di San Valentino... con un uomo, voglio dire," e mentre indica Remus a Sirius sembra quasi che le dispiaccia per l’amico perché deve stare lì a sopportare lui. La vita è rovescia, si sente come se l'avessero appeso per i piedi a qualche strano spuntone di roccia. D'altra parte, sono loro che non vanno bene. No. Deve ricordarsi di spiegarlo meglio a James.
"E tu allora?" Riprendi in mano la situazione, Sirius. Non farti mettere sotto da una ragazza. Non da un'amica della rossa. "Mi pare di non essere l'unico, qui, a crogiolarsi nel proprio dolore."
"Oh, non me ne parlare!" borbotta lei, torva "Io odio San Valentino!"
Questo riconduce immediatamente Sirius al pensiero di James perduto per sempre. "A chi lo dici!" si lamenta, e gli dà solo fastidio che la sua voce somigli un po' troppo ad un guaito.
"Non essere scemo Black, tu hai sempre festeggiato San Valentino!"
Sirius alza gli occhi a guardarla. E' strana, quella ragazza. Perché anche mentre ti dimostra il suo più profono disprezzo riesce a donarti insieme tutta la sua attenzione. Ad ogni modo, decisamente ora più che mai, non può perdere contro di lei. Probabilmente Remus sta leggendo tutto questo sulle sue mascelle e sul suo sguardo, perché lo sente sbuffare piano. "A San Valentino bisogna essere romantici," spiega "bisogna portare le ragazze in quei posti orribili tutti rosa e pieni di cuori e di trine, e bisogna essere... innamorati!" conclude con orripilata fierezza "Io non sono così!"
E adesso perché lei lo sta fissando con aria d'intensa disapprovazione? Perché diavolo... sbaglia se vuole San Valentino, sbaglia se non lo vuole... allora cosa diamine vuole, lei?
Tonks e Lupin incrociano gli sguardi, alzando gli occhi al cielo. Poi Lupin guarda Sirius con improvviso sospetto, e seguendo la linea delle sue mascelle e del suo sguardo capisce che è in arrivo uno di quei momenti catartici di Sirius che, per il suo bene, ha sempre desiderato che non vedessero troppe persone oltre a lui; gli viene in mente il giorno in cui ha sentito una canzone il cui ritornello diceva “I’m a big girl” ed era arrivato sconvolto a raccontare di come avesse sentito questa canzone in cui la cantante si diceva “I’m a pig girl”. Vorrebbe, forse, che lo ripetesse adesso. Un oscuro presagio gli comunica che sarebbe preferibile.
“Dooh deeh daaah, in fondo è tutto rosso come a Nataaal...”
Lupin lo guarda: c’è qualcosa di disturbato in Sirius, pensa. Ed è un peccato, perché con James fuori gioco lui poteva essere l’ultima speranza di avere intorno un sano di mente. Sirius-Sano-Di-Mente, ripete, e si rende conto in quell’istante dell’immensa miseria della sua situazione sociale, se Sirius Black diviene il suo unico appiglio di sanità mentale.
Dov’è Peter? Vorrebbe che ci fosse Peter. Almeno, lui qualche volta se non ha niente di brillante da dire sta zitto.
“Tutto questo rancore è disdicevole, Lovelace,” insiste Sirius. “Ti verrà qualcosa sulla faccia. Narcissa Black lo noterà e andrà a raccontarlo a tutti,” sorride radioso. Lei lo fissa cupa senza aprire bocca, allora lui ci riprova, caparbio.
“Rallegrati, qualcuno sta peggio di te.”
“Ah sì? E chi?”
Lui fa un mezzo inchino. “Io, per esempio,” e l’espressività di Bessie nell’alzare gli occhi al cielo è tale che Lupin vorrebbe alzarsi in piedi ed applaudirla per darle ragione. Lo farebbe, ma è sicuro che in qualche modo lo urterebbe per sbaglio e Sirius ruzzolerebbe a terra, e Sirius odia ruzzolare a terra se non è per scelta o perché è James a mandarcelo.
“Hai del cioccolato sulla faccia,” l’informa Bessie.
“Ah sì?” fa lui; si sfrega energicamente la faccia due o tre volte, poi bloccandosi di colpo assume un’espressione furba come una specie di cucciolo di cane con un grosso, grosso naso da stupido. “Scherzavi!” annuncia trionfante.
“Sì, scherzavo. Non è cioccolata, è lucidalabbra con dei brillantini.”
Sirius arrossisce, e Lupin è talmente sbalordito e impegnato a punirsi per non avere con sé la macchina fotografica per documentare Sirius che arrossisce che quasi non fa caso al fatto che neanche questo è vero.
Magari se ripeto lo scherzo per un numero sufficiente di volte ti si consumerà la faccia. “Mi fai venire voglia di perdere gli occhi.”
“Sarebbe un peccato Lovelace, poi come convinceresti il tuo fidanzato Ernie-Qualcosa-Tassorosso a tornare con te senza quelle ciglia?”
Stavolta è il colorito di Bessie che si accende, ma per la rabbia, e Sirius dentro di sé festeggia con burrobirra a fiumi per quel punto segnato. Un colpo dannatamente diretto al centro, pensa vittorioso.
Lupin gli dà una gomitata. “Non servirà a nulla,” biascica senza farsi sentire dalle ragazze. Poi si schiarisce la voce e Remus che si schiarisce la voce ha sempre un che di patetico, è come quando prova a mettersi in ghingheri per rendersi accettabile alla gente, e la parte malinconica è che avrebbe più di tutti loro messi insieme le caratteristiche per rendersi piacevole alla gente, ma non potrà mai -- mai esserlo davvero. È un lupo mannaro, Remus. I lupi mannari sono tendenzialmente poco condicevoli alla gente.
È un mondo ingiusto, pensa Sirius. È solo un particolare! Mondo del cazzo.
“Perdonatelo,” dice l’amico, e già Sirius sente scemare l’istintiva simpatia per la sua condizione. “O dimenticatelo. È un uomo tradito.”
Bessie alza le spalle -- la situazione sembra priva di vie d’uscita e invece Bessie alza meravigliosamente le spalle, scegliendo evidentemente la seconda opzione. Non che a Sirius faccia piacere, e in effetti dovrà fare a Remus giusto un paio di appuntini sulle cose da non dire alle ragazze su Sirius Black. Punto primo: Sirius non ha, non ha mai avuto e non avrà mai alcunché da farsi perdonare da un’esponente del sesso femminile, perché questo significherebbe appartenenza. Punto secondo: qualunque cosa succeda, qualunque cosa combini, qualunque quantità di pericoloso odio si riversi sulla sua persona, mai nessuna ragazza, per nessun motivo, dovrà essere incoraggiata a scordare Sirius Black. Non ci si può dimenticare di Sirius Black. Anche a costo di finire sui giornali come feroce assassino di passanti indifesi, Sirius Black sarà ricordato.

"Uaurgh!" commenta Sirius, e non vuole più prestarle attenzione. Si avvicina a Lupin che legge ed al fuoco che scoppietta, e guaisce di nuovo perché si è scottato il naso. Sente che Bessie ha fatto schioccare la lingua, chiaro segno di disprezzo, ma ancora il suo proposito è di non calcolarla. E' della fazione nemica. Sta con Lily Evans, la causa di tutti i suoi guai.
Poi però il suo orecchio allenato capta un sospiro della ragazza, e Tonks le mormora qualcosa per consolarla, e rapido come una saetta l'attraversa il pensiero che forse anche lei è tanto disperata per quell'appuntamento quanto lo è lui... e insomma torna a guardarla.
Tonks le accarezza i capelli, le fa scivolare una ciocca indisciplinata sul viso e a Sirius verrebbe voglia di scostargliela. Ha un'espressione talmente mogia e disarmante, ora! Sta mormorando qualcosa, vede le sue labbra formulare un "Lily" e poi un "Potter", e poi ancora un "terribile!" Senza rendersene conto la sta fissando di nuovo, mentre un importuno gomito si punta proprio sopra la pagina che Lupin sta leggendo.
"ACCIDENTI!" esclama quando lo spintone di Lupin lo fa piombare con lo stomaco sul bracciolo della poltrona. Bessie alza gli occhi a guardarlo.
"Non è una bella situazione, vero?" aggiunge allora in sua direzione.
“Se lo dici tu,” mormora la loquace ragazza. “Mai provata.”
"No, no!" Con foga si tira su, tornando ad impedire la lettura all'amico. "Intendevo questa cosa... di San Valentino sai, e -- e tutto il resto..." si sta incartando, lo sa. Lo sa benissimo, quindi non c'è bisogno che lei lo fissi come si farebbe con un enigma della natura! "L'appuntamento di quei due!" si decide a spiegare tutto d'un fiato. Remus cerca di mollargli una gomitata senza essere visto, ma in effetti ora Sirius è seduto sopra il suo braccio, quindi il tentativo non è credibile. Uno a zero per me, pensa Sirius.
"Non--" sembra che lei voglia svicolare, spalanca gli occhi; poi si arrende, abbassa lo sguardo verso le proprie ginocchia. "..Non me ne parlare..."
E' fatta. Ha trovato un'alleata. Romperanno quell'assurda, ridicola unione, lo sa, lo sente. Forse la Lovelace non è poi così insopportabile... insomma, almeno una cosa in comune l'hanno, no? I loro due amici sono pazzi, sono impazziti. Sarà una tregua, o qualcosa del genere. E anche se ai suoi successivi tentativi di conversazione sull'argomento lei si mostra fredda come prima, e anche se ad un certo punto in cui lui fa un commento sulla Evans lei lo guarda come se volesse cavargli gli occhi e ci mette ben tre minuti prima di rispondergli, possono diventare una squadra, no? E' strano, pensa Sirius. C'è una sintonia con quella ragazza.
Smette di leggere alle spalle di Remus, o quantomeno di fingere di farlo, e prima che lui possa fermarlo rotola giù dal bracciolo e poi lungo il tappeto fino a raggiungerla. Alzarsi, si sa, sarebbe costato troppa fatica a qualcuno schiantato dal dolore come lo è lui. Prima ancora di capire cosa stia facendo è lì che le parla di nuovo.
"Senti, Lovelace, ti va di uscire con me?"
Lei arretra di svariati centimentri con il capo, sull'onda della sorpresa. E' un buon segno, di solito quando colpisci così una ragazza significa che hai fatto centro, pensa Sirius. Sorride. Poi lei schiude le labbra. Belle labbra, pensa Sirius; morbide, ti fanno venire voglia di mordicchiarle. Bessie è arrossita lievemente.
"Nemmeno se fossi l'ultimo uomo rimasto sulla terra, Black!"

* * *


Fotografia 33: Emagus.

Il Ministro della Magia è a Hogwarts, e a Sirius sembra solo un'occasione più ghiotta per creare scompiglio. Anche James è dello stesso avviso, sebbene terrorizzato dalla possibile reazione di Lily Evans. Gazza sembra averlo intuito, li sta fissando da una decina di minuti senza mai sbattere le palpebre. Lupin invece è preoccupato, che ci fa il ministro lì? Sarà successo qualcosa?
La festa scorre via come un qualsiasi palliativo, Sirius e James si limitano a sollevare le gonne di alcune studentesse più giovani mentre Lupin finge di non vedere, poi si allontanano borbottando qualcosa di molto sospettoso su Piton. Remus è solo, si guarda intorno. Silente non sembra contento. Sotto le folte sopracciglia il suo sguardo è turbato, e continua a posarsi verso un gruppetto di Grifondoro... Lily Evans, Elizabeth Lovelace e Ninfadora Tonks. Poco dopo a quel gruppetto finisce per appartenere anche James Potter, incollato a Evans come un budino spappolato, e Remus si chiede vagamente dove possa essere finito Sirius.
"Ehm ehm" tossicchia il Ministro, e Silente si acciglia.
"Ehm," tossicchia nuovamente. Silente si scosta per lasciarlo parlare, garbatamente impone il silenzio ai suoi studenti.
"Oggi è un gran giorno." Ma perché gli uomini di governo non si risparmiano tutti questi giri di parole?, pensa Sirius, dall'altro lato della sala.
"Vorrei presentarvi... una persona, cari ragazzi." Fa un cenno... oddio, verso James? L'avrà sorpreso a combinare qualcosa? In effetti l'amico spalanca la bocca come se fosse stato colto sul più bello di -- ma no, è Elizabeth che si stacca dal muro, torva prende posto tra Silente ed il Ministro. Che significa tutto questo?
"Ho la gioia di comunicarvi... da molto spingevo per la sua presentazione ufficiale, ma il vostro stimato Preside, si sa, a volte protegge i suoi alunni come fossero pulcini, e invece -- è importante per tutta la comunità, capite!" Bessie sbuffa. Il Ministro sembra imbarazzato sotto lo sguardo di disapprovazione di Silente, ma mantiene un sorriso allegro e complice. Non ci cascheremo mai, pensa Sirius.
"Ecco a voi la signorina Elizabeth Lovelace... Emagus di nascita."
Che cooosa? L'urlo si strozza in gola a Sirius. Ghaack!, dice. Hrumpf!, dice Remus dall'altra parte. Non sa bene cosa significasse, ma di sicuro era qualcosa di molto simile.

Quando Elizabeth viene caldamente invitata ad esibirsi da un Ministro altamente compiaciuto della sorpresa prodotta dal suo annuncio, nella sala il silenzio torna a proporsi spontaneamente. E' una voce melodiosa quella che sentono, come uno strumento musicale, come una magia. Bessie sembrava arrabbiata, ma ora tutto ciò che riescono a percepire è amore, è gioia, è bellezza. Un Emagus non può permettersi di esprimere sentimenti negativi, Remus ha sentito che alcuni sono stati anche incriminati per questo. Un Emagus non può nemmeno permettersi di schierarsi politicamente, l'eventuale candidato appoggiato ne risulterebbe ingiustamente premiato. Non sono solo io a nascondermi.
La canzone è bellissima. La voce di Elizabeth è bellissima. Elizabeth è bellissima. Complimenti, Sirius Black, un ottimo vocabolario! Poi però vede che intorno nessuno può dirsi più savio di lui, è l'effetto dell'emagus. Loro sono così. Muovono i sentimenti, li diffondono e te li tirano fuori e li espongono come se fossero ritratti troppo precisi. Sirius è a disagio.
Dopo che la canzone termina anche Bessie sembra a disagio: scende dal palco di corsa, senza rispondere agli applausi. Il Ministro solleva un sopracciglio ma non si lascia rabbuiare ed improvvisa un discorsetto mieloso sulla sua profonda soddisfazione e su quanto siano indispensabili gli Emagus per la felicità della gente.
Quando la rivede sta parlando con il Ministro, anche se sarebbe più corretto dire che sta attaccando il Ministro. La sua espressione è simile a quella di un piccolo Rottweiler, solo più carina, e a Sirius viene voglia di abbaiare per incoraggiarla. Non sa esattamente perché ce l’abbia con lui, ma chi ce l’ha con il potere riceverà sempre il suo sostegno incondizionato. E poi Silente è lì con loro e le tiene una mano sulla spalla. Sirius si avvicina.

"Non m'importa delle sue esigenze, Ministro! Non ho nessuna intenzione di rilasciare interviste per farle fare bella figura, proprio nessuna!"
"Ma... mia cara signorina..."
"Non insista, la prego, Ministro." Silente, la cui gentilezza vela una chiara fermezza d’intenti, interviene a difesa della sua studentessa. "L'ho pregata di non farlo, le ho spiegato che per il bene della ragazza sarebbe stato preferibile non rendere ancora pubblica la cosa, e lei non mi ha voluto stare a sentire. Ora però non le permetterò di abusare della sua condizione per lucidarsi meglio il cappello."
"Silente, io... grumpf! Voi non capite!"
"Ah, noi non capiamo?!" Bessie arrossisce di rabbia senza più riuscire a mantenere il tono di voce inalterato "Sirius si segna mentalmente di non dire mai a Bessie Tu non capisci. “Le dirò una cosa: lei mi ha appena resa una specie di idolo per tutte le persone che vede qui dentro... ho passato la vita a cercare di non sentirmi uno strumento di qualcuno, e adesso per tutti loro non sono altro che un maledetto oggetto!!! Volevo... essere Elizabeth Lovelace, ma lei mi ha trasformata in un soprammobile!” conclude amaramente. Sirius ripensa al giorno in cui l’ha chiamato foruncolo. Ecco perché. La voce le si incrina, infatti quando riprende il discorso è bassa, quasi un sussurro. “Non m'interessa un'accidente della sua politica!”"

Alcuni minuti più tardi, dopo averla cercata ovunque in seguito alla sua scenata e fuga dal Ministro, schiudendo piano la porta della sala di Grifondoro la trova: appallottolata come una bambina su di una poltrona rossa, Bessie è scossa dai singhiozzi.
Cosa può fare? Cosa puoi fare Sirius, vecchio mio? Vai lì, dille che non è solo un emagus, dille che è una ragazza e che è dannatamente carina, anche se spesso si rivela insopportabile, anche se è amica di Lily-Evans-che-si-è-portata-via-per-sempre-il-cervello-di-James, dille che canta bene ma questo non toglie che sappia inciampare ovunque quando prova ad essere severa.
...Sii serio, Sirius Black. Pensi davvero che lei starà lì ad ascoltarti? Pensi davvero che le importi di quello che hai da dirle, se ogni volta che ti vede arriccia le labbra in segno di disgusto neanche fossi Severus Piton? Come puoi anche solo immaginare qualcosa di diverso da uno schiaffo come reazione -- si alzerà e se ne andrà e tu non l'avrai aiutata per nulla e ti sentirai solo più stupido, con un segno rosso sulla faccia. Ci vuole un altro. Ci vuole qualcuno gentile, qualcuno che sappia parlarle con delicatezza e che lei non odi dal profondo del suo cuore. Qualcuno che ti viene voglia di avere accanto se stai male.
"Remus," esclama un minuto più tardi battendo la mano sulla spalla dell'amico. Gli indica la porta della sala comune mormorandogli qualcosa. Poi se ne va. Chissà, forse maltrattare Mocciosus non sarà così noioso come gli sembra in quel momento. In fondo è adatto ad uno come Sirius Black.

* * *


Fotografia 34: Tutta colpa di una spia.

"Non so dove sia!" ripete James, sconsolato. Tutto il dormitorio è all'erta per l'apparente scomparsa di Bessie, dopo che Lily le ha urlato di non volerla più vedere. "E' scappata dalla finestra, vi dico! Ho provato ad inseguirla--"
"...Ma hai scoperto che è dura correre coi pantaloni alle caviglie?", interviene Lily. Argh, colpito e affondato. Porca miseria Lily, quando capirai che è stato Piton a inventarsi tutto per invidia e io e Bessie non abbiamo fatto un bel niente?
Lui abbassa gli occhi desolatamente, senza forze di fronte alla ragazza; non riesce davvero a reagire al suo odio. "E così anche stavolta è colpa mia..." mormora. E ti pareva, pensa.
"Sì, Potter. E' colpa tua. E già che ci sei, tanto per rendere le cose meno ripetitive e complicate da capire, da adesso in poi inizia a considerare tutto quello che ci succede come colpa tua, d'accordo?"
Altera, sdegnosa, lo pianta lì a sentirsi nudo come un verme coi pantaloni abbassati.

* * *


Fotografia 35: Arruffarsi.

Bessie è in difficoltà, Lily lo vede. Si capisce subito quando Bessie trova difficile un compito, perché si tormenta i capelli continuamente, arruffandoli in modo incredibile; il livello di confusione della capigliatura si basa ovviamente sul grado di difficoltà della verifica, e quello doveva essere alto. Lily pensa che semplicemente il giorno prima avrebbe dovuto ripassare anziché inventare quel nuovo spargibolle con Ninfadora. Alla fine le lancia una gomma sulla testa, facendola esclamare. Bessie si volta di botto, imbufalita, e Lily le sorride.
“Dai, dimmi cosa ti serve sapere,” bisbiglia.
Al termine del compito Lily continua a ridacchiare. Bessie si rifiuta di chiederle a cosa si riferisca, ancora offesa per il colpo alla testa, ma Tonks non resiste: "Che hai, Lily? Perché sghignazzi da dieci minuti?"
"Oh beh, Tonks, pensavo... al nostro caro cespuglio..." le arruffa i capelli con tenerezza. Bessie le ringhia contro. "Sai Bes, se continui un altro po’ finirai per somigliare a James, così Sirius per una volta ti noterà e magari ti preferirà addirittura a lui!" Gli occhi le brillano per il divertimento e Tonks cerca vanamente di reprimere un moto di risa una prima volta.
"Sei un tesoro, Lily cara... ma in questo modo tu andresti in confusione e non sapresti più chi scegliere, e non farei mai una cosa del genere alla mia migliore amica!"
La replica, sullo stesso stile pungente d'ironia, è pronunciata tranquillamente. Ancora una volta Tonks ridacchia, prima di rendersi conto di aver compiuto l'irreparabile. Bessie e Lily possono dirsi qualunque offesa, combinarsi qualunque scherzo; basta, però, che si rendano conto di esporre le loro debolezze ad una terza persona, anche una inserita come lei, perché esploda la scintilla. In effetti Bessie borbotta a Lily qualcosa che Tonks non riesce a cogliere, ma le fiamme che si accendono negli occhi della ragazza bastano e avanzano a farle desiderare di non essere lì intorno nelle prossime ore.
Lily finge di nulla ma la domenica successiva Bessie si sveglia sentendo uno strano pizzicore al viso, e quando apre gli occhi si rende conto con orrore di una lunghissima barba bianca completa di baffi che le sono cresciuti addosso durante la notte. Appeso alla barba sta un bigliettino verde, con la scrittura asciutta di Lily.

"Per arruffarti con più efficacia. Ho pensato che se prendi spunto da Silente potresti riuscire a far innamorare anche la McGrannitt!!!"





  
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