Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Shatzy    28/06/2011    5 recensioni
"Di cosa sanno le labbra dei ragazzi?"
Cinque volte in cui Kurt non riesce a trovare alcun sapore sulle labbra di Blaine e una in cui ci riesce.
[Klaine]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: la canzone citata è "Non, je ne regrette rien" di Edith Piaf (tra l'altro fa parte della colonna sonora di Inception <3). Il sottofondo musicale francese durante i momenti di intimità è decisamente da Kurt, quella parte della 1x18 mi ha fatto morire :D
In questo capitolo c'è un riferimento alla fanfic "So, what about the future?" di RobyLupin, che consiglio di leggere <3
Spero questa storia continui a piacervi :)



4.

Le luci soffuse delle candele, i calici riempiti di vino rosso da cui era stato bevuto soltanto un sorso – i ventuno anni li avevano raggiunti da tempo, ma l’alcool ricordava loro troppe brutte sensazioni –, un mazzo di rose rosse che Kurt si era ostinato a voler comprare, e dei cioccolatini che Blaine si era ostinato a voler comprare. Ma le note delicate cantate in francese dalla melodica voce di Edith Piaf che uscivano dal lettore CD e si diffondevano nella stanza silenziosa erano la ciliegina sulla torta.
Kurt rilassò le spalle, lasciandosi sprofondare sul divano, e spostò la testa da un lato, permettendo a Blaine di baciarlo più facilmente sul collo. Gli passò le mani sulle braccia, accarezzandolo fino alle spalle in movimenti lenti e misurati, mentre intuiva le labbra dell’altro risalire dolcemente fino al suo mento. Avvertì un brivido quando percepì il respiro di Blaine sul suo orecchio, e gli strinse i capelli per tenerlo lì e avere qualche altra attenzione - come se gliene avesse mai fatte mancare.
C’est payé, balayé, oublié” mormorò Kurt, cantando sopra le parole della canzone con la sua voce chiara. “Je me fous du passé” sorrise.
Sentì Blaine sorridere contro la sua tempia, prima di tornare a guardarlo dritto negli occhi. Gli aveva poggiato la fronte contro la sua, facendo aderire meglio i loro corpi; sapeva che per Kurt quella vicinanza non era mai troppa, ormai aveva imparato le cose che gli piacevano di più –  e soprattutto il modo più veloce di fare pace.
“Non ti importa più del passato?” gli sussurrò, scendendo a baciargli piano uno zigomo e poi una guancia, mentre con la mano gli accarezzava i capelli. “Amo quando parli in francese, è talmente sexy”.
E lo sapeva, eccome se Kurt lo sapeva.
Si limitò però a sorridere, facendo scorrere una gamba contro quella di Blaine, lasciandosi sfuggire un sospiro quando l’altro gli baciò l’angolo della bocca. “Pensavo di essere sexy sempre” gli disse, beandosi del mugolio di assenso che l’altro aveva soffocato contro il suo collo. “Blaine, gradirei una risposta intelligibile”.
“Sei bellissimo” chiarì quindi, rialzandosi a guardarlo, non curandosi di quanto i suoi capelli ricci fossero spettinati. E nonostante tutto i suoi occhi non mentivano, per questo quando Kurt se ne accorse decise che poteva considerarlo perdonato – anche perché sarebbe stato difficile nascondergli di essere arrossito. “Sei bellissimo, Kurt, e non riesco a smettere di pensare che presto sarai…” ma si bloccò, mentre un pensiero gli increspava la pelle della fronte. “Perché quello era un , giusto? Intendo, quello di oggi pomeriggio al Lima Bean…”
L’altro roteò gli occhi e per quanto gli dispiacque si spostò, sciogliendosi dall’abbraccio e tornando seduto composto sul divano della sua stanza.
“Dove vai?” chiese preoccupato Blaine, sedendosi subito accanto a lui e prendendogli la mano. “Preferivo quello che stavamo facendo prima” gli fece sapere dolcemente, riavvicinandosi al suo viso.
Ma Kurt fu più veloce e si allontanò, fintamente scandalizzato. “Blaine! Ci sono mio padre e Carole al piano di sotto, non mi sembra il momento adatto per certe cose!”
L’altro sbuffò alzando gli occhi al cielo, in un modo così lontano dal suo comportamento sempre impeccabile ma così stranamente vicino al gesto che vedeva fare quotidianamente a Kurt. Evitò tuttavia di fargli notare che certe cose le aveva volute cominciare proprio lui come valido metodo per farsi perdonare l’uscita di quel pomeriggio.
Continuò a tenere la mano nella sua, stringendola leggermente, e alla fine gli disse con un sorriso smagliante: “E allora? Perdonato?”
Kurt sospirò in quel modo teatrale che amava tanto fare, per l’appunto, come a pensarci ancora un attimo anche se aveva preso una decisione ore prima. “Mi hai chiesto di sposarti così all’improvviso... In un bar. Ok, era il nostro bar, ma era sempre e comunque un- Blaine!”
“Mh?” domandò l’altro, riemergendo pigramente dal collo di Kurt. “Era un sì, vero?” evidenziò con un sorriso sornione.
“Mh. Domani comunque torniamo a New York, dovremmo finire di preparare le valigie” disse con fare pratico, solo per togliersi certe idee dalla testa ed evitare di arrossire più di quanto già non fosse, ignorando con difficoltà i fiori, i cioccolatini, i calici di vino e la musica che ancora faceva loro da sottofondo.
“Possiamo farlo dopo” decise per lui, passando un braccio attorno alla vita di Kurt e attirandolo a sé. “E per dopo intendo domani” precisò, spingendolo di nuovo sui cuscini del divano e riprendendo a baciarlo da dove si era fermato.
“Immagino…” rispose divertito, lasciandosi andare a tutte quelle dolci coccole. Il suo ragazzo - e da quel pomeriggio futuro marito - era davvero bravo in questo. Futuro marito… suonava proprio bene, si disse, ridendo compiaciuto tra sé e sé. “Però devi smetterla, la prossima volta cosa farai? Mi dirai di aspettare un bambino mentre bevi tranquillamente il tuo caffè al Lima Bean?”
Blaine si limitò a mordergli il collo, facendolo sussultare, sorpreso. “Troverò il modo di curare questo trauma da bar” gli disse, sussurrando al suo orecchio con quel suo tono profondo che faceva impazzire Kurt nel giro di un nanosecondo. “Anzi, credo di averlo già trovato…” e lasciò in sospeso la frase,  risalendo con le labbra fino al mento, sempre più vicino alla bocca, con lentezza esasperante, mentre con le dita gli accarezzava una guancia e l’altra mano scendeva sulla sua pancia e scivolava sul divano.
“E sarebbe…?” si ritrovò a chiedere, notando quanto la sua voce si fosse abbassata.
“Cioccolata” esultò, prendendo rapidamente un cioccolatino dal tavolino accanto a loro e infilandolo nella bocca aperta per lo stupore di Kurt.
Kurt, sì. Che rischiò di morire soffocato in quel momento. “Sei impazzito?” sbottò, tentando di sollevarsi. “Non la mangio questa roba!” finì con voce stridula.
L’altro si limitò a ridacchiare, soprattutto notando che quel cioccolatino il suo ragazzo lo aveva ingoiato senza fare troppe storie. Gli passò le dita sulle labbra, guardandolo poi seriamente negli occhi azzurri, e Kurt si ritrovò senza fiato, di nuovo.
“Le tue dita sanno di cioccolato” pigolò, cercando un contatto maggiore con il corpo di Blaine, portando una mano alla sua nuca e avvicinandolo al suo viso.
Blaine gli baciò una guancia, indugiando più a lungo del dovuto sulla sua pelle delicata, chiudendo gli occhi e riaprendoli l’attimo dopo, per guardarlo di nuovo.
Non, rien de rien. Non, je ne regrette rien” cantò Kurt, sottovoce, sulle note finali della canzone, mentre l’altro ora gli baciava delicatamente il lato della bocca. Si ritrovò a fissarlo, perdendosi in quegli occhi scuri e innamorati che fin troppo spesso, anche dopo tutti quegli anni, gli facevano mancare un battito. “E comunque era un sì”.
E Kurt pensò che al mondo non poteva esistere nulla di più bello del suo ragazzo – futuro marito –  a pochi centimetri dal suo viso, che gli sorrideva in quel modo, e che lo amava in quel modo.
Poi Blaine si chinò quel poco che bastava per arrivare alla sua bocca. “Car ma vie, car mes joies, aujurd’hui ça commence avec toi” gli sussurrò prima di baciargli le labbra.
E capì che niente, niente, sarebbe mai stato più bello di quel bacio, anche se aveva ancora il sapore di cioccolato impastato nella sua bocca.





Traduzione:
C’est payé, balayé, oublié. Je me fous du passé
“E’ stato pagato, spazzato via, dimenticato, non mi importa del passato.”

Non, rien de rien. Non, je ne regrette rien
“No, niente di niente, non rimpiango niente”

Car ma vie, car mes joies, aujurd’hui ça commence avec toi
“Perché la mia vita, la mia gioia, oggi comincia con te”

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Shatzy