Ormai avevo preso la mia decisione e dovevo tornare nella mia vecchia casa, nella mia amata terra a prendere tutto quello che mi serviva per poi ripartire, non sarebbe stato un vero e proprio ritorno, sarei partita dopo un paio di giorni ma almeno avrei potuto rivedere la mia casa. Avevo già comunicato ad Alex e Vic la mia decisione, loro volevano che io restassi ma ero stata irremovibile, sarei partita. Dovevo sistemare le cose e poi sarei stata libera. Mancavano due giorni alla partenza e mi restava ben poco da fare, avevo sistemato ogni vestito che Vic mi aveva regalato nella valigia che mi aveva regato e me ne stavo in camera a riflettere su come avrei fatto ad arrivare in America. Come si giustifica una diciassettenne che viaggia sola senza passaporto? Quando Vic fece irruzione nella mia camera sorridendo e saltando come una pazza completa, mi tirò su dal letto di peso e iniziò a saltarmi intorno: “Ma che cavolo ti è successo Vic?” dissi esasperata e allo stesso tempo divertita dal suo comportamento. Non fu lei a rispondermi visto che era ancora impegnata a saltare come una pazza attorno a me mentre trillava felice ma fu Alex a rispondermi: “Le ho semplicemente proposto di accompagnarti a casa tua e poi di aiutarti ad arrivare in America e lei non mi ha risposto ed è schizzata su per le scale. Secondo me è impazzita” concluse sorridendo. Finalmente Vic si fermò e fece una smorfia ad Alex facendo una linguaccia poi si girò verso di me “Sono perfettamente sana di mente scemo! Leila ho una magnifica notizia: sono felicissima di annunciarti che partiamo con te” disse raggiante. Il viaggio fu anticipato, diedi il mio addio alla Toscana e prendemmo il treno per la terra del sole. Mia nonna chiamava così il paese in cui ero nata e cresciuta: la terra del sole. Era un bel nome ed era abbastanza azzeccato visto il caldo e l’onnipresenza del sole in quasi tutte le stagioni –inverno escluso. Il viaggio durò poco restammo giusto il tempo di prendere lo stretto necessario:vestiti, diario, un libro, soldi, alcuni oggetti e foto di famiglia che riposi in valigia. Partimmo il giorno dopo e prendendo quel treno presi consapevolezza di quello che mi lasciavo alle spalle. Guardavo i magnifici paesaggi della terra del sole che mi passavano accanto e vedevo scorrere le immagini della mia infanzia come se facessero parte di un film, ogni momento felice della mia infanzia era legato a quella terra. Mi resi conto che non lasciavo dietro di me solo i paesaggi di quella terra magnifica e millenaria, ma lasciavo un pezzo della mia vita. Capii che con la mia partenza chiudevo un intero capitolo della mia vita: quello in cui ero stata felice sapendo quello che ero, quello in cui non ero sola. Forse però, il mio capitolo felice era stato chiuso nel momento esatto in cui ero rimasta sola al mondo senza nessuno che si prendesse cura di me e che mi capisse al cento per cento. Ero sola e sarei dovuta crescere e diventare responsabile, dovevo cambiare. Dovevo cercare le mie radici e crescere in una terra sconosciuta, con delle persone sconosciute a farmi compagnia c’erano i miei ricordi e le persone che amavo restavano nel mio cuore.