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Autore: Shainareth    12/03/2006    2 recensioni
Dopo One Piece, la prospettiva del Piece Main riuscirà a riunire sotto lo stesso Jolly Roger la ciurma di Monkey D. Rufy, con una consistente aggiunta! Non si tratta solo di una storia avventurosa o d'amore, è più che altro un mix di umorismo, avventura e azione... ehm... sì, l'azione c'è, per quel poco che sono stata capace di fare... ç______ç Ma in verità, "Piece Main" racchiude un po' tutti i generi (eccetto il fantasy e il porno, credo! ^^'), quindi, come si suol dire, ce n'è per tutti i gusti! ^___-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Piece Main' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Capitolo CV – Onore, giustizia e libertà

 

Capitolo CV – Onore, giustizia e libertà

 

            Era passata quasi una settimana da quando le Merry avevano lasciato l’isola degli uomini. Da allora Bibi aveva cominciato a sorridere più del solito, prendendo spesso e volentieri ad ascoltare gli strambi discorsi di Rasko o quelli divertenti di Rufy e Keep, entrando così sempre più nelle simpatie di quest’ultimo e del giovane spilungone, ormai considerato la mascotte del gruppo. Avrebbe voluto che il tempo si fosse fermato lì, che Alabasta fosse ancora lontana…

Shu pareva essersi stranamente calmato, offrendo gentilezze ai propri compagni senza che queste venissero richieste, tanto che tutti cominciarono a sospettare avesse battuto la testa. Silk, invece, pur continuando a tormentarsi sulle parole che il giovane le aveva detto giorni addietro, si divertiva a stuzzicarlo nelle sue debolezze, fingendo di dar corda ai suoi sempre meno frequenti tentativi di abbordarla e lasciandolo poi con un palmo di naso. Una volta, Shu, l’aveva colta di sprovvista e fu per baciarla di sorpresa, fermandosi però in tempo per vederla quasi piangere.

“Eccola qua: la grande Roronoa non è altro che una bambina” aveva scherzato rendendole pan per focaccia.

Inutile dire che la ragazza non mancò di prenderlo a pugni, togliendogli la parola.

 

Erano tre giorni, ora, che non gli rivolgeva neanche uno sguardo.

Nami, giunta ormai al quinto mese di gravidanza, la richiamò a gran voce dalla cucina, e non appena la spadaccina varcò la soglia della stanza, le porse il giornale, indicandole un piccolo articolo col sorriso sulle labbra.

Silk lesse: Sota. Sota era venuto alle mani con il capitano dei Black Demons per lei. La notizia parlava di una rivalità amorosa, segno che chi aveva steso quel trafiletto non aveva capito granché della situazione, dalla quale il prode Wasi era uscito vincitore riuscendo così a riscattare l’onore della giovane Roronoa e inducendo Kidd alla ritirata.

Il volto della ragazza fu illuminato da un sorriso timido, dolce. “Sota…”

Istintivamente si portò la mano al ciondolo che le pendeva dal collo, e alla mente le tornò l’ultimo sguardo che il giovane le aveva rivolto, il suo corpo ricordò la calda sensazione dell’ultimo abbraccio.

«L’amore è una gran bella malattia, sai?» la voce di Nami la distolse da quello stato sognante. «E’ riuscito a mettere al tappeto persino Kidd»

«Sota è forte» rispose lei senza distogliere lo sguardo dal giornale.

«Quindi è vero: il Frutto che ha mangiato non gli ha donato solo la facoltà di comandare i venti…»

Silk fissò gli occhi a quelli della madre. «Non sono sicura che Rufy sia in grado di sconfiggerlo»

La donna, stupita, sorrise nuovamente. «So di essere di parte, oltre che invadente, ma… non ti pare il caso di prendere una decisione, a questo punto?» domandò ben sapendo che, senza che lei se ne rendesse minimamente conto, la ragazza aveva già donato il suo cuore al pirata di cui si parlava sul quotidiano.

            Sul galeone, frattanto, anche Naya aveva gli occhi puntati sul medesimo articolo: Sota e Kidd si erano dunque incrociati. L’autore del trafiletto, pura notiziola in pieno stile gossip, non si era sprecato più di tanto a scrivere su altri particolari del loro incontro, e ora lei si dannava al pensiero che, per bocca dell’uno o dell’altro, dal momento che Wasi aveva capito da lungo tempo che il capitano dei Black Demons e la giovane nipote di Hamel si conoscevano bene, fosse stato fatto il suo nome in quell’occasione: se Sota avesse parlato di lei a Kidd, quest’ultimo non ci avrebbe pensato due volte a far marcia indietro per riprenderla con sé…

 

            «Pare che abbiano intenzioni serie, stavolta…» mormorò re Cobra quando Chaka e Pell gli comunicarono la decisione del governo di stanziare marines su tutta l’area circostante il regno: neanche Alubarna ne sarebbe rimasta immune.

Alabasta era ormai tornata allo splendore di un tempo, pacifico regno del deserto e dalle rigogliose oasi. Le città erano rinate, Yuba compresa con grande gioia di Kosa che, davanti alla tomba del padre, morto sei anni prima, non mancava mai di ringraziarlo per quanto fatto per lui e per il loro paese.

«Come crede ci dovremmo comportare?»

Il sovrano, gli occhi puntati sul panoramico scenario che si offriva loro dall’alto delle mura del palazzo reale, si portò una mano al mento, e con fare pensieroso si lisciò la barba ormai canuta.

«Secondo quanto ci ha scritto la principessa nella sua lettera, dovrebbero essere qui fra meno di quattro settimane»

Rischioso… troppo. Bibi era stata un’incosciente a riprendere il mare con Rufy e i suoi compagni, mobilitando così tutte le forze dell’ordine a livello mondiale. Ma come poteva, un padre, rimproverare alla propria figlia quel che forse poteva essere l’ultimo disperato tentativo di raggiungere la propria felicità?

Il re chinò il capo con un sospiro. «Aspettiamo»

 

            «Smoker…» la voce della donna, divenuta frattanto sua compagna di vita, giunse ovattata alle sue orecchie, i pensieri persi chissà dove.

Erano ormai cinque giorni che avevano ormeggiato a Nanohana, ed i loro uomini non facevano altro che perquisire tutte le navi che attraccavano al porto.

«Ne sei sicuro?»

L’uomo aspirò una forte boccata dai due sigari che stringeva fra i denti. «Di’ loro che non diano più noie agli abitanti» rispose quindi con voce roca.

La spadaccina annuì e si diresse verso i loro uomini per comunicare la decisione presa.

Un’altra donna, più matura della prima, ma che ancora conservava quell’austera bellezza che faceva girare la testa a molti, fissava i due da lontano, lo guardo severo. «Sempre a trasgredire gli ordini, eh, Smoker?» mormorò fra sé, portandosi la sigaretta sottile alle labbra dipinte di rosso e dandone fuoco all’estremità senza filtro. Buttò il fumo fuori dai polmoni e poggiò i reni contro la cimasa a prua del suo vascello, le gambe diritte, i piedi incrociati, un braccio sotto ai seni, l’altro piegato al gomito per reggere la sigaretta a mezz’aria. «Che non vi salti in mente di seguire l’esempio di quei due scellerati» ordinò al suo sottoposto più prossimo. «Abbiamo ricevuto istruzioni precise, ed io, onestamente, ci tengo alla mia immacolata carriera» precisò gettando una nuova occhiata di dissenso ai due colleghi sul molo. “Attenti… mi hanno messo a vigilare su di voi proprio perché il governo non si fida del vostro spirito d’iniziativa. Ma io… non potrò coprirvi ancora per molto…”

 

            «Credi sia stato prudente scrivere a tuo padre?»

Bibi, intenta a sorseggiare la sua tazza di tè caldo, un vero toccasana dal momento che la temperatura andava abbassandosi precipitosamente, sorrise all’uomo che le aveva rivolto quella domanda. «Non c’è di che preoccuparsi» prese a spiegare. «Non ho messo il mittente sulla busta, e ho indirizzato la lettera ad un amico di Kosa, a scanso di errori»

Usop ammutolì. Erano seduti allo stesso tavolo da quasi un quarto d’ora, e tutto quello che era riuscito a chiedere alla bella Nefertari, era stato soltanto questo. In verità avrebbe voluto perdersi in chiacchiere come era solito fare, ma la questione Rufy lo invitava a tacere per timore di dire una parola di troppo.

«Quando arriveremo lì, troveremo un bel po’ di marines ad aspettarci…» mormorò Sanji portando altro tè in tavola e accomodandosi accanto alla principessa. «Speriamo solo che Rufy non metta in pericolo Bibi, con tutta questa storia…»

«Sono io che ho deciso di venire con voi» si accigliò la donna. «Me ne assumo ogni responsabilità»

 

            «Papà?» chiamò Keep stringendosi nelle spalle per il freddo, una sciarpa attorno al collo. «Tempo fa mi hanno detto che tu e Smoker, anche se nemici, siete in qualche modo in buoni rapporti… è vero?»

Il pirata di gomma abbassò lo sguardo su di lui e si soffermò a pensare un attimo su quella domanda. «Vedi… è una faccenda un po’ complicata,» prese a spiegare grattandosi il mento. «e a dirla tutta, non saprei cosa risponderti…» il che era vero.

«Ma pirati e marines non dovrebbero darsi battaglia?» chiese il ragazzo con un certo disappunto.

Rufy si accovacciò accanto a lui, lì sull’alto della coffa dove facevano da vedette. «Lo sai che esistono due tipi di pirati?» cominciò per poi scuotere immediatamente il capo. «No, sicuramente tua madre non te ne ha mai fatto cenno, vero?»

L’altro alzò le spalle. «Effettivamente, ogni qual volta cominciavo a chiederle della differenza fra pirati come lei o Bagy, e pirati come te…»

«A proposito» l’interruppe l’uomo, incuriosendosi e aggrottando la fronte. «Che fine ha fatto il nasone con cui stava tua madre?»

«Chi, Bagy? Ah, non ne ho idea… Ero molto piccolo quando lui e la mamma smisero di fare razzie insieme, probabilmente proprio in seguito alla mia nascita…» e nel dirlo, il ragazzo mise su un mezzo sorriso, amaro, e sospirò. «Altro motivo per cui non mi ha mai trattato con vero affetto…»

Rufy lo fissò in silenzio per qualche attimo: Keep somigliava sia ad Albida che a lui, non vi era alcun dubbio che fosse figlio loro; ma… dentro di sé, quel ragazzino dall’aria svampita era tutto suo padre.

«I morgania…» iniziò quest’ultimo spostando lo sguardo avanti a sé. «…sono pirati senza scrupoli che attaccano e derubano chiunque, uomini senza sogni, come tua madre. Noi peace main, invece, di sogni ne abbiamo da vendere, viviamo in libertà. Shanks è stato per lungo tempo il mio esempio: vive sotto la bandiera della libertà da decenni, e non si è mai pentito di nulla. Agisce secondo quanto gli detta il cuore»

«Come te…» commentò l’altro con orgoglio.

«…e come te» puntualizzò Rufy scompigliandogli i capelli perennemente spettinati.

«Ed è la stessa cosa per i membri della Marina, giusto?»

«Precisamente: ci sono marines vigliacchi e privi di senso dell’onore come quel bastardo che ha quasi ammazzato Silk, e marines, come Smoker e Tashigi, che, per quanto gli altri siano pirati o gente comune, si pongono sempre dalla parte della giustizia, anche a costo di mettersi contro il governo»

«E perché finora non sono mai stati puniti o tolti di mezzo? Non sono personaggi scomodi?»

«Altrochè se lo sono!» convenne con un sorriso, in barba a tutte le preoccupazioni dei suoi compagni. «Ma il governo cerca sempre di insabbiare tutto lasciando loro campo libero perché ha paura della posizione ambigua in cui si trovano: troppo vicini alla giustizia. Se io e Smoker dovessimo allearci per far fuori la corruzione dai vertici della Marina Militare, succederebbe il finimondo, e Smoker verrebbe accusato di alto tradimento dal governo»

«E allora perché il governo lo teme?»

«Perché sa troppe cose»

«Non farebbero prima ad eliminarlo?»

«No»

«Perché

«Hanno paura di me»

Keep sorrise: onore, giustizia e libertà, i valori più importanti per un pirata, per un peace main

 

            La temperatura si stava abbassando sempre più, segno che Snowy Island, dove Sota sperava di raggiungere Rufy e gli altri, era vicina. Il Sea-Eagle viaggiava spedito senza l’aiuto dei suoi poteri, il vento freddo e pungente che spirava nella giusta direzione; di lì a mezza giornata, almeno stando a quel che Rei andava dicendo, avrebbero potuto attraccare.

“Sarah…” era davvero la stessa persona di cui il giovane Wasi aveva sentito parlare poco tempo prima. Mai avrebbe immaginato di potersi imbattere in lei.

Abbassò lo sguardo al polsino di pelle nera che Silk gli aveva regalato prima che lui partisse. La sua Silk… Era perfettamente conscio di valere moltissimo per la bella spadaccina, che da solo era riuscito a rubare gran parte del suo cuore; tuttavia mai si era illuso di poter significare qualcosa di più nonostante Shukumaru -lo sapeva eccome, ma si guardava bene dall’ammetterlo per paura di nutrire ulteriori vaghe speranze- non costituisse alcun ostacolo fra loro: se Silk era davvero intelligente, e di questo ne era convinto, non si sarebbe lasciata abbindolare da chi non le prometteva amore sincero, cercando al contempo di ingannare anche se stesso…

 

 

 

 

-5!

Altri cinque capitoli e abbiamo finito! ^O^/ Dopo di che, mi toccherà mettermi seriamente all’opera con il sequel della ff, già iniziato da un po’, tra l’altro…

Ringrazio ancora Pepy (ti attizza il tipo? Oddio, spero continuerà a piacerti nel finale, anche se ci saranno divertenti novità nel sequel! Shu for president! XD) e Bluking (ma recensisci pure quanto vuoi, no problem! A me non può fare che piacere, te l’ho detto! ^^), oltre che tutti coloro che continuano imperterriti nella lettura! ^___^

Baci,

Shainareth J

 

  
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