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Autore: ethelincabbages    29/06/2011    5 recensioni
Lily Evans, la Foresta Proibita e un nobile cervo dell'Europa Occidentale. Un distinto suono di passi tra i rami la distrasse dai suoi pensieri, si voltò di scatto verso la provenienza del rumore. La presenza di un maestoso cervo dal pelo scuro la fece scattare immediatamente in piedi. L’animale, dalla sua posizione laterale, sembrava concentrato a guardarla poi, in un gesto che a Lily parve quasi familiare, scosse leggermente il muso.
Credette quasi di vederlo sorridere.

Questa one-shot ha partecipato al contest 'Dille che l'ami', indetto da Pocahontas@Effie sul Forum di EFP, classificandosi prima, e al 'Be a judge!Contest' di Payton e Fabi_, classificandosi nona.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Breathe my name

“James Potter!” Il tono indignato di Lily riecheggiò per il corridoio, perdendosi nel viavai confuso di un imprecisato numero di studenti al cambio d’ora. Il chiamato in causa finse di non aver sentito il gentile richiamo, dedicando tutta la sua attenzione alle strampalate idee di Peter sulla prossima partita di Quidditch contro i Corvonero. “Cosa credi di fare?”
 “Amore…” rivolgendo lo sguardo agli occhi infuocati della sua fidanzata, James ingoiò l’affettuoso appellativo; tirando fuori un sorriso da vero Grifondoro, le scoccò un sonoro bacio sulla guancia. “Uhm, andare agli allenamenti?”
“Evans, ci era parso di sentire i tuoi toni soavi…” ironizzò Sirius. Sorprendendo Lily da dietro, sganciò di colpo la piccola pinzetta a forma di farfalla che le teneva la frangia a posto. “Carina!” Esclamò, giocherellando con la farfalla.
“Cresci mai, Black?” domandò Lily, senza rivolgergli altra attenzione; il compito di incenerire James con lo sguardo le occupava troppe energie.
Sirius sembrò rifletterci un po’, lanciò un’occhiata a Peter, una a Remus che se ne stava di lato ad osservare la scena, e infine intercettò gli occhi di James: “Naah!” biascicò sogghignando.
Persino Lily dovette cedere all’istinto di increspare leggermene le labbra in un sorriso abbozzato. James ne approfittò per lanciarle un bacetto innocuo e spiegarle “Mi dispiace, parliamo dopo. Promesso.”

--

Devo mostrarti una cosa. Incontriamoci al solito posto dopo gli allenamenti.
James

 
Lily continuava a osservare il biglietto incriminato. Era per questo stupido foglietto volante che quel sabato avrebbe dovuto passarlo a lucidare le coppe della Sala dei Trofei con James e Gazza. E come sempre, era colpa di quel poltrone del suo fidanzato: la professoressa McGranitt, singolarmente nervosa quella mattina, aveva colto il piccolo origami a metà strada, e punito immediatamente i due interlocutori. Lily era riuscita a farselo riconsegnare a fine lezione, dopo un paio di occhiate da cucciolotta pentita, che però non avevano convinto la professoressa a retrocedere sulla punizione.
Appoggiata al sempreverde preferito per le loro escursioni nella Foresta Proibita, a due passi dall’orto di Hagrid, Lily attendeva l’arrivo dell’oggetto che occupava gran parte dei suoi pensieri: James.
Ripercorse le pieghe del foglio, e si stupì a guardare la dolcezza del piccolo cigno che era riuscito a ricreare James. Si mordicchiò il labbro in un sorriso, misto di malinconia e incredulità, ricordando come nella propria bocca l’inflessione del suo nome fosse cambiata radicalmente. James, ancora pasticcione, orgoglioso, cocciuto, esageratamente megalomane, e malauguratamente Malandrino; James, divertente, attento, brillante, esageratamente dolce, e malauguratamente suo.
“E pure ritardatario” mormorò a se stessa, scuotendo la testa. Sarebbe sicuramente spuntato tra le zucche di Hagrid, tutto sudato nella sua divisa scarlatta, biascicando scuse su quanto fosse importante fermarsi al campo per fare altri due o tre tiri prima della partita contro i Corvonero. Determinato, e dedito alle sue passioni – ecco, due altri aggettivi da aggiungere alla lista.
Un distinto suono di passi tra i rami la distrasse dai suoi pensieri, si voltò di scatto verso la provenienza del rumore. La presenza di un maestoso cervo dal pelo scuro la fece scattare immediatamente in piedi. L’animale, dalla sua posizione laterale, sembrava concentrato a guardarla poi, in un gesto che a Lily parve quasi familiare, scosse leggermente il muso.
Credette quasi di vederlo sorridere.
Incapace di muoversi, rimase ad ammirare la grazia con cui quell’enorme animale le si avvicinava. Delicato, le posò il muso sul braccio, strofinandosi piano piano sulla manica della sua camicia. Sembrava quasi James nei suoi ‘momenti coccole’, e Lily d’istinto gli accarezzò il manto setoloso, lungo il collo e la testa.
E sorrise anche lei.
A questo punto, il cervo si scostò leggermente, con calma piegò le lunghe zampe, e si distese a terra. Alzò poi i suoi grandi occhi nocciola verso Lily, la stava forse invitando a sedersi accanto a lui? La ragazza evitò di discutere con la logica di un tale dubbio, l’istinto le diceva di fidarsi, quell’animale aveva qualcosa di magnetico e le ricordava tanto… James.
Scoppiò a ridere al solo pensiero. Quasi come fosse stupito, il cervo alzò leggermente lo sguardo, se fosse stato umano, Lily avrebbe facilmente riconosciuto un’alzata di sopracciglia. Ma i cervi non alzano le sopracciglia, o sì?
“Sai, mi ricordi tanto una persona” gli disse, quasi sicura che capisse il suo linguaggio. “Un testardo combinaguai ritardatario. Già,” bisbigliò, mentre gli accarezzava quel morbidissimo manto bruno “un combinaguai di cui ormai non posso più fare a meno.” Sospirò, cosciente di avere appena usato un cervo come confidente.
L’animale beandosi delle carezze di Lily assunse un’espressione apparentemente compiaciuta, e con delicatezza appoggiò la testa sul grembo della ragazza, che l’osservava sempre più stupita e ammirata.
“Anch’io non so più fare a meno di te.” La metamorfosi repentina in fattezze sempre più umane e familiari la lasciò talmente di stucco da concederle il tempo di sentire tale dichiarazione sorridente.
“James Potter! Cosa diamine… ?” Lo scostò bruscamente, sorpresa, confusa, spaventata. “Tu sei… un… un…”
“Animagus. Un nobile cervo dell’Europa Occidentale!” Tipico di James: trovare di che vantarsi anche in un tale frangente.
“E cosa aspettavi a dirmelo?”
“E cosa ho appena fatto?”
Dopo una lunga spiegazione, comprendente il piccolo problema peloso di Remus, un topo, un cane, tante notti in quella stessa foresta, e un paio di sguardi allibiti, terrorizzati, e poi quasi fieri e sorridenti, James riuscì a riguadagnarsi il posto che Ramoso aveva conquistato così facilmente.
“Lunastorta, Felpato, Codaliscia e Ramoso… adesso si spiegano tante cose.”
James sorrideva, appagato dal modo distratto e rilassante con cui la sua Lily gli stava accarezzando i riccioli scuri. Era lo stesso tocco soave che aveva dedicato a Ramoso. La ragazza si ritrovò a riflettere su quanto questa nuova notizia la influenzasse. Quei tre scalmanati erano riusciti a diventare Animagi senza l’ausilio di nessuno, per il solo bene di Remus. Era colpita dall’arditezza e dall’amore che si nascondeva dietro un tale gesto. Amore. Sì. L’amore di un amico devoto.
“Oh, James…” lasciò che il sospiro le scappasse tra le labbra delicatamente, mentre tornava a rivolgere lo sguardo su quel bel viso da schiaffeggiare.
James in un balzo modificò le loro posizioni, sedendosi accanto a lei, e prendendole il viso tra le mani. “Dillo ancora.” mormorò.
“Cosa?”
“Il mio nome. Dillo piano. Sussurralo dolcemente.” Lasciami sentire il tuo respiro sulla pelle.
Lily si allontanò quel tanto necessario per riuscire a guardarlo negli occhi. C’era qualcosa di particolare, qualcosa di diverso nei suoi occhi: una nuova consapevolezza.
“James” sorrise nel ripeterlo, quietamente, mentre gli sfiorava le labbra con un piccolo bacio. Dillo piano, piano, piano.
Tracciando una striscia di leggere carezze sulla guancia di lei, lui le lambì, sereno e felice, l’orecchio. “Ti amo.”
Un bisbiglio. Una promessa.

 


NdA: Ciao a tutti! :D Breathe my name, vi piace? Vuol dire ‘respira il mio nome’, ma immagino l’abbiate capito a questo punto. Questa cosettina fluffosa qua ha partecipato al ‘Dille che l’ami’ Contest indetto da Pochaontas@Effie (EffieSamadhi) sul Forum di EFP (http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9668895), classificandosi prima (yeah!) e al ‘Be a Judge!Contest’ indetto da Payton e Fabi_ sempre sul Forum di EFP (http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9709585&p=18), classificandosi nona (yeah! Anche qui perché ho ricevuto dei giudizi precisi, attenti e onesti).
Non posto i giudizi perché sarebbe una cosa lunghissima, però i curiosoni possono andare a sbirciarli sui link.
L’idea è nata combinando le due tracce dei contest: uno mi chiedeva di parlare di Animagi, l’altro mi chiedeva di far ‘dichiarare’ James Potter (utilizzando una citazione da Iris di Biagio Antonacci). Di fatto, la trama si basa sul cliché del nome di James urlato perennemente da Lily, cercando di capovolgerlo.
Le frasi finali in corsivo – cosa che non ho detto a nessuno dei giudici dei contest perché un po’ mi vergogno, ma a questo punto è ridicolo vergognarsene – sono tratte da una mia vecchia poesia, che in qualche modo ricordava la citazione di Antonacci che dovevo utilizzare (“Il mio nome, dillo piano, lo vorrei sentire sussurrare adesso che ti sono vicino.”).
Spero lo zucchero non sia troppo, mi auguro vi sia piaciuta e, anche se non vi è piaciuta, spero abbiate voglia di condividere la vostra opinione sul pezzo con me.

   
 
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