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Autore: misspepper    29/06/2011    2 recensioni
"Come se il boccino avesse letto i suoi pensieri, improvvisamente cambiò direzione scendendo vertiginosamente verso il basso.
- Albus, è troppo pericoloso. – disse Scorpius fermandosi a guardare.
Ma Albus era già sceso in picchiata verso il terreno di gioco.
Sugli spalti, tutti erano con il fiato sospeso: Harry si era alzato in piedi, così come Rose e Lily. Persino Julia non riusciva più a commentare.
- Mamma mia, se Albus sopravvive questa sarà una delle catture del boccino più emozionanti che Hogwarts possa ricordare. – esclamò Clark eccitato."
Dopo la Battaglia di Hogwarts, il mondo magico ha vissuto un lungo periodo di pace e prosperità nel segno della vittoria di Harry Potter su Lord Voldemort. Diciassette anni dopo, Albus Severus Potter e Rose Weasley approdano a Hogwarts, dove conosceranno Scorpius Malfoy, il tormentato figlio di Draco e Astoria, Julia Harris, timida ma coraggiosa purosangue e tanti altri nuovi amici.
Nonostante le antiche rivalità sembrino inizialmente prendere il sopravvento, durante il sesto anno misteriose forze oscure riapriranno i giochi.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La piccola Rose salutò mamma e papà Weasley un’ultima volta, stringendo a sé il baule fin troppo pesante per la sua fragile statura e fece un cenno alla famiglia Potter.
 

- Hai bisogno di aiuto con i bagagli, tesoro? – le chiese Ron vedendola in evidente difficoltà.
Rose sbuffò, togliendosi i capelli ramati dalla bocca e arricciò il naso.
- Me la cavo benissimo da sola, papà.
- Sei identica a tua madre. – sussurrò il signor Weasley rivolgendole un sorriso.
- Ron! – protestò Hermione guardandolo di traverso – Rosie – disse poi alla figlia – non appena hai bisogno di noi, manda un gufo. Ricordati di andare a trovare Hagrid, mi raccomando.
- Ma stai attenta a non mangiare le sue caramelle mou, sono peggio del cemento armato.
- Ron!
Mentre i coniugi Weasley bisticciavano su quanto fossero buone o meno le caramelle del guardiacaccia di Hogwarts, Rose sentì una mano sulla sua spalla.
- Andiamo, Rosie? Albus non vuole salire sul treno se non ci sei anche tu. – sghignazzò James Potter scimmiottando il fratello minore: indossava già la sua divisa di Hogwarts e teneva il petto in fuori, in modo che ognuno potesse vedere lo stemma di Grifondoro brillare sul suo mantello.
Rose salutò nuovamente Ron e Hermione, ormai immersi in una fitta discussione sull’educazione e sul cemento armato, e si diresse verso il suo cugino preferito.
- Ecco Rosie, Severino, adesso possiamo salire? – disse James con un ghigno.
- Non mi chiamare così! – sbottò Albus, con gli occhi verdi che brillavano dall’emozione.
Ormai il momento era giunto: lui e Rose sarebbero andati ad Hogwarts, sarebbero stati smistati in una delle quattro case e sarebbero diventati dei veri maghi.
- Guardate, c’è Victoire! – esclamò James diventando inspiegabilmente rosso.
La figlia di Bill Weasley e Fleur Delacour camminava con un passo svelto e leggiadro, i lunghi capelli biondi al vento e la pelle diafana che brillavano alla luce del sole, insieme allo stemma di Grifondoro appuntato sul petto. La sua bellezza radiosa faceva voltare tutti i presenti, che la ammiravano con silenzioso stupore e attrazione.
- Salve ragazzi! – salutò il trio con un sorriso splendente – Rosie, sei bellissima.
Nel frattempo James tentava di nascondersi dietro una manica della divisa di Albus.
- James Sirius Potter! – esclamò Victoire con fare minaccioso – Devi smetterla di ficcare il naso negli affari altrui, altrimenti la prossima volta ti lancio una fattura orcovolante!
Il ragazzino spuntò da dietro Albus e tirò fuori un sorriso sgangherato.
Rose si voltò un attimo verso la propria famiglia: il piccolo Hugo stava facendo impazzire la madre, mentre Harry Potter si era avvicinato a Ron insieme a Ginny e adesso stavano osservando con gli occhi lucidi l’espresso per Hogwarts, fonte di chissà quanti ricordi.
- Rosie, noi saliamo! – disse Albus afferrando baule e gufo e tentando di farli salire sul treno.
- Arrivo subito. – rispose Rose, lanciando un ultimo sguardo ai Weasley e ai Potter.
Poi tentò di sollevare la propria roba, ma questa era troppo pesante e cadde nel tentativo.
Fortunatamente, constatò, nessuno l’aveva vista. Si guardò intorno alla disperata ricerca di qualcuno che l’aiutasse, ma i suoi genitori erano spariti insieme ai suoi zii, Albus e James erano già saliti sul treno e di Victoire e zio Percy non vi era l’ombra.
Pensò di tirare fuori la bacchetta e fare un incantesimo, quando una voce alle sue spalle la fece trasalire.
- Ti serve una mano?
Rose si voltò di scatto e si trovò di fronte un ragazzo della sua stessa età, con i capelli biondo platino e gli occhi dello stesso colore del ghiaccio.
Con immenso orrore, la piccola Weasley riconobbe nel suo “salvatore” il giovane Scorpius Malfoy.
- Guarda che non ti mangio mica! Sto solo cercando di essere cortese. – borbottò Scorpius abbozzando un sorriso.
Rose sentì le guance avvampare, poi ricordò le parole del padre e l’antica rivalità esistente tra le loro famiglie. Guardò i suoi bagagli e, seppur a malincuore, si ritrovò costretta ad accettare l’aiuto.
- Sì, grazie, non ci riesco, è che… è tutto troppo pesante.
Scorpius sembrò studiare il baule e la civetta con un sorrisetto.
- L’avevo notato.
Era l’unico figlio di Draco Malfoy, eppure non sembrava arrogante come il padre; in pochissimo tempo aveva sistemato i bagagli di Rose sul treno, vicino ai suoi.
- Grazie. – borbottò la ragazza con gli occhi pieni di gratitudine.
- Di niente, comunque io mi chiamo Scorpius Malfoy, piacere di conoscerti. – mormorò Scorpius.
Rose era tentata di rispondergli con un ti conosco già, quando Albus e James ricomparvero magicamente accanto a lei, squadrando Malfoy con una faccia disgustata.
- Rosie, che ci fai qui con lui? – chiese Albus osservando stupito la cugina.
- Guarda un po’, il figlio di Draco Malfoy. – puntualizzò James mostrandogli pomposamente lo stemma di Grifondoro – Credo che lo scompartimento dei Serpeverde sia in fondo.
Scorpius sembrava sul punto di rispondere, ma rimase quieto e silenzioso.
- Stai alla larga da nostra cugina, Scorpius – continuò James con fare da spaccone – è una Weasley.
- Lo avevo intuito – rispose pacatamente Malfoy – dal fatto che si fa vedere in giro con voi. Purtroppo i parenti non si possono scegliere, lo so per esperienza.
James tirò immediatamente fuori la bacchetta e Albus fece lo stesso, imitando il fratello maggiore.
- No! – gridò Rose, mettendosi in mezzo – Non c’è bisogno di litigare! E per quanto mi riguarda – aggiunse rivolgendosi a Scorpius, con le labbra arricciate – i parenti non si potranno scegliere, ma gli amici sì. E loro sono anche miei amici. Arrivederci, Scorpius Malfoy.
Il trio si allontanò, lasciando solo Scorpius in mezzo al corridoio.
- Rosie, parlare con un Malfoy! Zio Ron sarà felice di saperlo. – la ammonì James.
- Ah, stai zitto tu! Mi ha aiutato con i bagagli a differenza vostra.
- Ti abbiamo persa di vista – spiegò Albus – e poi ti abbiamo ritrovata con Scorpius.
- Chissà cosa ha in mente quello là! – esclamò James, facendo arrossire la cugina.
Dopo aver messo più metri di distanza possibili tra loro e Malfoy, James si infilò in uno scompartimento dove si trovavano gli amici del suo anno e lasciò Albus e Rose soli.
- Me lo dovevo aspettare da mio fratello – borbottò Albus aprendo uno scompartimento vuoto e sedendosi vicino al finestrino. Rose si mise sul lato opposto, con il viso rivolto alla banchina del binario 9 e ¾.
Chissà se avrebbe incontrato Scorpius di nuovo.
 
Albus stava sonnecchiando con la fronte schiacciata sul finestrino.
Il viaggio sembrava veramente non finire più, tanto che persino Rose si era addormentata.
Il figlio di Harry Potter stava sognando sul treno per Hogwarts, e sognava cose terribili: fiotti di luce verde uccidevano i suoi cari, mentre una risata agghiacciante riempiva l’aria, riempiva la sua testa e si impossessava lentamente di lui.
Albus gridò con tutte le sue forze, svegliandosi di botto.
Rose saltò sul proprio posto, ma prima che qualcuno potesse dire qualcosa, la porta dello scompartimento fu aperta rumorosamente.
- Tutto bene, ragazzi? – esclamò Fred Weasley, con la bacchetta alzata e seguito da sua sorella Roxanne. Nessuno dei due indossava la divisa di Hogwarts.
- Ehm, sì. – bofonchiò Albus, ancora scosso dal sogno.
- Perfetto, temevamo di aver nascosto da queste parti i nostri… chiamiamoli esperimenti – spiegò Roxanne fieramente – e che le vostre urla fossero il segno che funzionano perfettamente.
- Dovreste smetterla di inventare diavolerie e spaventare a morte tutti! – sbottò Rose.
- Rosie, lo sai che tuo zio George è felicissimo quando portiamo al suo negozio nuovi scherzi.
- Che naturalmente gli facciamo pagare con giuste cifre. – puntualizzò Fred.
- Cifre belle tonde.
- E poi come dimenticare quella volta che tuo cugino James si è seduto sulla poltrona della Sala Comune che avevamo magicamente modificato.
- Strano che non abbia usato la sua maledetta scopa volante per scendere dal lampadario, quel piccolo sbruffoncello. Ma almeno non ha più tentato di rubare la nostra roba.
Albus li osservava a bocca aperta.
- Non ti preoccupare Al! – lo rassicurò Roxanne – Se non sei un ficcanaso come tuo fratello, le tue chiappette saranno al sicuro.
- Già, e magari non ti dovranno sradicare dal Platano Picchiatore. Ci vediamo a Hogwarts.
Non appena i fratelli furono usciti dallo scompartimento, Rose si lanciò su Albus.
- Al, che cosa hai visto stavolta? – chiese avida di informazioni.
- Niente, Rosie. Sul serio, sto benissimo. – rispose in modo poco convincente il cugino.
- Hai fatto un altro incubo?
- Ho detto che non è niente! – sbottò Albus nervosamente.
Rose stava per controbattere, quando la porta si spalancò nuovamente con un botto impressionante.
- Oops! Scusate, non volevo spaventarvi. – sussurrò una voce femminile.
- Scusatela, è un po’ sbadata. – disse un ragazzo che Albus riconobbe come Clark Harris, uno dei migliori amici di James insieme a Andy Finnigan.
- Rose, lui è Clark. Un amico di mio fratello. – lo presentò il giovane Potter.
- Felice di conoscerla, incantevole Weasley. – disse Harris prendendole la mano.
- Ovviamente, ti comporti come James. – notò Rose osservando lo stemma di Grifondoro.
La ragazza che aveva fatto sbattere la porta era rimasta sull’entrata, con lo sguardo fisso in terra e le orecchie rosse: aveva dei lunghi capelli scuri, la bocca rosa e gli occhi di un azzurro chiarissimo, che richiamava il colore del cielo fuori dal finestrino.
Albus allungò un po’ il collo per vederla meglio, ma lei si ritrasse timidamente.
Clark notò la curiosità del ragazzo e fece un sorrisetto.
- Al, questa è la mia sorellina. Si chiama Julia e questo è il suo primo anno a Hogwarts.
- Ciao, Julia! – esclamò Rose entusiasta.
La ragazza abbozzò un sorriso timido e tentò di uscire dallo scompartimento.
- Dove vai? – l’afferrò Clark con fare lesto – Da oggi voi sarete amici, vero?
Lo sguardo atterrito di Julia stava mettendo ansia persino ad Albus, che si alzò di scatto.
- Certo che saremo amici – rispose Rose lanciano un’occhiata strana al cugino – vero, Al?
Il ragazzo, che evidentemente si sentiva parecchio stupido, si limitò ad annuire.
- Eccellente! – esclamò Harris – Allora ve la lascio. Sapete, io e James dobbiamo fare uno scherzo al professor Paciock. Volevamo mettere delle mosche tostate nel suo caffè.
- Che trovata ingegnosa! – sospirò Rose con falso entusiasmo.
- Ci vediamo allo Smistamento! – li salutò Clark, fermandosi un attimo sull’uscio per fare l’occhiolino ad Albus, facendo arrossire sia questi che Julia.
- Beh – parlò inaspettatamente il piccolo Potter – io sono Albus e tu sei Julia. Piacere.
E le tese la mano.
Julia la osservò esitante qualche secondo, per poi stringerla con un sorriso enorme.
- Piacere di conoscerti, Albus.
 
 






Buonasera a tutti/e.
Questa è la mia prima fanfic riguardante la saga di Harry Potter.
Sebbene non abbia ancora in mente come si svolgerà precisamente la trama - e questo vuol dire che lo scopriremo insieme - volevo precisare che questo primo capitolo costituisce uno dei numerosi flashback che inserirò ogni tanto in mezzo alla storia, sia per spezzare il continuum narrativo sia per far luce su quello che è accaduto negli anni antecedenti al sesto.
Non vi chiedo altro che leggere - naturalmente - e magari farmi sapere se la storia sia di vostro gradimento.
Enjoy!

Cocorit
  
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