Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: misspepper    30/06/2011    3 recensioni
"Come se il boccino avesse letto i suoi pensieri, improvvisamente cambiò direzione scendendo vertiginosamente verso il basso.
- Albus, è troppo pericoloso. – disse Scorpius fermandosi a guardare.
Ma Albus era già sceso in picchiata verso il terreno di gioco.
Sugli spalti, tutti erano con il fiato sospeso: Harry si era alzato in piedi, così come Rose e Lily. Persino Julia non riusciva più a commentare.
- Mamma mia, se Albus sopravvive questa sarà una delle catture del boccino più emozionanti che Hogwarts possa ricordare. – esclamò Clark eccitato."
Dopo la Battaglia di Hogwarts, il mondo magico ha vissuto un lungo periodo di pace e prosperità nel segno della vittoria di Harry Potter su Lord Voldemort. Diciassette anni dopo, Albus Severus Potter e Rose Weasley approdano a Hogwarts, dove conosceranno Scorpius Malfoy, il tormentato figlio di Draco e Astoria, Julia Harris, timida ma coraggiosa purosangue e tanti altri nuovi amici.
Nonostante le antiche rivalità sembrino inizialmente prendere il sopravvento, durante il sesto anno misteriose forze oscure riapriranno i giochi.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Erano passati cinque anni da quell’assolata giornata in cui Albus aveva preso per la prima volta l’Espresso per Hogwarts insieme a Rose Weasley e Julia Harris.
Il trio si accingeva ormai a frequentare il sesto anno di scuola, mentre James era giunto al suo ultimo anno – anche se senza sapere precisamente il come.
Albus, Rose e Julia avevano stretto un forte legame tra di loro ed erano quasi inseparabili, come lo erano stati un tempo Harry, Ron e Hermione.
Il mattino del 1 settembre arrivò fin troppo presto per i loro gusti.
Albus e James stavano dormendo tranquillamente nella loro stanza – che avevano condiviso per tutto il mese di agosto, dato che i Potter avevano ospitato Teddy Lupin – quando qualcuno aprì improvvisamente le loro finestre, facendo entrare un getto di luce che colpì i loro visi assonnati.
- Mmm, mamma! Chiudi la luce! – biascicò Albus, senza alzare la testa dal cuscino.
- È la luce del sole, tesoro. È ora che vi alzate! – rispose dolcemente Ginny.
- E allora spegni il sole! – brontolò James, tentando di proteggersi dai luminosi raggi che entravano dalle finestre spalancate.
Harry entrò nella stanza – già perfettamente vestito e pronto per la partenza – e lanciò un’occhiata disperata ai propri figli.
- Non si alzeranno mai! – sbuffò con un tono di disperazione.
Ma Ginny non era tipo da demordere così presto: si posizionò di fronte ai letti dei fratelli Potter e, portandosi le mani sui fianchi, iniziò a squadrarli.
- Albus Severus Potter e James Sirius Potter – esclamò con tono severo – se non vi alzate entro dieci secondi, vi proibirò di tornare a Hogwarts!
- Non lo faresti mai. – farfugliò James convinto.
- Allora vuol dire che faremo sparire tutti i tuoi poster dei Falmouth Falcons. – rispose Harry, ben consapevole di aver toccato il punto debole del figlio.
James cambiò faccia. Si alzò in un batter d’occhio, spinse il fratello minore giù dal letto e iniziò a preparare la sua divisa di Hogwarts.
- Questo si chiama ricatto. – protestò Albus, tentando di domare i capelli ribelli.
Nel frattempo Lily era sbucata da dietro la porta: era diventata un’incantevole quattordicenne, con i capelli rossi e lisci che le incorniciavano il viso pallido e lentigginoso e gli occhi scuri, come quelli della madre. Indossava già la sua uniforme scolastica con lo stemma di Grifondoro ben lucidato ed in mostra.
- James e Albus sono i soliti pigroni. – notò con un sorrisetto stampato in faccia – Forse perché passano le loro notti a parlare di ragazze.
- Stai zitta, Lily! – gridò James stringendo i pugni.
- Ma dai, lo sanno tutti che hai una storia con quella Tassorosso, Theresa Ann.
Lily doveva aver fatto centro, perché il fratello maggiore era diventato improvvisamente tutto rosso e sembrava sul punto di scagliarle una maledizione.
Mise mano alla bacchetta, ma Harry fu più veloce.
- Niente magia contro tua sorella, James, anche se ora hai diciassette anni.
Il figlio sbuffò e si lasciò cadere nuovamente sul letto.
Dopo un bel po’ di tempo – e una colazione abbondante – la famiglia Potter era pronta a partire verso il binario 9 e ¾ .
 
La stazione di King’s Cross era affollata come non mai: uomini d’affari, vestiti di tutto punto, correvano da una parte all’altra, mescolandosi a turisti, pendolari e misteriosi personaggi corredati di baule e gufo.
Harry si fece spazio tra la folla, trascinando per un braccio Lily, e si fermò di fronte al muro tra i binari 9 e 10.
- Bene, ragazzi. Siamo arrivati! Sbrighiamoci, altrimenti farete tardi.
James scrutò la gente intorno, poi si lanciò a tutta velocità contro il pilastro.
E lo attraversò.
Per la settima volta nella sua vita aveva attraversato quel muro magico, e adesso si trovava a osservare una massa numerosa di maghi e streghe radunati a gruppi intorno al treno che avrebbe portato i loro figli a Hogwarts.
Sarebbe stata l’ultima volta che sarebbe salito su quell’espresso e, nonostante il carattere da sbruffone, i suoi occhi non poterono fare a meno di lucidarsi con lacrime.
- A me non ha mai fatto questo effetto. – sussurrò Harry, spuntando alle spalle del figlio. James trasalì e si soffiò il naso contro la veste.
- Nessun effetto! E poi tu non hai mai frequentato l’ultimo anno.
- Già – constatò Harry – dopo quella battaglia ho l’impressione di non essermi ancora riposato del tutto.
James sorrise. Suo padre, in ogni caso, sarebbe rimasto sempre il suo eroe più grande.
 
- Mamma! Papà! Dov’è Lily? – chiese Hugo alzando la voce, nel caso i genitori non avessero sentito le precedenti mille volte in cui aveva posto loro la domanda.
- Tesoro, ti ho detto che presto li vedremo. – rispose Hermione stancamente.
Il più piccolo della famiglia Weasley sapeva essere un vero tormento a volte.
- Ha ripreso tutto da me. – sussurrò fieramente Ron.
Hermione annuì: era proprio per questo che amava così tanto suo figlio.
- Mamma, eccoli! Al? Albus? – esclamò Rose.
Albus si voltò di scatto per vedere da dove provenisse la voce.
Rose gli si lanciò incontro, sfrecciando per tutta la banchina con il mantello e i capelli crespi che fluttuavano sferzando l’aria.
- Al! – gridò gettando le braccia al collo del cugino, che ricambiò l’abbraccio.
La famiglia Weasley raggiunse la famiglia Potter.
- Harry, da quanto tempo? – disse Ron abbracciando l’amico.
- Ronald, vi siete visti ieri. A lavoro. – precisò Hermione.
- Anni e anni che ci conosciamo, ed è sempre la stessa – mormorò Ron a Harry – ma è proprio per questo che non riesco a fare a meno di amarla.
Mentre le due famiglie si scambiavano calorosi saluti, nessuno sembrò notare la figura che dal profondo del binario li osservava con avido interesse.
Scorpius Malfoy non era stato accompagnato da nessuno al binario 9 e ¾ ; era solo, appoggiato al muro in un angolo buio della banchina, con gli occhi cerchiati di nero e i capelli biondi arruffati. Lo stemma di Serpeverde sul suo petto rifletteva bagliori verdastri alla luce del sole.
Evidentemente uno di quei riflessi arrivò all’occhio dei Potter.
- Ehi – disse James con aria spavalda – c’è Malfoy.
- Dove? – chiese Harry con interesse.
- Laggiù. – indicò Albus – Non mi fido di quello.
Ma Rose sembrava di tutt’altro parere.
- Rosie, non sarete ancora amici te e quello Scorpius? – domandò Ron con diffidenza.
Hermione li guardò entrambi con apprensione.
- Sì, papà. Non è come il padre. – si decise a rispondere Rose.
- Già, tranne quando ha tentato di schiantare tuo cugino. – precisò Albus.
- Cosa?! – esclamarono in coro Ron e Harry.
- È vero! – si affrettò a confermare James – Ma lo ho Disarmato prima che potesse solo aprire la bocca. – aggiunse con una certa spavalderia.
- Veramente, ti ha schiantato. Ha usato un incantesimo non verbale.
- Zitta, Rosie! Guardate, sta salendo sul treno.
Scorpius si stava muovendo lentamente verso il mezzo, che stava sbuffando rumorosamente, quasi a voler lasciare il prima possibile la stazione.
- Sarà meglio che andiamo anche noi. – disse Albus – Voglio trovarmi uno scompartimento nel quale non ci siano Malfoy, Zabini e Nott.
Ron lanciò uno sguardo eloquente a Harry: le compagnie non erano poi così cambiate alla loro vecchia scuola.
- Fate attenzione a non farvi schiantare. – li avvisò Hermione.
- Non fatevi male. – aggiunse Ginny con un certo timore.
Ma i loro figli non le stavano ormai ascoltando più.
Rose era già saltata sul treno alla ricerca di Scorpius, Albus stava cercando Julia, mentre James aveva trovato Theresa Ann e adesso stava tentando di non diventare rosso come un peperone di fronte ai genitori di lei.
Lily e Hugo si erano già trovati uno scompartimento e stavano discutendo su come, alla loro età, Harry avesse affrontato il Torneo Tremaghi.
Scorpius aveva quasi raggiunto il suo corridoio dei Serpeverde, quando una mano gli afferrò il braccio e lo trascinò dentro uno scompartimento.
- Ehi – urlò con sorpresa il ragazzo – Rose, smettila di tirarmi la manica!
- Tu – lo ammonì lei – perché hai schiantato mio cugino alla fine dell’anno scorso?
- Mi stava rompendo, diceva che non voleva che ti parlassi!
- E perché – lo interruppe Rose – non mi hai scritto durante queste vacanze?
Scorpius sembrò un attimo spiazzato dalla domanda.
- Si vede che l’ho preso alla lettera.
La ragazza lo squadrò male.
- Che diavolo ti è successo? – domandò notando il nero intorno agli occhi del ragazzo.
Scorpius non rispose, ma si limitò a fissarla.
- Che ti succede?
- Non sono affari tuoi! – sbottò Malfoy con insolenza.
Rose si morse il labbro e distolse lo sguardo: non capiva perché Scorpius si stesse comportando così con lei. L’unica Grifondoro che lo sopportasse.
Poi la risposta le balzò in mente con una rapidità impressionante.
- Stai ancora studiando quella roba? – chiese con voce tremolante.
- Che roba?
- Sai che roba! – sbottò Rose – Le arti oscure. Magia nera. Scorpius, ne avevamo già parlato! È magia pericolosa, malvagia. E cos’hai sul braccio? – domandò osservando disgustata quella che sembrava una grossa bruciatura.
- Niente! – si affrettò a dire Scorpius tentando di nascondere la mano sotto la veste, ma Rose fu più veloce e gliel’afferrò di scatto.
- O mio dio. – sospirò guardandolo l’avambraccio, sul quale faceva mostra un simbolo.
Ma non era un simbolo qualunque.
- Il marchio nero?! – sussurrò Rose senza fiato – Hai il marchio nero?
Scorpius non rispose.
L’aria intorno a loro diventò improvvisamente glaciale.
- Non possiamo più vederci. – prese atto Rose con freddezza, voltandosi.
- Rosie… - mormorò il ragazzo con tono supplichevole.
- Quello è il male, possibile che non lo capisci? Voldemort ha ucciso i nonni di Albus, James e Lily! Ha ucciso mio zio, Fred! E tu ti fregi del suo simbolo?
Rose era ormai in lacrime.
- Io non sono un ammiratore, Rosie – tentò di chiarire Scorpius – quanto una vittima.
- Voldemort è morto! – continuò a singhiozzare l’altra – Non tornerà mai più!
- Non posso spiegarti cosa sta succedendo. Forse è meglio se mi stai alla larga.
Scorpius aprì la porta dello scompartimento e la richiuse con violenza dietro di sé, lasciando Rose seduta, le mani sul volto bagnato e il cuore in tumulto.
 
- Ciao, Al. Non vedo l’ora di arrivare a Hogwarts!
Julia era cambiata veramente tanto dal primo incontro con Albus, cinque anni prima, sul medesimo treno: portava i capelli scuri raccolti in una coda alta e i suoi occhi erano di un grigiastro acquoso, come il cielo nuvoloso sopra le loro teste.
Si stava preparando una tempesta.
- I tuoi occhi continuano a cambiare colore. – notò Albus.
- Come il tempo, d’altronde. – asserì lei, volgendo lo sguardo alle nuvole.
I due entrarono nello scompartimento di Hugo e Lily e si misero comodi.
- Dov’è Rose? – chiese Julia.
- Pensavamo fosse con voi. – risposero Hugo e Lily in coro.
Albus non stava seguendo la discussione.
La sua mente era tornata ad un incubo che aveva fatto la notte precedente alla partenza: stava tornando. Lo aveva sentito, lo aveva percepito dal carico di paura presente nel sogno. Ma chi stava tornando? E soprattutto, cosa voleva da Albus?
Il treno si mosse. Presto i ragazzi sarebbero tornati a Hogwarts.
Non potevano prevedere che l’anno sarebbe stato molto meno tranquillo dei precedenti.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: misspepper