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Autore: Vals Fanwriter    30/06/2011    4 recensioni
Cercai di esaminarlo bene. L’arancio del fuoco faceva brillare ancora di più i suoi capelli dorati. I lineamenti del suo volto erano più belli, decorati da quel sorriso… Un sorriso che mi parve vero.
[Scorpius/Rose]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ad Amuto. Questo capitolo è tutto per te.

 

Can I have this dance?

 

 

.11 .

 

Un fiore dal niente,

che sconvolge impetuoso i tuoi piani

ed insieme l’idea del domani.

Alessandra Amoroso, Un fiore dal niente

 

            Strofinavo, strofinavo, strofinavo, conscia di avere degli occhi grigi addosso.

Maledetti! Glieli avrei volentieri cavati.

Okay, stavo diventando preoccupante.

Continuavo a strofinare, strofinare e ancora strofinare, e lui non era capace di fare altro che fissarmi. Non avevo affatto intenzione di cedere. Lo avrei ignorato, come sempre.

Aveva combinato quel tale pasticcio e solo Godric sapeva il perché fosse ancora vivo, o perché non avesse come minimo una delle due gambe rotte. Mi bastava anche un bernoccolo in testa, a dirla tutta. Ma, ahimè, appena lo avevo visto con quel sorriso stupido dipinto sulla faccia, onde evitare di sporcare la mia fedina penale, avevo distolto lo sguardo, lo avevo afferrato per una manica della giacca e trascinato su nello studio della McGranitt, nostra amorevole preside, nonché insegnante di Trasfigurazione. Stranamente lui non aveva protestato o altro, dopo quella specie di complimento che, a parer mio, era soltanto finalizzato a farmi saltare ulteriormente i nervi e, giunti al cospetto della suddetta amorevole donna, si era assunto tutte le sue responsabilità, annuendo e spiegando calmo il perché del nostro diverbio, come io l’avevo definito.

Il perché! Capite? Il perché!!

Non aveva omesso particolari!

Aveva raccontato del bacio! Del suo ridicolo corteggiamento!!

Dal canto suo, la professoressa lo aveva guardato, per un tempo interminabile, con le labbra strette e gli angoli delle stesse leggermente piegati in giù, senza lasciar trasparire molte emozioni.

Io avevo rischiato l’infarto, nell’ascoltarlo. Avevo gli occhi fuori dalle orbite.

“Le questioni della vostra vita privata dovreste tenerle fuori dagli affari scolastici”, aveva commentato quella clemente donna, mentre io mi ero ritrovata a deglutire un paio di volte. Sì, clemente, perché io al posto suo lo avrei avadakedavrizzato seduta stante. E invece era accaduto soltanto che ci eravamo ritrovati in punizione insieme, perché io avevo osato dire che mi sarei assunta tutte le mie responsabilità.

Per tutte le giarrettiere di Helena Corvonero, ma chi me l’aveva fatto fare?! Ero l’unica a sgobbare come Godric comandava, a ripulire il disastro che lui aveva combinato, col vestito nuovo, per giunta. Dopo quella storia, avrebbero dovuto rinchidermi al San Mungo, ne ero certa, nel reparto schizofrenia!

“Ti decidi a dire qualcosa?”, fece lui all’improvviso, mentre si rigirava uno straccio tra le mani, non smettendo di fissarmi neanche per un istante.

Come osava interrompere le mie macchinazioni per la sua prematura dipartita?

Scrollai la testa. Vedete? Mi aveva portato all’esasperazione.

“Cosa dovrei dire?”, domandai tranquilla, mentre il mio braccio si riposava dal pulire il pavimento e mi voltavo finalmente a guardarlo.

“Basterebbe anche un va’ al diavolo”, rispose, lasciando cadere lo straccio a terra. Improvvisamente somigliò come una goccia d’acqua alla McGranitt, con le labbra strette, intente a non lasciare uscire frasi troppo brusche, o forse era una smorfia dispiaciuta, mista ad una curiosa. Non lo sapevo. Non avevo capito le motivazioni del dispetto che mi aveva fatto, né tantomeno potevo capire le sue espressioni e cosa gli passasse per la testa.

“Okay”, dissi, dopo qualche minuto di pausa. “Va’ al diavolo”.

Inarcò un sopracciglio, stupito dalla mia reazione.

“Tutto qui?”.

Indossai una smorfia sarcastica.

“Ho detto ciò che volevi sentirti dire”.

Lui sorrise stavolta, camminò fino a giungermi vicino e si chinò sulle ginocchia, per guardarmi meglio in viso.

“Non credevo che, soltanto chiedendotelo, fossi stata disposta a fare quello che ti dicevo”.

Aprii la bocca per ribattere, ma fui interrotta. I suoi polpastrelli si poggiarono sulle mie labbra. Il sorriso gli era diventato troppo dolce, perché potessi evitare di arrossire.

“A saperlo, te l’avrei semplicemente chiesto”.

Si avvicinò di più, lasciando scivolare le sue dita sul mio mento.

“Cosa?”, domandai stupidamente in un sussurro, improvvisamente incantata dal suo tono e dai suoi occhi.

“Ti avrei detto: lasciati baciare, ti prego”.

Quella specie di richiesta scivolò sulla mia bocca, in un sospiro caldo, prima che qualcosa di più consistente, e morbido, e dolce mi accarezzasse le labbra, schiuse in un’espressione di stupore. La mano, che aveva abbandonato la mia bocca poco prima, chiese l’aiuto dell’altra per avvicinare di più il mio volto al suo.

Ti stava baciando e lo stavi baciando, Rose, senza propositi di vendetta o disgusto alcuno.

Non lo respingevi, anzi lo abbracciavi.

Ed era bello, spaventosamente bello baciare quelle labbra, vivere di quel sapore.

Ci staccammo dopo quasi cinque minuti.

Lui, l’espressione più allegra che gli avessi mai visto. Io altrettanto, suppongo.

“Visto che non era così terribile, Rose?”, mi sussurrò.

Il mio sorriso si allargò. Che Godric mi uccida con la sua spada, se mi venisse da dire che non ero felice.

Malfoy poggiò il suo naso sul mio, carezzandolo in un gesto affettuoso.

“Tu mi piaci, Rose. Mi piaci da sempre”, disse, come per ricordarmelo o per ribadire meglio il concetto che il giorno precedente non avevo voluto ascoltare, poi tentò di nuovo di baciarmi.

Inclinò la testa di lato.

“Aspetta!”, dissi, le sopracciglia aggrottate.

Non si scompose per quell’interruzione e bisbigliò pacato: “Dimmi”.

Se sperava di cavarsela con un bacio, poteva scordarselo. Rose Weasley era assurdamente innamorata di Scorpius Malfoy, ma non stupida.

“Se ne vorrai altri, dovrai prima sbrigarti a ripulire questo posto, Malfoy”.

La mia faccia ora risultava severa, anzi doveva risultare severa.

Lui rise.

Porca paletta, cominciavo ad adorare anche la sua risata.

“Agli ordini, principessina”, esclamò divertito, sciogliendo l’abbraccio in cui eravamo avvolti, poi si alzò in piedi e fece un mezzo inchino, prima di mettersi a lavorare, e seriamente, aggiungerei.

“Non credevo che, soltanto chiedendotelo, fossi stato disposto a fare quello che ti dicevo”, dissi, imitando la frase che mi aveva rivolto lui qualche minuto prima. “A saperlo, te l’avrei semplicemente chiesto”.

Lui mi sorrise di nuovo, profondamente interessato al gioco che veniva a crearsi.

“Cosa, Weasley?”, chiese, facendomi il verso, mentre mi alzavo dal pavimento, per poi avvicinarmi all’uscita della stanza.

Io ammiccai, mandandogli un bacio con una mano, ed aprii il portone della Sala Grande.

“Di sgobbare al posto mio”, risposi soddisfatta, lasciandogli scontare da solo il resto della punizione.

Scorpius, due. Rose, quattro.

FINE

 

 

Angolino dell’autrice

Okay, premessa: Scorpius ha due punti per i due baci che è riuscito a rubare a Rose. Rose ne ha due in più dal secondo capitolo, per lo schiaffo e per questa sola superba. *.*

Fine premessa.

Salve a tutti. *piange*

Benvenuti all’ultimo capitolo. *allaga la stanza*

Grazie per avermi fatto compagnia tra un capitolo e l’altro.  *singhiozza*

E grazie per le meravigliose recensioni. *afferra un fazzoletto bianco e saluta, agitandolo*

Spero che ci rileggeremo in qualche altra occasione. Ciao, guys!

Vale

 

   
 
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