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Autore: Psyker_    30/06/2011    2 recensioni
[Dal capitolo II]
“Sai perché non sono mai scappato prima d’ora?”
“... perché?”
“Per te”
“Cosa...?”
“Non volevo abbandonarti ma adesso che sei con me, niente mi tiene più legato a Kubara”
Il Luthus, quella stessa sostanza che un tempo aveva reso grandi i Maghi, adesso è il motivo della loro rovina. Valerian, l'unico superstite con poteri magici a questa nuova forma di energia presente ormai in tutto il mondo, si ritroverà costretto a intraprendere un viaggio per comprendere il proprio scopo da ultimo mago del Saar.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo di Saar'
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revisione 16

Una torre immensa superava gli alti monti delle Terre Aride ed una curiosa costruzione a forma di cupola ne proteggeva ogni entrata. La mancanza più totale di finestre lasciava presupporre la completa oscurità all’interno della struttura ma le molteplici sculture innalzate lungo gli angoli all’esterno erano chiaramente ben esposte alla luce del sole rivelando i loro tratti dettagliati. Quei visi incutevano un certo timore a Liz che poggiata comodamente ad uno degli alberi della nave, si godeva lo spettacolo senza dire una parola. Il viaggio era quasi giunto al termine ed un membro dell’equipaggio avvisò la strega che l’attracco sarebbe avvenuto tra pochi minuti.

“Era ora, se la materia prima che permette alla nave di andare un po’ più veloce fosse la vostra stupidità avremmo potuto fare il giro di Saar due volte e impiegare lo stesso tempo che abbiamo miseramente bruciato viaggiando da Horion a qui”
“C-Come ha detto?”
“Nulla, adesso fatti da parte, non voglio sporcarmi le mani con la spazzatura”

Con quelle parole poco carine nei confronti della guardia, la strega si diresse verso il ponte che l’avrebbe condotta sulla terra ferma, Ruphis era invece già sul posto e sbuffando non poté far altro che ripensare ai suoi amici dispersi chissà dove e ovviamente alla sua cara padrona, adesso posseduta dall’anima di una maga potente e misteriosa.

“Non pensare troppo Ruphis, guarda che non fa bene alla tua psiche già alquanto compromessa”
“Risparmiati queste battute a quando avremo rincontrato i nostri amici”
“NOSTRI amici? Guarda che a me non importa proprio nulla di loro, per quanto mi riguarda possono morire, te l’ho detto tante di quelle volte...”
“… Comunque sia, che cosa vuoi fare a Spell?”
“Non ci sei mai stato vero? Questa è la terra del sapere, non vi è nulla di esistente che non sia riportato qui”

I due scesero dalla nave ringraziando il capitano e voltandosi in direzione della torre si resero conto di come il grande stato del Magrand fosse totalmente avvolto da uno strano ed inquietante velo di mistero che sovrastando l’aria che erano adesso obbligati a respirare era come se si ponesse al di sopra di tutto il resto. Il sole splendeva alto nel cielo eppure quelle strade ornate da migliaia di rovine sembravano rimanere nel buio più profondo. Non vi era un’illuminazione diretta e salvo per una piccola parte della grande torre al centro di Spell, era come se tutto il resto di quel continente fosse inglobato nelle viscere dell’oscurità. Il draghetto si avvicinò svolazzando lentamente ad una delle grandi rocce presenti e sfiorandone la superficie provò a ricordare la triste storia della città dei maghi:

“Davanti a noi c’è la città che per tempo immemore ha ospitato i più grandi maghi del passato. Perché ti ostini a voler profanare delle rovine tanto sacre?”
“Profanare? Non dire sciocchezze Ruphis, coloro che hanno violato queste terre per primi sono i veri profanatori”
“Chi risiede adesso a Spell non è altro che un protettore di storie antiche e manufatti, come puoi dargli una colpa? Non dovremmo essere qui”
“Taci stupido drago! Se non vuoi seguirmi sei libero di andartene, io ho qualcosa da fare qui e non me ne andrò senza le informazioni che mi servono”

Liz balzò a quel punto in avanti scendendo un piccolo dirupo e a gran velocità si diresse verso l’antica città dei maghi. Ruphis rimase titubante ma considerando anche solo lontanamente l’idea di rimanere da solo in una terra come quella si decise a seguire ancora una volta la strega verso quell’ammasso di rovine.

“E’ incredibile come un’intera città possa essere caduta in questo modo, una città formata dai più temuti esseri del pianeta!”
“I maghi si sono estinti per la loro debolezza, non hanno voluto accettare ciò che stava accadendo”
“Che cosa vuoi dire?”
“Eheh, tu non capisci, come non ha ancora capito Valerian o lo stesso Javia”
“Di cosa parli?”
“Oh nulla che possa interessarti, adesso chiudi il becco e lascia parlare me con le guardie della città”
“… Non ti decidi a parlare eh?”

I due percossero velocemente le strade tortuose del Magrand e arrivando ad uno dei grandi cancelli della città attesero l’arrivo di una delle guardie che gli avrebbe consentito l’accesso.

“Siamo due visitatori venuti da lontano, desideriamo entrare nella biblioteca”

A rispondere fu una voce bassa e rauca di un vecchio incappucciato che scrutando gli stranieri attraverso una piccola finestra si accertò che la prassi fosse rispettata.

“Dovete riporre tutte le vostre armi nel contenitore di legno che vi passerò da sotto il cancello, dopodiché avrete accesso e due delle nostre guardie vi perquisiranno per accertarsi che non abbiate nascosto nulla di anche solo lontanamente pericoloso”
“Come siete precisi, comunque d’accordo”

La strega ripose un piccolo pugnale che teneva ben nascosto nello stivale destro mentre Ruphis dichiarò di non avere armi con sé.

“E’ tutto”
“Anche il fermacapelli per favore, è un oggetto acuminato e può essere considerato un’arma”
“Cosa? E’ un solo un fermacapelli!”
“Per favore, vi prego di collaborare o sarò costretto a chiamare le guardie per allontanarvi da Spell”
“Tsk, e sia... spero solo di ritrovare tutto al mio ritorno o solo il cielo rimarrà testimone di quello che vi succederà”
“Conserviamo gelosamente l’equipaggiamento dei nostri visitatori, non c’è alcun pericolo”

Liz scosse il capo ma non avendo altra scelta prese il fermacapelli con incastonata la gemma di Ebrion rosso e lo ripose delicatamente nel contenitore. La grande porta fu finalmente aperta e come annunciato due grossi uomini armati fino ai denti perquisirono i due viaggiatori.

“A quanto pare la regola del ‘consegna le armi’ vale solo per gli stranieri eh? Un tempo non era così a Spell!”

Quella della ragazza aveva tutta l’aria di essere una provocazione ma il vecchio sorrise e sospirando si preoccupò di rispondere in modo schietto e sincero:

“Effettivamente negli ultimi decenni si sono verificati degli incidenti spiacevoli a Spell e siamo stati costretti ad aumentare le nostre misure di sorveglianza. Ma cosa fa una giovane ragazza come te ad avere queste informazioni?”
“Ho più esperienza di quello che sembra, adesso abbiamo finito?”

I due uomini fecero un cenno al vecchio che scusandosi per il tempo perso si offrì di fare da guida ai nuovi arrivati.

“Preferiamo fare da soli, solo una cosa. La sezione dei maghi si trova sempre nell’ala Est?”
“Oh certo, ma sei già stata qui?”
“No ma ho avute delle conoscenze che mi hanno raccontato molto, ora se permette vorremmo proseguire”
“Certo, vi auguro una buona permanenza!”

La grossa cupola visibile dall’esterno non era altro che la vera e propria Spell, la ‘biblioteca del mondo’ come tutti la conoscevano, illuminata all’interno dal solo riflesso di diversi specchi sistemati in modo da sfruttare appieno la luce solare filtrante da un buco al centro della grande struttura. Da lì partiva l’altissima torre la cui cima si raccontava violasse il confine tra realtà e finzione. I presenti erano tutti studiosi provenienti dalle più disparate zone del mondo e guardie disseminate per tutta la biblioteca. L’importanza di quegli scritti era tale da far assumere a quel luogo un aspetto quasi sacro. Ruphis si guardava intorno incantato dal numero spropositato di libri e manoscritti ma visto il celere passo della strega fu costretto a rinunciare alla propria sete di conoscenza.

“Dove sei diretta?”
“Nella sezione dei maghi dovrebbe esserci qualcosa che parli degli Ebrion e della loro storia”
“Cerchi informazioni che possano portarti alla pietra nera, è così vero?”
“Può darsi”
“E se non trovassi quello che cerchi?”

La donna arrestò d’un tratto la sua l’avanzata e gettando un’occhiata terrificante al drago nano gli si rivolse con tono decisamente poco amichevole:

“Giuro che se fai un’altra domanda stasera mangerò un piatto a base di drago nano, e sai che non scherzo”
“Ok… la mia era semplice curiosità”
“E io te l’ho soddisfatta”

Dopo circa mezzora di cammino i due giunsero nella famigerata ‘Ala Est’, un luogo tempestato di rare pietre preziose il cui splendore ricordava l’ardore del fuoco stesso.

“E’ incredibile... che cosa sono?”
“Lhutus, allo stato solido. Direi anche in ottime condizioni”
“Qui non c’è qualche libro che parla del Luthus?”
“Certo, almeno l’ultima volta c’era”
“Sei già stata qui vero? Perché non hai detto la verità alla guardia?”
“Non ho mai mentito, eheh…”

Il draghetto scosse il capo come era ormai solito fare in quell’ultimo periodo e svolazzando si allontanò da Liz per cercare un qualche libro che parlasse in modo chiaro del Luthus.

“Lazarian, Laris, Lebias, Lhorat, … Lhutus! Vediamo un po’…”

La piccola creatura sfogliò il libro con le sue piccole zampe e con estrema cura ne lesse il contenuto.

“’Lavorare il Lhutus – Da minerale solido a liquido’, è incredibile come una sostanza del genere possa nascondere tanta ricchezza”

La strega si rivolse intanto al compagno e lanciandogli un manoscritto lo invitò a leggerne un passo a voce alta:

“Dicevi che non avrei trovato niente eh? Leggi il sesto rigo di pagina sessantaquattro”
“Recita: ‘la gemma di Ebrion nero è la pietra più preziosa di tutto il Saar essendo costituita dal 95% di Luthus puro’, questo cosa ha a che fare con il suo possibile ritrovamento?”
“Il resto te lo dico io, gli Ebrion erano perseguitati dai cacciatori della notte, un gruppo di guerrieri che si racconta fossero in continua ricerca delle pietre di questi rapaci per assorbirne l’incredibile potere che celavano al loro interno”
“Beh… e allora?”
“Io ero una di quei cacciatori, così come anche Javia, Danarius e... Naos Echel”
“Che cosa?!”
“Sono venuta fin qui per cercare informazioni riguardo il quinto cacciatore della notte, l’unico di cui non ho più sentito parlare nonostante i miei poteri, l’unico capace di nascondersi tanto a lungo da finire con l’essere dimenticato, l’unico… che può aver avuto la forza di rubare prima di me la pietra nera dal monte”
“N-Non posso davvero crederci”
“Per secoli abbiamo cacciato gli Ebrion ma quando riuscimmo finalmente a trovarne uno nero e d’oro insieme, Javia ci tradì per prendere possesso delle pietre più preziose senza dividerne i profitti. La battaglia fu devastante, Naos morì e Javia si dileguò prima di essere disintegrato come lei dalla potenza dei sacri rapaci. Non aveva calcolato la loro superiorità, da solo non ce l’avrebbe mai fatta. Fu la fine dei cacciatori della notte…”
“Ma Javia è in possesso di una gemma d’oro!”
“Sì, nello scontro eravamo riusciti ad abbattere l’Ebrion D’oro e quel bastardo si prese i meriti e le dovute ‘ricompense’. Comunque sia da quel giorno non vidi più né Javia, né Dan”
“Fino a qualche giorno fa...”
“Già, che coincidenza eh? Comunque sia ho trovato il quinto membro dei cacciatori della notte e ho motivo di credere che abbia lui la pietra nera”
“Perché non esistono più Ebrion neri?”
“Esistono e saprei anche dove trovarli ma se non ho mai neanche preso in considerazione l’ipotesi di incontrarli, ci sarà una ragione non credi? Eheh”
“Incredibile, quanto tempo è passato?”
“Non vuoi realmente saperlo, ora però muoviamoci, prenderemo una camera e passeremo la notte qui”
“Erano maghi anche loro?”
“’Anche’? Io non sono una maga!”

Qualche ora dopo, Ruphis si accucciò in una delle postazioni di lettura della grande biblioteca mentre Liz uscì all’esterno della cupola senza dire una parola. Il draghetto ripensò a quelle vicende, alle parole di Liz, a Valerian, Mera, Marian, Javia ed a tutto ciò che vi era all’esterno di quelle mura.

“Perché parlarne con me…? Che cosa ha davvero in mente Liz? Ho paura… Mera dove sei?”

 

 

Non lontano da lì nel frattempo, due fiamme nere si accesero in una distesa di desolazione e morte. Non emanavano calore, ma un gelido vento che lentamente cominciò ad espandersi per le Terre Aride.

“Mi ha trovato!”

  
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