Una torre immensa superava gli alti monti delle Terre Aride ed
una curiosa costruzione a forma di cupola ne proteggeva ogni entrata. La
mancanza più totale di finestre lasciava presupporre la completa oscurità
all’interno della struttura ma le molteplici sculture innalzate lungo gli
angoli all’esterno erano chiaramente ben esposte alla luce del sole rivelando i
loro tratti dettagliati. Quei visi incutevano un certo timore a Liz che
poggiata comodamente ad uno degli alberi della nave, si godeva lo spettacolo
senza dire una parola. Il viaggio era quasi giunto al termine ed un membro
dell’equipaggio avvisò la strega che l’attracco sarebbe avvenuto tra pochi
minuti.
“Era ora, se la materia prima che permette alla nave di andare
un po’ più veloce fosse la vostra stupidità avremmo potuto fare il giro di Saar
due volte e impiegare lo stesso tempo che abbiamo miseramente bruciato
viaggiando da Horion a qui”
“C-Come ha detto?”
“Nulla, adesso fatti da parte, non voglio sporcarmi le mani con la spazzatura”
Con quelle parole poco carine nei confronti della guardia, la
strega si diresse verso il ponte che l’avrebbe condotta sulla terra ferma,
Ruphis era invece già sul posto e sbuffando non poté far altro che ripensare ai
suoi amici dispersi chissà dove e ovviamente alla sua cara padrona, adesso
posseduta dall’anima di una maga potente e misteriosa.
“Non pensare troppo Ruphis, guarda che non fa bene alla tua
psiche già alquanto compromessa”
“Risparmiati queste battute a quando avremo rincontrato i nostri amici”
“NOSTRI amici? Guarda che a me non importa proprio nulla di loro, per quanto mi
riguarda possono morire, te l’ho detto tante di quelle volte...”
“… Comunque sia, che cosa vuoi fare a Spell?”
“Non ci sei mai stato vero? Questa è la terra del sapere, non vi è nulla di
esistente che non sia riportato qui”
I due scesero dalla nave ringraziando il capitano e voltandosi
in direzione della torre si resero conto di come il grande stato del Magrand
fosse totalmente avvolto da uno strano ed inquietante velo di mistero che sovrastando
l’aria che erano adesso obbligati a respirare era come se si ponesse al di
sopra di tutto il resto. Il sole splendeva alto nel cielo eppure quelle strade
ornate da migliaia di rovine sembravano rimanere nel buio più profondo. Non vi
era un’illuminazione diretta e salvo per una piccola parte della grande torre
al centro di Spell, era come se tutto il resto di quel continente fosse
inglobato nelle viscere dell’oscurità. Il draghetto si avvicinò svolazzando
lentamente ad una delle grandi rocce presenti e sfiorandone la superficie provò
a ricordare la triste storia della città dei maghi:
“Davanti a noi c’è la città che per tempo immemore ha ospitato
i più grandi maghi del passato. Perché ti ostini a voler profanare delle rovine
tanto sacre?”
“Profanare? Non dire sciocchezze Ruphis, coloro che hanno violato queste terre
per primi sono i veri profanatori”
“Chi risiede adesso a Spell non è altro che un protettore di storie antiche e
manufatti, come puoi dargli una colpa? Non dovremmo essere qui”
“Taci stupido drago! Se non vuoi seguirmi sei libero di andartene, io ho
qualcosa da fare qui e non me ne andrò senza le informazioni che mi servono”
Liz balzò a quel punto in avanti scendendo un piccolo dirupo e
a gran velocità si diresse verso l’antica città dei maghi. Ruphis rimase titubante
ma considerando anche solo lontanamente l’idea di rimanere da solo in una terra
come quella si decise a seguire ancora una volta la strega verso quell’ammasso
di rovine.
“E’ incredibile come un’intera città possa essere caduta in
questo modo, una città formata dai più temuti esseri del pianeta!”
“I maghi si sono estinti per la loro debolezza, non hanno voluto accettare ciò
che stava accadendo”
“Che cosa vuoi dire?”
“Eheh, tu non capisci, come non ha ancora capito Valerian o lo stesso Javia”
“Di cosa parli?”
“Oh nulla che possa interessarti, adesso chiudi il becco e lascia parlare me
con le guardie della città”
“… Non ti decidi a parlare eh?”
I due percossero velocemente le strade tortuose del Magrand e
arrivando ad uno dei grandi cancelli della città attesero l’arrivo di una delle
guardie che gli avrebbe consentito l’accesso.
“Siamo due visitatori venuti da lontano, desideriamo entrare
nella biblioteca”
A rispondere fu una voce bassa e rauca di un vecchio
incappucciato che scrutando gli stranieri attraverso una piccola finestra si
accertò che la prassi fosse rispettata.
“Dovete riporre tutte le vostre armi nel contenitore di legno
che vi passerò da sotto il cancello, dopodiché avrete accesso e due delle
nostre guardie vi perquisiranno per accertarsi che non abbiate nascosto nulla
di anche solo lontanamente pericoloso”
“Come siete precisi, comunque d’accordo”
La strega ripose un piccolo pugnale che teneva ben nascosto
nello stivale destro mentre Ruphis dichiarò di non avere armi con sé.
“E’ tutto”
“Anche il fermacapelli per favore, è un oggetto acuminato e può essere
considerato un’arma”
“Cosa? E’ un solo un fermacapelli!”
“Per favore, vi prego di collaborare o sarò costretto a chiamare le guardie per
allontanarvi da Spell”
“Tsk, e sia... spero solo di ritrovare tutto al mio ritorno o solo il cielo
rimarrà testimone di quello che vi succederà”
“Conserviamo gelosamente l’equipaggiamento dei nostri visitatori, non c’è alcun
pericolo”
Liz scosse il capo ma non avendo altra scelta prese il
fermacapelli con incastonata la gemma di Ebrion rosso e lo ripose delicatamente
nel contenitore. La grande porta fu finalmente aperta e come annunciato due
grossi uomini armati fino ai denti perquisirono i due viaggiatori.
“A quanto pare la regola del ‘consegna le armi’ vale solo per
gli stranieri eh? Un tempo non era così a Spell!”
Quella della ragazza aveva tutta l’aria di essere una
provocazione ma il vecchio sorrise e sospirando si preoccupò di rispondere in
modo schietto e sincero:
“Effettivamente negli ultimi decenni si sono verificati degli
incidenti spiacevoli a Spell e siamo stati costretti ad aumentare le nostre
misure di sorveglianza. Ma cosa fa una giovane ragazza come te ad avere queste
informazioni?”
“Ho più esperienza di quello che sembra, adesso abbiamo finito?”
I due uomini fecero un cenno al vecchio che scusandosi per il
tempo perso si offrì di fare da guida ai nuovi arrivati.
“Preferiamo fare da soli, solo una cosa. La sezione dei maghi
si trova sempre nell’ala Est?”
“Oh certo, ma sei già stata qui?”
“No ma ho avute delle conoscenze che mi hanno raccontato molto, ora se permette
vorremmo proseguire”
“Certo, vi auguro una buona permanenza!”
La grossa cupola visibile dall’esterno non era altro che la
vera e propria Spell, la ‘biblioteca del mondo’ come tutti la conoscevano,
illuminata all’interno dal solo riflesso di diversi specchi sistemati in modo
da sfruttare appieno la luce solare filtrante da un buco al centro della grande
struttura. Da lì partiva l’altissima torre la cui cima si raccontava violasse
il confine tra realtà e finzione. I presenti erano tutti studiosi provenienti
dalle più disparate zone del mondo e guardie disseminate per tutta la biblioteca.
L’importanza di quegli scritti era tale da far assumere a quel luogo un aspetto
quasi sacro. Ruphis si guardava intorno incantato dal numero spropositato di
libri e manoscritti ma visto il celere passo della strega fu costretto a
rinunciare alla propria sete di conoscenza.
“Dove sei diretta?”
“Nella sezione dei maghi dovrebbe esserci qualcosa che parli degli Ebrion e
della loro storia”
“Cerchi informazioni che possano portarti alla pietra nera, è così vero?”
“Può darsi”
“E se non trovassi quello che cerchi?”
La donna arrestò d’un tratto la sua l’avanzata e gettando
un’occhiata terrificante al drago nano gli si rivolse con tono decisamente poco
amichevole:
“Giuro che se fai un’altra domanda stasera mangerò un piatto a
base di drago nano, e sai che non scherzo”
“Ok… la mia era semplice curiosità”
“E io te l’ho soddisfatta”
Dopo circa mezzora di cammino i due giunsero nella famigerata
‘Ala Est’, un luogo tempestato di rare pietre preziose il cui splendore
ricordava l’ardore del fuoco stesso.
“E’ incredibile... che cosa sono?”
“Lhutus, allo stato solido. Direi anche in ottime condizioni”
“Qui non c’è qualche libro che parla del Luthus?”
“Certo, almeno l’ultima volta c’era”
“Sei già stata qui vero? Perché non hai detto la verità alla guardia?”
“Non ho mai mentito, eheh…”
Il draghetto scosse il capo come era ormai solito fare in
quell’ultimo periodo e svolazzando si allontanò da Liz per cercare un qualche
libro che parlasse in modo chiaro del Luthus.
“Lazarian, Laris, Lebias,
Lhorat, … Lhutus! Vediamo un po’…”
La piccola creatura sfogliò il libro con le sue piccole zampe
e con estrema cura ne lesse il contenuto.
“’Lavorare il Lhutus – Da minerale solido a liquido’, è
incredibile come una sostanza del genere possa nascondere tanta ricchezza”
La strega si rivolse intanto al compagno e lanciandogli un
manoscritto lo invitò a leggerne un passo a voce alta:
“Dicevi che non avrei trovato niente eh? Leggi il sesto rigo
di pagina sessantaquattro”
“Recita: ‘la gemma di Ebrion nero è la pietra più preziosa di tutto il Saar
essendo costituita dal 95% di Luthus puro’, questo cosa ha a che fare con il
suo possibile ritrovamento?”
“Il resto te lo dico io, gli Ebrion erano perseguitati dai cacciatori della notte, un gruppo di guerrieri che si racconta
fossero in continua ricerca delle pietre di questi rapaci per assorbirne
l’incredibile potere che celavano al loro interno”
“Beh… e allora?”
“Io ero una di quei cacciatori, così come anche Javia, Danarius e... Naos
Echel”
“Che cosa?!”
“Sono venuta fin qui per cercare informazioni riguardo il quinto cacciatore
della notte, l’unico di cui non ho più sentito parlare nonostante i miei poteri,
l’unico capace di nascondersi tanto a lungo da finire con l’essere dimenticato,
l’unico… che può aver avuto la forza di rubare prima di me la pietra nera dal
monte”
“N-Non posso davvero crederci”
“Per secoli abbiamo cacciato gli Ebrion ma quando riuscimmo finalmente a
trovarne uno nero e d’oro insieme, Javia ci tradì per prendere possesso delle
pietre più preziose senza dividerne i profitti. La battaglia fu devastante,
Naos morì e Javia si dileguò prima di essere disintegrato come lei dalla
potenza dei sacri rapaci. Non aveva calcolato la loro superiorità, da solo non
ce l’avrebbe mai fatta. Fu la fine dei cacciatori della notte…”
“Ma Javia è in possesso di una gemma d’oro!”
“Sì, nello scontro eravamo riusciti ad abbattere l’Ebrion D’oro e quel bastardo
si prese i meriti e le dovute ‘ricompense’. Comunque sia da quel giorno non
vidi più né Javia, né Dan”
“Fino a qualche giorno fa...”
“Già, che coincidenza eh? Comunque sia ho trovato il quinto membro dei
cacciatori della notte e ho motivo di credere che abbia lui la pietra nera”
“Perché non esistono più Ebrion neri?”
“Esistono e saprei anche dove trovarli ma se non ho mai neanche preso in
considerazione l’ipotesi di incontrarli, ci sarà una ragione non credi? Eheh”
“Incredibile, quanto tempo è passato?”
“Non vuoi realmente saperlo, ora però muoviamoci, prenderemo una camera e
passeremo la notte qui”
“Erano maghi anche loro?”
“’Anche’? Io non sono una maga!”
Qualche ora dopo, Ruphis si accucciò in una delle postazioni
di lettura della grande biblioteca mentre Liz uscì all’esterno della cupola
senza dire una parola. Il draghetto ripensò a quelle vicende, alle parole di
Liz, a Valerian, Mera, Marian, Javia ed a tutto ciò che vi era all’esterno di
quelle mura.
“Perché
parlarne con me…? Che cosa ha davvero in mente Liz? Ho paura… Mera dove sei?”
Non lontano da lì nel frattempo, due fiamme nere si accesero
in una distesa di desolazione e morte. Non emanavano calore, ma un gelido vento
che lentamente cominciò ad espandersi per le Terre Aride.
“Mi ha trovato!”