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Autore: AmhranNaFarraige    01/07/2011    2 recensioni
Per ogni persona che ama ce n'e' sempre un'altra che soffre a causa di questo amore. Non tutto e' rose e fiori e Sakura lo sa, offrendo cosi' la storia della coppia piu' amata e ammirata (SasuNaru) dal punto di vista di chi ama/odia.
Sakura e' pazzamente innamorata di Sasuke, lo e' da sempre e difficilmente si dimnetichera' di lui. Anche dopo un suo rifiuto. Anche dopo avvenimenti per lei tristi e demoralizzanti. Ma sempre al suo fianco ci sara' il fedele Naruto. Sempre la sapra' consolare e farle forza.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La luce del sole inondava il villaggio facendo risplendere ogni colore piu' del dovuto, la calure che faceva gocciolare la pelle preannunciava l'imminente arrivo dell'estate, mentre la primavera sfioriva dietro l'angolo, cercando di richiamare un'ultima volta l'attenzione su di se con gli ultimi fiori che tentavano di resistere al sole. La gente era in festa, e si preparava alla festa del fine settimana per augurarsi un buon raccolto svolazzando da una porta all'altra sulla strada. Tutta quella frenesia ebbra di gioia e impazienza mi parve particolarmente stomachevole: nulla della bellezza di quella giornata sembrava rispecchiare minimamente l'ambiente che s'era creato all'interno del mio corpo. sotto la pelle accaldata crescemano gelidi rovi che partivano tutti da un punto comune, al centro del petto, per portare dolore e sofferenza a tutte le parti del corpo. Ero indolenzita non dall'afa e dall'aria pesante di fritto che giungeva dal chioschetto di fronte, ma da un torpore delle carni lacerate da lame di ferro e fuoco, che si dibattevano sulle coscie stanche e nella testa. Lacrime di ghiaccio forzavano le palpebre riluttanti a lasciarle vedere la luce del giorno, mentre sul viso chiazze cremisi facevano la guerra ad altre pallide per il possesso di quello. A stento tentavo di trattenere la luce all'esterno della stanza, tirando le tende sulla finestra e tappando ogni singolo spiraglio di luce con quello che mi capitava per mano: qualche calza appoggiata al davanzale ed una maglietta appesa allo stipite. Tuttavia l'ombra che avevo creato ancora non mi bastava: io mi ero ranicchiata all'angolo della stanza, seduta sul letto sfatto abbracciata alle ginocchia, poggiando gli occhi turgidi sulle gambe ossute per il digiuno del giorno precedente. Tutta questa devastazione del corpo e dell'anima era dovuta unicamente ad un piccolo particolare del pomeriggio antacedente. Assurdo come un particolare apparentemente insignificante possa cambiare le cose im modo cosi' radicale! Eppure ecco li' la prova: mi aveva devastata!

Passo ora a spiegarvi questo piccolo fatto inatteso che aveva sconvolto i miei piani. Dunque, ricordate dove vi avevo asciati il capitolo precedente? Bene, non potevo riprendere direttamente da quello, vedete, ne sarebbe andata della suspance che gia' non so creare di mio. Ma ora prometto che smetto immediatamente di girarci attorno e vi racconto i fatti subito successivi a quel mio ba... Uhm, correggo, a quel mio gesto sventato. Dunque, non sto a ricreare tutta l'atmosfera magica e ultraterrena che mi avvolse i quel momento, servirebbe solo a rendere la mia disfatta ancora piu' terribile. L'immagine l'avevamo fermata nell'istante esatto in cui le mie labbra posarono sulle sue, dico bene? Ok, non avete idea di quanto mi affatichi raccontare l'immediato futuro, ma lo faccio per voi, ricordatevene in futuro! Fu una delle rare volte in cui era possibile scorgere un espressione di stupore sul viso che irraggiava candore del mio amato, neanche ve lo immaginereste quanto cio' era strano! Me ne accorsi troppo tardi, quando aprii gli occhi e tornai dal paradso al... Mondo terreno. Chiaramente era leggibile sul suo viso l'incapacita' di decidere come comportarsi, io stavo ancora peggio: l'aura d'oro che ci circondava un istante prima dandomi un piacevole torpore sulla pelle era diventata di ghiaccio che bruciava contro il mio corpo e ne feriva la carne. Mi ci volle un secondo appena percettibile e sibito mi staccai dal suo volto, senza avere piu' il coraggio di guardarlo negli occhi. Potrete percio' perdonarmi se non vi sto a raccontare come volsero le su espressioni e cosa si poteva intravedere dell'emozioni che risiedevano al suo interno, ma queste informazioni sono del tutto oscure anche a me. A volte penso che vorrei sapere come quel viso d'angelo s'era evoluto nel corso del tempo, ma ogni volta un brivido che percorreva la spina dorsale mi ricordava che mi avrebbe solamente distrutta ulteriormente. Cosi', invece che guardare in faccia i miei problemi, mi ritrovai a fissare il tappeto avorio - che ora sembrava di tonalita' sempre piu' fredde - con un blocco alla nuca che mi impediva di innalzare lo sguardo. Nella stanza ora si gelava letteralmente, io fremevo scossa dai brividi in continuazione, col desiderio di muovermi per ottenere un minimo di riscaldamento, ma con un vero e proprio blocco fisico che mi incatenava in quella scomoda posizione. Sperai in una reazione qualunque di Sasuke, ogni cosa che potesse in qualche modo smuovere la situazione e ridarmi cosi' la liberta' e il dominio del mio corpo. Gli ci volle un po', ma alla fine diede fiato alla bocca e parlo'.

-Dovresti andartene.

Tutto qui, due semplici parole. Al momento gli fui sinceramente grata, ora risentivo la forza nelle gambe per alzarmi e dirigermi verso la porta a grandi passi. Sulla soglia fui tentata di voltarmi un'ultima volta, come nei vecchi film, tuttavia temetti per due ragioni: 1. Avevo un terrore immane di come avrei trovato il suo volto. Mi ero gia' fatta qualche immagine nella mente di come sarebbe potuto essere il suo viso deluso, arrabbiata, spaventato o chessoio... Nessuna di queste eventualita' tuttavia gli donava particolarente, anzi, gettava un'onda d'imperfezione su di lui che proprio stonava; 2. I miei occhi non s'erano dati scrupolo nella produzione di lacrime, non mi sarei sorpresa se fossimo entramibi annegati li', in quella stanza, a causa di inutili secrezioni da parte mia, e infatti la prospettiva che tutto finisse cosi' non mi dispiaque particolarmente. Poi m'immaginai Sasuke piangere come stavo facendo io. Amai quell'immagine della mia testa, lo faceva sentire cosi' vicino a me, cosi' simile a me. Impossibile, tuttavia. Tentai di rimuoverla, ma mossa da compassione mi limitai a schiacciala nel buio cassetto delle utopie, in caso un giorno mi fosse servito come conforto in qualche modo rimirarla. Anche se dubito possa fornire un gran conforto. Un attimo di esitazione e allungai il passo. Mi stupii dell'accorgermi che speravo amcora che potesse proferire parola, ma non avvenne, come pensavo e tuttavia temevo.

Il resto non fu nulla di che, ma per amore della completezza vi raccontero' brevemente che accadde. Una volta uscita dalla villa riuscii a voltarmi indietro. Come avevo potuto fare un gesto simile? Pensarlo anche? E addirittura aver fantasticato sulla mia vita futura in quella dimora? Ebbi un capogiro e mi sentii sul punto di svenire, cosi' mi sedetti su di un muricciolo antistante, all'obra di un grande albero dalle foglie rosse e tentai di liberare la mente e le emozioni, dando sfogo totale alle lacrime senza piu' alcun tentativo di trattenerle, e poi una serie di immagini: l'incontro mattutino con Sasuke, le faccie gelose delle compagne, l'invito inaspettato, la villa, il divano, il te', un corpo, un viso... Respiravo forte e vedevo quel viso semprepiu' estraneo allontanarsi, oltre quelle foglie brune e brillanti. E' proprio strano che alle porte dell'estate ci siano ancora alberi che portano il peso di foglie di tale colore, non trovate anche voi? Sembrava di essere in autunno! L'inganno venne smentito da quel che era ancora piu' lontano: un cielo troppo limpido e caldo per poter appartenere all'autunno. Per qualche minuto fui in pace con me stessa, almeno finche' realizzai l'accaduto. Sasuke mi aveva rifiutata. Aveva rifiutato il mio amore! La disperazione torno' a prendere il possesso del mio corpo cosicche' compresi che dovevo allontanarmi da quel luogo il piu' possibile: non potevo piu' reggere quella vista!

Mi ritrovai ben presto a correre a gambe levate giu' per la discesa che condiceva lontano dai quartieri agiati del villaggio, verso le zone residenziali. Avevo il fiato corto, ma la forza della mia mente in quel solo momento si rivelo' piu' forte e mi spinse verso casa, tra una serie di viottoli quasi sconosciuti che sbucavano qua e la' nelle vie maggiori, una volta accanto ad un alimentari, un'altra nei pressi di una locanda in cui vecchi signori gonfi di birra iniziavano a rovesciare il contenuto bruno di ampie botti nei loro boccali di vetro, cosi' alzai gli occhi al cielo: si presentava ora di uno strano colorito tra l'azzurro ed il blu, molto bello ed affascinate, che segnalava l'arrivo della luna ed il calare della notte. Quanto tempo avevo rascorso nella dimora Uchiha? E sotto l'albero rubino? Oh, veramente non avevo piu' voglia di pensarci e preferii affrettarmi. Presto giunsi al mio umile appartamento, senza giardino e senza scale. Non avevo decisamente appetito, quella sera. Mi diressi alla mia camera da letto e mi posizionai come vi ho mostrato all'inizio del capitolo. Trascorso un giorno la situazione infatti non era cambiata granche'.
  
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