-Siamo nelle tue mani.- Veronica mi guardò dritta negli occhi. Vedevo quasi rabbia, ferocia, nei suoi occhi. Lei voleva vincere, non avrebbe accettato altre opzioni.
-Sei molto incoraggiante, davvero.- Risposi in un mezzo sorriso sprezzante.
Sospirò. -Oh, mio Dio, scusami.- rispose sinceramente scuotendo il capo. -Mi faccio sempre coinvolgere troppo. È solo ch..-
-Tranquilla.- Mi sentii in dovere di addolcirmi un poco. -Fidati che questa entra.- le mostrai la palla.
-Tira una delle tue solite mine, allora.- mi diede un pugno amichevole sulla spalla.
Chiusi gli occhi e fu come premere il tasto ‘pausa’. I rumori si spensero di colpo. Ero sola, lontana dal campo. Nella mia mente solo la palla. Niente rete, niente portiere, niente spettatori. Nulla di nulla.
Presi un forte respiro.
Indietreggiai.
Schiusi gli occhi e il mondo intorno a me si ricostruì in pochi attimi.
Poi il fischio, i miei piedi muoversi e il mancino che va a colpire il pallone.
Il boato.
Le ragazze che mi saltano addosso, i nostri sudori che si mischiano tra gli abbracci. Ed è gol.
Sorrido.
Veronica. Sì, è proprio quella che ha ‘rubato il cuore’ a Leonardo. Lo scrivo perché, postando separatamente un capitolo dall’altro, magari ci si perde qualche nome. :)