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Autore: dramy96123    02/07/2011    9 recensioni
ciao a tutti
" Hermione Granger, Harry Potter, Luna Lovegood e Ginny Weasley erano ragazzi speciali. Molto speciali. Erano maghi, ma non era solo per quello che erano così diversi dagli altri. Un indizio: non era la bellezza, e neanche l'intelligenza. Era uno strano tatuaggio, che non sapevano dove se lo erano fatto. Se per questo non sapevano neppure cos'erano davvero"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy, Luna/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Da VI libro alternativo
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Eccoci qui

Eccoci qui.

Ultimo capitolo. Della prima parte, si intende…ma…Hey, è l’ultimo capitolo e mi sto commuovendo, perché è la prima long completa.

Wow…che sensazione strana. È una vera e propria emozione scrivere che è davvero l’ultimo.

Ok. Respiro profondo.

Vi lascio al capitolo!

 

Capitolo 50

 

Ginny sgattaiolò nel corridoio, guardinga. Mentre camminava rasente al muro lasciò vagare lo sguardo in fondo, dove il tappeto si interrompeva, e cominciavano due corridoi ai lati. Fortunatamente il muro era abbastanza ampio, posto perfetto per nascondercisi dietro e chiamare gli altri.  Mentre camminava sbuffò silenziosamente, rallentando un po’ il passo. Non aveva nemmeno avuto il tempo di assaporare la luce del sole che era stata di nuovo mandata nel buio, pensò scocciata, guardandosi le braccia lattee. Di questo passo sarebbe diventata mozzarellosa come Hermione quando era trasformata in Demone! Scosse la testa, tirandosi i capelli indietro con una mano.

Ecco, si era distratta di nuovo! Era la terza volta in pochi minuti!

Magari in quel momento c’era un Vampiro dietro di lei pronta a ucciderla, mentre lei pensava solo alla tintarella.  Lasciò che le ciocche rosse le ricadessero sul viso e sul collo, e si guardò intorno, più attenta di prima.

Corse lungo il corridoio, ringraziando Merlino che il suo fisico fosse così minuto e leggero, e si appiattì contro il muro, quello appena svoltato l’angolo. Non c’erano torce nel castello, non in quell’ala della casa, così poteva confondersi facilmente con le ombre. A farle compagnia, per ora, c’erano solo delle nicchie a misura d’uomo, in cui c’erano armature stranamente piccole, della sua altezza, più o meno.  Ginny stava per distogliere lo sguardo quando le sembrò di scorgere un movimento, proveniente proprio da una delle nicchie, una in fondo, quella vicina al corridoio da cui era appena arrivata.

Ritirò la testa e si appiattì maggiormente contro il muro gelido. Udì dei passi che si avvicinavano. Un sussurro spezzato. I passi rallentarono. Ginny si sentì abbastanza sicura per sbirciare da oltre il lato del muro.

E in quello stesso momento qualcuno le tappò la bocca prepotentemente e la portò nuovamente tra le ombre.

 

 

* * *

 

- Fidati del Piano B? Fidati di….di cosa?  IO HO LASCIATO ANDARE POTTER E DRACO IN UN CASTELLO OSCURO E TU MI DICI “FIDATI DEL PIANO B”? -  urlò Pansy alzando le braccia con uno scatto. Si trattenne appena in tempo dallo strozzare Blaise, che accennò ad un sorriso.

- Mm…Potevi fare di meglio, ti ricordi quando ti ho rovesciato lo smalto verde sull’abito? –  chiese, in un tentativo palese di cambiare discorso.

Pansy lo incenerì con lo sguardo  - Quale abito? –

- Ma dai, quello nero…quello con scarpe e cravatta annessa…-

- Cravatta? Blaise, quello che si è impazzito per lo smalto verde sei tu, te l’avevo rovesciato io sull’abito da cerimonia. – sbuffò Pansy.

- Ah, già. – Blaise si rabbuiò al pensiero. Era un abito così bello…

Beh, la buona notizia era che Pansy si era dimenticata di quel Grifone da prima linea e di Draco. Strappò un filo d’erba e se lo arrotolò al dito.

Luna si sedette a gambe incrociate vicino a loro, con un sorrisino svagato.

- Blaise, ci ripeti il Piano B e le probabilità in valore di percentuale che tutto vada a rotoli e che Draco, Harry, Ginny, Hermione, Fred e George rimangano uccisi? –

A volte Blaise si chiedeva  se Luna lo faceva per pura ingenuità oppure per semplice sadismo.

Erano tutti un po’ giù di morale, nonostante il brillante…

* Geniale, prego. *

* No, Blaise, non scriverò mai che il tuo piano è geniale *

* Geniale con la G maiuscola, prego. *

* Scordatelo, Zabini. *

* Ma io essendo un tuo personaggio sono anche a conoscenza di certi tuoi segreti…Mi costringi al ricatto morale? *

* Despota. *

 

Erano tutti un po’ giù di morale, nonostante il Geniale piano di Blaise. Pansy era più irritata del solito, e se voleva dire qualcosa non parlava. Urlava.

Quello che si dice l’acido nelle vene.

Luna non aveva perso il sorriso, ma era ancora più silenziosa del solito.  La cosa che fece sperare gli altri nella sua ripresa erano le frecciatine sadiche e apparentemente innocenti che lanciava, preferibilmente a Blaise.

Blaise stesso era molto silenzioso, e si era seduto a terra. Tra la polvere.

Incurante dei vestiti sporchi.

Blaise.

Incurante.

Dei vestiti.

Non so se ho reso l’idea.

Il fatto era che Blaise aveva una mente calcolatrice, ed astuta, anche se lo nascondeva. Sapeva di essere fragile, emotivamente. Sapeva che l’ipotetica ed impossibile – perché non sarebbe successo. Non poteva succedere. -  morte dei suoi amici, o di Hermione, o di Potter, o di Ginny...sapeva che l’avrebbe distrutto, psicologicamente parlando.

E aveva sempre nascosto il tutto dietro l’innato portamento elegante, i vestiti firmati e impeccabili, l’espressione rilassata, le ragazze miagolanti al braccio.

Ed improvvisamente le ragazze miagolanti non erano più attaccate al suo braccio, e questo era stato anche abbastanza normale, considerato dove stavano.  Sarebbe stato strano ritrovarsi legato a doppio filo con una quindicina di ragazze mentre cercava di difendersi dal Demone…

Gradualmente aveva perso anche l’espressione rilassata, abbandonando la maschera del va – tutto – bene – chi - se - ne – frega – del - mondo, ed era stata sostituita dalla naturalezza di emozione che non aveva quasi mai permesso di far uscire. Forse neanche Draco l’aveva mai visto così. Forse Pansy sì.

Gli erano rimasti i vestiti, e lui aveva lasciato che fosse il buongusto a proteggerlo dalla sua fragilità dentro di sé. Probabilmente non aveva mai pianto, o comunque non se ne ricordava. Certo, c’erano quelle lacrime che spargeva per i vestiti, ma era sempre stato bravo a recitare.

E ora non gli importava più neanche di quelli. Il portamento da Purosangue, beh…quello rimaneva, non poteva certo stare gobbo! Ma ora tutti – tutti. – potevano vederlo com’era. Un ragazzo impolverato, con qualche graffio sul viso, l’espressione stanca, in attesa di qualcosa. E aveva anche i capelli scompigliati.

Merlino, come si era ridotto.

 

Ron guardò tutti, uno per uno, e si mise in ginocchio.

- Basta. – disse. – Basta. Per favore .–

 

 

* * *

 

 

Hermione non era stata portata nella prigione dove aveva cortesemente soggiornato l’ultima volta, visto che l’aveva completamente distrutta.

No, era finita in una specie di Labirinto di Pietra. L’avevano bendata, e l’avevano accompagnata per mille svolte e corridoi, fino a che non era entrata in una stanza. Non aveva idea di dove fosse, non aveva idea di che ora fosse, e non poteva neanche basarsi col sole. Quale sole? Ammesso anche che ci fosse, le finestre non c’erano.  Non c’erano neanche  le sbarre alle pareti, fortunatamente. La camera aveva un letto. E un tavolo dove c’era già da mangiare.

Il Vampiro che l’aveva accompagnata aveva persino salutato con un cenno beffardo della mano, prima di chiudere velocemente la porta. Probabilmente aspettandosi che un fulmine lo uccidesse sul colpo.

Che dolce.

Hermione si era sdraiata sul letto e aveva chiuso gli occhi. Era spossata. Ed era tutto merito, o colpa,  del Demone. Il Demone era come un…beh, non c’era proprio un animale che lo identificasse bene.

Poteva essere come un gatto,  con il suo modo felpato di camminare dentro di lei come un ombra oscura….come un cane, magari nero, un cane che la difendeva contro tutto e tutti….come un  lupo, col suo ululato selvaggio che le faceva sentire quello e nient’altro. Era così che si sentiva…La Demone era un urlo silenzioso…o magari un silenzio assordante? Ma c’era poi tanta differenza?

Serrò gli occhi e si dimenò leggermente sul letto, lasciando che i capelli si ingarbugliassero. I suoi amici sarebbero venuti a prenderla, lo sapeva. Sperava solo che non ci mettessero troppo. Non era piacevole stare troppo tempo in compagnia dei propri pensieri. Non erano particolarmente di compagnia.

 

 

* * *

 

 

- Fred, George, ma siete completamente impazziti?!? Ma per il tanga zebrato di Merlino, mi avete fatto venire un infarto! – sibilò Ginny divincolandosi dalla presa di George, mentre loro erano tutti presi da risatine silenziose.

- Tanga Zebrato? Questa era carina – disse Harry comparendo dietro di lei. Aveva gli occhiali storti sul naso e i vestiti stropicciati, ma sorrideva.

- Harry! Vi stavo per chiamare io, accidenti! – disse ancora Ginny scocciata. Il cuore le batteva ancora forte per lo spavento. Cercò con gli occhi i capelli biondi di Malfoy, ma di lui non ce n’era traccia.

- Harry, dov’è il biondo? – chiese Fred, facendosi la stessa domanda. Si sporse oltre la spalla di Harry.

- E perché stai sorridendo? – chiese Ginny,sbarrando gli occhi, colta da un dubbio.

- Harry! – esclamò George, subito zittito dagli altri. Lui abbassò la voce  - Harry! Dimmi che non hai trovato il modo di sbarazzarti del biondo  -  disse con tono serio.  Harry inarcò le sopracciglia.

- E tu dimmi che non ti farebbe piacere –

Fred scrollò le spalle – Credo si sia offeso perché non l’hai chiamato –

- Fred! – lo riprese Ginny incrociando le braccia. Poi, ricordandosi che non era stato proprio lui si voltò verso gli altri due.

- George! Harry!  -

- Presenti. Finito l’elenco? – chiese Fred ridacchiando.

- NO! manca Malfoy, idiota! –  George le tappò nuovamente la bocca, e lei gli morse la mano.

- Dov’è, Harry? – chiese inquisitoria, mentre George gemeva tenendosi la mano ferita. Lui scrollò le spalle.

- Stava sistemando l’ultimo Vampiro di guardia, ora arriva. Oh quanto vorrei che Malfoy….-

- …Ti amasse come lo ami tu? Fatica sprecata Potter, prova a scriverlo sulla letterina di Natale, magari si avvera – intervenne una voce strascicata dietro di loro. Draco aveva portato tutte le corazze dei vampiri che era riuscito a prendere.

Una l’aveva già indossata, e teneva in mano tre busti di cuoio.

- E io? – chiese Ginny avvicinandosi per aiutarlo.

- Senti, i Vampiri erano tre, ok, rossa?  Già è stato difficile metterli fuori gioco senza magia e con un coltellino tascabile. Potter, la prossima volta portati qualcosa di più affilato  -

- Mi porterò in giro la tua lingua, allora. – ringhiò Harry, prendendo malamente una spada dal mucchio nelle braccia di Draco.

- Zitto Potter, sono stato io a portare questa roba in giro come un elfo domestico. – rispsoe lui con sdegno. Ginny incrociò nuovamente le braccia, e batté un piede per terra.

- IO come faccio? Non posso certo andare lì e dire “Hey, vado a liberare una Demone potenzialmente omicida, mi fai passare?” .   i gemelli risero.

Harry si stava già infilando la sua corazza, un po’ goffamente, e Ginny lo guardò con invidia. Draco lanciò a Fred e a George due elmi, piuttosto leggeri, ma che coprivano il viso lasciando scoperti mento e bocca.  

Perché loro avevano un’armatura e lei no?

Il suo sguardo vagò per il corridoio buio. Riusciva vagamente a vedere le figure dinoccolate di Fred e George, ancora ridenti, Harry che si era incastrato con il busto di cuoio infilato a metà, i capelli quasi bianchi di Malfoy,  le nicchie occupate dalle armature così stranamente minute…

…Così minute che potevano quasi andare bene per una ragazza. Ginny si illuminò. A questo punto poteva solo sperare che non fossero possedute.

 

 

* * *

 

 

Era la prima volta che Ron prendeva parola di sua spontanea volontà, e con così tanto ardore, a meno che non si vogliano contare anche gli innumerevoli “sono rossi”  a cui ormai tutti erano affezionati.

- Vi state letteralmente piangendo addosso! Beh, Pansy no, però è uguale! – dallo stare in ginocchio si era alzato in piedi, le orecchie rosse come pomodori. Luna, Pansy e Blaise erano shockati. Forse Ron stesso era Shockato. 

- Insomma, vi state vedendo? State tutti sdraiati per terra a guardare il sole come se fosse una vacanza, e intanto piangete per questo o per quello, e vi state rendendo conto che chi rischia non siete voi, ma loro? Ed Hermione soprattutto! Dovreste fare qualcosa di più costruttivo! Come cucinare! –

Si risedette a terra, sospirando profondamente.

Pansy inclinò lentamente la testa, curiosa, e Luna si spolverò i pantaloni e sorrise, alzandosi.  Blaise si limitò a spalancare ancora di più la bocca.

- Hai assolutamente ragione, Ron – disse Luna sorridente, gli si avvicinò e arrossendo leggermente gli schiocco un bacio sulla guancia.

Il colorito delle orecchie, che si era attenuato, ritornò con prepotenza.

-  C-Cosa? –

- Ma certo, hai ragione! – concordò Pansy. Si fece aiutare da Blaise ad alzarsi, e si sistemò i capelli passandoci una mano.

- Non…non capisco. –

- Ma è ovvio. – Disse Blaise sorridendo. – Andiamo a cercarli! Li aiuteremo a trovare Hermione! – Ron era sempre più atterrito.

- No, io non intendevo dire…-

Pansy lo ignorò completamente   - Cosa stiamo a fare qui? A disperarci? Dobbiamo andare a salvare una…anzi, sei persone! –

 - Ma io non volevo dire… -

- Grazie, Ron – disse Luna affettuosa – ci hai praticamente aperto gli occhi –

- Prego, però…-

- Andiamo, siamo indietro di un bel po’ – disse Blaise contento.

- Hai un Piano C, spero – disse Pansy, prendendolo sottobraccio.

- Certo…chi è che ha dei cucchiai da minestra?-  *

 

 

 * * *

 

Cinque Vampiri  camminavano velocemente lungo i corridoio dell’ oscuro castello. Indossavano impeccabili armature, di pregiata fattura, e gli elmi coprivano i loro volti fino a metà, come voluto dal Re. Camminavano perfettamente sincronizzati, e a scatti, come tutti i Vampiri, tranne il Re, eppure c’era qualcosa che li rendeva leggermente diversi.

Anzitutto la mancanza della gelida postura delle guardie e del popolo in generale. Poi la marcata goffaggine di un Vampiro in particolare, che inciampava in continuazione  sulla spada al suo fianco, ovviamente troppo lunga per lui. E poi i sussurri spezzati che uscivano dagli elmi, tra cui si riconosceva persino una voce femminile, leggermente attutita.

- Ahi! Harry, Per Merlino, fai attenzione con quella spada! Mi stavi tranciando una gamba! – disse Ginny, allontanandosi velocemente dal pericolo ambulante che era Harry in armatura.

- Chi parlerà alle guardie dell’Ingresso Interno? – Chiese Fred, seriamente emozionato. Il “vampiro” più avanti alzò la mano, senza parlare.

- Che poi questi Vampiri parlano? –  fece George curioso. In effetti nessun odi loro aveva mai sentito parlare uno del popolo, se si volevano evitare le urla di dolore che aveva udito durante la battaglia, ben lontani da lì.

- Vedremo fra poco. – rispsoe Harry, inciampando un’altra volta.

 

- Ci siamo persi, vero?  - chiese Ginny con voce così eloquente e rassegnata che Harry non ce la fece a mentirle per  la…sì, settima volta.

- Sì, ci siamo persi, ma questo posto è…E’ un labirinto! Sarà la trentesima volta che giriamo alla stessa svolta, riconosco la nicchia – indicò col pollice quella dietro di lui. Era riconoscibile perché aveva una crepa in alto a destra, e il muro sembrava stare lì per rompersi.

Draco si fermò –Non ha senso girare in tondo così. Io poi sono stanco. Propongo una pausa. – disse, e senza aspettare risposta si sedette a terra, contro il muro di pietra. 

- Proposta approvata – sospirarono sollevati i gemelli, e si lasciarono scivolare lungo il muro levandosi la cintura appesa al fianco. 

- Ma…ed Hermione? – protestò Harry.  Lo fece più per dovere che per  vera convinzione, visto che si era fatto ben più lividi di quanti ne desiderasse, andando in giro con quella spada.

- Non le saremo molto d’aiuto così stanchi – rispose Ginny levandosi l’elmo. I capelli umidi di sudore le si sciolsero sulle spalle.  Nonostante il corridoio fosse fresco e buio sotto l’elmo si pativa un caldo atroce.

 

- Ok…quindi qui è il Nord – disse Fred, indicando dietro di sé.

- No, fratellino, è lì il Nord – replicò George, muovendo il braccio dalla parte opposta.

- Ma cosa dite? Quello è Ovest! – esclamò Harry.

- Beh, se lo dice Potter allora è dalla parte opposta l’Ovest – frecciò Draco, ghignando.  Ginny si mise una mano sulla faccia, seriamente disperata.

- Il Piano B dice a quale longitudine e latitudine sta la prigione di Hermione? – chiese George agli altri, che lo guardarono straniti.

- Ok, era solo una domanda…- borbottò in risposta alle loro facce sarcastiche. Ginny si alzò in piedi, immediatamente sulla difensiva.

- Zitti…ho sentito un rumore. –

 

 

 

* * *

 

Hermione sbadigliò, stiracchiandosi. Era stato proprio un brutto sogno…lei da sola in una camera spoglia, senza neanche uno straccio di musica e senza l’ombra dei suoi amici…aprì gli occhi, il nome di Ginny già sulla punta della lingua, e le cascarono le braccia dalla delusione.

Cominciò a fare avanti e indietro per la camera, cercando di trovare una qualunque cosa che la potesse aiutare a far passare il tempo. Sarebbe diventata pazza a fissare il vuoto del muro tutto il tempo, ne era certa.

- Un Nargillo, due Nargilli, tre Nargilli…-  cominciò a contare a bassa voce. Pensare ai Nargilli la rilassava, le ricordavano tantissimo Luna. Se entro un minuto avessero aperto la porta della camera, giurò a sé stessa che avrebbe creduto ai Nargilli per tutta la vita.  E avrebbe costruito loro un altarino in avorio.

 

 

* * *

 

 

- Ok, tutti i castelli hanno una porta sul retro. –

- E tu come faresti a saperlo? – chiese Pansy scettica.

Blaise ghignò – Beh, la risposta più convincente sarebbe che io, essendo Purosangue,  ho sempre vissuto in un castello. Ma per la verità – si passò una mano sui capelli, imbarazzato  - Beh, tutti i ristoranti ne hanno uno,no? e i negozi di modi! E le case americane, mio cugino che ha vissuto lì me lo ha detto…quindi perché no? –  Pansy si trattenne dal ridere e ricominciò a camminare lungo tutto il perimetro dell’immenso palazzo. Ron e Blaise la seguirono, ma fu Luna a trovarla per prima.

- Guarda! Zabini aveva ragione! Guarda quella porticina! – al buio riuscirono solo a vedere  un’ombra indistinta, ma non c’era dubbio, era un porta.

Corsero velocemente verso di essa, e a pochi metri dalla porta presero la rincorsa e insieme le diedero una spallata. Il legno era così fragile che la porta si spezzò subito. La maniglia era rimasta appesa solo per un pezzo, e cigolava sinistra.

- Forza – sussurrò Blaise andando avanti per primo. Ron gli andò subito dietro, seguito da Luna e infine da Pansy, che richiuse piano la porta.

Come scoprirono in seguito erano finiti proprio vicino alle “cucine”, ma più che una cucina sembrava piuttosto un enorme frigorifero. C’era sistemato il sangue, e tutti i tipi erano etichettati. Il sangue poteva essere di animali, fate, creature e anche esseri umani, anche se quel sangue era rarissimo e prezioso, a giudicare dall’unica confezione custodita gelosamente. Al contrario il sangue delle fate abbondava.  I ragazzi trattennero il disgusto e andarono alla porta avanti.

Letti. Probabilmente dei “cuochi”.

Dovettero esaminare altre tre stanze, prima di trovare un piccolo sacco di tela marrone.  Luna lo riconobbe all’istante.

- Le bacchette! – si fiondarono tutti sul sacchetto, che se avesse potuto sarebbe indietreggiato,  causa terrore di quei volti bramosi.

- Oh, la mia adorata, amata bacchetta!  - sospirò Pansy accarezzandola dolcemente. Quella fece scintille verdi.

- Dai, prendi le altre. – disse Blaise a Ron ,che afferrò il sacco. Poi giusto per curiosità ne prese una e cominciò a sventolarla. Pansy lo schiaffeggiò sulla mano.

- Ahi! –

- Non si tocca –

Dovettero percorrere diversi corridoi prima di sentire delle voci smozzicate che parlavano tra loro.   I ragazzi sorrisero.

 

* * *

 

 

I ragazzi si affrettarono a mettersi elmi, spade e quant’altro, e dritti come fusi aspettarono la persona dietro l’angolo. No, due…quattro persone.

- Merlino, e se ci scoprono? – chiese Harry a mezza voce.

- Si passa al Piano B2 – sussurrò Ginny.

- Che sarebbe? –

- Ce la filiamo. Se prima non ci ammazzano. –

- Confortante. –

Lo stupore a vedere Blaise, Luna, Ron e Pansy che tendevano  loro le bacchette ridendo fu impagabile.  Tra domande e spiegazioni  ebbero anche la fortuna di incrociare un battaglione di quindici Vampiri armati fino ai denti.

- Sono prigionieri – disse con voce pacata e monotona Draco, in risposta agli sguardi dei Vampiri, già pronti ad attaccare.

Loro annuirono e fecero per andarsene.

- Hey, c’è mancato un pelo – disse Ginny, forse un po’ troppo forte.

- Una donna? – chiese il più alto fra i Vampiri, ancora girato di spalle.

- Ehm…No, è solo un po’ effemminato – tergiversò Draco, ma con un veloce colpo di spada il Vampiro levò l’elmo a Ginny.

- Vedi?  - Harry rise nervosamente – sembra proprio una donna –

Se avesse avuto la volontà per farlo, il Vampiro avrebbe inarcato il sopracciglio.

Invece si limitò a battere un colpo di spada, e il battaglione cominciò a combattere.

- Potter, vai da Hermione – urlò Blaise, mentre con uno schiantesimo  metteva K.O. una guardia.

- Ma…voi…-

- POTTER, VAI DALLA GRANGER ORA. – gridò Draco. Con un veloce fendente tranciò in due il busto di cuoio di quello davanti a sé.

- Vado vado – borbottò Harry, filandosela.

 

 

* * *

 

 - HARRY! Oh, Harry, accidenti credevo di diventare pazza! Harry Harry Harry! – gridò Hermione buttandogli le braccia al collo. Il ragazzo non appena aveva aperto la porta si era ritrovato soffocato dall’abbraccio stritolatore e spaventato dell’amica.

- Hey, Herm, va tutto bene. Tranquilla. Ora ti porto via di qui –  le disse, accarezzandole i capelli in un modo così impacciato che Hermione se ne sentì splendidamente rassicurata.

- Da quanto tempo sto qui? –

- Poche ore, credo quattro o cinque…un’eternità, vero? – Hermione annuì, stringendolo forte di nuovo.

- Harry Potter, sei ufficialmente il mio eroe – disse, la voce attutita dal maglione.

In quel momento Draco entrò, con in mano la spada sottile e un graffio sul braccio. Gelò con gli occhi Harry.

- Giù le mani dalla mia ragazza, Potter. –

- MALFOY – gridò Hermione, e quasi spintonò Harry per correre verso di lui. Lo abbracciò stretto e lui lasciò la spada per abbracciarla.

- Ti sono mancato, Granger? –

- Sei meglio tu di una parete bianca, Malfoy –

- E tanti cari saluti all’eroe – commentò Harry con un sospiro.

 

Scapparono. Corsero fuori, oltre i corpi dei Vampiri che già si disintegravano in pura cenere.  Hermione era in forze, ma un po’ isterica, e con un leggero giramento di testa.

- Non ce la faremo mai, sta arrivando un intero esercito! – urlò Pansy continuando a correre.  Gli altri non replicarono, ma raddoppiarono gli sforzi.

Ginny girò per imboccare il portone principale, ma Ron la fermò per un braccio.

-  C’è un’altra uscita, più sicura – disse, indicando quel corridoio pieno di porte, compresa una più scura alla fine. Lei non replicò, limitandosi a correre verso la l’ultima, piccolina.

Sentivano già i passi dei Vampiri dietro di loro.

 

* * *

 

- Oh…Santo…Merlino – sbuffò Pansy, respirando con forza.

Avevano percorso diversa strada, fino a che non erano arrivati al confine tra il Castello Oscuro e il sole.

- Bene. Credo che il nostro viaggio intorno al mondo sia finito, torniamo indietro – disse Draco infilandosi le mani nelle tasche.

Luna scosse la testa – Non ricordi? E’ impossibile, Silente ci ha mandato un messaggio –  Hermione gemette. Lei era svenuta in quel momento, o no? Non se lo ricordava, ma era una pessima notizia comunque.

- E allora troveremo il modo di tornare indietro –

- E noi vi accompagneremo! – dissero i gemelli più Ron ,risoluti.

Ginny inarcò un sopracciglio.

- Ditelo che è solo perché vorreste solo vedere i vostri cloni dell’altro mondo. –

- E se anche fosse? – ghignò Fred.

- Vi aiutiamo comunque! –

- Oh Merlino…- sospirò Harry  - un viaggio così? –

- L’abbiamo già fatto – lo confortò Luna.

- Ci fermiamo in un negozio di vestiti? –

- Che fine hanno fatto quelli che ti ha fatto Bill il Nano? –

- Non ne ho idea –

- Ripeto : Oh Merlino –

E così si allontanarono, il sole che tramontava davanti a loro, tra spintoni e risate, aspettando altre avventure che certo non avrebbero tardato ad arrivare.

 

 

* Cucchiai dai minestra : capitolo scorso, Blaise e il su piano geniale di scavare un tunnel con dei cucchiai da minestra per fuggire.

Finito!

A mezzanotte e mezza.

Si lo so, sono completamente matta.

E ora che abbiamo detto l’ovvio vi saluto, sperando vi sia piaciuta la storia!

Ringrazio chi l’ha aggiunta fra le seguite, fra le ricordate, fra le preferite, chi mi ha scritto le bellissime recensioni, chi le scriverà…insomma,chi è che mi ha accompagnato in questa storia!

Baci!

 

Dramy96123

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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