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Autore: Sanya    02/07/2011    3 recensioni
Bella è una ragazza comune, come tante altre. Frequenta l’università, ha delle amiche; non ha problemi particolari con la vita, tranne uno: il suo ex fidanzato. Odioso, possessivo e geloso, le impedisce di vivere la vita come davvero vorrebbe, anche se ormai è più di un anno che si sono lasciati ufficialmente. È per questo che Bella si ritrova a dover convincere il proprio migliore amico a mettersi in mezzo in questa complicata relazione, convincendolo a fingersi suo finto fidanzato. Ma Bella non sa che il suo migliore amico prova qualcosa in più di una semplice amicizia nei suo confronti…
[Per Alessia]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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JustFriends1

Just Friends 
 ~ Capitolo 3: L’Idiota Innamorato ~ 

EDWARD
 
Sbirciai l’ora sull’orologio appeso alla parete: le due in punto.
Era tardi. E Bella ancora non si era fatta vedere. Strano. Molto strano.
Non era mai stata in ritardo quando dovevamo pranzare insieme alla tavola calda. Non mi aveva mai dato buca.
“Può darsi che abbia avuto qualche contrattempo”, pensai. “Magari doveva organizzare un esame con un professore, oppure si era fermata un secondo in biblioteca per cercare un libro”. Comunque avrebbe potuto avvertirmi, senza lasciarmi qui ad aspettare come un deficiente, no?
Sospirai affranto, guardando oltre la vetrata impolverata. Niente, non c’era traccia di Bella.
Decisi che l’avrei aspettata comunque: tanto, non avevo molto da fare quel pomeriggio.
Sfilai dallo zaino il libro di architetture moderne che avevo comprato quella mattina, prima di dirigermi verso le lezioni. Cominciai a sfogliarlo e mi persi nelle curve e nelle forme che le varie parti assumevano secondo la prospettiva con la quale si guardavano.
Due mani sbatterono sul tavolo dove ero seduto, facendomi sussultare e ritornare alla realtà. Alzai lo sguardo e incontrai i profondi occhi di Bella che mi fissavano. Notai immediatamente che c’era qualcosa che non andava: i muscoli del suo viso erano tesi, le palpebre ridotte a due fessure.
«Ho un problema», esclamò lentamente, come se volesse farmi assorbire per bene la notizia.
Chiusi il libro e lo riposi nello zaino. «Buongiorno, Bella. Mi fa molto piacere vedere che sei arrivata. Vuoi che ordiniamo qualcosa da mangiare?», sorrisi.
«Sì, sì, non fare lo spiritoso», si sedette nel posto davanti a me. «È una cosa seria».
Congiunsi le braccia sul tavolo. «Spara».
«Ho incontrato Jacob Black mentre uscivo dall’università», confessò a bassa voce, abbassando lo sguardo.
Mi irrigidii e strinsi i denti, sperando di non essere notato da Bella.
Quell’invertebrato! Ancora non aveva intenzione di lasciare in pace Bella, vero?!
Non riuscivo a pensare a quanto le stesse rovinando l’esistenza con quel comportamento infantile. E non volevo nemmeno provarci.
Bella, perché ti sei innamorata di quel tizio? Cosa aveva d’interessante? Ti avevo anche avvertito, cavolo! Perché non ti sei innamorata di un’altra persona? Perché non ti sei innamorata di… me?
Alzai le spalle, mostrandomi un po’ disinteressato. «Non è una novità».
«Non è questo il punto, però», disse, perforandomi le pupille con il suo sguardo. «C’è un altro problema ben più grande, adesso».
«E quale sarebbe?», domandai confuso.
«Devo trovarmi un ragazzo, al più presto», esclamò con voce tagliente.
Il mio viso, come il suo, divenne una maschera di serietà. «Dimmi cosa è successo. Dal principio».
E così mi raccontò nei minimi dettagli la loro litigata, il tentativo di Jacob di riallacciare i rapporti, la sua risposta tutt’altro che garbata, il loro modo di chiarire e, infine, quella specie di patto che era stato strappato tra le strilla.
«Questo è quanto», chiuse il discorso, intristendosi un poco.
«Quindi, fammi capire», esclamai assorto. «Ti lascerà stare solo quando gli presenterai il tuo nuovo ragazzo, è così?».
Lei annuì. «L’unico problema è che non ho nessun ragazzo».
«Già, questo è vero», assentii io.
Ci fu un attimo di silenzio, nel quale entrambi ci guardammo in giro pensierosi. Io guardai lei, più che altro. La osservai mordicchiarsi il labbro inferiore, in cerca di una soluzione. Mi persi nei suoi occhi preoccupati, ma pur sempre profondissimi.
«Hai già qualche idea?», domandai.
Scosse la testa. «Mi ci vuole un po’ per elaborare i piani diabolici», sorrise, ma con una nota di preoccupazione. Ridacchiai nervosamente anche io.
Ordinammo da mangiare i soliti piatti che prendevamo da quattro anni, ormai: Bella il solito piatto di ravioli, io un semplice hamburger. Mangiammo tutto in silenzio, ognuno nei propri pensieri.
“Cavolo, ci mancava solo questo per far degenerare maggiormente quella situazione già precaria”, pensai. “Ci mancava solo quella geniale trovata di Jacob per far uscire ancor più di testa Bella”.
Spiai il suo viso assorto, i suoi movimenti decisi ma distratti, persi nella ricerca di qualche nuova idea. Riconobbi, però, nei suoi occhi un qualcosa. Rassegnazione? Già, probabile.
Okay, dovevo fare qualcosa. La dovevo aiutare questa volta, proponendo qualcosa che avrebbe messo fine a tutto definitivamente. Non potevo permettermi che accettasse di sopportare per sempre quel rompipalle. Lo facevo per il suo bene, alla fine.
Pensa, Edward…
Mi ridestai quando vidi entrare la squadra di football della mia scuola. Omoni contro i quali sarebbe stato meglio non mettersi contro, per chiunque.
L’idea mi raggiunse come un colpo di frusta. Scossi la testa, contrariato.
No, Edward, non puoi proporre una trovata del genere a Bella. È un fattore di principio. Sia per te, sia per lei. No, no, lascia perdere.
Eppure l’idea di togliersi dai piedi quel tipo era troppo allettante…
«Ho un’idea», esordii. Mi sarei pentito di quello che stavo per fare, ne ero certo. «Comincia a guardarti in giro, a trovare il tipo giusto che potrebbe far perdere a Jacob le speranze».
«Tipo?», domandò lei confusa ma evidentemente attratta dalla proposta.
«Non so», alzai le spalle, osservando la gente che occupava i tavoli accanto ai nostri. «Prendi qualcuno come Emmett Cullen, per esempio; sicuramente Jacob non oserebbe andare a sbattere il muso contro un tipo come quello».
«Già, questo è poco ma sicuro», ridacchiò. Iniziai a ridere, evitando di non prestare attenzione al fatto che Bella mi stesse fissando.
Fa come se non fosse niente…
«Edward», mi richiamò con dolcezza.
«Sì?», la voce uscì a fatica.
«Grazie», mormorò. Mi venne ad abbracciare e sentii il mio cuore scalpitare come un puledro.
 
Non appena il suono del motore della mia Volvo mi travolse, mi sentii subito meglio. Mi lasciai andare all’odore famigliare dei sedili in pelle, mescolato a quello un po’ più forte del deodorante per auto.
Lasciai scivolare via un sospiro e chiusi gli occhi.
Non potevo credere che la mia proposta, stupida e senza senso, fosse stata accettata da Bella con grande entusiasmo. Mi aspettavo una reazione del tipo: «Edward, stai scherzando? Non posso andare giro a chiedere chi vuole diventare il mio finto ragazzo!», oppure, «No, Edward, non se ne parla neanche. Per quanto questa situazione possa avermi esasperato, non scenderò mai così in basso!». E invece…
Feci cascare la testa sul lato superiore del volante, sbattendo la fronte contro la superficie rugosa.
Perché, perché ero così idiota? Non l’avevo già persa abbastanza spesso?
Un’altra testata contro il volante.  
 
Sono innamorato di Bella, già. Per chi non se ne fosse accorto.
E, se proprio ci tenete a saperlo, sono innamorato di lei da quattro anni. In pratica, da quando ci siamo conosciuti.
Quattro anni. Sono quattro anni che il mio cuore comincia a battere all’impazzata quando la vedo arrivare, che trattengo la voglia di abbracciarla, di baciarla.
Come dite? Sono un’idiota? Bhe, mi sembrava di avervelo già detto, no?
No, lei non lo sa. E nemmeno se n’è accorta. Ma, da un lato, va bene così.  
Dovrei farmi avanti, è vero, ma non ne trovo il coraggio. Ogni volta che riesco a mettere in piedi uno straccio di discorso, ogni volta che riesco a racimolare un po’ di convinzione per presentare il mio amore, arriva lei, col suo sorriso, col suo viso, e tutte le mie certezze crollano come dei castelli di sabbia al vento.
Sono un cazzone. Un cazzone innamorato. Il che è peggio.
 
Rialzai la testa dal volante e lasciai che il piede sinistro cadesse sull’acceleratore. La macchina partì con un balzo e in un attimo mi ritrovai sulla strada di casa.
Evitai di pensare e mi concentrai sulle righe bianche al centro della carreggiata.
Mi ritrovai nel vialetto di casa mia in un secondo. La fissai, quella piccola casetta bianca che mia madre aveva ristrutturato da sola l’estate dopo che mio padre era scappato con un infermiera dell’ospedale dove lavorava.
Uscii dall’auto e mi diressi verso la porta, spalancandola appena me la trovai davanti. L’odore di zucchero e di impasto mi travolse. Mia madre stava cucinando.
«Ciao, mamma», abbozzai, levandomi la giacca.
«Oh», vidi il suo viso tondo e arrossato sbucare fuori dalla porta della cucina. «Ciao, Edward». Mi sorrise cauta, ma con un sorriso travolgente.
Mi avvicinai alla cucina e il calore che il forno ancora emanava mi colpì dritto in viso. Mi sedetti su uno dei tanti sgabelli, situati lungo il bancone.
«Cosa stai preparando?», domandai, allungando lo sguardo.
«Biscotti allo zenzero», trillò.
Mi venne da sorridere, pensando a quanto stare ai fornelli la rendesse felice o come fosse spensierata quando controllava le sue piante nella piccola serra che le avevo costruito qualche estate prima. Infondo, riusciva a distrarsi con poco dal dolore che ancora viveva in lei.
Per quanto cercava di nasconderlo, mi rendevo conto che essere stata tradita dall’uomo che più amava non la rendeva di certo al settimo cielo, anzi. Eppure davanti a me non si era mai abbandonata a pianti isterici o a urla disumane; aveva sempre cercato di mantenere un aspetto normale, decoroso, come se tutto andasse bene. Per proteggermi, forse.
Non avevamo mai affrontato l’argomento, ma sapevo che entrambi odiavamo quell’uomo apertamente. Come era giusto che fosse.
Allungai una mano per afferrare uno dei manicaretti appena sfornati. Sentii il manico di legno del mestolo sbattere contro il mio polso.
«Ahi», urlai, esaminando il segno rosso che aveva lasciato.
Mia madre sorrise. «Sei sempre il solito, Edward. Forza, non fare il bambino».
Restammo qualche minuto in silenzio.
«Come è andata oggi?», domandò un po’ imbarazzata.
«Bene», risposi. Io e lei non eravamo dei confidenti intimi, proprio no, e domandarci queste cose l’un l’altro ci metteva un po’ a disagio.
«Vado in camera mia», dissi, raccogliendo lo zaino da terra e dirigendomi verso il corridoio. Mia madre iniziò a canticchiare una canzone che non riconobbi.
Entrai in camera, sbattendo la porta dietro di me. Abbandonai il libro di architettura tra la pila disordinata di progetti intrapresi e abbandonati. Rimasi a fissare fuori dalla finestra il nulla, rimuginando un po’ sui miei pensieri.
Pensai a quello che avevo passato poco prima con Bella. Non potevo credere che quelle parole fossero uscite veramente dalla mia bocca, eppure era così.
Ora dovevo solo aspettare l’ennesima scelta di Bella per capire quale altro sentimento represso avrei dovuto rispolverare. Rancore verso il tizio? Rabbia per un’altra scelta stupida di Bella?
Ma una cosa era certa: avrei dovuto continuare a stare buono in un angolo, continuando a nascondere i miei sentimenti. Come sempre.
“Avanti, Edward”, mi disse una parte di me. “Non fare il melodrammatico. Infondo, sei bravo a reprimere le tue emozioni”.
Già, sono bravo.
__________

Ed eccolo qui, il famoso primo capitolo POV Edward. Dite la verità, non vedevate l'ora di leggerlo, eh?! XD
Che dire, spero che la situazione di Edward si sia capita abbastanza... Per lui non è facile stare così vicino a Bella così, senza dirle niente e, credetemi, le cose diventeranno ancora più difficili, dopo che Bella prenderà la sua decisione. Ma non credete che le cose miglioreranno tanto velocemente! Ci vorrà ancora un bel po' prima che i due ritrovino la serenità!
Ed ora tocca a voi, cari lettori! Che ne pensate di questo personaggio? Come ve lo eravate immaginato nel corso dei precedenti due capitoli? Quello che ho descritto è tanto diverso da ciò che vi aspettavate? Sì, lo so, è parecchio differente da quello della saga, ma spero che non vi dispiaccia. 
E dopo tutto questo, cosa succederà, secondo voi?! Sono curiosa...Vediamo fin dove si spinge la vostra immaginazione (:
Voglio fare un immenso ringraziamento a tutti quelli che hanno recensito questa storia, tutti quelli che l'anno inserita tra le preferite/seguite/ricordate. So che non è molto in confronto a quello che si trova sul sito, ma per me questo è davvero tantissimo. Grazie a voi sto iniziando ad acquistare la sicurezza che non ho mai avuto. ^^
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Vi andrebbe di lasciare una recensione, anche piccola-piccola?! <3
Un grosso bacio a tutti!
Buon pomeriggio!
S.
 
   
 
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