3.
Taemin
camminava a testa bassa, immerso nei suoi pensieri, nel corridoio
principale
della scuola. Era talmente preso dai suoi problemi da non rendersi
conto di chi
lo circondava, tanto che finì per scontrarsi con qualcosa
– o meglio qualcuno - .
Alzò la testa, imbarazzato,
e davanti a sé vide un ragazzo alto e snello.
“S-scusami!”
balbettò abbassando il viso.
“Uh?”
disse
l’altro “Ah! Niente, tranquillo… non
è niente!”
“Oooh,
faresti
bene a guardare dove vai caro mio!” squittì Kibum.
Taemin
si
limitò ad annuire in silenzio, si inchinò di
nuovo, e corse verso la sua
classe. Sentiva il viso bruciare e il cuore battere fortissimo.
Entrò in
classe, cercando di sistemarsi e di rilassarsi, poi si sedette al suo
banco, in
silenzio. Nessuno dei suoi compagni sembrava notarlo più di
tanto, ma in fondo
era sempre stato così. Sin da piccolo Taemin aveva avuto
difficoltà a fare
amicizia, a causa della sua timidezza. E così si era
ritrovato alle superiori
senza uno straccio di amico o amica. Sospirò, mentre il
professore entrò il
classe.
-
“Non
ci sono
più i giovani di una volta! Oh!”
“Ahah,
andiamo
Kibum, parli come una vecchia zitella!” Minho rise, mentre
cercava di sbucciare
un arancia.
“Sentimi
bene”
disse l’altro agitando l’indice a mo’ di
diva “Quel ragazzino – che mi pare si
chiami Taemin o una roba simile – non
s’è nemmeno scusato decentemente! Si
chiama e-du-ca-zio-ne! Inoltre ho sentito dire cose strane su quel
ragazzo,
bah!”
“Mmh”
rispose
l’altro masticando uno spicchio d’arancia
“Non è che mi abbia fatto cadere in
terra stile drama eh-“
“Zitto,
non
parlare, che quando mastichi e parli fa veramente
impressione!”
Minho
avrebbe
voluto ribattere, ma aveva la bocca piena e si limitò a
masticare. Kibum ripose
il suo cestino del pranzo nella cartella e poi cominciò:
“Allora.
Ti
dicevo di ieri! Stavo tranquillamente camminando per strada quando
– ascoltami
bene! – mi squilla il telefono. Faccio per rispondere e,
indovina indovinello
chi è?”
“Non
lo so,
chi era?” rispose l’altro canticchiando.
“Eh
eh eh”
ridacchiò Kibum “Jonghyun!”
Minho
strabuzzò gli occhi, sorpreso. Jonghyun era il ragazzo che
lavorava con lui al
minimarket. Kibum l’aveva conosciuto un giorno, quando era
andato a trovare Minho
sul lavoro. Si erano piaciuti al volo, e avevano parlato un
po’, per poi
scambiarsi i numeri. Adesso ogni tanto Jonghyun chiamava Kibum e
uscivano
insieme. Da amici si intende, ovvio.
“E
che ti ha
detto?”
“Che
era
malato bla bla che te avevi turni extra bla bla e che gli dispiace di
non
potermi vedere.” Kibum sbuffò, voltando la testa
di lato.
“Capisco…”
“No!
Non
capisci! Non capisci cosa stia provando io adesso, in questo momento,
proprio
ora!”
“Cosa
stai
provando?”
“E
me lo
chiedi così?”
“Come
dovrei
chiedertelo scusa?” ridacchiò
“Mandandoti una lettera?”
“Aaah!
Mi fai
incavolare quando fai così” Detto questo Kibum si
alzò e uscì dalla classe. Minho
conosceva bene il suo amico, e sapeva perfettamente che quando era in
ansia per
qualcosa tendeva ad esagerare tutto in maniera sproporzionata. Si
limitò a
grattarsi la testa e a sistemare il banco, visto che la pausa pranzo
stava per
terminare.
Non
avevano
litigato, no, alla fine delle lezioni sicuramente Kibum sarebbe tornato
quello
di sempre, sorridente e primadonna. A Minho balzò in mente
la strana idea che tra Jonghyun e
Kibum
potesse esserci qualcosa di più di una semplice amicizia tra
ragazzi.
Non è affar mio
comunque. Voglio dire, è una cosa
che riguarda loro due. Mi sento il cupido della situazione
però, magari
finiscono per mettersi insieme e- ma che vado a pensare… Se
c’è qualcosa sarà
Kibum a dirmelo quando vorrà. Mi fido.
Mentre
era
preso da questi pensieri, vide passare davanti alla porta della classe
il
ragazzo che lo aveva urtato accidentalmente. Scattò in piedi
e si diresse
subito verso di lui.
“Ehi!”
urlò.
Taemin
si
voltò, indicando se stesso con un dito e sussurrando un
“Io?”. Minho annuì e
gli fece segno con la mano di avvicinarsi. Taemin si
avvicinò, agitato.
“Ehi,
ehm,
volevo dirti di non prendertela per quello che ha detto oggi il mio
amico,
Kibum lui è un po’ così, insomma, certe
cose non le dice con cattiveria e-“
riprese fiato “e comunque non ti preoccupare per
stamani!”
“Mh”
“Senti,
ehm,
com’è che ti chiami?”
“Lee
Taemin.”
“Piacere!”
Il
ragazzo tese la mano “Io sono Choi Minho e il mio amico si
chiama Kim Kibum!”
“Mh,
tanto
piacere” Taemin prese la mano di Minho e la strinse.
Sentì un brivido
percorrergli la schiena.
“Che-
che
classe frequenti?”
“Sono
nella
terza sezione…” rispose l’altro a bassa
voce. La timidezza lo stava uccidendo.
“Ah,
sei più
piccolo di me! Io sono all’ultimo anno e-“
“Minhooo!
Muoviti che inizia la lezione!” Kibum lo chiamò,
urlando dalla classe.
“Devo
andare!
Ci vediamo in giro, okay?”
Prima
che
Taemin potesse rispondere qualcosa, qualsiasi cosa, l’altro
ragazzo era già
corso dentro la propria aula. Lui invece si limitò a
rimanere fermo, in piedi,
come se fosse paralizzato. Si riprese solamente quando la campanella
segnò
l’inizio dell’ora di lezione. Si diresse verso la
propria classe, sorridendo
per chissà quale stupido motivo.
Rieccomi qui! Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento (: Finalmente si sono incontrati (anzi, scontrati LOL) e piano piano entreranno in scena anche altri personaggi...
Grazie ancora a chi ha commentato i capitoli precedenti e a chi ha comunque letto la storia!