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Autore: Martyx1988    02/07/2011    3 recensioni
Sviluppo della One-Shot "La dea dell'amore"...la solarità di Ayame, la freddezza di Hyoga, la lotta tra due dee, la scoperta del vero nemico e del vero amore, più divino della stessa dea che lo comanda...mescolate il tutto con un pizzico d'azione e un assaggio di comicità e...buona lettura!
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Dea dell'Amore'
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A divine love
(sviluppo della One-shot "La dea dell'Amore")

Capitolo 30 - Attenti a quei due

Il giorno dopo i telegiornali si dilungarono a commentare l'improvviso aumento di attività di Vulcano. Nessun vulcanologo l'aveva previsto, l'isola non aveva dato segni di volersi risvegliare. La popolazione di Vulcano fu colta alla sprovvista, ma fortunatamente c'era stato il tempo necessario a far evacuare tutti prima dell'esplosione finale.
Dalle isole vicine videro partire l'ultimo elicottero giusto pochi attimi prima che un immenso fiume di lava e detriti si riversasse lungo il pendio del monte fino al mare. Aveva preso quota in mezzo al vapore che si era alzato dall'acqua ed era scomparso nel cielo ingrigito dalle polveri, diretto chissà dove.

Il giorno dopo il cataclisma, toccò agli esperti andare a valutare l'entità dei danni provocati dalla furia del vulcano. Vennero mandati in avanscoperta vulcanologi e membri della Protezione Civile italiana, insieme a vigili del fuoco e altre forze dell'ordine.
Le calcolatrici fumavano sotto le loro dita, quasi ad imitare le rocce ancora calde che li circondavano, mentre impazzivano a calcolare quanti soldi sarebbero occorsi per rimediare a quello sfacelo.
Un cellulare squillò tra la desolazione e i bisbigli, e il capo della Protezione Civile italiana rispose al numero sconosciuto comparso sul display.
La ruga di preoccupazione che aveva stampata sulla fronte si distese di colpo quando la sua espressione divenne di sorpresa e quindi di infinita gioia. Chiuse la comunicazione con dita tremanti e si rivolse ad un suo collega, avvicinatosi per sapere anche lui le novità.
"Una donazione... dalla fondazione Kido... per coprire una parte dei danni... è un miracolo!"
I due uomini richiamarono alcuni membri della squadra di spedizione per comunicare la notizia e decidere sul da farsi.
Due membri della squadra dei pompieri, invece, si allontanarono dal capannello, diretti verso l'altopiano sotto il cratere principale di Vulcano, che era stato delimitato con alcune transenne perchè considerata zona pericolosa.
I due pompieri scavalcarono agilmente le barriere e si voltarono per controllare di non essere visti, quindi si tolsero caschi e divise, che scomparvero magicamente appena toccarono terra, liberando l'aura lucente che attorniava i corpi dei due uomini.
"Ma quanto è generosa, la nostra sorellina!" commentò l'uomo dai capelli riccioli che sembravano perennemente scossi dal vento, mentre si sistemava la tunica sul petto.
"Bah, uno spreco!" commentò il compagno, coperto da una toga scarlatta e con tralci di vite tra i capelli ramati e attorno alla vita. Stappò una bottiglia di vino comparsa dal nulla e se ne scolò una golata. "Dovrebbe investire invece che fare beneficienza. In questo. Passito di Pantelleria, vendemmia del '98. Grande annata!"
Un'altra golata, quindi porse la bottiglia all'altro. "Ne vuoi un po'?"
L'altro lo guardò un po' di sbieco, poi scrollò le spalle e accettò la bottiglia. Dopo averla riconsegnata all'amico, i due presero ad arrampicarsi con agilità sulle macerie, guardandosi intorno, apparentemente in cerca di qualcosa.
"Certo che ci hanno dato dentro!" commentò l'uomo coi capelli mossi, mentre balzava col leggiadria da un masso ad un altro, tenuto in aria dai suoi calzari alati. "Se avessero messo tutta questa energia in altro, non si sarebbero separati"
"Hermes, lo sai meglio di me che Afrodite ci ha sempre messo energia. Solo, lo faceva con le persone giuste"
"Tipo te?" domandò Hermes, divertito.
"Tipo te e me. Ah! Che gran baccanale è stato, quello!"
"Già. Peccato che la pacchia sia finita, caro Dioniso. Afrodite adesso è innamorata"
"Ti prego, non pronunciare quella parola! Non ci sono ancora abituato"
Dioniso rabbrividì e cercò di rimediare con un'altra golata di vino.
Continuarono a perlustrare la zona in silenzio, smuovendo qualche rovente ogni tanto per vedere cosa ci fosse sotto. Trovarono sempre e solo altre pietre roventi.
"Ma sei sicuro che sia qui?" domandò Dioniso all'ennesima pietra smossa.
"Così ha detto papà, anche se non è stato molto preciso sul luogo. Ha detto che l'avremmo capito da soli che era il posto giusto"
"Perchè c'è un bagliore di luce argentata che spunta tra le rocce e pulsa e ci crescono sopra dei fiori?"
"Eh?"
Hermes si voltò verso il fratello, il cui sguardo era rapito da uno spettacolo singolare. Un cumulo di macerie era effettivamente attorniato da un'aura simile alla loro, dai riflessi d'argento, e sulle rocce prive di vita era fiorita una piccola colonia di fiori di campagna.
"Sì, potrebbe essere" decise Hermes, dopo qualche secondo di riflessione, quindi si librò in aria per raggiungere l'ammasso di rocce, seguito a ruota da Dioniso.
"Pratoline" constatò quest'ultimo, strappando un fiore dal praticello in miniatura sotto di lui. "Poteva impegnarsi un po' di più"
"Perdonala, ma è solo stata sepolta da qualche metro quadrato di lava. La prossima volta farà meglio" scherzò Hermes, prima di esortare il fratello ad aiutarlo a togliere tutti quei massi.
Dioniso fece scomparire la bottiglia di Passito e puntò una mano verso il cumulo, ad imitazione di Hermes.
Le pietre iniziarono a sollevarsi, prima le più piccole, poi quelle sempre più grandi, lasciando al bagliore sotto di loro la possibilità di rifulgere sempre di più. Alla fine, le ultime pietre permisero alle due divinità di vedere il corpo che stavano celando.
Afrodite era a terra, priva di sensi e ancora coperta dall'armatura, circondata da un alone di energia che l'aveva protetta dal fuoco e dalla lava.
Hermes e Dioniso depositarono le macerie poco lontano e si accovacciarono accanto al corpo della sorella.
"Non male, come corpo in cui reincarnarsi" commentò Diosino, attingendo nuovamente alla sua bottiglia di vino.
"Già, ha tutte le sue cosine al loro posto"
"Che spreco! Tutto questo ben di dio per un solo uomo"
"La nostra occasione per divertirci l'abbiamo avuta, fratellino. E' ora che cominci a guardarti intorno"
"Ma nessuna eguaglierà mai le sue capacità. Alle tue doti amatoriali, Afrodite"
Dioniso bevve alla salute della dea, sotto lo sguardo perplesso di Hermes, che fu però attratto poco dopo dalla teca in cui era racchiusa Afrodite, la quale emise un ultimo bagliore prima di scomparire. Assieme ad essa svanì anche l'armatura della dea, che rimase in abiti comuni.
Dopo qualche movimento involontario di mani e occhi, Afrodite riprese conoscenza e si guardò intorno finchè non incrociò gli sguardi apprensivi dei fratelli.
"Voi due che ci fate qui?" domandò sorpresa, mentre si rialzava a sedere.
"Siamo venuti a tirarti fuori, mia cara"
Afrodite fece vagare lo sguardo sull'altopiano che era stato teatro del suo combattimento contro Efesto e infine ricordò tutto: l'eruzione, la lava che colava, lei che permetteva agli altri di fuggire e si lasciava poi inghiottire dal fuoco.
"Ma che è successo?" domandò infine.
"Pare che il tuo cosmo ti abbia protetta dalla lava, racchiudendoti in una specie di bozzolo" le spiegò Hermes, per poi prendere la bottiglia di vino dalle mani del fratello per offrirla ad Afrodite.
Questa la accettò volentieri e mandò giù un sorso di Passito, quindi restituì la bottiglia ad un bramoso Dioniso.
"E voi che siete venuti a fare?" chiese ancora la dea.
"Sembrava che non volessi uscire dai sassi" rispose Dioniso.
"Ci ha mandati nostro padre per aiutarti" aggiunse Hermes. "Considera fondamentale che tu torni a Tokyo da Atena"
"E perchè?"
"Questo non me l'ha spiegato" ribattè dispiaciuto Hermes. "Sono un messaggero, non un segretario"
"E a te suppongo non abbia detto null'altro" dedusse Afrodite, rivolta a Dioniso.
"Se l'ha fatto, ero troppo ubriaco per capire" rispose lui con semplicità.
"Non stento a crederlo"
Afrodite si mise in piedi, ma un capigiro la costrinse ad appoggiarsi ad Hermes, prontamente intervenuto in suo soccorso.
"Grazie, ma togli pure la mano dal mio sedere. Non serve a reggermi in piedi"
"Sempre malpensante, Afrodite mia!"
"E comunque, come puoi pretendere che la mano non s'allunghi, con un corpo così?" le fece notare Dioniso.
"Millenni di esistenza e restate sempre due adolescenti infoiati" li rimproverò Afrodite. "Ma con me non attacca più"
"Lo sappiamo" replicò Dioniso, senza nascondere la sua delusione. "Sei inn... quella cosa lì"
"Si dice innamorata, Dioniso, e tu lo sei stato di Arianna, rammenti?"
"Errori di gioventù"
"Come ti pare. E' stato un piacere rivedervi, ragazzi"
Afrodite si congedò dai fratelli e prese a scendere verso valle.
"Si può sapere dove stai andando?"
Hermes era sbucato alle sue spalle e la osservava dall'alto, sospeso a mezz'aria come se fosse sdraiato su un lettino. Afrodite si fermò e lo guardò scocciata, prima di rispondere.
"A cercare un modo per tornare a Tokyo"
"Non puoi teletrasportarti?"
"Risponditi da solo"
"Ah già... "
Nel frattempo Afrodite era andata avanti. Questa volta fu Dioniso a bloccarle il passo.
"Perchè tanta fretta, sorellina? E' parecchio che non ci si vede"
"Sentite, io devo tornare a Tokyo, ok? Devo tornare da Hyoga, da Saori e dalle mie Sacerdotesse a dire loro che sto bene... e poi anche papà dice che è fondamentale che torni, quindi, gentilmente, ti sposti?"
"Quando te la facevi con Ares eri più affabile" le ricordò Dioniso mentre lo sorpassava.
"Perchè non me la facevo solo con Ares, ricordi?"
"Eccome! Eri tutta un fuoco, mentre adesso sei frigida"
Afrodite si fermò e si voltò verso il fratello col volto inviperito.
"Io sono frigida?"
"Nah, era solo un modo per farti fermare. Senti qui"
Dioniso le si avvicinò e le cinse le spalle con un braccio. Hermes li raggiunse subito dopo, imitando il fratello.
"Sei davvero... innamorata di questo... ?"
"Hyoga"
"Hyoga, certo. Lo ami davvero?"
"Non ti sei scomposto quando hai detto 'ami'"
"Perchè non ci devo pensare. Allora, lo ami?"
"Certo che lo amo!"
"Certo che lo ama!" le fece eco Hermes.
"Molto bene. A questo punto dobbiamo solo elaborare un piano" sentenziò Dioniso, lasciando la presa sulla sorella e andandosi a sedere su un masso.
"Un piano per che cosa, scusa?" chiese Afrodite, districandosi dalla presa di Hermes per raggiungere l'altro dio.
"Per la tua entrata in scena, ovvio" rispose serafico, mentre versava il Passito in un calice d'oro che aveva tirato fuori dalla tunica.
"No, non è ovvio. Senti, voglio solo tornare a Tokyo, e voglio tornarci il prima possibile"
"Fidati di me, Afrodite" la esortò Dioniso, mentre faceva roteare il liquido ambrato nel calice.
"No che non mi fido!"
"Sinceramente, Dioniso, nemmeno io mi fido di te" le diede man forte Hermes.
"E fate male. Quando sono ispirato le mie idee sono una vera bellezza. Adesso, sorellina, siediti e ascolta Dioniso tuo"
Afrodite sospirò e alla fine cedette. Sapeva che quei due non l'avrebbero lasciata in pace finchè non li avesse ascoltati. Si andò a sedere vicino a Dioniso, mentre Hermes osservava tutto da dietro le loro spalle, sempre volando.
Il dio fece vedere ad Afrodite qualcosa dentro il calice e iniziò a spiegare con enfasi il suo piano. La bionda sembrò rimanere colpita dall'inventiva del fratello e abbandonò l'espressione scocciata di poco prima.
Alla fine dovette ammetere che, quando Dioniso ci si metteva d'impegno, riusciva ad essere un vero genio.
"Allora, che ne dici?" domandò questi, alla fine della spiegazione.
"Dico che, se è proprio necessario e se proprio ci tieni, è andata"
"Grande! Vedrai, sarà un successone"
"Ma prima, via questi straccetti abbrustoliti" aggiunse Hermes con uno schiocco di dita.
Afrodite si ritrovò coperta da una semplice tunica bianca che nascondeva l'indispensabile. Non provò neanche a protestare, sarebbe stato inutile.
"Ed ora, via verso Tokyo!"
"Posso sapere come ci arriviamo a Tokyo?"
"Noi non siamo reincarnazioni, bambina" le ricordò Diosiso, accarezzandole una guancia. "Ti teletrasporteremo"
"A saperlo prima, ci evitavamo tutta questa messinscena" si lamentò Afrodite, prima di porgere la mano al fratello.
Scomparvero senza smuovere neanche un sasso.





Rieccomi qua!
Sono stata brava, vero?
Lo so, questi capitoli sono un po' corti e questo in particolare non è molto succoso, ho puntato soprattutto sulle gag e spero di esserci un minimo riuscita. Il tutto serve comunque a portare alla conclusione, che arriverà a breve.
Già, perchè questo è il penultimo capitolo di questa lunghissima storia che spero vi abbia appassionato un pochettino come ha appassionato me mentre la scrivevo.
Ma non è tempo di commenti di fine storia, visto che non è ancora finita, perciò buona lettura!
   
 
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