Tu devi capire quali sono i tuoi limiti e per capirlo bisogna che ti spingi fino al confine.
Fabio volo
A passo svelto, senza mai voltarmi mi allontano sempre più dal palazzo, dagli amici e dal mio amore.
Dieci minuti… Dieci minuti per allontanarmi, dieci minuti per dirigermi dove poi?
Ero così afflitta dal mio dolore e dalla voglia di fuggire che non ho pensato minimamente a dove voler andare, da dove voler iniziare…
Aumento sempre di più il passo, consapevole che i dieci minuti stanno per passare e che nel palazzo tutto riprenderà a scorrere normalmente.
Mi chiedo se gli altri troppo presi dai preparativi della cerimonia, si accorgeranno della mia scomparsa!
Infondo pensandoci bene, neanche le Guerriere Sailor… Le mie carissime amiche non sono venute minimamente a trovarmi, a chiedermi come stavo o se ero pronta a tutto questo!
Perché non siete mai venute? Perché non eravate lì vicino a me a consolarmi?
Avrei preferito mille volte una ramanzina di Rei, mentre mi ripeteva che ero una sciocca o una codarda che non sa affrontare le responsabilità, che la totale desolazione intorno a me!
Anche Luna, che per anni ha condiviso tutto con me, battaglie, perdite, lacrime non è venuta;
La sua ultima frase prima di chiudermi in quella stanza è stata: “ Mi raccomando Usagi cerca di comportarti come si deve, non combinare una delle tue solite figuracce durante l’incoronazione!”
Luna non immagini come le tue parole in quell’istante mi hanno ferito, ho sentito il mio cuore attraversato da mille lame!
Sono sempre stata abituata alle tue battutine sarcastiche, ai rimproveri ma mai mi sarei immaginata un giorno di provare delusione al suono di quella frase!
Delusione per le tue parole, delusione perché forse alla fine tu non hai mai creduto in me e al fatto che un giorno sarei stata forse una brava sovrana!
E poi ci sei tu Mamoru, il grande amore della mia vita, il mio faro nella notte più oscura.
Sei venuto a farmi visita solo due volte, non venivi, però, per coccolarmi o semplicemente starmi accanto. Entravi e la prima cosa di cui mi parlavi era dell’incoronazione, del ricevimento che ci sarebbe stato, dell’emozione di essere proclamati Re e Regina di Crystal Tokyo.
Invece quello che volevo io in quell’istante era solo un tuo abbraccio, un tuo dolce bacio e sentirmi dire: ” Vivremo per sempre felici!”
So molto bene che mi ami più di qualsiasi cosa al mondo, che ti senti impreparato come me, solo che a differenza tua, io sentirò la mancanza della mia vecchia vita mentre tu sei eccitato per quella nuova che verrà.
Assorta nei miei ingombranti pensieri non mi accorgo di essere arrivata in città, la mia amata Tokyo.
Amo lo scintillio delle luci colorate delle insegne, adoro passare davanti ai venditori ambulanti e inebriarmi dell’odore del ramen, vedere i bambini che corrono nel parco con gli aquiloni.
Amo gironzolare per il corso dove ci sono i negozi, soffermarmi sulle vetrine che espongono montagne di dolci, passare ore e ore a parlare al Crown con le mie amiche tra un frullato, una granita e tante risate.
Mi sorprendo da sola ma amo persino la scuola! La stessa scuola che per anni ho odiato con tutta me stessa ma che mi ha fatto incontrare nuove amicizie!
Arrivo all’inizio del ponte e m’incammino su di esso… Di quanti ricordi sia tristi sia felici è stato testimone.
Mi soffermo un attimo e mi sporgo a guardare il lungo corso d’acqua che lo attraversa e lascio che le mie lacrime, tornate a bagnare il mio viso scivoli dolcemente in esso, chissà in quale mare sfoceranno, chissà quale terra bagneranno.
Vorrei essere tanto io quelle lacrime strascinate da quel fiume, lasciarmi cullare dalla dolce corrente e arrivare in terre inesplorate, toccare nuove coste, in un posto dove nessuno conosce nulla di me.
Guardo l’orologio, mancano cinque minuti, devo affrettarmi.
Decido di tornare a casa, i miei non ci sono in questo periodo dell’anno vanno sempre a fare una vacanza.
La loro memoria già è stata modificata e non ricordano di avere avuto una figlia, ricordano solo di Chibiusa per giustificare la presenza della mia vecchia camera.
Arrivo davanti alla porta e la sfioro, cerco la chiave, come al solito la mamma non ha perso l’abitudine di inserire una copia nella fioriera!
Spalanco l’uscio della porta e lascio che il profumo di muschio bianco che emana la casa, inebri il mio olfatto.
Quanto mi è mancata questa casa! Vedere la mamma la mattina che preparava la colazione per tutti, il papà seduto sul divano intento a leggere il giornale, i miei continui battibecchi con Shingo…
Mi volto a guardare il nostro angolo delle foto, il mio cuore si stringe in una morsa, fa male vedere che in quei ritratti la mia immagine manca, fa male vedere che un albero, uno sfondo diverso o persone sconosciute abbiano occupato il mio posto!
Ritorno nell’ingresso e salgo le scale e con fare deciso mi dirigo verso la porta della mia camera.
L’apro lentamente per paura di trovarla diversa, la luna irradia con i suoi raggi la trapunta sul letto, felice di trovarla ancora lì mi avvicino e presa dalla stanchezza mi fiondo su di essa, accarezzandola dolcemente e portando alla mia mente il giorno in cui mi è stata regalata…
Flashback
Quel giorno tornai triste da scuola, avevo preso un bruttissimo voto al test d’inglese.
Entrai in casa e senza salutare nessuno corsi in camera mia e scoppiai a piangere, allora sul mio letto avevo una trapunta rosa con dei cuoricini era molto carina…
La mamma si accorse che qualcosa non andava, l’aveva semplicemente capito guardando il mio modo di salire le scale.
Dopo cinque minuti sentii bussare alla porta, era la mamma che mi aveva portato un pezzo di torta a cioccolato, ricordo che per la prima volta in vita mia rifiutai quella torta.
La mamma allora mi diede una carezza sul viso e con un sorriso radioso sul volto, si avvicinò e mi sussurrò: “ Piccola Usa-chan, vuoi vedere come la mamma riesce a far tornare il sorriso su quel bel faccino triste?”
“ Mamma, se non c’è riuscito un pezzo di torta al cioccolato a ridarmi un sorriso, non credo tu riesca a trovare un altro modo.”
“ Vogliamo scommettere? Se riesco a renderti felice per un mese ti occuperai della cura del giardino!”
“ Lo sapevo che sarebbe stato qualcosa al tuo vantaggio, invece se non ci riesci a rendermi felice cosa, ci guadagno io?”
“ Fammi pensare… Che ne dici se per un mese ti sforno ogni giorno una torta?
“ Mmm… Ti sento troppo convinta di te, però la tua proposta mi tenta… Accetto!”
“ Bene allora accordo fatto, aspettami torno in un lampo!”
Ricordo che uscì saltellando dalla mia camera, era sicura di aver la vittoria in tasca.
Tornò poco dopo con un mega pacco che appoggiò sul pavimento, la guardavo stupita pensando a cosa potesse contenere, mi fece cenno di avvicinarmi e alzandomi a mala voglia dal letto mi trascinai molto lentamente verso quel strano pacco.
“ Beh allora, cosa aspetti ad aprirlo? “
“ Ma è davvero per me questo mega pacco?”
“ Certo, mica scherzavo prima! Su voglio proprio vedere la tua espressione quando lo apri.”
Scartai la carta intorno velocemente, tolsi il coperchio dalla scatola e alla vista del suo contenuto iniziarono a brillarmi gli occhi.
“ Mamma ma è stupenda! E’ quella che avevo visto in centro una settimana fa! Ma come facevi a sapere che la desideravo tanto?”
“ Ho sentito mentre ne parlavi a Naru a telefono e così sono andata in centro, appena l’ho vista ho capito che era lei, anche perché era l’unica con i coniglietti!”
Le saltai letteralmente al collo, abbracciandola e ringraziandola della bellissima trapunta che mi aveva regalato, consapevole che per un mese avrei dovuto curare il giardino ma non m’importava di aver perso la scommessa, la gioia che mi aveva donato quel giorno la mia mamma non aveva valore.
Fine flashback
Riguardo l’ora i dieci minuti sono passati da un bel po’, chissà cosa starà accadendo al palazzo.
Non voglio pensarci in questo momento, sono troppo stanca e il sonno sta prendendo il sopravvento su di me, passerò qui la notte e domani penserò a organizzare la mia vita…
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