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Autore: Mary_Whitlock    03/07/2011    1 recensioni
Elanth Riddle è forse la ragazza più brillante che Hogwarts abbia mai visto, è forte e coraggiosa ma cresce anche all'ombra del padre con il quale vive dal primo secondo della sua vita. Voldemort la guida, le dice cosa fare, la istruisce; pensando di aver costruito così un'arma da guerra imbattibile.
Ma nessuno può essere creato, nessuno può scegliere il futuro di una persona. Appena Elnath mette piede fuori dalle mura domestiche si ritrova a lottare contro se stessa. Tutte le certezze che aveva prima sembrano svanire, tutti i suoi piani crollargli davanti. E in mezzo a quei ruderi compare solo un ragazzo dagli occhiali tondi.
BETA: MARLTERIO & KYARA
FINALE APERTO
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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I signori L

 

 

 

 

 

Giorno ragazze,

vi scrivo questo "capitolo" per scusarmi del mio immenso ritardo ma spero che voi possiate capire. La fine della scuola si era avvicinata e ogni giorno sembra volare e con loro anche le probabilità che io potessi a salvarmi l'anno... non ho mai creduto di essere bocciata ma i debiti avevano già incominciato, come l'anno prima, a dirmi "vieni da noi". Quindi oltre al fatto che la mia testa era così impazzita da essere riuscita a impersonificare il debito di latino e inglese (che io continuo dire avere solo sono mooolto patriotica e il mio cervello non si degna di apprendere nemmeno la propria lingua madre-.-) ero riuscita anche a convincermi che fose non sarebbe stato male stringere i denti, chinare la testa sui libri e studiare fino alla fine della scuola. Volevo evitare di iniziare le vacanze donando ai miei genitori lo stesso regalo dell'anno scorso... sarebbe ripetitivo e scontato... dovevo variare un po no? Poi è finito tutto, nessun debito e tutti felici, e ho ricominciato a scrivere ma è arrivato un'altro problema: l'oratorio. Devo fare l'animatrice e arrivata a casa sono così stanca dalle urla dei bambini che non riesco proprio a fare altro se non stendermi sul letto. Più i problemi di internet che mi persegiutavano... questa fine dell'anno scolastico\inizio vacanze è stato proprio uno spettacolo-.-""

Quindi questo capitolo l'ho scritto pensando a tutti voi, perchè mi mancavano le vostre recensioni e appoggio.

Ma in particolare lo dedico alla mia Beta, non che amica di penna,  maltrerio. Non la sentirò più per un po', deve fare un intervento agli occhi in america, è un'operazione delicata e io voglio esserle vicino il più possibile, in ogni modo un' estranea possa fare.

Ora vi lascio al capitolo che per perdonarmi è lunghetto=)

Baci e grazie per la pazienza che ogni volta avete.

Mary

 

 


I nostri passi rimbombavano nel corridoio mentre ci affrettavamo a raggiungere l’aula di pozioni nei sotterranei del castello. Con passo spedito superammo numerosi corridoi, così vicini da riuscire a sfiorarci, così distanti da non riuscire a pronunciare una parola.

Lui agitato per come sarebbe apparso il suo nome ora che era il mio alleato numero uno, troppo preoccupato per come la sua vita sarebbe potuta cambiare da questo gesto.

Io con la testa ancora concentrata sulla lettera che mi giaceva sigillata nella tasca. Non riuscivo a immaginarmi la reazione dell’Oscuro Signore e questo mi turbava più di qualunque altra cosa.

 

- Allora ti chiami Elnath – i tentativi di Potter di aprire discorso erano vani come quella di suo padre di uccidere il mio, ma almeno, al contrario di quello, lui ci provava.

Ogni tanto tirava su col naso, altre tossiva o si voltava verso di me sorridendomi, alte ancora scrocchiava le dita o alzava le sopraciglia.

L’insicurezza che regnava nella sua testa gliela si poteva leggere in volto e in tutte quelle frasi senza senso che stava continuando a dire.

 

- Insomma è un nome strano – continuò sostenendo per la prima volta il mio sguardo.

- Non lo trovo strano – risposi sorpresa da quella sua affermazione – piuttosto unico –

- No ma strano buono! E' particolare ma devo dire che mi piace…Come mai questo nome? -

- Che domanda è! Insomma perché i tuoi ti hanno chiamato James? –

- Beh è il nome di mio nonno -  rispose James chinando lo sguardo - sai lui è stato ucciso quando mio papà era molto piccolo e allora pensavano che fosse carino ricordarlo –

- Già – sussurrai più a me stessa - non ci avevo pensato –

 

Dopo quell’ affermazione nessuno osò più parlare.

Un grande silenzio calò intorno a noi senza che nessuno dei due riuscisse a fermarlo. Eravamo imbarazzati, bloccati dal non sapere cosa rispondere. Non credo soffrisse davvero per il nonno, io non ho mai sofferto per la perdita del mio, ne mi è mancata quella figura. Perché non avendolo mai conosciuto, non sapendo cosa volesse dire averlo, non può mancarti. James Potter per lui non era mai esistito, come per me Tom Riddle.

Se volevo potevo certo fare due passi in giardino e avere la certezza che un tempo Lui era esistito, aveva dormito nella mia stanza e aveva corso per quel prato ormai lasciato a se stesso.

Ma bensì in ogni angolo della casa fosse custodito il suo ricordo, per me quell’uomo non sarebbe mai stato di più che un mucchio di ossa messe sotto una grande e lugubre statua.

Quell’affermazione però ci aveva ricordato un particolare, una sfumatura che entrambi, in quei pochi minuti, c’eravamo dimenticati.

I nostri padri non si odiavano, ma si ritenevano nemici e anche se la maggior parte della gente usi questi termini come sinonimi questi non lo saranno mai.

Due persone che si odiano evitano di trovarsi insieme nello stesso luogo, giocano a nascondino per evitarsi, desiderano che quello esca dalla loro vita, svanisca velocemente come è arrivato. 

Due persone che sono nemici invece vogliono incontrarsi, vogliono sapere il maggior numero di informazioni per poter conoscere come ferire l’altro, come distruggerlo; vogliono che l’altro faccia parte della loro vita per poterlo poi scacciare fuori come meglio vogliono.

 

- Allora ora rispondi alla mia domanda? – la voce di James mi fece distaccare dai miei pensieri e concentrarmi sul suo sorriso che sempre rigava il suo volto.

- Quale?- in tutto quel tempo di silenzio mi ero decisamente dimenticata da dove eravamo partiti, ma si sa che la curiosità di Potter fa concorrenza solo al suo ego e lui, certamente, non si era scordato di niente.

- Perché ti chiami Elnath? –

- Ah quella – risposi io sorridendo - non so il motivo, so solo che è l’ultima cosa che mia madre, dio quanto è stupido pronunciare questa parola, comunque, è l’ultima cosa che mia madre ha chiesto prima di dimenticarsi che sono sua figlia, prima di dimenticarsi di avere un’altra figlia in effetti –


La mia bocca si era mossa da sola lasciandomi sorpresa.

Non ero mai riuscita parlare della mia infanzia, ogni volta che ci provavo, anche solo con me stessa, finivo per bloccarmi e preferire stenderci sopra un telo nero. Questo in un certo senso mi proteggeva, se non analizzavo ciò che avevo fatto non potevo veramente capire chi ero. Io vivevo sulle orme di mio padre, imparavo dai suoi errori e crescevo come se fossi lui anni prima. Questo era quello che lui voleva e questo era quello che io facevo. Ero una marionetta di cui lui teneva i fili, ero una casa che lui creava mettendo i mattoni che voleva, ma più di tutti ero la più letale, invisibile e forte tra le armi e questo era il vero motivo per il quale mi addestrava, questo era il vero motivo per il quale mi proteggeva da tutto, questo era il vero motivo per il quale il mio cuore non si era spento due minuti dopo aver incominciato a battere. Io ero ciò che l’avrebbe fatto vincere, io ero ciò che Potter non poteva sconfiggere, io ero l’unica strega al mondo ad essere stata addestrata dalla nascita per portare morte, senza che io lo sapessi o lo volessi. Non capivo e quindi non reagivo. L’ignoranza rende il vero astratto e irreale, L’ignoranza ti porta a non vivere.


   ***


La voce del professore continuava ad invadere la stanza attirando la mia attenzione e di quei altri quattro o cinque ragazzi.

Era ormai mezzora che parlava della propria materia, di come fosse importante apprendere nel corretto modo come fare tutte le pozione ma non si era ancora degnato di rivelarci il suo nome.

Anche se tutti ormai eravamo curiosi di saperlo nessuno osò alzare la mano fino a che non fu Potter a rompere il ghiaccio.

 

- Scusi professore ma lei non ci ha ancora detto il suo nome –

- Oh sì giusto, sono proprio sbadato- rispose il grosso uomo soffocando una risata - Io mi chiamo Horace Lumacorno. Con questo direi che le presentazione sono terminate. Passiamo al pratico. Qualcuno di voi a esperienze con pozioni, magari a visto i genitori prepararne una? Forza alzare le mani non vi mangio mica! E’ solo per fare un po’… di conoscenza…-

 

Una decina di mani, tra cui quella mia e di Potter, si alzarono e guardando riuscii a capire il perché: erano tutti imparentati con qualche elemento fondamentale in uno dei due schieramenti.

C’era Rebecca Lupin, che con il problema del padre vedeva una pozione come minimo una volta al mese. C’era Bella che non aveva ancora avuto il coraggio di guardarmi e Scorpius che con aria schizzinosa si tappava il naso; li seguivano altri ragazzi di cui non conoscevo il nome e tantomeno mi importava saperlo, ma che bastava guardare per riconoscere in loro i lineamenti dei genitori. Ed infine c’era una ragazza che mai prima di allora avevo visto. Sedeva accanto a Rebecca, con aria preoccupata e tremante. Era bassa e magra, con capelli color grano che le raggiungevano a mala pena le spalle e il volto ancora da bambina stampato in faccia.

 

- Allora vediamo un po’. Tu qui davanti, alzati e dicci il tuo nome, forza – disse il professore indicando proprio quella bambina che poco prima aveva attirato la mia attenzione.

– Mi chiamo Emma Lupin – si presentò la ragazza alzandosi.

- Piacere di conoscerti Emma. Allora che pozione ti ricordi? - chiese il professore, pentito di aver chiesto alla figlia di un lupo mannaro quella domanda.

- Beh c’è la pozione Polisucco, l’ Amortensia o la Crudata – rispose la piccola con una sicurezza che fece rimanere tutti a bocca aperta.

 

Dietro quel visino dolce e insicuro si rivela una ragazza forte e intelligente che nessuno si aspettava.

Ma anche se pure io fossi stata presa dal forte carattere che si nascondeva dietro quel dolce faccino, non posso dire che questo fosse il mio primo pensiero su di lei. Avrei giurato infatti di non averla vista la sera prima nemmeno con la coda dell’occhio. Quindi o ero diventata cieca o era giunta a scuola nella notte.

C'era solo uno che poteva rispondere alle mie domande.

Senza pensarci attentamente strappai un pezzo dalla mia pergamena e dopo averla scritta lo passai a James.

Lo vidi incuriosito aprirlo e leggerlo, per poi scriverci qualcosa e ripassarmelo.

 

Ieri non stava molto bene è arrivata questa mattina

 

Non bastava.

 

Strano anche sua papà non stava molto bene. Non è che hanno qualcosa in più in comune oltre all’aspetto?

 

Potter non rispose più.

E questo significava due a zero per me.

Senza pretendere altre risposte tornai a concentrarmi sul professore.

 

- Allora questa pozione si chiama Clauda – diceva Lumacorno tirando fuori da una pentola un liquido nero - serve per bloccare il corpo delle persone. Viene spesso usata al san Mungo per immobilizzare i malati in interventi rischiosi. Infatti questa ha un effetto molto più lungo di un banale immobilus e fa anche da anti dolorifico, se si aggiungono varie spezie che ora non sto qui ad elencarvi. Ci sono domande al riguardo? –

Nessuna mano si alzò e lui continuò il suo discorso passando a un altro calderone che si trovava alle sue spalle. Ma prima che potessi capire di cosa si trattasse, il mio pezzo di pergamena era nuovamente sul mio banco sporco di nuovo inchiostro.

 

Beh non prendere Elnath deduzioni affrettata. Dopotutto cosa doveri pensare io di te se no? Che non hai l’anima intera o che sai volare?

 Mi girai verso di lui guardando come divertito sogghignava, convinto di aver vinto, di avermi battuta.

 

- Magari ne sono capace – gli sussurrai sotto voce - chi ti dice che non sia vero? -

- Istinto – mi rispose tornando poi a concentrarsi sull’enorme pancione del professore, che imperterrito continuava a mostrarci pozioni.

Io lo guardai ancora per qualche minuto per poi imitai il suo gesto.

 

-  Questa la conoscete tutti – la voce di Lumacorno riprese la mia attenzione e il pensiero della Lupin uscì dalla mia testa. Il professore era davanti ad un altro calderone, meno grosso degli altri, e mostrava alla classe il liquido giallastro che  teneva sul cucchiaio - Allora chi sa dirmi che cos’è? –

Nessuno questa volta alzò la mano, incapaci di rispondere alla domanda più banale che il professore avesse fatto dall’inizio della lezione. Io sorridendo, compiaciuta di come tutti fossero caduti nell’inganno, alzai la mano attirando tutta l’attenzione su di me.

 

- Si mi dica signorina Riddle – mi disse il professore pronunciando l’unico cognome che si ricordava.

- Quella non una pozione –

- Molto bene – rispose senza dare una tonalità a quella esclamazione e continuando a guardare da altre parti come se temesse il mio sguardo – Qual'è il tuo nome?-

- Elanth signore –

- Complimenti Elanth è esatto, mi sai dire che cos’è e come l’hai riconosciuta? Avvicinati, se vuoi guardarla meglio –

 

Senza farmelo ripetere mi alzai e mi diressi da lui che restò lì immobile, come la sera prima. Il terrorore gli invadeva gli occhi e per un attimo mi sembrò anche di vederlo indietreggiare.

Cautamente mi diressi verso di lui e solo quando i miei occhi incontrarono i suoi qualcosa cambiò.

Non so bene cosa vide, non so cosa scattò in lui, so solo che Lumacorno sembrò tranquillizzarsi, so solo che nei suoi occhi lessi solo felicità e so solo che mi sorrise come a incoraggiarmi, come a dirmi “so che lo sai”, come se mi volesse bene.

 

- Zuppa di fagioli? – chiesi poi stupita.

- Corretto e da cosa riconosci che non è una pozione? – chiese mantenendo il sorriso soddisfatto.

- Beh fuma meno delle altre – incominciai senza prestare attenzione al suo sguardo - e aderisce di più alle pareti, come se fosse più solida. Ci sono poche pozioni che hanno questa solidità, come la Polisucco o la Mortem, ma anche queste non aderiscono così alla parate del calderone, infatti non ne resta quasi segno quando si tolgono. Per di più questo calderone è una temperatura troppo bassa per creare una pozione densa come quella che avete nel cucchiaio -

- E' esatto T…  Elanth. Una definizione perfetta non c’è che dire – disse con gli occhi che incominciavano a brillargli.

- È una banale zuppa di fagioli? – chiese un ragazzo da infondo alla classe.

- Sì, tutti avete pensato a una cosa complessa quando invece era banalissimo! Per questo che assegno dieci punti a Grifondoro! – esclamò infine, questa volta più euforico delle altre volte, come se avermi lì accanto gli avesse fatto cambiare giudizio su di me, come se, guardandomi negli occhi da vicino, avesse visto un’altra persona.

 

– Per oggi però la lezione è finita – aggiunse poi rivolto a tutta la classe - ci vediamo domani ragazzi, e non dimenticatevi i libri, iniziamo veramente –

Soddisfatta aspettai che il professore smettesse di parlare per poi dirigermi da Potter che mi guardava stupefatto.


- Come sai tutte quelle cose?- chiese mentre riponeva penna e calamaio nella borsa.

- Istinto – risposi sorridendo, prendendo la mia tracolla e dirigendomi con lui verso la porta.

- Non può essere istinto! –rispose lui permaloso facendomi scoppiare in una tenera risata. La fiducia che mi aveva dato quel professore, il suo sorriso amichevole mi aveva reso la mattina più leggera, mi aveva resa soddisfatta facendomi dimenticare del problema che portavo in tasca.

Non avevamo fatto ancora in tempo a mettere un piede fuori dall’aula che il pancione del professore era di fronte a noi.


- Salve ragazzi – disse con aria felice continuando a spostare lo sguardo da me a Potter – mi chiedevo se vi andasse di entrare in un gruppo privato. La dimostrazione oggi della signorina Riddle è stata esilarante e sono convinto che anche voi, signor Potter, l’avevate riconosciuta. Siete due grandi talenti e io tendo a premiare quelli come voi quindi… vi andrebbe di unirvi al Lumaclub? -


Allora che ne pensate??

Spero in un vostro commento

Baci

Mary

   
 
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