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Autore: Mina7Z    03/07/2011    9 recensioni
Nowadays, ovvero oggigiorno. Chi sarebbero stati i nostri amati protagonisti di Versailles no bara se si fossero ritrovati a vivere nella nostra epoca
Aggiungo un elemento:e se ci fossero dei misteri da svelare? Se Francoise e Andrè non fossero chi dicono di essere e se qualcuno nascondesse loro un oscuro segreto??
Non ho mai amato particolarmente le storie ambientate ai nostri giorni, ma un pomeriggio, improvvisamente, questi personaggi hanno bussato alla mia mente e non sono riuscita a chiuderli fuori!!!
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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15
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Fare l’amore con Andrè  fu molto diverso dalla prima volta.
Non eravamo più mossi da quell’oscura attrazione che ci aveva spinti,  una calda notte di luglio, inconsapevoli e stupefatti, l’uno tra le braccia dell’altro, adesso potevamo amarci liberamente, potevamo parlare, rivelare i segreti più intimi nascosti nei nostri cuori.
La notte e il giorno trascorsero mentre noi, ancora nel letto, nudi e stremati, non accennavamo ad abbandonare il nostro giaciglio ormai completamene disfato. Avevamo fatto l’amore infinite volte, quattro, cinque, ma sembrava che non riuscissimo a placare quella voglia che ci portava a sfamarci dei nostri corpi, come se dovessimo dimostrare di essere reali e come se avessimo il timore che, anche questa volta, il destino ci avrebbe divisi.
Avevo deciso di appartenergli, di  essere sua, solo sua, e tra le braccia del mio uomo  potevo sentire dissolvere tutta la tensione che aveva segnato i mesi precedenti.
Il suo corpo si muoveva con sapienza  dentro di me regalandomi di nuovo quel medesimo piacere che mi aveva donato mesi prima, tanto intenso e profondo da sentire, in alcuni momenti, di potere perdere la ragione. Desideravo il suo corpo, volevo possederlo e amarlo di nuovo e poi ancora, sempre di più, fino a quando, soddisfatta,  mi abbandonavo mollemente sulle lenzuola.
E dopo avere fatto l’amore trascorrevamo interminabili ore a parlare del nostro passato e del futuro che vedevamo insieme e felici per poi restare in silenzio, abbracciati, a tracciare sulla pelle con le dita segni indecifrabili come indecifrabile sembrava essere in realtà  l’essenza del nostro amore.

“Andrè” mormorai, i nostri corpi nudi distesi a pancia in giù sul letto, i miei occhi dischiusi per incontrare i suoi.

“Dimmi J” sussurrò senza smettere di accarezzarmi la schiena, scendendo lentamente  fino alla rotondità delle natiche, provocando nuovamente in me il desiderio del suo corpo.

“Ti amo, Andrè”.

Sulle sue labbra vidi un sorriso.

“Ti amo dal primo giorno, dal primo istante, forse fin da quando ti ho visto riflesso nello specchio del Trianon”. 

Non ero ancora riuscita a dirglielo ma avevo preso il coraggio a quattro mai e mi ero decisa a pronunciare quelle due parole preziose che, per pudore, non gli avevo ancora detto, neanche dopo avere fatto l’amore.

“Ti amo J e il mio cuore sarà tuo per tutta la vita” sussurrò posando le sue labbra sulle mie per lasciarvi un bacio innocente.

Mi sembrò che nulla al mondo avrebbe potuto rendermi più felice e completa e mi  addormentai tra le sue braccia.
 

*

 
“”Françoise, devo sapere una cosa”.

 Si interruppe titubante.

 “Sei andata a letto con quell’uomo del locale?”

Trattenni il fiato sorpresa e imbarazzata.

“Si”

Sospirò e poi fece una smorfia facendosi ricadere sul letto.

“E’ un amico di famiglia, lo conosco sin da bambina, ma sarei andata a letto con il primo che avessi incontrato solo per sfogare tutta la rabbia che provavo in quel momento”.

“Sono un idiota, ti ho gettato io tra le braccia di quel damerino, accidenti  mi prenderei a sberle da solo”.

“E faresti bene, avrei voluto prenderti a sberle io, in realtà”.

“Se non ricordo male l’hai fatto, no’”.

“Non quanto avrei voluto  e comunque non quanto ti saresti meritato per quella scenata” borbottai stiracchiandomi e mettendomi a sedere sul letto, per tornare poi a guardarlo in viso.  

“E tu? Sei andato a letto con la ragazza di quella sera, vero?”.

Non ero però sicura di volere sentire la risposta.

“Si. Purtroppo si. Ma devo essere stato una tale delusione sotto tutti i punti di vista, intendo, e poi credo  persino  di avere sbagliato il suo nome diverse volte”

“E come la chiamavi?”.

“Indovina. Puoi scegliere tra Françoise, J, ti ricorda qualcuno? Ero talmente ubriaco e confuso che non vedeva l’ora che me ne andassi. Mi ha praticamente messo in mano i vestiti e accompagnato alla porta ”.

“Beh le sta bene così impara a prendersi l’uomo di un’altra!  E io direi che invece qui non c’è proprio motivo per lamentarsi, anzi” dissi sottovoce mentre la mia mano scendeva sotto il suo ventre.

 
*

 
“Andrè, tu non partirai vero? Non lascerai l’esercito”.

Mi ero improvvisamente resa conto che non avevamo ancora affrontato l’argomento.

“Prima di venire a Marsiglia ho parlato con Dupois manifestandogli l'intenzione di lasciare l’esercito, ma credo di fare ancora in tempo a ritirare le dimissioni. Mi aveva dato alcuni giorni di tempo per decidere, sempre che tu non voglia lavorare con me, Comandante”.

“In realtà uno dei motivi che mi ha portato a non considerare possibile una relazione con te era proprio il fatto di ritenere difficile conciliare la nostra storia con il lavoro. Temevo di non  essere più oggettiva nelle mie decisioni, non sarei stata corretta nei confronti di Alain. Andrè, io non metterei mai in pericolo la tua vita, non potrei più farlo, non dopo ieri notte”.

“Cosa vuoi fare quindi?”.

“Non lo so, tu cosa pensi?”.

“Io direi di non prendere decisioni adesso, potremo continuare così come abbiamo fatto fin’ora e vedere cosa  succede. Però credo che non potremmo continuare ad andare in missione per molto tempo”.

“Cosa vuoi dire?”.

“Io voglio avere dei figli con te e non credo che lo Yemen sia lo scenario migliore per concepire un bambino”.
Sorrisi imbarazzata e nascosi il mio viso tra i suoi capelli.

“Beh l’hotel  “prigione buio pesto”  ci era sembrato un luogo perfetto, se non ricordo male, almeno per qualche minuto”

“Già”.

Rise.

“Andrè, quella notte, quando ti ho chiesto perché mi avevi baciato, mi dicesti che un giorno me l’avresti detto. Perché mi hai baciato proprio quella notte? Tu eri molto in collera con me”.

“Si, ero arrabbiato, ma poi ho pensato a quello che sarebbe potuto accadere a me o a te. Per la prima volta da quando lavoravamo insieme, le nostre vite erano seriamente in pericolo e non avrei voluto morire senza avere un ricordo di te. Volevo che le tue labbra fossero le ultime che avessi baciato nella mia vita. Se fosse arrivata la fine, avrei portato con me il tuo sapore sulla mia bocca. Non ho potuto resistere J”.

“Non scorderò mai quella notte Andrè, ti ho sentito così vicino al mio cuore che in alcuni momenti ho persino dimenticato di essere in un posto abbandonato da Dio”.  

“Françoise,  non hai detto niente poco fa, sul fatto di avere dei figli, intendo. Non sarebbe subito, ma voglio sapere cosa ne pensi”.

Un brivido percorse tutto il mio corpo e mi sollevai dal suo torace per guardarlo negli occhi.

“Andrè, ma dici seriamente? Sei sicuro di volere un figlio da una come me? Io non ho mai pensato di potere essere una buona madre, forse perché mi è mancato l’amore di mia madre, io  non  lo so”.

“Saresti una madre meravigliosa J, ne sono certo, tu sai essere materna e amorevole più di quanto ti possa rendere conto adesso. Sei giusta e coraggiosa e sarai una madre perfetta per i nostri figli”.

“Santo cielo, nostri figli!, ma quanti ne vuoi esattamente?”.

“Un paio, per cominciare, poi  altri due o tre” disse ridendo.

“Oddio, ma scherzi?  Sarà più faticoso di comandare una squadra di militari”.

“Quindi la tua risposta è si?”

“Si, ma direi di fermarci a uno, per il momento” bisbigliai tra le sue labbra.

 
 
 
 
   
 
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