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Autore: Alkibiades    04/07/2011    0 recensioni
In una terra desolata, vaga da solo, senza sapere chi è e cos'è. Chi era prima? Cos'è successo ora? Perchè è ridotto così?
Prima le risposte gliele dava il suo Dio, ma adesso?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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Sentiva ancora il sapore del sangue in bocca, ma la fame è fame.
Era sdraiato a contemplare il soffitto, riflettendo su cosa avrebbe fatto l'indomani. Guardava le ombre danzare sopra di sé, disegnate da un fuoco che ormai svaniva. Flussi di pensieri, impetuosi, attraversavano la sua mente.
Ce l'hai ancora una coscienza?
Le sue palpebre si facevano sempre più pesanti, i suoi riflessi sempre più lenti, la disperazione cominciava ad assalirlo. Non voleva dormire.
Paura dei tuoi demoni, soldatino?

"Identificati!" Non riconosceva la propria voce. Era stranamente metallica.
"Posso anche non farlo" rispose l'altro. Faccia sfocata, chi era? Cosa voleva da lui?
"E' un ordine!"
"Dimmi allora, chi saresti, TU?" Dietro di lui un vessillo. Grande, troppo grande per una persona qualsiasi.
"Io... " Chi era? Era stato troppe cose, come poteva ricordare?
"Mmh, pezzente, spostati, lascia passare me e i miei uomini, dobbiamo estirpare l'eresia da quel villaggio!" Un ghigno nella sua faccia, dietro di lui seta. Lupo dorato in campo nero, teschio scarnificato sotto a una zampa.
"Voi non... Non potete! Io... io ve il p-p-proibisco! N-n-non passerete per di qua! E' un villaggio, sì, ma
cattolico"
"Certo certo, prete difetti di pronuncia?"
Paura, era paura.
L'uomo, con la sua armatura nera come la notte, diede di speroni.
Colui che era stato molte cose, si trovò a rotolare nella polvere.
Dietro al "comandante" si scagliarono un centinaio di mercenari, anche loro rivestiti solo di metallo nero, angeli della morte calati dal cielo per portare la distruzione in un anonimo villaggio sperduto nel nulla.

Stava sudando. Il fuoco era spento da un po', tremava letteralmente dal gelo.
Non spererai di cavartela così, vero? Ti ricordi com'è finita?
Le sue palpebre si rifacevano di nuovo pesanti. Cominciò a pensare ad altro, ma stranamente tornava sempre a quella maledetta notte di svariato tempo prima.
Non avresti dovuto lasciarli pass...

Era tutto tranquillo nella piazza, nessuno passava, era una notte normale, per un villaggio normale, abitato da gente normale.
Lo guardava carponi, ancora a terra dopo essersi scansato per non essere travolto dai mercenari al galoppo. Dalla collina che sovrastava l'abitato, vedeva solo una cosa. Avidità.
Eresia, come no, scusa privilegiata, paradigma per compagnie di soldati di ventura non pagati dai loro signori, in parole normali, saccheggio.
Un serpente fatto di torce si avvicinava in velocità alle modeste abitazioni di contadini, la chiesa, l'unico edificio di pietra, svettava come un gigante nell'insieme.
Le campane cominciarono a suonare, avviso di pericolo imminente. Inutile.
La massa urlante di ferro e cavalli si schiantò sul villaggio, le prime case cominciarono a bruciare. Donne urlanti scappavano dalle case, mercenari assetati di sangue inseguivano i fuggitivi e li uccidevano.
Non poteva permetterlo. Si alzò e cominciò a correre giù per la collina.

Stava ansimando. Ancora quei maledetti sogni, relitti di un passato in cui era ancora un qualcuno.
Quel continuo stato di dormiveglia intramezzato da ricadute nei sogni lo stava facendo impazzire.
E' tutto nella tua testa, soldatino. Come dicevate voi preti? Ah sì, espiare i peccati.
Di nuovo, debolezza diffusa, forse era malato. Ma cos...

Movimenti dentro la chiesa. Ombre si deformano, ombre si dilatano, ombre si disgregano.
Una figura, una
piccola figura, schizzò fuori dal portale, una bambina, cinque anni al massimo. Scese i gradini in un'unica capriola. Dolore. Cominciò a piangere correndo, inseguita dagli uomini di ferro.
Si schiantò letteralmente addosso alle sue gambe. La prese in braccio, puro istinto.
"Guarda cos'abbiamo quaaaa! Un preticello con una bambinettta in braccio!" Li avevano raggiunti. Mercenari. Giubbe incrostate di sangue."Ridacci l'eretica"
Paura, di nuovo. "Non ci penso nemmeno, sono un uomo Dio, non potete obbligarmi a far nulla."
"Ahahaha tu uomo di Dio? Ah, Joseph Joseph, non prendiamoci in giro!" Voce come un sibilare, risata roca. La sua nemesi.
"Da quand'è che sei diventato un prete, eh? Stanco di uccidere eretici?"
"Sono cose che non ti devono interessare Gerd. Anzi,
capitano Gerd."
"Sei rimasto indietro, tenente. Colonnello Gerd ora." Voce altisonante.
"Oh, quale onore! Cos'è, sei stato promosso per aver saccheggiato un’altra decina di villaggi?"
"Dammi la bambina Joseph, non fare idiozie, è nostra ora." Aveva cambiato discorso.
Prese la croce appesa al suo petto. "Te ne andrai Colonnello Gerd, adesso, in nome di Dio."
"Uff, pensi troppo male prete, anzi, pensi troppo e basta." Si rivolse alla bambina "Vieni, piccolina."
Gerd sollevò il braccio sinistro.
Sentì le forze mancargli.
Gerd mostrò quello che stringeva nel pugno ferrato.
Annaspò.
Una testa. Capelli viscidi di sangue nero. Palpebre socchiuse in modo grottesco, Lingua esposta tra labbra violacee. Una testa mozzata.
"Vieni, piccolina!" Gerd sventolò l'orrido trofeo "Vieni da
mamma!"

Si svegliò di soprassalto. Vomitò anche il suo ultimo "pasto". Tremava. Freddo? Paura? Rimorsi?
Ah soldatino, cominci a ricordare?


Di tetraggine in tetraggine continuo a scrivere xD
P.s.Mi fa piacere vedere che un mucchio di gente legge e non recensisce:) Grazie lo stesso anche a voi:)




  
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